Antologia ebraica/Giubilei
Il Libro dei Giubilei o Piccola Genesi è un testo della tradizione ebraico-cristiana, considerato canonico dalla Chiesa ortodossa etiope e dai Beta Israel (Falascia) — noto come il Libro della Divisione (ge'ez: መጽሐፈ ኩፋሌ Mets’hafe Kufale) — ma apocrifo dalle altre confessioni (cattolica, ortodossa e protestante). È opinione comune che il testo originale sia stato redatto in ebraico nell'ultimo scorcio del II secolo p.e.v. da qualcuno che visse in prima persona gran parte dei tragici eventi che segnarono quel secolo, dalle lotte maccabaiche alla distruzione di Sichem.
Parafrasa la storia del mondo dalla creazione all'Esodo (uscita degli Ebrei dall'Egitto), suddividendola in giubilei (periodi di 49 anni). La serie degli avvenimenti narrati va dal capitolo 1 della Genesi fino al capitolo 12 dell'Esodo. Ogni giubileo è a sua volta diviso in sette serie di sette anni ciascuno. La presentazione di un simile calendario, derivato a sua volta da quello in uso in Palestina, indica il carattere normativo tipico dell'opera (halakah). L'istituzione di un calendario giubilare garantiva l'osservanza delle feste religiose e dei giorni sacri nelle loro date precise, e doveva ribadire l'unicità di Israele in mezzo a tutti gli altri popoli in quanto popolo dell'Alleanza.
Il testo italiano è riportato qui di seguito.
Libro dei Giubilei
[modifica | modifica sorgente][1] E accadde nel primo anno dell'uscita dei figli di Israele dall'Egitto, il giorno 16 del terzo mese: il Signore parlò a Mosé e gli disse: "Sali presso di me 1, qui sul monte, affinché io ti dia le due tavole della legge e del comandamento, come scrissi che tu debba insegnarle". [2] E Mosé ascese al monte del Signore e la gloria del Signore stava sul monte Sinai e la nube lo avvolse per sei giorni. [3] E il Signore, al settimo giorno, chiamò Mosé di fra la nuvola e (Mosé) vide la gloria del Signore come un fuoco ardente sulla cima del monte. [4] E stette colà, sul monte, quaranta giorni e quaranta notti e il Signore gli mostrò le cose passate e future, le cose della suddivisione del tempo, sia secondo la legge, sia a testimonianza (degli avvenimenti) 2, [5] e gli disse: "Poni mente a tutto quel che io ti dico su questo monte e scrivilo nel libro affinché le loro generazioni vedano in qual modo io li ho abbandonati 3 a causa del male che hanno fatto per indurre a peccare e a far abbandonare il patto 4 che io oggi istituisco fra me e te, per la loro progenie, sul monte Sinai. [6] E, così, questo racconto annuncerà quando su di loro arriverà tutto il castigo ed essi sapranno che io sono più giusto di loro in tutti i loro giudizi e in tutte le loro deliberazioni e sapranno che io sono stato con loro 5. [7] E tu scrivi, per te, queste parole che io oggi ti dico, poiché io conosco la loro ira e la loro dura cervice 6 se non 7 li faccio entrare nella terra che promisi ai loro padri, ad Abramo, Isacco e Giacobbe, allorché dissi: "Do alla vostra progenie questa terra che stilla latte e miele" 8 [8] ed (io conosco che) essi ne mangeranno e si sazieranno e che si volgeranno agli déi dello straniero - i quali non li salveranno da tutti i loro triboli - e che questa notizia sarà conosciuta come testimonianza contro di loro, [9] poiché essi dimenticheranno tutti gli ordini che io do loro ed andranno appresso ai gentili, alla loro impurità ed ignominia e si sottometteranno ai loro déi ed essi diventeranno per loro trappole, per tribolazioni, sofferenze e reti 9. [10] E molti periranno e (molti) saranno presi e cadranno in mano al nemico per aver trasgredito la mia legge e il mio comandamento, le feste del mio patto 10, i miei sabati ed il mio luogo sacro che io santificai, per me, in mezzo a loro, e il mio tabernacolo e il mio santuario che io santificai, per me, in mezzo alla terra, affinché lo intestassi al mio nome e (il mio nome) permanesse (in esso). [11] Ed essi si costruiranno alti luoghi, alberi sacri e statue ed adoreranno, ognuno, il proprio errore e sacrificheranno i loro figli ai diavoli e a tutte le opere dell'errore del loro cuore. [12] Ed io, per far testimoniare contro di loro, invierò testimoni 11 presso di loro ed essi non ascolteranno, uccideranno il teste e perseguiteranno anche quelli che cercano la legge e renderanno tutto vano e cominceranno a fare il male innanzi ai miei occhi. [13] Ed io mi nasconderò da loro e li metterò fra i popoli (destinati) alla cattività, ai lacci e all'esser consumati 12 e li espellerò dalla terra e li disperderò fra i popoli. [14] Ed essi dimenticheranno tutta la mia legge, il mio comandamento e tutta la mia giustizia e trascureranno il primo del mese, il sabato, la festa, il giubileo e la legge. [15] E, di poi, ritorneranno a me, di fra i popoli, con tutto il loro cuore, la loro anima e la loro forza, ed io li radunerò di fra tutti i popoli ed essi, quando mi avranno cercato con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima, mi chiederanno di andare loro incontro 13 [16] ed io manifesterò loro molta pace, nella giustizia, e li trasferirò nel giardino della giustizia 14 con tutto il mio cuore e tutta la mia anima ed essi saranno per la benedizione, e non per la maledizione, saranno testa e non coda. [17] Ed io costruirò il mio santuario in mezzo a loro e risiederò con loro e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo, in verità e giustizia, [18] non li abbandonerò e non li ripudierò perché sono il loro Dio". [19] E Mosé cadde sulla propria faccia, pregò e disse: "O Signore, Dio mio, non permettere che il Tuo popolo, la Tua eredità, proceda nell'errore del proprio cuore e non consegnarlo in mano al suo nemico, ai Gentili 15, e che (costoro) non lo abbiano in loro potestà e non lo facciano peccare contro di Te! [20] Si innalzi, o Dio, sul Tuo popolo, la Tua misericordia e crea in esso uno spirito retto e non abbia lo Spirito di Beliar su di esso il potere di accusarlo innanzi a Te 16 e di deviarlo, con la frode, da tutte le vie della giustizia sì che si perda da davanti al tuo cospetto. Esso é il Tuo popolo e la Tua eredità che Tu, con la Tua grande forza, hai salvato dalla mano dell'Egitto 17. [21] E crea, in esso, un cuore puro, uno spirito santo e che esso non sia irretito, da oggi nei secoli, dai suoi peccati!". [22] E il Signore disse a Mosé: "Io conosco le loro dispute, il loro pensiero e la loro dura cervice 18, ed essi, fin quando non si renderanno conto dei loro peccati e dei peccati dei loro padri, non ascolteranno. [23] Poi ritorneranno a me, in tutta rettitudine, con tutto il cuore e tutta l'anima ed io reciderò il prepuzio 19 del loro cuore e quello della loro stirpe e creerò, per essi, uno spirito santo e li purificherò sì che, da quel giorno fino all'eternità, non si allontanino da dietro a me. [24] E la loro anima mi seguirà in tutti i miei comandamenti ed i miei comandamenti ritorneranno a loro 20 ed io sarò, per loro, il Padre ed essi mi saranno figli. [25] E tutti saranno chiamati "figli del Dio vivo" e tutti gli spiriti e tutti gli angeli sapranno ciò e sapranno che essi sono miei figli e che io li amerò e che sono, in rettitudine e giustizia, loro padre. [26] E tu scrivi 21, per te, tutto ciò che io oggi ti dico su questo monte: le cose di prima, del dopo che verrà, in tutta la suddivisione del tempo, la quale é nella legge e a testimonianza, nei settenni dei giubilei, fino all'eternità, fin quando io discenderò e dimorerò con loro, nei secoli dei secoli". [27] E disse all’angelus faciei "Scrivi, per Mosé, dalla prima creazione fino a quando sarà costruito, in mezzo a loro, il mio santuario, per l'eternità [28] e (fino a quando) il Signore apparirà agli occhi di tutti e tutti sapranno che sono il Dio di Israele, il Padre di tutti i figli di Giacobbe e il re sul monte Sion, nei secoli. E Sion sarà santa, ed (anche) Gerusalemme". [29] E l'"angelus faciei", che andava innanzi alle schiere di Israele, prese le tavole della suddivisione degli anni fin dal tempo della creazione, (tavole che erano) legge e testimonianza ai settenni e ai giubilei, per ogni anno, in tutti i loro numeri e giubilei, per ogni anno, dal giorno della nuova creazione, allorché si rinnoveranno i cieli, la terra e tutte le loro creature secondo le loro potenze celesti e secondo tutta la creazione terrestre, fino a che sarà creato il Santuario del Signore, in Gerusalemme, sul monte Sion e si rinnoveranno tutte le luci per la guarigione, la salvezza e la benedizione di tutti gli eletti d'Israele, sì che sia così da quel giorno fino a tutto il tempo della terra.
II
[modifica | modifica sorgente][1] E l'"angelus faciei", in conformità all'ordine del Signore, disse a Mosé: "Scrivi tutte le cose della creazione, in qual modo il Signore Iddio compì, in sei giorni, tutta la Sua creazione e nel settimo giorno si riposò, lo santificò per tutti i secoli e lo pose a segno di tutta la sua opera. [2] (Scrivi) che nel primo giorno creò i cieli che (sono) in alto, la terra, le acque ed ogni spirito che serviva al Suo cospetto, gli "angeli faciei", gli angeli della santità, gli angeli dello spirito del fuoco e quelli dello spirito del vento, delle nuvole per la tenebra, la grandine e la neve; gli angeli degli abissi, dei tuoni e dei fulmini; gli angeli degli spiriti del gelo, del forte calore, della stagione delle piogge, della primavera, dell'estate e dell'autunno, e (gli angeli) di tutti gli spiriti riuniti 1 che sono in cielo, in terra e in tutti gli abissi, (nel)la tenebra, (nel)la luce, (nel)l'alba e (nel)la sera, i quali Egli preparò con la sapienza del Suo cuore. [3] E allora, (quando) vedemmo la Sua opera, Lo benedicemmo e Lo magnificammo in Sua presenza, per tutta la Sua opera, dato che, nel primo giorno, aveva fatto sette grandi opere 2. [4] E nel giorno seguente fece il firmamento in mezzo alle acque le quali, in quello stesso giorno, si separarono: una metà di esse salì in alto ed una metà scese sotto il firmamento, sulla faccia della terra. E solo quest'opera fu fatta nel secondo giorno. [5] E nel terzo giorno operò in conformità a come aveva detto alle acque che, cioé, passassero, dalla faccia della terra, in un unico luogo ed apparisse l'asciutto e fece le acque così come aveva loro detto 3. [6] Ed esse si ritirarono da sopra la faccia della terra, in un sol luogo, fuori del firmamento e, colà, apparve l'asciutto. [7] E in quel giorno fece per essa (terra) gli abissi dei mari in ogni luogo in cui i mari confluivano, e (fece) tutti i fiumi e i luoghi in cui, nei monti e in tutta la terra, confluivano 4 le acque, e (fece) tutti i laghi e la rugiada della terra, i semi che si seminano, secondo ogni specie, tutto quel che si mangia 5, gli alberi che fanno frutto, i boschi e il giardino di Eden, per la felicità. E tutte queste quattro grandi famiglie le fece nel terzo giorno. [8] E nel quarto giorno fece il sole, la luna e le stelle e le mise nel firmamento del cielo perché splendessero sulla terra per il governo del giorno e della notte e per far distinzione fra giorno e notte, fra luce e tenebra. [9] E Iddio dette il sole come grande astro sulla terra per (indicare) i giorni, le settimane, i mesi, le feste, gli anni, i sabati, i giubilei e tutti i periodi degli anni. [10] Ed esso fa separazione, per la prosperità, tra luce e tenebra, sì che prosperi tutto quel che germoglia e cresce sulla terra. Nel quarto giorno fece queste tre cose. [11] E nel quinto giorno creò, in mezzo agli abissi delle acque, grandi balene - perché per primi furono fatti, dalle Sue mani, questi esseri di carne - e tutti quelli che si muovono nelle acque, i pesci, e tutti quelli che volano, gli uccelli e tutti i loro simili. [12] E sorse il sole, per la prosperità, su di loro e su tutto quel che é sulla terra, su tutto quel che da essa germoglia, su tutti gli alberi che fanno frutti e su tutti quelli che sono di carne. Queste tre (specie di) creature le fece nel quinto giorno. [13] E nel sesto giorno fece tutte le fiere della terra, tutti gli animali e tutti quelli che si muovono sulla terra. [14] E, dopo tutto ciò, fece il genere umano: un uomo ed una donna. Li fece e gli diede potestà su tutto quel che é sulla terra e nei mari, su quelli che volano, su tutte le fiere, gli animali, su tutti quelli che si muovono sulla terra e su tutta la terra. E gli diede potestà su tutti costoro. Queste quattro creazioni le fece nel sesto giorno. [15] E furono, in tutto, ventidue specie [16] e completò, nel sesto giorno, tutta la Sua opera: tutto quel che é nei cieli, in terra, nei mari, negli abissi, nella luce, nelle tenebre e ovunque. [17] E il Signore ci diede il gran segno 6, il giorno dei sabati, sì che noi stessimo a lavorare per sei giorni e, nel 9 settimo, ci riposassimo da ogni fatica. [18] E (a) tutti gli "angeli faciei" e a tutti gli angeli delle santità 7, ad ambedue queste grandi famiglie, Egli ci disse di celebrare il sabato con Lui, in cielo e in terra. [19] E ci disse: "Ora io separo, per me, di fra tutti i popoli, un popolo. Anche essi celebreranno il sabato ed io li santificherò e benedirò il popolo; come ho santificato la giornata dei sabati e li ho santificati per me, così io lo benedirò ed esso diverrà il mio popolo ed io (diverrò) il loro Dio. [20] Ed io, fra quelli che ho visto, ho scelto, in tutto e per tutto, la stirpe di Giacobbe, la ho iscritta come mio figlio primogenito, la ho santificata, per me, per l'eternità e le indicherò di riposare, il sabato, da ogni opera". [21] E fece, con ciò, un avvertimento tale per cui anche essi celebrassero con noi il sabato a mangiare, a bere e a benedire il Creatore di tutto così come Egli aveva benedetto e santificato, per s‚ stesso, il popolo che, fra tutti i popoli, si era manifestato 8, e santificassero il sabato insieme con noi. [22] Ed Egli ottenne, davanti a s‚, quel che voleva: che ascendesse, davanti a Lui, un bel profumo, sempre gradito 9. [23] I capostipiti da Adamo a Giacobbe sono ventidue e ventidue specie di opere furono fatte fino al settimo giorno. Questo 10, ed anche quello, é benedetto e santo ed ambedue sono per la benedizione e la santificazione. [24] E a questo (popolo) fu concesso di essere, per sempre, il popolo della prima legge e testimonianza, benedetto e santo così come Egli aveva santificato e benedetto, nel settimo giorno, il giorno festivo. [25] Creò, in sei giorni, il cielo, la terra, e tutto il resto e diede, alla sua opera, un giorno di festa santa: perciò ordinò, a proposito di esso (sabato), che chiunque facesse in esso un qualsiasi lavoro morisse e che morisse anche colui che lo contaminasse. [26] E tu ordina ai figli di Israele (che) osservino questo giorno, che lo santifichino, che non facciano, in esso, alcun lavoro e non lo profanino poiché é un giorno santo più di tutti i giorni. [27] Tutti coloro che lo profanano, muoiano e quelli che fanno, in esso, qualsiasi lavoro, muoiano per l'eternità! (Ordina) che i figli di Israele osservino questo giorno in (tutte) le loro generazioni affinché, poiché é un giorno santo e benedetto, non siano sradicati dalla terra. [28] E ogni uomo che lo rispetterà e si riposerà in esso da ogni lavoro, sarà santo e benedetto, come noi, per tutti i tempi. [29] E annunzia e di', ai figli di Israele, quel che é giusto (fare) in questo giorno, che si riposino in esso e che non lo trascurino per l'errore del loro cuore e che non si apprestino a fare, in detto giorno, opera che non si debba e che non preparino, in esso, roba da mangiare o da bere e che (non si apprestino) ad attingere acqua e a far entrare e uscire, attraverso le loro porte, alcunché di trasportabile. [30] Quel che essi non hanno preparato, per s‚ stessi, nel sesto giorno, nelle loro case, non lo introducano o lo facciano uscire, in questo giorno, da una casa all'altra perché é un giorno santo e benedetto più di tutti i giorni dei giubilei 11. In questo (giorno) noi ci riposammo nei cieli prima che a tutte le creature di carne fosse noto di doversi riposare, in tal giorno, sulla terra. [31] Il Creatore di tutto (lo) benedì e, perché in esso si riposassero, non santificò tutti i popoli, ma (santificò) solo il popolo di Israele. Ad esso solo concesse di mangiare e bere e di riposarsi, in esso, sulla terra. [32] Il creatore di tutto, che aveva creato questo giorno, lo benedisse fra tutti i giorni, (affinché fosse destinato) alla benedizione, alla santificazione e alla laude. Questa legge e questa testimonianza fu data ai figli di Israele, legge eterna per tutte le loro generazioni.
III
[modifica | modifica sorgente][1] E nei sei giorni della seconda settimana, per ordine del Signore, conducemmo ad Adamo tutte le fiere, tutti gli animali, gli uccelli e tutti quelli che si muovono sulla terra e nell'acqua, ognuno secondo la propria famiglia e il proprio aspetto; nel primo giorno: le fiere; nel secondo: gli animali; nel terzo: gli uccelli; nel quarto: tutti quelli che si muovono sulla terra e, nel quinto, quelli che si muovono nell'acqua. [2] E Adamo li chiamò ognuno per proprio nome e il loro nome fu così come egli li aveva chiamati 1. [3] E in questi cinque giorni Adamo se ne stette a guardare tutti questi maschi e femmine di tutte le famiglie della terra, ed egli se ne stava solo e non era che avesse un compagno che lo aiutasse e (che fosse) come lui. [4] E il Signore ci disse: "Non é bello che l'uomo stia solo. Facciamogli un compagno (che sia) come lui". [5] E il Signore, nostro Dio, pose un sopore su di lui. Egli si addormentò e (Iddio) prese, per la donna, un osso delle sue ossa. E la creazione della donna, di fra le ossa di lui, fu (dal) fianco e (Iddio) formò la carne al posto di esso (osso) e costruì la donna 2, [6] E Iddio destò Adamo dal suo sonno. Egli, svegliatosi, si alzò nel sesto giorno, venne presso di lei 3 e la conobbe. E le disse: "Questo, adesso, (é) osso delle mie ossa e carne della mia carne. Costei sarà chiamata "mia donna" poiché é uscita ed è stata tratta dal suo uomo. [7] E, perciò, uomo e donna siano una cosa sola e l'uomo lasci suo padre e sua madre, si unisca con la propria donna e saranno una sola carne". [8] Nella prima settimana fu creato Adamo e il fianco, la sua donna, (Iddio) gliela fece vedere nella seconda settimana e, perciò, fu dato ordine di rispettare, per i maschi, sette giorni e, per le femmine, due (volte) sette giorni di impurità. [9] E, dopo che, per Adamo, si compirono quaranta giorni (di permanenza) sulla terra ove era stato creato, lo facemmo entrare nel giardino di Eden perché lo coltivasse e ne prendesse cura. E la donna la fecero (sic!) entrare all'ottantesimo giorno ed essa, dopo questo (giorno), entrò nel giardino di Eden. [10] E perciò, nelle tavole del cielo, per colei che generi, fu scritto l'ordine (seguente): "Se ha generato un maschio stia, nella sua impurità, sette giorni come i primi sette giorni, e stia trentatr‚ giorni nella purificazione del sangue; non tocchi tutto quel che é sacro, non entri nel santuario finché non abbia compiuto questi giorni che (sono fissati) per (la nascita di un) maschio! [11] E, per la (figlia) femmina, stia due settimane, come le due prime settimane 4, in impurità e (stia) sessantasei giorni nella purificazione del sangue! E, tutti, saranno ottanta giorni". [12] E, dopo che ella ebbe compiuto questi ottanta giorni, la facemmo entrare nel giardino di Eden perché é santo più di tutta la terra e tutti gli alberi che vi sono piantati sono santi 5. [13] E perciò, per colei che generi, a seconda che generi maschio o femmina, fu stabilita, per ogni giorno, questa legge: che essa non tocchi tutto quel che é santo, e non entri nel santuario finché non si compia quel tempo (fissato) per i maschi e per le femmine. [14] Questa legge e testimonianza é stata data e scritta per i figli di Israele affinché rispettino tutto il (periodo di) tempo 6. [15] E nel primo settennio del primo giubileo Adamo e la sua donna stettero sette anni nel giardino di Eden a coltivarlo e custodirlo 7 e noi gli demmo il compito (da eseguire) insegnandogli tutto quel che era meglio fare per la coltivazione. [16] Ed egli se ne stava a coltivare, era nudo e non (lo) sapeva, non se ne vergognava e proteggeva il giardino dagli uccelli, dalle fiere e dagli animali, ne raccoglieva i frutti, li mangiava e metteva da parte, per s‚ e per la sua donna, ciò che avanzava per conservarlo. [17] Ed essendo passati tutti e sette gli anni che egli compì colà - sette anni esatti - nel secondo mese, nel giorno 17, venne il serpente, si avvicinò alla donna e le disse: "Di tutti i frutti degli alberi del giardino, il Signore vi ha ordinato di non mangiarne?" [18] Ed ella gli disse: "Ci ha detto di mangiare tutti i frutti d'albero che sono nel giardino, ma di non mangiare e non toccare, affinché non morissimo, il frutto dell'albero che é nel mezzo del giardino". [19] E il serpente le disse: "No, non é che morrete; ma (é che ve lo ha vietato), perché il Signore sa che, quando lo mangerete, i vostri occhi si apriranno e voi sarete come déi e conoscerete il bene e il male". [20] E la donna vide come l'albero (era) bello, piacevole a vedersi e buono, il suo frutto, a mangiar(si). Prese da esso (un frutto) e lo mangiò. [21] Ed ella coprì le sue pudenda con la foglia del fico che prima (aveva colto) e lo dette ad Adamo (che lo) mangiò, gli si aprirono gli occhi e vide che era nudo. [22] Ed egli prese le foglie di fico, (le) cucì e fece, per s‚ stesso, una cintura e coprì le proprie pudenda. [23] E il Signore maledisse il serpente e si adirò con esso, per l'eternità, [24] e si adirò anche con la donna, perché aveva ascoltato la parola del serpente e le disse: "Moltiplicherò molto il tuo dolore e le tue doglie. Genera figli nel tuo dolore e (sia) il tuo rifugio presso tuo marito e che egli abbia dominio su te!". [25] E disse ad Adamo: "Poiché hai ascoltato la parola della tua donna ed hai mangiato da quell'albero, dal quale io ti avevo ordinato di non mangiare, sia, a causa delle tue azioni 8, maledetta la terra ed essa ti produca spine ed erba cattiva. E tu mangia il tuo pane col sudore del tuo volto fino a quando tornerai nella terra, dalla quale sei stato tratto, poiché tu sei terra e nella terra ritornerai". [26] E fece per essi abiti di pelle, glieli fece indossare e li mandò via dal giardino di Eden 9. [27] E Adamo, in quel giorno in cui uscì dal giardino di Eden, bruciò, per il bel profumo, incenso, galbano, olio di mirra e spighe aromatiche all'alba, col sorger del sole, nel giorno (in cui) coprì le proprie pudenda. [28] E in quel giorno la bocca di tutte le fiere, degli animali e degli uccelli, di quelli che camminano e di quelli che si muovono, smise di parlare poiché tutti, (in precedenza) avevano parlato l'uno con l'altro, un sol labbro e una sola lingua 10. [29] E (Iddio) mandò via, dal giardino di Eden, tutti gli esseri di carne che stavano nel giardino e si sparsero, secondo la loro specie e la loro natura, nei luoghi che erano stati creati per loro. [30] E solo ad Adamo, a differenza di tutte le fiere ed animali, concesse di coprire le proprie pudenda. [31] Perciò, nelle tavole del cielo, a tutti quelli che conoscono le norme della legge fu ordinato che coprissero le proprie pudenda e che non si scoprissero come si scoprono i pagani. [32] E, quando cominciò il quarto mese, Adamo e la sua donna uscirono dal giardino di Eden e stettero nella terra di Elda, nella terra della loro creazione 11. [33] E Adamo chiamò "Eva" la sua donna. [34] E non ebbero figli per tutto il primo giubileo e, dopo questo (giubileo), egli la conobbe. [35] Ed egli lavorava la terra come aveva imparato nel giardino di Eden 12
IV
[modifica | modifica sorgente][1] E nel terzo settennio del secondo giubileo (Eva) generò Caino, nel quarto generò Abele e nel quinto generò la figlia Awan. [2] E all'inizio del terzo giubileo Caino uccise Abele, poiché (Iddio) aveva accettato l'offerta dalle sue mani e non aveva accettato il sacrificio dalle mani di Caino. [3] E (Caino) lo uccise nella campagna. E il suo sangue gridò dalla terra fino al cielo, piangendo 1 a causa di colui che lo aveva ucciso, [4] ed il Signore rimproverò Caino, perché aveva ucciso Abele. E, a causa del sangue di suo fratello, lo scacciò dalla terra 2 e lo maledisse. [5] E perciò, sulle tavole del cielo, sta scritto: "Maledetto chi percuote il proprio amico in cattiveria e (maledetti) tutti coloro che hanno udito (ciò) e lo approvano; e colui che ha visto (ciò) e non (lo) ha detto, (sia) maledetto come lui" 3. [6] E perciò, avendo noi udito, siamo venuti ad esporre, innanzi al Signore Dio nostro, tutti i peccati che sono nel cielo e nella terra, nella luce e nella tenebra, e ovunque. [7] E Adamo e la sua donna stettero quattro settenni a dolersi per Abele. E nel quarto anno del quinto settennio (Adamo) fu felice e conobbe per la seconda volta la sua donna e costei gli generò un figlio che egli chiamò Set "perché, disse, Iddio ci ha dato, sulla terra, altra prole in sostituzione di Abele, ucciso da Caino" 4. [8] Nel sesto settennio egli generò la figlia Azura. [9] E Caino prese per s‚, in moglie, sua sorella Awan e costei, alla fine del quarto giubileo, gli generò Enoh. E nel primo anno del primo settennio del quinto giubileo furon costruite case sulla terra e Caino costruì un paese e lo chiamò, col nome di suo figlio Enoh 5. [10] E Adamo conobbe Eva, la sua donna, e costei gli generò altri nove figli. [11] E nel quinto settennio del (quinto) giubileo Set prese in moglie la sorella Azura e costei, nel quarto (anno), gli generò Enosh 6. [12] Ed egli cominciò, per primo, ad invocare il nome del Signore sulla terra 7. [13] E nel settimo giubileo, nel quinto settennio, Enosh prese in moglie la propria sorella Noemi e questa, nel terzo anno del quinto settennio, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Kenan. [14] E alla fine dell'ottavo giubileo, Kenan prese in moglie sua sorella Mualet 8 e costei, nel terzo anno del primo settennio del nono giubileo, generò un figlio ed egli lo chiamò Mahlaleel. [15] E nel secondo settennio del decimo giubileo Mahlaleel prese in moglie Dina, figlia di Barakehel, (e) figlia della sorella di suo padre 9 e costei, nel terzo settennio, nel sesto anno, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Yared poiché, ai suoi tempi, scesero sulla terra gli Angeli del Signore, chiamati "vigilanti", ad insegnare ai figli dell'uomo 10 a fare giustizia e rettitudine sulla terra. [16] E nell'undicesimo giubileo Yared prese in moglie Baraka, figlia di Rasuyal, figlia della sorella di suo padre 11, nel quarto settennio di questo giubileo e costei, nel quinto settennio, nel quarto anno del giubileo, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Enoc. [17] Egli fu il primo, fra gli uomini nati sulla terra, ad imparare la scrittura, la dottrina e la scienza e affinché gli uomini conoscessero i periodi degli anni secondo la regola di ogni luna, scrisse nel libro i segni del cielo secondo la regola delle lune 12. [18] Egli fu il primo a scrivere le notizie (lett.: testimonianze) e le fece ascoltare alla umanità, nelle famiglie della terra, e indicò i settenni dei giubilei, indicò i giorni degli anni, così come noi gli avevamo indicato. [19] Egli vide il passato ed il futuro in visioni notturne, in sonno, e quel che accadrà all'umanità 13, alle sue generazioni, fino al giorno del giudizio. Tutto egli vide e conobbe, lo scrisse e lo pose a testimonianza, sulla terra, per l'umanità e le sue generazioni. [20] E nel dodicesimo giubileo, nel settimo settennio, prese in moglie una donna chiamata Edena, figlia di Danel (e) figlia della sorella di suo padre 14 e costei, nel sesto anno di quel settennio, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Matusalemme [21] e stette, poi, sei giubilei con gli Angeli di Dio e (costoro) gli mostrarono tutto quel che era in terra e nei cieli, la potenza del sole, e scrisse tutto [22] e testimoniò contro i "vigilanti" 15 che avevano peccato insieme con le figlie dell'uomo poiché avevano cominciato ad unirsi con le figlie della terra e ad essere impuri e testimoniò, Enoc, contro tutti loro. [23] Ed egli fu preso di tra i figli dell'uomo e noi lo portammo, per la (sua) grandezza e la (sua) gloria, nel giardino di Eden ed eccolo, colà, a scrivere il giudizio e la condanna del mondo e tutta la malvagità dell'umanità. [24] E (il Signore), a causa sua, mandò il diluvio su tutta la terra di Eden, poiché colà egli fu posto come segno per testimoniare 16 contro tutti i figli dell'uomo (e) per dire tutte le azioni delle generazioni fino al giorno del giudizio. [25] Ed egli suffumigò di incenso la plaga occidentale del santuario, caro al Signore, sul monte a sud [26] poiché nella nuova creazione, per la santificazione della terra, quattro luoghi sono, sulla terra, consacrati al Signore: il giardino di Eden e, nel suo interno, il monte dell'est; questo monte sul quale tu stai oggi (e, cioé,) il monte Sinai e il monte Sion 17. Per questo la terra é santificata da tutti i peccati e dalla impurità delle generazioni del mondo. [27] E nel quattordicesimo giubileo Metusalemme prese in moglie Edena 18, figlia di Ezzaele (e) figlia della sorella di suo padre 19, nel primo anno del terzo settennio e generò un figlio e lo chiamò Lamek. [28] E nel terzo settennio del quindicesimo giubileo Lamek prese in moglie una donna di nome Bitanos, figlia di Barakel (e) figlia della sorella di suo padre 20 e, in questo settennio, ella gli generò un figlio ed egli lo chiamò Noé, dicendo: "(E') colui che mi consolerà da tutto il mio lavoro 21 e dalla terra che il Signore ha maledetta". [29] E alla fine del diciannovesimo giubileo, nel settimo settennio, nel sesto anno, Adamo morì e tutti i suoi figli lo seppellirono nella terra ove era stato creato 22 ed egli fu il primo ad esser seppellito nella terra [30] e mancavano settanta anni ai mille anni 23 poiché, nella testimonianza dei cieli, mille anni equivalgono a un solo giorno. E perciò, a proposito dell'albero della conoscenza, fu scritto: "Nel giorno in cui mangerete da esso, morrete". E perciò (Adamo) non compì gli anni di questo giorno 24: perché morì in quello stesso giorno 25. [31] E al compimento di questo giubileo, nello stesso anno, dopo di lui, fu ucciso Caino: gli cadde la casa addosso, morì in mezzo alla casa, colpito dalle sue pietre, perché con una 20 pietra aveva ucciso Abele e di pietra, per giusta condanna, fu ucciso. [32] Perciò, sulle tavole del cielo, é stato stabilito: "Colui che uccide di arma il proprio compagno sia ucciso con essa (arma); come lo ferì, così facciano a lui!". [33] E nel venticinquesimo giubileo Noé prese in moglie una donna di nome Emmezara, figlia di Rachele, figlia di sua sorella 26, nel primo anno del quinto settennio e costei, nel terzo anno, gli generò Sem, nel quinto anno gli generò Cam e nel primo anno del sesto settennio gli generò Yafet.
[1] E fu quando i figli dell'uomo cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero ad essi delle figlie (che) gli angeli del Signore 1 le videro nell'anno uno di questo giubileo (e), poiché erano belle a vedersi, si presero mogli fra tutte quelle che scelsero ed esse generarono loro dei figli e questi erano giganti 2. [2] E crebbe la malvagità sulla terra e tutti gli esseri corruppero il loro modo di vivere, dagli uomini agli animali, alle fiere, agli uccelli e fino a tutti quelli che si muovono sulla terra. Tutti corruppero il proprio modo di vivere e le proprie regole e presero a divorarsi fra loro; la malvagità aumentò sulla terra e i pensieri della mente di tutti (furono) egualmente, in ogni tempo, malvagi. [3] E il Signore guardò la terra. Ed ecco: essa si era corrotta ed ogni essere di carne aveva corrotto la propria regola (di vita) e tutti quanti, innanzi ai suoi occhi, avevano reso malvagio (tutto) quel che era sulla terra. [4] E disse: "Cancellerò l'uomo ed ogni essere di carne che é stato creato sulla faccia della terra". [5] E solo Noé trovò grazia avanti agli occhi del Signore. [6] E si adirò assai contro i suoi angeli che aveva mandato in terra (tanto da) sradicarli da ogni loro potere e dirci di legarli nelle profondità della terra: ed ecco che essi son legati fra loro e son soli. [7] E contro i loro figli uscì la parola dalla bocca 3 del Signore per ferirli di spada e scacciarli da sotto il cielo 4. [8] E disse: "Il mio spirito 5 non starà, per sempre, negli uomini dato che essi sono (di) carne. E sia, il loro tempo, di centoventi anni". [9] E mandò in mezzo a loro la sua spada affinché ognuno uccidesse il compagno. E cominciarono ad uccidersi l'un l'altro fino a che tutti caddero sotto la spada [10] e, sotto gli occhi dei loro padri, furono cancellati dalla terra e furono, poi, legati nelle profondità della terra fino al giorno del grande giudizio per la condanna eterna di tutti coloro che hanno corrotto, al cospetto del Signore, il proprio modo di vivere ed il proprio modo di pensare. [11] E li cancellò 6 tutti, dal loro posto e non ve ne fu alcuno che egli non ebbe condannato per tutta la sua malvagità. [12] E fece, ad ogni sua opera, una creazione nuova e buona sì che essi non peccassero in eterno, in tutte le loro creature, e fossero tutti, in ogni specie, sempre buoni. [13] E la condanna di tutti loro fu stabilita e scritta sulle tavole del cielo, senza ingiustizia; e per tutte le creature e tutte le specie, se trasgredivano dalla via sulla quale era stabilito che andassero e non vi andavano, fu scritta la condanna. [14] E, delle cose che sono in cielo e in terra, nella luce e nelle tenebre, nell'inferno, negli abissi e nell'ombra non 22 ve ne é alcuna le cui condanne (non siano) stabilite, scritte e scolpite per tutti, per i piccoli e per i grandi: [15] per i piccoli, secondo la loro piccolezza, per i grandi, secondo la loro grandezza. Ed Egli giudicherà ognuno secondo le proprie azioni. [16] Ed Egli, se disse: "La condanna agisca su ognuno!" non é (tale) da far favoritismi ed accettar doni di (corruzione). Se ha dato tutto quel che é sulla terra non fa favoritismi e, poiché é giudice (giusto), non riceve (doni) dalle mani di lui (del peccatore) 7. [17] E, per tutti i figli di Israele, fu scritto e stabilito: "Se si rivolgono a Lui in santità, Egli condonerà tutte le loro colpe e rimetterà tutti i loro peccati". [18] E' stato scritto e stabilito: "Si userà misericordia verso tutti quelli che, una volta all'anno, si convertiranno da tutte le loro colpe". [19] E, verso tutti coloro che, prima del diluvio, avevano corrotto il proprio modo di vivere e di pensare, non fu fatto favoritismo: si eccettua solo Noé, perché a lui fu fatta parzialità per quanto riguarda i figli che (Iddio), per causa sua, salvò dal diluvio dato che il suo cuore, in tutto il suo modo di vivere, così come gli era stato ordinato, era buono ed egli non si allontanava mai da quel che era stato stabilito per lui. [20] E il Signore disse: "Distruggerò 8 tutto quel che é sulla terra e tutto quel che é stato creato, dagli uomini alle fiere, agli animali, agli uccelli e ai rettili". [21] E, affinché lo salvasse dal diluvio, ordinò a Noé di farsi un'arca. [22] E Noé fece un'arca in tutto come (il Signore) gli aveva comandato, nel quinto anno del quinto settennio del... 9 giubileo. [23] E vi entrò nel sesto (anno) di esso (settennio), nel secondo mese, all'inizio. Fino al sedici entrò lui e tutti quelli che noi introducemmo, per lui, nell'arca e il Signore lo chiuse, da fuori, il diciassette, di sera. [24] E il Signore aprì le sette cateratte del cielo e le sette aperture, nel numero di sette, delle fonti del grande abisso. [25] E le cateratte cominciarono a far scendere acqua dal cielo per quaranta giorni e quaranta notti e le fonti degli abissi facevano salire (il livello del)la acqua fino a che tutto il mondo se ne riempì. [26] E l'acqua crebbe sulla terra, si innalzò di quindici cubiti su tutte le alte montagne e l'arca si sollevò dalla terra e andò vagando sulla superficie delle acque. [27] E l'acqua stette sulla superficie della terra per cinque mesi, (cioè) centocinquanta giorni. [28] E l'arca andò vagando e si fermò sulla cima di Lubar, uno dei monti di Ararat. E nel quarto mese si chiusero le fonti del grande abisso, le cateratte del cielo furono trattenute [29] e, all'inizio del settimo mese, tutte le aperture degli abissi della terra si aprirono e l'acqua cominciò a scendere nell'abisso inferiore. [30] E all'inizio del decimo mese apparirono le cime dei monti e, al principio del primo mese, comparve la terra. [31] E le acque sparirono da sopra la terra nel settimo anno del quinto settennio e nel diciassettesimo giorno del secondo mese la terra si asciugò. [32] E il ventisette (Noé) aprì l'arca e ne mandò via le fiere, gli animali, gli uccelli e i rettili.
