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Guida alle costellazioni/La regione del Centauro/Lupo

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Lupus
Genitivo del nome Lupi
Abbreviazione ufficiale Lup
Area totale 334 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 20 giugno
Stelle più luminose della mag. 3,0 3
Stelle più luminose della mag. 6,0 74
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Lupi Men 2,30
β Lupi Kekouan 2,68
γ Lupi Thusia 2,77
δ Lupi Hilasmus 3,22
ε Lupi 3,37
ζ Lupi 3,41
η Lupi 3,42
ι Lupi 3,55

Il Lupo è una costellazione meridionale di dimensioni medio-piccole, nonché una delle 48 elencate da Tolomeo nel suo Almagesto; si trova tra il Centauro e lo Scorpione.

Stretta fra le brillantissime costellazioni di Scorpione e Centauro, il Lupo appare oscurato; nonostante ciò è di per sé una costellazione luminosa, seppur di dimensioni contenute: tre delle sue stelle sono infatti più luminose della magnitudine 3.

Caratteristiche

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Il Lupo è una costellazione non molto estesa ma piuttosto ricca, composta da un gran numero di stelle di seconda e terza magnitudine, più diverse decine di quarta e quinta, che la rendono particolarmente facile da individuare e caratteristica a causa del suo ricco sfondo di stelline azzurre; di fatto occupa la parte più orientale della grande Associazione Scorpius-Centaurus, un'associazione stellare molto luminosa, nonché l'associazione OB più vicina al Sole, composta in prevalenza da stelle di colore blu e azzurro. Fino alla sesta magnitudine vi sono circa una settantina di stelle, fra le quali ve ne sono molte doppie e multiple. Quasi tutte le stelle appartenenti alla costellazione non presentano un nome proprio, come invece avviene nelle adiacenti Scorpione e Centauro, sebbene si tratti comunque di astri appariscenti. La parte più orientale giace sulla Via Lattea in un tratto molto oscurato.

La parte meridionale si avvicina all'equatore galattico ed è in questa direzione che sono presenti i campi stellari di fondo più ricchi, su cui spiccano alcuni estesi ammassi aperti; anche qui tuttavia il piano galattico risulta fortemente oscurato dalle polveri interstellari.

Il Lupo è visibile nel cielo serale specialmente nei mesi compresi fra marzo e luglio, sebbene la sua declinazione fortemente australe non ne consenta una facile osservazione dall'emisfero boreale: dall'area mediterranea si presenta visibile quasi completamente, ad eccezione della parte più meridionale, visibile dalle coste africane; dall'emisfero sud appare invece dominante nei cieli dell'autunno australe, grazie alla sua posizione a sud dell'eclittica che ne facilita l'osservazione specialmente a sud della fascia tropicale. In passato questa parte di cielo era molto meglio visibile anche dall'emisfero nord, ma a causa della precessione degli equinozi la sua visibilità è andata riducendosi con l'aumento della sua declinazione australe.

Nell'anno 1006 in questa costellazione esplose la supernova SN 1006, che raggiunse la magnitudine –7,5.

Gli antichi Greci chiamarono questa costellazione, che rappresentava un animale selvaggio non meglio identificato, Therion, mentre i Romani la chiamarono Bestia. La bestia era raffigurata impalata su un lungo bastone chiamato thyrsus (tirso), tenuto dal Centauro dell'attigua costellazione. Di conseguenza le due costellazioni erano solitamente considerate una figura unica. Eratostene disse che il Centauro teneva l'animale rivolto verso l'altare (con riferimento all’omonima costellazione) come se fosse sul punto di sacrificarlo. Igino si riferì a lui semplicemente come a una vittima, mentre Germanico Cesare disse che il centauro o stava trasportando cacciagione dal bosco o stava portando doni all'altare. L'identificazione di questa costellazione con un lupo sembra abbia avuto inizio durante il Rinascimento.

Stelle doppie

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Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
a Lupi 14h 37m 20s -46° 08′ 00″ 5,40 8,9 19,4 ar
π Lupi 15h 05m 07s -47° 03′ 04″ 4,72 4,82 1,8 azz + azz
κ Lupi 15h 11m 58s -48° 44′ 37″ 3,87 5,69 26,6 b + b
μ Lupi 15h 18m 32s -47° 52′ 31″ 4,27 7,20 23,0 azz + azz
ε Lupi 15h 22m 41s -44° 41′ 23″ 3,37 9,1 27,1 azz + azz
ξ Lupi 15h 56m 54s -33° 57′ 58″ 5,37 5,73 10,3 b + b
η Lupi 16h 00m 07s -38° 23′ 48″ 3,42 7,8 15,0 azz + azz

La costellazione del Lupo ospita un gran numero di stelle doppie, molte delle quali sono risolvibili anche con semplici strumenti amatoriali.

