Le religioni e il sacro/Il sacro/Sumeri
I Sumeri furono un popolo pre-semitico la cui civiltà fiorì intorno al IV millennio a.C. nella Mesopotamia meridionale. Questa civiltà era costituita da un insieme di città-stato le più antiche delle quali risalgono al 3000 a.C. Tra queste città le più importanti furono: Kish, Ur (che nella Bibbia risulta essere la patria di Abramo) e Uruk (che fu governata dal mitico sovrano Gilgameš). Mentre Lagaš, Umma (città)|Umma e Nippur rappresentavano delle sedi dei culti religiosi. Queste città venivano governate da un re-sacerdote (ensi, lugal).
Nel linguaggio religioso dei Sumeri, sacro viene indicato con il termine kù-g, così esso appare nei cilindri A e B di Gudea di Lagaš. Il termine kù-g insiste su un significato di purezza primordiale. Ciò che è puro all'inizio dei tempi questo è "sacro", kù-g. Altri tre termini presenti nei cilindri sono Mah, Zi-d e Me. Il primo, Mah indica la priorità e la trascendenza di re come delle divinità (dingir), o anche di montagne e città, Mah è la superiorità di un dio rispetto ad un altro e si colloca nel sancta sanctorum del tempio sumerico. Zi-d indica la santità divina. Il sacro kù-g essendo primordiale riguarda innanzitutto le prime due divinità cosmiche: An e Gatumdu. Il terzo termine Me indica la sacralità dell'ordine cosmico. Con i Me viene garantito il destino del mondo.
Per i Sumeri il mondo è governato e il destino di ciascuno è stabilito dagli dèi. Coltivare il kù-g, la purezza primordiale, e i Me, la sacralità dell'ordine cosmico permette di rendere il mondo armonioso e crea un legame con gli dèi[2].
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Ninghirsu è la divinità sumera patrona della città di Lagaš governata dall'ensi Gudea.
- ↑ Cfr. ad es. Julien Ries. Opera omnia vol. II: L'uomo e il sacro nella storia dell'umanità. Milano, Jaca Book, 2007, pagg. 544-5.