VI
[modifica | modifica sorgente][1] All'inizio del terzo mese uscì dall'arca e costruì un altare su quel monte. [2] E comparve 1 (fuori dall'arca) sulla terra, prese un capretto ed impetrò perdono, col suo sangue, per tutti i peccati della terra poiché, eccettuati quelli che erano con lui nell'arca, tutto quel che era sulla terra era stato distrutto. [3] E pose il grasso sull'altare, prese una vacca, un ariete, una pecora, caprette, sale, una tortora, un colombo e li sacrificò sull'altare e vi sparse sopra l'offerta intrisa di olio, spruzzò del vino, vi mise sopra l'incenso e fece salire innanzi al Signore un bel, gradito profumo. [4] E il Signore odorò il bel profumo e strinse con lui un patto: che non vi sarebbe più stato, sulla terra, un diluvio che la distruggesse; che per tutto il tempo della (esistenza della) terra non sarebbero cessati semi e messi, freddo e caldo, stagione asciutta e stagione delle piogge; che il giorno e la notte non avrebbero modificato il proprio regime e che non sarebbero mai cessati. [5] "E voi crescete e moltiplicatevi sulla terra, aumentate su di essa e siate(ne), in mezzo, per la benedizione! Io incuterò, su tutti quelli (che sono) sulla terra e nel mare, il terrore e la paura di voi 2. [6] Ed ecco: io vi do tutte le fiere e gli animali, tutti quelli che volano e che si muovono sulla terra e nelle acque, i pesci, tutto, per nutrimento, così come vi ho dato, perché (la) mangiaste, l'erba verde. [7] Ma, poiché il sangue é l'anima di ogni essere di carne affinché non si chiegga conto del vostro sangue (che é) in voi stessi 3, non mangiate carne che sia con la sua anima, cioè col sangue. Dalla mano 4 di ognuno, io chiederò conto del sangue dell'uomo. [8] Poiché il Signore fece Adamo a (sua) somiglianza, chiunque verserà il sangue dell'uomo, il suo sangue sarà versato per mano di un uomo. [9] E voi crescete e siate molti sulla terra!". [10] E Noé, coi suoi figli, giurò che non avrebbero mangiato alcun sangue che fosse in alcuna carne e stipulò il patto, davanti al Signore Iddio, in eterno, per tutte le generazioni della terra, in questo mese. [11] Perciò (Iddio) ti disse: "Stipulerai anche tu il patto, coi figli d'Israele, in questo mese, sul monte, con giuramento e verserai, su di loro, il sangue a causa di tutte le parole del patto che il Signore stipulò, con loro, per l'eternità". [12] E questa testimonianza é scritta contro di voi sì che la osserviate in ogni tempo (e) non mangiate mai alcun sangue di fiere, uccelli o animali per tutto il tempo della terra. E colui che avrà mangiato sangue di fiera, di animali e uccelli, (Iddio) lo sradicherà, insieme con la sua stirpe, dalla terra, per tutto il tempo della terra. [13] E tu ordina ai figli di Israele che non mangino alcun sangue sì che il loro nome e la loro stirpe sia sempre al cospetto del Signore, nostro Dio. [14] E per questa legge non vi é termine finale: é per la eternità. E la rispettino di generazione in generazione sì che stiano a supplicare, in favor loro 5, col sangue, innanzi al Signore, ogni giorno, presso l'altare, e di mattina e di sera impetrino sempre, in favor loro 5, perdono al cospetto del Signore sì che la osservino e non siano sradicati. [15] E dette a Noé e ai suoi figli un segno che non vi sarebbe stato, una seconda volta, il diluvio sulla terra. [16] Dette il suo arco 6 nelle nubi in segno (del) patto eterno: che non vi sarebbe stato in avvenire, per distruggerla definitivamente, diluvio sulla terra. [17] Perciò fu stabilito e scritto, sulle tavole del cielo, che avrebbero celebrato la festa delle settimane, in questo mese, una volta all'anno, per rinnovare, ogni anno, il patto. [18] Tutta questa festa é stata (sempre) celebrata in cielo, dal giorno della creazione fino ai tempi di Noé, (per) ventisei giubilei e cinque settenni e Noé e i suoi figli la osservarono per sette giubilei e un settennio, fin quando Noé morì. E 7 i suoi figli corruppero i loro costumi fino al tempo di Abramo e mangiarono il sangue. [19] E soltanto Abramo la osservò e, fino ai tuoi tempi, poiché erano suoi figli, la hanno osservata anche Giacobbe ed Isacco. E, ai tuoi tempi, i figli di Israele (la) hanno trascurata fino a quando io li ho rinnovati su questo monte. [20] E tu ordina ai figli di Israele di rispettare, in tutte le loro generazioni, questa festa, in conformità all'ordine loro (dato): di celebrarla, cioè una volta all'anno, in questo mese. [21] Questa, poiché é la festa delle settimane e del primo frutto, é una festa duplice, di due specie, così come é stato scritto e stabilito per essa. [22] (Ordina di celebrarla) poiché io, nel libro della legge, che prima scrissi per te, ho scritto che tu debba celebrarla, ogni volta, un giorno all'anno e ti ho parlato anche del suo sacrificio affinché i figli di Israele se ne ricordino e la celebrino, nelle loro generazioni, un giorno all'anno, in questo mese. [23] I giorni della commemorazione e i giorni opportuni sono all'inizio del 1ø, del 4ø, del 7ø e del 10ø mese, alle quattro ripartizioni dell'anno; sono scritti e stabiliti per testimonianza eterna. [24] E Noé li stabilì, per s‚ e per le generazioni future, a giorni di festa perché ebbe, in essi, (i seguenti) ricordi 8: [25] all'inizio del primo mese gli fu detto di fare l'arca e, in esso, la terra si asciugò, egli aprì (l'arca) e vide la terra. [26] All'inizio del quarto mese si chiuse la apertura delle profondità dell'abisso inferiore. All'inizio del settimo mese si aprirono le aperture di tutti gli abissi della terra e le acque cominciarono a discendere nell'abisso inferiore. [27] All'inizio del decimo mese (ri)comparvero le cime dei monti e Noé si rallegrò. [28] E perciò egli li fissò, per s‚ stesso, come giorni di festa per la commemorazione, nei secoli. [29] E così essi sono stabiliti e così li si innalzano sulle tavole del cielo: tredici settimane una delle quali, dall'una all'altra (stagione), ne é la commemorazione: dalla prima alla seconda, dalla seconda alla terza, dalla terza alla quarta. [30] E formano, tutti i giorni stabiliti, cinquantadue settimane e tutte (le settimane) formano un anno completo. [31] Così é stato stabilito e scolpito sulle tavole del cielo e non vi é passaggio del terzo e primo anno 9. [32] E tu ordina ai figli di Israele che osservino gli anni secondo questo calcolo: 364 giorni formano un anno intero e che non alterino il (computo del) tempo dei suoi giorni e delle sue feste - poiché tutto capiterà, ad essi, secondo la loro testimonianza 10 - e che non passino oltre il giorno (stabilito) e non violino la festa! [33] E se trasgrediranno e non celebreranno (le feste) così come fu ordinato a Noé, allora tutti altereranno i tempi ed anche gli anni si sposteranno 11 da questo (computo) e anche gli anni e le stagioni trasgrediranno la propria legge. [34] E tutti i figli di Israele dimenticheranno e non troveranno la via (per calcolare) gli anni e dimenticheranno l'inizio del mese, il sabato e la festa. E sbaglieranno tutta la regola degli anni. [35] Infatti io so e ti annunzio fin da oggi - e non di mia mente perché così é stato scritto nel libro (che é) davanti a me e così la divisione del tempo é stata stabilita nelle tavole del cielo - che essi dimenticheranno 12 le feste del mio patto e che, nelle varie feste dei pagani, andranno appresso al loro errore e alla loro ignoranza. [36] E vi saranno quelli che osserveranno, per la diminuzione 13 della luna, che essa altererà i tempi e anticiperà, di anno in anno, dieci giorni. [37] Per questo a loro accadrà che altereranno i tempi e considereranno spregevole il giorno della testimonianza e impuro il giorno di festa e tutto confonderanno: i giorni santi con gli impuri e gli impuri coi santi dato che essi sbaglieranno i mesi, le settimane, le feste e i giubilei. [38] Perciò io ti ordino e ti dico di dir loro - poiché dopo la tua morte i tuoi figli altereranno (il computo del tempo) - di fare 14 l'anno di 364 giorni soltanto. E, per questo (loro errore) essi sbaglieranno il principio del mese, il sabato, il tempo (= le stagioni?) e le feste e mangeranno ogni sangue con ogni (essere) di carne.
VII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel primo anno del settimo settennio di questo giubileo Noé piantò una vigna 1 sul monte di nome Lubar, fra i monti di Ararat sul quale si era fermata l'arca. E (la vigna), nel quarto anno, fece frutti ed egli li raccolse e conservò nel settimo mese di quell'anno. [2] Ed egli ne fece vino, lo pose in vasi e lo custodì fino al primo giorno del primo mese del quinto anno. [3] E fece festivo questo giorno, in gioia, e fece al Signore sacrificio di un vitello, di un agnello, di sette pecore - ognuna di un anno - e di un capretto per far perdonare, con esso (sacrificio), s‚ stesso e i suoi figli. [4] E fece, per primo, (sacrificio de)l capretto e pose parte del suo sangue sulla carne del sacrificio che aveva fatto e tutto il grasso lo offrì sull'altare dove sacrificava al Signore e sacrificò, sull'altare, la carne della vacca, dell'agnello e delle pecore. [5] E pose tutto l'olocausto cosparso d'olio e poi spruzzò il vino sul fuoco che prima aveva posto sull'altare e pose dell'incenso sull'altare e fece salire innanzi al Signore, suo Dio, un bel profumo gradevole. [6] Egli si rallegrò e bevve, lui ed i suoi figli, con gioia, di quel vino. [7] A sera entrò nella sua tenda, si coricò ubriaco, si addormentò e, mentre dormiva nella sua tenda, si scoprì 2, [8] E Cam vide Noé, suo padre, dormir nudo e, uscito, lo disse, fuori, ai suoi due fratelli. [9] Sem prese il suo vestito e si alzò; lui e suo fratello si posero il vestito sulle spalle e, con il viso all'indietro 3, coprirono le pudenda del loro padre. [10] E Noé si destò dal sonno, seppe tutto quel che, contro di lui, aveva fatto il figlio minore, lo maledì e disse: "Sia maledetto Canaan, e sia sottomesso e servo dei suoi fratelli!". [11] E benedì Sem: "Sia benedetto il Signore, Dio di Sem, e Canaan sia suo servo. [12] E il Signore estenda Yafet, stia nella casa di Sem e Canaan sia suo servo!" [13] E Cam seppe che suo padre aveva maledetto il suo figlio minore, si dispiacque che (suo padre) avesse maledetto suo figlio e si separò da suo padre, egli e, con lui, i suoi figli: Kush, Misraim, Put e Canaan 4. [14] E si costruì una città e, col nome di sua moglie, la chiamò: Neelat Mek. [15] Yafet vide, ebbe invidia di suo fratello, e costruì anche lui una città e la chiamò, col nome di sua moglie, Adatenses. [16] Sem stette con suo padre Noé e costruì sul monte, a lato 5 di suo padre, una città ed anche lui la chiamò, col nome di sua moglie, Seduqatelbab. [17] Ed ecco che le città sono tre, vicino al monte Lubar: Seduqatelbab di fronte al monte, a oriente: Naultemauk verso nord 6 e Adataneses, verso il mare. [18] E questi (sono) i figli di Sem: Elam, Assur, Arpakshad. Questa stirpe, due anni dopo il diluvio...7. [19] (E questi sono i figli di Yafet): Gomer, Magog, Madai, Yavan, Tubal, Meshek, Tiras. Questi sono i discendenti di Noé. [20] E nel ventottesimo giubileo Noé cominciò a ordinare ai discendenti le norme e i comandamenti - tutti come li sapeva - e la giustizia e disse ai figli di applicare la giustizia, di coprirsi le pudenda, di benedire Colui che li aveva creati, di rispettare il padre e la madre, di amare il prossimo, e di tenersi lontani da ogni fornicazione, da tutte le impurità e dalla malvagità. [21] Perché per queste tre (cose) vi fu il diluvio sulla terra: per la fornicazione che gli angeli vigilanti 8, al di fuori del precetto della loro legge, fecero al seguito delle figlie degli uomini; perché si presero le mogli fra quelle che avevano scelte; e perché dettero inizio alla impurità. [22] E i figli dei Nafadem 9 generarono figli e tutti loro non si somigliavano e si mangiavano l'un l'altro. E il gigante uccise Nafil e Nafil uccise Eleyo e Eleyo uccise il figlio dell'uomo e l'uomo uccise il suo amico [23] e tutti si vendettero a far malvagità e a versare il sangue di molti e la terra si riempì di nequizia. [24] E, dopo tutti costoro, (anche) le fiere, gli animali, gli uccelli e i rettili (si dettero al male) 10. E si sparse il sangue di molti sulla terra e tutti i pensieri e la volontà degli uomini pensavano sempre cattiverie e vanità. [25] E il Signore, a causa delle loro azioni e del sangue che era stato sparso in mezzo alla terra, cancellò tutto dalla faccia della terra. [26] E 11 sopravvivemmo io e voi, figli miei, e tutti coloro che entrarono con noi nell'arca. Ed ecco: io vedo in precedenza le vostre azioni: (vedo) che non procederete nella giustizia, poiché avete cominciato ad andare sulla via dell'impurità e che vi separerete l'un dall'altro, sarete invidiosi a vicenda e non starete insieme, ognuno col proprio amico e col proprio fratello [27] poiché, o figli miei, io vedo, adesso, che i demoni hanno cominciato a trarre nell'errore voi e i vostri figli ed ora io, a causa vostra, temo che, dopo la mia morte, verserete il sangue degli uomini sulla terra e che anche voi sarete cancellati dalla sua faccia [28] poiché tutti coloro che versano il sangue di ogni uomo e tutti coloro che mangiano il sangue di ogni carne saranno tutti cancellati dalla terra. [29] E non sopravviverà alcuno che mangi e sparga sangue sulla terra e non gli rimarrà n‚ discendenza n‚ posterità viva sotto il cielo poiché andranno all'inferno e nel luogo della pena infernale, scenderanno nell'oscurità dell'abisso, saranno tutti strappati dalla morte violenta. [30] Tutto 12 il sangue é contro di voi, (e) ciò é per tutto il tempo in cui avete ammazzato tutti gli animali, le fiere e quelli che volano sulla terra. Fate, in favor della vostra anima, opera meritevole col sotterrare 13 quel (sangue) che scorre sulla faccia della terra. [31] Non siate come colui che mangia (carne) col sangue e adoperatevi con tutte le vostre forze affinché non mangino il sangue al vostro cospetto. Sotterrate il sangue nella terra perché così mi é stato comandato di dire a voi e ai vostri figli e a tutta l'umanità. [32] E non mangiate l'anima 14 con la carne affinché, in luogo di tutti gli esseri di carne che versano il (loro) sangue sulla terra, non sia richiesto il vostro sangue, che é la vostra anima. [33] (E ciò) poiché la terra, in tutte le generazioni, non si purifica dal sangue che le é scorso sopra e perché si purifica, (invece), col sangue di colui che lo ha fatto scorrere 15. [34] Ed ora, figli miei, ascoltate, fate giustizia affinché siate piantati nella giustizia ovunque sulla terra. E la vostra gloria sarà innalzata al cospetto del mio Dio che mi ha salvato dal diluvio. [35] Ed ecco: voi andrete e vi costruirete paesi e pianterete, in essi, tutte le piante che sono sulla terra; e tutti gli alberi, [36] che fruttificheranno per tre anni, saranno i loro frutti tali che non si raccoglieranno, per mangiarli, da chicchessia 16 e nel quarto anno essi saranno santificati 17 ed i primi frutti ascenderanno graditi al cospetto del Signore, nostro Dio eccelso, che creò i cieli, la terra e ogni cosa sì che si offra in abbondanza, sull'altare del Signore che gradisce, il primo vino, il primo olio e i primi frutti; e quel che avanza lo mangino i servi della casa del Signore avanti all'altare che aveva gradito. [37] Nel quinto anno fate remissione dei peccati. Come farete remissione (così) voi sarete in giustizia e in rettitudine, vi santificherete, e la vostra pianta si raddrizzerà 18 [38] poiché così Enoc, padre di vostro padre, ordinò a Matusalemme, suo figlio, e Matusalemme a suo figlio Lamek. E Lamek mi ha ordinato tutto quel che gli ordinarono i suoi antenati [39] ed anche io, figli miei, vi do gli ordini così come Enoc li dette a suo figlio, al principio dei giubilei 19, mentre viveva nella settima generazione 20, (secondo quanto egli), fino al giorno della sua morte, ordinò e parlò al figlio e ai figli di suo figlio.
VIII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel ventinovesimo giubileo, nel primo settennio, all'inizio di esso, Arpakshad 1 prese in moglie Rasuya, figlia di Susan, figlia di Elam e costei, nel terzo anno di questo settennio, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Kenan. [2] E il figlio crebbe; il padre gli insegnò la scrittura ed andò a cercargli un luogo ove occupare, per lui, un paese 2. [3] E trovò uno scritto che gli antichi avevano inciso sulla pietra, ne lesse il contenuto, lo trascrisse e trovò che in esso vi era la dottrina dei "vigilanti" e come essi vedessero 3 gli auspici del sole, della luna, delle stelle, e in tutte le costellazioni. [4] Scrisse e non parlò di esso (scritto) a Noé affinché questi non si adirasse con lui a causa di esso (scritto). [5] E nel primo anno del secondo settennio del trentesimo giubileo, (Kenan) prese in moglie Melka, figlia di Abaday, figlio di Yafet 4 e costei, nel quarto anno, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Shalah 5 perché diceva: "Quanto ad esser stato mandato, sono (per davvero) stato inviato". [6] Nel quarto anno (dunque) nacque Shalah, crebbe e nel primo anno del quinto settennio del trentesimo giubileo si prese in moglie Muak, figlia di Kesed, fratello 6 di suo padre. [7] E costei, nel quinto anno, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Eber e (costui), nel terzo anno del settimo settennio del trentaduesimo giubileo prese in moglie Azurad, figlia di Nebrod [8] la quale, nel sesto anno, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Peleg perché, nel giorno in cui nacque, i figli di Noé cominciarono a spartirsi la terra e, perciò, gli mise il nome di Peleg. [9] E si spartirono con malizia 7, la terra fra di loro e lo dissero a Noé. [10] E al principio del trentatreesimo giubileo, nel primo anno del primo settennio, divisero la terra in tre porzioni, per Sem, per Cam e Yafet, ognuno secondo il proprio diritto ereditario, mentre era presente l'angelo, uno di noi che fummo inviati presso di loro. [11] E (Noé) chiamò i suoi figli. Essi, coi loro figli, si avvicinarono a lui, ed egli divise la terra che i tre figli presero a sorte: stesero le loro mani e presero dal grembo di Noé, loro padre, lo scritto (indicante la sorte). [12] E, nello scritto del sorteggio di Sem, uscì la parte centrale della terra che egli prendeva in proprietà ereditaria per i figli e discendenti, in eterno: la sua porzione dal centro del monte Rafa 8, dall'uscita delle acque del fiume Tina, andava attraverso questo fiume verso occidente, e andava fino ad avvicinarsi 9 all'abisso delle acque dove, da esso, esce questo fiume e versa le proprie acque nel lago Miot e si getta, questo fiume, nel grande mare. Tutte le terre verso sud (capitarono) a Yafet e tutte quelle verso nord a Sem [13] e andavano fino ad avvicinarsi a Karaso che é nel grembo della lingua di terra che guarda verso nord. [14] E la sua porzione andava verso il gran mare e procedeva dritta fino ad avvicinarsi verso occidente della lingua che guardava verso nord 10. Essa, a causa di questo mare, si chiamava: "Lingua del mare di Egitto". [15] Ed inclinava di là verso nord in direzione della bocca del gran mare ai margini delle acque ed andava verso occidente, (ad) Arafa 11 e procedeva fino ad avvicinarsi alle acque del fiume Ghihon e, verso nord delle acque del Ghihon, alle rive di detto fiume. [16] E procedeva verso oriente fino ad avvicinarsi al giardino di Eden, verso il pieno nord 12 e dall'oriente di tutta la terra di Eden, dallo oriente pieno, ripiegava ad oriente e procedeva fin quando si avvicinava ad oriente del monte Rafa e scendeva verso i lati dell'uscita delle acque del fiume Tina. [17] Questa porzione sortì, in sorte, a Sem e ai suoi figli perché la possedessero, lui e i propri figli, per l'eternità. [18] E Noé fu lieto che questa porzione fosse uscita in sorte a Sem e ai suoi figli e si ricordò delle parole che disse, di sua bocca, nella profezia, dato che aveva detto "Sia benedetto il Signore, Dio di Sem, e abiti nella sua casa!" [19] e dato che sapeva che il giardino di Eden era santo dei santi e dimora del Signore e che il monte Sinai, centro del deserto, e il monte Sion, centro dell'ombelico della terra, tutti e tre, l'uno di fronte all'altro, erano stati creati per la santità 13. [20] E benedì il dio degli Iddii 14 che aveva posto, nella sua bocca, la parola del Signore 15; [21] e seppe che la porzione di benedizione 16 ed il dono di Dio era pervenuto a Sem e alla sua stirpe, per l'eternità: tutta la terra di Eden e tutta la terra del mar eritreo e tutta la terra di oriente e l'India e (quella) in Eritrea e nei suoi monti, e tutta la terra di Basor 11 e tutta quella del Libano e le isole di Kafatur e tutto il monte di Saner e Amana e il monte di Assur del sud e tutta la terra di Elam e di Assur e di Babel e di Susan e di Madai e tutti i monti di Ararat e tutta la terra al di là del mare che é al di là del monte di Assur, verso sud, era terra benedetta e vasta e tutto quel che era in essa era assai bello 18. [22] E a Cam uscì (in sorte) la seconda parte, verso la regione al di là del Ghihon, verso nord, a destra (= a nordest) del Giardino (terrestre = Eden) e andava verso nord per tutte le montagne di fuoco (= vulcani); e andava verso occidente, verso il lago di Atil e procedeva (a) occidente fino ad avvicinarsi al lago Mauk nel cui interno scendono tutti (i fiumi?) che si perdono 19. [23] E veniva a sud, ai bordi di Gadir e veniva ai bordi delle acque del lago, nella regione 20 al di là del gran mare fino quando si avvicinava al fiume Ghihon e questo fiume procede fino ad avvicinarsi a destra del Giardino di Eden. [24] Questa é la terra che (uscì) in sorte a Cam, in porzione che egli prendeva in perpetuo, per s‚ e per i suoi figli. [25] E a Yafet uscì la terza quota, al di là del fiume Tina, verso il sud della uscita delle loro 21 acque e andava verso sud-est attraverso tutta la regione di Lag e tutto il suo oriente. [26] E procedeva lungo il sud e andava, per le montagne di Kilt, verso sud e verso il lago Mauk e arrivava a oriente di Gadir, fin verso il braccio 22 dell'acqua del lago. [27] E procedeva fino ad avvicinarsi in direzione dell'occidente di Fara, entrava verso Efrag e procedeva verso oriente, in direzione delle acque del fiume Meat. [28] E andava verso il braccio 22 del fiume Tina, verso sud-est, fin quando si avvicinava alle rive delle sue acque, verso il monte Rafa, e girava a sud. [29] Questa é la terra che uscì a Yafet e ai suoi discendenti in quota ereditaria che egli prendeva, per s‚ e per i suoi discendenti, in eterno: cinque grandi isole e grande terra a sud. [30] Ma era fredda, mentre quella di Cam era torrida. La terra di Sem, invece, non era n‚ torrida n‚ fredda, perché era temperata col freddo e col caldo.
IX
[modifica | modifica sorgente][1] E Cam fece la divisione fra i suoi figli e la prima parte uscì a Kush, quella verso oriente, l'occidente a Put 1 e a Canaan (uscì) l'occidente, verso l'ovest del lago. [2] E anche Sem fece la divisione fra i suoi figli e la prima parte uscì a Elam e ai suoi figli: tutta la terra in India, a oriente del fiume Tigri, fin quando esso si avvicina ad oriente, (la terra) nella regione di Eritrea, le acque di Dedan, tutti i monti di Mebri e Ela, tutta la terra di Susan e tutta quella che é nella regione di Fernak fino al mar Eritreo e al fiume Tina. [3] E ad Assur (uscì) la seconda parte: tutta la terra di Assur, di Ninive e Sinaor, fin presso l'India, e saliva nel fiume 2. [4] E ad Arpakshad uscì la terza parte: tutta la terra della regione dei Caldei, verso oriente dell'Eufrate che é vicino al mare di Eritrea e tutte le acque del deserto fin presso la lingua di mare che guarda verso l'Egitto, e tutta la terra del Libano, di Saner e Amana, fin presso l'Eufrate. [5] E ad Aram uscì la quarta parte: tutta la terra di Mesopotamia, fra il Tigri e l'Eufrate verso sud (dei) Caldei, fin presso il monte di Assur e la terra di Arara. [6] E a Lud uscì la quinta parte: il monte di Assur e tutto il suo 3 (territorio circostante), fino a che si avvicinava 4 verso l'oriente (del territorio) di Assur, suo fratello. [7] E anche Yafet divise, fra i figli, le terre della sua eredità [8] e la prima parte uscì a Gomer: (quella) verso est, da sud, fino al fiume Tina. E a sud tutte le regioni interne meridionali, fino a che si avvicinavano al lago Meat, uscirono (in sorte) a Magog. [9] E a Madai uscì la sorte di prendere (le terre) da occidente (di quelle) dei suoi due fratelli fino alle isole e alle loro estremità. [10] E a Yavan uscì la quarta parte: tutte le isole e le isole verso la regione di Lud. [11] E a Tubal uscì la quinta parte: (quella) fra la lingua che si avvicina ai paraggi della porzione di Lud fino alla seconda lingua, nella regione al di là della seconda lingua, nella terza 5. [12] E a Meshek uscì la sesta parte: tutta la regione al di là della terza lingua, fin presso l'oriente di Gadir. [13] E a Tiras uscì la settima parte: quattro grandi isole in mezzo al mare: quelle che sono vicine alla porzione di Cam e le isole di Kamaturi 6 ai figli di Arpakshad. (Questo) uscì in sorte, a lui, come proprietà ereditaria 7. [14] E, in tal modo, i figli di Noé spartirono ai loro figli (le terre) in presenza del loro padre. E Noé li fece giurare, maledicendo chiunque prendesse la porzione che non gli era uscita in sorte. [15] E tutti dissero: "Sia!" per loro e i loro figli, nelle loro generazioni fino al giorno del giudizio nel quale il Signore Iddio li condannerà, con la spada e col fuoco, per tutto il male della impurità del loro peccato per cui essi riempirono la terra di colpe, impurità, fornicazione e peccati.
[1] Nel terzo settennio di questo giubileo i demoni impuri presero a far errare i figli di Noé, a farli impazzire e a farli perdere 1. [2] E i figli si recarono da Noé, loro padre, e gli parlarono dei demoni che li traevano nell'errore e accecavano ed uccidevano i figli dei figli. [3] E (Noé) pregò al cospetto del Signore, suo Dio, e disse: "Dio delle anime che sono in tutte le carni, Tu che mi hai fatto grazia ed hai salvato, dalle acque del diluvio, me ed i miei figli e che non hai fatto in modo che io morissi come (invece) hai fatto per i figli della perdizione - poiché grande (é) la tua benevolenza verso di me e grande é stata la tua misericordia verso la mia anima - si innalzi la Tua benevolenza sui figli dei Tuoi figli e gli spiriti malvagi - sì che non li estirpino dalla terra - non abbiano potere su di loro! [4] E Tu hai benedetto me ed i miei figli perché crescessimo, aumentassimo e riempissimo la terra. [5] E Tu conosci in qual modo agirono, ai miei tempi, i Tuoi "vigilanti", padri di queste anime 2. E questi spiriti (maligni) che stanno in vita, chiudili e tienili nel luogo della condanna infernale e - poiché sono malvagi e sono stati creati per corrompere - che essi, o mio Dio, non contaminino i figli 3 del Tuo servo! [6] E che essi non abbiano potere sull'anima dei vivi! Poiché solo tu conosci la loro potenza, che essi non abbiano, sui figli dei giusti, da oggi nei secoli, alcun potere!". [7] E il nostro Dio ci disse di legarli tutti. [8] E Mastema, messaggero degli spiriti, venne e disse: "Signore creatore, lascia qualcuno di loro innanzi a me, ed essi ascoltino la mia parola e facciano tutto quel che io dirò loro perché se di loro non mi resta (alcuno) - io non posso applicare la potenza della mia volontà nei figli dell'uomo, poiché essi sono per corrompere, disperdere e far errare prima del giudizio, dato che grande é la cattiveria dei figli degli uomini" 4. [9] E (il Signore) disse: "Rimarrà un decimo innanzi a lui e le (altre) nove parti scenderanno nel luogo della dannazione". [10] E ad uno di noi disse che insegnassimo a Noé ogni loro (= dei suoi figli) medicamento (rimedio) poiché sapeva che non era nella rettitudine che essi procedevano n‚ per la giustizia che essi si battevano. [11] E noi agimmo secondo il Suo ordine. Legammo nel luogo della dannazione tutti i malvagi che erano pravi ed un decimo di essi li lasciammo (liberi) affinché fossero in potere di Satana, sulla terra. [12] E, affinché Noé curasse con le piante (= erbe) della terra, noi gli dicemmo, insieme con l'inganno (dei diavoli), il rimedio di ogni malattia (umana 5?). [13] E Noé, così come glielo avevamo insegnato, scrisse ogni specie di rimedio in (un) libro e tutti gli spiriti cattivi (che erano) al seguito dei figli di Noé furono rinchiusi. [14] E Noé dette quel che aveva scritto al suo figlio maggiore, a Sem, poiché lo amava assai più di tutti i suoi figli. [15] E (poi), si addormentò coi suoi padri e fu seppellito sul monte Lubar nella terra dello Ararat. [16] Compì, nella sua vita, novecentocinquanta anni. [17] (Sono in tutto) diciannove giubilei, due settenni e cinque anni che egli, a causa della sua santità nella quale era perfetto, visse sulla terra, eccettuato Enoc, più a lungo di tutti i figli degli uomini. Infatti il compito di Enoc era, naturalmente, di testimonianza alle generazioni del mondo sì che dicesse, nel giorno del giudizio, tutte le azioni delle generazioni 6. [18] E nel trentatreesimo giubileo, nel primo anno di questo secondo settennio, Peleg prese in moglie Lomena, figlia 7 di Sinaar e costei, nel quarto anno di questo settennio, gli generò un figlio che egli chiamò Reu perché disse: "Ecco, i figli degli uomini, per il pravo proposito di costruire una città e una torre nella terra di Sinaar, sono diventati malvagi" 8. [19] (Ciò) perché erano emigrati dalla terra dell'Ararat verso oriente, nel Senaar (e) perché, ai suoi tempi, avevano costruito una città ed una torre dicendo: "Saliamo, a mezzo di essa, nel cielo". [20] E presero a costruire e nel quarto settennio... 9 col fuoco ed ebbero mattoni come pietre e il fango col quale intonacavano era asfalto che usciva dal mare e dagli abissi delle acque della terra di Sinaar. [21] E la costruirono per quaranta anni e, per tre anni, stettero a costruir mattoni ognuno della fronte (= larghezza?) di tre, dello interno (= profondità, lunghezza?) di dieci e della altezza di tre 10. Ed essa si innalzò per 5433 cubiti, due spanne e quindici me'eraf 11. [22] E ci disse il Signore, nostro Dio: "Ecco, erano un sol popolo. Hanno cominciato a lavorare ed ora nessuno di loro la finirà. Venite! Scendiamo e confondiamo le loro lingue: l'uno non comprenderà la parola dell'altro e sian dispersi fra i paesi e i popoli e non vi sia più, così, fra di loro, un solo modo di intendersi 12, fino al giorno del giudizio". [23] E il Signore discese, e noi con Lui, per vedere la città e la torre che i figli degli uomini avevano costruito. [24] Ed (Egli) confuse tutte le parole dei loro linguaggi e l'uno non intese più le parole dell'altro e interruppero, allora, la costruzione della città e della torre. [25] E, perciò, tutta la terra di Senaor fu chiamata Babele poiché colà il Signore disgregò tutti i linguaggi dei figli degli uomini e di là furono dispersi in tutti i loro paesi, ognuno secondo il proprio linguaggio e la propria nazione. [26] E il Signore mandò un gran vento sulla torre e la abbatt‚ a terra ed ecco, (là), quella torre, fra la terra di Assur e di Babilonia, nella terra di Sinaar e si chiama Deqat 13. [27] Nel primo anno, al suo inizio, del quarto settennio del trentaquattresimo giubileo, furono dispersi dalla terra di Sinaor. [28] E Cam e i suoi figli si recarono nel territorio preso per lui e che aveva avuto, come sua parte, nella terra del Sud. [29] E Canaan vide che la terra del Libano, fino al fiume d'Egitto, era assai bella e, perciò, non andò nella terra della sua eredità, verso ovest, e si fermò nella terra del Libano, da est e da ovest terra del (fiume) Giordano, e sul braccio del mare. [30] E il padre Cam, e i suoi fratelli Kush e Misraim gli dissero: "Ti sei fermato nella terra che non é tua e che non ci é uscita in sorte. Non far così! Se fai così, tu e i tuoi figli cadrete in terra, sotto le lance, e (sarete) maledetti nella discordia, poiché nella discordia vi siete fermati (colà) e nella discordia cadranno i tuoi figli e tu sarai sradicato in eterno 14. [31] Non stare nella sede di Sem poiché (essa) é uscita in sorte a Sem e ai suoi figli. [32] Sarai il più maledetto, e più di tutti i figli di Noé, con la maledizione che stabilimmo con giuramento al cospetto del giudice santo 15 e di Noé, nostro padre". [33] Egli non li ascoltò ed è stato, coi suoi figli fino ad oggi nella terra del Libano, da Emat fino alle porte di Egitto [34] e, perciò, questa terra é stata chiamata Canaan. [35] Yafet e i suoi figli andarono verso il mare e soggiornarono nella loro porzione e Madai vide la terra del mare, gli piacque e la chiese a Elam, a Asor ed a Arpakshad, fratello di sua moglie ed ha soggiornato, fino ad oggi, nella terra di Medeqin, vicina a suo cognato, [36] e la sede sua e dei suoi figli, Madaqin, la chiamò con il nome di Madai, loro padre 16.