La γ Lupi è una coppia di stelle molto particolare: è formata da una coppia ottica di stelle, una azzurra e una gialla, ben risolvibile anche con un semplice binocolo, in cui le componenti sono entrambe attorno alla magnitudine 3,0; con un telescopio di grande diametro è possibile notare che entrambe le componenti sono a loro volta delle doppie, con componenti di terza e quarta magnitudine separate da circa 1".

La κ Lupi è una delle più facili: è composta da due stelle di terza e quinta magnitudine, separate da 26", dunque alla portata di un piccolo telescopio; entrambe le componenti sono bianche.

La ξ Lupi è una coppia più stretta, in cui le componenti sono separate da circa 10", ma queste presentano una luminosità molto simile fra loro, essendo entrambe di quinta magnitudine.

La μ Lupi è una coppia di stelle dal colore azzurrognolo, piuttosto facile da risolvere, ma in cui le componenti hanno una luminosità nettamente diversa, essendo la primaria di quarta magnitudine e la secondaria di settima.

La ε Lupi è una coppia fra le più larghe della costellazione; le due componenti, entrambe azzurre, hanno magnitudine differente, ma sono separate da circa 27".

Stelle variabili

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Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
S Lupi 14h 53m 27s -46° 36′ 57″ 7,8 13,5 339,73 Mireide
EX Lupi 16h 03m 06s -40° 18′ 25″ 8,5 14,3 - T Tauri
GG Lupi 16h 18m 52s -57° 53′ 59″ 5,49 6,0 2,1642 Eclisse
GH Lupi 15h 24m 38s -52° 51′ 14″ 7,55 7,83 9,285 Cefeide
GM Lupi 15h 04m 43s -40° 51′ 41″ 6,38: 6,7 - Irregolare
GO Lupi 15h 28m 13s -37° 21′ 31″ 6,98 7,19 - Semiregolare

Le stelle variabili contenute nella costellazione del Lupo sono numerose, ma in genere piuttosto deboli.

Fra le Mireidi l'unica che può essere osservata con facilità è la S Lupi, che quando è al massimo è visibile con un binocolo, essendo di settima magnitudine; in quasi un anno oscilla fra questa e la tredicesima grandezza.

Una variabile a eclisse semplice da osservare è la GG Lupi, che in due giorni oscilla fra la quinta e la sesta magnitudine, scendendo così fino al limite della visibilità ad occhio nudo.

La EX Lupi, infine, è una stella di giovane età: si tratta di una stella T Tauri con ampie escursioni di luminosità, che transita irregolarmente fra l'ottava e la quattordicesima magnitudine.

Fra le altre variabili è da menzionare una stella particolare, seppure troppo debole per essere oggetto di osservazione amatoriale: si tratta di GQ Lupi, una giovanissima stella T Tauri la cui età si aggira sui 2 milioni di anni, attorno alla quale nel 2005 è stata confermata la scoperta di un oggetto substellare; quest’oggetto è stato denominato GQ Lupi b ed è stato anche visualizzato otticamente dal Very Large Telescope il 25 giugno 2004. Assieme a 2M1207b (una nana bruna visibile nella costellazione del Centauro), si tratta di uno dei primi candidati esopianeti ad essere stati osservati direttamente. Tuttavia, data la sua massa, stimata in media circa 20 masse solari ma che potrebbe andare da 1 a 36 volte la massa di Giove, e data la definizione di pianeta che stabilisce un limite di 13 masse gioviane per oggetti con una metallicità paragonabile a quella solare, l’oggetto GQ Lupi b potrebbe non essere considerato un pianeta.

Oggetti del profondo cielo

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Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
IC 4406 14h 22m 26s -44° 09′ : Nebulosa planetaria 11,0 0,5
NGC 5643 14h 32m 40.7s -44° 10′ 28″ Galassia 10,74 4,6 x 4,0
NGC 5800 15h 01m : -51° 55′ : Ammasso aperto - 12
NGC 5822 15h 24m : -54° 24′ : Ammasso aperto 6,5 40
NGC 5824 15h 03m 59s -33° 04′ : Ammasso globulare 9,0 6,2
NGC 5882 15h 16m 50s -45° 39′ : Nebulosa planetaria 11,0 0,1
NGC 5927 15h 28m 00s -50° 40′ : Ammasso globulare 8,3 12
NGC 5986 15h 46m 06s -37° 47′ : Ammasso globulare 7,1 9,8
Il lunghissimo filamento nebuloso che contraddistingue il resto della supernova del 1006, visibile ad ovest di Delta Lupi sul confine col Centauro.
Il ricco ed esteso ammasso aperto NGC 5822, visibile nella parte meridionale della costellazione; esso si staglia su un fitto campo stellare ed è un oggetto molto bello attraverso telescopi da 200 mm di apertura.
EX Lupi è una stella molto giovane avvolta e circondata da una densa nube protoplanetaria. L’immagine mostra nel dettaglio dei microcristalli di silicati (in particolare forsterite) che si ritiene siano in formazione all’interno della nube. Durante le esplosioni che subisce la giovane stella la nube si riscalda e i silicati amorfi al suo interno fondono; come si raffreddano danno origine a piccoli cristalli di forsterite.
IC 4406, nota anche come Nebulosa Retina, è una nebulosa planetaria di aspetto molto allungato e una forma insolita, quasi rettangolare. Foto: ESO.
La nebulosa planetaria NGC 5882, fotografata dal telescopio spaziale Hubble, mostra una forma molto complessa, formata da due regioni ben distinte.

