Guida alle costellazioni/Lungo il dorso dell’Idra/Idra

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Hydra
Genitivo del nome Hydrae
Abbreviazione ufficiale Hya
Area totale 1303 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 1° maggio
Stelle più luminose della mag. 3,0 2
Stelle più luminose della mag. 6,0 122
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Hydrae Alphard 1,99
γ Hydrae Dhanab Al Shuja 2,99
ζ Hydrae Hydrobius 3,11
ν Hydrae Sherasiph 3,11
π Hydrae Sataghni 3,25
ε Hydrae Ashlesha 3,38
ξ Hydrae 3,54
λ Hydrae 3,61

L’Idra è la più estesa delle 88 costellazioni del cielo ed era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo; con un'estensione di ben 1303 gradi quadrati copre da sola il 3,16% della volta celeste. Non va confusa con l'Idra Maschio (Hydrus), che ha un nome molto simile. Nonostante le sue dimensioni, la bassa luminosità delle sue stelle non ne facilita l'individuazione.

Caratteristiche[modifica]

La costellazione si snoda parallelamente alla scia della Via Lattea, ma sempre ad una ventina di gradi di distanza media da essa; nonostante la sua grandezza, contiene solo una stella ragionevolmente luminosa (Alphard, α Hydrae), visibile con facilità in una zona priva di stelle luminose una ventina di gradi a sud di Regolo, nel Leone; gran parte della costellazione infatti giace in aree buie, prive di stelle di una certa entità.

Il gruppo di stelle che rappresentano la testa è la parte più facilmente riconoscibile e si individua a sud del Cancro; si tratta di una concentrazione di sei stelle di magnitudine 3 e 4 molto vicine fra loro e formanti una sorta di pentagono deformato. Da questo gruppo è possibile seguire un vago allineamento di deboli stelle che dopo aver superato Alphard (il cuore dell'Idra) conducono prima alla λ Hydrae e poi alla ν Hydrae, entrambe di magnitudine 3. La figura prosegue quindi decisamente verso sud, fino a raggiungere la debole ma isolata ξ Hydrae, a sud del Cratere, per poi incunearsi fra la Vergine e il Corvo, a nord, e il Centauro, a sud; la coda termina infine in prossimità della Bilancia, dopo essersi distesa a sud delle costellazioni zodiacali di Leone e Vergine.

Il periodo più adatto alla sua osservazione nel cielo serale ricade fra i mesi di marzo e giugno, ossia quando è visibile per intero; essendo inoltre una costellazione contenuta quasi interamente nell'emisfero australe, alle latitudini settentrionali si presenta sempre piuttosto bassa sull'orizzonte. Dall'emisfero sud la sua visibilità è leggermente maggiore, ma permane la limitazione nel poterla osservare per intero, a causa della sua estensione specialmente in ascensione retta.

L'idra compare in due leggende. La prima e la più nota è quella in cui si racconta dell'Idra Femmina come della creatura che Ercole combatté e uccise nella seconda delle sue famose fatiche. L'Idra Femmina, una bestia dalle molte teste, era figlia del mostro Tefeo e di Echidna, una creatura metà donna e metà serpente. Era quindi consanguinea del dragone posto a guardia delle mele d'oro e ricordato nella costellazione del Drago. Si ritiene che le teste dell'Idra fossero nove e che quella posta in mezzo fosse immortale. In cielo, tuttavia, è raffigurata con una sola testa, forse quella immortale.

L'Idra viveva in una palude vicino alla città di Lerna e da lì di tanto in tanto faceva delle sortite nelle pianure vicine, per divorare bestiame e devastare le campagne. Sia il fiato che l'odore che si lasciava dietro erano ritenuti talmente velenosi che chiunque li respirasse morisse tra atroci sofferenze. Ercole raggiunse il nascondiglio dell'Idra sul suo carro e lo colpì con frecce infuocate per costringerla a uscire allo scoperto, dove l'affrontò. L'Idra gli si avvolse intorno a una gamba; con il bastone Ercole le sfondò le teste, che però, appena distrutte, ricrescevano immediatamente in numero doppio. Ad accrescere le preoccupazioni dell'eroe, un granchio saltò fuori dalla palude e l'attaccò al piede che aveva libero, ma Ercole lo schiacciò uccidendolo. Il granchio è commemorato nella vicina costellazione del Cancro.

