Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Discussione teorica, metodologia e materiale

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Chassidim in Israele (1989)

INTRODUZIONE[modifica]

Discussione teorica, metodologia e materiale[modifica]

Un modo per avvicinarsi al movimento Chabad-Lubavitch contemporaneo e alle loro convinzioni, è attraverso il vasto corpus letterario pubblicato a suo nome.[1] Va tenuto presente, tuttavia, che la parola scritta o anche la teologia formulata di un certo movimento non riflettono necessariamente la convinzione comune tra le grandi masse o finanche le idee personali dei leader. L'obiettivo principale di questo wikilibro è presentare le idee messianiche così come sono esposte nel materiale pubblicato da Chabad-Lubavitch.

Le idee messianiche di Chabad-Lubavitch si trovano nella letteratura religiosa. Alcuni testi possono essere considerati sacri poiché gli insegnamenti di Rabbi Schneerson sono reputati altamente autorevoli dai Lubavitcher. Sono anche ottimi testi di ispirazione per altri oltre ai Lubavitcher. Quando ci si avvicina a testi religiosi, è necessario prendere in considerazione sia la forma che il contenuto. Quando si tratta dei testi analizzati in questo studio, è necessaria una comprensione dell'ambiente religioso e culturale del testo, quindi della lingua e delle traduzioni utilizzate, nonché dell'autore; come il testo viene utilizzato nel gruppo religioso e come il testo può essere classificato tipologicamente sono tutti elementi importanti. Domande come: quali sono gli argomenti principali del testo? Cosa dice il testo sulla visione del mondo e dell'uomo da parte dei Lubavitcher? Come viene raffigurato Dio? Si trova qualcosa di straordinario nel testo? Tutte queste domande devono essere affrontate con attenzione e profondamente.[2] Per quanto riguarda le idee messianiche in Chabad-Lubavitch, scopriremo che non sono isolate dalle domande riguardanti Dio, l'uomo e la visione del mondo.

A parte il testo religioso in sé, identificare come viene usato dai suoi lettori è estremamente essenziale. Si dice spesso che i testi religiosi ebraici portassero unità a un popolo senza nazione: il testo diveniva la loro patria.[3] Per questo motivo il testo deve essere rispettato dagli studiosi per amore dei suoi lettori originali (cioè gli chassidim) e per il significato che trasmette loro. Per questo studio un altro aspetto importante è di maggiore priorità, ovvero il rispetto dei contenuti dei testi al fine di formare una comprensione del significato testuale il più vicino possibile all'intenzione dell'autore. In particolare, quando si legge il testo sacro ebraico è importante ricordare che, nella tradizione ebraica, la concentrazione sui testi sacri non è mai solo quella di leggere o apprendere la terminologia, ma di studiare e apprendere ciò che i contenuti dicono veramente. I testi sacri possono non essere trattati come l'individuo desidererebbe, ma devono essere considerati autorevoli poiché rivelano la parola di Dio, non semplicemente ciò che un individuo pensa nella propria mente. Tale rivelazione è un processo continuo, che si può dire essere l'essenza stessa della Torah.[4]

Per quanto riguarda il significato e lo scopo del testo, i metodi letterari critici moderni non sono sempre applicabili. In questo caso la cosa più interessante non è l'accuratezza di particolari specifici o la storicità degli eventi di cui il testo può tener conto, ma piuttosto lo scopo, la funzione e il significato del testo per quelli a cui si rivolgono gli autori. Ciò, tuttavia, non significa che i testi manchino di valore storico! I testi rimangono preziosi per lo studioso nel senso che si tratta qui di un fenomeno storico.[5] Quando si esamina la Tanya, ciò significa che questo mio studio non fa uso di metodi storici o di critica della redazione. Lo scopo non è quello di arrivare allo Shneur Zalman storico (tradizionalmente reputato autore del testo) tramite il testo, ma piuttosto il testo avrà uno scopo nel fatto che trasmetterà le prime idee del movimento Chabad-Lubavitch. Il secondo capitolo presenterà il contenuto della Tanya in modo più dettagliato.

Per arrivare a una corretta lettura dei testi chassidici, Arthur Green stabilisce le seguenti tre fasi:

  1. "Diventare Chassidim", entrare nel mondo intellettuale e spirituale dei chassidim
  2. Considerare le circostanze storiche in cui il testo fu scritto
  3. Ricercare le questioni filosofiche o fenomenologiche che possono essere derivate dal testo.

