Immagini interpretative del Gesù storico/Introduzione 4

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Testa di Cristo, di Fernando Yáñez de la Almedina (1506)

Introduzione[modifica]

L'immagine di Gesù come chassid galileo non è così popolare come quella del profeta escatologico o del saggio cinico. Ciò che lo rende di fondamentale importanza, tuttavia, è che è saldamente radicato nella società ebraica, come indicherà la nostra indagine di seguito.

Abbiamo visto nel capitolo precedente che l'immagine dell'escatologia restaurativa ha una portata molto limitata e non ci consente di spiegare tutte le interpretazioni di Gesù che abbiamo negli scritti su di lui. Se proviamo ad ampliare la portata dell'immagine escatologica non definendola restrittivamente come escatologia della restaurazione, non ci è di grande aiuto, poiché abbiamo purtroppo detto così poco che l'osservazione non ha conseguenze. L'immagine di Gesù come chassid ha la possibilità di dare una visione di Gesù che può permetterci di spiegare le opinioni divergenti su di lui.

Géza Vermes e il Gesù chassidico[modifica]

Il lavoro di Géza Vermes è di particolare interesse per questo studio perché scrive di Gesù da un contesto ebraico. E questo mi sembra essere il motivo lapalissiano che molto mi attira e sostengo in tutti i miei scritti cristologici. Vermes trova la sua ebraicità un attributo che gli consente di conoscere "l'ebraicità essenziale di Gesù", come disse Martin Buber, che solo un ebreo poteva avere (Vermes 1983b:8).

Géza Vermes (2007)

Gesù proveniva dal contesto interno dell'ebraismo ed è la ragione dell'esistenza del cristianesimo (Gesù + ebraismo = cristianesimo). Curiosamente, da molto (troppo) tempo non si era parlato granché dell'ebraicità di Gesù negli studi neotestamentari. Siamo tutti consapevoli dell'animosità tra ebraismo e cristianesimo. Il contatto per la maggior parte delle volte consisteva in polemiche e scuse (vedi correntemente quelle papali). Vermes osserva giustamente che negli ultimi tempi è diventato altamente "fuori moda" essere antisemiti (Vermes 1983b:64). Ciò ha portato a una rivalutazione del significato del materiale ebraico per lo studio del Gesù storico, favorito molto dalla scoperta dei Rotoli di Qumran (Vermes 1983b:68).

In questa situazione Vermes è prezioso perché ha dimestichezza con il materiale ebraico e ha fatto molto per stabilire una metodologia per utilizzare il materiale ebraico negli studi del Nuovo Testamento (Vermes 1983b). Si oppone all'uso del materiale semitico semplicemente come sfondo del Nuovo Testamento, nella risoluzione delle questioni neotestamentarie (Vermes 1983b:70). In qualità di storico, vede il Nuovo Testamento come parte dell'eredità letteraria dell'ebraismo del I secolo (Vermes 1983b:70). Ciò gli consente di studiare il Nuovo Testamento insieme ad altro materiale ebraico del I secolo.

Lo scopo di questo studio non si presta purtroppo ad una discussione approfondita del rapporto tra cristianesimo ed ebraismo (cfr. però Serie cristologica). È tuttavia importante prendere atto, secondo le osservazioni del Capitolo I, che gli atteggiamenti di ebrei e cristiani nei riguardi del materiale su Gesù, sono e saranno diversi. Questo dovrà essere tenuto presente quando studieremo il lavoro di Vermes.

È un peccato che tale lavoro di Vermes non abbia portato a ulteriori studi e che sia solo nella sua rappresentazione di Gesù come chassid. La ragione di ciò potrebbe essere il fatto che in alcuni casi le sue supposizioni, quando usa i testi del Nuovo Testamento, sembrano piuttosto superflue. Nella mia ricerca ciò verrà sottolineato. La critica all'opera di Vermes, sebbene valida in molti casi, non deve assolutamente sminuire l'importanza della sua opera sul Gesù storico.

Il metodo di Vermes[modifica]

Il punto di partenza di Vermes è che gli scritti cristiani su Gesù fanno parte dell'eredità letteraria dell'ebraismo. Per comprendere il significato originale di questi scritti, egli utilizza il corpus letterario degli ebrei palestinesi e della Diaspora dal 200 p.e.v. ai primi secoli dell'era cristiana. L'analisi vien fatta in modo tale da prenderli come portavoce indipendenti, capaci in alcuni casi di guidare l'indagine stessa (Vermes 1983b:16). Gli scritti che usa sono: gli apocrifi, gli pseudepigrapha, Filone, Flavio Giuseppe e le iscrizioni ebraiche, le scoperte dei manoscritti provenienti dal deserto della Giudea, e le prime scritture rabbiniche.

Vermes ritiene che uno debba essere in grado di leggere i vangeli senza alcun pregiudizio (1983b:19). Questa sua visione è stata contestata e alla luce del primo Capitolo è chiaro che non esiste una mente priva di pregiudizi. Se un autore implica che il suo lavoro è senza pregiudizi, lascia ai suoi lettori il tedioso compito di essere alla ricerca del suo pregiudizio non dichiarato. Il suo metodo prevede l'analisi delle relazioni evangeliche riguardanti la persona e l'opera di Gesù, la rimozione dei tratti secondari e l'inserimento dei tratti essenziali nel contesto della storia politica e religiosa contemporanea (1983b:83).

Vermes asserisce che non vuole dare un'immagine autentica di Gesù, ma piuttosto il modo in cui gli scrittori dei vangeli volevano che fosse conosciuto (1983b:19). Dobbiamo tuttavia notare che, alla fine, Vermes vede il modo in cui gli scrittori dei vangeli volevano che fosse conosciuto come l'immagine autentica di Gesù e che questa immagine corrisponde a quella di un chassid galileo (1983b:83).

I titoli di Gesù giocano un ruolo importante nell'opera di Vermes. Egli reinterpreta i titoli alla luce degli altri scritti e delle lingue ebraica e aramaica. Ciò indica che i titoli potrebbero avere un significato completamente diverso dal significato tradizionale che i cristiani attribuiscono loro. La sua analisi dei titoli alla fine favorisce la sua immagine di Gesù come chassid.

Obiettivo[modifica]

L'obiettivo di questo Capitolo è indagare l'immagine di Gesù come chassid galileo. L'immagine del chassid non è priva di problemi e questi devono essere presi in considerazione. La prima domanda che sorge è: cosa si intende con il termine "chassid"? Non c'è consenso sul significato di tale termine e questo deve essere chiarito.

Anche il ruolo della Galilea in questa immagine di Gesù è un importante punto di indagine: qual è il significato del chiamare Gesù un "galileo"? C'era una netta differenza tra le persone della Galilea e quelle della Giudea. Questo ha avuto un ruolo nella vita di Gesù?

L'interpretazione di Vermes del termine "chassid" colloca Gesù all'interno dell'ebraismo carismatico. Sarà quindi essenziale ampliare la nostra comprensione di tale tipo di ebraismo.

In questo Capitolo anche il materiale ebraico giocherà un ruolo importante. Questo materiale è essenziale nel metodo di Vermes ma lo è ancora di più per stabilire l'immagine di Gesù in un ambiente ebraico. Vermes (1983b:224-225) reinterpreta i titoli tradizionali dati a Gesù da un punto di vista ebraico e conclude che il cristianesimo ha dato troppa enfasi al Gesù sulla base del dogma e troppo poca all'ebraismo per lo stesso motivo.

La questione più importante, però, riguarda comunque la legittimità dell'immagine di Vermes.

Per approfondire, vedi Serie cristologica e Serie misticismo ebraico.