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Guida alle costellazioni/La regione del Centauro/Altare

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Ara
Genitivo del nome Arae
Abbreviazione ufficiale Ara
Area totale 237 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 20 luglio
Stelle più luminose della mag. 3,0 2
Stelle più luminose della mag. 6,0 43
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
β Arae Karnot 2,84
α Arae Choo 2,84
ζ Arae Korban 3,12
γ Arae Zadok 3,31
δ Arae Tseen Yin 3,60
θ Arae Tao Shou 3,65
η Arae 3,77
ε1 Arae Tso Kang 4,06

L'Altare è una piccola ma relativamente appariscente costellazione. Non è visibile da quasi tutta l'Europa, mentre le sue stelle principali sono tutte visibili a sud dei 30°N; nonostante non abbia stelle particolarmente luminose, è individuabile con estrema facilità proprio a sud della coda dello Scorpione.

Caratteristiche

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L'Altare è una costellazione caratteristica dei cieli del sud; gran parte di essa giace sulla Via Lattea, in un campo molto brillante; la scia luminosa ne attraversa il lato nordoccidentale, ma il chiarore diffuso è visibile in una notte buia anche su quasi tutta la costellazione. Di conseguenza sono presenti ricchi campi stellari e associazioni di stelle.

La costellazione si presenta come una sorta di farfalla a sud della coda dello Scorpione; le sue stelle principali sono di terza magnitudine. La stella più brillante della costellazione, β Arae, presenta una magnitudine apparente da Terra pari a 2,84; la γ Arae è invece una famosa stella doppia.

La costellazione diventa ben visibile per un osservatore posto a sud del venticinquesimo parallelo nord. Si individua con facilità, a sud dello Scorpione, per via di una concatenazione di stelle di terza magnitudine, disposte in senso nord-sud. Due di queste stelle formano una coppia apparente molto larga e ben osservabile ad occhio nudo, dai colori contrastanti: si tratta delle stelle β Arae e γ Arae. A causa della precessione degli equinozi, la costellazione era ben visibile dalle latitudini mediterranee all'epoca dei Romani e soprattutto dei Greci; fu infatti elencata da Tolomeo.

Gli altari fanno spesso la loro comparsa nella leggenda greca, poiché gli eroi non facevano che offrire sacrifici agli dèi, quindi non deve sorprendere se ne troviamo uno fra le stelle. Ma questo è un altare speciale, poiché secondo Eratostene e Manilio è quello davanti al quale gli dèi pronunciarono solenni promesse di aiuto reciproco prima di intraprendere la lotta contro i Titani. Quella lotta costituì uno degli eventi più importanti della mitologia greca.

A quel tempo Crono, uno dei dodici Titani, governava sull'Universo. Crono aveva privato del trono suo padre, Urano, ma c'era una profezia che diceva che a sua volta sarebbe stato deposto da uno dei suoi figli. Nel disperato tentativo di impedire alla profezia di avverarsi, Crono se li inghiottiva non appena nascevano; lo fece con Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone, tutti destinati a divenire dèi e dee. Venne il momento che sua moglie, Rea, non sopportò più di vedere altri suoi figli fare quella fine. Depose di nascosto l'ultimo nato, Zeus, in una grotta del Monte Ditte a Creta e al suo posto diede a Crono da inghiottire una pietra, dicendogli che era il neonato Zeus.

A Creta, Zeus crebbe sano e salvo. Quando divenne adulto ritornò nel palazzo paterno e costrinse Crono a vomitare i bambini che aveva ingoiato, che si presentarono nel loro aspetto di dèi e dee belli e cresciuti. Zeus e i suoi fratelli dèi prepararono quindi un altare e su quello giurarono di spodestare il cattivo Crono e gli altri Titani.

Dopo la vittoria contro i Titani, essi suddivisero l'Universo giocando a dadi. Poseidone divenne il padrone del mare, ad Ade toccò l'oltretomba, e a Zeus il cielo. Il loro altare divenne la costellazione dell'Altare, che Zeus sistemò in cielo a perenne gratitudine per la loro vittoria sui Titani.

I Greci consideravano l'Altare come presagio di tempeste in mare. Secondo Arato di Soli, se la costellazione dell'Altare era visibile mentre altre stelle erano coperte dalle nuvole, i marinai potevano aspettarsi burrasche da sud.