La prima fase richiede la lettura del testo nel modo in cui i chassidim ascolterebbero il loro Rebbe enunciarlo; si deve seguire il filo e anticipare il passaggio successivo, proprio come si farebbe quando uno ascolta un discorso particolarmente stimolante. Green esemplifica la seconda fase per mezzo di un'omelia pronunciata dal rebbe Lubavitcher (Rabbi Yosef Yitzchok Schneersohn) a New York nel 1947, in cui parla di come il popolo ebraico sopravvisse in Egitto grazie alle yeshivot, le scuole religiose, fondate da Giacobbe. La terza fase coinvolge questioni di confronto e definizione ed è qui che viene indagato il carattere religioso delle parole, determinando ad esempio se un testo è mistico o meno. Green menziona anche l'importanza di sapere come il testo influisce sull'interprete.[6]

Il carattere generale della letteratura chassidica è innanzitutto un'omelia orale, di forma vagamente midrashica, a partire da un passaggio della Scrittura, che si sviluppa in un commento e viene poi portata nel contesto chassidico, dove la preghiera e altre questioni devozionali sono centrali e vengono insegnate. Storicamente questi sermoni venivano raramente pubblicati dai maestri stessi, ma dai loro discepoli o figli. La base del lavoro letterario dei chassidim sono gli appunti scritti del leader chassidico che vengono poi trasformati in libri. In secondo luogo, la letteratura chassidica più famosa è composta da racconti, scritti in yiddish e adatti a persone prive di un'istruzione superiore di ebraico. Questi racconti sono molto diversi dalle omelie, sia nella forma che nel contenuto, e non sono dogmatici. Tuttavia si può sostenere che non sono inutili quando si desidera creare un'immagine accurata del movimento chassidico: dimostrano semplicemente un lato diverso dello stile di vita e dei valori chassidici.[7]

La letteratura oggetto di questo studio è costituita principalmente da omelia oralie messa giù per iscritto. È religiosa e in una certa misura sacra o autorevole, e il contenuto del materiale è in gran parte messianico, perché ci insegna come i Lubavitcher vedono il Messia e la dottrina sulla Fine dei Tempi. Per poter analizzare adeguatamente la dottrina messianica e la sua natura, Zwi Werblowsky consiglia di cercare risposte alle seguenti domande, trattando il contesto:

  1. Come nascono le idee messianiche e come funzionano in una specifica cultura e storia?
  2. Che tipo di circostanze o eventi storici attualizzano un'ideologia messianica?
  3. Qual è il ruolo del leader nel movimento messianico?

Queste domande sono rilevanti perché, come scrive Werblowsky, "credenze e dottrine richiedono una specifica costellazione di fatti per passare dalla potenzialità alla realtà" e di conseguenza saranno prese in considerazione in mio questo studio.[8] Da notarsi anche le somiglianze tra queste domande e quelle di Arthur Green riguardanti l'approccio alla lettura dei testi hassidici.

Al fine di sistemizzare le dottrine sul Messia, verrà utilizzato un metodo di studio induttivo per la ricerca di temi ripetuti nella letteratura di Chabad-Lubavitch: si tratta di uno studio fenomenologico, che utilizza un approccio ermeneutico, in cui le preoccupazioni primarie sono l'immagine di sé del movimento e la rappresentazione di sé nell'area della dottrina messianica. Prima di passare a un particolare testo religioso, è necessario evidenziare il contesto teologico e la comprensione della teologia che è alla base dei testi rilevanti.[9] Seguendo il metodo esposto da Green su come affrontare i testi religiosi e chassidici, i capitoli due e tre forniscono informazioni rilevanti per "entrare" nel mondo intellettuale, spirituale e storico dei chassidim, così da "ascoltare" i testi presentati nei capitoli tre e quattro in modo chassidico. Queste informazioni di base fornite nel capitolo due sono inestimabili quando ci si avvicina e si analizzano i testi studiati nei capitoli tre e quattro. Il terzo capitolo si concentra quindi sulla teologia di Chabad-Lubavitch, in risposta alle domande su Dio, l'uomo, e la loro interrelazione, fattori inseparabili dalle aspettative messianiche. Nel capitolo quattro viene fornita un'analisi del messaggio messianico di Rabbi Schneerson e del suo predecessore Rabbi Yosef Yitzchok Schneersohn, alla luce dell'opera fondamentale di Chabad-Lubavitch, la Tanya. Le conclusioni di questo studio sono esposte nel capitolo cinque.