Ercole chiese aiuto al suo cocchiere Iolao, che bruciò il moncone di ciascuna testa non appena Ercole la mozzava, per evitare che ne crescessero altre al suo posto. Alla fine egli tagliò la testa immortale dell'Idra e la seppellì sotto una pietra enorme al lato della strada. Tagliò per lungo il corpo della bestia e immerse le sue frecce in quel fiele velenoso. Una seconda leggenda associa l'Idra Femmina alla costellazione del Corvo e del Cratere che si trova alle sue spalle. Secondo questa storia, il corvo fu mandato da Apollo a prendere acqua con la tazza, ma quello si attardò a mangiare fichi. Quando finalmente ritornò da Apollo diede la colpa del suo ritardo all'Idra che, a sentire lui, aveva bloccato la sorgente. Ma Apollo sapeva che il corvo stava mentendo e lo punì piazzandolo in cielo in una posizione in cui l'Idra gli impedisce per l'eternità di bere dalla tazza.

Stelle doppie[modifica]

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
ε Hydrae AB-C 08h 46m 47s +06° 25′ 08″ 3,38 7,8 3,0 g + g
17 Hydrae 08h 55m 30s -07° 58′ 16″ 6,67 6,91 4,1 b + b
27 Hydrae A-BC 09h 20m 30s -09° 33′ 20″ 4,97 6,87 229 ar + g
27 Hydrae BC 09h 20m 30s -09° 33′ 20″ 6,9 9,0 9,6 g + ar
HD 87330/44 10h 04m 03s -18° 06′ 05″ 6,2 7,1 21,2 b + b
HD 93526 10h 47m 38s -15° 15′ 43″ 5,4 7,6 74,7 b + b
N Hydrae 11h 32m 17s -29° 15′ 41″ 4,93 5,64 9,3 g + g
HD 100893 11h 36m 35s -33° 34′ 12″ 5,9 8,1 3,3 ar + g
HD 101666/5 11h 41m 44s -32° 29′ 58″ 5,20 8,28 65 ar + g
HD 118349 13h 36m 49s -26° 29′ 43″ 6,1 7,1 10,1 ar + g
54 Hydrae 14h 46m 00s -25° 26′ 35″ 5,1 7,1 8,5 g + g

L'Idra ospita un gran numero di stelle doppie molto semplici da risolvere, grazie anche alle sue estese dimensioni.

27 Hydrae è un interessante sistema multiplo: le due componenti primarie sono di quinta e settima magnitudine e sono ben risolvibili anche con un semplice binocolo di piccole dimensioni, grazie alla loro separazione di quasi 4 primi d'arco; la componente secondaria inoltre è a sua volta una doppia, con componenti di settima e nona grandezza separate da 9,6".

Un'altra coppia facile è formata dalle due stelle HD 101666 e HD 101665; la primaria, arancione, è di magnitudine 5,2, mentre la secondaria, gialla, è di ottava, con una separazione è di oltre 1'.

La HD 93526 è un'altra doppia risolvibile con piccoli strumenti: la componente primaria è di quinta magnitudine ed è separata dalla secondaria, di settima, da oltre 1'; entrambe le componenti sono bianche.

La stella N Hydrae, nota talvolta anche come 17 Crateris, è una coppia più stretta delle precedenti, ma le sue componenti sono di quarta e quinta magnitudine.

La HD 87330 è una stella bianca di magnitudine 6,2, accompagnata da un astro di settima grandezza (HD 87344) a 21".

La ε Hydrae infine è una stella doppia risolvibile anche con un telescopio di piccolo diametro, come un 80 mm; le due vicine componenti, di magnitudine 3,4 e 7,8, possiedono un periodo orbitale di circa 900 anni. Si trovano a circa 135 anni luce dal Sole.

Stelle variabili[modifica]