XI
[modifica | modifica sorgente][1] E nel primo anno del terzo settennio del trentacinquesimo giubileo Reu prese in moglie Ora, figlia di Ur figlia del figlio 1 di Kesed. Costei gli generò figli (sic!) ed egli lo chiamò Serug nel settimo anno di quel settennio dello stesso giubileo. [2] E i figli di Noé cominciarono a combattere, a far prigionieri e a uccidere ognuno il proprio fratello, a spargere il sangue degli uomini sulla terra, a mangiar il sangue e a costruir paesi fortificati, muri e torri e a innalzarsi, un uomo, sul popolo e a nominare, per la prima volta, (la parola) "governo" e a portar guerra - popolo contro popolo, popoli contro popoli e paese contro paese -: e il tutto per far male e impossessarsi di armi e per insegnare ai loro figli la guerra. E cominciarono a catturar paesi e a vendere schiavi e schiave. [3] E Ur, figlio di Kesed, costruì Era, (dalle parti) dei Caldei e la chiamò col nome proprio e col nome di suo padre 2. [4] E si fece delle statue di metallo; e coloro che si erano fatte statue di metallo si prostravano agli idoli e cominciarono a far sculture e statue impure e gli spiriti maligni (li) aiutavano e li traevano in inganno a che facessero peccati e cose impure. [5] E il principe Mastema, nel far tutto ciò, era potente e mandava, per mezzo degli spiriti 3 - quelli che erano stati consegnati nelle sue mani 4, - a far ogni delitto, peccato ogni azione colpevole, a corrompere, a distruggere e a sparger sangue sulla terra. [6] E, perciò, il nome di "Seruh" fu chiamato (= mutato in) "Serug" perché tutti si eran girati a commettere ogni (specie di) peccato. [7] E (Serug) crebbe e stette in Ur dei Caldei vicino al padre della madre di sua moglie ed adorava gli idoli. E nel primo anno del quinto settennio del 36ø giubileo prese in moglie Melka, figlia di Keber, figlia del fratello di suo padre. [8] E costei gli generò Nabor 5 nel primo anno di questo settennio e (costui) crebbe e dimorò in Ur dei Caldei e il padre gli insegnò la dottrina dei Caldei e a indovinare e trarre auspici dagli astri del cielo. [9] E, nel primo anno del sesto settennio del trentasettesimo giubileo prese in moglie Iyask, figlia di Nesteg dei Caldei. [10] E costei, nell'anno del settimo settennio di questo (giubileo) 6, gli generò Tara. [11] E il principe Mastema mandò corvi e uccelli a mangiare, per la devastazione della terra, le sementi che si seminavano nella terra e a rapinare i figli degli uomini dei frutti del loro lavoro (e li mandò) affinché, prima che arassero, i corvi raccogliessero i semi dalla faccia della terra. [12] E perciò suo padre lo chiamò Tara: perché i corvi e gli uccelli li avevano ridotti in povertà ed avevano loro mangiato i semi. [13] E gli anni cominciarono a divenir sterili al cospetto (= a causa) degli uccelli (i quali) mangiavano, dagli alberi, tutti i frutti delle piante. (Fu) con gran forza se, in quei tempi, si pot‚ salvarne pochi. [14] E nel primo anno del secondo settennio del trentanovesimo giubileo Tara prese in moglie Edna, figlia di Abramo (e) figlia della sorella di suo padre. [15] E, nel settimo anno di questo settennio, costei gli generò un figlio ed egli lo chiamò Abramo, col nome del padre della di lui madre, poiché costui era morto prima che la figlia concepisse il figlio. [16] E il fanciullo cominciò a conoscere gli errori della terra (e) in qual modo tutti erravano al seguito degli idoli e della impurità. Il padre gli insegnò la scrittura - egli (era) un fanciullo di due settenni e si separò dal padre per non adorare, insieme con lui, gli idoli. [17] E prese a pregare il Creatore di tutto affinché lo salvasse dagli errori dei figli degli uomini e la sua parte 7 non cadesse nell'errare al seguito della impurità e della malvagità. [18] E venne il tempo della semina per mettere i semi nella terra e tutti uscirono insieme per difendere la propria semenza dai corvi. E uscì anche Abramo con loro e il fanciullo era dell'età di quattordici anni. [19] E una nuvola di corvi venne a mangiare i semi e Abramo correva verso di loro prima che essi si poggiassero sulla terra e gridava contro di loro prima che essi si poggiassero, per mangiare i semi, sulla terra e diceva: "Non scendete! Tornate nel luogo donde siete venuti!" ed essi se ne tornarono. [20] E, in quel giorno, le nuvole di corvi ritornarono (da) settanta 8 vie e, su tutti i campi dove stava Abramo, di tutti i corvi, nessuno vi si fermò e nessuno rimase colà. [21] E lo videro tutti quelli che stavano, con lui, in tutti i campi: egli gridava, tutti i corvi se ne tornarono e il suo nome si fece grande in tutto il territorio dei Caldei. [22] E, in questo stesso anno, tutti quelli che seminarono, andarono da lui ed egli andò con loro fin quando finì il tempo della semina ed essi seminarono i loro terreni, ammassarono, in quell'anno, il grano, mangiarono e furono sazi. [23] E, nel primo anno del quinto settennio, insegnò l'arte del legno a quelli che facevano gli attrezzi dei buoi. E fecero un attrezzo sulla terra, in opposizione al manico dell'aratro, sì che vi mettevano sopra la semenza ed essa scendeva, dall'interno, nel serbatoio dei semi 9 e si nascondeva nel terreno. E (così) essi non ebbero più paura dei corvi. [24] E fecero in tal modo su tutti i manici degli aratri, (posero) i manici degli aratri sul terreno, seminarono e fecero, (per) tutta la terra, tutto come loro aveva comandato Abramo. E non ebbero più paura al cospetto degli uccelli.
XII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel settimo anno del settimo settennio, Abramo disse a Tara, suo padre: "Padre!" ed egli gli disse: "Eccomi qua, figlio mio". [2] "Quale aiuto e convenienza abbiamo da quegli idoli che tu adori e ai quali ti prostri [3] dato che essi non hanno spirito alcuno, sono muti e costituiscono un errore del cuore? Non adorarli! [4] Adorate il Dio del cielo che manda la pioggia e la rugiada sulla terra e che, con la sua parola, ha creato ogni cosa e ogni vita (procede) da Lui. [5] Perché adorate quelli nei quali non vi é n‚ anima n‚ cuore - dato che sono opera delle mani - e perché ve li portate sulle spalle? Non vi é, per voi, da parte loro, alcun aiuto all'infuori della grande ignominia per coloro che li costruiscono e dell'errore del cuore per coloro che li adorano. Non adorateli!". [6] E Tara disse: "Lo so anche io, figlio mio. Ma come faccio con questo popolo che mi ha ordinato di servire innanzi a loro? [7] Se dicessi loro il giusto, essi mi ucciderebbero, perché la loro anima va appresso a loro per adorarli e magnificarli. Taci, figlio mio, affinché non ti uccidano!" [8] Egli disse queste cose (anche) ai suoi due fratelli, i quali si adirarono con lui, ed egli se ne stette zitto. [9] E nel settimo anno del secondo settennio del quarantesimo giubileo Abramo si prese una donna di nome Sara, figlia del di lui padre, e costei gli divenne moglie. [10] E Haran, suo fratello, prese (moglie) nell'anno...... 1 del terzo settennio e la moglie, nel settimo anno dello stesso settennio, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Lot 2. [11] E anche Nahor, suo fratello, prese moglie. [12] E, nell'anno...... 3 della vita di Abramo, quel quarto settennio, nel quarto anno, Abramo si alzò di notte e bruciò il tempio degli idoli e tutto quel che vi era dentro, senza che alcuno lo sapesse. [13] E sorse (la gente) di notte e voleva salvare, da mezzo al fuoco, i propri déi. [14] Haran corse a salvarli, il fuoco bruciò su di lui ed egli bruciò nel fuoco e morì in Ur 4 dei Caldei innanzi a Tara, suo padre, e lo seppellirono in Ur. [15] Tara e i suoi figli uscirono da Ur dei Caldei per venire nella terra di Libano e in quella di Canaan e Abramo, insieme col padre Tara, si fermò a Harran per due settenni. [16] E nel quinto anno del sesto settennio Abramo si alzò di notte, al principio del settimo mese, e stette ad osservare le stelle, dalla sera all'alba, per vedere quali sarebbero i fatti dell'anno in riferimento alle piogge, e stava ad osservare da solo. [17] E nel suo animo venne una voce che diceva: "Tutti i segni delle stelle, del sole e della luna, tutto é nelle mani del Signore. Perché io sto ad investigare? [18] Egli, se vuole fa piovere di sera e di mattina, e (solo) se vuole, fa scendere 5 (la pioggia). Tutto é nelle sue mani". [19] E, nella stessa notte, pregò e disse: "Dio mio, Dio eccelso! Tu solo sei il mio Dio. Tu hai creato tutto e tutto quel che esiste é stato opera delle tue mani. Io ho scelto Te e la Tua divina maestà. [20] Salvami dalle mani degli spiriti malvagi che dominano nel pensiero della mente dell'uomo e che essi non mi facciano errare da dietro a Te, o mio Dio, prepara me e i miei figli all'eternità e (fa sì) che noi non erriamo da oggi, nei secoli! [21] E io dico (= domando) se debba ritornare a Ur dei Caldei - i quali desiderano che io ritorni presso di loro - o se debba stare qui, in questo luogo. La via retta, avanti a Te, rendila prospera! Che essa agisca per mano del Tuo servo ed io non procederò, (allora), nell'errore del mio cuore, o mio Dio". [22] Finì di parlare e di pregare ed ecco che fu inviata presso di lui, a mio mezzo, la parola del Signore che diceva 6: "Vieni dalla tua terra, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre nella terra che io ti mostrerò. Io ti porrò in una terra che é grande 7, in un popolo grande e numeroso. [23] Io ti benedirò, renderò grande il tuo nome e tu sarai benedetto sulla terra e, per te, saranno benedetti tutti i popoli della terra. Quelli che ti benediranno, io li benedirò e quelli che ti malediranno, li maledirò. [24] Io sarò il tuo Dio, per te, per i tuoi figli, per i figli dei tuoi figli e per tutta la tua discendenza e (per quelli che verranno) dopo di te. Non temere! Da ora, e fino a tutte le generazioni della terra, io sarò il tuo Dio". [25] E mi disse il Signore Iddio: "Sciogli la sua bocca e le sue orecchie ed egli ascolti e parli nella lingua che tu rivelerai perché (la lingua) é ferma sulla bocca di tutti i figli degli uomini fin da quando era bambino 8". [26] E io sciolsi la sua bocca, le sue labbra e le sue orecchie e cominciai a parlare con lui in ebraico, nella lingua della creazione. [27] Ed egli prese gli scritti dei suoi padri - ed erano scritti in ebraico - li trascrisse e, fin da allora, ha iniziato a studiarli ed io gli spiego quel che gli é difficile ed egli li ha studiati durante i sei mesi di pioggia. [28] Ed il settimo anno del sesto settennio parlò con suo padre e gli annunziò che se ne andava da Harran per recarsi a vedere Canaan e che sarebbe ritornato presso di lui. [29] E il padre, Tara, gli disse: "Va' in pace! Il Dio dei mondi diriga il tuo cammino 9 e il Signore (sia) con te e ti protegga da tutti i mali; ti dia, al cospetto di tutti quelli che ti osservano, la grazia, la misericordia e la benevolenza e che nessuno dei figli degli uomini abbia, su di te, il potere di farti del male! Va in pace! [30] E, se vedi [che] la terra (é) bella ai tuoi occhi e a starci dentro, vieni, prendimi con te (e portami) presso te! E prendi con te Lot, figlio di tuo fratello Aran, ed egli ti sia (come) figlio e il Signore sia con te! [31] Lascia tuo fratello Nahor presso di me fino a che ritornerai in pace e noi andremo, tutti insieme, con te.
XIII
[modifica | modifica sorgente][1] E Abramo 1 prese Sara, sua moglie, e Lot, figlio di suo fratello Aran e andò via da Harran (e si recò) nella terra di Canaan, venne nella terra di Assur, procedette fino a Sichem e passò la notte alla Quercia alta. [2] E vide la terra ed ecco (che essa era) assai bella dall'ingresso di Hamat fino al Monte alto 2. [3] Ed il Signore gli disse: "Io ti do, per te e i tuoi figli, questa terra". [4] Ed egli costruì colà un altare e vi innalzò sopra l'olocausto al Signore che gli era apparso. [5] E partì di colà per monte Betel 3, che (é) verso il mare e (per) Ai, verso oriente e piantò colà la sua tenda. [6] Osservò ed ecco (che) la terra era assai bella, vasta e generosa. Vi germogliava tutto: viti, fico, melograno, quercia, frassino (?) terebinto, ulivo, cedro (del?) Libano, cipresso e tutti gli alberi di selva. E vi era acqua sulle montagne. [7] E benedì il Signore che lo aveva fatto uscire da Ur dei Caldei e lo aveva fatto arrivare su questo monte. [8] E nel primo anno del settimo settennio, all'inizio del primo mese, costruì un altare su questo monte e lo chiamò, col nome del Signore: "Tu, mio Dio, Dio eterno" 4. [9] E offrì, sull'altare, l'olocausto al Signore affinché stesse con lui e non lo abbandonasse per tutto il tempo di sua vita. [10] E partì di là ed andò verso il sud 5 e arrivò fino a Hebron - che allora era stata costruita - e stette colà, nella terra del sud, due anni fin quando arrivò Lot e vi fu carestia sulla terra 6, [11] E Abramo andò, nel terzo anno del settennio, in Egitto e vi dimorò cinque anni prima che gli fosse rapita la moglie [12] e Tanay d'Egitto fu costruita allora, nella settima stagione delle piogge, dopo (la costruzione di) Hebron. [13] E quando il Faraone rapì Sara, moglie di Abramo, il Signore flagellò il Faraone e tutta la sua casa con grandi flagelli a causa di Sara, moglie di Abramo. [14] Abramo 7 (era) onorato di molte ricchezze, di pecore, buoi, asini, cavalli, cammelli, servi, serve, argento ed oro in gran quantità ed anche Lot, figlio di suo fratello, aveva ricchezze. [15] E il Faraone fece ritornare Sara, moglie di Abramo, e lo fece partire dall'Egitto. Ed egli andò nel luogo dove prima era stata piantata la sua tenda, nel luogo dell'altare, Ai 8, ad oriente di Betel. Vi si recò e benedisse il Signore suo Dio che lo aveva fatto tornare in pace. [16] E nel terzo anno del primo settennio del quarantunesimo giubileo ritornò in questo luogo ed offrì, su di esso, l'olocausto e chiamò col nome del (= invocò) Signore e disse: "Tu, oh Signore, Dio Eccelso, Dio mio nei secoli" 9. [17] E nel quarto anno del settennio Lot si separò da lui e si fermò a Sodoma i cui uomini erano grandi peccatori [18] ed egli, poiché il figlio di suo fratello si era separato da lui (ed) egli non aveva figli, si addolorò nello animo suo. [19] In quell'anno, quando Lot fu fatto prigioniero 10, il Signore parlò ad Abramo, dopo che Lot si era separato da lui nel quarto anno del settennio, e gli disse: "Alza i tuoi occhi dal luogo dove stai. Starai là, a nord, a sud, ad ovest e ad est [20] poiché tutta la terra che vedi io la darò a te e ai tuoi figli, per sempre, e farò la tua discendenza (numerosa) come la sabbia del mare. Se l'uomo può contare la sabbia del mare, anche la tua discendenza sarà contata 11. [21] Sorgi! percorri(la) in lungo e in largo ed osserva tutto, poiché io (la) do alla tua stirpe. E Abramo andò a Hebron e soggiornò colà. [22] E in quell'anno venne Kedorlaomer 12, re di Elam, Anorafel, re di Shinear, Ariok, re di Ellasar e Tideal, re dei pagani e uccisero il re di Gomorra: e il re di Sodoma fuggì e molti caddero, per le ferite, a Sedemau 13, nella terra del sale, [23] e presero prigionieri Sodoma, Adma, Seboim e Lot, figli del fratello di Abramo e (catturarono) tutte le sue ricchezze e (Lot?) andò fino a Dan 14. [24] E uno che si era salvato venne da Abramo e gli disse che il figlio di suo fratello era stato fatto prigioniero. [25] E lo schiavo offrì 15, in favore di Abramo e della sua discendenza, le prime decime al Signore ed il Signore stabilì una legge eterna: che le dessero ai sacerdoti, a coloro che servivano innanzi a lui, e che essi le prendessero per l'eternità. [26] E non vi é, per questa legge, limite di tempo poiché, per le generazioni, é norma eterna che si dia, al Signore, la decima delle semenze, dell'olio, del vino, delle vacche e delle pecore. [27] Ed egli dette, con gioia, ai suoi sacerdoti, da mangiare e da bere al suo cospetto 16. [28] E giunse presso di lui il re di Sodoma, si prostrò avanti a lui e disse: "Signor nostro Abramo, dacci l'anima di quelli che hai salvato dal pericolo, e il bottino sia tuo!" [29] E Abramo disse: "Alzo le mie mani al Dio eccelso che (non) prenderò nulla di quello che é tuo, dal filo fino al laccio dei sandali, affinché tu non dica di avermi arricchito. (Non prenderò nulla) se non quello che mangiano solo (questi) giovani e la porzione degli uomini che sono venuti con me (e cioè): Aner, Eshkol e Mamre. Costoro prenderanno la loro parte 17.[1]
XIV
[modifica | modifica sorgente]1 [1] E dopo di ciò, nel quarto anno di questo settennio, all'inizio del terzo mese, vi fu in sogno, ad Abramo, la parola del Signore che diceva: "Non temere, Abramo, dato che io sono il tuo protettore e il tuo premio sarà grandissimo". [2] Ed egli disse: "Signor mio, Signor mio, che mi darai? Io me ne andrò senza figli. Il figlio di Maseq, il figlio della mia serva, quell'Eliezer di Damasco, egli erediterà da me. A me tu non hai dato figli". [3] E (il Signore) gli disse: "Non sarà costui il tuo erede, ma colui che uscirà dal tuo seno. Questo erediterà da te". [4] Lo fece uscire fuori e gli disse: "Guarda nel cielo, vedi se puoi contare le stelle del cielo". [5] Egli guardò il cielo, vide le stelle e (il Signore) gli disse: "Così sia la tua discendenza!" [6] Egli credette nel Signore e ciò gli fu ascritto a giustizia. [7] E gli disse: "Io sono il Signore Dio tuo che ti ha fatto uscire da Ur dei Caldei per darti la terra di Canaan da occupare per sempre, e sarò il tuo Dio per te e per le tue generazioni dopo di te". [8] Ed egli disse: "Signore, Signore, come saprò che erediterò (la terra)?" [9] E (il Signore) gli disse: "Prenditi 2 un vitello di tre anni, una capra di tre anni, una pecora di tre anni, una tortora ed una colomba". [10] Ed egli prese tutte queste cose alla metà del mese e stava al querceto di Mameray che é vicino a Hebron [11] e costruì, colà, l'altare. E sacrificò tutti questi (animali), ne versò il sangue sull'altare, li divise a metà e pose (le metà) una di fronte all'altra, ma gli uccelli non li tagliò. [12] E gli uccelli scendevano sui pezzi sparsi delle bestie, ed egli li allontanava e non permetteva che li toccassero. [13] E al calar del sole, un terrore 3 e una gran tenebra paurosa cadde su Abramo e gli fu detto: "Sappilo! Sappi che la tua stirpe sarà esule in terra di stranieri e che, per 400 anni, la domineranno e la faranno soffrire. [14] Io condannerò i popoli cui essa sarà stata soggetta e, dopo di ciò, essa uscirà di colà con molte ricchezze [15] e tu andrai in pace presso i tuoi padri e sarai seppellito in bella vecchiaia. [16] E nella quarta generazione ritorneranno qui poiché i peccati degli Amorrei, fino ad oggi, non sono finiti". [17] Ed egli si destò dal suo sonno, si alzò, il sole tramontò, vi fu una gran fiamma ed ecco che una fornace emetteva fumo e una fiamma di fuoco passò fra i pezzi di animali sparsi. [18] E in quel giorno il Signore strinse il patto con Abramo dicendo: "Io darò alla tua discendenza questa terra dal fiume di Egitto fino al gran fiume Eufrate, (fino) ai Keniti, ai Kenizziti, ai Kadmoniti, ai Ferezziti, ai Refaiti, ai Fakoriti, agli Hivviti, agli Amorrei, ai Cananei, ai Ghirgashiti 4. [19] Abramo passò ed offrì i pezzi sparsi degli animali e gli uccelli e i loro sacrifici e le loro bevande 5 e il fuoco li mangiò. [20] E in quel giorno stringemmo con Abramo un patto simile a quello che stringemmo, in questo mese, con Noé, ed Abramo rinnovò, per s‚ stesso, e in eterno, la festa e la legge. [21] Abramo 6 si rallegrò ed annunziò tutte queste cose a Sarai, sua moglie, ed ebbe fede che egli avrebbe avuto figli; ma quella (invece) non generava. [22] E Sarai dette un consiglio a suo marito Abramo e gli disse: "Entra da Agar, la mia serva egiziana. Può essere che avrai discendenza da lei" 7. [23] Abramo ascoltò le parole di Sarai, sua moglie, e le disse: "Fa' tu!" Ella prese Agar, la sua serva egiziana, e la dette ad Abramo, suo marito, perché gli fosse donna. [24] Egli entrò presso di lei ed ella rimase incinta e generò un figlio ed egli lo chiamò Ismaele nel quinto anno di questo settennio, ed era l'ottantaseiesimo anno della vita di Abramo.
XV
[modifica | modifica sorgente][1] E nel quinto anno del quarto settennio di questo giubileo, a metà del terzo mese, Abramo fece la festa dell'inizio della mietitura del grano. [2] Ed offrì, oltre 1 all'offerta della primizia del grano, la nuova offerta al Signore: vacca, caprone e pecora, sull'altare, in olocausto al Signore ed offrì sull'altare il loro sacrificio e la loro bevanda insieme con incenso. [3] E gli apparve il Signore 2 e gli disse: "Io sono il Dio onnipotente, siimi gradito e sii perfetto [4] ed io darò il mio patto, fra me e te, e ti farò assai grande" 3. [5] E Abramo cadde faccia a terra e il Signor gli parlò e gli disse: [6] "Ecco il patto (che stringo) con te: Io ti costituisco 4 padre di molti popoli. [7] Il tuo nome non sarà più Abramo e sia, invece, da oggi e nei secoli, Abrahamo poiché ti ho nominato padre di molti popoli, [8] ti farò grande assai, ti darò popoli e, da te, sortiranno re. [9] Io ti do il mio patto fra me, te e le generazioni dopo di te, nelle loro discendenze, per legge eterna: (il patto é) che io sia Dio a te e alla tua stirpe, dopo di te, nelle loro discendenze; [10] (che darò) la terra dove sei trasmigrato, la terra di Canaan che tu amministri, in eterno, e che io sarò il loro Dio". [11] E il Signore disse ad Abramo: "Ed osserva anche tu il mio patto, tu e la tua discendenza dopo di te: e voi circonciderete i vostri prepuzi e questo sarà il segno del patto eterno fra me e te e per le generazioni. [12] All'ottavo giorno circonciderete tutti i maschi nelle vostre famiglie. Il figlio nato in casa e quello che avrete comprato, per denaro, da qualsiasi forestiero e che possedete e che non é della tua discendenza, siano circoncisi! [13] Sia circonciso il nato nella tua casa e quello che hai comprato con denaro! E sia il mio patto, nella vostra carne, per legge eterna! [14] E l'anima di tutti i vostri maschi che non saranno stati circoncisi e (di) colui che non si sarà circoncisa la carne del prepuzio nell'ottavo giorno, sia strappata di mezzo ai suoi simili poiché egli avrà violato il mio patto!" [15] E il signore disse ad Abramo: "Sarai, tua moglie, poiché il suo nome (é) Sara, non si chiamerà più Sarai 5. [16] Io benedico e ti darò da lei un figlio, lo benedirò, diverrà una nazione e da lui saranno [= sortiranno] re di popoli". [17] E Abramo cadde faccia a terra, si rallegrò e disse in cuor suo: "Che forse uno di cento anni genera un figlio e Sara, che é di novant'anni, genera?" [18] E Abramo disse al Signore: "Conviene che Ismaele 6 viva al tuo cospetto" [19] E il Signore disse "Va bene! E anche Sara ti genererà un figlio e tu lo chiamerai Isacco ed io pongo in eterno il mio patto con lui e per le generazioni dopo di lui. [20] E anche per quanto riguarda Ismaele, io ti ho esaudito. Ed, ecco, lo benedico e lo farò grande, lo moltiplicherò assai ed egli genererà dodici princìpi ed io lo preporrò su un gran popolo 7. [21] Ed io pongo il mio patto con Isacco che Sara ti genererà nell'anno prossimo, in questo giorno, [22] E il Signore, avendo terminato il suo discorso con lui, salì al di sopra di Abramo 8. [23] E Abramo fece come il Signore gli aveva detto: prese suo figlio Ismaele, tutti i nati in casa nonché quelli che aveva acquistato con danaro, (cioè) tutti i maschi della sua casa, e circoncise la carne del loro pene. [24] E in questo stesso giorno si circoncise(ro) Abramo e tutti gli uomini della sua casa e, insieme con lui, furono circoncisi tutti coloro che egli aveva comprato, con denaro dagli stranieri. [25] E questa legge é per tutte le generazioni, in eterno, e non vi é circoncisione temporale e non vi é trasgressione di un sol giorno rispetto all'ottavo giorno poiché é una legge eterna, stabilita e scritta nelle tavole del cielo. [26] E tutti quelli che sono nati e non si circoncidono la carne delle pudenda fino 9 all'ottavo giorno, non appartengono ai figli del Patto che il Signore promise ad Abramo ed appartengono, invece, ai figli della corruzione e non vi é, quindi, su di essi, alcun segno che essi appartengano al Signore, dato che essi (sono destinati) alla corruzione, a perdersi e ad essere dispersi dalla terra, poiché hanno violato il patto del Signore, nostro Dio. [27] Poiché, fin dal giorno della loro creazione, così (é) la creazione 10 di tutti gli angeli "faciei" 11 e di tutti gli angeli della santità, ed Egli (Iddio) considerò 12 gli angeli della santità per la santità e santificò Israele affinché (gli israeliti) fossero con Lui e con i Suoi angeli santi. [28] E anche tu ordina ai figli di Israele che rispettino il segno di questo Patto 13 sia per tutte le loro generazioni, a legge eterna, sia per non esser dispersi dalla terra [29] poiché, a proposito di (questo) Patto, per tutti i figli di Israele, fu stabilito l'ordine di osservarlo in eterno, [30] dato che il Signore non aveva avvicinato a sé‚ né Ismaele e i suoi figli, né i suoi fratelli ed Esau e, - poiché li conosceva - sebbene fossero figli di Abramo, non aveva scelto fra essi; [31] scelse, (invece), Israele perché divenisse il Suo popolo, lo santificò e lo riunì, fra tutti i figli dell'uomo, (sotto la sua tutela). Egli, infatti, ha molti popoli e molte genti, tutti sono Suoi e, su essi, Egli dette agli spiriti il potere di farli errare da dietro a Lui [32] (ma) non dette ad alcun angelo o spirito 14 il potere su Israele poiché Egli solo é il loro (= degli israeliti) principe, li protegge e li rivendica, per sé, dalle mani dei Suoi angeli, dei suoi spiriti e di tutti sì che tutti (= gli israeliti) rispettino i Suoi comandamenti, Egli li benedica, essi siano Suoi ed Egli sia loro, da oggi, nei secoli 15. [33] E fin da adesso io ti dico che i figli di Israele verranno meno a questo patto e che i loro figli non saranno, secondo tutta questa legge, circoncisi perché, per quanto riguarda la carne della loro circoncisione, essi ometteranno (lett.: saranno omittenti) la circoncisione dei loro figli e tutti loro, figli di Belehor, lasceranno i loro figli così come sono nati, senza circoncisione. [34] E vi sarà, sui figli di Israele, grande ira da parte del Signore poiché avranno violato il Suo patto, si saranno allontanati dal Suo comando, saranno irosi e blasfemi e non adempieranno - secondo la loro norma - a questo segno (di circoncisione) poiché avranno reso sé stessi come i popoli (destinati) ad esser tolti e dispersi dalla terra. E non vi é, dunque, per essi remissione e perdono perché (il Signore) faccia remissione e condono di tutti i peccati 16, per questo errore eterno.
XVI
[modifica | modifica sorgente]1 [1] E all'inizio del quarto mese apparimmo ad Abramo presso la quercia di Mamre 2, parlammo con lui e gli annunciammo che gli sarebbe stato dato un figlio dalla moglie Sara. [2] E Sara, poiché seppe che noi avevamo detto questa cosa ad Abramo, rise. La rimproverammo; ella ebbe paura e negò di aver riso di questa cosa. [3] E le dicemmo il nome del figlio così come esso era scritto sulle tavole del cielo: Isacco. [4] E, quando tornammo da lei al tempo giusto, ella concepì il figlio 3. [5] E in questo mese il Signore fece la condanna di Sodoma e Gomorra e di Sebuem e di tutte le regioni del Giordano: le bruciò con fuoco e zolfo e le ha, fino ad oggi, distrutte in conformità a come io ora ti ho annunciato tutto il loro modo di agire: come (erano) malvagi e grandi peccatori, [6] e (come) essi erano impuri, fornicatori e facevano cose turpi sulla terra. Così il Signore, là dove si operi in conformità della corruzione dei Sodomiti e della loro condanna, fa giustizia ovunque 4. [7] Ma Lot il Signore lo salvò perché si ricordò di Abramo e lo fece scampare dalla distruzione. [8] E fece, egli e le sue figlie, sulla terra 5 peccato del quale non vi fu il simile, dai tempi di Adamo fino ai suoi tempi, poiché l'uomo 6 si giaceva con le sue figlie. [9] Ed, ecco, é stato inciso e deciso su tutta la sua stirpe, nelle tavole del cielo, che (il Signore) li allontani, li disperda e li condanni come condannò Sodoma 7 e che non gli (= a Lot) faccia sopravanzare ogni discendenza, nella terra degli uomini, nel giorno del giudizio. [10] E in questo mese Abramo 8 partì da Hebron e soggiornò tra Kades e Sor, nei monti di Gerar. [11] E a metà del quinto mese partì di là e soggiorno al Pozzo del Giuramento 9. [12] E a metà del sesto mese il Signore 10 visitò Sara, le fece come aveva detto, ed ella concepì e generò il figlio. [13] E nel terzo mese, alla metà, nel giorno che il Signore aveva detto ad Abramo, nella festa della prima mietitura, nacque Isacco [14] ed Abramo circoncise il figlio all'ottavo (giorno). Egli si era circonciso prima 11, secondo il patto stabilito per l'eternità. [15] E nel sesto anno, in questo mese del quarto settennio, venimmo presso Abramo, al pozzo del giuramento e - come avevamo detto a Sara che saremmo ritornati da Lei ed ella concepì un figlio [16] e ritornammo nel settimo mese, la trovammo incinta al nostro cospetto, la benedicemmo e le annunciammo - (gli annunciammo) tutto quel che ci era stato ordinato per lui: che egli non sarebbe morto, finché fossero nati sei figli e che egli (li) avrebbe visti prima di morire e che, in Isacco sarebbe(ro) stati denominati, per lui, nome e stirpe; [17] che tutte le discendenze dei suoi figli avrebbero formato dei popoli e sarebbero state annoverate tra i pagani e che, dei suoi figli, solo Isacco sarebbe stato (destinato) a (essere) santa progenie e non sarebbe stato considerato fra i pagani, [18] poiché era (destinato) a (essere) parte dell'Altissimo e fra coloro che il Signore, essendo disceso (= in terra), tiene in suo dominio sì che tutta la sua progenie sia progenie del Signore, popolo della successione ereditaria fra tutti i popoli, e sia regno, sacerdozio e popolo santo 12. [19] E noi andammo per la nostra via e dicemmo a Sara tutto quel che avevamo detto a lui ed ambedue gioirono di grandissima gioia. [20] E costruì colà un altare al Signore che lo aveva salvato e reso felice sulla terra del suo esilio e fece gran festa, in questo mese, per sette giorni, vicino all'altare che aveva costruito al pozzo del giuramento 13. [21] E costruì tende per sé‚ e per i suoi servi, in questa festa, e celebrò per primo la festa dei tabernacoli. [22] E in questi sette giorni Abramo offriva ogni giorno, sull'altare, in olocausto al Signore, due vacche, sette pecore e un capretto per chiedere, a causa dei peccati, con esso (sacrificio), perdono per s‚ e per la sua progenie [23] e (offriva), per sacrificio di salvezza, sette caproni, sette agnelli, il loro sacrificio e le loro bevande 14 (e) sul tutto bruciava, sull'altare del sacrificio, incenso dal bel profumo, gradito al Signore. [24] All'alba e a sera bruciava profumi di incenso, di galbano, di olio di mirra, di nardo, di mirra, di spiga aromatica e di q'oste 15. Tutti questi sette (profumi) offriva pestati, in egual misura, commisti e integri. [25] E fece una tal festa per sette giorni, rallegrandosi con tutto il cuore e tutta l'anima, lui e tutti quelli che erano nella sua casa, e non vi era alcun estraneo con lui n‚ tutti quelli che non erano circoncisi. [26] Ed egli benedì il suo Creatore che lo aveva creato nella sua stirpe, perché lo aveva creato con benevolenza sapendo ed essendo certo che da lui sarebbe (nata) la pianta di giustizia per le generazioni, in eterno, ed un seme santo sì che divenisse come Colui che aveva fatto il tutto 16. [27] E benedì il suo Creatore, si rallegrò e chiamò questa festa: "Festa del Signore, gioia del gradimento al Signore eccelso" 17. [28] E noi benedicemmo, in eterno, lui e tutte le stirpi dopo di lui, in tutte le generazioni che (saranno) in eterno sulla terra, perché al suo tempo aveva fatto questa festa secondo la testimonianza delle tavole del cielo. [29] Perciò fu stabilito sulle tavole del cielo, a carico di Israele, che celebrassero la festa dei tabernacoli, per sette giorni, in allegria, nel settimo mese, (in cui Abramo) riceve(tte), al cospetto del Signore, la legge eterna nelle loro generazioni, per tutti gli anni e gli anni 18. [30] E non vi é, a questa (legge), termine di tempo poiché é stabilito in eterno, a carico di Israele, che la celebrino e stiano nel tabernacolo, che si pongano corone sul capo e che prendano dal ruscello rami di foglie di salice. [31] E Abramo prese germogli 19 di palma e frutti di alberi belli e, ogni giorno, girava intorno all'altare coi rami, sette volte al giorno e, all'alba, lodava e confidava, con gioia, ogni cosa al suo Signore.
