Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Indice del libro

Parlare di URSS al giorno d'oggi non è più cronaca, ma solo storia. Eppure molto di quell' 'impero del male' è sopravvissuto fino ai nostri giorni. Dagli arsenali con migliaia di missili balistici nucleari, alla filosofia d'impiego di molti materiali e mezzi esportati a suo tempo nel Terzo Mondo. L'URSS, minaccia reale in termini nucleari, è dibattuta da sempre sulla sua capacità effettiva di portare azioni militari di successo contro l'Occidente. Nemmeno la Seconda guerra mondiale ha risolto l'enigma, pur dando molti segnali interessanti per gli analisti e i politici. Il problema è la forte 'relativizzazione' delle capacità militari che l'URSS poteva dimostrare al mondo, con risultati difficili sia da prevedere che da interpretare.

Inquadramento sociale, economico e politico[1][2][3][4][modifica]

Esempio? Churchill si unì a tanti altri nel denigrare i risultati che i Sovietici ottennero durante la Guerra d'Inverno: ma come, la Finlandia, nazioncina di 4 milioni di abitanti, si è opposta 180 milioni di Sovietici ed ha resistito da sola per tre mesi? Il premier inglese disse: Questa campagna ha dimostrato al mondo quanto grande sia l'incapacità militare sovietica. Ma era proprio vero? Certamente no. Il motivo è semplice: si dimenticava cosa era successo a circa 10 mila km di distanza e appena qualche mese prima. Era il famoso 'Incidente di Nomohan', che condusse ad una guerra non dichiarata con i Giapponesi, e che impegnò forti contingenti di truppe con i più grandi duelli aerei dai tempi della Prima guerra mondiale. I Giapponesi avevano inizialmente una notevole superiorità di esperienza sui sovietici, ma questi presero il sopravvento in aria con la forza dei loro reparti di Polikarpov e SB-2. La situazione a terra fu più netta. Si dice che la Blitzkrieg l'hanno messa in pratica i Tedeschi; vero, ma non per primi. I Sovietici del Maresciallo Zukov travolsero i Giapponesi con i carri armati BT in un'azione che stracciò il pur agguerrito esercito dell'Imperatore, che per anni aveva combattuto contro i Cinesi e i consiglieri militari sovietici, ma non in maniera tanto frontale e violenta. Fu in effetti un'occasione di vendetta (poi ripetuta nel settembre del '45) per la disastrosa guerra del 1904-05, quando i Giapponesi batterono i Russi, e poi la pace venne firmata proprio quando questi ultimi erano pronti a calare con un esercito molto superiore a quello giapponese per prendersi una rivincita (che in mare, invece, non ci sarebbe mai stata).

Ma l'Occidente non si accorse di Nomohan. A dire il vero non prestò nemmeno molta attenzione alla collaborazione che i sovietici diedero nell'invadere la Polonia, perdendo quasi 500 corazzati di cui solo il 10% per azione nemica (non esattamente una prova immacolata..). Se Hitler avesse tenuto in considerazione più che i commenti di Churchill le prestazioni dell'Armata Rossa in un ambiente ideale come quello in cui travolse i Giapponesi, avrebbe avuto un'altra opinione dei Sovietici. La Guerra contro la Finlandia, combattuta senza troppa convinzione contro una nazione che aveva rifiutato un compromesso più che ragionevole proposto da Stalin (cedere 3.000 km2 di terreno e ottenerne il doppio, ma in posizione diversa) e passata poi come 'parte aggredita' (vero, ma non senza proprie responsabilità e colpe), con l'inverno più freddo degli ultimi anni e le temperature che arrivavano a gelare persino il carburante dei serbatoi, fu un disastro. Le purghe staliniane, maledetta pratica che portò al massacro di schiere di ufficiali (e di tanti altri) per semplici sospetti che in 48 ore potevano portare ad un processo senza difesa e poi alla fucilazione, distrussero il corpo ufficiali sovietico lasciando solo gli uomini più solidamente fedeli alla paranoica politica staliniana.