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Hydrae 13h 29m 43s -23° 16′ 53″ 3,5 10,9 388,87 Mireide
S Hydrae 08h 53m 34s +03° 04′ 06″ 7,2 13,3 256,63 Mireide
T Hydrae 08h 55m 40s -09° 08′ 29″ 6,7 13,48 298,7 Mireide
U Hydrae 10h 37m 33s -13° 23′ 04″ 4,7 6,2 450: Semiregolare
W Hydrae 13h 49m 02s -28° 22′ 03″ 6,9 9,0 382,2 Semiregolare pulsante
X Hydrae 09h 35m 30s -14° 41′ 29″ 7,2 13,6 301,10 Mireide
Y Hydrae 09h 51m 04s -23° 01′ 02″ 6,9 9,0 302,8 Semiregolare
RT Hydrae 08h 29m 41s -06° 19′ 08″ 7,0 10,2 253: Semiregolare
AK Hydrae 08h 39m 54s -17° 18′ 11″ 6,33 6,91 112: Semiregolare pulsante
II Hydrae 11h 48m 45s -26° 54′ 49″ 4,85 5,12 - Semiregolare
IN Hydrae 09h 20m 37s +00° 10′ 54″ 6,27 6,87 65: Semiregolare
IO Hydrae 10h 07m 32s -22° 29′ 23″ 6,87 7,02 80: Semiregolare
IQ Hydrae 09h 13m 32s -23° 23′ 31″ 5,0 6,2 - Irregolare
KW Hydrae 09h 12m 26s -07° 06′ 35″ 6,11 6,58 7,75 Eclisse
χ2 Hydrae 11h 05m 58s -27° 17′ 16″ 5,65 5,94 2,2677 Eclisse

Alcune delle stelle variabili della costellazione sono molto luminose e facili da osservare; altre sono invece particolarmente note.

La più famosa è sicuramente la celebre R Hydrae, una Mireide fra le più luminose della volta celeste, superata solo da Mira stessa e dalla χ Cygni; fu anche la terza di questa classe di variabili ad essere scoperta, già nel 1704. In fase di massima la sua magnitudine di 3,5 è quasi paragonabile alla vicina γ Hydrae, con la quale fa coppia a sud della brillante stella Spica (α Virginis), mentre in fase di minima è al di sotto della portata di un binocolo, ma non di un piccolo telescopio, arrivando alla magnitudine 10,9; il suo ciclo si conclude in circa un anno e 24 giorni. Un'altra Mireide, molto meno brillante, è la T Hydrae, che oscilla fra le magnitudini 6,7 e 13,5.

Fra le semiregolari, una delle più famose è la W Hydrae: la sua luminosità in fase di massima è pari solo a 6,9, ma la sua notorietà deriva dal fatto di trovarsi in uno stadio di variabilità che probabilmente si interpone fra quello delle variabili semiregolari e quello delle Mireidi. Un'altra semiregolare molto nota è la U Hydrae, le cui oscillazioni sono apprezzabili con facilità anche ad occhio nudo nell'arco di oltre un anno; si tratta di una stella di carbonio, che emette la gran parte della sua luce nella banda dell'infrarosso.

Fra le variabili a eclisse, la più brillante è la χ2 Hydrae, anche se le sue oscillazioni sono comprese entro pochi decimi di magnitudine; la KW Hydrae possiede invece delle oscillazioni leggermente maggiori, ma è invisibile ad occhio nudo.

Oggetti del profondo cielo[modifica]

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
M48 08h 13m 42s -05° 45′ : Ammasso aperto 5,5 54
NGC 2784 09h 12m 19s -24° 10′ 18″ Galassia 10,3 5,5 x 2,2
NGC 2835 09h 17m 53s -22° 21′ 17″ Galassia 10,6 6,6 x 4,4
NGC 2986 09h 44m 16s -21° 16′ 45″ Galassia 10,9 3,2 x 2,8
NGC 3109 10h 03m 07s -26° 09′ 31″ Galassia 9,9 19,1 x 3,7
NGC 3242 10h 24m 46s -18° 38′ 33″ Nebulosa planetaria 8,6 0,7 x 0,6 Fantasma di Giove
NGC 3464 10h 54m 40s -21° 04′ 00″ Galassia 12,5 2,6 x 1,7
NGC 3585 11h 13m 17s -26° 45′ 18″ Galassia 10,2 4,7 x 2,6
NGC 3621 11h 18m 17s -32° 48′ 50″ Galassia 9,2 12,2 x 7,1
NGC 3904 11h 49m 13s -29° 16′ 35″ Galassia 11,0 2,7 x 1,9
NGC 3923 11h 51m 02s -28° 48′ 21″ Galassia 10,0 5,9 x 3,9
NGC 4105 12h 06m 41s -29° 45′ 38″ Galassia 10,7 2,7 x 2,0
M68 12h 39m 28s -26° 44′ 35″ Ammasso globulare 7,8 12
NGC 5061 13h 18m 05s -26° 50′ 16″ Galassia 10,5 3,5 x 3,0
NGC 5101 13h 21m 46s -25° 27′ 47″ Galassia 10,6 5,4 x 4,6
M83 13h 37m 01s -29° 51′ 57″ Galassia 8,2 12,9 x 11,5 Gal. Girandola del Sud
NGC 5694 14h 39m 37s -26° 32′ 18″ Ammasso globulare 10,2 3,6
L’ammasso aperto M48 è uno dei più estesi della volta celeste ed è visibile anche ad occhio nudo sotto un buon cielo. Si risolve facilmente anche con un piccolo binocolo.
L’ammasso globulare M68 è uno degli oggetti di Messier meno osservati, sebbene sia relativamente facile.
NGC 5694 è uno degli ammassi globulari più antichi che si conoscano.
NGC 3242 è una delle nebulose planetarie più famose e osservate dell’emisfero australe; si tratta di un oggetto molto giovane ma piuttosto esteso.
La galassia M83 è una delle più brillanti dell’intera volta celeste.
La galassia NGC 3621 si trova lontana da gruppi di galassie ed è considerata relativamente solitaria.
La galassia NGC 3109 è situata all’estrema periferia del Gruppo Locale.

