Ebraicità del Cristo incarnato/Melchisedec
Secondo caso studio: il Manoscritto di Melchisedec
[modifica | modifica sorgente]Seleziono un testo trovato tra i reperti archeologici dei Rotoli del Mar Morto, vale a dire 11Q Melch (anche: 11Q13),[1] come mio secondo caso studio relativo all'antica percezione ebraica del Sommo sacerdote, non solo perché discute la figura sacerdotale di Melchisedec, ma anche perché – come gli altri testi ebraici su cui ho indagato durante questa studio – risale agli inizi dell'era volgare.[2] Pertanto, il modo in cui l'autore di 11Q13 descrive Melchisedec quale incarnazione di Dio può essere confrontato costruttivamente con altre versioni ebraiche contemporanee di questo fenomeno. In contrasto con la rappresentazione di Jaddua fatta da Flavio Giuseppe come una forma di Dio materializzata in terra, ad esempio, l'autore del Rotolo di Melchisedec (11Q Melch) complica lo status del suo Sommo sacerdote mediante una serie di allusioni bibliche che confondono la condizione di Melchisedec con quella di Dio.[3] Qui, in un testo sul decimo e ultimo Giubileo, Melchisedec non è semplicemente una figura umana, ma un'entità che partecipa alla divinità di Dio in un contesto escatologico di tipo bellico. Egli è a capo di un esercito — la nazione dei santi di Dio. Insieme ai Figli della luce, conduce una battaglia cosmica contro Belial e le sue forze. All'interno di questo contesto escatologico marziale, il ruolo di Melchisedec è chiaro: deve essere il giudice escatologico, colui che sta al posto di Dio e che compie la vendetta di Dio.
Questa rappresentazione di Melchisedec (מלכי צדק) differisce dai precedenti ritratti trovati nella Bibbia ebraica, che lo presentano come una figura umana enigmatica, sacerdotale ma regale, che opera sempre all'interno del reame terreno.[4] Genesi 14:18, per esempio, lo raffigura come un re e sacerdote di Dio l'Altissimo (אל עליו) che benedice Abramo dopo aver sconfitto il re di Sodoma. Sebbene Genesi introduca Melchisedec come un sacerdote cananeo, egli viene collegato alla tradizione di Israele quando diventa il beneficiario del tributo pagato da Abramo.[5] Parimenti, Salmi 110:4 presenta Melchisedec come il primo e principale esempio di un sacerdozio militante, regale. Come molti re dell'antichità, il salmista interpreta Melchisedec come comandante di un esercito, ma raffigura i suoi soldati come schierati in santo splendore (Salmi 110:3). In particolare, invece di essere vestiti con armatura da battaglia, indossano abiti sacerdotali. Inoltre, sebbene il salmista rappresenti Dio come colui che alla fine schiaccia i re e giudica le nazioni, egli associa strettamente Melchisedec a questi ruoli e lo pone alla destra del Signore (Salmi 110:5,6 rispettivamente). Un re sacerdote militante può sembrare un concetto incongruo, ma – come ho già sottolineato in merito alla narrativa di Flavio Giuseppe – l'immagine si presentava regolarmente in tutto il pensiero israelita antico e nel pensiero dei primi ebrei (cfr. Es. 29:5-21; T. Reu 6.12; Flavio Giuseppe, Ant. 3.215).