Si parla di un dittatore che, dopo che fu contestato in un congresso da ben duemila delegati, nell'arco di poco tempo li fece fucilare quasi tutti. Nemmeno il mondo dei militari era al di fuori dei sospetti: vedere come gli Ammiragli sovietici venissero fucilati uno dietro l'altro è raccapricciante. Con queste condizioni il disastro militare era quasi inevitabile. Eppure alla fine l'URSS vinse, contro un popolo che era molto coeso, ben addestrato, si difendeva in un contesto ideale ed era tutt'altro che solo: dagli Svedesi agli Italiani, ai Tedeschi che pure erano alleati dei sovietici (entro certi limiti..), molti andarono a combattere con i Finlandesi. Francia e UK proposero addirittura di entrare in guerra contro l'URSS, e per fortuna della Storia i Finlandesi, che comunque avrebbero avuto ben poco aiuto in quel contesto, rifiutarono. Altrimenti l'URSS si sarebbe definitivamente trovata dalla stessa parte della Germania, e Dio sa cosa avrebbe significato per il corso della Storia.. La guerra era comunque ben sintetizzata dalla battuta Finlandese: 'un Finlandese batte 10 Russi' 'ma che succede quando arriva l'undicesimo?'. Alla fine l'URSS ebbe circa 10 volte le perdite dei suoi nemici, ma vinse. Avrebbe fatto qualcosa di simile anche contro la Germania, entrata baldanzosamente in guerra contro un nemico sottovalutato (si credeva che vi fossero 200 divisioni, ma poi si scoprì che ce n'erano più di 300..), e nondimeno capace di batterlo ripetutamente fino a che i Sovietici non cominciarono a combattere in maniera ragionevole. Le perdite umane furono spaventose: 20 milioni di vittime e distruzioni inaudite. Inoltre, non è vero che i Sovietici erano circa 180 milioni: la propaganda staliniana lo dichiarava ma non si teneva conto dei danni fatti alla popolazione dalle rivoluzioni industriali troppo affrettate e dalle persecuzioni contro le minoranze. In realtà pare che vi fossero solo 140 mln scarsi di anime. E i danni demografici della guerra non sono mai stati riassorbiti. Ancora negli anni '90 c'erano un 'surplus' di 20 milioni di donne nell'ex-URSS. E l'attuale Russia non è messa meglio, anche perché ha problemi sociali enormi e manifesta una tendenza alla 'crescita sottozero', tra alcol, suicidi, AIDS. Insomma, tutti problemi che andrebbero meglio inquadrati per fare luce sulla vera storia di un popolo martoriato come mai nessun altro in Occidente. Così come non è stato abbastanza chiaro che l'Armata Rossa, forte in tempo di pace di circa 2 mln di persone, perse l'equivalente di 5-6 volte tale numero di soldati durante meno di 4 anni di guerra: si rinnovò come la pelle di un serpente, e non devono essere stati molti quelli che videro la guerra dall'inizio alla fine. Arrivò alla battaglia di Berlino armatissima, ma con una forza di soldati depauperata dai massacri enormi subiti, anche per l'ordine di Stalin di resistere o morire, mai di ritirarsi. Questo rendeva i soldati sovietici ostinati, ma non risolveva le grandi battaglie, provocando soprattutto massacri tra gli sconfitti. Lo Stesso Stalin ebbe il figlio fatto prigioniero dei Tedeschi. Questi chiesero un ragionevole scambio con un loro generale, ma Stalin fece sapere che non aveva nessun figlio prigioniero dei Tedeschi. E il suo rampollo morì in prigionia. Non solo, ma il dittatore georgiano riservò davvero un 'caldo' saluto ai prigionieri sovietici di ritorno in Patria dopo la guerra: come se non bastasse tutto quello che avevano subito, per punirli di essersi arresi (cosa di cui aveva fatto carico anche alle loro famiglie..), li mandò a lavorare nei Gulag siberiani. Non c'è da stupirsi che quando Cruschev denunciò le atrocità staliniane molti si meravigliarono della portata delle azioni del dittatore. Era il 1956, tre anni dopo la morte del padre-padrone dell'URSS e in piena Guerra fredda. Crushev fu una 'stella' nella notte: dopo di lui tornò il gelo di Breznev, seguito poi da Andropov e Cernenchko, due leader malati e deboli. Le cose andarono per il verso giusto con Gorbachev, ma era troppo tardi: ora che finalmente il mondo aveva trovato un leader sovietico giovane e illuminato, l'URSS era un enorme serbatoio di armi e di persone sempre più povere e affamate (eccetto la 'Nomencklatura') e la bancarotta era vicina. Dopo il disfacimento dell'URSS l'eredità è stata raccolta dalla Russia, anch'essa a rischio di stabilità (in fondo è una repubblica federativa con 15 repubblichette interne, giusto come l'URSS), e soprattutto ancora una volta con problemi di leadership: Yeltsin promise bene ma poi si rovinò in fretta tra alcol e problemi di salute vari. Putin ha raccolto la sfida e ha risollevato le sorti della Russia, complice l'aumento del costo del petrolio. È un successo a molte facce, non tutte 'carine': dalla Cecenia al riarmo, alla mancanza di democrazia e così via. Ma almeno la Russia ha un leader giovane e deciso, forse l'unico modo per tenerla a galla nella palude ex-sovietica.

