Profili di donne pugliesi/Partigiane
Gianna Giglioli Valle
[modifica | modifica sorgente]Dal 20 al 30 settembre del 1944 l'undicesima compagnia partecipò all'operazione militare in Valsugana in sostegno ai nazisti che stavano rastrellando i "Banditen" del Grappa. Vengono catturati ed uccisi molti partigiani tra i quali anche il sottotenente dottor Angelo Valle. La moglie Gianna Giglioli, incinta, appena saputo che il marito era morto e che lei sarebbe avviata in un campo di concentramento in Germania, chiese piuttosto di essere uccisa. era già notte quando venne assassinata alla luce dei fari di un'auto. A ricordare quel massacro, lungo la strada che fiancheggia la stazione ferroviaria, rimane una lunga serie di croci.
Maria Santamato
[modifica | modifica sorgente]Maria Santamato è stata una partigiana italiana. Nata nel 1924, ha avuto in tutto nove figlie. Suo marito, Nino, era molto orgoglioso della missione di Maria, che è rimasta segreta fino alla sua morte grazie ad entrambi.
Maria, all’età di 21 anni, quando era incinta della sua prima figlia oltrepassò la Linea Gotica per una missione con lo scopo di servire la causa italiana. Grazie alle sue lettere e la tessera numero 105 ritrovate in uno dei bauli nel 2017, un baule che conteneva non solo le storie di Maria, ma anche quelle di tante altre donne in prima linea nella Liberazione in Puglia, gli storici ed eredi sono riusciti a ricostruire la sua storia.
La sua missione ebbe inizio nell’aprile del 1945: partì da Bari per l’Istria quando era nella divisione Arditi. L’obbiettivo era la consegna di una lettera: “Premio: nessuno. Scopo: servire la causa italiana”. La missione durò tre settimane.
Lei raccontò tutto al marito ed entrambi mantennero il segreto, da quel momento in poi, fino a quando Maria ebbe nove figlie e visse una vita nell’impegno e nel volontariato.
Maria è morta con il suo segreto a 93 anni il 3 luglio 2017. Pochi mesi dopo la sua morte, le figlie rimaste in Puglia sono state contattate da un’amica scrittrice che voleva ricostruire la storia della partigiana segrete. Tuttavia, non erano state svolte abbastanza ricerche sul passato. Nel 2019, durante un convegno dedicato ad uno dei 15 pugliesi morti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, Massimiliano Desiante, storico e ricercatore dell’IPSAIC, l’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, ha incontrato l’assessora comunale Francesca Bottalico, nipote di Maria, che ha raccontato quasi per caso allo storico di essere alla ricerca di notizie su sua nonna, dopo aver saputo che uno studioso aveva recuperato un tassello mancante della storia. Lo storico era proprio Desiante.
Desiante, intanto, continua a cercare e scopre che Maria Santamato si è spesa per la comunità, mettendo in gioco se stessa e quanto aveva di più caro: la sua famiglia, la figlia in arrivo. La bambina sarebbe nata pochi mesi dopo in un’Italia liberata anche dall’opera silenziosa di sua madre e di tanti e tante come lei. È proprio per questo che le donne come Maria dovrebbero essere ricordate nella storia; donne che mettono in pericolo la loro vita sacrificandola per la patria affinché il loro lavoro sia ripagato con la libertà di tutta la comunità e forse un giorno, per ringraziarle, si dedicherà un luogo per ricordare l’eredità di Maria Santamato ma di anche tutte le donne che hanno collaborato per raggiungere un obbiettivo comune.
Fonti
[modifica | modifica sorgente]- https://www.unadonnalgiorno.it/maria-santamato-la-partigiana-segreta/
- https://bari.repubblica.it/cronaca/2020/04/25/news/partigiana_maria_santamato_bari_25_aprile-254880016/
- https://www.regione.puglia.it/web/istituzione-e-partecipazione/-/volti-e-storie-della-resistenza
Bibliografia
[modifica | modifica sorgente]AA.VV., Ribelli per la libertà, ERF Edizioni.
Maria Teresa Sparascio
[modifica | modifica sorgente]Maria Teresa Sparascio nasce a Caprarica del capo di Tricase il 16 ottobre del 1906 nel basso Salento. In questo comune italiano vive e cresce assieme ai suoi genitori ovvero Giacomo Perrone e Assunta Perrone. Nel 1932 avviene un incontro che cambierà per sempre la vita di Sparascio. Infatti arriva a Caprarica un carabiniere, ovvero Luigi Efisio Licheri. I due si innamorano subito per poi sposarsi nell' agosto del 1934. Da questo matrimonio nascono 4 bambini: Maria, Irene, Antonietta e Giacomo. Licheri viene trasferito in Emilia Romagna per poi congedarsi dall'arma e prende parte dei gruppi di partigiani. Maria Teresa aiuta il marito in qualsiasi modo. Nel 7 ottobre del 1944 a causa delle ferite provocate dai nazisti e i fascisti Maria Teresa Sparascio muore nell'ospedale di Parma, inutili sono stati i tentativi di tenerla in vita. Oggi Maria Teresa Sparascio è ricordata come una delle partigiane che ha contribuito alla liberazione dell'Italia dal cancro nazifascista.