XVII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel quarto anno 1, nel quinto settennio di questo giubileo, Isacco lasciò la mammella e Abramo, nel terzo mese, nel giorno in cui Isacco si era divezzato, fece un grande banchetto. [2] E Ismaele, figlio di Agar l'egiziana, (stava) nel luogo, innanzi ad Abramo che gioì e benedì il Signore perché aveva visto i figli e non era morto senza prole. [3] E ricordò le parole che (il Signore) gli aveva detto quando Lot si separò da lui. E si rallegrò perché il Signore gli aveva dato una discendenza, sulla terra, che ereditasse la terra e benedì, con tutta la sua bocca, il Creatore di tutto. [4] E Sara vide Ismaele giocare e saltellare e Abramo gioire di gran gioia, ebbe invidia di Ismaele e disse ad Abramo: "Manda via questa serva e suo figlio, si che il figlio di costei non erediterà insieme con mio figlio Isacco". [5] Queste parole, agli occhi di Abramo, furono motivo di dolore a causa della sua serva e di suo figlio, che egli doveva mandar via da s‚. [6] E il Signore gli disse: "Non vi sia dolore, innanzi ai tuoi occhi, a causa della serva e del fanciullo. Ascolta tutto quel che Sara ti ha detto, e fallo, poiché, in Isacco, sarà(nno) chiamati, in tuo favore, nome e discendenza. [7] E, quanto al figlio di costei, io ne farò un grande popolo, poiché egli é del tuo seme". [8] E Abramo si alzò di buon mattino, all'alba, prese pani e borraccia d'acqua, ne caricò Agar e il fanciullo, e la mandò via. [9] Ed ella andò vagando nel deserto di Bersabea; l'acqua della borraccia finì, il fanciullo ebbe sete, non pot‚ più camminare e cadde. [10] La madre lo prese, lo mise sotto un olivo, se ne andò e si mise di fronte a lui, a circa un tiro di freccia, dicendo: "Che io non veda la morte di mio figlio!" e, (così) stando, pianse. [11] E le disse l'Angelo di Dio, uno dei santi: "Che cosa ti fa piangere, Agar? Alzati, prendi il fanciullo e prendilo per mano poiché il Signore ha ascoltato la tua parola". [12] Ella vide 2 il fanciullo, aprì gli occhi e vide un pozzo d'acqua. Vi si recò, riempì la borraccia d'acqua, diede da bere al suo fanciullo, partì ed andò verso il deserto (di) Poeran. [13] Il fanciullo crebbe, divenne tiratore (d'arco) e il Signore stava con lui. La madre gli dette una moglie dalle figlie di Egitto [14] e (costei) gli generò un figlio ed egli lo chiamò Nebaiot 3 poiché ella (Agar) diceva: "Il Signore mi fu vicino quando lo chiamai". [15] E il giorno dodici del primo mese del primo anno del settimo settennio di questo giubileo, vi fu una voce nei cieli, a proposito di Abramo, (di) come egli era fedele in tutto quel che (il Signore) gli diceva (e di come il Signore) lo amava 4 perché, in tutte le calamità, egli era fedele. [16] E venne il principe Mastema e disse al Signore: "Ecco, Abramo ama suo figlio Isacco e se ne compiace più di tutto. Digli che lo offra in sacrificio sull'altare e vedrai se esegue questo ordine e saprai se egli é fedele in tutto quello in cui lo provi". [17] Il Signore sapeva che Abramo era fedele in tutte le calamità che gli aveva ordinato, poiché lo aveva provato con la sua terra, con la siccità e con ricchezze da re, e lo aveva provato, poi, con la sua donna, quando essa fu rapita, e con la circoncisione e lo aveva provato con Ismaele e con la sua serva Agar quando li mandò via [18] e, in tutto quello in cui lo aveva provato, egli era stato trovato fedele, non si era infastidito e non aveva esitato ad agire perché era fedele ed amante del Signore.
XVIII
[modifica | modifica sorgente][1] E il Signore 1 disse ad Abramo: "Abramo" 2 e (costui) gli disse: "Eccomi, Signore!" [2] E (il Signore) gli disse: "Prendi Isacco, il figlio tuo che ami, e va' nella terra elevata (= altipiano) ed offrilo in olocausto in uno dei monti che io ti indicherò". [3] E si alzò di buon mattino, all'alba, caricò la sua asina, prese con s‚ due suoi servi e il figlio Isacco, spaccò la legna del sacrificio e si recò, nel terzo giorno, nel luogo e lo osservò da lontano. [4] Arrivò fin al pozzo dell'acqua e disse ai suoi servi: "State qui con l'asina. Io e il fanciullo andiamo ad adorare e, dopo aver adorato, torneremo presso di voi". [5] E prese la legna del sacrificio e la caricò sulle spalle del figlio Isacco, prese il fuoco e il coltello e tutti e due, insieme, andarono fino a quel luogo. [6] E Isacco disse a suo padre: "Padre!" e (Abramo) gli disse: "Eccomi, figlio mio!" (e Isacco gli disse:) "Ecco qui il fuoco, il coltello e la legna. Dov'é la pecora destinata al sacrificio?" [7] E Abramo disse: "Il Signore si procurerà la pecora del sacrificio, figlio mio" e si avvicinò al luogo del monte del Signore. [8] Costruì l'altare, vi mise la legna sopra, legò il proprio figlio Isacco, lo pose sulla legna che era sull'altare e stese la mano per prendere il coltello per uccidere Isacco. [9] Io stavo davanti a lui e davanti al principe Mastema e il Signore disse: "Digli di non calare la sua mano sul fanciullo e di non fare alcunché contro di lui, poiché io so che egli é timorato del Signore". [10] E il Signore lo chiamò 3 dal cielo e gli disse: "Abramo, Abramo" e (questi) si spaventò e disse: "Eccomi!" [11] e (Iddio) gli disse 4 "Non stendere la tua mano sul fanciullo e non far alcunché contro di lui perché io ora so che tu sei timorato del Signore e che non mi hai negato il tuo figlio primogenito". [12] Il tiranno Mastema si vergognò. Abramo alzò gli occhi e vide un caprone impigliato in un cespuglio per le corna. Andò, lo prese e lo offrì in olocausto invece del proprio figlio. [13] E Abramo chiamò quel luogo: "Il Signore ha visto" affinché quel monte di Sion si chiamasse: "Il Signore ha visto" 5. [14] E, appena noi apparimmo per parlargli in nome del Signore, il Signore chiamò Abramo per nome una seconda volta dal cielo, [15] e disse: "Io - disse il Signore - poiché hai eseguito quest'ordine e non mi hai negato il tuo figlio primogenito che ami, giuro sul mio capo che, (quanto a) benedire, ti benedirò e (quanto a) moltiplicare, moltiplicherò i tuoi discendenti come stelle del cielo e come la sabbia del lido del mare. E (giuro che) i tuoi discendenti erediteranno i paesi dei loro nemici [16] e (che), nella tua progenie, saranno benedetti 6 tutti i popoli della terra, dato che hai ascoltato la mia parola ed hai dimostrato 7 a tutti di essermi fedele in tutto quel che ti dico. Va in pace!". [17] Abramo andò dai suoi servi, partirono e si recarono, insieme, a Bersabea e Abramo fissò la dimora presso il Pozzo del Giuramento [18] e fece questa festa, ogni anno, per sette giorni in gioia e la chiamò: "La festa del Signore" in conformità ai sette giorni nei quali era andato e se ne era tornato in pace. [19] E così é scritto e stabilito nelle tavole del cielo a proposito di Israele e della sua stirpe per quanto riguarda il compimento di questa festa, per sette giorni, in allegria.
XIX
[modifica | modifica sorgente][1] E nel primo anno del primo settennio del quarantaduesimo giubileo, Abramo tornò e dimorò di fronte a Hebron, cioè a Kiriat Arba per due settenni 1. [2] E nel primo anno del terzo settennio del giubileo si compì il tempo della vita di Sara e morì in Hebron. [3] E Abramo andò a piangerla e a seppellirla e noi lo mettemmo alla prova (per vedere) se il suo spirito era paziente e se non si indignava a parole della sua bocca 2; ed egli fu trovato paziente anche in ciò e non si agitò [4] dato che, con pazienza di spirito, parlò con i figli di Het affinché gli dessero un luogo ove seppellire il suo morto. [5] E il Signore gli dette grazia al cospetto di tutti coloro che lo vedevano 3 ed egli, con mansuetudine di cuore, chiese ai figli di Het e (costoro) gli diedero la terra della doppia caverna di fronte a Mamre 4, cioè Hebron, per quaranta (sicli d')argento. [6] Ed essi lo pregarono dicendo: "te (la) diamo gratis", ma egli non prese nulla da loro gratis, poiché dette il prezzo della località in argento, tutto quanto, e poi si prostrò innanzi a loro due volte e seppellì il suo morto nella doppia caverna. [7] E tutto il tempo della vita di Sara fu centoventisette anni, cioè due giubilei, quattro settenni e un anno. Questo (é) il tempo degli anni della vita di Sara. [8] E questa é la decima disgrazia con la quale fu provato Abramo ed egli fu trovato fedele e paziente di spirito. [9] Ed egli, poiché fu trovato fedele, paziente, ed era iscritto nelle tavole del cielo come amico del Signore, quando pregò, colà, di seppellire il suo morto, non disse parola a proposito del discorso che, riguardo alla terra, gli aveva fatto il Signore: che, cioè, la avrebbe data a lui ed ai suoi discendenti dopo di lui. [10] E nel quarto anno egli tolse in moglie per suo figlio Isacco, la figlia di Betuel, figlio di Nahor suo fratello, la quale si chiamava Rebecca 5. [11] Abramo 6 si prese una terza moglie di nome Ketura, dai figli 7 della sua casa 8, poiché, prima di Sara, era morta anche Agar. [12] E costei gli generò sei figli: Zimran, Iokshan, Madian, Ishbak e Shuah 9 in due settenni. [13] E nel secondo anno del sesto settennio Rebecca generò due figli a Isacco: Giacobbe e Esaù. Giacobbe era brutto 10 e retto. Esaù era uomo duro, agreste ed irsuto. Giacobbe dormiva sotto la tenda. [14] E i giovani crebbero e Giacobbe imparò a scrivere e Esaù non lo imparò, perché era cacciatore ed agricoltore ed imparò l'arte della guerra e tutte le sue azioni (erano) aspre. [15] E Abramo amava Giacobbe e Isacco amava Esaù. [16] Ed Abramo vide le azioni di Esaù e seppe che il suo nome e la sua stirpe sarebbero stati chiamati in Giacobbe; chiamò Rebecca e, poiché vide che (anche) lei amava Giacobbe assai più di Esaù, le dette ordini riguardo a Giacobbe [17] e le disse: "Figlia mia, custodisci mio figlio Giacobbe, poiché egli sarà al mio posto, sulla terra, per la benedizione in mezzo ai figli degli uomini e, per tutta la stirpe di Sem, per la gloria [18] giacché io so che il Signore se lo sceglierà come popolo separato da tutti i popoli della terra 11. [19] Ecco: Isacco, mio figlio, ama Esaù più di Giacobbe ed io vedo te, amante della giustizia, (favorevole) a Giacobbe 12. [20] Aumenta, allora, a fargli del bene e siano, i tuoi occhi, su di lui amorevoli poiché egli mi sarà di benedizione, sulla terra, da oggi fino a tutte le generazioni del mondo. [21] Siano forti le tue mani e compiaciti di lui poiché io lo ho amato assai, più di tutti i miei figli. Il Signore, per mezzo di lui, sarà benedetto in eterno e la sua discendenza sarà tale da riempire tutta la terra. [22] Se l'uomo potrà contare la sabbia, anche la sua discendenza sarà contata. [23] E anche tutte le benedizioni che il Signore impartì (a) me stesso e (alla) mia discendenza, siano per Giacobbe e per la sua stirpe, in ogni tempo! [24] Nella sua discendenza sarà benedetto il nome mio e quello dei miei padri Sem, Noé, Enoc, Mahalalel, Set ed Adamo 13 [25] ed essi saranno (per) il fondamento del cielo, il rafforzamento della terra e il rinnovo di tutte le luci che (sono) sul firmamento". [26] E chiamò Giacobbe alla presenza della madre Rebecca, lo baciò, lo benedì e gli disse: [27] "Figlio mio Giacobbe, caro, che la mia anima ama, ti benedica il Signore dall'alto del firmamento e ti dia tutte le benedizioni (con) le quali benedì Adamo, Enoc, Noé e Sem e tutto quanto mi disse e promise che mi avrebbe dato, lo faccia aderire a te e alla tua stirpe, nei secoli, per quanto (dura) il tempo del cielo sulla terra. [28] E non abbiano gli spiriti di Mastema potere su te e sulla tua stirpe per allontanarti da dietro al Signore che é il tuo Dio, da oggi all'eternità. [29] E ti sia, il Signore Iddio, padre e tu (siigli) figlio primogenito e popolo Suo nei secoli 14! Vattene in pace, figlio mio!" [30] E ambedue uscirono dal cospetto di Abramo [31] e Rebecca amò Giacobbe con tutto il cuore e tutta l'anima, assai più di Esaù e Isacco amava Esaù più di Giacobbe.
XX
[modifica | modifica sorgente][1] E nel quarantaduesimo giubileo, nel primo anno del settimo settennio, Abramo chiamò Ismaele e i suoi dodici figli, Isacco e i suoi due figli, i sei figli di Ketura e i loro figli [2] ed ordinò loro di rispettare la via del Signore per fare giustizia ed amarsi l'un l'altro e di essere così (anche) in ogni guerra 1 per andare l'uno a favor dell'altro e per attuare diritto e giustizia sulla terra [3] e di circoncidere i loro figli secondo il Patto che egli aveva stretto con loro e di non deviare, n‚ a destra n‚ a sinistra, da tutte le strade che il Signore aveva loro ordinato, e di guardarsi da ogni impurità e (ordinò) che noi smettessimo, fra noi, ogni impurità e fornicazione. [4] Se fra di voi una moglie o figlia commette fornicazione, bruciatela col fuoco e non vadano, esse 2, appresso ai propri occhi e ai propri cuori; e che essi non si prendano moglie dalle figlie di Canaan perché la stirpe di Canaan sarà estirpata dalla terra. [5] E disse loro la condanna dei giganti e quella di Sodoma e come essi furon condannati per la loro cattiveria e per la fornicazione, l'impurità e la corruzione fra loro 3. [6] E anche voi guardatevi da ogni fornicazione, impurità e da ogni contaminazione del peccato, sì che non diate il nostro nome alla maledizione e tutta la vostra vita alla vanagloria e i vostri figli alla perdita nella turpitudine 4; (altrimenti) sarete maledetti come Sodoma e quelli che rimarranno di voi (saranno) come i figli di Gomorra 5. [7] Io vi dico: "figli miei, amate il Dio del cielo e sottostate a tutti i suoi ordini. Non andate dietro alla loro impurità e ai loro idoli [8] e non costruite, per voi, déi di metallo n‚ statue, poiché é cosa vana ed essi, poiché sono opera dell'uomo, non hanno alcuno spirito e tutti quelli che confidano in essi non confidano in nulla 6, non adorateli e non prostratevi ad essi! [9] Adorate il Dio eccelso e prostratevi a Lui, sempre, sperate in Lui in ogni tempo e fate giustizia e rettitudine innanzi a Lui affinché Egli vi ami, vi dia il suo perdono e faccia scendere su voi, mane e sera, la pioggia e benedica tutte le vostre opere che avete fatto sulla terra e benedica il tuo cibo e la tua acqua, il seme del tuo ventre e quello della tua terra e i greggi delle tue vacche e delle tue pecore. [10] E tu sarai di benedizione sulla terra e tutti i popoli della terra ameranno voi e benediranno i vostri figli, nel mio nome, affinché siano benedetti come lo sono io". [11] E dette doni a Ismaele, suo figlio, e ai figli di Ketura e li mandò via dal suo figlio Isacco 7. [12] E Ismaele, i suoi figli, i figli di Ketura e i loro figli partirono insieme e si installarono da Parmon fino all'ingresso di Babilonia, in tutto il territorio che é verso oriente, di fronte al deserto [13] e si mescolarono l'uno con l'altro e furono chiamati Arabi ed Ismaeliti.
XXI
[modifica | modifica sorgente][1] E, nel sesto anno del settimo settennio di questo giubileo, Abramo chiamò suo figlio Isacco e gli ordinò dicendo: "Io sono invecchiato e, poiché 1 sono sazio del mio tempo, non conosco il giorno della mia morte. [2] Io, ora, ho centosettantacinque anni 2 e in tutto il tempo della mia vita sono stato a ricordare il Signore, a cercare, con tutto il mio cuore, di fare la volontà del mio Dio e di indirizzare il cammino su tutte le Sue strade. [3] La mia anima ha odiato gli idoli per attendere a fare la volontà di Colui che mi ha creato, [4] poiché Egli é Dio vivo, santo, fedele, giusto più di tutti. In Lui non vi é iniquità (nè‚) 3 far favoritismi nè‚ ricever doni di corruzione, poiché é Dio giusto ed esecutore di condanna di tutti quelli che trasgrediscono il suo ordine e violano il suo Patto. [5] E anche tu, figlio mio, rispetta il Suo ordine, la Sua legge, e la Sua autorità e non andare appresso agli impuri e dietro alle statue e agli déi di metallo. [6] E non mangiare il sangue delle fiere, degli animali e di tutti gli uccelli che volano in cielo! [7] E, se sgozzi, sgozza quel che si offre per sacrificio di salvezza. Sgozzalo! E verserai il sangue sull'altare e tutto il pingue olocausto (lo) offrirai sull'altare insieme con farina e (offrirai) il sacrificio condito con olio, insieme con le libagioni. Offrirai tutto insieme sull'altare: sacrificio (e) soave profumo innanzi al Signore. [8] Quale grasso del sacrificio di salvezza porrai sul fuoco - come grasso - quello che é nel ventre e tutto il grasso che é sugli intestini 3 e i due reni e tutto il grasso che é su di essi e sui femori e il fegato avvolto coi reni [9] e offrirai tutto ciò per il bel profumo, gradito al Signore. Insieme col sacrificio e con le libagioni 4 offrirai, per il bel profumo, il pane del sacrificio. [10] Mangiane la carne nello stesso giorno e all'indomani, - e non tramonterà su di essa, fin quando sarà mangiata, il sole del giorno seguente - e non ne avanzi per il terzo giorno 5 perché non Gli é gradita, non é buona e non la si deve, dunque, mangiare. E tutti quelli che la mangeranno porteranno la loro iniquità. (Dico ciò) perché così ho trovato scritto nei libri dei miei antenati, nelle parole di Enoc e di Noé. [11] E in ogni tuo sacrificio metti il sale 6 e non sia non mantenuta la promessa del sale in tutti i tuoi sacrifici innanzi al Signore. [12] E sta' attento, a proposito degli alberi del sacrificio, a non introdurre alberi sacrificali all'infuori dei seguenti: cipresso, abete, mandorlo, pino, pino (sic!), cedro, erba sabina, tanaq, olivo, mirto, lauro, cedro di nome: arbata e balsamo 7. [13] Di tutti questi alberi poni sull'altare, al di sotto dell'olocausto, quelli esaminati nel loro aspetto e non porre alcuno di quelli che siano spaccati e anneriti, (poni) alberi duri e non fragili, senza alcun difetto, perfetti, di nuova piantagione e non mettere albero vecchio perché (da esso) é uscito il suo profumo e non vi é, dunque, in esso, profumo come prima. [14] E, eccettuati quegli alberi, non vi é altro che tu (possa) mettere, poiché il suo profumo é separato (= si spande da esso) e la fragranza del suo profumo sale nel cielo 8. [15] Osserva l'ordine e fa', figlio mio, in maniera da agire, in tutte le tue azioni, rettamente! [16] Sii puro in ogni tempo e lavati mani e piedi, con l'acqua, prima di recarti ad offrire sull'altare e di avvicinarti ad esso e, quando hai compiuto l'offerta, ritorna e lavati mani e piedi 9! [17] E non appaia n‚ su di voi, n‚ sulle vostre vesti, il sangue! Guardati, figlio mio, dal sangue, guardati bene! Coprilo con la terra 10! [18] E non mangiar, dunque, il sangue; poiché il sangue é vita, non mangiarne affatto! [19] Non prender doni di corruzione a danno di tutto il sangue degli uomini per spargerlo inutilmente (e) senza giustizia, dato che il sangue versato impoverisce la terra e la terra 11 non si può pulire dal sangue dell'uomo se non col sangue di chi lo versò. [20] Non prender doni di corruzione e donativi a danno del sangue umano. Sangue con sangue. E (il sacrificio?) vi esaudirà al cospetto del Signore, Dio eccelso e sarà protettore del bene affinché tu ti guardi da tutto il male ed Egli ti salvi da ogni morte 12 [21] Io, figlio mio, vedo tutte le azioni degli uomini, come (esse sono) peccati e cattiveria e come, ognuna di esse, é impurità, nequizia e contaminazione e non vi é giustizia con loro. [22] Guardati, non andare sulla loro strada per calpestare le loro orme e non commettere errori mortali innanzi al Dio eccelso. Egli ti nasconderà il Suo volto, ti metterà nella mano del tuo peccato, disperderà te dalla terra e la tua stirpe da sotto il cielo e il tuo nome e la tua stirpe sarà cancellata da tutta la terra. [23] Allontanati da tutte le loro azioni e da tutte le loro impurità e osserva la legge del Signore altissimo, compi la sua volontà e sii retto in tutto. [24] Ed Egli ti benedirà in tutte le tue azioni e farà sorgere da te la pianta della giustizia in tutta la terra e in tutte le generazioni della terra ed Egli conoscerà 13 (errato per: e saranno noti?) il mio ed il tuo nome, sotto il cielo, in ogni tempo. [25] Va', figlio mio, in buona salute! Ti corrobori l'eccelso Iddio, mio e tuo Dio, al compimento della Sua volontà e benedica tutta la tua progenie e il resto della tua stirpe nei secoli, con tutte le benedizioni di giustizia, affinché tu sia di benedizione in tutta la terra". [26] E Abramo si allontanò da lui gioendo e allegramente.
XXII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel secondo anno del primo settennio del quarantaquattresimo giubileo 1, l'anno in cui morì Abramo, Isacco ed Ismaele vennero dal Pozzo del Giuramento 2 per celebrare la festa delle settimane, la festa delle primizie, presso Abramo, loro padre e Abramo gioì per l'arrivo dei suoi due figli. [2] Poiché Isacco aveva molti possedimenti in Bersabea, andava ispezionando e ritornava presso suo padre [3] e, (poiché) in questo stesso giorno Ismaele venne a visitare suo padre, tutti (e due) loro arrivarono insieme. Isacco ammazzò la vittima per il sacrificio e la offrì sull'altare che suo padre aveva costruito in Hebron. [4] E immolò il sacrificio di salvezza e fece un banchetto di gioia alla presenza di Ismaele, suo fratello. E Rebecca fece una nuova focaccia di grano novello e la dette a Giacobbe, il figlio suo che era bello 3, perché portasse al padre Abramo le primizie della terra, le mangiasse e, prima di morire, benedicesse il Creatore di tutto. [5] Ed anche Isacco mandò, per mano di Giacobbe che era bello 4, il sacrificio di salvezza ad Abramo affinché Abramo mangiasse e bevesse. [6] Ed egli mangiò, bevve e benedì il Dio eccelso che aveva creato il cielo e la terra, aveva fatto tutto il grasso della terra e lo aveva dato ai figli dell'uomo perché mangiassero, bevessero e benedicessero il loro Creatore. [7] "Ed anche ora io ti ringrazio, mio Dio, perché mi hai fatto vedere questo giorno. Ecco, sono di centosettantacinque anni, vecchio, completo di tempo 5 e tutti i miei giorni sono stati buona salute. [8] La spada del nemico non mi ha vinto in tutto quel che hai dato a me ed ai miei figli, in ogni tempo della mia vita, fino ad oggi. [9] Sia, o mio Dio, la Tua benevolenza sul Tuo servo e sulla discendenza dei suoi figli affinché Ti sia popolo eletto ed eredità fra tutti i popoli della terra, da oggi fino a tutto il tempo delle generazioni della terra, per tutti i secoli". [10] E chiamò Giacobbe e gli disse: "Figlio mio Giacobbe, ti benedica il Dio di tutti e ti renda capace di far giustizia e di compiere la Sua volontà innanzi a Lui stesso e scelga, fra te e la tua stirpe, che siate, per lui, il popolo della Sua eredità, secondo la Sua volontà, sempre 6. E tu, figlio mio Giacobbe, avvicinati e baciami". [11] E si avvicinò, lo baciò e gli disse: "Giacobbe, figlio mio, benedetto tu e tutti i figli del Signore eccelso, per tutti i secoli. Ti dia, il Signore, il seme della giustizia, santifichi alcuni dei tuoi figli in mezzo a tutta la terra e tutti i popoli siano soggetti a te e si inchinino avanti alla tua progenie. [12] Sii forte innanzi agli uomini e quando avrai potestà su tutte le stirpi della terra e sulla stirpe di Set, allora, col divenire Suo popolo santo, sarà giusto il tuo modo di vivere e quello dei tuoi figli 7. [13] Ti dia, il Dio eccelso, tutte le benedizioni che dette a me e quelle che dette a Noé e ad Adamo e che esse si posino sulla vetta della santità della tua stirpe, per tutte le generazioni, nei secoli 8. [14] E ti purifichi, il Signore, da tutte le macchie di impurità sì che tu chieda perdono da ogni peccato che, per ignoranza, hai commesso ed Egli ti dia forza e ti benedica affinché erediti tutta la terra. [15] E rinnovi, Egli, il Suo patto con te affinché tu sia il popolo della Sua eredità per tutti i secoli ed Egli sia, per te e la tua stirpe, Dio vero e di giustizia in tutto il tempo della terra. [16] E anche tu, figlio mio Giacobbe, ricorda la mia parola e osserva i comandi di Abramo, tuo padre. Separati dai pagani, non mangiar con loro, non agir come loro e non esser loro amico poiché le loro azioni sono impure e tutto il loro modo di vivere é immondo e cosa abominevole i loro sacrifici. [17] Essi immolano ai cadaveri e si prostrano ai demoni, mangiano nei sepolcri e tutte le loro opere sono vane ed inutili. [18] E non hanno intelletto per pensare ed occhi per vedere quali siano le loro opere e come essi sbaglino quando dicono ad un albero: "Sei il mio Dio" e ad una pietra: "Sei il mio signore ed il mio liberatore" e non hanno cuore. [19] E anche a te, figlio mio, venga in aiuto il Dio eccelso e il Dio del cielo ti benedica e ti tenga lontano dalla loro impurità e da tutti i loro errori. [20] Guardati, figlio mio Giacobbe, dal prender moglie di fra la stirpe di Canaan perché tutta la sua stirpe dovrà esser sradicata dalla terra [21] per il peccato di Cam e l'errore di Canaan 9. E tutta la sua stirpe sarà cancellata dalla terra e (così anche) ogni superstite. E non vi é alcuno di loro che, nel giorno del giudizio, si salvi. [22] E tutti coloro che adorano gli idoli, e gli odiati 10, non hanno alcuna speranza nella terra dei vivi perché scenderanno nell'inferno e andranno nel luogo della pena infernale e non avranno alcun ricordo sulla terra. Come i figli di Sodoma furono spazzati via dalla terra, così saranno spazzati tutti coloro che adorano gli idoli. [23] Non temere, o figlio mio Giacobbe! non spaventarti, o figlio di Abramo! Il Dio eccelso ti protegga dall'impurità e ti liberi da tutte le vie dell'errore. [24] Ho costruito questa casa per me, per porvi sopra il mio nome sulla terra (che) é stata data a te ed alla tua stirpe e si chiama "casa di Abramo". E' stata data a te e alla tua stirpe, per sempre, perché tu costruirai la mia casa e porrai il mio nome avanti a Dio, per sempre nei secoli, e la tua discendenza e il tuo nome starà durante (lett.: dentro) tutte le generazioni della terra" 11. [25] E finì di parlare, di dargli ordini e di benedirlo. [26] E si coricarono ambedue su un letto e Giacobbe si addormentò sul grembo di Abramo, padre di suo padre, e Abramo lo baciò, (col) suo pensiero, per sette volte e il suo cuore e la sua misericordia gioirono per lui 12. [27] E lo benedì con tutto il suo cuore e disse: "Il Dio eccelso, il Dio di tutti, Creatore di tutto che mi ha fatto uscire da Ur dei Caldei per darmi questa terra da ereditare per sempre, affinché io vi ponga una progenie santa, sia benedetto, alto, nei secoli". [28] E benedì Giacobbe e disse: "Sul figlio mio del quale, con tutto il mio cuore e la mia misericordia, io mi compiaccio, e sulla sua stirpe, sia la Tua benevolenza e la Tua misericordia (sia) lunga per tutto il tempo. [29] Non abbandonarlo e non trascurarlo da oggi a nei secoli dei secoli e siano i Tuoi occhi aperti su di lui e sulla sua stirpe affinché Tu protegga, benedica e santifichi il popolo che (é) per Tua proprietà ereditaria! [30] Benedicilo con tutte le Tue benedizioni, da oggi a sempre, nei secoli, e rinnova il Tuo patto e la Tua benevolenza verso (lett.: con) lui e la sua stirpe, con tutta la Tua volontà, fino a tutte le generazioni della terra!".
XXIII
[modifica | modifica sorgente][1] E pose due dita di Giacobbe sui suoi occhi, benedì il Dio degli déi, si coprì il volto, stese i piedi, si addormentò nel sonno eterno e si unì coi suoi padri. [2] In tutto questo frattempo Giacobbe aveva dormito sul suo grembo e non si era accorto che Abramo, padre di suo padre, era morto. [3] E Giacobbe si destò del suo sonno e Abramo era freddo come ghiaccio. Gridò "Padre, Padre!"; nessuno parlò n‚ si accorse che Abramo era morto. [4] Si alzò dal suo grembo, corse e lo disse a Rebecca, sua madre. Rebecca andò da Isacco quella notte, glielo disse e andarono insieme - Giacobbe era con loro (portando) in mano una lampada - e, essendo arrivati, trovarono Abramo morto. [5] Isacco cadde sul volto di suo padre Abramo, pianse, lo benedisse e lo baciò. [6] E furono udite voci 1 nella casa di Abramo e Ismaele, suo figlio, si alzò, andò dal padre Abramo e lui e tutta la famiglia di Abramo piansero gran pianto. [7] E Isacco ed Ismaele lo seppellirono nella doppia grotta, vicino alla moglie Sara e tutti i familiari, Isacco e Ismaele, tutti i loro figli ed i figli di Ketura piansero per quaranta giorni nelle loro case e, (in tal modo), ebbe termine il lamento ed il pianto per Abramo. [8] Egli visse tre giubilei e quattro settenni 2, e si compì il tempo della sua vita ed invecchiò 3 al tempo giusto [9] poiché il tempo di vita degli antenati era di diciannove giubilei 4 e, dopo il diluvio, cominciarono a scendere al di sotto dei diciannove giubilei, a sottrarre giubilei, ad invecchiare presto e a esser sazi 3 dei loro giorni di fronte alle molte malattie e alla cattiveria del loro modo di vivere, eccettuato Abramo 5, [10] poiché Abramo era perfetto in tutte le sue azioni con il Signore ma, mentre abbelliva, con - giustizia - tutto il tempo della sua vita, ecco (che) non compì, poiché 6 invecchiò al cospetto del male e si saziò di vivere, quattro giubilei di vita! [11] E tutte le generazioni che sorgeranno da ora fino al giorno del Grande Giudizio, invecchieranno presto, senza compiere (neanche) due giubilei e accadrà che la loro intelligenza, a causa della loro vecchiezza, li abbandonerà e svanirà. [12] In quel tempo, se un uomo avrà vissuto un giubileo e mezzo, si dirà, di lui, che ha vissuto molto. E la maggior parte dei suoi giorni (sarà) malattia, fatica, afflizione e non vi sarà pace [13] perché (saranno) flagelli su flagelli, odio su odio 7, afflizione su afflizione, male su male, malattia su malattia e ogni simile condanna malvagia e, cioè: vermi intestinali (?) 8, grandine, neve, cenere, infiammazione, gelo, torpore, carestia, morte, spade, predazione ed ogni (altro) flagello e malattia. [14] E tutto ciò verrà con la stirpe malvagia che farà peccare la terra con la fornicazione impura, con la impurità e con l'abbominia delle loro azioni 9. [15] "Allora - essi diranno - il tempo della vita degli antichi era molto, fino a mille anni, ed era bello. Ora, al tempo della nostra vita, un uomo vive al massimo settant'anni e, se é forte, ottanta; e tutto é cattivo: non vi é salvezza al tempo di questa progenie cattiva. [16] E, in questa progenie, i figli rimprovereranno i loro padri e i loro vecchi a causa dei loro peccati, della iniquità, dei loro discorsi, delle grandi cattiverie che essi faranno e per aver essi violato il Patto che il Signore stabilì fra loro e Lui affinché rispettassero ed eseguissero tutti i Suoi ordini, le Sue disposizioni e le Sue leggi senza deviare n‚ a destra n‚ a sinistra 10. [17] Poiché tutti loro avranno agito male ed ogni bocca dirà cose peccaminose e tutte le loro azioni (saranno) impure ed abbominio e tutto il loro modo di agire (sarà) impurità, turpitudine e corruzione, [18] ecco che la terra perirà per tutte le loro azioni e non vi sarà n‚ seme di vite n‚ olio, perché il loro modo di agire (sarà solo) ribellione e, a causa dei figli dell'uomo, periranno tutti insieme: fiere, animali, uccelli e tutti i pesci del mare. [19] E si combatteranno gli uni con gli altri: i giovani coi vecchi e i vecchi coi giovani, il povero col ricco, l'umile col grande, il povero col dignitario, a causa della legge e del Patto, poiché avranno dimenticato il Suo ordine e il Suo Patto, la festa, il mese, il sabato, il giubileo e tutto quel che é giusto. [20] E staranno con le spade e in guerra per ricondurli sulla via, ed essi non ritorneranno finché non sarà sparso molto sangue sulla terra, gli uni contro gli altri. [21] E quelli che si salveranno non si convertiranno, dalla loro cattiveria, alla via della giustizia 11 poiché tutti quanti, per la cupidigia delle ricchezze, si solleveranno per prendersi, ognuno, quello dell'altro e avranno un gran nome, non realmente e giustamente, (ma perché) insozzeranno il santo dei santi con la sozzura della corruzione della loro impurità 12. [22] E, sulle azioni di questa progenie vi sarà gran flagello da parte del Signore ed Egli li consegnerà al coltello, alla condanna, alla cattività, alla rapina, alla consumazione. [23] Ed Egli susciterà, contro di Loro, i peccati di (quei) popoli i quali, verso di loro, non avranno misericordia e clemenza e non faranno particolarità per alcuno, n‚ per il grande, n‚ per il giovane, per nessuno, poiché essi sono cattivi e capaci di esser cattivi più di tutti i figli dell'uomo. Provocheranno turbamenti fra (i figli di) Israele e crimini contro Giacobbe e sarà versato molto sangue sulla terra e non vi sarà chi raccoglierà e seppellirà (i cadaveri) 13. [24] Ed allora grideranno, invocheranno e pregheranno per salvarsi dalla mano dei popoli peccatori e non vi sarà chi si salvi 14. [25] E si imbiancheranno di canizie i capelli dei fanciulli ed un fanciullo di tre settimane apparirà vecchio di cento anni e la loro statura, per i patimenti e le afflizioni, andrà in rovina 15. [26] E, allora, i fanciulli cominceranno ad osservare scrupolosamente le leggi e gli ordini ed a ritornare sulla via della giustizia. [27] Ed il tempo comincerà ad aumentare ed a crescere e (così pure) i figli degli uomini, di generazione in generazione e di tempo in tempo 16, fin quando i giorni (della) loro (vita) si avvicineranno ai mille anni o più. [28] E non vi sarà vecchio o chi sarà sazio dei (suoi) giorni (di vita) poiché tutti saranno fanciulli e giovani 17. [29] Ed essi compiranno tutto il loro tempo e vivranno in pace ed in gioia e non vi sarà alcun demonio o alcun corruttore malvagio poiché tutti i giorni saranno giorni di pace, di risanamento, di benedizione. [30] Ed allora il Signore sanerà i suoi servi 18 ed essi sorgeranno e vedranno una gran pace, respingeranno i loro nemici e i giusti 19 vedranno e lauderanno e gioiranno di gioia, in eterno, e vedranno, nei loro nemici, tutta la loro condanna e la loro maledizione. [31 ] E riposeranno, le loro ossa, nella terra ed il loro spirito abbonderà in letizia ed essi sapranno che esiste il Signore, esecutore di giustizia e (che) fa clemenza a cento, a mille e a tutti coloro che lo amano 20. [32] E anche tu, o Mosé, scrivi queste parole perché così é scritto e innalzato, nelle tavole del cielo 21, per le generazioni in eterno.