SMP 1990[5][modifica]

Il Soviet Military Power indicava per il 1990 una spesa per la difesa di 71 mld di rubli, contro i 77,3 mld del 1989, ma pur sempre almeno il 13% del PIL; la produzione di materiali bellici era largamente diminuita dal 1988 e i carri, per esempio, erano calati da 3.400 a 1.700 all'anno, concentrandosi peraltro, inevitabilmente, sui sistemi più complessi e costosi.

I missili strategici, che con gli accordi START sarebbero stati dimezzati, prevedevano di dipendere soprattutto dall' ICBM pesante SS-24 Scalpel, già disponibile in oltre 80 esemplari, e dell'SS-25 mobile e leggero, disponibile già in oltre 270; i primi hanno 10 MIRV con il mod.1 per carri ferroviari (però pare che il programma sia stato bloccato) e il Mod. 3 per installazione fissa, che ha comportato l'adattamento di oltre 50 postazioni dei precedenti SS-19 Stiletto. L'SS-25 invece è mobile su mezzo 12x12, in pratica è l'SS-20 con un terzo stadio; l'SS-18 era presente nei soliti 308 siti, via via ammodernato con gli standard più recenti, il Mod. 5 e 6; Gli SS-11 Mod. 2 e 3 da 380 sono scesi a 335, l'SS-13 Mod da 60 a 40, ll'SS-17 Mod. 3 da 110 a 70, l'SS-19 Mod 3 da 320 a 300; non una grande diminuzione, tutto sommato.

I 63 SSBN avevano il 30 % delle testate sovietiche, e di questi sei erano i 'Typhoon' di cui nel 1989 l'ultimo era stato varato; poi c'erano i DELTA IV (7 varati fino al 1990) con l'SS-N-23, con dieci MIRV come i missili SS-N-20 dei primi e gittata, in entrambi i casi, strategica; esistevano poi gli SS-N 6, 8 e 18; i missili AS-15, SS-N-21 (per i Victor, Sierra, Acula e soprattutto gli Yankee Notch), in sviluppo il supersonico cruise AS-19 e la versione navale SS-N-24; d'altro canto, i 3/4 dei temibili SS-20 (654 complessi di lancio) sono stati eliminati al 1990, oltre a tutti gli SS-4 e SS-5, a seguito del trattato sugli euromissili; quanto rimane sarebbe stato distrutto entro il giugno successivo.