Fonti
[modifica | modifica sorgente]- https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/09/26/maria-teresa-sparascio-staffetta-partigiana-salentina/
- https://www.inpugliatuttolanno.it/in-puglia/maria-teresa-sparascio-unica-staffetta-partigiana-salentina/
Diana Torrieri
[modifica | modifica sorgente]Diana Torrieri è stata un’attrice e partigiana italiana, nata a Canosa di Puglia il 13 agosto del 1913. La famiglia di suo padre era proprietaria di un importante calzaturificio a Lanciano, dove trascorse gran parte della sua infanzia. Nella sua vita apparve quattro volte nel cinema italiano e in molti teatri prestigiosi. È considerata una delle più grandi interpreti del ‘900, visse una carriera artistica davvero favolosa a fianco di personaggi importanti come Anton Giulio Bragaglia, Memo Benassi e Giorgio Streler. Aveva debuttato nel 1937 con la compagnia di Paola Borboni. Grande attrice cinematografica, merita un ricordo importante anche per i tanti film da lei prodotti e recitati, tra cui uno girato anche nella seconda guerra mondiale, ma che purtroppo è andato perduto, intitolato “incontro con Laura”. Nel 1943, entrò come staffetta in una formazione di “Giustizia e Libertà” e nei giorni della Liberazione fu gravemente ferita mentre si trovava in un teatro di Milano, ma dimostrando un enorme coraggio risale sul palcoscenico nel 1949 circa con Tino Carraro. Nel 1945, Torrieri chiese al giovane Giorgio Strehler di aiutarla a curare una nuova regia di “il lutto si addice ad Elettra” per lei e Memo Benassi. Il nuovo allestimento ebbe un enorme successo che si ricorda tutt’oggi. Nel 1949, a causa delle sue malattie di salute tentò il suicidio ingerendo una massiccia dose di sonniferi, poi però si riprese e ritornò ben presto a lavorare. Una delle sue ultime interpretazioni era “La pietá di novembre”, recitato nel 1967 con Giorgio Albertazzi. Nella sua vita, però, fu anche un’abilissima scrittrice, poichè amava passare gran parte del suo tempo a scrivere e leggere libri. Amava anche la poesia e la letteratura, tanto da comporre anche romanzi e raccolte poetiche, come per esempio “I nomi”, “Forse l’allodola”, “il tuo silenzio” e molti altri. Diana Torrieri diventa una vera e propria ambasciatrice ufficiale della cultura Italiana. Muore a Roma il 26 marzo del 2007.
Fonti
[modifica | modifica sorgente]https://it.wikipedia.org/wiki/Diana_Torrieri
Elena Ciliberti
[modifica | modifica sorgente]Elena Ciliberti nacque a Polignano a Mare il 27 giugno 1916. Dal primo settembre 1943 al primo maggio 1945 fece parte della brigata "Silva - Divisione Vicenza" in qualità di Partigiana combattente.
Figlia del capostazione di Vicenza, riferiva i movimenti dei treni dei prigionieri italiani avviati in Germania, bisognosi di assistenza e medicine, a Maria Zanarotti, che si occupava di dare assistenza agli ebrei, di recapitare messaggi e di trasportare materiale propagandistico.
La Brigata Silva fu creata da Francesco Zaltron, nome di battaglia Silva, un partigiano di Marano in provincia di Vicenza, stroncato nel 1945 dalla brutalità nazifascista.
Fonti:
Maria Diaferia
[modifica | modifica sorgente]Maria Diaferia nacque a Corato in provincia di Bari, il 19 gennaio 1929. Nata da una famiglia di basso ceto sociale, si trasferì a Roma con la sua famiglia. All’età di 14 anni, aderì alla Resistenza nella formazione partigiana «Armata Rossa» (questo fu il nome dato alle forze armate russe dopo la disintegrazione delle forze zariste nel 1917). Per l’attività svolta fra il 9 settembre 1943 e il 4 giugno 1944 avrà il riconoscimento di "Partigiana Combattente".
Fonti
[modifica | modifica sorgente]https://www.coratoviva.it/notizie/donne-partigiane-ecco-chi-era-maria-diaferia/