Il materiale principale per questo studio è quindi la Tanya, gli insegnamenti messianici di Rabbi Yosef Yitzchok Schneersohn e Rabbi Schneerson. Il materiale è stato limitato al materiale pubblicato in inglese e disponibile nella libreria Chabad a Crown Heights durante il periodo in cui è stato intrapreso questo studio (da me iniziato nel 2009) con particolare riguardo ai libri presentati sotto il tema "Moshiach". Anche se esiste un vasto corpus di materiale in molte lingue diverse, incluso l'ebraico e lo yiddish originali, è stato utilizzato solo materiale inglese, in parte per amore del volume complessivo e per la preponderanza basilare del movimento in America. In casi specifici è stato consultato l'originale. La scelta di limitare il materiale all'inglese è motivata anche dal fatto che un gran numero di lettori della letteratura Chabad sono anglofoni e gli editori (così come Rabbi Schneerson) sottolineano anche l'importanza di portare queste opere a un pubblico più ampio, in cui l'inglese è la "lingua franca". Tale semplice fatto è di grande centralità per questo studio, poiché, come sarà dimostrato, l'atto di rendere disponibili le opere a più persone fa parte dell'agenda messianica. C'è un chiaro motivo nel diffondere un certo messaggio in modo molto cosciente in inglese.[10] Nel processo di traduzione, parti del messaggio originale potrebbero essere state alterate, e si deve quindi tenere a mente che una traduzione è soggetta al traduttore e alle sue percezioni.[11]

Il materiale principale è stato tratto dalle divisioni editoriali di Chabad-Lubavitch, Kehot Publication Society e Merkos Publications. Forniscono letteratura religiosa per i nuovi arrivati e "per coloro che sono esperti nella conoscenza della Torah", per bambini e donne, che desiderano una migliore conoscenza dell'ebraismo. Nella commercializzazione dei titoli non viene data particolare enfasi al fatto che la letteratura è associata in particolare al Chassidismo Chabad. Si rivolgono al "popolo del Libro" nel suo insieme. Da quando le divisioni sono state istituite nel 1942, hanno diffuso più di 100.000.000 di volumi in ebraico, yiddish, inglese, russo, spagnolo, francese, italiano, portoghese, olandese, tedesco, farsi e arabo.

Ho inoltre usato commentari di materiale secondario e libri spirituali scritti da teologi Chabad, per capire come si presentasse questo movimento. Ho spesso consultato anche il loro sito web "Chabad.org", importante canale di informazione per questa organizzazione, che ha capito molto presto le grandi possibilità offerte da tale tecnologia. Sono stati usati anche libri e opuscoli scritti dai Lubavitcher. Inoltre, ho consultato giornali, riviste e comunicazioni orali (come video su Internet e discussioni con operatori Chabad).

Note[modifica]

  1. Un metodo alternativo potrebbe essere quello di condurre interviste, ma il fatto che non ci sia un punto di vista ufficiale per guidare gli aderenti nelle loro opinioni esclude la rilevanza di costruire questo studio su interviste. È più probabile che il materiale stampato fornisca una posizione più ufficiale riguardo alla fede messianica in Chabad-Lubavitch.
  2. Holm 1998:21-22.
  3. Holtz 1984:17.
  4. Holtz 1984:18, 20, 25, 28.
  5. Green 1984:368-369.
  6. Holtz 1984:368-369.
  7. Holtz 1984:363-366. La differenza tra questi due tipi di letteratura diventa evidente nella lingua yiddish, in cui i libri religiosi sono chiamati ספרים (sforim) e quelli non religiosi sono chiamati ביכער (bikher). Entrambe le parole si traducono con "libri", ma quella presa dall'ebraico ha uno status differente da quella di origine germanica.
  8. Werblowsky 1974:1017.
  9. Fine 1984:315.
  10. Si veda la premessa nella maggioranza delle pubblicazioni Lubavitch.
  11. Mi viene sempre in mente la frase di Umberto Eco: "Traduttori, traditori!".