Le forze terrestri erano calate sensibilmente, dando la precedenza alla ristrutturazione; le divisioni attive erano scese da 214 a 190, quelle di mobilitazione da 6 a 3; le unità corazzate hanno visto ridursi i mezzi: da 330 carri +225 IFV/APC+165 artiglierie e 11.100 uomini, a 264 carri, 430 APC/IFV e 190 artiglierie, più 13.500 effettivi; le unità di fanteria motorizzata, prima su 13.500 effettivi, 220 carri (270 per quelle assegnate ai Gruppi di Armate), 439 IFV e APC, 215 artiglierie, si sono ritrovate 162 carri, 650 IFV/APC, 190 artiglierie. Quindi più artiglierie e mezzi per la fanteria, ma meno del principale mezzo offensivo, il carro armato; tuttavia così si trattava di unità meglio bilanciate per tutte le evenienze, con la precisa volontà di ridurre le loro capacità offensive rispetto all'avversario storico, la NATO del centro-Europa.

Tra i materiali introdotti nel 1990 1.700 carri, 6.500 APC e IFV e 2.350 artiglierie; tra i prodotti 'nuovi' i T-72 ultimo modello, il T-80M 1989 (T-80U), questo mostrato nell'aprile del 1989, o forse si tratta del T-80U, infatti è riportato avente un diesel policarburante. I sovietici avevano circa il 70% dei carri nella zona ATTU (fino agli Urali), pari a 24.900 esemplari di cui il 70% moderni; ma dopo i CFE dovevano scendere complessivamente a 13.150; eppure tra il 1988 e il 1990 solo qui l'incremento di carri moderni era stato del 24%. Si segnalavano poche difficoltà per rendere il 100% di questi carri moderni, tanto che il T-80 era dato come prodotto già in oltre 8.000 esemplari. Tre divisioni dell'esercito, però, erano state trasferite alla marina. Il BMP-3 era un'altra novità, prodotto in 700 esemplari nel 1989 e poi introdotto in servizio, con capacità innovative.; era apparso anche il 2S6 Tunguska, anche se i suoi SA-19 venivano valutati come aventi guida IR e gittata di 7-10 km, mentre il radar aveva portata di scoperta di 20 km e inseguimento di 8-10, e si pensava che i due cannoni da 30 fossero quelli del BMP-2 a canna singola. Venne identificato per la prima volta nel 1986, anche se correttamente era indicato come avente 34 t di peso, per il resto era ampiamente sottovalutato in potenza di fuoco; identificato anche l'SA-15, con i missili accreditati fino a 12-15 km di portata, e l'SA-11, con gittata di 30 km, quota 30-14.000 m, lunghezza 5,6 m, diametro 0,4, peso 650 kg e testata di 90; il mezzo di lancio aveva il radar 'fire dome' da 100 km di portata e peso complessivo di 16 t (9,4 c 3,1 x3,4 m); il mezzo di scoperta invece aveva radar Tube Arm da 180 km di portata; il primo era di guida monopulse a 6,9 GHz, il secondo di osservazione e 3,4 GHz di frequenza.

I missili più potenti erano i SAM SA-12A da 80 km e SA-12B da 100 km, identificati correttamente come aventi lo chassis del 2S7 d'artiglieria; dell'SA-10 era già identificata la versione B semovente, in tutto il 25% dei sistemi SAM di difesa del territorio. Presenti ai livelli più bassi l'SA-14 (Strela 2M), e l'SA-16 (Igla), ma non ancora identificati gli SA-18; le artiglierie semoventi vedevano l'avvento dei vari tipi relativamente moderni, come il 2S1 e 2S3, ma anche i 2S7 da 203 mm e 40 t, i 2S4 da 240 mm, i 2S9 da 120 mm, e i 2S5 da 152 mm, oltre a un 'nuovo semovente' (quasi certamente il 2S19) a lungo raggio. Vi erano in distribuzione su larga scala i sistemi di direzione tiro 1V12 su scafo MT-LB; inoltre c'erano i BM-220 e gli Smerch in distribuzione (oramai da qualche anno), e gli SS-21 avevano quasi totalmente rimpiazzato i FROG.