La costellazione si trova in un'area priva di oggetti di una certa importanza; gli oggetti brillanti sono pochi e molto distanti fra di loro. Tuttavia, quelli presenti sono assai significativi.

Fra gli ammassi aperti si nota subito M48, un oggetto piuttosto brillante e relativamente semplice da individuare: sebbene si trovi infatti in una zona di cielo priva di stelle od oggetti di rilievo, la sua luminosità facilita la sua individuazione; sotto un cielo in buone condizioni meteorologiche infatti M48 è visibile anche ad occhio nudo come un alone chiaro molto debole, mentre già con piccoli telescopi si possono riuscire ad individuare una cinquantina di stelle. Anche al binocolo è possibile risolvere alcune delle sue componenti principali, mentre con un telescopio anche solo di 80 mm di diametro il numero delle stelle visibili si moltiplica, arrivando a diverse decine; le sue dimensioni estese fanno sì che esso rientri a mala pena nel campo visivo dell'oculare. Questo ammasso appare piuttosto sparso, con una densità assai bassa, e dovrebbe contenere all'incirca 80 stelle fino alla magnitudine 13, di cui una cinquantina sono visibili anche con un binocolo o un piccolo telescopio. La regione più densa del nucleo si estende per oltre 30 minuti d'arco, mentre le regioni esterne si estendono fino a 54'; l'ammasso possiede un diametro di circa 23 anni luce. La stella più calda di M48 è di tipo spettrale A2, con magnitudine di 8,8; l'ammasso inoltre contiene tre giganti gialle di tipo spettrale G e K. Ha un'età stimata intorno ai 300 milioni di anni, un valore medio per questo tipo di oggetti; la sua distanza è invece stimata sui 1500 anni luce ed è dunque appartenente al nostro stesso braccio di spirale galattico, il Braccio di Orione.

Tra gli ammassi globulari, l'unico alla portata di un piccolo strumento è M68, rintracciabile senza eccessive difficoltà circa 4° a sud della stella β Corvi, di seconda magnitudine; se il cielo è limpido può essere osservato anche con un binocolo 10x50, mentre un telescopio da 60 mm di apertura non è ancora in grado di risolverlo in stelle. La risoluzione inizia con uno strumento da 150 mm di diametro, con cui è possibile intravedere alcune stelle di tredicesima grandezza; l'aspetto tipico di un ammasso globulare è ben visibile con strumenti da 200-300 mm di apertura, con cui è possibile risolvere decine di componenti. M68 è stato uno degli oggetti di Messier più trascurati nel corso del tempo, forse anche a causa della sua posizione australe e in una regione già povera di oggetti interessanti. Si trova a una distanza di circa 33.000 anni luce dalla Terra; i suoi membri sono sparsi su un volume di almeno 140 anni luce di diametro e la sua densità è piuttosto bassa, essendo di classe X. Possiede almeno una cinquantina di stelle variabili note, in massima parte del tipo RR Lyrae, e si avvicina a noi alla velocità a di 112 km/s.