La costellazione del Lupo giace sul bordo di un tratto della Via Lattea meridionale molto oscurato, compreso fra il Centauro e la Scorpione; questo fa sì che entro i suoi confini siano presenti degli oggetti galattici, i quali però sono, in generale, relativamente deboli.

Fra gli ammassi aperti, i più luminosi si trovano nella parte meridionale. NGC 5822 è il più notevole ed è individuabile due gradi a SSW di ζ Lupi, la stella luminosa più meridionale della costellazione, con una certa difficoltà pure con l'ausilio di un binocolo a causa della sua scarsa concentrazione stellare; con un telescopio di 100 mm è possibile terminarne la risoluzione anche a bassi ingrandimenti. Con strumenti più grandi si possono osservare anche i campi stellari di fondo, ma già medi ingrandimenti non consentono di avere una visione d'insieme dell'oggetto a causa delle sue grandi dimensioni. L'ammasso appare composto da un centinaio di stelle disposte in un cerchio fortemente schiacciato e allungato in senso est-ovest, con diametro maggiore apparente di 40' d'arco ed è dominato da stelle bianche e gialle a partire dalla magnitudine 9. NGC 5822 è un ammasso aperto di grandi dimensioni sia apparenti che reali, situato alla distanza di circa 2990 anni luce in corrispondenza del bordo più esterno del Braccio del Sagittario. La sua età è stimata attorno ai 660 milioni di anni ed è così in una fase di evoluzione intermedia, similmente a quanto avviene col ben noto ammasso delle Ìadi (nel Toro).

Poco più a nord si trova NGC 5800, un ammasso molto piccolo e povero che ricorda vagamente M73: è infatti formato da quattro o massimo cinque stelle molto vicine fra loro disposte a formare una sorta di triangolo; il loro colore va dal bianco-giallo fino all’arancione.

Fra gli ammassi globulari si può notare NGC 5986, un oggetto moderatamente concentrato visibile nella parte nordoccidentale della costellazione non lontano dalla stella η Lupi; sebbene sia facilmente individuabile anche con un binocolo 10x50 sotto un cielo molto buio, la sua risoluzione è più difficile ed è possibile solo con telescopi di diametro superiore ai 150 mm. La sua distanza è stimata sui 34.000 anni luce.

Altri globulari sono presenti nella costellazione, ma sono tutti più deboli e difficili da individuare.

Fra le nebulose planetarie ve ne sono diverse piuttosto deboli, ma con un aspetto che spesso le ha rese ben note. Fra queste vi è IC 4406, nota col nome di Nebulosa Retina; le immagini combinate del Telescopio Spaziale Hubble e del Very Large Telescope ci hanno permesso di osservare l'aspetto singolare di questa nebulosa: per la sua elevata simmetria, appartiene alla classe delle nebulose planetarie bipolari, similmente alla famosa Nebulosa Farfalla (nello Scorpione). Dalla foto si può osservare infatti come le due parti, destra e sinistra, siano uguali; il gas e le polveri intorno alla stella morente formano una specie di ciambella di materiale, che interagisce con le radiazioni che la stella emette ionizzando gli atomi di ossigeno (nella foto azzurri), idrogeno (in verde) e azoto (in rosso). Vi è anche un'altra zona di gas neutro, che nella banda della luce visibile non è osservabile, che però può essere studiata mediante la radioastronomia. La sua distanza è stimata sui 2000 anni luce.

Un'altra nebulosa dalla forma insolita è NGC 5882, visibile anche con piccoli telescopi; le immagini ottenute con il Telescopio Spaziale Hubble e il New Technology Telescope mostrano che la nebulosa sembra essere formata da un guscio interno ellittico e brillante, e da uno esterno più debole, del diametro di circa 15 secondi d’arco; il margine della zona interna sembra essere formato da strutture simili a bolle. La stella centrale non è posta proprio nel centro di simmetria della nebulosa, ma leggermente più a ovest rispetto ad esso: questo potrebbe essere dovuto all'instabilità del processo di perdita di massa e/o all'interazione con una stella compagna. La nebulosa dista circa 7500 anni luce.

Il bordo ovest della costellazione si trova lontano dalla via Lattea, così è possibile notare alcune galassie a spirale, le quali però sono piuttosto deboli e fuori dalla portata di piccoli strumenti.