Le unità navali erano in aggiornamento con l'ultimazione della Kutneztov, e meno progredite, le Varyag e la Ulyanovsk, sospesi i lavori sulla quinta unità impostata nel 1989 a Leningrado, è finita la serie dei 'Kirov', idem per gli Slava, con l'ultima varata nell'agosto del 1990, circa un anno dopo il varo della quarta unità della classe precedente. I Sovremenny erano 12 più 10 in costruzione, l'ultimo degli Udaloy era invece in consegna attorno al 1990, su 12 navi completate. Ma nel 1992 si doveva completare un nuovo caccia basato su quest'ultimo tipo (Udaloy II); l'armamento delle navi russe, portaerei incluse, sembrava già chiaramente identificato, incluso il numero di CASDN-1 e missili SAM.

I sottomarini avevano dalla fine del 1990 in servizio il primo OSCAR II nel Pacifico, gli AKULA avevano una seconda linea di produzione; la terza I.Rogov, tra le grandi navi d'assalto anfibio, era in completamento, continuava infine la produzione degli hovercraft Pomornik e gli ekranoplani Utka; continuava la produzione del Tu-22 in sostituzione del Tu-16 e dalla primavera del 1989 c'erano in servizio 275 Su-17, Su-24 e vari altri tipi, trasferiti dall'aviazione per compiti di difesa dei confini marittimi sovietici. Le navi sovietiche sarebbero state numericamente ridotte, con la radiazione, dal 1996, di 450 navi costruite prima del 1970 e oltre 80.000 uomini in meno complessivamente tra navi e mezzi terrestri.

Le Forze aeree nel settore ATTU avevano 7.660 apparecchi, da ridurre a 5.150, con l'aggiornamento dei tipi disponibili, tra cui la produzione dei Tu-160 (già in servizio in un primo reggimento), prodotti in circa 30 esemplari del centinaio previsti, continua la produzione dei Tu-22M, mentre le armate di Smolensk e Irkutsk hanno ricevuto ben 475 aerei moderni, essendo alle dirette dipendenze del COmando supremo; le armate di Vinntsa e Legnica sono pure dipendenti dal VGK, ma sono state ridotte del 50%, disponendo originariamente di 240 Su-24 Fencer, 270 caccia e 70 aerei ECM; ma i MiG-21 e 23 sono stati rimpiazzati alla fine del 1989 con MiG-23 dei tipi più moderni, MiG-29 e Su-27. Tra i tanti programmi di riduzione, quello dei mezzi disponibili per i reggimenti assegnati ai Distretti militari, mentre 200 aerei sarebbero stati ritirati dalla Cecoslovacchia e dall'Ungheria; tra gli altri tipi vi erano i Mi-26 che sostituivano i Mi-6 a parità di numero, mentre erano in procinto di essere messi in servizio i Mi-28 e Ka-50.

Fanteria di Marina, fino al 1991[6][modifica]

Questa specialità nacque ai tempi di Pietro il Grande, con le prime dieci compagnie di Fanteria di marina, per una forza complessiva di 1.400 elementi, che iniziarono poi la loro attività abbordando la nave svedese ESPERN, inizio della Guerra Nordica, poi contro i Turchi nel Mar Nero e Mediterraneo (sbarco in Morea), contro Napoleone ecc; ma dopo la Restaurazione la fanteria di Marina fu sciolta; ricostituita in conflitti successivi come la guerra di Crimea del 1853-56 e nel 1904-5 contro il Giappone e durante la I GM; in seguito combatté in chiave anti-bolscevica nel 1921 e quindi venne cancellata nuovamente. Ma dopo quasi 20 anni, contro la Finlandia nel 1939, venne ricostituita una brigata di fanteria navale.