Originariamente i Greci raffigurarono l'Altare con il fumo che da esso dipartiva diretto verso nord, ma a partire dall'atlante di Johann Bayer del 1603 esso è stato descritto con la parte superiore rivolta a sud. Altri atlanti rappresentano l'Altare come quello su cui il Centauro è sul punto di sacrificare il Lupo.

Stelle doppie

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Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
HD 150135/6 16h 41m 19s -48° 45′ 48″ 5,81 7,1 9,6 azz + azz
HD 161880 17h 50m 29s -48° 17′ 08″ 6,9 8,7 8,1 azz + b
γ Arae AB 17h 25m 24s -56° 22′ 40″ 3,34 6,69 17,0 azz + b
γ Arae AC 17h 25m 24s -56° 22′ 40″ 3,34 12 41,6 azz + b
HD 157661 17h 26m 52s -45° 50′ 35″ 5,7 6,5 2,3 azz + azz
V539 Arae 17h 50m 28s -53° 36′ 45″ 5,66v 9,22 12,3 azz + azz

La costellazione è ricca di stelle doppie, alcune delle quali sono alla portata di piccoli strumenti amatoriali.

La stella γ Arae è un interessante sistema multiplo: presenta due componenti, una di magnitudine 3,34 e l'altra di 6,69, distinguibili anche con un telescopio di dimensioni medio-piccole; a queste si aggiunge una terza componente di dodicesima magnitudine, separata notevolmente dalle altre due.

Il sistema di HD 157661 è formato da una coppia molto stretta di stelle azzurre, le cui componenti sono di quinta e sesta grandezza; possono essere risolte con un telescopio da 120 mm e buoni ingrandimenti.

La V539 Arae è una stella variabile a eclisse; presenta una compagna di nona magnitudine a 12" di distanza.

Le due selle HD 150135 e HD 150136 formano una coppia di stelle azzurre interne all'ammasso aperto NGC 6193; le due componenti sono di quinta e settima grandezza e sono separabili con un telescopio da 80 mm e buoni ingrandimenti.

Stelle variabili

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Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Arae 16h 39m 45s -56° 59′ 40″ 6,0 6,9 4,4151 Eclisse
U Arae 17h 53m 37s -51° 41′ 14″ 7,7 14,1 225,21 Mireide
X Arae 16h 36m 25s -55° 24′ 53″ 8,0 13,5 175,78 Mireide
Y Arae 16h 39m 05s -59° 48′ 23″ 8,5 12,0 241,3 Mireide
Z Arae 16h 54m 13s -56° 15′ 54″ 8,6 12,5 288,73 Mireide
RY Arae 17h 21m 05s -51° 07′ 14″ 8,0 11,0 143,5 Semiregolare
V535 Arae 17h 38m 06s -56° 49′ 17″ 7,17 7,75 0,6293 Eclisse
V539 Arae 17h 50m 28s -53° 36′ 45″ 5,66 6,18 3,1691 Eclisse
V626 Arae 17h 42m 04s -50° 30′ 39″ 6,2 6,57 0,5914 Irregolare

Grazie alla presenza dei campi stellari della Via Lattea, nell'Altare sono note diverse centinaia di stelle variabili, gran parte delle quali sono comunque piuttosto deboli e fuori dalla portata di piccoli strumenti.

La più appariscente è la già citata V539 Arae, la stella doppia che è anche variabile a eclisse: essa oscilla fra le magnitudini 5,66 e 6,18 in poco più di tre giorni e le sue variazioni possono essere apprezzate con facilità con un binocolo, se si paragona la sua luminosità ad altre stelle di quinta grandezza vicine. Un'altra variabile a eclisse con ampie escursioni è la R Arae, che varia fra la sesta e la settima grandezza in quattro giorni e mezzo.

Fra le numerose Mireidi la più brillante è la U Arae, che quando è al massimo è di settima magnitudine e può essere scorta anche con un piccolo binocolo, mentre quando è al minimo diventa invisibile anche in un telescopio di media potenza. La X Arae ha una luminosità simile alla precedente in fase di massimo.