Un altro ammasso globulare è NGC 5694, noto anche con la sigla del Catalogo Caldwell C66, decisamente meno luminoso del precedente, dall'aspetto sfuggente e dalle ridotte dimensioni apparenti; sebbene nelle sue immediate vicinanze non siano presenti stelle particolarmente brillanti, la sua individuazione è facilitata dalla presenza delle stelle σ Librae e π Hydrae, due astri di terza magnitudine sulla cui linea congiungente è possibile recuperare l'oggetto, leggermente più vicino alla prima stella. Un riferimento più vicino è dato da un arco di stelle di quinta e sesta magnitudine situato poco ad est dell'ammasso stesso. Nonostante il suo modesto aspetto, NGC 5694 è considerato un oggetto di interesse in quanto è uno degli ammassi globulari più antichi che si conoscano appartenenti alla Via Lattea: la sua età pari a oltre 12 miliardi di anni lo rende simile ad altri ammassi molto vecchi, come M92 e Terzan 8, rispettivamente nelle costellazioni di Ercole e Sagittario; a causa di ciò, le sue stelle hanno una metallicità estremamente bassa. La sua distanza dal centro galattico è stimata sui 95.000 anni luce, il che lo rende anche uno degli ammassi più lontani; inoltre la sua alta velocità di allontanamento potrebbe portarlo a disperdersi all'esterno dell'alone galattico. Secondo uno studio pubblicato negli anni ottanta, questo ammasso si sarebbe originato nell'alone interno della Via Lattea e solo in un secondo momento ne sarebbe stato spinto via, probabilmente a causa dell'interazione fra la stessa Via Lattea e la Grande Nube di Magellano.

Fra le nebulose planetarie, numerose sebbene in gran parte poco luminose, spicca decisamente la NGC 3242 (C59), soprannominata Fantasma di Giove per via della sua forma circolare e del suo aspetto, le cui dimensioni apparenti sono simili a quelle del pianeta Giove. La sua individuazione è notevolmente facilitata dalla presenza della stella μ Hydrae, di magnitudine 3,8, dalla quale la nebulosa si trova poco meno di 2° in direzione sud; può essere osservata anche con telescopi da 120 mm di diametro, in cui appare come un dischetto di colore blu-verdastro, sebbene la sua struttura sia molto ben chiara con strumenti da 250 mm, con i quali è possibile notare anche l’alone esterno. Le sue dimensioni reali sono di circa 2 anni luce e contiene una nana bianca centrale con una magnitudine apparente pari a 11. Gli strati più interni della nebulosa si sono formati circa 1500 anni fa e le sue estremità sono segnate da due regioni a emissione a bassa ionizzazione in rapida espansione (FLIER), spesso evidenziate in rosso nelle immagini in falsi colori. La sua distanza è stimata sui 1400 anni luce.

Fra le galassie, spicca indubbiamente la grande M83, una bella galassia spirale di facile osservazione nota anche col nome di Galassia Girandola del Sud, in contrapposizione con l’altrettanto famosa M101 nell’Orsa Maggiore, per via dei suoi bracci molto ben marcati. M83 è una fra le galassie più luminose del cielo; la si può individuare circa 18° a sud della brillante stella Spica, poco a nord delle stelle che rappresentano la testa del Centauro ed è visibile anche con un binocolo di dimensioni medio-basse sotto cieli discreti. Un telescopio da 150 mm di apertura la mostra come una macchia nebulosa senza una forma ben definita, in cui il nucleo occupa una posizione di rilievo e domina con la sua luminosità l'alone; con strumenti più grandi, come un 250 mm, quest'ultimo appare tormentato e attraversato da una banda scura a sud. M83 appare vista quasi perfettamente di faccia, pertanto è ben studiata e le sue strutture dei bracci sono ben conosciute; la sua distanza è stimata sui 15 milioni di anni luce appena, diventando così una delle galassie più vicine a noi. Il suo moto nello spazio tuttavia la fa allontanare da noi alla velocità di 337 km/s. Gran parte delle stelle di M83 sono giovani e sono disposte sulle spirali, rendendole così molto luminose e dal caratteristico colore azzurro; le stelle centrali sono invece più vecchie e appaiono di colore giallo o rossastro. M83 è ben nota anche per il gran numero di supernovae osservate, ben sei: la SN 1923A, la SN 1945B, la SN 1950B, la SN 1957D, la SN 1968L e la SN 1983N. Il 16 giugno 2008 il progetto Galaxy Evolution Explorer della NASA scopre un gran numero di stelle neonate fra le spirali di M83; la stranezza risiede nel fatto che sono state scoperte in una regione dove si credeva che non vi fosse materiale a sufficienza per avviare i fenomeni di formazione stellare. M83 si trova al centro di uno dei due sottogruppi in cui è suddiviso il Gruppo Centaurus A/M83, un insieme di galassie situato vicino al nostro Gruppo Locale; al centro del sottogruppo adiacente si trova invece la celebre radiogalassia Centaurus A, visibile diversi gradi più a sud. Questi due gruppi sono talvolta identificati come un sistema unico e altre volte come due gruppi distinti; tuttavia, le galassie attorno a Centaurus A e quelle attorno a M83 sono fisicamente molto vicine fra di loro ed entrambi i sottogruppi non sembrano muoversi in avvicinamento o in allontanamento fra di loro, apparendo dunque in equilibrio.

