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Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Significato messianico nello studio della Torah

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Rabbi Menachem Mendel Schneerson presenta le offerte per Eretz Yisrael a Rabbi Natan Greenberg (c. 1990)


IL MESSAGGIO DI RABBI SCHNEERSON

Il significato messianico nello studio della Torah e nella diffusione degli insegnamenti chassidici

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In particolare, e secondo gli insegnamenti di Rabbi Schneerson, ci sono due modi per realizzare l'era messianica: studiare il Messia e la redenzione finale sia nella Torah Scritta che in quella Orale, e diffondere lo stile di vita chassidico mediante i suoi insegnamenti. Per quanto riguarda lo studio, il Rebbe insegnò che le opere della tradizione mistica dovrebbero essere consultate in modo speciale, a cominciare dallo Zohar e poi dagli insegnamenti chassidici, specialmente quelli dei nasi della nostra generazione, come Rabbi Schneerson si riferiva al suo defunto suocero, Rabbi Yosef Yitzchok. La Torah dovrebbe essere studiata a tutti i livelli; nel suo significato semplice, nei significati impliciti per allusione, nell'interpretazione omiletica come nel Midrash e nell'Aggadah, e infine nei misteri cabalistici,[1] perché "ogni avvenimento spirituale è attualizzato per mezzo della Torah".[2] Secondo Rabbi Schneerson, lo Zohar afferma che se le persone sprecano opportunità per studiare la Torah, la venuta del Messia sarà posticipata e l'esilio prolungato. Secondo lui, l'ultima generazione servirà Dio in uno spirito di sacrificio personale e studierà la Torah, mistica e rivelata, e osserverà i comandamenti. Studiare, questa a suo avviso è la spinta finale per affrettare l'avvento del Messia.[3]

Rabbi Schneerson fonda questo sullo Zohar, ma parimenti la Tanya afferma che la comprensione delle questioni mistiche è della massima importanza. Secondo la Tanya questo è ciò che porterà all'amore e al timore per Dio, che è la radice o la fonte di tutti i comandamenti e che motiva anche la loro osservanza. La comprensione delle questioni mistiche inoltre ispira ed eleva il servizio devozionale dell'ebreo.[4] Quindi, ogni anima ebrea dovrebbe elevare una parte di questo mondo fisico, e tutti comunque hanno la capacità di farlo.[5]

Nel 1987 Rabbi Schneerson affermò che, sebbene la redenzione era vicina e sicuramente in arrivo, non era il momento di sedersi e non fare nulla. Al contrario, proprio come gli Israeliti avevano innalzato la tenda dell'incontro nel deserto anche quando si erano accampati solo per un breve periodo di tempo, il Rebbe vedeva ogni momento di questo breve esilio riempito dall'erezione del Tabernacolo, cioè studiando il Torah e osservando i comandamenti. Rabbi Schneerson cita Maimonide, il quale afferma che al tempo del Messia l'occupazione del mondo intero sarà di conoscere Dio, cioè tramite lo studio della Torah, affermando che in questi giorni studiare la Torah è un'anticipazione per conoscere Dio come Egli sarà conosciuto nell'era messianica.[6]

In questo contesto, Rabbi Schneerson è chiaramente influenzato dalla Tanya, che dice che il mondo ha già avuto un assaggio dell'era messianica — al momento della consegna della Torah, perché in quel momento Dio riempì la terra, proprio come farà nell'era messianica. Nel mondo fisico Dio è nascosto o occultato, ma nell'era messianica sarà rivelato senza indumenti (cioè il mondo fisico che vediamo coi nostri occhi).464 Similmente, c'è una connessione con la Tanya nell'esortare le persone ad agire con vari mezzi. La Tanya parla molto della "quantità dell'atto" o dell'"azione quantitativa" che raffinerà l'anima e accelererà l'avvento della redenzione.[7] In questo contesto la Tanya si riferisce in realtà ad atti di carità, che causeranno un'eccitazione dall'alto, specialmente quando le persone si impegnano ad aiutare la Terra di Israele. Il punto qui non è tanto quale tipo di azione precisa porterà alla redenzione, ma piuttosto che l'azione sia necessaria. Che tipo di azione sembra dipendere dal tempo e dalla situazione. L'adempimento dei comandamenti è, in ogni caso, fondamentale anche per la Tanya, sebbene il Rebbe lo esprima nel contesto del merito e dell'accelerazione della redenzione come carità verso i chassidim che vivono nella Terra di Israele.

Firma di Rabbi Menachem Mendel Schneerson
Firma di Rabbi Menachem Mendel Schneerson

Nello studio della Torah, Rabbi Schneerson pone la massima enfasi sugli insegnamenti chassidici, che secondo lui ricevono il loro alto rango perché la Torah interiore è rivelata attraverso di loro nel modo più completo. Afferma che le rivelazioni del Besht hanno raggiunto impeto quando il pensiero Chabad è stato esposto, perché nel pensiero Chabad gli insegnamenti del Besht hanno trovato un'espressione intellettuale. Quando Rabbi Schneerson parla degli "insegnamenti chassidici", in realtà intende soprattutto la Tanya e gli insegnamenti di altri leader Chabad, perché questi sono stati in grado di portare avanti correttamente i precetti del Besht.