Oggetti del profondo cielo

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Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 6193 16h 41m : -48° 46′ : Ammasso + Nebulosa 5,2 14
NGC 6200 16h 44m : -47° 28′ : Ammasso aperto 7,4 15
NGC 6204 16h 46m : -47° 01′ : Ammasso aperto 8,2 5
NGC 6300 17h 17m : -62° 49′ : Galassia 10,2 4,5 x 3,0
NGC 6352 17h 30m : -48° 25′ : Ammasso globulare 7,8 7,1
NGC 6362 17h 32m : -67° 03′ : Ammasso globulare 8,1 10,7
NGC 6397 17h 41m : -53° 40′ : Ammasso globulare 5,3 25,7
NGC 6193 è un giovane ammasso aperto circondato da un’estesa nebulosa di gas ionizzato, facilmente visibile nelle foto a lunga esposizione.
L’ammasso aperto NGC 6204 e il vicino Hogg 22 sono entrambi facili oggetti da risolvere anche con piccoli telescopi.
NGC 6397 è un ammasso globulare luminoso ma dalla bassissima concentrazione; si tratta anche di uno dei più vicini conosciuti ed è ben visibile con un binocolo.
La galassia NGC 2300 è una grande spirale barrata visibile anche con piccoli strumenti.

L'estremità nordoccidentale dell'Altare è attraversata dalla Via Lattea in un suo tratto molto ricco; ciò fa sì che la costellazione contenga diversi ammassi aperti, alcuni dei quali facilmente osservabili anche con un binocolo.

Fra gli ammassi aperti, il più importante è NGC 6193 (C82), situato nella parte settentrionale della costellazione; la stella più vicina ben visibile a occhio nudo è ε Normae, situata circa 2 gradi a nordovest. Con un binocolo è visibile solo la caratteristica più importante, cioè la presenza di una coppia di stelle di magnitudine 5 e 6 che domina su un gruppetto di stelle di magnitudine 9 e 10; con un telescopio di piccole dimensioni è possibile risolvere completamente l'oggetto e con uno strumento di 200 mm di apertura si noterà pure che le due componenti principali sono stelle doppie. Nelle foto a lunga esposizione si evidenzia inoltre una tenue nebulosità diffusa, illuminata dall'ammasso, conosciuta con la sigla NGC 6188. NGC 6193 costituisce il nucleo di una brillante associazione OB nota come Ara OB1a; la sua distanza, stimata attorno ai 4240 anni luce, la colloca vicino al bordo esterno del Braccio del Sagittario, in primo piano rispetto alla vicina regione di Scorpius OB1. Le sue componenti fisiche sarebbero una sessantina, la maggior parte delle quali comprese fra le classi spettrali O, B e A; fra queste spicca HD 150135/6, la stella più luminosa dell'ammasso, costituita in realtà da un sistema doppio con componenti entrambe di classe O con un periodo orbitale di appena 2,66 giorni. La componente primaria sembra anche essere la stella più vicina al Sole a possedere la classe spettrale O3. L’età delle componenti si aggira sui 3 milioni di anni appena. Studi condotti col telescopio Chandra hanno permesso di scoprire 43 sorgenti di raggi X con una massa pari ad almeno 1 massa solare, tutte racchiuse entro un raggio di 6,8' dalla stella centrale dell'ammasso. Numerose altre sorgenti di raggi X scoperte in questa regione possiedono anche una controparte visibile agli infrarossi e sono molto probabilmente membri effettivi dell'associazione. Sono state anche identificate 185 protostelle di Classe II, associate sia all'ammasso che alla nebulosa NGC 6188.

A circa 1,4 gradi in direzione NNE rispetto al precedente oggetto si trova NGC 6200; appare come un gruppo di stelle di scarsa concentrazione, alcune delle quali sono visibili anche con un binocolo, sebbene possano essere facilmente confuse con altre stelle di fondo. Una stella di magnitudine 7,1 situata a sudest e sovrapposta all'ammasso contribuisce a renderlo di forma triangolare. Con un telescopio da 120 mm di apertura è pienamente risolvibile; con strumenti maggiori lo si può apprezzare solo a ingrandimenti molto bassi per via della sua bassa concentrazione. NGC 6200 è un ammasso poco concentrato ed esteso situato alla distanza di circa 6700 anni luce dunque all'interno del Braccio del Sagittario; la sua distanza è superiore sia a quella della regione di Scorpius OB1 sia a quella dell'apparentemente vicino NGC 6193. La sua età è piuttosto giovane e si aggira sugli 8,5 milioni di anni, come è testimoniato dalla presenza di numerose stelle azzurre. La sua grande estensione reale e gli effetti dell'oscuramento irregolare della sua luce ha fatto ritenere alcuni studiosi che si possa trattare più di un raggruppamento apparente di stelle di classe spettrale O e B piuttosto che un reale oggetto; gli stessi hanno ritenuto che se si tratta di un ammasso realmente esistente, la sua distanza dovrebbe essere simile a quella di NGC 6204, vale a dire attorno ai 3600 anni luce. A questo si dovrebbe aggiungere l'assenza di idrogeno neutro alla distanza da essi riportata.

