Geografia generale ed economica/Come cambia la popolazione mondiale
La popolazione mondiale cresce molto velocemente, nel 1200 gli abitanti della terra erano 400 milioni, all'inizio del novecento erano circa 1,5 miliardi. Nel corso del secolo, l'aumento della produzione agricola, il calo della mortalità (il numero dei morti rispetto a quello dei vivi) e i progressi della medicina hanno favorito la crescita della popolazione mondiale, che oggi sfiora i 7,2 miliardi. Secondo stime dell'ONU nel 2050 la terra ospiterà 9,6 miliardi di persone.
Popolazione
[modifica | modifica sorgente]La popolazione non è distribuita in modo omogeneo tra le varie regioni del mondo: quasi 6 miliardi di persone risiedono nei paesi meno sviluppati economicamente, mentre circa 1,2 miliardi vivono nelle regioni più sviluppate, come Europa, America del nord, Giappone.
Tasso di crescita/fecondità
[modifica | modifica sorgente]Il tasso di crescita (aumento) della popolazione non è equilibrato: nei paesi più poveri il tasso di fecondità, cioè il numero medio di figli per donna, è superiore a 4 figli per donna, nei paesi ricchi la media è 1,6. A volte queste differenze sono molto evidenti: per esempio l'Italia ha in media 1,4 figli per donna, mentre la Somalia ne ha 6,3.
Ambienti più ospitali
[modifica | modifica sorgente]Gli uomini vivono prevalentemente negli ambienti più ospitali. In tutti i continenti il popolamento è molto elevato lungo le coste dei mari e degli oceani, mentre diminuisce man mano che ci si allontana dalla costa e dall'acqua. Il popolamento più fitto si trova nelle aree di pianura, mentre le montagne e gli altopiani elevati, freddi e di difficile coltivazione, hanno sempre respinto gli uomini. Immensi territori del pianeta, come le regioni desertiche o polari, sono disabitati a causa delle condizioni climatiche estreme, che rendono difficili gli insediamenti.
Densità demografica
[modifica | modifica sorgente]La densità demografica (il numero di abitanti per chilometro quadrato) media nel mondo è di 47 abitanti per km2. Ci sono però grandi diversità tra le varie zone del pianeta. Le aree densamente più abitate sono l'Asia orientale e meridionale e l'Europa. In queste regioni la densità è molto alta e spesso supera i 300 ab./km2, con punte di oltre 19000 abitanti a Macao (Cina) e di quasi 18000 nel Principato di Monaco.
Nazioni più popolose
[modifica | modifica sorgente]La nazione più popolata del mondo è la Cina, con oltre 1 miliardo e 300 milioni di abitanti, e l'India, con oltre 1 miliardo e 200 milioni.
Speranza di vita
[modifica | modifica sorgente]Nei paesi più ricchi e sviluppati, il tasso di mortalità è fortemente diminuito grazie al miglioramento del tenore di vita e ai servizi sanitari. La speranza di vita alla nascita oggi è di 77 anni (74 per i maschi e 80 per le femmine), ma nel 2050 potrebbe raggiungere il traguardo degli 83 anni (80 per i maschi e 86 per le femmine). Ben diversa è la situazione nelle regioni più povere del mondo; nonostante i recenti successi ottenuti nella riduzione della mortalità, l'aspettativa di vita è di 56 anni (come in Italia all'inizio del novecento) e in alcuni stati africani, martoriati da malattie infettive o parassitarie, si scende sotto i 46 anni.
La struttura della popolazione
[modifica | modifica sorgente]Un'altra differenza importante fra la popolazione dei paesi ricchi e quella dei paesi poveri è la composizione per fasce di età.
Nelle regioni più ricche del mondo, il calo della natalità e l'aumento della speranza di vita causano l'invecchiamento della popolazione; il numero delle persone con più di 60 anni supera quello dei giovani con meno di 15 anni. Nei paesi poveri, invece, gli anziani sono molto meno numerosi; in Africa, per esempio, il 40% della popolazione ha meno di 15 anni e solo il 5% supera i 60 anni.
Differenze di genere
[modifica | modifica sorgente]Esistono anche differenze di genere: le donne in media vivono più degli uomini. Nel 2012, a livello globale, le donne avevano una speranza di vita di 72,7 anni, contro i 68,1 degli uomini.
Paesi nei quali si vive più a lungo
[modifica | modifica sorgente]Secondo la classifica dei paesi nei quali si vive più a lungo, pubblicata dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nel 2014, la Svizzera si trovava al primo posto, seguita dall'Italia e dal Giappone. La speranza di vita in questi tre paesi supera gli 80 anni.
L'ONU
[modifica | modifica sorgente]L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è un'organizzazione internazionale a cui aderiscono 193 stati indipendenti su 205. nata all'indomani della prima guerra mondiale per mantenere la pace e promuovere collaborazione tra gli stati, l'ONU nel tempo ha visto nascere al suo interno agenzie specializzate che si occupano delle questioni più varie, come l'alimentazione, il lavoro, la salute, l'istruzione, l'infanzia ecc.. Dispone anche dell'intervento di contingenti militari, identificati con la locuzione caschi blu dal colore dell'elmetto indossato da tali truppe.
Il controllo delle nascite in Cina
[modifica | modifica sorgente]Negli anni 70 il governo cinese, preoccupato che l'alta crescita della popolazione fosse un ostacolo allo sviluppo e alla modernizzazione del paese varò alcune politiche di controllo delle nascite, innanzitutto fu legalizzato l'aborto e favorita la sterilizzazione in massa delle donne.
Politica del figlio unico
[modifica | modifica sorgente]Nel 1979 venne istituita la cosiddetta "politica del figlio unico", che vietava alle coppie di avere più di un figlio, anche se con alcune eccezioni.
Tuttavia le famiglie contadine avevano bisogno di molti figli per portare avanti il duro lavoro nelle campagne,nelle zone rurali essendo lontani dal potere centrale, era facile sfuggire ai controlli, così, spesso di nascosto, molte coppie facevano più figli.
Queste leggi causarono l'infanticidio femminile cioè l'uccisione delle figlie femmine ritenute un peso per la famiglia. Con l'introduzione dell'ecografia prenatale si cominciò a praticare l'aborto selettivo, per sbarazzarsi dei feti di sesso femminile. Tutto questo nel corso degli anni ha portato a un squilibrio di genere nella popolazione cinese: in cina nel 2013 c'erano 122 maschi ogni 100 femmine contro una media mondiale di 106 su 100.
Nel 2013 il governo cinese ha abolito la politica del figlio unico, consentendo alle coppie di avere due figli.
Si stima che questa legge abbia evitato la nascita di 400 milioni di persone, anche se gli studiosi sostengono che il calo del tasso di fecondità ci sarebbe stato comunque per altri motivi. Oggi il tasso di fecondità in Cina è 1,6, inferiore rispetto al 2,7 del 1979, quando la legge venne adottata.
Il rallentamento delle nascite ha portato ad un invecchiamento della popolazione. Oggi il 15% della popolazione cinese ha più di 65 anni, ma entro il 2050 gli over 65 supereranno il 25%.