XXIV
[modifica | modifica sorgente][1] E, dopo la morte di Abramo, il Signore benedì Isacco suo figlio, e (costui) partì da Hebron e andò al "pozzo della visione" 1 nel primo anno del terzo settennio di questo giubileo e vi stette sette anni. [2] E nel primo anno del quarto settennio iniziò una carestia sulla terra, oltre quella precedente, che vi era stata al tempo di Abramo. [3] E Giacobbe cosse una polenta di lenticchie ed Esaù venne, affamato, dal campo e disse a Giacobbe, suo fratello: "Dammi un po' di questa polenta di frumento" 2. E gli disse Giacobbe: "Dammi la tua primogenitura ed io ti darò pane e parte di questa polenta di frumento" 3. [4] E disse Esaù, in cuor suo: "Io muoio! a che (mi serve) questa primogenitura? e disse a Giacobbe: "Te la do". [5] E Giacobbe disse: "Giuramelo adesso". [6] Glielo giurò e Giacobbe dette a suo fratello Esaù pane e polenta. Egli ne mangiò fino a saziarsi e disprezzò la sua primogenitura 4. Perciò Esaù fu chiamato Edom 5, a causa della polenta di frumento 6 che Giacobbe gli aveva dato per la primogenitura. [7] E Giacobbe divenne importante 7 ed Esaù si abbassò dalla sua grandezza. [8] E vi fu carestia sulla terra e Isacco venne, per scendere in Egitto, nel secondo anno di questo settennio e si recò a Gherar dal re dei Filistei, Abimelek 8. [9] E gli apparve il Signore e gli disse: "Non scendere in Egitto. Sta nella terra che io ti dico! Passa in questa terra ed io starò con te e ti benedirò, [10] poiché darò a te e alla tua progenie tutta questa terra e manterrò (con voi) il giuramento che giurai a tuo padre Abramo e moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo e darò, alla tua stirpe, tutta questa terra. [11] E siano benedetti, nella tua stirpe, tutti i popoli della terra perché tuo padre ascoltò la mia parola e osservò la mia legge, il mio ordine, la mia norma e il mio Patto. Ed ora, ascolta la mia parola e dimora in questa terra!". [12] Ed egli stette in Gherar tre settenni [13] ed Abimelek, a causa di lui e di tutto il suo, ordinò dicendo: "Chiunque toccherà lui o tutto quel che (é) suo, sarà punito di morte". [14] E Isacco crebbe fra i Filistei ed ebbe molti beni: vacche, pecore, cammelli, asini e molte ricchezze. [15] E Isacco seminò la terra dei Filistei e fece salire cento spighe (per una) 9, divenne grande assai ed i Filistei ebbero invidia di lui. [16] E, dopo la morte di Abramo, otturarono tutti i pozzi che i servi di Abramo avevano scavato durante la vita di Abramo e li riempirono di terreno. [17] E Abimelek disse a Isacco: "Vattene da presso noi perché sei diventato assai più grande di noi" e Isacco se ne andò nel primo anno del settimo settennio e trasmigrò nelle valli di Gherar. [18] E scavarono di nuovo i pozzi d'acqua che i servi di Abramo, suo padre, avevano scavato e che i Filistei, dopo la morte di suo padre, Abramo, avevano otturato e li chiamò coi nomi che, ad essi, aveva dato suo padre Abramo. [19] E i servi di Isacco scavarono pozzi in Fanga 10 e trovarono acqua viva e i pastori di Gherar si bisticciarono con quelli di Isacco dicendo: "Quest'acqua é nostra" e Isacco chiamò quel pozzo: "Difficile" perché (i nemici) ci avevano fatto difficoltà 11. [20] E scavarono un secondo pozzo, e vennero a contesa fra loro, e Isacco lo chiamò "angusto" 12. Partì di là e scavarono un altro pozzo; per esso non si bisticciarono, ed egli lo chiamò "largo" e disse: "Ora il Signore ci ha fatti espandere" e crebbe (= divenne grande, prosperò) sulla terra. [21] E di là salì al Pozzo del Giuramento 13, nel primo anno del primo settennio del quarantaquattresimo giubileo e gli apparve il Signore, in quella notte, al principio del primo mese, e gli disse: [22] "Io sono il Dio di Abramo, tuo padre. Non temere, perché io sono con te, ti benedico e moltiplicherò molto la tua stirpe, come sabbia del mare, a causa di Abramo, mio servo". [23] Ed egli costruì, colà, l'altare che prima suo padre Abramo aveva costruito ed invocò il nome del Signore e sacrificò olocausti al Dio di Abramo, suo padre. [24] Scavarono un pozzo e vi trovarono acqua viva. E i servi di Isacco scavarono un altro pozzo [25] e non trovarono acqua viva e dissero ad Isacco che non avevano trovato acqua e Isacco disse: "ho giurato oggi stesso ai Filistei e ci é successa questa cosa" 14. [26] E chiamò quel luogo Pozzo del Giuramento 15 perché colà aveva giurato ad Abimelek, a Ahuzzat, suo amico, e a Pikol, suo custode 16. [27] E Isacco, in quel giorno, seppe che aveva loro giurato 17, per forza, di fare pace con loro [28] e in quello stesso giorno li maledì e disse: "Sia maledetto il Filisteo, per il giorno della ira e dell'indignazione, fra tutti i popoli. Che il Signore li consegni al ludibrio, alla maledizione, all'ira, in mano dei popoli peccatori e li disperda 18 nelle mani dei Kittim! [29] E coloro (di essi) che sfuggiranno alla spada del nemico e dei Kittim, li disperdano i popoli giusti, in legittimità, da sotto il cielo poiché essi, al loro tempo, saranno nemici ed avversari dei miei figli sulla terra! [30] E non vi sarà, per loro, lascito di superstiti n‚ alcuno che, nel giorno del giudizio dell'ira 19, si salvi poiché tutta la stirpe dei Filistei é (destinata) a perire, a essere sradicata ed espulsa dalla terra e non vi sarà più, per tutta Kaftur, alcun nome ed avanzo di stirpe sulla terra 20 [31] poiché, se sale al cielo, di là lo faranno scendere, se si rinsalda sulla terra, di là sarà sradicato e, se si nasconde fra i popoli, anche di là lo si sradicherà e, se scende all'inferno, colà sarà molta la sua condanna e non avrà, colà, alcuna pace. [32] E se va, in prigionia, per mano di coloro che cercano la sua anima, lo uccideranno per via e non vi sarà, per lui, scampo, nome e discendenza su tutta la terra, poiché egli andrà nella maledizione eterna. [33] Così é scritto e scolpito, a suo riguardo, sulle tavole del cielo per far per lui, nel giorno del giudizio, in modo che sia sradicato dalla terra.
XXV
[modifica | modifica sorgente][1] E nel secondo anno di questo (stesso) settennio di questo giubileo Rebecca chiamò Giacobbe, suo figlio, e gli disse: "Figlio mio, non prenderti una moglie fra le figlie di Canaan come tuo fratello Esaù che si é preso due mogli della stirpe di Canaan ed hanno amareggiato l'anima mia con tutte le loro azioni impure dato che tutte le loro azioni (sono) fornicazione ed impudicizia e, con loro, poiché (il loro agire) é malvagio, non vi é nulla di santo. [2] Ed io, figlio mio, ti ho amato moltissimo e la mia misericordia ti benedica in ogni tempo, e (alla) vigilia delle notti. [3] Ed ora figlio mio, ascolta la mia parola ed esaudisci la volontà di tua madre: non prenderti moglie dalle figlie di questa terra, se non dalla casa di tuo padre e della famiglia di tuo padre 1. Prenditi moglie dalla casa di mio padre 2, ti benedica il Dio eccelso e siano, i tuoi figli, una progenie di santità e (sia) la tua stirpe, santa!". [4] E allora Giacobbe parlò con sua madre Rebecca e le disse: "Madre mia, io sono della età di nove settenni 3 e non conosco alcuna donna. Non ho toccato n‚ sposato donna n‚ penso di prender moglie da tutta la stirpe delle figlie di Canaan, [5] poiché ricordo, madre, le parole di mio padre Abramo che mi ordinò di non prendere alcuna donna da tutta la stirpe di Canaan e di prenderla, (invece) dalla casa di mio padre e del mio parentado. [6] So, fin da prima, che a tuo fratello Labano son nate molte figlie ed io ho pensato ad esse 4, per prender moglie fra loro. [7] E perciò sono stato attento, nell'anima mia, a non peccare e a non corrompermi in tutto il mio modo di agire durante tutto il tempo della mia vita, poiché mio padre Abramo abbondò nel darmi ordini a proposito della impudicizia e della fornicazione. [8] E, malgrado tutto quel che mio padre mi ha ordinato, durante questi ventidue anni mio fratello si é adirato con me e non ha fatto che dirmi: "Fratello mio, prendi in moglie una delle sorelle delle mie due mogli". Io non voglio fare come ha fatto mio fratello. [9] Io giuro, madre mia, avanti a te, che per tutto il tempo della mia vita, non prenderò moglie dalla stirpe di tutte le figlie di Canaan e che non agirò male come ha fatto mio fratello. [10] Non temere, madre mia, abbi fiducia che io farò la tua volontà, andrò sulla retta via e non corromperò mai il mio modo di agire". [11] Ed, allora, ella alzò il suo viso al cielo, stese le braccia al cielo, aprì la bocca e benedì il Dio eccelso che creò il cielo [12] e la terra e Gli rese laudi e ringraziamenti e disse: "Sia benedetto il Signore Iddio, e sia benedetto il Suo nome nei secoli, (Dio) che mi ha dato Isacco, figlio puro e discendenza santa. Dato che egli é Tuo e Tua é la sua stirpe, fino a tutti i tempi, in tutte le generazioni, nei secoli, [13] benedicilo, Signore, e poni nella mia bocca, affinché io lo benedica, una benedizione di santità!" 5. [14] Ed allora discese lo Spirito santo 6 sulla sua bocca ed ella pose le sue due mani sul capo di Giacobbe e disse: [15] "Benedetto tu, Signore di giustizia e Dio dei secoli, e Ti benedicano tutte le generazioni degli uomini 7. (Che il Signore) ti dia, figlio mio, la via della giustizia e manifesti, alla tua stirpe, la giustizia. [16] E moltiplichi i tuoi figli durante la tua vita e siano tanti quanti i mesi dell'anno e i loro figli aumentino e crescano più delle stelle del cielo e della sabbia del mare! [17] Che Egli dia loro questa bella terra, così come disse che la dava ad Abramo e alla sua discendenza dopo di lui, per sempre, perché la possedessero nell'eternità! [18] E che io veda, figlio mio, benedetti i (tuoi) figli durante questa mia vita, e che tutta la tua stirpe sia santa! 8 [19] E come concedesti quiete allo spirito di tua madre, durante la sua vita, dall'utero [?] di chi ti generò, così ti benedica il mio amore, e le mie mammelle ti benedira[nno] e la mia bocca e la mia lingua ti loderanno assai 9. [20] Cresci e spargiti in terra e la tua stirpe sia perfetta in tutto il mondo, nella gioia del cielo e della terra, sia lieta e, nel giorno della grande pace, sia ad essa la pace del tuo nome! 10 [21] E stia, la tua stirpe, fino all'eternità, nei secoli e il Dio eccelso sia il loro Dio e stia sempre con loro e, in essi, sia costruito il Suo santuario in tutti i secoli. [22] Chi ti benedice, sia benedetto, ed ogni carne che ti maledice con menzogna, sia maledetta!". [23] Lo baciò e gli disse: "Ti ami il Signore del mondo così come il cuore e l'affetto di tua madre gioiscono di te e ti benedicono!". E tacque, poi, dal benedire.
XXVI
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E nel settimo anno di questo settennio Isacco chiamò Esaù, il suo figlio maggiore, e gli disse: "Figlio mio, io sono invecchiato, i miei occhi si sono indeboliti alla vista, ed io non conosco il giorno della mia morte. [2] E ora prendi le tue armi da caccia, il tuo arco e la tua faretra, esci nei campi e va' a caccia per me e cattura, figlio mio, e fammi un cibo che mi sia gradito, portamelo e che io (lo) mangi e la mia anima ti benedica prima che io muoia". [3] E Rebecca, mentre Isacco parlava a Esaù, udiva. [4] E Esaù, di buon mattino, si recò nelle selve per mettere le reti, catturare e portare a suo padre. [5] E Rebecca chiamò il figlio Giacobbe e gli disse: "Ho udito tuo padre Isacco mentre parlava con tuo fratello Esaù e gli diceva: "Va' a caccia per me, fammi un cibo, portamelo e che io ti benedica, davanti al Signore, prima di morire". [6] Ed ora ascolta, figlio mio, quel che io ti ordino: "Va' al tuo gregge e prendimi due bei capretti: e che io ne faccia una pietanza come a lui piace e che tu la porti a tuo padre! E che egli (la) mangi sì che egli ti benedica, al cospetto del Signore, prima di morire! E, (così) tu sarai benedetto"". [7] E Giacobbe disse a sua madre Rebecca: "Io non risparmierò 2 (la mia fatica) per tutto quel che mio padre mangia e gli piace. Ma io temo, madre mia, che egli riconoscerà la mia voce e vorrà tastarmi. [8] E tu sai che io sono glabro e che Esaù, mio fratello, é peloso. Ed io, avanti ai suoi occhi, sarò come se (lo) vilipendessi e facessi cose che egli non ha ordinato. Ed egli si adirerà contro di me ed io porterò, su di me, maledizione e non benedizione". [9] E la madre Rebecca gli disse: "La tua maledizione su di me, o figlio mio! Ascolta, però, la mia parola". [10] E Giacobbe ascoltò la parola di sua madre Rebecca, andò, prese due bei capretti grassi, li portò a sua madre e sua madre li cucinò come piacevano a Isacco. [11] E Rebecca prese i vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, quello (più) amato che stava presso di lei nella sua casa, e, (stando) nella propria casa, li mise addosso al figlio Giacobbe; e le pelli del capretto gliele mise sulle mani e sulle carni nude 3. [12] E dette, nelle mani di Giacobbe, la polenta ed il pane che aveva fatto. [13] E Giacobbe andò da suo padre e gli disse: "Ecco, sono io, tuo figlio. Ho fatto come mi hai detto. Alzati, siediti e mangia (un po') di quel che ho cacciato, padre mio, affinché tu stesso mi benedica" 4. [14] E Isacco disse a suo figlio: "Come ti sei affrettato (tanto) a trovarlo, figlio mio?". [15] E Giacobbe gli disse: "E' il tuo Dio che me lo ha fatto trovare davanti". [16] E Isacco gli disse: "Avvicinati a me. Che io ti tocchi, figlio mio, (per vedere) se sei il mio figlio Esaù o no". [17] E Giacobbe si avvicinò a Isacco, suo padre, e (costui) lo palpò e gli disse: [18] "La voce é quella di Giacobbe, la mano é quella di Esaù" e non lo riconobbe - perché era destinato 5, in cielo, a perdere il suo spirito - non si accorse di benedire Giacobbe, dato che le mani di lui erano pelose come quelle di Esaù. [19] E gli disse: "Sei tu, per davvero, mio figlio Esaù?" e quello gli disse: "Sono tuo figlio". E gli disse: "Porgimi e che io mangi parte di quel che hai cacciato, figlio mio, affinché l'anima mia ti benedica". [20] Ed egli gli porse la vivanda ed egli mangiò; gli porse del vino, ed egli bevve. [21] E gli disse suo padre, Isacco: "Avvicinati, e baciami, figlio mio". [22] Egli si avvicinò e lo baciò. Ed egli sentì il profumo delle sue vesti, lo benedì e gli disse: "Ecco il profumo di mio figlio come il profumo dei campi che il Signore ha benedetto. [23] Che il Signore ti dia e ti moltiplichi più della rugiada del cielo e della rugiada della terra 6 e incrementi, in tuo favore, l'abbondanza di grano e di olio. E si sottomettano, a te, i popoli e si prostrino, i popoli, al tuo cospetto! [24] Sii signore dei tuoi fratelli e si prostrino a te i figli di tua madre. Tutte le benedizioni che il Signore fece a me ed a mio padre Abramo siano per te e per la tua progenie nei secoli. Chi ti benedice, sia benedetto e sia maledetto che ti maledice!". [25] E, dopo che Isacco ebbe finito di benedire suo figlio Giacobbe, questi uscì da(lla casa di) suo padre e si nascose. Ed Esaù, suo fratello, tornò dalla caccia, [26] fece anche lui la vivanda, la portò a suo padre e gli disse: "Alzati, padre mio, e mangia (parte) della mia caccia affinché tu stesso 7 mi benedica". [27] E gli disse Isacco, suo padre: "Chi sei?" Ed egli gli disse: "Sono Esaù, il tuo figlio primogenito ed ho fatto come mi hai ordinato". [28] Ed Isacco si meravigliò assai e disse: "Chi é questo che é andato a caccia ed ha messo le reti per me, mi ha portato (la preda) ed io ne ho mangiato (un po') di tutto prima che tu venissi e (che) io ho benedetto (dicendo): "Sia benedetto lui e tutta la sua stirpe nei secoli"? [29] Ed Esaù, quando ascoltò le parole di suo padre Isacco, gridò a gran voce, amaramente, e disse a suo padre: "Benedici anche me, padre!". [30] E gli disse: "Tuo fratello é venuto con la frode e si é preso la tua benedizione". (Ed Esaù disse): "Ed ora io so perché il suo nome fu chiamato Giacobbe: mi ha defraudato, ecco, questa seconda volta: prima si é presa la primogenitura, ed ora si é presa la mia benedizione". [31] E disse: "Non hai in serbo per me, o padre mio, una benedizione?" Ed Isacco rispose e disse ad Esaù: "Ecco, lo ho nominato signore di te e di tutti i suoi fratelli e glieli ho dati perché gli siano servi, e lo ho rinforzato con molto grano, vino ed olio. Che cosa posso ora fare per te, figlio mio?". [32] E Esaù disse: "Hai solo una benedizione, o Padre? Benedici anche me, Padre!", alzò la voce e pianse. [33] E Isacco rispose e disse: "Sia la tua sede (priva) della rugiada della terra e di quella del cielo che le (é) sopra 8, vivi col tuo coltello e sii soggetto a tuo fratello! [34] E, se ti sarai rifiutato e avrai rimosso il suo giogo dal tuo collo, accada, allora, che commetterai ogni peccato mortale e che la tua stirpe sarà sradicata da sotto il cielo!". [35] Ed Esaù minacciò Giacobbe a causa della benedizione che suo padre gli aveva fatta e disse in cuor suo: "Giunga, adesso, il giorno del pianto (op.: del lutto) di mio padre affinché io possa uccidere Giacobbe, mio fratello!" 9.
XXVII
[modifica | modifica sorgente][1] E (Iddio) 1 disse, in sogno, a Rebecca, le parole di suo figlio maggiore, Esaù, e (Rebecca) mandò a chiamare Giacobbe, suo figlio minore, e gli disse: [2] "Ecco, tuo fratello Esaù minaccia di ucciderti. [3] Ascolta, adesso la mia parola: parti e fuggi presso Labano, mio fratello 2, e sta con lui per pochi giorni fin quando l'ira di tuo fratello si sarà calmata ed egli avrà abbandonato la sua ira verso di te ed avrà dimenticato tutto quel che gli hai fatto. Io, (poi), ti manderò a chiamare da colà". [4] E Giacobbe disse: "Io non ho paura. Se vuole uccidermi, lo ucciderò". [5] Ed ella disse: "Che io non resti priva, in uno stesso giorno, dei miei due figli". [6] E Giacobbe disse a sua madre, Rebecca: "Ecco, tu sai che mio padre é invecchiato ed io vedo 3 che i suoi occhi si sono aggravati. Se lo lascio, poiché lo abbandono e me ne vado da voi, ciò sembrerà brutto avanti ai suoi occhi. Mio padre si adirerà e mi maledirà. Io non me ne vado. Me ne andrò solo se egli mi manderà via". [7] E Rebecca gli disse: "Io andrò da lui, gli parlerò ed egli ti manderà via". [8] Ed ella si recò da Isacco e gli disse: "Ho in uggia la mia vita a causa delle due figlie di Het che Esaù ha preso in moglie. E, se Giacobbe si prende una moglie fra le figlie di Canaan, a che, dunque, vivrò, dato che le figlie di Canaan sono malvagie?". [9] E Isacco 4 chiamò il figlio Giacobbe, lo benedì, lo redarguì e gli disse: [10] "Non prenderti moglie fra tutte le figlie di Canaan. Parti e va' in Mesopotamia alla casa di Batuel, padre di tua madre e prenditi, di là, una moglie fra le figlie di Labano, fratello di tua madre. [11] Il Dio del cielo ti benedica e ti faccia crescere, ti moltiplichi - e che tu possa diventare una caterva di popoli - e dia le benedizioni di mio padre Abramo a te e alla tua stirpe dopo di te, sì che tu possa ereditare la terra della tua emigrazione e tutta la terra che il Signore dette ad Abramo. Va', figlio mio, in pace!". [12] E Isacco mandò via Giacobbe e questi andò in Mesopotamia da Labano, figlio di Batuel, siriano, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe. [13] E, dopo che Giacobbe fu partito per andare in Mesopotamia, l'anima di Rebecca, dopo che suo figlio era partito, si addolorò e piangeva. [14] Ed Isacco disse a Rebecca: "Sorella mia, non piangere a causa di mio figlio Giacobbe, poiché egli andrà in pace ed in pace tornerà. [15] Il Dio eccelso lo proteggerà da tutti i mali, e starà con lui poiché, per tutto il tempo della sua vita, non lo abbandonerà. [16] Poiché io so per certo che gli renderà prospero il suo viaggio ovunque andrà, fin quando ritornerà da noi, in pace, e noi lo vedremo in buona salute, non temere per lui, o sorella mia, [17] poiché la sua via é retta, ed egli é uomo perfetto e credente e non si perderà. Non piangere!". [18] Ed Isacco consolò Rebecca riguardo a Giacobbe, suo figlio, e lo benedì. [19] E Giacobbe uscì dal Pozzo del Giuramento, per recarsi a Harran, nel primo anno del secondo settennio del quarantaquattresimo giubileo e giunse a Luz, che é nel monte, cioè Betel, all'inizio del primo mese di questo settennio; e giunse in (questo) luogo all'imbrunire e, in quella stessa notte, si allontanò dalla strada, verso occidente della strada, e si addormentò colà perché il sole era tramontato. [20] Prese una delle pietre di quel luogo, la pose sotto quell'albero - egli andava solo - e si addormentò. [21] E sognò, quella notte, un sogno: ecco, una scala piantata a terra la cui cima toccava il cielo, gli angeli del Signore vi salivano e scendevano sopra ed il Signore stava su di essa. [22] E il Signore parlava con Giacobbe e gli diceva: "Io sono il Signore, Dio di Abramo, tuo padre, e Dio di Isacco; io do la terra sulla quale stai dormendo a te e alla tua progenie dopo di te, [23] e la tua progenie sarà come sabbia del mare e tu aumenterai nel mare 5 a oriente, a nord e a sud e saranno benedette, in te e nella tua stirpe, tutte le terre dei popoli. [24] Eccomi, io sto con te e ti proteggerò ovunque tu vada e ti farò rientrare in questa terra, in pace, poiché non ti abbandonerò fin quando (non) avrò fatto ciò che ti dico". [25] E Giacobbe dormì il sonno 6 e disse: "Per davvero questo luogo é la casa del Signore ed io non lo sapevo". Ebbe paura e disse: "Questo luogo mirabile non é altro che la casa del Signore e questa é la porta del cielo". [26] E Giacobbe partì all'alba, prese la pietra del suo guanciale e (la) pose come cippo 7, a segnale in quel luogo; vi versò dell'olio sopra e chiamò quel luogo: "Betel" e quel luogo, prima, si chiamava, così come si chiamava la regione, "Luz" 8. [27] E Giacobbe pregò il Signore dicendo: "Se il Signore starà con me, mi proteggerà in questo viaggio che faccio, mi darà pane da mangiare e vestiti da indossare, e se ritornerò in pace alla casa di mio padre, sia, allora, il Signore il mio Dio e questa pietra che io ho messo a cippo, per segnale in questo luogo, sia la casa del Signore! E, di tutto quel che mi hai dato, o Signor mio, te ne darò la decima parte".
XXVIII
[modifica | modifica sorgente][1] E si mosse e si recò nella terra di oriente, da Labano, fratello di sua madre Rebecca, e stette con lui e lo servì, per causa della figlia Rachele, per un settennio 1. [2] E nel primo anno del terzo settennio gli disse: "Dammi come mia sposa la donna per la quale ti ho servito sette anni"; e disse Labano a Giacobbe: "Io te la darò (come) tua moglie". [3] E Labano fece un convito e prese Lia, la sua figlia maggiore, e la dette in moglie a Giacobbe e le dette Zilpa, la sua serva, come serva e Giacobbe non se ne accorse perché credeva che fosse Rachele. [4] Ed egli entrò da lei, ed ecco che ella era Lia. E Giacobbe si adirò contro Labano e gli disse: "Perché hai fatto così? Non é per Rachele (che) ti ho servito e non per Lia? Perché mi hai fatto torto? Prenditi tua figlia. Io, poiché hai agito male contro di me, me ne vado!". [5] (Ciò), perché Giacobbe amava Rachele più di Lia dato che gli occhi di Lia erano deboli e solo il suo aspetto era assai bello, (mentre) Rachele era di begli occhi, di bello aspetto e assai graziosa. [6] E Labano disse a Giacobbe: "Nella nostra terra non si usa dare la (figlia) minore mentre vi é la maggiore. E non é giusto far ciò, poiché così é scritto e stabilito nelle tavole del cielo: che non vi sia chi dà la propria figlia minore piuttosto che la maggiore. Il dare la (maggiore) precede e, dopo di lei, (si dà) la minore. (Al)l'uomo che fa (questo) peccato, glielo ascrivono in cielo e non vi é chi faccia ciò e si santifichi, poiché questa azione é brutta al cospetto del Signore. [7] E anche tu ordina ai figli di Israele! E non facciano ciò e non prendano e non diano la minore senza far precedere la maggiore, poiché (ciò) é assai brutto!". [8] E Labano disse a Giacobbe: "Passino i sette giorni del banchetto di costei ed io ti darò Rachele affinché tu mi serva per altri sette anni per pascolar le mie pecore come hai fatto nel primo settennio". [9] E quando passò il settimo giorno del banchetto di Lia, Labano dette Rachele a Giacobbe affinché egli lo servisse per altri sette anni e dette a Rachele, come serva, Bilha, sorella di Zilpa. [10] Ed egli servì per altri sette anni per causa di Rachele poiché Lia gli era stata data inutilmente. [11] Ed il Signore aprì il grembo di Lia (che) concepì e generò un figlio a Giacobbe e Giacobbe lo chiamò Ruben, il quattordici del nono mese del primo anno del terzo settennio. [12] Ed il grembo di Rachele si chiuse poiché il Signore vide che Lia era odiata e che Rachele era amata. [13] E Giacobbe entrò per la seconda volta da Lia e costei rimase incinta e gli generò un secondo figlio ed egli lo chiamò Simeone, il ventuno del decimo mese del terzo anno di questo settennio. [14] E Giacobbe entrò ancora una volta da Lia e costei concepì e gli generò un terzo figlio ed egli lo chiamò Levi, al principio del primo mese del sesto anno di questo settennio 2. [15] E Giacobbe entrò ancora da Lia e costei concepì e gli generò un quarto figlio ed egli lo chiamò Giuda, il quindici del terzo mese nel primo anno del quarto settennio. [16] E, per tutto ciò, Rachele, poiché non generava, invidiava Lia e disse a Giacobbe: "Dammi un figlio" e Giacobbe le disse: "Ti ho, forse, io impedito il frutto del tuo ventre? Ti ho trascurata?" 3. [17] E quando Rachele vide che Lia aveva generato quattro figli, Ruben, Simeone, Levi e Giuda, gli disse: "Entra da Bilha, la mia serva ed ella concepirà e ti darà, per me, un figlio". [18] Ed egli entrò da lei ed ella concepì e gli generò un figlio ed ella lo chiamò Dan il nove del sesto mese nel sesto anno del terzo settennio. [19] E poi Giacobbe entrò di nuovo da Bilha e costei concepì e gli generò un secondo figlio e Rachele lo chiamò Neftali il cinque del settimo mese del secondo anno del quarto settennio. [20] E quando Lia vide che era (diventata) sterile e non generava, ebbe invidia di Rachele e dette anche lei la propria serva, Zilpa, a Giacobbe come moglie e (questa) concepì e generò un figlio ed ella lo chiamò Gad il dodici dell'ottavo mese del terzo anno del quarto settennio. [21] Ed entrò una seconda volta da lei ed ella concepì e gli generò un figlio e Lia lo chiamò Aser nel secondo (giorno) dell'undicesimo mese del quinto anno del quarto settennio. [22] E Giacobbe entrò da Lia e costei concepì e gli generò un figlio e lo chiamò Issacar il quattro del quinto mese del quarto anno del quarto settennio e lo dette alla nutrice. [23] E Giacobbe entrò di nuovo da lei ed ella concepì e gli generò due figli - maschio e femmina - ed ella chiamò Zabulon il maschio e Dina la femmina, nel settimo mese del settimo anno del sesto settennio del quarto 4. [24] Ed il Signore fu benevolo verso Rachele, le aprì il grembo ed ella concepì e generò un figlio e lo chiamò Giuseppe all'inizio del quarto mese del sesto anno in questo quarto settennio. [25] E, quando nacque Giuseppe, Giacobbe disse a Labano: "Dammi le mie mogli e i miei figli. Io me ne vado da mio padre Isacco e mi farò una casa dato che ho compiuto gli anni in cui ti dovevo servire 5 in cambio delle tue figlie. Io me ne vado a casa di mio padre". [26] E Labano disse a Giacobbe: "Sta' presso di me per mercede 6; porta ancora a pascolar i miei greggi e prenditi la tua paga!". [27] E si dissero fra di loro che gli avrebbe dato, come mercede, tutti gli ovini, fra agnelli e capretti, che fossero nati color cenere, screziato 7 e bianco. [28] E tutte le pecore generavano (pecore) screziate e tutte che avevano segni e strisce e generavano ancora (pecore) dello stesso loro aspetto; e tutte quelle che avevano segni erano di Giacobbe e quelle senza segni erano di Labano. [29] E i beni di Giacobbe crebbero assai, ed egli possedette vacche, pecore, asini, camelli, figli e figlie. [30] E Labano e i suoi figli ebbero invidia di Giacobbe e Labano raccolse le sue pecore (separandole) da quelle di lui (= Giacobbe) e pensò al male.
XXIX
[modifica | modifica sorgente][1] E quando Rachele generò Giuseppe, Labano andò a tosare le proprie pecore perché stavano lontane da lui tre giorni di cammino 1. [2] E Giacobbe vide che Labano andava a tosare le pecore e, allora, chiamò Lia e Rachele e parlò al loro cuore 2 affinché andassero con lui alla terra di Canaan. [3] (Le convinse) poiché disse loro tutto quel che aveva visto in sogno e tutto quel che (il Signore), affinché ritornasse alla casa di suo padre, gli aveva detto. Ed esse gli dissero: "Noi andremo ovunque tu vada. Noi verremo con te". [4] E Giacobbe benedì il Dio di suo padre Isacco ed il Dio di Abramo, padre di suo padre, e partì, caricò le sue donne ed i suoi figli, prese tutti i suoi beni, passò il fiume e giunse alla terra di Galaad e tenne nascosto il suo pensiero a Labano e non glielo disse. [5] E nel settimo anno del quarto settennio Giacobbe ritornò nel Galaad il ventiquattro del primo mese e Labano lo inseguì e lo trovò, il giorno dodici del 3ø mese, sul monte di Galaad 3. [6] Ed il Signore, poiché gli apparve in sogno di notte, non gli permise di far male a Giacobbe. E Labano parlò a Giacobbe. [7] E il quindici di quel tempo, Giacobbe fece un banchetto a Labano e a tutti quelli che erano venuti con lui e, in quel giorno, Giacobbe giurò a Labano e Labano giurò a Giacobbe che non si sarebbero fatto del male, l'un l'altro, sul monte di Galaad. [8] E fecero, colà, un gran mucchio (di pietre) a testimonianza (del loro patto). Perciò quel luogo fu chiamato, in conformità a questo mucchio, "Mucchio di testimonianza" 4. [9] E, prima, la terra di Galaad la chiamavano "terra dei Refaim", poiché era territorio dei Refaim e della stirpe dei Refaim i giganti, la cui altezza andava da dieci a sette cubiti, [10] la cui sede era dalla terra della stirpe di Amon fino al monte Ermon e la cui sede regale era 5 Karnaim, Astarot, Edrei, Misur e Beon. [11] Ed il Signore, per la cattiveria delle loro azioni - poiché erano assai malvagi - li distrusse e, al loro posto, si stanziarono gli Amorei, cattivi e peccatori e non vi é, oggi, popolo che abbia compiuto tutti i loro peccati e non vi é più, sulla terra, prolungamento della loro vita (= non esistono più). [12] E Giacobbe congedò Labano (che) andò nella terra di Mesopotamia, terra di oriente, [13] ed egli ritornò nella terra di Galaad e passò lo Yabbok 6, nel nono mese, l'undici. E in questo giorno giunse presso di lui suo fratello Esaù 7, si riconciliarono ed andarono da lì nella terra di Seir e Giacobbe passò la notte nelle tende. [14] E nel primo anno del quinto settennio di questo giubileo passò il Giordano e passò la notte al di là del Giordano per far pascolare le sue pecore dalla terra di Fesehat 8 fino a Betshean e fino a Dotan e fino alla foresta 9 di Akrabbim. [15] E mandò a suo padre Isacco parte di tutti i suoi beni: vestiti, cibi, carne, bevande, latte, olio, burro e datteri del bassopiano. [16] Ed anche a sua madre, a Rebecca, mandava (doni) quattro volte all'anno: fra le stagioni, fra la aratura e la mietitura, fra estate e piogge, fra stagione delle piogge e stagione asciutta, nella torre di Abramo, [17] poiché Isacco era ritornato dal Pozzo del Giuramento ed era salito nella torre di suo padre Abramo e se ne stava, colà, lontano da Esaù, suo figlio, [18] dato che, quando Giacobbe andò in Mesopotamia, Esaù aveva preso in moglie Macalat 10, figlia di Ismaele, aveva radunato tutto il gregge di suo padre e le sue donne, era salito e aveva soggiornato sul monte Sir, lasciando Isacco, suo padre, solo, al Pozzo del Giuramento. [19] Ed Isacco era salito, (poi) dal Pozzo del Giuramento e si era fermato nella torre di Abramo, suo padre, sul monte di Hebron. [20] E, di là 11, Giacobbe mandava tutte le sue spedizioni a suo padre e a sua madre, di tempo in tempo, (e) tutto quel che loro necessitava ed essi benedicevano Giacobbe con tutto il cuore e l'anima loro.