Appena più a nord si trova un altro ammasso appariscente, noto come NGC 6204. Si trova in una regione parzialmente oscurata da polveri interstellari, che fanno sì che l'ammasso non risulti particolarmente appariscente; con un binocolo è appena individuabile come una piccola e debole macchia nebulosa, mentre con un piccolo telescopio già si risolve in una decina di stelle a partire dalla magnitudine 9,7. Con strumenti da 200 mm di apertura è possibile notare alcune decine di stelle fino alla magnitudine 14, in prevalenza bianco-azzurre. Pochi primi a sudest è visibile l'ammasso aperto Hogg 22, formato da poche stelle molto concentrate. NGC 6204 è situato a circa 3540 anni luce di distanza, in corrispondenza del bordo esterno del Braccio del Sagittario; la sua età è piuttosto giovane ed è stimata sui 37 milioni di anni, fatto evidente anche dalla presenza di giovani stelle di colore azzurro fra le sue componenti. Altre stime indicano una distanza di 3900 anni luce e un'età attorno agli 80 milioni di anni, dati che sostanzialmente non si discostano eccessivamente. Gli studi su questo e gli ammassi vicini sono resi più difficoltosi a causa dell'oscuramento ad opera delle polveri interstellari. A brevissima distanza verso sudest si trova un piccolo gruppo di stelle luminose costituenti un ammasso a sé stante, catalogato come Hogg 22; si tratta di un ammasso molto più giovane, essendo dominato da stelle di classe spettrale O con un'età di 5 milioni di anni, e probabilmente più lontano, essendo forse situato a 9100 anni luce di distanza.

Fra gli ammassi globulari spicca il brillate NGC 6397 (C86), visibile circa 3° a nordest della stella β Arae; Invisibile ad occhio nudo, si rivela all'osservazione binoculare come una leggera macchia chiara. Per notare le sue componenti più luminose, che sono di tredicesima magnitudine, occorrono telescopi con un'apertura non inferiore ai 150-180 mm. È uno degli ammassi globulari più vicini conosciuti, essendo distante dal Sole 7200 anni luce, ma non risulta essere il più luminoso a causa della sua debole concentrazione, essendo di classe XI. Nonostante ciò, al suo interno sono note numerose blue stragglers, ossia stelle azzurre risultato della fusione fra due stelle che sono entrate in profonda interazione fra loro. La sua età è stimata sui 13,8 miliardi di anni e si suppone che nel suo passato abbia subito un collasso del suo nucleo.

NGC 6352 (C81) è un po’ meno luminoso e si individua 1,5° a nordovest della stella α Arae, subito a sud della coda dello Scorpione; si trova in pieno nella fascia luminosa della Via Lattea. Si può individuare, seppure con difficoltà, con un binocolo in un cielo molto nitido; le stelle più brillanti, di magnitudine 13,4, possono iniziare ad essere risolte solo con un telescopio da 150-200 mm di apertura. Nei dintorni di quest'oggetto sono presenti ricchi campi stellari. Come il precedente, anche NGC 6352 è uno degli ammassi globulari meno concentrati, essendo di classe XI; la sua età è invece stimata sui 14,5 miliardi di anni, similmente ad altri ammassi più famosi come 47 Tucanae, di cui sembra possedere anche una simile metallicità. A tal proposito va ricordato che quest'ammasso è uno dei più ricchi in metalli che si conoscano: se in genere le stelle degli ammassi globulari hanno una quantità di ferro (relativa all'idrogeno) di 1/100 rispetto alla quantità del Sole, questo sembra averne circa 1/50, vale a dire 50 volte più ricco in ferro della gran parte dei globulari conosciuti.

Fra le galassie, la più cospicua è NGC 6300, che fa parte di un gruppo di galassie adiacente al nostro Gruppo Locale; è visibile con facilità con un telescopio di piccole dimensioni 3 gradi a sudovest della stella δ Arae e risalta notevolmente nel campo circostante, che appare povero di stelle. È una galassia a spirale barrata dalla forma molto regolare, con una barra molto luminosa e due bracci ben avvolti che quasi formano un "anello" intorno al nucleo. Dista dalla Via Lattea quasi 36 milioni di anni luce.