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Interlingua/Teoria/Finali degli infiniti

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Le finali degli infiniti

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Il procedimento prototipico delineato sopra implicherebbe infiniti in -­are, -­ere e -­ire. Nel caso di ­-ale di ­-il, è di nuovo solo l'italiano che conserva sistematica­ mente la finale ­-e. Dato però che l'inglese assorbe i verbi romanzi di regola sen­za la terminazione romanza dell'infinito, esso non può assistere le lingue fran­cese ed iberiche per esigere la conservazione dell'­e finale. Se pure quest'astensione dell'inglese non è certo fatta per permettere all'italiano di risolvere la questione in favore del proprio uso peculiare, rimane solo la possibilità di lasciare che le forme prototipiche dell'infinito seguano il modello di casi compa­rabili, come per esempio, quello dei suffissi -­al e -­il. Cosi le forme prototipiche delle terminazioni dell'infinito appariranno come ­-ar, -­er, e ­-ir.

Dato che la suddivisione dei verbi latini in ­-ere in due gruppi con accento ri­spettivamente sulla penultima e sulla terz'ultima sillaba si rintraccia chiara­mente nelle moderne lingue romanze, il prototipo della terminazione dell'infinito dei verbi potrebbe essere diverso per ciascuno di questi due casi. La distin­zione risultante di verbi in -­er con l'accento sull'ultima sillaba e verbi in ­-ere con l'accento sulla terz'ultima sillaba corrisponderebbe ampiamente ai due tipi di verbi in ­-er. I verbi "deboli" in ­-er mostrerebbero derivati in ­- it ­più in ­-ion, -­ive, ­-ura, ecc. mentre i verbi "forti" in ­ere formerebbero derivati aggiungendo -­ion, -­ive, -­ura. In questo dizionario però tale distinzione non si applica.