XXX
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E, nel primo anno del sesto settennio salì a Salem, che é ad oriente di Sichem, in pace, nel quarto mese. [2] E colà rapirono Dina, figlia di Giacobbe (e la portarono) nella casa di Sichem, figlio di Hamor, l'Eveo, governatore della regione, e (costui) giacque con lei e la disonorò. Essa era una piccola ragazza di dodici anni. [3] E egli 2 pregò il padre ed i fratelli di lei affinché ella gli fosse data in moglie, (ma) Giacobbe e i suoi figli si adirarono a causa degli uomini di Sichem, poiché essi avevano disonorato Dina, loro sorella, e parlarono con loro con cattiveria, li ingannarono e li lusingarono 3. [4] E Simeone e Levi entrarono all'improvviso in Sichem e fecero giustizia su tutti gli uomini dei Sichemiti, uccisero tutti gli uomini che vi trovarono e non ne fecero scampare neanche uno. Uccisero tutti con sevizie poiché avevano contaminato la loro sorella, Dina. [5] E così, dunque, non si farà, da oggi fin nell'eternità, di disonorare una figlia di Israele perché nel cielo é stata stabilita la loro condanna: che, cioè, si uccidano di spada tutti gli uomini dei Sichemiti, poiché essi avevano fatto disonore a (una) figlia 4 di Israele. [6] E il Signore li consegnò nelle mani dei figli di Giacobbe affinché li sradicassero con le spade e facessero giustizia su di loro sì che non accada più una cosa simile in Israele, di disonorare, (cioè), una vergine israelita. [7] E se in Israele v'é un uomo che voglia dare sua figlia o sua sorella a qualsiasi uomo che sia della stirpe dei pagani, sia condannato a morte e lo si lapidi poiché egli ha fatto peccato e vergogna in Israele e la donna la si bruci sul fuoco perché ha disonorato il nome della casa di suo padre e sia, essa, sradicata da Israele! [8] E non si trovi in Israele, per tutte le generazioni della terra, fornicazione e corruzione, poiché Israele é santa al Signore e, chiunque la disonora, muoia, lo lapidino, [9] poiché così é stato stabilito e scritto sulle tavole del cielo a proposito di tutta la stirpe di Israele: "Che chi disonora, sia condannato a morte e lo si lapidi!". [10] E non vi é, a questa legge, limitazione di tempo e non vi é perdono o remissione e sarà sradicato, anzi, l'uomo che abbia disonorato, in mezzo a tutto Israele, la propria figlia per aver consegnato a Molok 5 (una) della propria stirpe e per aver commesso il peccato di contaminarla. [9] sulle tavole del cielo: come al solito, il comandamento che non sta scritto nella Legge viene detto inciso nelle tavole celesti. [11] Ed anche tu, o Mosé, ordina ai figli di Israele e di' loro che non diano le loro figlie ai pagani e che non prendano (mogli) di tra le figlie dei pagani poiché ciò é spregevole al cospetto del Signore. [12] E, perciò, io ho scritto per te, nelle parole della legge, tutto quel che i Sichemiti fecero ai danni di Dina e quel che dissero i figli di Giacobbe allorché dissero: "Non diamo una nostra figlia ad un uomo che abbia il prepuzio poiché, per noi, é un obbrobrio". [13] Ed è un obbrobrio per Israele, per coloro che danno e prendono le figlie dei pagani, dato che ciò é impuro e spregevole [14] per Israele e dato che Israele non si purifica da questa impurità: n‚ colui che abbia moglie (presa) di tra le figlie dei pagani n‚ colui che abbia dato qualcuna delle proprie figlie ad uno che sia dei pagani, [15] poiché sarà flagello su flagello, maledizione su maledizione e verrà ogni flagello, maledizione e condanna. E se fa ciò e se finge di non veder 6 coloro che commettono impurità, che profanano il Santuario del Signore e contaminano il nome Santo, per tutta questa impurità e contaminazione sarà condannato tutto il popolo, insieme. [16] E non vi sarà partigianeria o favoritismo e non vi sarà, dalle sue mani, offerta di frutta, sacrificio, olocausto, grasso per l'esalazione del bel profumo, perché Egli (= il Signore) la accetti e tutti, uomini e donne, siano, in Israele, profanatori del Suo Santuario 7. [17] E, perciò, io ti ho ordinato e ti ho detto: "Fa udire questa testimonianza 8 su Israele. Vedi quel che accadde ai Sichemiti e ai figli di lei, come (questa testimonianza?) fu data 8 nelle mani dei due figli di Giacobbe e come li uccisero con sevizie e divenne 8, per essi, opera di giustizia e (ciò) fu loro ascritto a giustizia". [18] E la stirpe di Levi fu scelta per il sacerdozio 9 e per (essere) leviti affinché servissero, come noi, al cospetto del Signore, in ogni tempo e fossero, Levi e i suoi figli, benedetti per sempre, poiché (Levi) aveva avuto lo zelo di far giustizia, condanna e vendetta di tutti coloro che si erano sollevati contro Israele. [19] E, così, essi innalzeranno per lui, a testimonianza nelle tavole del cielo, benedizione e giustizia innanzi al Dio di tutto [20]. E anche noi ricordiamo la giustizia che l'uomo attuò durante la sua vita, in tutti i tempi dell'anno; fino alla millesima generazione innalzeranno la benedizione ed (essa) verrà a favore di lui e delle generazioni dopo di lui ed egli é iscritto (come) giusto ed amico nelle tavole del cielo. [21] Ed io ho scritto per te tutte queste cose e ti ordino di dirle ai figli di Israele affinché non commettano peccato e non trasgrediscano la legge e non violino il patto che fu stabilito per loro al fine che lo attuassero e fossero iscritti (come) amici. [22] E, se avranno deviato o avranno fatto alcuna delle azioni impure, saranno iscritti (come) nemici nelle tavole del cielo e saranno cancellati dal libro dei vivi ed iscritti nel libro di quelli che periranno e con quelli che saranno sradicati dalla terra. [23] Nel giorno in cui i figli di Giacobbe espugnarono Sichem salì, a loro favore, scritto nel cielo, che essi avevano fatto giustizia, equità e vendetta sui peccatori e (ciò) fu ascritto a (loro) benedizione. [24] Essi fecero uscire Dina, loro sorella, dalla casa di Sichem e catturarono tutto quel che era fra i Sichemiti: le loro pecore, le loro vacche, i loro asini, tutto il loro gregge, tutti i loro beni e portarono tutto a Giacobbe, loro padre. [25] Ed egli parlò con loro a causa del fatto che essi avevano espugnato la città poiché aveva paura di coloro che stavano nel territorio, dei Cananei e dei Ferezei. [26] E vi fu il terrore del Signore in tutti i paesi che (erano) al di là dei Sichemiti ed essi, poiché su di loro cadde il terrore, non si sollevarono per scacciare i figli di Giacobbe 10.
XXXI
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E, all'inizio del mese, Giacobbe parlò a tutti gli uomini della sua casa dicendo: "Purificatevi e cambiatevi i vestiti! Partiamo e saliamo a Betel dove, quando fuggii dal cospetto di mio fratello Esaù, ho pregato e il Signore, che era con me, mi ricondusse, in pace, in questa terra. Rimuovete gli déi stranieri che sono fra voi!". [2] E presero con la forza gli déi stranieri e quel che era 2 sui loro petti e sulle loro orecchie e gli idoli che Rachele aveva rubato a Labano 3, suo padre, e (che) aveva tutti dato a Giacobbe. E (Giacobbe) li bruciò, fracassò, distrusse e nascose nel querceto che era nella terra dei Sichemiti. [3] E salì, all'inizio del settimo mese, a Betel. E costruì l'altare nel luogo dove aveva dormito e aveva lì messo il cippo 4 e mandò a dire a suo padre, Isacco, e a sua madre, Rebecca, di andare da lui, all'altare. [4] E Isacco disse: "Venga mio figlio Giacobbe e che io lo veda prima di morire". [5] E Giacobbe andò da suo padre, Isacco, e da sua madre Rebecca, nella casa di suo padre Abramo e prese seco due dei suoi figli, Levi e Giuda, e venne da suo padre Isacco e da sua madre Rebecca. [6] E Rebecca uscì dalla torre, nel vestibolo della stessa, per baciare ed abbracciare Giacobbe poiché il suo spirito rivisse allorché le dissero: "Ecco, tuo figlio Giacobbe é giunto" e lo baciò. [7] E vide ambedue i suoi 5 figli (del figlio), li conobbe e disse: "Questi, o figlio mio, sono i tuoi figli?" li baciò, abbracciò e benedisse dicendo: "Sia onorata, in voi, la stirpe di Abramo e voi sarete per la benedizione sulla terra". [8] E Giacobbe, insieme coi due suoi figli, entrò da suo padre Isacco, nella camera ove egli giaceva, prese la mano di suo padre e, inchinatosi, lo baciò. E Isacco si strinse al petto del figlio Giacobbe e pianse sul suo petto. [9] E le tenebre si dileguarono 6 dagli occhi di Isacco ed egli vide i due figli di Giacobbe, Levi e Giuda e disse: "Sono i tuoi figli, figlio mio? Infatti ti assomigliano". [10] Ed egli gli disse che essi erano per davvero suoi figli e (gli disse): "Hai visto giusto che, per davvero, essi sono miei figli!". [11] Essi si avvicinarono a lui, si girarono ed egli li baciò ed abbracciò tutti insieme. [12] E uno spirito di profezia discese sulla sua bocca ed egli prese Levi con la sua mano destra e Giuda con la sinistra. [13] E si girò verso Levi e cominciò a benedirlo per primo e gli disse: "Benedica il Signore, Dio di tutto, Signore di tutti i secoli, te e i tuoi figli, in eterno. [14] E dia il Signore, a te e alla tua stirpe, grande onore e avvicini a S‚ stesso, più di tutti (coloro) che (sono) di carne, te e la tua stirpe, affinché Lo serviate nel Suo santuario come (Lo servono) gli "Angeli faciei" 7 e i santi. La stirpe dei tuoi figli sarà come loro per la gloria, la grandezza e la santità. E li renda grandi nei secoli! [15] E siano giudici, prìncipi e capi a tutta la stirpe dei figli di Giacobbe. Essi diranno, con giustizia, la parola del Signore, giudicheranno con giustizia tutto quello che per Lui é legittimo e diranno a Giacobbe il nuovo modo di agire e le (mie) rivelazioni 8 a Israele. La benedizione del Signore sarà messa sulle loro bocche affinché benedicano tutta la stirpe dell'amato 9. [16] Tua madre ti ha chiamato Levi e chiamò giustamente il tuo nome; (= esso significa): "sarai congiunto al Signore e socio di tutti i figli di Giacobbe" 10. La Sua mensa sia tua e tu, e i tuoi figli, mangiatela! E sia la tua mensa piena per tutte le generazioni e non venga a mancare, nei secoli, il tuo cibo! [17] E tutti coloro che ti odiano ti cadranno innanzi, tutti i tuoi nemici saranno sradicati e si perderanno; e sian benedetti quelli che ti benedicono e maledetti quelli che ti maledicono!". [18] E disse a Giuda: "Ti dia, il Signore, forza e fermezza sì che tu possa calpestare tutti quelli che ti odiano. Sii principe, tu ed uno dei tuoi figli, ai figli di Giacobbe. Il nome tuo e quello dei tuoi figli sia (tale) che vada e cammini in tutta la terra e (in tutti) i paesi. Allora i popoli temeranno al tuo cospetto e tutte le nazioni e tutti i popoli si agiteranno. [19] Sia, in te, l'aiuto di Giacobbe e si trovi, in te, la salvezza di Israele. [20] E quando starai sul trono dell'onore della tua giustizia, sarà gran pace per tutta la stirpe dei figli dell'amato 11. Sia benedetto chi ti benedice e coloro che ti odiano, ti affliggono e ti maledicono siano sradicati e perduti dalla terra e siano maledetti!". [21] E, giratosi, lo baciò una seconda volta, lo abbracciò e si rallegrò assai perché aveva visto i figli di Giacobbe, suo figlio, che (era) nella verità 12. [22] E (Giacobbe) uscì di fra i suoi piedi, cadde e si prostrò a lui; e (Isacco) li benedì ed egli si riposò colà, vicino a suo padre Isacco, in quella notte, e mangiarono e bevvero in allegria. [23] E mise a dormire i due figli di Giacobbe, uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra e (ciò) gli fu imputato a giustizia. [24] E Giacobbe disse, durante la notte, tutto a suo padre: come il Signore aveva usato grande benevolenza con lui, come gli aveva reso prospere tutte le sue vie e lo aveva protetto da ogni male. [25] E Isacco benedì il Dio di suo padre Abramo che non aveva negato la Sua misericordia e la Sua giustizia al figlio del Suo servo Isacco. [26] E, all'alba, Giacobbe disse a suo padre Isacco la preghiera che aveva indirizzato al Signore, la visione che aveva vista, in qual modo aveva costruito l'altare e tutto era pronto per fare il sacrificio innanzi al Signore - così come aveva fatto voto - e (gli disse anche) che era venuto per caricarlo sull'asino. [27] Ed Isacco gli rispose: "Io non posso venire con te perché sono invecchiato e non posso sopportare il viaggio. Va', figlio mio, in pace, poiché io ora ho centosessantacinque anni e non posso viaggiare. Carica tua madre (sull'asino) e parta, ella, con te. [28] Io so, figlio mio, che tu sei venuto per causa mia e sia benedetto questo giorno nel quale tu mi hai visto vivo ed anche io ti ho visto. [29] Prospera, o figlio mio, e adempi al voto che facesti e non rimandarlo. Ti se ne domanderà conto; e, anche ora, affrettati a fare la tua preghiera e Colui che ha fatto il tutto gradirà la preghiera che tu farai". [30] E disse a Rebecca: "Va' con tuo figlio Giacobbe". E Rebecca, insieme con Debora, andò con Giacobbe e giunsero a Betel. [31] E Giacobbe ricordò la preghiera con cui il padre suo aveva benedetto lui e i suoi due figli Levi e Giuda, si rallegrò e benedì il Dio dei suoi padri Abramo e Isacco. [32] E disse: "Adesso so che, al cospetto del Dio di tutti, vi é, per me e per i miei figli, una speranza eterna e, a proposito di loro due, é stato stabilito così: così come li benedì Isacco, li eleveranno, a testimonianza eterna, nelle tavole del cielo" 13.
XXXII
[modifica | modifica sorgente]1. [1] Ed egli (Giacobbe) passò quella notte in Betel e Levi sognò che al sacerdozio di Dio Altissimo avevano nominato e destinato lui e i suoi figli, in eterno. Si svegliò dal sonno e benedisse il Signore. [2] E Giacobbe si alzò di buon mattino, all'alba del quattordici di questo mese e dette la decima di tutto quel che era venuto con lui; dagli uomini agli animali, dall'oro a tutti gli oggetti e vestiti, (dette) la decima di tutto. [3] E in quei giorni Rachele concepì Beniamino, suo figlio e Giacobbe contò, da lui, i suoi figli e (nel contarli) salì e scese su di lui, su Levi, in porzione del Signore e suo padre lo vestì degli abiti sacerdotali e gli riempì le mani 2. [4] Ed il quindici di questo mese portò sull'altare, fra i bovini, quattordici tori, ventotto arieti, quarantanove pecore, sessanta agnelli e ventinove capretti, in olocausto sull'altare ed in offerta gradita, dal profumo soave, innanzi al Signore Iddio e, cioè, [5] il dono (derivante) dal voto che aveva fatto: che avrebbe dato le decime 3 insieme con le loro offerte e le loro libagioni. [6] E mentre il fuoco lo consumava, egli bruciava l'incenso sul fuoco (e) sui sacrifici di salvezza: due tori, quattro arieti, quattro pecore, quattro caproni e due pecore, ognuna di un anno, e due capretti. Così faceva, all'alba, per sette giorni. [7] Ed egli, i suoi figli e la gente stavano colà, a mangiare, allegramente, per sette giorni ed egli benediceva e lodava il Signore che lo aveva liberato da tutte le sue tribolazioni e lo aveva esaudito nelle sue preghiere. [8] E offrì, in decima, tutti gli animali puri, fece sacrificio e gli animali impuri (li) dette a Levi 4, suo figlio, e gli dette (anche) le anime degli uomini. [9] E Levi si fece sacerdote 5, in Betel, al cospetto di suo padre Giacobbe a preferenza dei dieci suoi fratelli e stette colà come sacerdote. E Giacobbe gli affidò il suo voto: e in tal modo Levi offrì per la seconda volta la decima al Signore, la consacrò e gli fu sacra 6. [10] E perciò é stabilita, nelle tavole del cielo, la legge di offrir la decima una seconda volta 7 per mangiarla al cospetto del Signore nel luogo dove é stato scelto che vi sia, sopra, il nome di Lui 8, di anno in anno e non vi é, a questa legge, limite di tempo, in eterno. [11] Ed è norma scritta, da attuare di anno in anno, di mangiar, una seconda volta, le decime 9 al cospetto del Signore, nel luogo prescelto, e non ne devono avanzare, da quest'anno, per l'anno successivo. [12] Poiché si deve mangiare il seme nel suo anno, fin quando (non) passa la seminagione annuale, e il vino fino al tempo dell'uva e il periodo dell'olio (é) fino al tempo dell'uliva. [13] E tutto quel che avanza e invecchia sia considerato contaminato, lo si bruci al fuoco poiché é diventato impuro. [14] E, pertanto, lo mangino insieme, nel santuario, e non lo lascino invecchiare. [15] E avvenga che tutte le decime di vacche e pecore, consacrate al Signore e ai suoi sacerdoti, le mangino 10 innanzi a Lui, di anno in anno, poiché così é stabilito e scolpito, quanto alle decime, sulle tavole del cielo. [16] E in un'altra notte, il ventidue di questo mese, Giacobbe si propose di costruire in quel luogo una area recintata, di consacrarla e di farla santa per lui e i suoi figli, dopo di lui, in eterno. [17] E il Signore gli apparve di notte, lo benedì e gli disse 11: "Il tuo nome non si chiamerà solo Giacobbe, ma Israele". [18] E gli disse, per la seconda volta: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ho creato il cielo e la terra; e ti farò grande e ti moltiplicherò assai, da te usciranno re e domineranno ovunque l'orma del piede dei figli dell'uomo abbia calcato. [19] Io darò alla tua stirpe tutta la terra che é sotto il cielo ed essi domineranno su tutti i popoli, come vorranno, e poi raduneranno (nelle loro mani) tutta la terra e la erediteranno per l'eternità". [20] Finì di parlare con lui, salì (allontanandosi) da lui e Giacobbe lo vide fin quando salì nel cielo. [21] E vide, in una visione di notte, un angelo scendere dal cielo con sette tavole nelle mani, darle a Giacobbe e leggergli tutto quel che vi era scritto (cioé) quel che sarebbe accaduto a lui e ai suoi figli in tutti i tempi. [22] Gli mostrò tutto quel che era scritto sulle tavole e gli disse: "Non costruir (in) questo luogo, non farlo santuario in eterno e non restar qua poiché questo non é il luogo! Va' alla casa di Abramo, tuo padre (sic!) e rimani colà presso tuo padre Isacco fino al giorno della morte di tuo padre [23] poiché tu morrai in pace in Egitto e in quella terra sarai seppellito, con onore, nel sepolcro dei tuoi padri, con Abramo e Isacco. [24] Non temere! Poiché, come hai visto e letto, così accadrà tutto. Scrivi anche tu tutto, come hai visto e letto!". [25] E Giacobbe disse: "Come ricorderò tutto quel che ho visto e letto?". E (l'Angelo) gli disse: "Io ti rammenterò ogni cosa" ed ascese da lui. [26] E (Giacobbe) si destò dal suo sonno e ricordò e scrisse tutto quel che aveva visto e letto. [27] E operò, colà, ancora per un giorno 12 e sacrificò in esso proprio come aveva sacrificato nei giorni precedenti e quel giorno lo chiamò "aggiunta" perché quel giorno era stato aggiunto e i precedenti li chiamò "festa" 13. [28] E così gli sembrò che fosse (quel giorno) e che fosse scritto nelle tavole del cielo e, per ciò, gli fu manifesto che egli lo dovesse celebrare e lo dovesse aggiungere ai sette giorni di festa. [29] Ed esso fu chiamato "aggiunta" perché é (in esso) che si offrono sacrifici, in testimonianza (= ricordo?) del giorno e 14, come festa, nel numero dei giorni dell'anno. [30] E nella notte del ventitr‚ di questo mese Debora, la nutrice di Rebecca, morì e la seppellirono (nella) parte inferiore del paese, sotto una quercia del fiume e chiamò quel fiume 15, "fiume di Debora" e la quercia: "quercia 16, pianto di Debora". [31] E Rebecca andò e rientrò in casa sua, presso il padre di lui, Isacco, e Giacobbe (gli) inviò, a mezzo di lei, agnelli, pecore e arieti affinché ella facesse, a suo padre, cibo come egli (Isacco) voleva. [32] Ed egli andò al seguito di sua madre fino ad avvicinarsi al territorio di Keberatan e passò la notte colà (opp.: fissò colà la propria residenza). [33] E Rachele generò, la notte, un figlio e lo chiamò "figlio del mio dolore" poiché soffrì assai nel generarlo e il padre lo chiamò Beniamino, l'undici dell'ottavo mese del primo anno del sesto settennio di questo giubileo. [34] E Rachele morì colà e fu sepolta nella terra di Efrata, cioé Betlemme, e Giacobbe costruì, sulla tomba di Rachele, un cippo sulla strada.
XXXIII
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E Giacobbe andò e passò la notte, verso sud, a Migdal-Eder. E andò da suo padre, Isacco, lui e Lia, sua moglie, all'inizio del decimo mese. [2] E Ruben vide Bilha, serva di Rachele e concubina di suo padre, mentre ella si lavava nell'acqua, di nascosto, e se ne innamorò. [3] E si nascose, di notte, ed entrò nella casa di Bilha, di notte, e la trovò coricata, sola, nel suo letto e dormente nella sua casa. [4] E si coricò con lei. Ella si svegliò, vide Ruben coricato con lei nel letto, scoprì le proprie coperte, lo prese, gridò, conobbe che era Ruben, [5] si vergognò, tolse le proprie mani da sopra di lui ed egli fuggì. [6] Ed ella piangeva assai, per questo fatto, e non lo disse ad alcuno. [7] E quando venne Giacobbe e la cercò, ella gli disse: "Non sono pura per te perché sono stata contaminata (lontana) da te 2 dato che Ruben mi ha insozzata e si é coricato con me, di notte. Io dormivo e non me ne sono accorta fin quando egli scoprì la mia veste e si coricò con me". [8] E Giacobbe si adirò assai contro Ruben perché, dato che si era coricato con Bilha, [9] aveva scoperto la copertura 3 di suo padre e non la avvicinò più perché Ruben l'aveva insozzata - e riguardo a ogni uomo, - poiché aveva scoperto la copertura di suo padre e poiché la sua azione é assai brutta e riprovevole al cospetto del Signore. Perciò, che un uomo non si corichi con la donna del proprio padre e non scopra la copertura del proprio padre - poiché (ciò) é impuro - é scritto e stabilito nelle tavole del cielo: "muoia(no), insieme, colui che si corica con la donna del proprio padre e la donna, dato che hanno commesso impurità sulla terra". [11] E non sia, al cospetto del nostro Signore, impurità in mezzo al popolo che Egli si é scelto in proprietà 4. [12] Ed (é) nuovamente scritto: "Sia maledetto colui che si corica con la donna del proprio padre perché ha scoperto le pudenda di suo padre" 5. E tutti i Suoi santi dissero al Signore: "Sia (così), sia (così)!". [13] E anche tu, o Mosé, ordina ai figli di Israele che rispettino quest'ordine poiché (vi) é condanna di morte; ciò é impuro e, in favore di colui che commette questa bruttura 6, oltre che condannarlo a morte, ucciderlo, esser lapidato e sradicato di fra il popolo del nostro Dio, non vi é remissione da impetrare [14] E non avrà (da) vivere per un sol giorno sulla terra chiunque faccia ciò in Israele, poiché (ciò) é spregevole ed immondo. [15] E non si dica (che) per Ruben, mentre si era coricato con la concubina di suo padre, vi fu il vivere e il perdono e (che vi furono) anche per lei, mentre aveva il marito vivo, Giacobbe, padre di lui; [16] perché (il Signore) non aveva ancora manifestato, fino ad allora, la regola, la condanna e la legge perfetta per tutti. Poiché, al tuo tempo, (essa é) come legge temporanea nel tempo 7 e legge eterna per le generazioni, nei secoli, [17] e (poiché) non vi é, per questa legge, limitazione di tempo, non (vi é) alcun perdono per questo (peccato), se non che siano sradicati ambedue, insieme, da mezzo al popolo: li uccidano nel giorno in cui la 8 hanno fatta! [18] Ed anche tu, o Mosé, scrivi per Israele che (si) guardino (da) essa 8 e non agiscano in tal modo e non facciano un peccato mortale poiché il Giudice, cioé il Signore, nostro Dio, non guarda in faccia ad alcuno e non accetta doni di corruzione. [19] E di' ad essi questa parola della legge ed essi ascoltino, stiano accorti, si guardino da essi 9 e non periscano e non siano sradicati dalla terra a causa delle impurità, dell'abbominio e della immondezza di tutti coloro che la 8 commettono in terra, al cospetto del nostro Dio. [20] E non vi é peccato maggiore della fornicazione (di coloro) che fornicano sulla terra, dato che Israele é popolo santo al Signore, popolo della eredità per il suo Dio, popolo di sacerdozio 10 e di regno, é proprietà (del Signore) ed una tale impurità non può apparire in mezzo a un popolo santo. [21] E nel terzo anno di questo sesto settennio, Giacobbe e tutti i suoi figli si misero in viaggio e pernottarono in casa di Abramo, vicino a suo padre Isacco e a sua madre Rebecca. [22] E questi sono i nomi dei figli di Giacobbe: primogenito Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar e Zabulon, figli di Lia. E i figli di Rachele (sono): Giuseppe e Beniamino. E i figli di Bilha (sono): Dan e Neftali. E i figli di Zilpa (sono): Gad e Aser. (Inoltre c'é) Dina, figlia di Lia, unica figlia di Giacobbe 11. [23] E, arrivati, si prostrarono a Isacco e a Rebecca e (costoro), quando li videro, benedirono Giacobbe e tutti i suoi figli. E Isacco si rallegrò assai, perché aveva visto i figli di Giacobbe suo figlio minore e li aveva benedetti.
XXXIV
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E nel sesto anno di questo settennio di questo quarantaquattresimo giubileo Giacobbe mandò i suoi figli, insieme coi suoi servi, perché portassero al pascolo, nei prati dei Sichemiti, le sue pecore. [2] E, contro di loro, si congregarono i sette re degli Amorrei per ucciderli - essendosi nascosti sotto gli alberi - e per catturare i loro animali e le loro donne. [3] E Giacobbe, Levi, Giuda e Giuseppe stavano in casa, dove stava loro padre Isacco, poiché era triste di spirito, ed essi non avevano voluto lasciarlo. E Beniamino era il (figlio) minore e, perciò, stava presso suo padre. [4] E vennero i re di Tafe, i re di Aresa, i re di Sagaran, i re di Selo, i re di Gaez, il re di Betoron e il re di Maenisakir. E tutti costoro, che stavano su questo monte, (sono) quelli che stavano nel bosco, (nella) terra di Canaan 2. [5] E annunziarono a Giacobbe che i re degli Amorrei avevano circondato i suoi figli e li avevano rapinati del loro gregge. [6] E partì dalla sua casa lui (= Giacobbe) e i suoi tre figli e tutti i servi di suo padre e i suoi servi e, in ottocento 3 uomini portatori di spade, andarono contro di loro. [7] E li uccisero nei pascoli dei Sichemiti, inseguirono i fuggitivi e li uccisero sulla punta delle loro spade e uccisero Aresa, Tafu, Seragen (sic!), Selo, Amanisakiro (sic!) e Gagaas (sic!). [8] E raccolse il suo gregge e prevalse su di loro e stabilì un tributo su di loro: che (cioé) gli dessero, in tributo, cinque prodotti della loro terra ed egli costruì Ruben e Tamnatares 4. [9] E se ne ritornò in pace, fece pace con loro ed essi gli furono servi fin quando egli e i suoi figli scesero nella terra di Egitto. [10] E nel settimo anno di questo settennio mandò ai Sichemiti 5, dalla sua casa, Giuseppe perché si informasse della buona salute dei fratelli e (Giuseppe) li trovò nella terra di Dotan. [11] E (i fratelli) lo ingannarono e fecero un complotto contro di lui, per ucciderlo e, ritornati 6, lo vendettero ai mercanti ismaeliti e (costoro) lo fecero scendere in Egitto e lo vendettero a Potifar, eunuco del faraone, capo dei cuochi, sacerdote del paese di Elew. [12] E i figli di Giacobbe sgozzarono un capretto e macchiarono di sangue il vestito di Giuseppe e lo mandarono, il giorno dieci del settimo mese, a Giacobbe, loro padre. [13] E stettero tutto quel giorno, fino a sera, e glielo portarono (il vestito) ed egli fu preso dalla febbre per il pianto della sua morte e disse(ro) 7 che una bestia feroce aveva divorato Giuseppe. E tutta la gente di casa sua rimase, con lui, quel giorno e stettero a dolersi e a piangere con lui per tutto il giorno. [14] E i suoi figli e la sua figlia sorsero a consolarlo, ma egli, riguardo al figlio, non si consolò. [15] E in questo giorno Bilha apprese che Giuseppe era morto e, mentre lo piangeva, morì - ed ella stava a Qeftaretef - e anche Dina, sua figlia, dopo che Giuseppe era morto, morì. E capitarono ad Israele 8 questi tre lutti in un (solo) mese. [16] E seppellirono Bilha di fronte alla tomba di Rachele e anche Dina, sua figlia, la seppellirono colà. [17] Ed egli stette a piangere per Giuseppe un anno, e non la smise, perché diceva: "Scenderò nel sepolcro piangendo per mio figlio". [18] E, perciò, fu stabilito, a carico dei figli di Israele, che si addolorassero il dieci del settimo mese, - quando (cioé) a suo padre Giacobbe giunse (la notizia) che gli fece piangere Giuseppe - affinché, in tal giorno, (egli) chiedesse 9 perdono, per lui (= Giuseppe?), con un capretto, il dieci del settimo mese, una volta all'anno, a causa del loro peccato: perché (cioé) avevano addolorato il sentimento del loro padre per il figlio Giuseppe. [19] Ed è stato stabilito questo giorno affinché si addolorino, in esso, dei loro peccati, di tutte le loro colpe e dei loro errori per purificarsi, in questo giorno, una volta all'anno. [20] E, dopo la perdita di Giuseppe, i figli di Giacobbe presero moglie: I 10, la moglie di Ruben si chiamava Ada; II, quella di Simeone: Adiba, cananea; III, quella di Levi: Melka, una delle figlie di Aram, della stirpe dei figli di Taran; IV, quella di Giuda: Betusuel, cananea; V, quella di Issacar: Hezeqa; VI, quella di Zabulon: Niiman; VII, quella di Dan: Egela; VIII, quella di Neftali: Rasuu che era di Mesopotamia; IX, quella di Gad: Mak; X, quella di Aser: Iyona; XI, quella di Giuseppe: Asenet, egiziana; XII, quella di Beniamino: Iyoska. [21] E Simeone, essendo tornato, prese moglie da(lle donne di) Mesopotamia 11, una seconda volta, come i suoi fratelli.
XXXV
[modifica | modifica sorgente][1] Nel primo anno del primo settennio del quarantacinquesimo giubileo Rebecca chiamò Giacobbe, suo figlio e gli ordinò, a proposito di suo padre e di suo fratello, di onorarli per tutto il tempo della sua vita. [2] E Giacobbe disse: "Io farò tutto quel che mi hai ordinato perché ciò é per me onore ed orgoglio ed è giusto, per me, al cospetto del Signore, che io li onori. [3] Ed anche tu, o madre mia, conosci, da quando sono nato fino ad oggi, tutte le mie azioni e tutto quel che é nel mio cuore e come io pensi, sempre, al bene di tutti. [4] E come potrei, io, non fare questa cosa che mi hai ordinato, che, cioé, io onori mio padre e mio fratello? [5] E dimmi, madre mia, quale falsità hai (mai) visto in me? Io, (quanto a) tenermi lontano, mi tengo lontano da essa e vi sarà, su di me, grazia". [6] Ed ella gli disse: "Figlio mio, per tutti i miei giorni, non c'é falsità che io abbia visto in te e nessuna azione falsa, ma retta. Io in verità ti dico, o figlio mio, che io morrò in questo anno e che non lo oltrepasserò in vita poiché, in sogno, ho visto il giorno della mia morte (e) che non vivrò più di centocinquantacinque anni. Ed ecco che io ho compiuto tutto il tempo della mia vita che io devo vivere". [7] E Giacobbe rise per le parole di sua madre perché sua madre diceva che sarebbe morta ed ella, (invece) stava davanti a lui, in forze, e non si era indebolita dalla sua energia poiché entrava e usciva, vedeva (bene), i suoi denti erano forti e, in tutto il tempo della sua vita, non la aveva mai toccata malattia. [8] E Giacobbe le disse: "Beato me, madre mia, se il tempo della mia vita si avvicinerà al tuo e se, in me, la mia energia sarà come la tua. E tu non morrai perché tu, con me, parli a vuoto della tua morte". [9] Ed ella entrò da Isacco e gli disse: "Ti chiedo una cosa: fa giurare a Esaù che egli non farà alcun male a Giacobbe e che non lo perseguiterà in inimicizia poiché tu conosci i pensieri di Esaù, come egli sia, fin da piccolo, malvagio e come non vi sia - dato che egli vuole ucciderlo dopo la tua morte - bontà in lui! [10] E tu sai quanto ha sempre fatto da quando Giacobbe, suo fratello, si recò a Harran, ad oggi; (tu sai) come egli ci abbia abbandonato con tutto il suo cuore e come egli abbia agito male con noi. Egli radunò il tuo gregge e ti rapì tutti i tuoi beni, alla tua presenza, [11] e mentre noi lo scongiuravamo e pregavamo che era nostro, egli agiva come uno che ci largisse qualche cosa. [12] Egli é adirato contro di te perché tu hai benedetto Giacobbe, il tuo figlio perfetto e giusto poiché (in lui) non vi é malizia, ma bontà. Ed egli, da quando venne da Harran ad oggi, non ci ha fatto mancare nulla poiché egli ci porta tutto, in ogni tempo, e si rallegra sempre, con tutto il cuore, quando noi prendiamo (qualcosa) dalle sue mani e ci benedice; e non si é separato da noi da quando é venuto da Harran fino ad oggi, e sta sempre con noi, in casa nostra, onorandoci". [13] E Isacco le disse: "Anche io conosco e vedo il modo di agire di Giacobbe verso di noi (e) come egli ci onora con tutto il cuore. Io, prima, amavo Esaù più di Giacobbe, fin da quando nacque, e adesso amo Giacobbe più di Esaù dato che egli ha aumentato il suo agir male, (e) in lui non vi é giustizia, poiché tutto il suo modo di agire (é) sopruso e violenza e, intorno a lui, non vi é giustizia. [14] E, adesso, il mio cuore é agitato a causa di tutte le sue azioni e lui e la sua stirpe non sono (destinati) a salvarsi poiché saranno perduti dalla terra e sradicati da sotto il cielo poiché egli e i suoi figli hanno abbandonato il dio di Abramo e sono andati dietro alle loro donne, dietro alla impurità e ai loro 1 errori. [15] Tu mi dici di fargli giurare che non ucciderà Giacobbe. Ma, anche se giura, egli non starà al suo giuramento e non farà bene, ma male. [16] E, se vorrà uccidere Giacobbe, suo fratello, egli sarà consegnato in mano di Giacobbe e, poiché cadrà nelle sue mani, non sfuggirà dalle sue mani. [17] E tu non temere per Giacobbe poiché il protettore di Giacobbe é più grande, potente, onorato e celebrato di quello di Esaù". [18] E Rebecca mandò a chiamare Esaù e questi venne presso di lei ed ella gli disse: "Figlio mio, ho da farti una richiesta. Di(mmi), che farai quel che dico, o figlio mio". [19] Ed egli le disse: "Farò tutto quello che mi dirai. Io non dirò di no a qualsiasi tua preghiera". [20] Ed ella gli disse: "Io ti chieggo che, nel giorno in cui morrò, tu mi introduca e seppellisca vicino a Sara, madre di tuo padre e che tu e Giacobbe, tuo fratello, vi amiate a vicenda e che, affinché prosperiate e siate onorati in terra, non cerchi, l'uno, il male del proprio fratello, ma l'amore; il nemico non si rallegrerà contro di voi e voi sarete per la benedizione e la misericordia davanti agli occhi di tutti quelli che vi amano". [21] Ed egli disse: "Io farò tutto quel che mi dici e ti seppellirò, nel giorno della tua morte, vicino a Sara, madre di mio padre, così come vuoi, affinché le sue ossa siano vicino alle tue. [22] E io amo mio fratello Giacobbe più di ogni altra creatura e non ho fratelli, in tutta la terra, all'infuori di lui solo. E, se lo amo, non é gran cosa, per me, poiché egli é mio fratello; siamo stati seminati insieme nel tuo seno ed insieme siamo usciti dalle tue viscere e, se io non amo mio fratello, chi amo? [23] Ed io stesso ti imploro di ammonire Giacobbe a proposito di me e dei miei figli, perché io so che, quanto a regnare, egli regnerà su me e sui miei figli poiché mio padre, quando lo benedì, pose lui sopra e me sotto. [24] Ed io ti giuro che lo amerò e che, per tutto il tempo della mia vita, non cercherò il suo male, ma il (suo) bene". Ed egli le giurò su tutte queste cose. [25] Ed ella chiamò Giacobbe al cospetto di Esaù e gli diede ordini secondo le parole che si era dette con Esaù. [26] E Giacobbe disse: "Io farò la tua volontà. Abbi fede in me che non sortirà, da me e dai miei figli, alcun male per Esaù, mio fratello e che io non sarò primo (in) altro che in amore 2. [27] E mangiarono e bevvero, lei e i suoi figli, in quella notte ed ella morì (all'età) di tre giubilei, un settennio e un anno, in quella notte, e ambedue i suoi figli, Esaù e Giacobbe, la seppellirono nella grotta 3, vicino a Sara, madre di loro padre.