Fra le altre galassie, piuttosto numerose, la più appariscente è la NGC 3621, situata nella parte meridionale della costellazione; può essere trovata facilmente circa 3° a WSW della stella ξ Hydrae ed è visibile anche con un binocolo 20x80 o un piccolo telescopio, nei quali si presenta come una macchia luminosa allungata in senso nordovest-sudest. Si tratta di una galassia di campo, ossia non appartenente ad alcun gruppo o ammasso di galassie, situata a circa 22 milioni di anni luce dalla Via Lattea; probabilmente appartiene alla periferia più estrema di una propaggine del gruppo di galassie del Leone. Le sue dimensioni reali si aggirano sui 93.000 anni luce di diametro e la sua luminosità totale è pari a circa 13 miliardi di stelle come il Sole. Non presenta alcuna struttura a barra nelle sue regioni centrali, rendendola di fatto una spirale pura, con dei bracci poco avvolti e assai dispersi; il suo bulge è sostanzialmente inesistente, ma al suo centro è presente un nucleo attivo, suggerendo che al suo centro si trovi un buco nero supermassiccio di piccola massa, la cui massa sarebbe di circa 3 milioni di masse solari.

Di una certa importanza è la galassia NGC 3109, non tanto per la sua luminosità, quanto per il fatto di essere un membro periferico del nostro Gruppo Locale di galassie. Si trova nella parte meridionale della costellazione, presso il confine con la Macchina Pneumatica, in una zona di cielo povera di stelle appariscenti; può essere notata anche con un telescopio da 150 mm di diametro, attraverso cui si presenta come un sottile fuso luminoso. Il suo aspetto diventa più irregolare se osservata attraverso telescopi da 300 mm di diametro. Questa galassia è classificata come di forma irregolare di tipo Magellanico, ossia che presenta una struttura simile alla Grande Nube di Magellano, con dei bracci abbozzati e fortemente distorti; tuttavia potrebbe anche essere una galassia spirale in senso stretto, nel cui caso si tratterebbe della più piccola galassia spirale del Gruppo Locale. Il suo aspetto reale è però di difficile studio perché questa galassia si presenta quasi perfettamente di taglio. Potrebbe contenere un disco e un alone, mentre il nucleo sembrerebbe del tutto assente; mentre le stelle del suo disco appartengono a diverse età, il suo alone sembra essere formato soltanto da stelle molto vecchie e povere di metalli. La sua forma irregolare è dovuta all’interazione con la vicina Galassia Nana della Macchina Pneumatica, avvenuta circa un miliardo di anni fa, come è dimostrato dalla velocità radiale dell’idrogeno atomico del suo alone, compatibile con quella dell’altra galassia. La sua distanza è stimata sui 4,2 milioni di anni luce, situandosi così all’estrema periferia del Gruppo Locale, a una distanza tale da non essere influenzata dalle forze mareali delle galassie maggiori.

La NGC 3923 è una galassia ellittica situata circa 5° a nordest della stella ξ Hydrae; può essere notata con telescopi da 120 mm di diametro e appare come una macchia leggermente ellittica. La sua distanza è pari a oltre 90 milioni di anni luce e presenta una morfologia dell’alone a strati, fatto comune in alcune galassie ellittiche, dovuto probabilmente a episodi di inglobamento di altre galassie minori. Nei suoi pressi sono visibili alcune altre galassie più piccole, la più appariscente delle quali è la NGC 3904.

La galassia NGC 2784 è una spirale visibile al confine con la Bussola, circa 2,5° a nordest della stella κ Pyxidis; è già evidente come una piccola chiazza chiara allungata con strumenti da 120 mm di diametro, sebbene con un po’ di difficoltà. La sua distanza è stimata sui 28 milioni di anni luce.

Altre galassie meno appariscenti sono visibili specialmente nella fascia compresa fra la Vergine e il Centauro.