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Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Convertire il male in santità

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Indice del libro
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Famiglia ebrea in preghiera, di Jan Voerman (c. 1884)


LO ZADDIQ COLLEGA CIELO E TERRA

« Per quanto ci riguarda, noi possiamo pregare il Rebbe
e lui può trattare con Dio a nome nostro. »
(Un membro della sinagoga centrale Lubavitch, Crown Heights, New York[1])

Convertire il male in santità

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Salmi 112:4 dice: "La luce si leva nelle tenebre per quelli che sono retti, per l'uomo misericordioso, compassionevole e giusto [zaddiq]". Ciò viene interpretato da Zalman in modo tale che è lo zaddiq che trasforma l'oscurità in luce, lo zaddiq è colui che ama la carità (צדקות zedakot, plur.). Questo, dice Zalman, è indicato come "salvezza" (ישועה yeshua).[2] La luce dello zaddiq irradia sui suoi discepoli che si dedicano allo studio della Torah e alla devozione. Tramite questa radiazione i chassidim ricevono pensieri di pentimento e buone azioni.[3] La trasformazione dell'oscurità è anche collegata all'annichilimento del sitra achra, altra azione realizzata dallo zaddiq.[4]

Esistono due tipi di zaddiqim, zaddiq gamur (il perfettamente retto) e zaddiq she-eno gamur (l'imperfettamente retto). Per lo zaddiq completo ogni azione è la volontà di Dio e non deve controllare i suoi desideri, perché riflettono sempre la volontà di Dio. Tuttavia, egli possiede sempre il libero arbitrio e può essere ritenuto responsabile delle scelte sbagliate. Lo zaddiq incompleto fa ciò che Dio vuole, ma deve agire coscientemente e dirigere la sua mente a fare la volontà di Dio.[5] Steinsaltz spiega che lo zaddiq vuole solo servire Dio e non ha alcun desiderio di andare contro la volontà di Dio. I sentimenti, i pensieri e i desideri dello zaddiq sono tutti incentrati sul divino. Tuttavia, non è possibile determinare se qualcuno sia uno zaddiq completo sulla base di questi tratti, perché la differenza è interna e invisibile. Secondo Steinsaltz, lo stato interiore di uno zaddiq va oltre la perfezione comportamentale. Lo zaddiq non pecca, perché la sua anima animale è diventata una forza verso la santità (al contrario dello zaddiq incompleto).[6]

L'era messianica e la risurrezione dai morti è la stessa della rivelazione della gloria di Dio, secondo la Tanya.[7] Lo zaddiq che ha ottenuto il dominio sul male ha in effetti elevato la qelipah interiore alla santità e ha trasformato completamente la sua anima, secondo Steinsaltz. "La ragione per cui sono chiamati ‘gli ascendenti’ è che trasformano il male e lo fanno ascendere alla santità".[8] Colui che vuole ascendere alle sale della corte celeste non può farlo a meno che egli non abbia "trasformato le tenebre in luce".[9] Steinsaltz commenta ciò dicendo che questi zaddiqim sono chiamati "ascendenti" perché elevano le parti più basse e più banali della vita materiale a mondi superiori, e persino le loro stesse azioni raggiungono i mondi superiori.[10]

Un altro motivo per cui lo zaddiq completo è chiamato "l'ascendente" è a causa del suo desiderio di fare solo il bene "per amore dell'Alto/Cielo"; non desidera nemmeno di unirsi a Dio per se stesso, perché egli non pensa a se stesso. Non c'è desiderio egoistico nello zaddiq completo. Uno zaddiq che è il "leader di una generazione", come scrive Steinsaltz, in tal modo si sacrificherà, come fece Mosè, che non volle accettare il ruolo di leader perché sapeva quali difficoltà doveva affrontare. Steinsaltz afferma che però alla fine Mosè assunse tale ruolo, e facendolo riuscì a "cancellare l'ambizione della sua anima divina — solo per amor di Dio". Steinsaltz continua: "Un vero leader è colui che è capace del massimo sacrificio di sé: il sacrificio del suo stesso ‘Io’; dei suoi ‘nefesh, ruach e neshamah’; dei desideri della sua anima di unirsi a Dio".[11]

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Amuleto cabalistico racchiuso da Lilith — Illustrazione da Sefer Raziel HaMalakh" (1906)
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Torat Menachem (סדרת תורת מנחם), gli insegnamenti del Rebbe Lubavitcher (primi 60 di 150 volumi )
  1. Citato in Haaretz, 17 aprile 2008.
  2. Iggeret haKodesh cap. 9. Pertanto possiamo dire che la salvezza degli ebrei si trova nello zaddiq.
  3. Tanya cap. 27. Si veda verso la fine del capitolo.
  4. Tanya cap. 27. Di nuovo constatiamo che la salvezza da tutti i mali si trova nello zaddiq.
  5. Tanya cap. 1; Steinsaltz 2003:46-47, 252.
  6. Steinsaltz 2003:250, 333.
  7. Tanya cap. 37.
  8. Quando una persona obbedisce ai comandamenti e alla volontà di Dio, il male viene infranto e la luce di Ein Sof viene rivelata e la santità nascosta dalle qelipot (i gusci del male che nascondono la santità) si dissolve in Dio. Attraverso questo, tutte le 600.000 anime di cui è composto Israele saranno assorbite dalla santità e la comunità di Israele diventerà un carro (merkavah) per Dio. Tutte le impurità scompariranno dalla terra e si vedrà la gloria di Dio che ricolma la terra. Steinsaltz spiega che nella kabbalah una merkavah è tutto ciò che è completamente obbediente alla volontà di Dio, proprio come un carro trainato da cavalli è sottomesso a chi lo guida. Asserisce che ogni volta che un ebreo obbedisce a un comandamento, le parti del suo corpo attive nell'adempimento diventano una merkavah temporanea per Dio. Zaccaria 13:2 parla di rimuovere le impurità dalla terra.
  9. Tanya 10; Steinsaltz 2003:259; Zohar I:4a. Sanhedrin 97b parla dei "figli ascendenti" (bnei aliyah).
  10. Steinsaltz 2003:260. Steinsaltz continua citando Geremia 15:19: "Se tu ritornerai a Me, io ti riprenderò e starai alla Mia presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la Mia bocca."
  11. 278 Steinsaltz 2003:263.