Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Mezzi per unirsi a Dio
LA VISIONE DEL MONDO: DIVINITÀ E CREAZIONE
Mezzi per unirsi a Dio
[modifica | modifica sorgente]La relazione dell'uomo con Dio è fondamentale nella Tanya. Avere un'identità separata da Dio è visto come idolatria, di cui l'uomo è accusato quando si separa da Dio con la trasgressione, cioè non osservando i comandamenti, che uniscono l'anima con Dio e attestano ed esprimono fede in Dio. Questo perché la Torah e Dio sono totalmente uno, e i comandamenti costituiscono la volontà e il desiderio di Dio. Quando si obbedisce ai comandamenti ci si riveste dell'anima divina, il che significa essenzialmente che una persona si arrende completamente alla volontà di Dio. Se ciò non accade, l'anima divina viene esiliata nell'anima animale.[2] L'anima può essere liberata dal suo esilio attraverso lo studio della Torah e l'osservanza dei comandamenti, perché l'anima divina è situata nel cervello, che ha autorità sul cuore, in cui l'anima animale ha la sua dimora.[3] Studiando la Torah (come il proprio tempo lo permette) e anche facendo la carità, l'uomo crea un tempio e un'abitazione per Dio. Dopo la distruzione del Tempio, Dio dimora nello studio della Torah e nel dare carità, perché l'anima e l'intelligenza dell'uomo sono troppo limitate perché Dio possa abitarle.[4] Secondo la Tanya, lo scopo e l'obiettivo della creazione, inclusa l'umanità, è che Dio deve avere una dimora qui nel mondo fisico.[5] Osservando i comandamenti, l'uomo può attirare la presenza di Dio sulla terra. Poiché le buone azioni sono la volontà di Dio e la Sua sapienza è un'espressione della Sua essenza, queste sono unite a Dio. Perché un'anima si unisca a Dio, l'uomo deve compiere buone azioni. Ciò è spiegato anche dal modo in cui le buone azioni agiscono come olio per la Shekhinah.[6] I comandamenti ottemperati tramite l'azione sono gli unici che attirano la luce della Shekhinah sull'anima animale e sul corpo, entrambi bisognosi di santificazione. I comandamenti che richiedono solo pensiero e parola attirano la Shekhinah esclusivamente sull'anima divina.[7] L'illuminazione del corpo e dell'anima animale è molto importante a causa di ciò che è già stato detto riguardo a Dio che vuole una dimora nei mondi inferiori, cioè il mondo fisico. Affinché questo avvenga, il sitra achra deve essere superato e "l'oscurità deve essere trasformata in luce", il che significa che il male deve essere convertito in santità.[8]
Per adempiere i comandamenti, 613 in tutto, l'amore e il timore sono significativi, perché l'amore è la radice dei 248 comandamenti positivi e il timore è la radice dei comandamenti proibitivi (negativi). Le qelipot e il sitra achra hanno presa sull'uomo, traggono il loro sostentamento da lui, poiché l'uomo infrange i comandamenti proibitivi. I comandamenti sono espressi tramite il pensiero, la parola e l'azione, che sono le vesti dell'anima divina dell'uomo e, ottemperando attivamente i comandamenti, rivestiranno l'anima umana. Dio non può essere compreso, ma l'uomo può osservare i comandamenti attraverso la comprensione e obbedire loro nel pensiero, nella parola e nell'azione.[9] Usando le proprie facoltà intellettuali, vincolando i propri pensieri o concentrandosi e riflettendo intensamente su chi è Dio, vengono suscitati sentimenti di amore e timore. Questo tipo di esperienza e di sentire Dio praticamente è essenziale per l'osservanza religiosa chassidica.[10]
