Storia della filosofia/Senofane
Senofane fu filosofo, teologo e poeta. La sua fu una vita di viaggio: lasciò la Ionia all'età di 25 anni e continuò a viaggiare per il mondo greco per altri 67 anni.[1] Alcuni studiosi affermano che visse in esilio in Sicilia.[2] La nostra conoscenza del suo pensiero deriva da frammenti delle sue poesie, sopravvissuti come citazioni di scrittori greci successivi. A giudicare da questi, la sua poesia elegiaca e giambica ha criticato una vasta gamma di idee e autori, tra cui Omero ed Esiodo, la credenza nel pantheon degli dei antropomorfi e la venerazione dei greci per l'atletismo. È il primo poeta greco che afferma esplicitamente di scrivere per le generazioni future, creando "fama che raggiungerà tutta la Grecia e non morirà mai".[3]
La vita
[modifica | modifica sorgente]Senofane era originario di Colofone, una città della Ionia (oggi nella Turchia occidentale). Alcuni dicono che fosse il figlio di Ortomene, altri il figlio di Dexius.[4] Si dice che fosse attivo durante la sessantesima Olimpiade (540-537 a.C.).[5] La sua opera superstite si riferisce a Talete, Epimenide e Pitagora,[6] e lui stesso è menzionato negli scritti di Eraclito ed Epicarmo.[7] In un frammento delle sue elegie, descrive l'invasione dei Medi come un evento che ebbe luogo ai suoi tempi, riferendosi forse alla spedizione di Arpago contro le città greche di Ionia (546/5 a.C.). Lasciò la sua terra natale come fuggitivo o esilio e andò nelle colonie ioniche in Sicilia, Zancle e Catana.[4] Probabilmente visse per un po' di tempo a Elea (fondata dai Focidi durante la sessantunesima Olimpiade 536-533 a.C.), poiché scrisse della fondazione di quella colonia.[8]
Senofane poeta
[modifica | modifica sorgente]Secondo Diogene Laerzio, Senofane scrisse in esametri e compose anche elegie e giambi contro Omero ed Esiodo.[4] Menziona anche due poemi storici riguardanti la fondazione di Colofone ed Elea, ma di questi sono stati conservati solo i titoli.[5] Non esiste certezza sul fatto che Senofane scrisse un poema filosofico.[9] Molti dei frammenti di suoi scritti filosofici sono derivati dai commentari su Omero. È quindi probabile che le osservazioni filosofiche di Senofane siano state espresse casualmente nelle sue satire.[10] Le satire sono chiamate Silloi dagli scrittori tardi, e questo nome potrebbe risalire allo stesso Senofane, ma potrebbe avere origine dal fatto che Timon di Flia (III secolo a.C.) attribuì a Senofane gran parte della sua satira su filosofi.[10]
Teologia
[modifica | modifica sorgente]Gli scritti sopravvissuti di Senofane mostrano uno scetticismo che divenne più comune durante il IV secolo a.C. Ha fatto satire sulle tradizionali vedute religiose del suo tempo come proiezioni umane.[11] Ha rivolto la sua critica alle opinioni religiose politeiste dei precedenti poeti greci e dei suoi contemporanei: "Omero ed Esiodo", afferma un frammento, "hanno attribuito agli dèi tutto quanto presso gli uomini è oggetto di onta e di biasimo: rubare, fare adulterio e ingannarsi reciprocamente".[12] Sesto Empirico riferisce che[13] tali osservazioni furono apprezzate dagli apologeti cristiani. senofane è citato da Clemente Alessandrino,[14] sostenendo che la concezione degli dei è fondamentalmente antropomorfa:
Un'ulteriore critica agli dei si trova nella citazione
Altri passaggi citati da Clemente di Alessandria che contestano la tradizionale concezione greca degli dei includono:
Per quanto riguarda la teologia di Senofane, si possono formare cinque concetti chiave su Dio.[15]
- Dio è al di là della moralità umana,
- non assomiglia alla forma umana,
- non può morire o nascere (Dio è divino quindi eterno),
- non esiste alcuna gerarchia divina e
- Dio non interviene nelle questioni umane.