XXXVI
[modifica | modifica sorgente][1] E, nel sesto anno di questo settennio, Isacco chiamò i due suoi figli Esaù e Giacobbe (che) vennero presso di lui ed egli disse loro: "Figli miei, io vado nella via dei miei padri nella casa eterna, dove stanno i miei padri. [2] Seppellitemi vicino ad Abramo, mio padre, nella grotta doppia nei campi di Efron l'eteo, che Abramo acquistò per monumento sepolcrale 1. Seppellitemi colà 2. [3] Ed io, o figli miei, vi ordino 3 ciò: "Che voi facciate giustizia e rettitudine sulla terra affinché il Signore vi apporti tutto quanto disse che avrebbe fatto ad Abramo e alla sua stirpe. [4] E vivete, figli miei, fra di voi, amando i vostri fratelli come voi stessi e cercando ciò che é bene per loro, per agire insieme concordemente sulla terra ed amarsi, vicendevolmente, come loro stessi 4. [5] E, quanto alla questione degli idoli, io vi ordino di disprezzarli, detestarli, combatterli e non amarli perché essi sono pieni di errore per coloro che li adorano e si prostrano ad essi. [6] Ricordatevi, o figli miei, del Signore, Dio di Abramo, vostro padre e, (ricordatevi) inoltre, (che) anche io l'ho adorato e servito in giustizia affinché Egli vi faccia abbondare nella gioia e renda grande la vostra stirpe come le stelle del cielo, per l'abbondanza, e vi pianti, nella terra, (come) pianta di giustizia che non sarà, in eterno, sradicata. [7] Ed ora io vi faccio giurare con un grande giuramento poiché non vi é giuramento - maggiore di quello (fatto) nel nome lodato, onorato e grande 5 di Colui che ha fatto il cielo, la terra e tutte le cose insieme - che voi Lo temerete e Lo adorerete [8] e che ognuno di voi amerà il proprio fratello con misericordia e giustizia e che, affinché prosperiate in tutte le vostre azioni e non vi perdiate, nessuno vorrà, da oggi nei secoli, per tutto il tempo della vostra vita, il male del proprio fratello. [9] E, se vi é qualcuno di voi che cerchi il male del proprio fratello, sappiate fin d'ora che chiunque cerchi il male del proprio fratello, cadrà nella sua mano, sarà sradicato dalla terra dei viventi e anche la sua stirpe si perderà da sotto al cielo. [10] E nel giorno della maledizione e dello strepito 6 Egli, col fuoco divoratore - così come bruciò Sodoma - brucerà la terra del peccatore, il suo paese e tutto quel che gli apparterrà, ed egli sarà cancellato dal "Libro del rimprovero" dei figli dell'uomo e non sarà iscritto nel "Libro della vita", poiché egli é destinato a perdersi e passerà alla maledizione eterna sì che la loro condanna sia, per sempre, rinnovantesi in ignominia, maledizione, ira, spasimi, rabbia, flagelli e malattie eterne. [11] Io vi dico, e vi testimonio, figli miei, come é la mia condanna che arriva su colui che vuol far cosa prava contro il proprio fratello". [12] E divise tutti i suoi beni fra loro due, in quel giorno, e dette la maggior parte a colui del quale precedeva la nascita: la torre e tutti i suoi dintorni e quel che Abramo possedeva al Pozzo del Giuramento. [13] E disse: "Questa parte maggiore la accresco 7 al primogenito". [14] E disse Esaù: "Ho venduto e dato la mia primogenitura a Giacobbe. (Ciò) sia dato a lui ed io non ho nulla da dire a proposito di essa poiché essa (primogenitura) sta presso di lui". [15] E disse Isacco: "La mia benedizione, o figli miei, si poggi su voi e sulla vostra stirpe, in questo giorno, poiché mi avete tranquillizzato; e il mio cuore non si duole a causa della primogenitura 8. Che tu non faccia, a causa di essa, cose malvagie! [16] Benedica, il Signore eccelso, colui che opera la giustizia, (benedica) lui e la sua stirpe, nei secoli!". [17] E finì di dar loro ordini e di benedirli. Ed essi mangiarono e bevvero innanzi a lui ed egli si rallegrò poiché vi era stata la pacificazione fra loro ed essi uscirono dal suo cospetto e si riposarono in quella notte e si addormentarono. [18] E Isacco si addormentò, quel giorno, rallegrandosi, nel suo letto e dormì il sonno eterno, a 180 anni. Compì venticinque settenni e cinque anni 9 e i suoi figli, Esaù e Giacobbe, lo seppellirono. [19] Ed Esaù andò nella terra di Edom, sulle montagne di Seir, e stette colà. [20] E Giacobbe si fermò nella montagna di Hebron, nella torre della terra della emigrazione di suo padre, Abramo 10, e adorò il Signore con tutto il suo cuore e secondo il Suo ordine che dimostrava in qual modo (Iddio) aveva distinto il tempo della sua nascita 11. [21] E Lia, sua moglie, morì il quarto anno del secondo settennio del quarantacinquesimo giubileo e la seppellì nella grotta doppia 12, vicino a sua madre Rebecca e a sinistra della tomba di Sara, madre di suo padre. [22] E tutti i figli di lui e i figli di lei vennero a piangere Lia, sua moglie, [23] insieme con lui (e) a consolarlo, a causa di lei poiché egli la piangeva dato che, da quando era morta Rachele, sua sorella, egli la aveva amata assai, poiché ella era perfetta e retta in tutto il suo agire, onorava Giacobbe e, in tutto il tempo della vita con lui, egli, dalla bocca di lei, non aveva (mai) udito una parola aspra poiché era mansueta ed in lei (vi era) rettitudine, pace ed onore. [24] Ed egli si ricordò di tutte le azioni che ella aveva fatto durante la propria vita, e la piangeva assai poiché la amava assai, con tutto il cuore e l'anima.
XXXVII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel giorno in cui Isacco, padre di Giacobbe e di Esaù, morì, i figli di Esaù, quando udirono che Isacco aveva dato (il diritto del)la primogenitura a Giacobbe, figlio minore, si adirarono assai. [2] Ed altercarono col loro padre dicendo: "Perché, mentre eri tu il maggiore e Giacobbe era il minore, tuo padre ha dato (i diritti del)la primogenitura a Giacobbe e ti ha destituito?". [3] Ed egli disse loro: "Perché io ho venduto la mia primogenitura a Giacobbe per un esiguo piatto di lenticchie e, quando mio padre mi mandò a caccia (perché) gli portassi da mangiare e mi benedicesse, egli (Giacobbe) venne con l'inganno, portò a mio padre cibo e bevanda e mio padre lo benedì e mi pose sotto di lui. [4] Ed anche adesso nostro padre ci ha fatto giurare, a me e a lui, che non ci saremmo cercati il male scambievolmente, l'uno contro il proprio fratello, che saremmo stati in amore e in pace e che non avremmo corrotto il nostro modo di vivere". [5] Ed essi gli dissero: "Noi non ti (con)sentiamo di far pace con lui, poiché la nostra forza é più forte della sua e noi siamo più forti di lui. Noi andremo contro di lui, lo uccideremo e disperderemo i suoi figli e, se tu non verrai con noi, noi faremo male anche a te. [6] Ed ora ascoltaci: mandiamo in Aram, nella Filistea, in Moab e Ammon e scegliamo, per noi stessi, uomini scelti che siano animosi in combattimento, andiamo contro di lui, combattiamo con lui e sradichiamolo dalla terra prima che egli prenda radici e forza". [7] E disse loro il loro padre: "Non andate e, affinché non cadiate innanzi a lui, non fate guerra con lui!". [8] Ed essi gli dissero: "Anche ciò (é) in conformità a come tu hai agito dalla tua giovinezza fino ad ora. Tu metterai il tuo collo sotto il suo giogo. Noi, (in) ciò, non ti approviamo". [9] E mandarono in Aram e ad Adiram 1, presso un amico del loro padre, e condussero con s‚ mille uomini, combattenti scelti. [10] E da Moab e dai figli di Ammon vennero, presso di loro, coloro che erano stati assoldati, mille (soldati) scelti e, dalla Filistea, mille combattenti scelti e da Edom e dagli Hurriti, mille combattenti scelti e, dai Kittim, forti combattenti. [11] E dissero al loro padre: "Esci! guidali! altrimenti ti uccidiamo". [12] Ed egli si riempì di ira e di rabbia allorché vide che i suoi figli lo costringevano ad andare innanzi per guidarli presso Giacobbe, suo fratello. [13] Si ricordò, allora, di tutta la cattiveria che era nascosta, nel suo cuore, contro suo fratello Giacobbe e non si ricordò del giuramento che aveva fatto a suo padre e a sua madre che, cioé, non avrebbe cercato, per tutto il tempo della sua vita, il male di Giacobbe, suo fratello. [14] In tutto ciò, Giacobbe non sapeva che essi venivano da lui per combattere e se ne stette a piangere la propria moglie, Lia, fin quando si avvicinarono a lui, vicino alla torre, in quattromila, combattenti forti e scelti. [15] E gli uomini di Hebron, poiché amavano Giacobbe più di Esaù, e dicevano di lui che Giacobbe era più generoso e misericordioso di Esaù, gli mandarono a dire: "Ecco, tuo fratello é venuto a combatterti. [16] (Sono) in quattromila, cinti di spada, portano scudi ed armi". E Giacobbe non credette (a ciò) fin quando si avvicinò (Esaù) nei pressi della torre. [17] E chiuse la porta della torre e stette sotto i merli (della torre), parlò con suo fratello Esaù e disse: "Mi dai una bella consolazione. Sei venuto da me a causa di mia moglie che é morta? E' questo il giuramento che giurasti a tuo padre e a tua madre, per due volte, prima che morissero? Sei venuto meno al giuramento, e dato che giurasti 2 a tuo padre, sei stato condannato". [18] Ed Esaù gli rispose: "N‚ per i figli dell'uomo, n‚ per le fiere della terra vi é giuramento di giustizia che essi abbiano giurato per l'eternità. E, ogni giorno, uno cerca il male dell'altro e, ognuno, di uccidere il proprio nemico. [19] Tu odii me ed i miei figli, in eterno, e non v'é da avere, con te, amore fraterno. [20] Ascolta quel che io ti dico: "Se il porco cambierà la sua pelle e le sue setole in lana 3 e se sulla testa gli spunteranno corna come (quelle di) cervo e pecora, allora io farò fraternità con te. Se le mammelle si separeranno dalle madri - poiché non ti sono fratello 4 - [21] e se i lupi, per non mangiarli e non violentarli, faranno pace con gli agnelli e se i loro cuori saranno rivolti al bene verso loro, allora vi sarà, nel mio cuore, pace con te. [22] E se il leone diventerà amico del bue e si sarà soggiogato, insieme con esso, sotto lo stesso giogo ed arerà con esso, allora io farò pace con te. [23] E, se il cervo diventerà bianco come il riso 5, allora io saprò che ti ho amato e farò pace con te. Sii sradicato, tu e i tuoi figli, e non vi sia pace!". [24] Ed allora Giacobbe vide che (Esaù) aveva incattivito il suo cuore contro di lui - e con tutto s‚ stesso - per ucciderlo e che era venuto saltando come un cinghiale che sia capitato sulla lancia che lo ferisce e uccide e non si libera da essa. [25] E, allora, disse ai suoi servi di muovere contro di lui e contro tutti i suoi amici.
XXXVIII
[modifica | modifica sorgente][1] E, allora, Giuda disse a Giacobbe, suo padre: "Tendi, padre, il tuo arco, scaglia la tua freccia, ferisci e uccidi l'avversario e sia, a te, la forza dato che noi non uccideremo tuo fratello e (ciò) é per te e presso te, e per noi, a (titolo di) onore 1 [2] E, allora, Giacobbe tese il suo arco, scagliò la freccia, colpì il fratello Esaù e lo uccise. [3] E lanciò un'altra volta la sua freccia e colpì Adaran, l'arameo, alla mammella sinistra, lo inseguì e lo uccise. [4] Poi uscirono i figli di Giacobbe, loro e i loro servi, divisi, ai quattro lati della torre. [5] Giuda uscì per la parte anteriore 2 e, con lui, Neftali, Gad e cinquanta servi, per il lato sud della torre, ed uccisero tutti quelli che si trovarono innanzi a loro, e non scampò alcuno. [6] Levi, Dan e Aser uscirono dal lato est della torre - e cinquanta erano con loro - ed uccisero i combattenti di Moab e di Ammon. [7] Ruben, Issacar e Zabulon uscirono per il lato a nord della torre - e cinquanta insieme con loro ed uccisero i combattenti dei Filistei. [8] Simeone, Beniamino e Enoch, figlio di Ruben, uscirono per il lato ovest della torre - e cinquanta con loro - ed uccisero quattrocento forti combattenti degli Edomiti e degli Hurriti. Seicento fuggirono - e con essi quattro figli di Esaù - e lasciarono il loro genitore Esaù, ucciso, così come era caduto sul colle che é ad Adiram 3. [9] E i figli di Giacobbe li inseguirono fino al monte di Seir. Giacobbe seppellì suo fratello sul colle che é ad Adiram e tornò a casa sua. [10] E i figli di Giacobbe oppressero, sul monte di Seir, i figli di Esaù, li umiliarono a diventar servi dei figli di Giacobbe, [11] e mandarono a chiedere al loro padre se dovevano far pace con loro o ucciderli. [12] E Giacobbe mandò a dir loro di far pace ed essi fecero pace con loro e posero su di essi il giogo del servaggio affinché pagassero, per sempre, il tributo a Giacobbe e ai suoi figli. [13] Ed essi stettero a pagar tributo a Giacobbe fin quando (Giacobbe) scese alla terra d'Egitto. [14] E i figli di Esaù 4 non si sono liberati, fino ad oggi, dal giogo del servaggio che i dodici figli di Giacobbe avevano posto su di loro. [15] Questi sono i re che, fino a questo periodo, regnarono nel territorio di Edom prima che (vi) regnasse un re appartenente ai figli di Israele: [16] e regnò Bela, figlio di Beor, e il nome della sua città era Dinhaba 5. [17] Alla sua morte, al suo posto regnò Yobab, figlio di Zerah, che (era) da Bosra. [18] E Yobab morì e al suo posto regnò Husham che (era) da monte Teman. [19] E Husham morì e, al suo posto, regnò Hadad, figlio di Bedad, che uccise i Madianiti nella campagna di Moab e il nome della sua città era Avit. [20] E Hadad morì e, al suo posto, regnò Samla, che (era) da Masreka. [21] E Samla morì e, al suo posto, regnò Shaul che era di Robaal (sul?) fiume. [22] E Shaul morì e, al suo posto, regnò Baalhanan, figlio di Akbor. [23] E Baalhanan morì e, al suo posto, regnò Adat la cui moglie si chiamava Matilat, figlia di Matred, figlia di Metked Zaab. [24] Questi sono i re che regnarono nella regione di Edom 6.
XXXIX
[modifica | modifica sorgente][1] E Giacobbe soggiornò nella terra della emigrazione di suo padre, la terra di Canaan. [2] Quelli che (erano) della famiglia di Giacobbe 1 avevano fatto scendere Giuseppe, ragazzo di 17 anni, in Egitto e lo aveva comperato Potifar, eunuco del faraone, capo dei cuochi 2. [3] Ed egli nominò Giuseppe a capo di tutta la sua casa e la benedizione del Signore fu nella casa dell'egiziano, poiché il Signore faceva prosperare Giuseppe e tutto quel che egli faceva. [4] E l'egiziano affidò tutto a Giuseppe, poiché aveva visto che il Signore era con lui e dava successo a tutto quel che egli faceva. [5] E Giuseppe era di assai bello aspetto, e la moglie del suo padrone alzò i propri occhi, lo vide, se ne innamorò e lo pregò a che si coricasse con lei. [6] Ma egli non le si concesse 3 e si ricordò del Signore e delle parole che, di fra le parole di Abramo, disse suo padre Giacobbe: che, cioé, non vi é uomo che possa commettere impurità con la donna altrui, e con donna che abbia marito e che vi é, per lui, condanna di morte stabilita, per lui, nei cieli, al cospetto del Signore eccelso e che, nei suoi riguardi, il peccato, nel libro eterno, ascende per l'eternità, al cospetto del Signore. [7] E Giuseppe ricordò queste parole, e non volle coricarsi con lei. [8] Ed ella lo pregò, per un anno o due, ma egli non volle ascoltarla. [9] Ed ella lo costrinse: lo prese in casa per costringerlo a coricarsi con lei e chiuse la porta di casa, ma egli le sfuggì di mano, lasciò il suo abito nelle sue mani, ruppe la porta e fuggì fuori dal suo cospetto. [10] Ed ella vide che egli non si coricava con lei e lo calunniò davanti al suo padrone dicendo: "Il tuo servo ebreo, che tu tanto ami, voleva costringermi a coricarsi con me. E quando io ho alzato la voce, é fuggito e, quando lo acchiappai, ha lasciato nelle mie mani il suo vestito ed ha rotto la porta". [11] E l'egiziano vide il vestito di Giuseppe e la porta rotta, ascoltò le parole di sua moglie e pose Giuseppe in prigione, nel luogo ove stavano i prigionieri che il re aveva messo in prigione. [12] E Giuseppe stette colà, in prigione, e il Signore gli elargì favore e misericordia di fronte al capo dei carcerieri, poiché (costui) vedeva che il Signore era con lui e che il Signore faceva prosperare tutto quel che egli faceva. [13] E (il capo dei carcerieri) gli affidò tutto e non vi era nulla di cui il capo dei carcerieri prendesse conto con lui poiché (era) Giuseppe a far tutto e il Signore perfezionava. [14] Ed egli rimase colà due anni. E in quel tempo il Faraone, re d'Egitto, si adirò contro due suoi eunuchi, contro il coppiere e il panettiere e li mise in prigione nella casa del capo dei cuochi, prigione nella quale era tenuto Giuseppe 4. [15] Ed il capo dei carcerieri stabilì che Giuseppe li servisse, ed egli li serviva avanti a lui. [16] Ed ambedue, il coppiere e il panettiere, ebbero un sogno e lo raccontarono a Giuseppe. [17] E, così come egli glielo interpretò, accadde: il Faraone fece ritornare il coppiere alle sue funzioni e uccise il panettiere, così come Giuseppe aveva loro interpretato (il sogno). [18] E il coppiere si dimenticò che Giuseppe, in prigione, gli aveva annunziato quel che gli sarebbe accaduto e non si ricordò di dire al Faraone in qual modo Giuseppe gli aveva parlato, perché se ne dimenticò 5.
XL
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E, in quel tempo, il Faraone ebbe, in una notte, due sogni circa la carestia che sarebbe stata sulla terra. Si svegliò dal suo sonno e chiamò tutti gli interpreti di sogni che erano in Egitto e gli incantatori, raccontò loro i suoi due sogni, ed essi non riuscirono a comprenderli. [2] E, allora, il capo coppiere si ricordò di Giuseppe e parlò di lui al Faraone (che) lo fece uscire di prigione e gli disse, al suo cospetto, i suoi due sogni. [3] E (Giuseppe) disse, innanzi al Faraone, che i suoi due sogni erano un sol sogno e disse: "Verranno, su tutta la terra d'Egitto, sette anni di abbondanza e, poi, sette anni di carestia della quale non vi é stata la simile in tutta la terra. [4] Ora, il Faraone stabilisca, in tutto il territorio di Egitto, dei luoghi di raccolta e di paese in paese, nei giorni di abbondanza, vi si conservino gli alimenti, che serviranno per i sette anni di carestia e la terra, anche se questa sarà assai forte, non perirà. [5] E il Signore dette a Giuseppe favori e grazia avanti agli occhi del Faraone che disse ai suoi ministri: "Non troveremo un uomo intelligente e colto come costui, poiché su di lui vi é lo spirito del Signore" 2. [6] E lo nominò, poi, su tutto il suo regno e lo mise a capo di tutto l'Egitto e lo fece salire sul suo secondo carro, [7] gli fece indossare un abito di bisso, gli sospese al collo una collana d'oro, si inchinò avanti a lui e disse: "el el wa-abrir" 3, mise un anello nelle sue mani e lo pose a capo di tutta la sua casa, lo rese grande e gli disse: "Non (vi) é (alcuno) più grande di te, eccettuato il trono soltanto" 4. [8] E Giuseppe dominò in tutta la terra d'Egitto e tutti i dignitari, i ministri e i dipendenti lavoratori del Faraone lo amarono poiché egli, dato che dominava con rettitudine tutti i popoli della terra, procedeva sulla (via della) giustizia, non aveva superbia, non faceva ingiustizia (ed) era incorruttibile. [9] E si pacificò il territorio d'Egitto davanti al Faraone per mezzo di Giuseppe, poiché il Signore (stava) con lui e gli dava favori e misericordia, per tutti i suoi parenti, di fronte a tutti coloro che lo conoscevano e udivano sue notizie 5; e il regno del Faraone prosperò e non vi fu n‚ Satana n‚ (alcun) malvagio. [10] E il re chiamò Giuseppe col nome di Sefentifens e gli dette in moglie la figlia di Potifar, sacerdote di Eliopoli, capo dei cuochi. [11] Quando Giuseppe arrivò presso il Faraone aveva trent'anni. [12] E in quell'anno morì Isacco. E avvenne quel che Giuseppe aveva detto a proposito dell'interpretazione dei due sogni: vi furono sette anni di abbondanza e la terra d'Egitto produsse molto: diciotto misure 6 per ogni misura. [13] E Giuseppe raccolse gli alimenti di paese in paese e vi fu abbondanza di grano fino a non poterlo calcolare e misurare, dato che era moltissimo.
XLI
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E nel quarantacinquesimo giubileo, nel secondo settennio, anno secondo, Giuda dette al suo primogenito, Er, in moglie, una delle figlie di Aram, di nome Tamar. [2] Egli la odiò e non si coricò con lei perché sua madre era delle figlie di Canaan ed egli avrebbe voluto prendersi una moglie della tribù di sua madre, ma suo padre, Giuda, non glielo aveva permesso. [3] E questo (Er), il primogenito, era cattivo e il Signore lo uccise. [4] E Giuda disse a suo figlio 2 Onan: "Entra dalla moglie di tuo fratello e prendila in levirato e non far estinguere la stirpe di tuo fratello". [5] E Onan sapeva che la stirpe non sarebbe stata sua, ma di suo fratello, entrò nella casa della moglie del fratello e sparse il seme per terra, fu cattivo davanti agli occhi del Signore e (il Signore) lo uccise. [6] E Giuda disse a Tamar, sua nuora: "Sta' in casa di tuo padre, come vedova, fin quando sarà cresciuto Shela, mio figlio, ed io ti darò in moglie a lui". [7] E (Shela) crebbe, ma Bedesuel, moglie di Giuda, non permise che Shela, suo figlio, si sposasse; Bedesuel morì nel quinto anno di questo settennio. [8] E nel sesto anno Giuda salì a Timna per tosare le proprie pecore [9] ed ella 3 depose gli abiti vedovili, indossò un velo, si abbellì, e si mise sulla porta che era in direzione della via di Timna. [10] E Giuda, mentre camminava, la incontrò, pensò che fosse una donna dissoluta e le disse: "Entro da te?". Ella gli disse: "Entra!" ed egli entrò. [11] Ed ella gli disse: "Dammi il prezzo del mio amplesso" ed egli le disse: "Non ho che l'anello delle mia dita, il mio bracciale ed il mio bastone". [12] Ed ella gli disse: "Dammeli fin quando mi manderai il prezzo del mio amplesso". Egli glieli dette e le disse: "Ti manderò un capretto". Ed ella rimase incinta di lui. [13] E Giuda andò fra le sue pecore ed ella andò a casa del proprio padre. [14] E Giuda le inviò un capretto a mezzo del pastore adollamita (che) non la trovò e chiese alla gente del paese: "Dov'é la meretrice che era qui?" e gli risposero: "Qui non c'é meretrice; presso di noi non abbiamo meretrici". [15] Egli ritornò e disse che non la aveva trovata e gli disse: "Ho chiesto alla gente del paese e mi hanno detto che là non c'erano meretrici". Ed egli disse: "Alzati! Andiamo! Che ciò non ci sia di scherno!". [16] E, quando furono passati tre mesi, fu manifesto che ella era incinta e dissero a Giuda: "Ecco, Tamar, tua nuora, é incinta per fornicazione". [17] E Giuda si recò a casa del padre di lei e disse ai genitori e ai fratelli di lei: "Fatela uscire (= scacciatela)! Poiché ha commesso cosa impura in Israele, che la si bruci 4!" [18] E quando la fecero uscire per bruciarla, ella mandò a suo suocero l'anello, il bracciale e il bastone dicendo: "Riconosci di chi é questa (roba), poiché io sono incinta di lui". [19] E Giuda lo seppe, e disse: "Tamar é più giusta di me! E che non la si bruci più!". [20] E, per questo motivo, ella non fu data a Shela e Giuda non le si avvicinò una seconda volta. [21] E, in seguito, (ella) generò due figli: Peres e Zerab, nel settimo anno di questo secondo settennio [22] e, poi, si compirono i sette anni di raccolti abbondanti che Giuseppe aveva (pre)detti al Faraone. [23] E Giuda conobbe la brutta azione che aveva fatto, poiché si era coricato con la propria nuora; apparve turpe ai suoi propri occhi, seppe che aveva peccato ed errato poiché aveva scoperto i vestiti di suo figlio e cominciò a piangere e a pregare il Signore a causa del proprio peccato. [24] E, poiché aveva pregato assai ed aveva pianto, noi, in sogno, gli dicemmo che sarebbe stato perdonato ed egli non lo fece più. [25] E per lui, poiché era rinsavito dal suo peccato e dalla sua ignoranza, ci fu il perdono; poiché grande (era il suo) peccato innanzi al Signore nostro Dio; e chiunque agisca in tal modo e si corichi con la propria nuora, lo mettano al fuoco affinché egli vi bruci dentro dato che, su di loro 5, vi é impurità e contaminazione. Li brucino al fuoco! [26] E anche tu, o Mosé, ordina ai figli di Israele che non vi sia, fra loro, impurità poiché chiunque si corica con la nuora e con la suocera commette cosa impura. Brucino, al fuoco, l'uomo che si corica con lei ed anche la donna e (il Signore) farà cessare l'ira e la flagellazione da Israele. [27] E anche a Giuda noi avevamo detto che i suoi due figli non si coricassero con lei. E, perciò, la sua stirpe stette (= passò?) 6 ad altra tribù e non sarà sradicata, [28] poiché egli procedette con l'integrità del suo sguardo e cercò la giustizia poiché, secondo la legge di Abramo che (Abramo) aveva comandato ai suoi figli, egli voleva bruciarla al fuoco.
XLII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel primo anno del terzo settennio del quarantacinquesimo giubileo la carestia cominciò ad arrivare sulla terra e la pioggia rifiutò di esser data alla terra poiché non vi era alcunché che scendesse (dal cielo). [2] E la terra si inaridì; e solo nella terra di Egitto vi erano alimenti poiché Giuseppe li aveva raccolti per dar loro il cibo e, nei sette anni di abbondanza, aveva raccolto il seme della terra e lo aveva conservato. [3] E gli egiziani vennero da Giuseppe affinché egli desse loro il cibo ed egli aprì i depositi dove stava il grano del primo anno e lo vendette, in cambio di oro, ai popoli della terra 1. [4] E Giacobbe sentì dire che in Egitto vi era cibo e inviò i suoi dieci figli - ma non inviò Beniamino - perché gli prendessero cibo in Egitto. Ed essi giunsero con altri viandanti. [5] Giuseppe li riconobbe, ma essi non riconobbero lui 2. E parlò con loro, li interrogò, disse loro: "Non siete voi, delle spie? Siete venuti a spiare le mosse 3 del paese!" e li rinchiuse in carcere. [6] Poi li liberò, incarcerò solo Simeone, e mandò via i suoi nove fratelli. [7] E riempì le loro sacche di grano ed il loro oro glielo pose nelle sacche, ma essi non se ne accorsero. [8] E, poiché essi gli avevano detto che vi era il loro padre, vivo, e il loro fratello minore, ordinò loro di portargli il loro fratello minore. [9] Ed essi salirono dalla terra d'Egitto, giunsero nella terra di Canaan e dissero al loro padre tutto quel che era loro capitato ed in qual modo il governatore del territorio avesse parlato con loro e che si era preso Simeone, fin quando non gli avessero portato Beniamino. [10] E Giacobbe disse: "Mi avete privato dei figli: Giuseppe non c'é, (non c'é) neanche Simeone e vi prendete anche Beniamino? Siete cattivi!" 4. [11] E disse: "Mio figlio non verrà con voi. Sia che si ammali - poiché la madre generò due figli, uno é morto e voi mi togliete anche questo - sia che sia preso dalla febbre durante il viaggio, voi farete precipitare la mia vecchiezza, per il dolore, nella morte" 5. [12] (Disse così), perché aveva visto che nelle loro sacche vi era tutto il loro oro e, perciò, ebbe paura di mandarlo. [13] E la carestia aumentò 6 e si rinforzò nella terra di Canaan e in tutta la terra, eccettuato che in Egitto, poiché molti egiziani avevano raccolto, per alimento, le loro semenze fin da quando videro Giuseppe raccogliere le semenze e riporle nei depositi e custodirle per gli anni di carestia. [14] E gli egiziani se ne cibarono nel primo anno della loro carestia. [15] E quando Israele 7 vide che la carestia si era aggravata assai sulla terra e che non vi era scampo, disse ai suoi figli: "Andate, ritornate e, affinché non moriamo, portateci cibo!". [16] Ed essi gli dissero: "Noi non andremo. Se nostro fratello minore non viene con noi, noi non andremo". [17] Ed Israele vide che, se non lo mandava con loro, tutti, di fronte alla carestia, sarebbero morti. [18] E Ruben disse: "Consegnalo nelle mie mani. E se non te lo restituirò, uccidi due miei figli in sua vece!". Ed egli gli disse: "Mio figlio non verrà con te" 8. [19] E Giuda si avvicinò e gli disse: "Mandalo con me e, se non lo farò tornare, sarò colpevole innanzi a te per tutto il tempo della mia vita". [20] Ed egli lo mandò con loro, nel secondo anno di questo settennio, all'inizio del mese, e giunsero in territorio di Egitto con tutti coloro che vi si recavano e (con) i loro doni nelle loro mani: olio di mirra, mandorle, terebinzio e miele. [21] E giunsero e si fermarono avanti a Giuseppe (che) vide Beniamino, lo riconobbe, e disse loro: "Costui é il vostro fratello minore?" Essi dissero: "Sì, lo é" ed egli disse: "Figlio mio, il Signore ti sia propizio!". [22] E li 9 mandò in casa sua, fece anche uscire, in pro' loro, Simeone e fece loro un pranzo; ed essi gli offrirono i doni che gli avevano portato. [23] Ed essi mangiarono al suo cospetto ed egli dette la porzione a tutti loro, ma la porzione di Beniamino fu sette volte più abbondante della porzione di tutti loro; [24] ed essi mangiarono, bevvero, si alzarono e passarono la notte presso i loro asini. [25] E Giuseppe pensò un piano per conoscere il loro pensiero e se avessero propositi pacifici fra loro e disse a colui che sopraintendeva alla sua casa: "Riempi tutte le loro sacche di grano e, il loro oro, riponilo in mezzo ai loro recipienti. Il mio bicchiere, nel quale io bevo, ponilo nella sacca del (figlio) minore, il bicchiere d'argento, e mandali via" 10!
XLIII
[modifica | modifica sorgente][1] E (il soprintendente) fece come gli aveva detto Giuseppe: riempì loro le sacche di ogni cibo, pose nelle loro sacche anche il loro oro e il bicchiere lo pose nella sacca di Beniamino. [2] E, all'alba, essi se ne andarono e, quando uscirono di là, Giuseppe disse al (suo) uomo: "Seguili! corri! Adirati con loro dicendo: "invece di farmi del bene, mi avete gratificato 1 col male. Mi avete rubato il bicchiere d'argento nel quale beve il mio padrone". Fa ritornare il loro fratello minore e fa(llo) venire subito, prima che io ritorni al mio tribunale". [3] E quello corse dietro a loro, parlò loro in questo modo (detto sopra) [4] ed essi gli dissero: "Absit, dai tuoi servi, (una tal cosa). Noi 2 non facciamo una tal cosa e non abbiamo rubato alcun oggetto dalla casa del tuo padrone. Ed anche l'oro che prima abbiamo trovato nelle nostre sacche, lo abbiamo riportato (noi), tuoi servi, dalla terra di Canaan. [5] In qual modo, dunque, noi avremmo rubato qualcosa? Adesso perquisisci noi e le nostre sacche e, se trovi il bicchiere nella sacca di uno di noi, sia egli ucciso e noi e i nostri asini serviremo il tuo padrone". [6] Ed egli disse loro: "Non sarà così! Io prenderò come servo solo colui presso cui troverò (il bicchiere). E, quanto a voi, tornatevene in pace a casa vostra!". [7] E cominciò a perquisire, fra i loro oggetti, dal maggiore e finì al minore e (il bicchiere) fu trovato nella sacca di Beniamino, il più piccolo. [8] E si meravigliarono, si strapparono le vesti, caricarono i loro asini, ritornarono al paese, giunsero alla casa di Giuseppe e tutti si prostrarono a lui, faccia a terra. [9] E Giuseppe disse loro: "Avete agito male" ed essi gli dissero: "Che (possiamo) dire? E come (possiamo) noi contestare che il nostro signore ha trovato la colpa di (noi), tuoi servi? Eccoci, noi siamo servi a te, nostro Signore, e i nostri asini (sono) tuoi". [10] E disse loro Giuseppe: "Anche io temo il Signore. Quanto a voi, andatevene alle vostre case! E il vostro fratello minore, poiché avete agito male, sia mio servo! Non sapete che (ogni) uomo, come io bevevo in questo bicchiere, tiene assai al proprio bicchiere? E voi me lo avete rubato!". [11] E Giuda disse: "(Cada la tua punizione) su di noi 3! Signore, posso dire una parola nell'orecchio del mio signore? La madre a nostro padre, tuo servo, generò due fratelli 4. Uno uscì, si perdette, non fu trovato e, (dei figli nati) da sua madre, é rimasto solo costui e nostro padre, tuo servo, lo ama e la sua anima é legata con l'anima di costui. [12] E se noi andiamo dal tuo servo, nostro padre, e se il giovinetto non é con noi, nostro padre morrà e si struggerà 5, per il dolore, fino a morire. [13] Che possa restare soltanto io, come servo del mio signore, al posto del giovinetto e che egli, poiché mi fu affidato dalle mani di nostro padre, tuo servo, se ne vada con i suoi fratelli. E se io non lo farò tornare, il tuo servo sarà colpevole, verso mio padre, per sempre. [14] E Giuseppe vide che il cuore di tutti loro era concorde al bene scambievole, non potette più pazientare e disse loro che egli era Giuseppe [15] e parlò con loro in lingua ebraica, li abbracciò e pianse. Essi non lo riconobbero e cominciarono a piangere anche loro. [16] E (Giuseppe) disse loro: "Non piangete per me! Affrettatevi e portate mio padre presso di me! Che io lo veda prima che io muoia e (che io veda) anche gli occhi di mio fratello Beniamino mentre essi (occhi) vedono 6, [17] perché questo é il secondo anno di carestia e poi vi saranno altri cinque anni e non vi saranno messi, n‚ frutti n‚ arature 7. [18] Scendete subito alle vostre case, e non morirete di fame. E non addoloratevi per voi e per i vostri beni, poiché il Signore mi inviò innanzi a far preparativi e a far sì che vivessero molti popoli. [19] E dite a mio padre che io sono ancora in vita e anche voi, ecco, vedete che il Signore mi ha costituito come padre del Faraone e sì che io abbia potestà nella sua casa e su tutta la terra d'Egitto. [20] E portate a mio padre la notizia di tutta la mia gloria e di tutto quel che il Signore, in onori e ricchezze, mi ha dato!". [21] E dette loro, per ordine del Faraone, carri, provviste per il viaggio, e a tutti loro dette vestiti colorati e argento. [22] E anche al loro padre il Faraone 8 mandò abiti, argento, dieci asini che portavano grano, e li congedò. [23] Ed essi salirono e dissero al loro padre che Giuseppe era vivo, che misurava e distribuiva grano a tutti i popoli della terra e che aveva potestà su tutta la terra d'Egitto. [24] E il loro padre, poiché era trepidante di mente, non ci credette. E quando vide i carri che Giuseppe aveva mandato, il suo spirito si rinnovò e rivisse e (egli) disse: "E' molto, per me, che Giuseppe sia vivo. Che io scenda e lo veda prima che io muoia".