L'osservanza dei comandamenti dovrebbe essere motivata dal desiderio di riportare la propria anima alla sua fonte in Dio. Il pentimento (תשובה teshuvah, che letteralmente significa "ritorno") consiste di buone azioni.[11] L'idea è di unirsi a Dio arrendendosi a Lui, abnegando se stessi attraverso il martirio o il sacrificio di sé (מסירת נפש mesirat nefesh). Zalman, inoltre, sottolinea che ogni ebreo sulla terra ha la capacità di farlo. Significa essere così consumati dalla Torah che tutto in una persona si concentra su Dio, sulla sua volontà e sul servizio divino. Ciò comporterà la santificazione di Dio e la presenza manifesta di Dio in un individuo, perché si dice che la Shekhinah riposi su colui che si impegna nello studio della Torah, come anche sul raduno di dieci ebrei.[12]
La Tanya dimostra diversi significati di pentimento e di ritorno a Dio. Prima di tutto c'è la teshuvah quale pentimento dei peccati, dove si "ritorna" ad essere accettati nella comunità o ad essere idonei al servizio divino. Non c'è peccato che non possa essere sanato dalla teshuvah. Un altro tipo di teshuvah è quello che approfondisce la consapevolezza dei peccati, risultando in un maggiore desiderio di unirsi a Dio (דבקות devekut). Un terzo tipo di teshuvah è quando una persona approfondisce la sua relazione con Dio. Questo tipo di teshuvah non ha nulla a che fare con il peccato, e può essere eseguito dallo zaddiq. Ci sono inoltre diversi livelli di teshuvah. Il primo livello è rendersi conto che i propri peccati si sono verificati senza la giusta comprensione e consapevolezza delle loro implicazioni. Questo trasforma il modo in cui una persona si relaziona al peccato, ma non il peccato in sé. Il secondo livello è quello in cui l'essenza effettiva del peccato viene trasformata, in modo che l'atto si trasformi in un fenomeno positivo.[13] Quindi, secondo il pensiero Chabad, teshuvah non è solo pentimento dal peccato, ma anche un ritorno più profondo a Dio.[14]
Note
[modifica | modifica sorgente]Per approfondire, vedi Le strutture basilari del pensiero ebraico e Non c'è alcun altro. |
- ↑ Schochet 1998:xix. La Tanya esprime la questione così: "La preghiera è la forza unificante delle sfere superiori" (capitolo 23). Jacob Immanuel Schochet (27 agosto 1935 – 27 luglio 2013) è stato un rabbino canadese, nato in Svizzera, che ha scritto a lungo sulla storia e filosofia del chassidismo. Membro del movimento Chabad-Lubavitch, Schochet ha cercato di dimostrare che molte delle pratiche Chabad, spesso criticate dall'ortodossia ebraica, erano ben fondate nella normativa ortodossa della tradizione ebraica.
- ↑ Tanya cap. 23, 24 e 25; Lessons in Tanya I:312.
- ↑ Tanya cap. 32.
- ↑ Tanya cap. 34.
- ↑ Tanya cap. 33.
- ↑ Tanya cap. 35. Idel propone che la discesa dei poteri divini sui mondi inferiori, spiegata attraverso l'emanazione delle sefirot, è "uno dei modelli più influenti di pensiero e azione nel misticismo ebraico, ed è di cruciale importanza per la letteratura chassidica". Idel afferma che questa pratica era prevalente nella scrittura araba ed ebraica durante il Medioevo, così come nel cabalismo del XV e XVI secolo. Idel 1998:225. Nello Zohar l'olio di solito si riferisce alla sefirah di chokhmah, la saggezza. Nel cap. 53 Zalman parla di come la Shekhinah debba rivestirsi di saggezza. Deve avere una veste in modo che la creazione non venga annullata, poiché la Shekhinah è la fonte di vitalità per l'intera creazione (cap. 52; Lessons in Tanya II:789-800). Per brillare, la Shekhinah ha bisogno di un mezzo, che è paragonato a uno stoppino. Questo stoppino è la prima anima, l'anima vivificante che fornisce agli ebrei la vita fisica. Lo stoppino brucia attraverso la Torah e l'adempimento dei comandamenti.