L'autore di 11QMelch non cita direttamente né da Genesi 14 né da Salmi 110, ma entrambe le immagini bibliche sono chiaramente alla base del suo ritratto di Melchisedec.[6] L'autore di 11QMelch, per esempio, continua a rappresentare Melchisedec come un essere umano, e non come una figura angelica, secondo quanto ebbero a sostenere alcuni studiosi del passato,[7] inoltre come un essere umano che esercita sia funzioni regali che sacerdotali. Rispetto alle sue funzioni sacerdotali, il testo di 11QMelch stabilisce una connessione esplicita tra Melchisedec e il Giorno dell'Espiazione (11QMelch 2,7–8; cfr. Lev. 23:27-28) – Yom Kippur – il giorno più solenne di tutte le feste e festività israelite, in cui il Sommo sacerdote espia i peccati del popolo attraverso elaborati rituali (cfr. Lev. 16:1-14). In questo modo l'autore di 11QMelch presenta Melchisedec in una posizione di leadership sacerdotale. Alcune righe più tardi consolida questa connessione intimando che Melchisedec mantiene il controllo degli eserciti (11QMelch 2.9), proprio come i sacerdoti militanti presenti altrove nella prima tradizione ebraica (cfr. T. Reu. 6.12; Flavio Gius., Ant. 3.215). Per quanto riguarda la sua funzione regale, attribuendogli il ruolo di giudice, l'autore suggerisce che Melchisedec abbia anche potere giuridico (11QMelch 2.9, 13). Così, come i re-sacerdoti che governarono Gerusalemme durante la dinastia Asmonea, anche qui Melchisedec occupa funzioni sia regali che sacerdotali.[8] Descrivendo Melchisedec in questi ruoli umani, l'autore di 11QMelch ricorda il modo in cui la Bibbia ebraica presenta questa figura. La scelta da parte dell'autore del nome Melchisedec evoca anche la rappresentazione biblica di Melchisedec, dal momento che nessuno dei Sommi sacerdoti al potere a Gerusalemme aveva mai avuto questo nome. Il nome stesso, dalle parole ebraiche מלך e צדק, significa semplicemente re giusto. Poiché i re-sacerdoti asmoneani che presiedevano a Gerusalemme non erano sempre ritenuti giusti, impiegando questa denominazione l'autore avrebbe voluto fabbricare abbastanza intenzionalmente una sottile polemica contro questo stile di comando. Impiegando il nome Melchisedec, l'autore si rifà a una diversa tradizione sacerdotale basata sulle Scritture che non si è invischiata nella scena attuale o recente di Gerusalemme.
Studio passati presuppongono spesso che l'autore di 11QMelch si basi principalmente su Salmi 110,[9] ma entrambi i brani biblici descrivono Melchisedec in ruoli civici e sacerdotali, consentendo all'autore di creare l'immagine di una figura sacerdotale che fungeva da alternativa ai re-sacerdoti nella vita reale che governavano Gerusalemme durante il Periodo Asmoneo. In Genesi 14, ad esempio, Melchisedec benedice Abramo, come ci si aspetterebbe da un sacerdote, ma il testo lo chiama anche esplicitamente re (Gen. 14:18). Nel Salmo 110, Melchisedek viene descritto che comanda eserciti, si coinvolge in guerre e alla fine ha una parte nel giudicare le nazioni – azioni tipicamente riservate ai re – ma il Salmo lo mantiene anche nel suo stato sacerdotale (Sal. 110:4). Questi ruoli sacerdotali e civili collocano il biblico Melchisedec in continuità con i sacerdoti della vita reale che governano su Gerusalemme. Come ha sottolineato Gieschen, "l'interesse nel trovare una combinazione di guida politica e sacerdotale all'interno delle Scritture probabilmente è cresciuto dopo che il leader Asmoneo Gionata venne cooptato nella posizione di Sommo sacerdote (1 Maccabei 10:18-21)".[10] Attingendo all'immagine biblica di Melchisedec, l'autore di 11Q13 potrebbe concentrarsi su un'altra tradizione sacerdotale, al fine di suggerire che lui – e non l'attuale Sommo sacerdote a Gerusalemme – fosse la vera incarnazione del divino.
L'autore di 11QMelch collega indissolubilmente l'immagine biblica del Sommo sacerdote, Melchisedec, con quella del Dio d'Israele mediante una serie di interpretazioni tipo-pesher delle Scritture.[11] Il primo di questi fili interpretativi si verifica quando l'autore presenta Melchisedec come colui che offre il favore liberatorio che è tipicamente associato al Signore (יהוה). L'esempio più ovvio di questo fenomeno si trova in 11QMelch 2.9, in cui l'autore allude a un passo di Isaia 61:2:
- Isaia 61:2: לִקְר֤אֹ שְׁנַת־רָצוֹן֙ לַֽיהוָ֔ה
- A proclamare l'anno di grazia del Signore.
- 11QMelch 2.9: הואה הקץ לשנת הרצון למלכי צדק
- Questo è il tempo dell'anno di favore di Melchisedec.