Mentre Senofane rifiuta la teologia omerica, non mette in discussione la presenza di un'entità divina, piuttosto la sua filosofia è una critica agli scrittori greci antichi e alla loro concezione della divinità.[16] Inoltre Dio è tutt'uno con l'universo, essenzialmente controllandolo, ma allo stesso tempo non connesso fisicamente.[15]
Senofane sostenne che
Sosteneva che c'era un solo dio supremo. Dio è un essere eterno, di forma sferica, che comprende tutte le cose dentro di sé, è la mente e il pensiero assoluti,[8] quindi è intelligente e muove tutte le cose, ma non assomiglia alla natura umana né nel corpo né nella mente. È considerato da alcuni un precursore di Parmenide e Spinoza. Per il fatto di concepire dio come astratto, universale, immutabile, immobile e sempre presente, Senofane è spesso visto come uno dei primi monoteisti, nella filosofia della religione occidentale, sebbene la citazione che sembra indicare il monoteismo di Senofane si riferisce anche a molteplici "dei" di cui il dio supremo è maggiore. Il fisico e filosofo Max Bernhard Weinstein identificò specificamente Senofane come uno dei primi panteisti.[17]
Metafisica
[modifica | modifica sorgente]Senofane ha scritto di due estremi che dominano il mondo: umido e secco oppure acqua (ὕδωρ) e terra (γῆ).[18] Questi due stati estremi si alternerebbero tra loro, e con il loro alternarsi la vita umana si estingue e si rigenera (o viceversa a seconda della forma dominante).[19] L'idea degli stati che si alternato e della vita umana che perisce e ritorna suggerisce che Senofane credeva nel principio di causalità, un altro passo distintivo che conduc dalle antiche tradizioni filosofiche a quelle basate più sull'osservazione scientifica.[19] L'argomento può essere considerato un rimprovero alla teoria dell'aria di Anassimene.[18] Un resoconto dettagliato della teoria della forma umida e secca si trova in Ippolito, nella sua Confutazione di tutte le eresie. Sostiene inoltre che esiste un numero infinito di mondi, che non si sovrappongono nel tempo.[8] Senofane inoltre concluse da un suo esame dei fossili che l'acqua un tempo doveva aver coperto tutta la superficie terrestre. L'uso delle prove è un passo importante per avanzare dalla semplice affermazione di un'idea al supporto mediante prove e osservazioni.[19]
Epistemologia
[modifica | modifica sorgente]A Senofane viene attribuito il merito di essere uno dei primi filosofi a distinguere tra vera convinzione e conoscenza, che ha ulteriormente sviluppato nella prospettiva che si può spaere qualcosa senza conoscerlo davvaro.[20] A causa della mancanza di opere integre di Senofane, è possibile solo fare ipotesi, e l'implicazione che la conoscenza sia qualcosa di più profondo ("una verità più chiara") può avere implicazioni speciali o può significare che non si può conoscere qualcosa semplicemente guardandolo.[21] È noto che Senofane considerava la più ampia e ampia gamma di prove il modo più sicuro per dimostrare una teoria.[19]
La sua epistemologia sosteneva che esiste una verità della realtà, ma che gli esseri umani come mortali non sono in grado di conoscerla. Nel discorso filosofico e classico di oggi, Senofane è visto come uno dei più importanti filosofi presocratici. Era anche comune fin dall'antichità considerarlo maestro di Zenone di Elea, insieme a Parmenide, e generalmente associato alla scuola eleatica; oggi questa opinione è giudicata inattendibile.[22]
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Charles H. Khan "Xenophanes" Who's Who in the Classical World. Ed. Simon Hornblower and Tony Spawforth. Oxford University Press, 2000. Oxford Reference Online. Oxford University Press. 12 October 2011.
- ↑ "Xenophanes of Colophon" The Oxford Dictionary of Philosophy. Simon Blackburn. Oxford University Press, 2008. Oxford Reference Online. Oxford University Press. 12 October 2011.
- ↑ Andrew Dalby, Rediscovering Homer, New York, London, Norton, 2006, p. 123, ISBN 0-393-05788-7.
- ↑ 4,0 4,1 4,2 Diogene Laerzio IX, 18
- ↑ 5,0 5,1 Diogene Laerzio IX, 20
- ↑ Diogene Laerzio IX 18, I 23, VIII 36
- ↑ Diogene Laerzio, IX 1; Aristotele, Metafisica 4.1010a
- ↑ 8,0 8,1 8,2 Diogene Laerzio IX 18, 20; comp. Aristotele, Retorica 2.23.27
- ↑ Early Greek Philosophy by John Burnet, 3rd edition (1920)
- ↑ 10,0 10,1 Early Greek Philosophy by John Burnet, 3rd edition (1920), in Classicpersuasion.org. URL consultato il 14 settembre 2013.
- ↑ Johansen, Karsten Friis A history of ancient philosophy: from the beginnings to Augustine p.49
- ↑ Diels-Kranz 21 fr. B11.
- ↑ Sesto Empirico, Contro i matematici I 289 e IX 192f.
- ↑ Clemente, Miscellanea V, 110 e VII, 22.
- ↑ 15,0 15,1 McKirahan, Richard D. "Xenophanes of Colophon. Philosophy Before Socrates. Indianapolis: Hackett Publishing Company, 1994. 60-62. Print.
- ↑ McKirahan, Richard D. "Xenophanes of Colophon. Philosophy Before Socrates. Indianapolis: Hackett Publishing Company, 1994. 61. Print.
- ↑ Max Bernhard Weinsten, Welt- und Lebensanschauungen, Hervorgegangen aus Religion, Philosophie und Naturerkenntnis (1910), p. 231
- ↑ 18,0 18,1 McKirahan, Richard D. "Xenophanes of Colophon. Philosophy Before Socrates. Indianapolis: Hackett Publishing Company, 1994.
- ↑ 19,0 19,1 19,2 19,3 McKirahan, Richard D. "Xenophanes of Colophon. Philosophy Before Socrates. Indianapolis: Hackett Publishing Company, 1994.
- ↑ Osborne, Catherine. "Chapter 4". Presocratic Philosophy: A Very Short Introduction. Oxford UP.
- ↑ Osborne, Catherine. "Chapter 4". Presocratic Philosophy: A Very Short Introduction. Oxford UP.
- ↑ Lesher, p. 102.