- ↑ Tanya cap. 35; Lessons in Tanya II:470; Kuntres Acharon, saggi 1 e 2.
- ↑ Tanya cap. 36; Lessons in Tanya II:483. L'uomo è come un microcosmo, e in tale cosmo il reame inferiore è costituito dall'anima animale e dal corpo, mentre nel mondo, il reame inferiore corrisponde al mondo fisico.
- ↑ Tanya cap. 4.
- ↑ Tanya cap. 3. Sull'amore e il timore è spiegato ulteriormente nei capitoli 41-44, 46, dove viene sottolineato come sia facile risvegliare l'amore per Dio e che servire Dio con amore ardente porterà ad eccellere nello studio della Torah. L'esperienza di Dio è il motivo interiore della pratica religiosa. Il Cantico dei Cantici è usato come metafora dell'amore e dell'unione tra Dio e l'uomo tramite la Torah e l'osservanza dei comandamenti. Sull'amore per Dio viene spiegato in profondità anche in Sha’ar ha-Yichud veha-Emunah, nella prima parte chiamata Hinukh Katan. Trovare l'unione con Dio nella preghiera è possibile attraverso un certo metodo chiamato preghiera contemplativa (la parola ebraica è "hitbonanut" e ha la stessa radice di "binah", essendo questa la forma intensa, che applica una riflessione lunga, rigorosa e profonda) che significa meditazione e riflessione sulle profondità di certe verità intellettuali fino a quando non sono pienamente e perfettamente comprese. Jacobs 1976:224; 1993:85. Nel Chassidismo Chabad questo significa due verità intellettuali, chiamate la percezione superiore dell'unità di Dio e la percezione inferiore dell'unità di Dio. Questi concetti si trovano anche nello Zohar e trattano dell'unicità o unità di Dio. Mangel 1993:855; Zohar I:18b. La prima verità include la meditazione sulla verità che tutto è espressione dell'Uno infinito, poiché l'Uno infinito è l'unica vera realtà. La seconda verità è un passo verso una contemplazione ancora più profonda e si dice che sia più difficile da comprendere. L'unità inferiore è comprendere che il mondo materiale non deve essere visto come un velo, ma in realtà come manifestazione diretta del divino. Si dice che queste due prospettive siano espresse nello Shema, che si trova in Deuteronomio 6:4 seguito dalle parole barukh shem kevod malkhuto le’olam va’ed. Loewenthal 1997:290.
- ↑ Tanya cap. 31; Lessons in Tanya I:413.
- ↑ Tanya cap. 6. Cfr. anche cap.18 e Avot 3:6 e Sanhedrin 39a. Nel cap. 47 Zalman parla della schiavitù dell'anima come una forma di schiavitù in Egitto. Ci deve essere anche un Esodo dell'anima, il che significa superare tutti gli ostacoli per poter servire Dio. Vedi Lessons in Tanya II:708. L'uomo ha il potere di influenzare Dio e ostacolare o liberare la trasmissione del divino nel mondo. Come riesce l'uomo a farlo? Scholem afferma che Luria ha insegnato che tutto ciò che è mondano dipende dall'azione spirituale, e l'azione spirituale più importante da intraprendere è la preghiera. Scholem afferma che la dottrina della preghiera mistica di Luria si trova direttamente sul confine tra misticismo e magia e poi lo interpreta dicendo che "in breve, il vero adoratore esercita un enorme potere sui mondi interiori, proprio come egli ha una corrispondente grande responsabilità per l'adempimento del suo compito messianico." Scholem 1969:274-276.
- ↑ Tanya cap. 7. Si veda anche Tanya cap. 25 e Iggeret ha-Teshuvah cap. 4; Steinsaltz 2003:191-201, 331.
- ↑ Il pentimento fu una delle questioni di cui i mitnaggedim si occuparono nelle prime discussioni con i chassidim. I mitnaggedim non vedevano la necessità di un continuo pentimento.