« Ogni singolo ebreo anticipa e crede nella venuta del Moshiach — rapidamente, nei nostri giorni — e la preparazione per questo è la diffusione delle sorgenti del Baal Shem Tov sempre verso l'esterno. Di conseguenza, ogni ebreo dovrebbe sfruttare ogni opportunità per assorbire i precetti del Baal Shem Tov, che sono stati chiariti nei minimi dettagli dagli insegnamenti della scuola di Chassidus conosciuta come Chabad. [...] E le persone che assorbono questi precetti saranno così messe in grado di stare alla testa di coloro che presto avranno il privilegio di salutare il giusto Moshiach.[8] »

In base alle parole del Besht, il destino di questi insegnamenti deve essere compiuto e non un solo angolo del globo deve rimanere intoccato degli insegnamenti chassidici.

« E poiché siamo ora nell'era che sta ascoltando il passo in avvicinamento del Moshiach, che "è in piedi dietro il nostro muro", aspettando solo i tocchi finali del nostro perfezionamento in questo mondo fisico, è quindi imperativo che Chassidus venga studiato anche in Australia. Ciò vale non solo per i chassidim di origine russa che sono stati inviati lì come emissari: dovrebbe permeare anche la popolazione ebraica locale. E poiché questo è qualcosa che deve accadere, tutte le risorse necessarie saranno senza dubbio messe a disposizione.[9] »

Rabbi Schneerson afferma che grazie all'operato di suo suocero e dei suoi discepoli ed emissari, gli insegnamenti sono arrivati negli angoli più remoti della terra e "il lavoro è stato fatto", il che significa che la preparazione per la venuta del Messia è in effetti la diffusione degli insegnamenti chassidici.[10]

Secondo Rabbi Schneerson, gli insegnamenti chassidici hanno una posizione speciale riguardo al Messia. Il Rebbe dice che l'intera missione del Besht è legata alla rivelazione del Messia.[11] La ragione di ciò è che la rivelazione, o la luce, negli insegnamenti chassidici è il vaso per la rivelazione del Messia, e la condizione per questa rivelazione è la sua diffusione. Rabbi Schneerson esorta i suoi seguaci dicendo che i vasi per contenere la luce del Messia dovrebbero essere espansi e diffusi ovunque. Questa, cioè, è la preparazione per l'adempimento della profezia in Isaia 11:9 che afferma che "la conoscenza del Signore riempirà la terra". Si crede che questa conoscenza si riferisca alla conoscenza del Messia, che darà alla Torah una comprensione che è di gran lunga superiore a quella odierna.[12]

Le rivelazioni che il Messia produrrà devono trovare destinatari degni e quindi il popolo ebraico deve essere purificato. Questo è lo scopo dell'esilio, non per punire ma per purificare e raffinare.[13] Durante l'esilio vengono creati vasi e questi vasi sono gli insegnamenti chassidici, motivo per cui nella sua visione al Besht vien detto dal Messia di diffondere gli insegnamenti chassidici. Questi insegnamenti sono il vaso che può ricevere la rivelazione del Messia. Rabbi Schneerson trova la prova dell'urgenza di questi tempi nel fatto che la diffusione degli insegnamenti chassidici ha incontrato opposizione. Le persone che combattono il lavoro svolto dai Lubavitcher nel diffondere gli insegnamenti chassidici, secondo il Rebbe, stanno ritardando la venuta del Messia. Tuttavia, egli mette in guardia dal farsi coinvolgere in dibattiti con loro, poiché così facendo si distoglie l'attenzione da ciò che è importante.[14] Secondo Schneerson, la diffusione di questi insegnamenti, tuttavia, è un compito imperativo. In effetti, l'esecuzione dei comandamenti dipende dalla diffusione degli insegnamenti chassidici.[15] Tutti dovrebbero essere pronti a fare il proprio dovere. Se qualcuno tralascia questo dovere, l'esilio verrà prolungato: l'esilio della presenza divina, come anche l'esilio che causa molta angoscia al popolo ebraico.[16] Rabbi Schneerson confessa che "la diffusione delle sorgenti di Chassidus è il richiamo essenziale del momento".[17]

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Bibliografie & Glossari: 1  •  2  •  3  •  4  •  5  •  6  •  7  •  8  •  9  •  10  •  11
  1. From Exile to Redemption, vol. I 1992:xiii, 64, 75, 192-195; From Exile to Redemption, vol. II 1996:15; Zohar Chadash su Genesi 8:4.
  2. From Exile to Redemption, vol. I 1992:75.
  3. From Exile to Redemption, vol. I 1992:192.
  4. Iggeret ha-Kodesh cap. 15.
  5. Tanya cap. 37.
  6. From Exile to Redemption, vol. I 1992:111-118, 193; Hilchot Melachim 12:5: "In qell'era... l'occupazione del mondo intero sarà solo to conoscere Dio."
  7. Tanya cap. 36.
  8. From Exile to Redemption, vol. I 1992:78.
  9. Igros Kodesh, vol. IX 1988:322.
  10. Igros Kodesh, vol. IX 1988:322; From Exile to Redemption, vol. I 1992:76-79, 80-81.
  11. From Exile to Redemption, vol. I 1992:85. Che il messianismo fosse importante per il Besht è per Rabbi Schneerson dimostrato anche attraverso l'usanza chassidica del "pasto festivo del Messia", che era il terzo pasto dell'ultimo giorno di Pasqua e iniziato dal Besht.
  12. Igros Kodesh, vol. III 1987:222; From Exile to Redemption, vol. I 1992:82.
  13. Igros Kodesh, vol. I 1987:216.
  14. Igros Kodesh, vol. I 1987:216; Igros Kodesh, vol. XIV 1989:349; From Exile to Redemption, vol. I 1992:29, 79, 151.
  15. Igros Kodesh, vol. XVII 1990:264.
  16. Igros Kodesh, vol. XIX 1989:422; Igros Kodesh, vol. IV 1987:436..
  17. Igros Kodesh, vol. XIV 1989:349.