Interlingua/Teoria/Famiglie di parole
Le famiglie di parole
[modifica | modifica sorgente]Le regole di normalizzazione del prototipo stabilisce, per quanto riguarda i vocabolario internazionale standardizzato, una chiara continuità delle serie derivative. Tali serie, spesso consociate in famiglie di parole più o meno estese, esistono in tutte le lingue di riferimento. In molti casi, però, esse sono state oscurate da tratti peculiari o "incidenti" storici. E funzione importante della tecnica prototipica di restituirle all'evidenza. Serie oscurate come l'inglese letter - literal, o publish -publication emergono nel vocabolario internazionale con un'evidente continuità come littera litteral, publicar publication. Questo è di straordinaria importanza, in una lingua ausiliaria, perché favorisce la formazione di derivati autonomi. Il principio che regge la limitazione delle serie derivative (o famiglie di parole) del vocabolario internazionale è quello di un parallelo fra continuità formale e continuità semantica.
Dato che, in inglese, la nozione di "causal" è derivata_da cause, le parole standardizzate corrispondenti appaiono in una serie continua come causacausal. Dato che, d'altro canto, la nozione di "causal" non è in alcun modo collegata con l'inglese "thing" (sebbene il francese "chose", lo spagnolo "cosa" ecc. siano derivati storicamente dal latino "causa"), la parola stardardizzata internazionale corrispondente a "thing" non compare nella stessa serie, ma emerge come "cosa". I prototipi "cosa" e "causa", nei termini del vocabolario internazionale standardizzato, appartengono a due diverse famiglie, sebbene le forme corrispondenti, nelle lingue romanze di riferimento, appartengano tutte all'unica famiglia etimologica (il latino "causa"). Questi ed altri aspetti della tecnica prototipica e dei suoi risultati sono particolarmente importanti nel caso di certi verbi e dei loro derivati. Uno studio più particolareggiato di alcune famiglie di verbi può essere a questo punto utile.
"Tener" è il prototipo dell'italiano "tenere", dello spagnolo "tener", del portoghese "ter" e del francese "tenir". L'antenato etimologico latino è "tenere", che è il capostipite di un'ampia famiglia di derivati e di composti. Fra i suoi derivati dal carattere internazionale che compaiono anche in inglese, troviano "tenace" (tenace), "tenacitate" (tenacia), "tenor" (tenore), ecc. In latino i composti di "tenere" appaiono con un caratteristico cambio di vocale in "abstinere, continere, ecc." (con derivati d'entrambi i tipi: "abstinentia" e "retentio"). Le lingue moderne non hanno mantenuto tali mutazioni vocaliche negli infiniti composti. Li hanno invece adattati come semplici verbi, p.es. lo spagnolo "tener abstener", francese "tenir contenir", ecc. Però i derivati internazionali di alcuni di questi composti (abstinente continente ecc.) riconducono al modello latino. Così, nel vocabolario internazionale, compaiono: "abstiner, continer, pertiner", ma "detener, intertener, mantener, obtener, retener, sustener". Nel caso di questa famiglia di verbi, i diversi rami sono consociati da una chiara continuità di significato. La nozione di 'comprendere in sé' viene conservata dovunque: "continer" ('avere come contenuto' e 'trattenere'); "mantener" ('sostenere'); "detener" ('tenere in custodia'); ecc.
Un caso in cui un ramo di una famiglia etimologica sia venuto a trovarsi completamente staccato dagli altri, sia nella forma che nel significato, sia nelle lingue di riferimento, che nel vocabolario internazionale, è quella del latino "pendere", 'sospendere', e 'pesare', col suo derivato "pensum" 'qualcosa di pesato, un peso'. Ne vengono "pensare", 'pesare', e figurativamente 'soppesare, ponderare, considerare' che ha dato origine, nelle lingue romanze, a due distinte serie derivate. La parola 'stabilire il peso' è in italiano "pesare", spagnolo/portoghese "pesar", francese "peser", inglese, anche "to poise". Esse sono completamente distinte, sia nella forma che nel significato, dalle parole romanze per 'usare la mente': italiano pensare, spagnolo/portoghese "pensar", francese "penser", la cui forma standardizzata è "pensar", e i cui derivati compaiono come "pensative, pensator" ecc. Nelle lingue moderne nessuna di queste parole si rivela sia formalmente che semanticamente come derivata da 'stabilire il peso'. Di conse guenza, la parola internazionale per l'inglese "weight" non è da loro influenza ta, e compare come "pesar", che può essere considerata un derivato di peso (il prototipo dell'italiano / spagnolo / portoghese "peso", del francese "poids", in glese "poise", dal già menzionato latino "pensum"). E così che "pesopesar" costituisce una nuova famiglia indipendente da "pensar".
Un caso lievemente differente occorre nella famiglia del latino "prehendere/prendere". Il derivato "prehensio/prensio" compare nelle lingue di riferimento nell'italiano "prensione", spagnolo "prension", portoghese "preensao", francese "prehension", inglese "prehension", che corrispondono ai prototipi *prehensione prension". La forma latina contratta "prensio" ha prodotto un'altra serie interamente autonoma. Essa è rappresentata dall'italiano "prigione", dallo spagnolo "prision", dal portoghese "prisao", dal francese/inglese "prison". Foneticamente tutte queste varianti nazionali possiedono in comune la perdita della n latina prima di sed in cambiamento della eradicale in i.
Inoltre, sul piano semantico non si osserva in inglese nessuna connessione fra 'prison'e l'atto di prendere. Inoltre i derivati di "prison", cioè "prisoner, to imprison", e i loro equivalenti romanzi, sono in stretta connessione solo con la loro origine immediata, ma non con la famiglia latina di "prehendere". Così ne risulta una famiglia autonoma formata da "prision, prisionero, imprisionar, ecc."