Le religioni e il sacro/Il sacro/Buddhismo
Il buddhismo non considera come realtà ultima, come totalmente Altro, una dimensione che prescinda dall'esperienza umana, essendo, nell'insegnamento di Gautama Buddha, qualsivoglia riferimento a realtà trascendenti la diretta esperienza umana, non utile al conseguimento della liberazione del dolore da parte dell'uomo.
Questo non significa che nel buddhismo sia negata l'esistenza di realtà trascendenti il mondo naturale[1], solo che tali realtà sono ritenute non necessarie per il conseguimento degli obiettivi inerenti alla liberazione dell'uomo.
In questo quadro, lo storico delle religioni svedese Nathan Söderblom]] (1866-1931) osserva che secondo le dottrine buddhiste, nel mezzo della realtà impermanente (saṃsāra) sia individuata una realtà che trascende questa e che risulta assoluta, il nirvāṇa. Tale realtà è quella a cui il praticante buddhista deve mirare per raggiungere la completa liberazione. Söderblom individua in questa realtà, ovvero nel nirvāṇa, il "sacro" buddhista[2].
Julien Ries osserva come il termine sanscrito ārya (in devanāgarī आर्य)
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Un elemento importante del Buddhismo, riportato in tutti i Canoni, è la conferma dell'esistenza delle divinità come già proclamate dalla letteratura religiosa vedica (i deva), tuttavia queste divinità sono nel Buddhismo ancora sottomesse alla legge del karma e la loro esistenza è condizionata dal saṃsāra. Così nel Majjhima nikāya 100 II-212 ((EN) Majjhima nikāya 100 - Sangarava Sutta, su mahindarama.com, Mahindarama. Kampar Road 10460, Penang, Malaysia, 1. URL consultato il 4 aprile 2009.) dove al brahmano Sangarava che gli chiedeva se esistessero i deva, il Buddha storico rispose: «I Deva esistono! È questo un fatto che io ho riconosciuto e su cui tutto il mondo è d'accordo». Sempre nei testi che raccolgono i suoi insegnamenti, testi riconosciuti tra i più antichi in assoluto e conservati sia nel Canone pāli che nel Canone cinese e che la storiografia contemporanea inquadra nel termine Āgama-Nikāya, il Buddha storico consiglia a due brahmana che, dopo aver dato da mangiare a uomini santi, si debba dedicare questa azione alle divinità (deva) locali che restituiranno l'onore concesso loro assicurando il benessere dell'individuo (Digha-nikāya, 2,88-89 (EN) Sister Vajira (trad.), Francis Story (trad.), Maha-parinibbana Sutta - Last Days of the Buddha (gli ultimi giorni del Buddha), su abhidhamma.org, Buddhist Publication Society, 1998. URL consultato l'8 aprile 2009.
- ↑ Nathan Söderblom. Holiness, in James Hastings, Encyclopaedia of Religions and Ethics, vol.6. Edimburgo, T.& T. Clark. 1913, pag. 731-41