Immagini interpretative del Gesù storico/Ebraismo e immagini

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Immagine di Cristo, di Giuseppe Craffonara (1830)

Ebraismo e immagini di Gesù[modifica]

Religione ebraica come punto di divergenza[modifica]

I tre complessi sul Regno che abbiamo valutato sottendono alla religione ebraica come un possibile punto di divergenza per i diversi punti di vista su Gesù.

I detti del Regno che abbiamo studiato supra non sono nel loro contesto originale. Dobbiamo prenderli come interpretazioni di detti precedenti che non erano necessariamente nello stesso contesto. L'ambiente della religione ebraica ci fornisce un contesto originale plausibile. Ciò è indicato dal fatto che in tutti i casi di cui sopra il Regno e il suo punto di confronto non sono estranei alla religione ebraica. Potremmo anche evidenziare che ha avuto luogo una data interpretazione, cosicché non abbiamo il significato ebraico originale. Considerata insieme all'ambiente ebraico della vita di Gesù, la plausibilità di un contesto religioso ebraico viene rafforzata.

In tutti i casi sopra è stato possibile determinare che un'interpretazione escatologica di questi detti del Regno fosse uno sviluppo successivo. Ciò è stato dimostrato dai testimoni nei primi strati che non sono escatologici. Questa osservazione coincide con quelle di molti ricercatori del Gesù storico dei nostri giorni.

È possibile postulare un'ipotesi che tenga conto della situazione socio-economica di un tempo dopo Gesù e spieghi la preponderanza della visione escatologica. Ciò è stato fatto da Mack nel suo libro A myth of innocence (1988/1991).

Alla luce della mia presente ricerca è più difficile spiegare l'opinione che Gesù fosse un saggio cinico. Le prove nei testi dei primi strati potrebbero essere facilmente interpretate secondo le linee ciniche. Come Downing (1988) ha sottolineato, ci sono molti parallelismi cinici con parecchio materiale su Gesù.

La più decisiva argomentazione contro l'immagine cinica di Gesù è il fatto che sia costantemente ritratto come un ebreo in un ambiente ebraico. Abbiamo visto sopra che il ruolo della religione ebraica è sempre stato un fattore significativo nella società ebraica. Gli atti religiosi di un ebreo nella società ebraica naturalmente si preferiscono comprenderli nel contesto dell'ebraismo, piuttosto che nella cultura ellenistica. Ciò rafforza l'argomento a favore di un punto di divergenza religioso ebraico.

I paralleli cinici lasciano un vuoto anche per quanto riguarda i miracoli di Gesù. I miracoli fanno parte dell'immagine totale di Gesù e non possono essere spazzati sotto il tappeto. Una reinterpretazione cinica di Gesù potrebbe omettere i casi dei miracoli di Gesù, ma se l'immagine cinica fosse l'originale, sarebbe molto difficile spiegare l'aggiunta delle storie dei miracoli. D'altra parte, l'ebraismo carismatico ci fornisce un ambiente perfetto per i resoconti dei miracoli.

Sarebbe anche più fattibile postulare una situazione in cui le parole e gli atti di Gesù in un ambiente ebraico fossero reinterpretati in modo cinico dagli ellenisti. Il passaggio da un ambiente ebraico a un ambiente ellenistico spiega la stratificazione e l'ambientazione dei testi più facilmente che il contrario.

Da religione ebraica a tutte le immagini di Gesù[modifica]

Studio del Cristo (partic. da "Resurrezione"), di Leo Reiffenstein (1913)

In questa ricostruzione desidero presentare un possibile scenario per la formazione delle immagini di Gesù.

Iniziamo con un Gesù ebreo carismatico. Come abbiamo visto supra, egli parlò del Regno di Dio in modo esistenziale nei termini della religione ebraica.

Gesù si rivolse al popolo esponendo l'immagine del Regno. Per lui ciò comportava il Regno di Dio, ed egli era quindi percepito dalla gente come un carismatico. Questo era un tipo definito di persona all'interno del mondo ebraico, ma tutte le culture avevano i propri carismatici. Li troviamo lontano, come in India e nell'antica Europa (Van den Heever 1993:419). Anche altre persone vennero in contatto con il messaggio di Gesù: persino gli ellenisti percepirono Gesù come carismatico. Nella loro percezione, il carismatico era un cinico radicale e non un chassid ebreo. Ad esempio, potremmo considerare istanze di Gesù come quelle in cui partecipava spesso a banchetti, cosa che potrebbe facilmente essere considerata come un'indicazione dello stile di vita cinico. È altrettanto vero che anche il saggio ebreo venva raffigurato a tavola mentre discuteva sulla Legge (Smith & Taussig 1990:47). Iniziò quindi la correlazione cinica tra gli interpreti ellenistici di Gesù. Non appena fu interpretato in questo senso, anche la concezione del Regno di Dio divenne cinica.

Le testimonianze archeologiche sembrano confermare la deduzione che la diversità etnica nei circoli cristiani esisteva sin dalle prime fasi. I graffiti trovati nei siti archeologici rivelano che gruppi differenti avevano opinioni religiose diverse. È evidente che i graffiti presentavano tratti distintivi simili a seconda della lingua in cui erano stati scritti (Strange 1983:18).

Tenendo conto di questo, possiamo postulare una situazione simile riguardo a Gesù. Gli ellenisti tradussero la sua persona in termini ellenistici che coincidevano con il carismatico ellenistico — il saggio cinico.

Nell'ambiente eclettico in cui si trovò Gesù, molto probabilmente potevano esserci persone che avevano una forte affinità con l'apocalitticismo. Questo punto è stato fortemente sostenuto da Dale Allison (1994:652-658). Il fatto che Gesù possa anche aver avuto seguaci che pensavano in modo apocalittico non prova però che fosse un profeta apocalittico. Abbiamo visto infatti che detti e atti di Gesù avrebbero potuto essere interpretati in modo apocalittico.

Per approfondire, vedi Serie cristologica e Serie misticismo ebraico.