Qui, sebbene apparentemente citando le parole di Isaia, l'autore sostituisce intenzionalmente il nome di Melchisedec con quello di YHWH (יהוה) in modo che invece di essere l'anno di grazia del Signore (יהוה), sia l'anno di favore di Melchisedec. In questo modo l'autore fonde il Signore con Melchisedec, in modo che quest'ultimo diventi la manifestazione visibile del primo, la controparte umana del Dio di Israele.
L'autore di 11QMelch arriva a questo punto saliente attraverso una serie di citazioni scritturali nei versi precedenti, che rendono più sottile la connessione tra Melchisedec e Dio. La prima di queste interpretazioni di tipo pesher sorge in 11QMelch 2.2-4, in cui l'autore cita Levitico 25:13, che si riferisce alla liberazione associata all'anno giubilare, nonché da Deuteronomio 15:2, che si riferisce all'anno sabbatico di remissione del debito. Nel contesto di entrambi questi passi, il testo biblico originale chiarisce che tali atti di liberazione e di remissione del debito sono associati a Dio (יהוה). Ma nell'interpretazione di questi testi, l'autore suggerisce che è Melchisedec a causare questi atti di liberazione (11QMelch 2.4-9).[12] Nel caso della prima citazione, l'autore suggerisce che Melchisedec (e non YHWH) proclama sia la libertà per i prigionieri e poi li libera (cfr. 11QMelch 2.4-6). Il fatto che l'autore ponga questo manto su Melchisedec è particolarmente sorprendente perché nella Bibbia ebraica YHWH è colui che libera i prigionieri, riportandoli alla loro terra natale (cfr. Deut. 30:3; Salmi 53:7; 126:1; 146:7; Ger. 23:3; Ezec. 34:13; 37:21; Tob. 13:10). In secondo luogo, in 11QMelch 2.8, l'autore fa intendere che è Melchisedec, e non "Dio", a espiare i peccati del popolo. Per chiarire questo punto, l'autore in primis propone il tema dell'espiazione affermando che tutti coloro che sono associati al "destino di Melchisedec (גורל מלכי צדק)" riceveranno espiazione per i loro peccati (11QMelch 2.8). In questo contesto sembra che Melchisedec sia l'argomento del verbo successivo "espiare (לכפר)" - (11QMelch 2.8), suggerendo che egli agisce qui al posto di Dio. Di conseguenza, in entrambi gli atti di liberazione ed espiazione, l'autore di 11QMelch confonde lo status di Melchisedec con quello di Dio facendo partecipare attivamente Melchisedec e facendogli compiere azioni che in genere sarebbero riservate al solo Dio d'Israele.
Il secondo di questi fili interpretativi, che lega la figura di Melchisedec al Dio di Israele, si verifica nel contesto di 11QMelch 2.9-14. In questo testo, l'autore trae citazioni da Salmi 82:1;7,8-9;82:2 e fa un'allusione a Isaia 63:3 per rappresentare Melchisedec come il giudice escatologico, colui che sta al posto di Dio ed esegue i giudizi di Dio. In 11QMelch 2.10, ad esempio, l'autore si basa su una citazione quasi diretta dal Salmo 82:1. Come si può vedere, a parte l'ortografia plena (difettiva) della parola בקורב in 11QMelch 2.10, i due testi si leggono in modo identico:
- Salmi 82:1 (TM): אלֹהִ֗ים נִצָּ֥ ב בַּעֲדַת־אֵ֑ל בְּקֶ֖רֶב אֱלֹהִ֣ים יִשְׁפּֽטֹ
- Elohim si alza nell'assemblea di Dio (El),
- giudica in mezzo agli dei (elohim).
- 11QMelch 2.10: אלוהים נצב בעדת אל בקורב אלוהים שפוט
- Elohim si alza nell'assemblea di Dio (El),
- giudica in mezzo agli dei (elohim).