XLIV
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E Israele partì da Harran, dalla propria casa, all'inizio del terzo mese e andò per la via del Pozzo del Giuramento e offrì sacrificio al Dio di suo padre, Isacco, il sette di questo mese. [2] E Giacobbe 2 si ricordò del sogno che aveva sognato in Betel ed ebbe paura di scendere in Egitto. [3] E, pensando di mandar a dire a Giuseppe di andar lui da lui e di non discendere egli stesso, stette colà sette giorni nel caso che, in una visione, potesse vedere se scendere o restare. [4] E celebrò la festa delle messi, delle primizie col grano vecchio poiché in tutta la terra di Canaan - poiché vi era penuria per tutte le fiere, gli animali, gli uccelli e gli uomini - non vi era abbondanza di alcuna semenza. [5] E il sedici del mese il Signore apparve a Giacobbe e gli disse: "Giacobbe, Giacobbe", e (Giacobbe) disse: "Eccomi!" ed Egli: "Io sono il Dio dei tuoi padri Abramo e Isacco. Non aver timore di scendere in Egitto poiché io, colà, farò di te un gran popolo. [6] Io scenderò insieme con te, ti porterò io; in questa terra sarai seppellito e Giuseppe porrà le sue mani sui tuoi occhi. Non temere! Scendi in Egitto!". [7] E parti(rono) lui, i suoi figli e i figli dei suoi figli e fecero salire sui carri il loro padre e i loro beni. [8] Israele partì dal Pozzo del Giuramento il sedici di questo terzo mese ed andò in Egitto. [9] E Israele mandò avanti a lui, da Giuseppe, suo figlio Giuda perché esplorasse la terra di Goshen dato che Giuseppe aveva detto ai suoi fratelli, affinché fossero vicino a lui, di andare e di soggiornare colà. [10] E (la terra di Goshen) era bella, nel territorio di Egitto, e vicina a lui, per tutti loro e per gli animali. [11] Questi sono i nomi dei figli di Giacobbe che si recarono in Egitto col loro genitore Giacobbe: [12] Ruben, primogenito di Israele e i suoi figli: Hanok, Pallu, Herson e Karmi: cinque. [13] Simeone e i suoi figli. E questi sono i nomi dei suoi figli: Iemuel, Iamin, Ohad, Iakin, Sohar e Shaul, figlio di Fanisawit 3: sette. [14] Levi e i suoi figli. E questi sono i nomi dei suoi figli: Gherdson, Kehat, Merari: quattro. [15] Giuda e i suoi figli. E questi sono i nomi dei suoi figli: Shela, Perez e Zerah: quattro. [16] Issacar e i suoi figli. E questi sono i nomi dei suoi figli: Tola, Puvva, Giobbe e Shimron: cinque. [17] Zabulon e i suoi figli. E questi sono i nomi dei suoi figli: Sered, Elon, e Iahleel: quattro. [18] Questi (suddetti) sono i figli di Giacobbe e i loro figli che Lia generò a Giacobbe, in Mesopotamia, sei (i figli) e Dina, l'unica loro sorella. E tutti i figli di Lia e i loro figli che entrarono in Egitto con Giacobbe sono ventinove e trenta (calcolando anche) il loro padre Giacobbe. [19] E i figli di Zilpa, serva di Lia, moglie di Giacobbe, sono Gad e Aser. [20] E questi sono i nomi dei loro figli che entrarono con loro in Egitto: Figli di Gad: Sifion, Hagghi, Shuni e Esbon, Areeli e Arodi, otto. [21] E i figli di Aser: Imna, Ishva, Beria e Serah, loro sorella, sei 4. [22] In tutto quattordici; e (con) i figli di Lia furono, in tutto, quarantaquattro. [23] Ed i figli di Rachele, moglie di Giacobbe, sono: Giuseppe e Beniamino. [24] E a Giuseppe, in Egitto, prima che vi arrivasse suo padre, da Asnat, figlia del sacerdote di Eliopoli Potifar, nacquero Manasse ed Efraim, tre. [25] I figli di Beniamino (sono): Bela, Beker, Ashbel, Ghera, Naaman, Abedeio, Rae, Sanaim, Afem e Gaom, undici. [26] E tutti i figli di Rachele sono quattordici. [27] E i figli di Bilha, serva di Rachele, moglie di Giacobbe, sono Dan e Neftali. [28] E questi sono i nomi dei loro figli che entrarono con loro in Egitto: i figli di Dan (sono): Kusi, Samun, Asudi, Iyak, Salomone, sei. [29] (Costoro) morirono in Egitto, nell'anno in cui vi entrarono, e a Dan rimase solo Kusi. [30] Questi sono i nomi dei figli di Neftali: Yahseel, Guni, Yeser, Shillem e Ivo, sei. [31] E Ivo morì in Egitto, dove nacque, dopo gli anni di carestia. [32] E tutti i figli di Rachele sono ventisei. [33] E tutti i figli di Giacobbe che entrarono in Egitto sono settanta. Questi sono, dunque, i figli e i figli dei figli. In tutto: settantacinque e sono cinque quelli che morirono in Egitto, senza sposarsi 5 e senza figli. [34] E, nella terra di Canaan, a Giuda morirono i suoi due figli: Er e Onan, senza figli e i figli di Israele seppellirono i morti e furono costituiti in settanta popoli.
XLV
[modifica | modifica sorgente][1] E Israele entrò nel territorio di Goshen, in Egitto, al principio del quarto mese del secondo anno del terzo settennio del quarantacinquesimo giubileo. [2] E Giuseppe venne a Goshen ad accogliere suo padre Giacobbe, lo abbracciò e pianse. [3] E disse Israele a Giuseppe: "Poiché ti ho visto, possa io, fin d'ora, morire! E sia, ora, benedetto il Signore, Dio di Israele, di Abramo e di Isacco che non ha negato la sua benevolenza e la sua misericordia al suo servo Giacobbe. [4] Per me che ti ho visto mentre sono vivo, poiché si é avverata la visione che ebbi in Betel, é molto! Sia benedetto il Signore, mio Dio, nei secoli e sia benedetto il Suo nome". [5] E Giuseppe e i suoi fratelli mangiarono pane e bevvero vino al cospetto del loro padre e Giacobbe fu assai lieto perché aveva visto Giuseppe mangiare e bere, coi suoi fratelli, davanti a lui e benedì il Creatore di tutto che gli aveva protetto i dodici suoi figli. [6] E Giuseppe dette in dono a suo padre e ai suoi fratelli, perché (vi) risiedessero, la terra di Goshen e, in Ramses, tutti i suoi dintorni da amministrare 1 per conto del Faraone. E Israele e i suoi figli abitarono nella terra di Goshen, parte migliore dell'Egitto e Israele, quando entrò in Egitto, aveva centotrenta anni. [7] E Giuseppe dette in cibo a suo padre, ai suoi fratelli e al loro bestiame 2 pane quanto loro bastasse per i sette anni di carestia. [8] E la terra d'Egitto soffrì a causa della carestia e Giuseppe, col grano, guadagnò al Faraone tutte le terre d'Egitto e il Faraone si impossessò anche degli uomini, del loro bestiame e di tutto 3. [9] E finirono gli anni di carestia e Giuseppe dette alle genti che erano in Egitto semenze e cibo affinché seminassero nell'ottavo anno dato che il fiume era in piena in tutta la terra d'Egitto. [10] Poiché per sette anni, eccettuati pochi luoghi sulle rive del fiume, essa non era stata irrigata, ed esso ora era in piena, gli egiziani seminarono la terra che, in quell'anno, produsse molto grano. [11] Ed era il primo anno del quarto settennio del quarantacinquesimo giubileo. [12] E Giuseppe prese, del cereale che essi avevano seminato, la quinta parte per il re e quattro le lasciò a loro per la semina e per cibarsene e stabilì una legge, per la terra d'Egitto, (valida) ancor oggi. [13] Ed Israele visse diciassette anni in Egitto ed, in tutto, visse tre giubilei, cioé centoquarantasette 4 anni e morì nel quarto anno del quinto settennio del quarantacinquesimo giubileo. [14] Ed Israele benedì i suoi figli prima di morire, disse loro quel che sarebbe capitato loro in Egitto nei tempi di poi, annunziò loro ogni cosa che sarebbe capitata, li benedì e dette a Giuseppe due parti della terra 5. [15] E si addormentò coi suoi padri e fu sepolto nella grotta doppia nella terra di Canaan, vicino ad Abramo, suo padre, nella tomba che aveva scavato 6 per s‚ stesso nella grotta doppia nel territorio di Hebron. [16] E consegnò a Levi i suoi scritti e quelli dei suoi padri affinché li custodisse e rinnovasse, fino ad oggi, per i suoi figli.
XLVI
[modifica | modifica sorgente][1] E, dopo la morte di Giacobbe, i figli di Israele, in Egitto, aumentarono di numero, divennero molta gente, furon tutti eguali di cuore - sì che il fratello amasse i fratelli e l'uomo si aiutasse scambievolmente col proprio fratello - e crebbero in numero, si moltiplicarono e crebbero moltissimo. E (fu) dieci settenni tutto il tempo che Giuseppe visse dopo suo padre 1 [2] E non vi fu alcun demonio o alcuna cosa di male, durante tutto il tempo che Giuseppe visse dopo Giacobbe poiché tutti gli egiziani, durante tutto il tempo che Giuseppe visse, rispettarono i figli di Israele. [3] E Giuseppe morì a centodieci anni 2: diciassette anni stette in territorio di Canaan, dieci anni in servitù, tre in prigione e ottanta alle dipendenze del re, amministrando tutta la terra d'Egitto. [4] E morirono 3 tutti i suoi fratelli, cioé tutta la generazione. [5] Ed ordinò ai figli di Israele, prima di morire, che portassero con loro le sue ossa quando fossero usciti dall'Egitto 4. [6] E li fece giurare, per quanto riguardava le sue ossa, poiché sapeva che gli egiziani non lo avrebbero fatto uscire un'altra volta (dall'Egitto) e non lo avrebbero seppellito nella terra di Canaan, perché Mamekeron, re di Canaan, mentre stava nella terra di Assur, aveva combattuto nel bassopiano col re d'Egitto, lo aveva ucciso colà e aveva inseguito gli egiziani fino alle porte di Ermon, [7] e non era potuto entrare perché, sull'Egitto, regnava un altro nuovo re, più forte di lui ed egli, (allora) era ritornato nella terra di Canaan e si eran chiuse le porte dell'Egitto e non vi era alcuno che (potesse) entrare in Egitto. [8] E Giuseppe morì nel quarantaseiesimo giubileo, nel sesto settennio, anno secondo, e lo seppellirono in territorio di Egitto e, dopo di lui, morirono tutti i suoi fratelli. [9] E il re d'Egitto uscì a combattere col re di Canaan nel quarantasettesimo giubileo, secondo settennio, anno secondo, e i figli di Israele disseppellirono 5 le ossa dei figli di Giacobbe, tutte, eccettuate quelle di Giuseppe e le seppellirono nel deserto, nella grotta doppia, sul monte. [10] Ed entrarono numerosi in Egitto e pochi di essi rimasero sui monti di Hebron e tuo padre, Enbaram 6, rimase con loro. [11] Ed il re di Canaan vinse il re d'Egitto e (questi) chiuse le porte d'Egitto [12] e pensò un cattivo pensiero ai danni dei figli di Israele per causar loro afflizioni e disse alla gente d'Egitto: [13] "Ecco, i popoli, discendenti di Israele, sono cresciuti ed aumentati più di noi. Orsù, ricorriamo, prima che essi aumentino, a uno stratagemma ai loro danni e affliggiamoli in servitù prima che ci arrivi la guerra e prima che essi ci combattano, altrimenti anche essi si uniranno col nemico ed usciranno dalla nostra terra dato che il loro cuore e il loro volto é nella terra di Canaan. [14] E pose su di loro dei capi-operai, perché li affliggessero in servitù. E (i capi operai) li comandarono e costruirono al Faraone città fortificate: Pitom e Ramses e costruirono tutti i muri e le fortezze di Egitto che (ora) sono crollate. [15] E li assoggettarono con oppressione e, in proporzione al male che essi loro facevano, essi aumentavano. [16] E gli egiziani tenevano in gran dispregio i figli di Israele 7.
XLVII
[modifica | modifica sorgente]1. [1] E nel settimo settennio, settimo anno del quarantasettesimo giubileo, tuo padre venne dalla terra di Canaan e tu nascesti nel sesto anno del quarto settennio del quarantottesimo giubileo, che é il tempo delle calamità sui figli di Israele. [2] E il re d'Egitto, il Faraone, ordinò, contro di loro, di gettare nel fiume tutti i loro figli maschi. E stettero a gettarli per sette mesi, [3] fino al giorno in cui tu nascesti, tua madre di tenne nascosto per tre mesi e si parlò di lei. [4] Ed ella fece per te una cesta, la cosparse di pece e bitume e la pose nell'erba, presso le rive del fiume e ti ci pose dentro per sette giorni. Tua madre veniva di notte e ti faceva poppare e, di giorno, tua sorella Maria ti difendeva dagli uccelli. [5] E in quei giorni Tarmut, la figlia del Faraone, uscì per lavarsi nel fiume, ti udì piangere e disse alle sue ebree di portarti ed esse ti portarono da lei. [6] E ti cacciarono fuori dal cesto ed ella ebbe pietà di te. [7] E tua sorella le disse: "Vado a chiamarti una ebrea che allevi e dia da poppare a questo fanciullo?". [8] Ed ella disse: "Va'!". E (tua sorella) andò e chiamò tua madre Yokebed 2; essa le dette la sua mercede ed ella ti allevò. [9] In seguito, essendo tu cresciuto, ti portarono a casa 3 del Faraone, divenisti suo figlio 4 e Enbaram, tuo padre, ti insegnò a scrivere e, compiuti tre settenni, ti introdusse nella corte reale. [10] E stesti colà tre settenni fin quando ne uscisti e vedesti un egiziano percuotere un tuo amico che apparteneva ai figli di Israele, lo uccidesti e nascondesti nella sabbia. [11] E all'indomani trovasti due dei figli di Israele nell'atto di litigare e dicesti a quello che era violento: "Perché percuoti tuo fratello?". [12] E (quello) si adirò e disse: "Chi ti ha nominato preposto e giudice su di noi? O vuoi uccidermi come uccidesti, ieri, l'egiziano?". Allora tu avesti paura e, a queste parole, fuggisti.
XLVIII
[modifica | modifica sorgente][1] E nel sesto anno del terzo settennio del quarantanovesimo giubileo andasti e stesti colà 1 cinque settenni e un anno e ritornasti in Egitto nel secondo settennio, anno secondo, del cinquantesimo giubileo. [2] E tu sai quel che (il Signore) ti disse sul monte Sinai e che cosa voleva fare, con te, il principe Mastema, quando tornasti in Egitto per via (della?) festa del Tabernacolo? 2. [3] Non voleva egli con, tutto il suo potere, ucciderti e salvare gli egiziani dalle tue mani, quando vide che eri stato mandato a far giustizia e vendetta contro gli egiziani? [4] Ed io ti liberai dalle sue mani e tu facesti il tuo miracolo e il prodigio perché eri stato inviato per agire, in Egitto, contro il Faraone, contro tutta la sua casa, i suoi servi e il suo popolo. [5] E il Signore fece, contro di loro, grande vendetta a causa di Israele e li colpì e uccise col sangue, con le rane, con l'insetto, con la mosca canina, con la piaga purulenta e anche i loro animali (li colpì) con la morte, con la grandine con cui distrusse tutto quel che germogliava in loro favore, con la cavalletta che divorò tutto quel che era loro avanzato dalla grandine, con la tenebra, e (colpì) i loro primogeniti - di uomini e animali - e, con tutti i loro idoli, il Signore si vendicò e li bruciò col fuoco. [6] E tutto, prima che fosse fatto (= accadesse) fu mandato per tua mano (= per tuo mezzo) affinché tu agissi (= lo facessi accadere) e tu dovesti dirlo al re dell'Egitto avanti a tutti i suoi servi e al suo popolo 3. [7] E tutto avvenne per tuo ordine: le dieci gravi e truculenti condanne vennero sulla terra d'Egitto affinché tu vendicassi Israele. [8] E il Signore fece il tutto a causa di Israele - e secondo il patto 4 che aveva fatto con Abramo - per prender vendetta su di loro così come essi, gli egiziani, li 5 avevano dominati con oppressione. [9] E il principe Mastema ti si parò innanzi, voleva farti cadere in mano del Faraone ed aiutava i maghi egiziani e (costoro) ti ostacolavano ed agivano avanti a te. [10] Il male, noi glielo lasciammo fare, ma non permettemmo che la cura venisse fatta dalle loro mani. [11] Ed il Signore li percosse con gravi ferite e non potettero opporsi perché noi impedimmo 6 loro di far anche un gesto. [12] E, malgrado tutti i miracoli e prodigi, il principe Mastema non si vergognò fin quando si sentì forte e gridò agli egiziani di inseguirti 7 con tutta la loro forza, coi loro carri, i loro cavalli e tutte le numerose genti d'Egitto. [13] Ed io stetti fra gli egiziani, te ed Israele e liberammo Israele dalle loro mani e dalle mani degli egiziani 8 e il Signore li fece scampare attraverso il mare, come se fosse stato terra arida. [14] E tutti i popoli che egli (= Mastema) aveva fatto uscire, inseguivano gli israeliti e il Signore, nostro Dio, li gettò in mezzo al mare, nelle profondità dell'abisso, sotto ai figli di Israele così come gli egiziani avevano gettato nel fiume i loro figli 9. Li vendicò a migliaia di migliaia e molti uomini validi e combattenti perirono per ogni poppante che essi, di tra i figli del tuo popolo, avevano gettato nel fiume. [15] E i giorni quattordici, quindici, sedici, diciassette e diciotto il principe Mastema stette legato e chiuso 10 dietro ai figli di Israele affinché (lui e i suoi) non facessero male 11 ai figli di Israele. [16] E il giorno diciannove noi li sciogliemmo affinché andassero in aiuto degli egiziani [17] e questi inseguissero i figli di Israele (e il Signore) rafforzò i loro cuori e li rinvigorì ed egli (Mosé) ebbe forza dal Signore, nostro Dio, per percuotere gli egiziani e gettarli nel mare. [18] E il giorno quindici noi lo (= Mastema) legammo affinché non causasse male ai figli di Israele nel giorno in cui avrebbero chiesto agli egiziani abiti ed oggetti - oggetti d'oro, d'argento e di ferro - sì che essi - dato che (gli egiziani) li avevano dominati con oppressione - depredassero gli egiziani invece di esser (loro) soggetti [19] e, (in tal modo), noi non facemmo uscire i figli di Israele nudi dall'Egitto 12.
XLIX
[modifica | modifica sorgente][1] Ricordati degli ordini che il Signore ti dette a proposito della Pasqua: che tu (la) faccia a suo tempo, il quattordici 1 del primo mese, che tu sgozzi (l'agnello) prima di sera affinché lo mangino di notte, quando é la sera del quindici, dal tramonto del sole, poiché questo giorno é la prima festa e la prima Pasqua 2. [2] E anche voi mangiavate l'agnello pasquale in Egitto e tutti gli eserciti di Mastema fu(rono) mandati in Egitto per uccidere tutti i primogeniti in territorio egiziano, dal primogenito del Faraone fino a quello della serva addetta alla macina 3, (e a quello) degli animali. [3] E questo (é) il segno che il Signore diede a loro: che in tutte le case sulle cui porte avevano messo 4 il sangue dell'agnello di un anno, non si entrasse in casa per uccidere quelli che (vi) erano rinchiusi, ma che si passasse oltre, affinché si salvassero tutti coloro che (erano) nella casa dato che, sulla porta (vi era), un segno (fatto) di sangue 5. [4] Gli eserciti del Signore fecero ogni cosa così come il Signore aveva loro ordinato, passarono oltre (le case de)i figli di Israele e non capitò, ad essi, il flagello della distruzione di tutte le loro anime, dagli uomini fino agli animali e ai cani. [5] E vi fu gran flagello in tutto l'Egitto e non vi fu casa, in Egitto nel cui interno non vi fosse un cadavere, pianto e lamento 6. [6] E tutto Israele, (invece) se ne stava a mangiare carne di Pasqua e a bere vino, a lodare, celebrare e benedire il Signore, Dio dei suoi padri, ed era pronto ad uscire dal giogo dell'Egitto e dal suo vassallaggio. [7] Ed anche tu ricordati, per tutto il tempo della tua vita, di questo giorno 7, una volta all'anno, nel giorno (fissato) in conformità a tutta la legge e non ritardare n‚ il giorno n‚ il mese 8 [8] poiché é legge eterna, scolpita per i figli di Israele sulle tavole del cielo, che essi facciano, in tutti gli anni, le feste una volta all'anno, per tutte le loro generazioni 9 e non vi é termine di tempo, poiché é stabilito per l'eternità. [9] E (se) l'uomo é puro e, nel giorno fissato, non viene ad offrire l'offerta gradita al Signore nel giorno della Sua festa e (non viene) a mangiare e a bere, al cospetto del Signore, nel giorno della Sua festa, quell'uomo che é puro e vicino (al Signore) sarà sradicato perché non avrà offerto, al suo tempo, l'offerta del Signore e porterà, quell'uomo, la sua colpa 10 [10] sì che siano i figli di Israele a venire e a far Pasqua nel giorno stabilito: il quattordici del primo mese, al vespero, dalla terza parte del giorno fino alla terza parte della notte. [11] Poiché due parti del giorno sono date alla luce e una parte alla sera, questo é quel che il Signore ordinò: che tu (la) faccia in mezzo al vespero. [12] E non sia, la sua (dell'agnello) mattazione in tutte le ore di luce, ma nel tempo vicino ai vesperi e lo si mangi di sera, fino alla terza parte della notte; e quel che rimane di tutta la sua carne dopo la terza parte della notte, lo si bruci di nuovo. [13] E non lo si cuocia in acqua e non lo si mangi crudo, ma arrostito al fuoco e cotto al fuoco, con cura. La testa, con le interiora e i piedi, li si arrostiscano al fuoco 11 e non vi (deve) essere rottura di ossa all'interno poiché dai figli di Israele non si rompe alcun osso 12. [14] Perciò il Signore ordinò ai figli di Israele di far Pasqua nel giorno fissato 13 e non vi é rottura di alcun osso (dell'agnello), perché é giorno di festa e giorno comandato e non vi é rimando, di giorno in giorno e di mese in mese, poiché la festa si fa in (questo) giorno. [15] E anche tu ordina ai figli di Israele che facciano Pasqua al suo tempo, ogni anno, una volta all'anno, nel giorno fissato, e il loro ricordo sarà gradito al Signore 14 e non capiterà loro, in quell'anno, flagello di uccisioni o di percosse se avranno fatto la Pasqua al suo tempo, in tutto secondo il Suo comandamento. [16] (L'agnello) non lo si deve mangiare fuori del santuario del Signore 15 e tutto il popolo-società di Israele - lo faccia al tempo fissato. [17] E tutti coloro, dai venti anni in su, che vengono nel giorno (fissato) lo mangino nel santuario del vostro Dio, avanti al Signore, perché così é stato scritto e stabilito: che lo mangino nel Santuario del Signore. [18] E i figli di Israele, da quando saranno entrati nella terra che occuperanno nel territorio di Canaan e pianteranno il tabernacolo del Signore, in mezzo alla terra, in una delle loro travi 16, fin quando sarà costruito il santuario del Signore sulla terra, vengano e facciano la Pasqua al centro del tabernacolo del Signore e sgozzino, innanzi al Signore, di anno in anno. [19] E quando sarà stata costruita, al nome del Signore, la casa sulla terra della loro eredità, essi andranno colà e sgozzeranno l'agnello pasquale di sera, al tramonto del sole, nella terza parte del giorno [20] e offriranno il sangue ai piedi dell'altare; e il suo grasso lo pongano sul fuoco che si trova sull'altare, e ne mangino la carne abbrustolita al fuoco, nel recinto del santuario, nel nome del Signore. [21] E, nei loro paesi e in tutte le terre, non potranno fare la Pasqua se non innanzi al tabernacolo del Signore o, almeno, innanzi alla casa nel cui interno ha dimorato il Suo nome e (così) non devieranno dal seguito del Signore. [22] E anche tu, o Mosé, ordina ai figli di Israele che osservino la legge della Pasqua, così come vi fu ordinato di fare di anno in anno, nel suo giorno, la festa degli azzimi 17; mangino (cioé) pane azzimo per sette giorni, celebrino la Sua festa e offrano la Sua offerta, di giorno in giorno, in quei sette giorni di gioia, innanzi al Signore, sull'altare del vostro Dio. [23] Infatti questa festa la faceste - poiché la celebraste presso il lido del mare - quando usciste, con turbamento d'animo, dall'Egitto 18 fin quando passaste il mare al deserto di Sur.
[1] E, dopo questa legge io, nel deserto del Sinai che é fra Elom e Sinai, ti ho parlato dei giorni di sabato, [2] e sul monte Sinai io ti ho anche parlato dei sabati della terra e ti parlammo anche degli anni giubilari (divisi) in settenni, ma non ti dicemmo l'anno nel quale entrerai nella terra che occuperete. [3] Ed anche la terra celebrerà i propri sabati 1 ed essi (gli israeliti), essendo stati su di essa, apprenderanno l'anno del giubileo 2. [4] Perciò io ho stabilito, per te, settenni e giubilei: dal tempo di Adamo ad oggi (sono) quarantanove (giubilei), un settennio e due anni e, poi, quaranta anni mancano 3 per conoscere gli ordini del Signore, fin quando (gli israeliti), avendo oltrepassato il (fiume) Giordano ad ovest, passeranno, al di là, nella terra di Canaan. [5] E passeranno giubilei fin quando Israele si purificherà da ogni fornicazione, peccato, impurità, abbominia, colpa e frode e starà, degno di fiducia, in tutta la terra e non vi sarà più, ben per lui, alcun Satana o alcun maligno e la terra sarà, da allora nei secoli, pura. [6] Ed ecco, io ho scritto per te anche il comandamento dei sabati e le regole delle Sue leggi. [7] Lavorerai per sei giorni e il settimo giorno (é) il sabato del Signore, vostro Dio. Non fate, in questo giorno, alcun lavoro, voi, i vostri figli, i vostri servi e le vostre serve, i vostri animali e quelli che vivono presso di voi! [8] E colui che, in esso, fa qualche lavoro, muoia! E chiunque lo profani, chi si corica con la moglie e chi parla in maniera da compiere, in detto giorno, viaggi per ogni (specie di) vendita o commercio, e chi attinge, in tal giorno, l'acqua che non si é preparata nel sesto giorno, e chi solleva ogni cosa che egli debba caricarsi addosso, per portarlo fuori dalla sua casa o dalla sua tenda, muoia! 4. [9] Non fate, nel giorno di sabato, alcuna cosa che non avete preparato, per voi, nel sesto giorno. Questo giorno, nel vostro tempo e sempre, per tutto Israele, é giorno santo, giorno del Regno santo per mangiare, bere, riposarsi ed astenersi, in esso, da qualsiasi lavoro, per benedire il Signore vostro Dio che vi ha dato un giorno di festa. [10] Poiché grande é l'onore che il Signore ha dato a Israele: di mangiare, bere e saziarsi in questo giorno di festa, e di riposarsi da qualunque lavoro di fra i lavori dell'uomo - eccettuati il bruciare incenso e l'offrire oblazioni e sacrifici innanzi al Signore - per il tempo (dei) sabati. [11] Solo questa opera si fa, in giorni di sabato, nel santuario del Signore vostro Dio affinché si offra, come ti ho ordinato, il sacrificio in favore di Israele sempre, di giorno in giorno, per il giorno di commemorazione che si offre al Signore e che egli accetta sempre, di giorno in giorno. [12] E chiunque faccia, in esso, lavori, e chi vada in viaggio e chi si dedichi ai lavori dei campi, o in casa o in altro luogo, e chi accenda il fuoco e chi cavalchi animali, e chi vada in barca, per mare, e chi percuota e uccida chiunque, e chi sgozzi animali e uccelli e quelli che ha preso al laccio - o fiere e uccelli o pesci - e chi digiuni e faccia guerra nel giorno di sabato [13] e colui che faccia qualsiasi di questi (lavori) nel giorno di sabato, muoia, affinché i figli di Israele stiano a celebrare il sabato secondo il comandamento dei sabati della terra, così come é scritto nelle tavole del cielo che (Egli) mi dette in mano affinché io scrivessi per te la legge del tempo e il tempo in ogni suddivisione dei suoi giorni. Qui finisce il libro della suddivisione del tempo. Spetta lode al Signore di tutte le creature, al Re dei Re, nei secoli dei secoli, amen, amen.
Note
[modifica | modifica sorgente]Per approfondire, vedi Serie maimonidea e Serie misticismo ebraico. |
- ↑ [1] Quercia alta: così il testo greco dei Settanta. L'ebraico ha MVRH ALVN, che significa "Quercia di More". L'autore dei Giubilei non conosceva là Bibbia in un testo identico a quello masoretico. 1. Cfr. Gen., XII, 5 e segg. 2. Sia nel Charles, sia nel testo amarico (p. 397): "fino alla quercia alta". 3. Così il nostro testo e quello amarico: cfr. però Gen., XII, 8. Il Charles per rimanere fedele all'originale biblico, aggiunge, nella edizione del testo un "mesla", che renderebbe possibile tradurre: "e partì di colà per il monte con Betel a ovest (verso il mare) e Agge ad oriente" ma che, poi, omette nella traduzione "and he removed from thence unto the mountain... Bethel on the west and Ai on the east". [8] primo anno: é il 1954 C. M. L'entrata in Palestina di Abramo avviene per capodanno (mercoledì 1 nisan). [12] Tanay: é la città egiziana di Tanis. Questa notizia deriva da Num., XIII, 22. [13] quando il Faraone rapì: il racconto dell'avventura di Abramo in Egitto é completamente moralizzato. 4. Sic, con traduzione letterale. Ma il Charles, più liberamente, e conformemente a Gen., XII, 8, traduce: "... he built an altar on this mountain, and called on the name of the Lord: ‘Thou, the eternal God, art my God’". Nel testo amarico, [p. 397]: "Costruì su questo monte un altare, invocò il nome del Signore; disse: "Tu, o mio Dio, sei Tu il Dio eterno"". Ma vedi postea, verso 16, ore un'espressione identica, ma senza la particella pronominale lo, é senza dubbio da tradursi: invocò. 5. Qui la parola "dabub" ha senz'altro il valore di "sud". 6. Così anche nel testo amarico. Ma in Charles: "... and he went (thence) into the land of the south, to Bealoth, and there was a famine in the land". Si noti che, in ge'ez, "arrivò Lot" si traduce: Bo'a Lot; é spiegabile, quindi, la differenza di traduzione. 7. Cfr. Gen., XIII. [16] nel terzo anno: é il 1963 C. M. [19] quando Lot fu fatto prigioniero: cfr. Gen., XIV. 8. Il Charles emenda il testo leggendo un "wa" davanti a "Betel" e "em-bahr" anziché "wa-bahr" (che é presente nel testo B); ciò gli permette di tradurre: "... with Ai on the east, and Bethel on the west, and he blessed the Lord his God ecc...". 9. Nel testo ge'ez la frase é identica a quella di cui antea al versetto 8, ma con la lievissima differenza che autorizza la mia diversa traduzione. 10. Nel testo amarico [p. 398]: "(Si addolorò) perché in quell'anno in cui Lot fu fatto prigioniero egli non aveva figli". 11. Così anche nel testo amarico. Ma il Charles, seguendo A-B, traduce: "... though a man may number the dust of the earth, yet thy seed shall not be numbered". 12. Cfr. Gen., XIV. 13. Il Charles qui, seguendo Gen., XIV, 3 emenda una lezione difficile di A-B-D in "quola" traducendo: "in the vale of Siddim". [28] Il nostro autore omette l'episodio di Melchisedek che, secondo Gen., XIV, 18 era re di Salem e sacerdote di El Elion "Dio altissimo", il titolo che sarà dei sacerdoti asmonei. Questa omissione difficilmente può essere considerata casuale. Melchisedek é figura di re e di sacerdote; é sacerdote e non é della stirpe sacerdotale; in altri termini, la sua figura poteva servire sia per coprire con l'autorità biblica una qualunque operazione politica mirante ad unire sacerdozio e trono, sia a legittimare un sacerdozio non dico sadocita, ma nemmeno aronide. L'omissione del passo va pertanto vista come una precisa presa di posizione, contro il sacerdozio non tradizionale. Sulle dispute intorno a un altro passo biblico che poteva essere interpretato in funzione asmonaica, per l'esaltazione di Ruben come di colui che ebbe tutta l'autorità sia sacerdotale che laica, cfr. B. CHIESA, Contrasti ideologici del tempo degli Asmonei nella Aggada e nelle versioni di Gen., XLIX, 3, in "Annali dell'Istituto Orientale di Napoli", 37, 1977, 417-440. 14. Il Charles traduce: "... and they went to Dan." correggendo in plurale, il singolare "andò" che si trova nel testo. La traduzione amarica conserva la forma "andò" senza evidenziarne il soggetto. 15. Così, sia pure con molta perplessità, seguendo i mss. C-D. Ma il Charles, sulla base dei mss. A-B, immagina una lacuna e, conformemente a Gen., XIV, 4, traduce: "(Abram) armed his household servants... for Abram, and for his seed, a tenth of the first fruits to the Lord...". Il testo amarico [p. 398] reca "Abramo dopo aver abbellito (op. ornato, decorato) i propri servi stabilì, per s‚ ed i suoi figli, che dessero al Signore la decima delle primizie. Ed il Signore stabilì la legge eterna che cioè le dessero, perché essi le prendano sempre, ai sacerdoti che servono innanzi a Lui". 16. Non é chiaro se gli aggettivi possessivi "suoi" e "suo" si riferiscano al Signore o ad Abramo. Nella traduzione amarica sembrano riferirsi ad Abramo. In quella del Charles, dall'uso delle lettere maiuscole davanti ai pronomi personali ed aggettivi possessivi, l'intera frase sarebbe riferita al Signore: "And He gave (it) unto His priests to eat and to drink with joy before Him". 17. Con traduzione strettamente letterale: "Ed Abramo gli disse: "Alzo le mie mani al Signore eccelso: se, dal filo al laccio dei sandali, prendo parte di tutto quello che é tuo, che tu non sii dicente: "ho arricchito Abramo"; eccettuato soltanto quel che hanno mangiato i giovani e la porzione degli uomini che sono andati con me, Awenan, Eskol e Mamere, essi prenderanno la loro parte"".