Interlingua/Costruzione attiva/Derivazioni
§ 136.1 Derivazioni. Qui usiamo il termine 'derivazione' in riferimento alla costruzione di parole tramite suffissi. Sostantivi ed aggettivi consistono di radice + finale nel processo derivato essi perdono quest'ultima. La finale del derivativo è parte integrale del suffisso. Le finali, nel caso di sostantivi ed aggettivi, sono le vocali a, e, o, e le finali straniere come use um, o le greche os, is, ecc.
§ 137 Nella maggior parte dei casi l'unione fra radice e affisso avviene per semplice giustapposizione. Quando la radice termina in ied il suffisso inizia con la stessa vocale, il derivato compare con una sola i: rubie (rosso) + ificar > rubificar (rendere rosso, arrossare). Si noti che l'aggiunta di suffissi con vocale iniziale a radici che terminano in c può alterare il valore fonetico di quella consonante. Quando, in una derivazione una co riginariamente "dura" (come in franc) viene a precedere io e, la sua pronuncia cambia come regola da c "dura" a c "molle", ad es. franc+ia Francia [frantsia].
Al contrario, quando una c originariamente "molle" (come in cortice, corteccia) viene ad incontrarsi con ao o, di regola la sua pronuncia cambia e diviene dura, ad es. cortice + al cortical. Però una c"molle" rimane inalterata prima dei suffissi ada, ata, age, alia, astra e deve allora essere scritta ci. Per esempio nuce + ada = nuciada.
Allo stesso modo la c"dura" rimane "dura" prima dei suffissi eria, ero, esc, ese, essa, etta, ette, etto, iera, iero, issime, issimo, e deve essere scritta allora ch, ad es. porco + eria porcheria.
Si noti l'apparente irregolarità di parole come ricchessa, < ric, in cui cch si scrive come na semplice c alla fine di parola. Le parole che erminano in age suffisso oppure no) conservano la ronuncia "molle" di g (alla francese) nelle parole che ne derivano. Quando il suffisso inizia con a o con o, si sostituisce la g con gi. Ad es. orange+ ada = orangiada, ma orange + eria = orangeria.