La chiave interpretativa dell'autore di questo testo, tuttavia, non risiede nelle citazioni fornite sopra, ma nella frase preposizionale precedente, "per lui (עליו) (11QMelch 2.10). Nel contesto del brano, questo può essere un riferimento a nientemeno che alla figura di Melchisedec. La mossa ermeneutica chiave che fa l'autore di 11QMelch, quindi, sta nel modo in cui inquadra la sua citazione biblica del Salmo 82:1. Impostando la sua citazione del Salmo in questo modo, l'autore fonde lo status di Melchisedec con quello di Dio. È la figura sacerdotale umana di Melchisedec, ora descritta con l'appellativo divino "Dio" (אלהים), che starà nell'assemblea e metterà in atto il giudizio tipicamente associato alla sola divinità suprema. In questo modo, egli incarna, in forma corporea, Dio l'Altissimo di Israele.
Una simile inquadratura si verifica nel verso successivo, 11QMelch 2.11, in cui l'autore cita Salmi 7:8-9 per presentare Melchisedec come il giudice divino, colui che sta al posto di Dio per eseguire i giudizi di Dio:
- Salmi 7:8-9 (TM): לַמָּר֥וֹם שֽׁוּבָה יְהוָה֘ יָדִ֪ין עַ֫מִּ֥ים
- Dall'alto volgiti contro di essa:
- Dio (YHWH) decide la causa dei popoli
- 11QMelch 2.11: למרום שובה אל ידין עמים
- Dall'alto volgiti contro di essa:
- Dio (El) decide la causa dei popoli
Anche se in questo caso il Testo Masoretico (TM) del Salmo 7:8-9 differisce leggermente da quello di 11QMelch 2.11 poiché il primo si riferisce a Dio come YHWH e il successivo si riferisce a Dio come El: l'autore di 11QMelch fa le stesse mosse ermeneutiche che ho sottolineato nell'esempio precedente. Incorniciando la citazione in 11QMelch 2.11 con la frase preposizionale "per lui (עליו) (11QMelch 2.10), che può riferirsi solo a Melchisedec, l'autore di 11QMelch sottolinea come la figura sacerdotale umana di Melchisedec partecipi alla divinità propria di Dio, emanando un giudizio su altre nazioni, atto che in genere sarebbe riservato solo a Dio.
Come nell'esempio precedente, così anche in 11Q Melch 2.15–25, tramite frequenti allusioni a Isaia 52:7, l'autore presenta la figura di Melchisedec al posto di Dio. In 11QMelch 2.15-16, ad esempio, l'autore cita chiaramente parti di Isaia 52:7, un versetto che si conclude con la frase "il tuo Dio è re" e interpreta quel versetto in quelli successivi. "Poiché sia il nome Melchisedec che il nome ‘re’ contengono la parola ebraica מלך, e il primo si inserisce nelle lacune di 11QMelch 2.24-25, sembra che Melchisedec fosse probabilmente il nome che era originariamente presente nello spazio vuoto."[13] Se tale è il caso, allora nel contesto di 11QMelch 2.15-25, Melchisedec potrebbe essere visto come una denominazione divina, semplicemente un altro titolo di Dio. D'altra parte, poiché 11QMelch 2.15-25 allude anche a Isaia 61[14] in cui un messaggero o un servitore di Dio svolge il ruolo principale, Melchisedec potrebbe anche funzionare in questo contesto come una divina figura intermedia. Insieme, ciò che il peso cumulativo di queste testimonianze suggerisce è che l'autore fonde lo status del sacerdote Melchisedec – che opera come messaggero o servitore di Dio (cfr. Isaia 61:1-2) – con quello di Dio stesso (Is. 52:7). Come uno che ha lo "spirito del Signore" su di lui (Is. 61:1), Melchisedec partecipa alla divinità di Dio l'Altissimo di Israele annunciando la pace e la salvezza di Dio, offrendo conforto agli afflitti e liberando la congregazione di Dio dal forze di Belial.
Melchisedec non fu mai un Sommo sacerdote ufficiale al potere a Gerusalemme. Era una figura sacerdotale militante che aveva poco peso nella Bibbia ebraica. Tuttavia, come con le sue controparti nella vita reale, l'autore di 11QMelch usato la sua immagine, elevato il suo status al di sopra di quello di altri umani e ha sottolineato che c'era un'altra linea di sacerdoti nella tradizione d'Israele che ricopriva ruoli sia civili che sacerdotali. Di conseguenza, anche se l'autore dell'opera potrebbe non essere d'accordo con ciò che stava accadendo a Gerusalemme, egli ironicamente scelse di rappresentare il suo Sommo sacerdote in modo simile. Come gli altri Sommi sacerdoti a Gerusalemme, anche Melchisedec doveva essere il ponte essenziale tra il reame divino e quello umano.
Ho evidenziato questo caso studio di 11QMelch a causa del modo unico in cui presenta la figura sacerdotale di Melchisedec come manifestazione del Dio supremo di Israele nel reame materiale. In particolare, attraverso una serie di interpretazioni pesher delle Scritture d'Israele, l'autore di 11QMelch raffigura Melchisedec al posto che – almeno nella Bibbia ebraica – era riservato alla sola divinità suprema di Israele. Di seguito, passerò a un caso studio finale negli scritti di Filone di Alessandria, anche il quale presenta il Sommo sacerdote ebreo in una luce inaspettata.
Note
[modifica | modifica sorgente]Per approfondire, vedi Biografie cristologiche. |
- ↑ La prima pubblicazione di questi frammenti fu data da A. S. van der Woude, "Melchisedek als himmlische Erlösergestalt in den neugefunden eschatologishen Midraschim aus Qumran Höhle XI", OTS 14 (1965): 354–373. L'edizione più usata è stata pubblicata quale parte delle Discoveries of the Judean Desert da Florentino García Martínez, Eibert J. C. Tigchelaar e van der Woude, curr. Manuscripts from Qumran Cave 11 (11Q2-18, 11Q20-30). DJDe XXII (Oxford: Clarendon, 1996). Per informazioni biografiche in altre edizioni che sono state pubblicate, si veda Eric F. Mason, ‘You Are a Priest Forever’: Second Temple Jewish Messianism and the Priestly Christology of the Epistle to the Hebrews, STDJ 74 (Leiden: Brill, 2008), 138–190, partic. 169 nota 79.
- ↑ Van der Woude, per esempio, sostiene che il testo dovrebbe essere datato verso il Periodo Erodiano, basandosi su informazioni prese da una teoria paleografica sviluppata inizialmente da Frank Moore Cross. Si veda "Melchisedek", 357; cfr. Rick Van de Water, "Michael or Yhwh? Toward Identifying Melchizedek in 11Q13", JSP 16.1 (2006): 75–86, part. 85–86. Per argomentazioni su una datazione precedente, si veda il dibattito riportato da Eric Mason, "You Are a Priest Forever", 170, note 85–87.
- ↑ Studio passati hanno discusso se la figura di Melchisedec sia un angelo, YHWH (cioè Dio), o entrambi contemporaneamente. Significativi sostenitori della teoria secondo cui Melchisedec funziona come una figura angelica e intermedia, intesa come l'angelo Michele o in un ruolo simile, includono Van der Woude, "Melchisedek", 369; Florentino García Martínez, Qumran and Apocalyptic (Leiden: E. J. Brill, 1992), 176; James VanderKam, The Dead Sea Scrolls Today (Grand Rapids: Eerdmans; London: SPCK, 1994), 171. In una pubblicazione successiva, tuttavia, Florentino García Martínez osserva che l'autore di 11QMelch non definisce mai esplicitamente il protagonista come angelo. Cfr. Florentino García Martínez, "Las tradiciones sober Melquisedec en los manuscriptos de Qumrán", Biblica 81 (2000): 70–80. Si veda anche David Flusser, Judaism and the Origins of Christianity (Gerusalemme: Magnes/Hebrew University, 1988), 188. F. Manzi è il più notevole sostenitore dell'identificazione di Melchizedek come YHWH, vedi F. Manzi, Melchisedek e l'angelologia nell'epistola agli Ebrei e a Qumran (AnBib, 136; Roma: Pontificio Istituto Biblico, 1997), partic. 65-96. Parimenti, Van de Water ha recentemente cercato di conciliare queste due posizioni. Vedi "Michael o Yhwh?" 75-86.
Anche se concordo con l'impulso di riconciliare queste posizioni, a mio avviso, in entrambi i modi in cui lo si esamini, l'autore di 11QMelch presenta intenzionalmente il suo Sommo sacerdote come stesse al posto del sommo Dio di Israele, partecipando agli atti che, nel Bibbia ebraica, solo la divinità suprema di Israele poteva fare. Quindi, tramite questi atti partecipativi, egli può essere considerato anche divino. Inoltre, non sono d'accordo con l'impulso negli studi passati di ritenere che le figure intermedie divine dovessero necessariamente essere figure angeliche. Come ho discusso in tutto questo mio studio, la letteratura ebraica del Secondo Tempio descrive spesso esseri umani particolarmente giusti – Mosè o Enoch o l'enigmatico "Figlio dell'Uomo" – come incarnazioni del divino in terra o come sottoposti al processo di apoteosi, quindi il passaggio verso un intermediario angelico non è necessario. Inoltre, per quanto riguarda il testo qui in esame, sebbene l'autore di 11Q13 collochi chiaramente il suo protagonista in un contesto escatologico, non si fa menzione esplicita del fatto che sia un angelo. Piuttosto, in questo testo penso che l'autore attinga intenzionalmente ai detti riferimenti biblici sulla figura di Melchisedec, entrambi i quali presentano una figura umana e quindi, in modalità interpretativa di tipo pesher (פשר), utilizzi una serie di altri riferimenti scritturali per fondere il suo ruolo e identità con quello di Dio. - ↑ Oltre alla Bibbia ebraica, altri riferimenti o allusioni a Melchisedec si trovano in 1QapGenar 22.12–17; Flavio Gius., Ant. 1.179–81; G.G. 6.438; Filone, Abr.235; Congr. 99; Leg. 3.79–82; 2 En. 69–73. Cfr. Mason, ‘You Are a Priest Forever,’ 138–90; Eric F. Mason, "Melchizedek Traditions in Second Temple Judaism", in New Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only, curr. Andrei A. Orlov e Gabriele Boccaccini (Leiden: Brill, 2012), 343–368, part. 343–453; Charles Gieschen, "Enoch and Melchizedek: The Concern for Supra-Human Priestly Mediators in 2 Enoch" in Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only, curr. Andrei A. Orlov e Gabriele Boccaccini (Leiden: Brill, 2012), 369–385; Harold W. Attridge, "Melchizedek in Some Early Christian Texts and 2 Enoch", in New Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only, part. 395–397, dove discute le due recenti recensioni di questa opera; Daphna Arbel, "On Adam, Enoch, Melchizedek, and Eve", in New Perspectives on 2 Enoch: No Longer Slavonic Only, 432–453.
- ↑ Mason, "Melchizedek Traditions", 343.
- ↑ Per un dibattito accademico se il ritratto biblico di Melchisedec sta alla base della sua presentazione in 11QMelch, cfr. Florentino García Martínez, "Las tradiciones", 70–80.
- ↑ Van der Woude, "Melchisedek", 369; Martínez, Qumran and Apocalyptic, 176; VanderKam, Dead Sea Scrolls Today, 171.
- ↑ Quando la regione equivalente a l'Israele d'oggi cadde sotto il controllo diretto ebraico durenate il Periodo Asmoneo, i Sommi sacerdoti di Israele non furono più semplici figure sacerdotali, ma funzionarono anche come potenze politiche. Si vedano Seeman, Rome & Judea in Transition; Babota, Institution of the Hasmonean High Priesthood; VanderKam, From Joshua to Caiaphas; Meshorer, A Treasury of Jewish Coins, 37–40.
- ↑ Si vedano Mason, "Melchizedek Traditions", 353; Gieschen, "Enoch and Melchizedek", 369.
- ↑ Gieschen, "Enoch and Melchizedek", 376.
- ↑ Per una prospettiva simile, cfr. Anders Aschim, "Melchizedek and Jesus", in The Jewish Roots of Christological Monotheism, curr. Carey Newman, James Davila, e Gladys Lewis (Leiden: Brill, 1999), 129–147.
- ↑ Da notare che 11QMelch 2.4 incornicia l'interpretazione di questi due testi biblici con le parole "la sua interpretazione (פשרו)".
- ↑ Van de Water, "Michael or Yhwh?", 78.
- ↑ Si vedano: 11QMelch 2.18, che allude a Isaia 61:1; 11QMelch 2.20, che allude a Isaia 61:2; e 11QMelch 2.23, che allude a Isaia 61:2.