Con l'attacco tedesco all'URSS le unità di fanti di Marina ritornarono e in gran numero, specie per operazioni fluviali, arrivando tra i 350 e i 500 mila effettivi, suddivisi in una quarantina di brigate e parecchie unità autonome; questa situazione era dovuta alla conversione degli equipaggi della flotta sovietica, oramai in larga misura inattiva, come brigate di fanteria navale, le quali divennero poi, quanto ad impiego pratico, ben addestrate unità di fanteria convenzionale, contraddistinte dalla maglietta a righe orizzontali; le operazioni anfibie, anche di livello modesto, erano nondimeno poco frequenti; poco più di un centinaio furono gli sbarchi durante il conflitto e solo 4 a livello di brigata, per il resto era già tanto se si arrivava ad un battaglione; due delle grandi operazioni vennero fatte per supportare la fortezza di Sebastopoli e poi la riconquista della Crimea; c'erano anche state grandi operazioni a Leningrado. Tuttavia il corpo di fucilieri di Marina venne sciolto nel 1946, tanto per confermare la tradizione secolare.


Rinacque per l'ennesima volta grazie all'Amm. Gorshkov, intenzionato a costruire una flotta degna di questo nome anche per operazioni d'altura; la ricostituzione avvenne nel 1962-64 con 3 rgt delle flotte del Baltico, M.Nero e Pacifico. Erano in tutto 9.000 effettivi con 12 battaglioni complessivi, di cui 3 con i carri leggeri PT-76, ma era necessario avere nuove navi da sbarco, che presto vennero impostate massicciamente con le 'Polnocny' e le 'Alligator'; dopodiché la Morskaia Pekhota (Fanti di marina) divenne sempre più valida ed efficiente operativamente, con parecchie esercitazioni che sfruttavano la tecnica del 'Desant', ovvero sbarcare nelle retrovie e sconvolgerle con i soldati delle truppe d'assalto, sia aviotrasportate che anfibie; nel 1967 i 'marines' vennero usati come 'attaccanti' (operazione Sever), simulando uno sbarco NATO, ma essendo 'cattivi' vennero ovviamente battuti dai difensori. Nel 1971 invece maggiore successo con l'op. 'Okean'; poseguì la costituzione del reggimento per la Flotta artica, superando così in tutto i 12.000 effettivi e aggiungendo anche una cp. di T-55 al btg carri, pur non essendo anfibi, mentre i reggimenti ricevevano sistemi c.a e c.c. Alla fine degli anni '70 cominciarono ad entrare in servizio le ben più potenti navi da sbarco 'Ropucha', una specie di 'Polnocny' triplicata in stazza, e le prime 'Ivan Rogov', delle vere navi d'assalto polivalenti, con tanto di elicotteri. Le esercitazioni iniziarono ad aumentare di complessità, come quelle svolte a Cam Ranh Bay, in Vietnam.

Nel 1991 la forza dei fucilieri di marina era di circa 20.000 effettivi, non molto grande comparata ai 200.000 americani o anche a corpi cinesi e taiwanesi, suddivisa in 5 unità chiamate brigate ma in concreto reggimenti (polk, come vengono chiamati); nonostante numericamente siano realtà reggimentali, in effetti si tratta di unità pluriarma e quindi definibili anche come brigate motorizzate. L'organico è di 2.500-3.000 elementi.

Le unità erano all'epoca:

  • la 5a Divizia di Vladivostok con due Polk, una vera divisione, l'unica della fanteria di marina, costituita dai primi anni '80 e basata anche alle Kurili, con circa 10 btg fucilieri e 3-4 di carri, più unità supporti come un rgt SA-8, per un totale di 7.000 effettivi.
  • Il 63° Polk a Pecengala, Kola, con 3 btg fucilieri e uno carri;
  • il 36° Polk, Baltijisk, Lituania, con 4 btg fucilieri e 2 btg carri, 3.500 effettivi
  • Il 79° Polk, Sebastopoli, flotta del M.Nero; 4-5 btg fucilieri e 2 carri, totale con i supporti 4.000.

Vi erano anche distaccamenti minori di circa 150-300 effettivi nel Mar Caspio, M.d'Azov e Amur, chiamati Atriad.

Inoltre, pare che un altro reggimento, il 175° polk, sarebbe attivabile dalla struttura quadro, nell'area baltica, per poter formare eventualmente una Divizia.

Gli equipaggiamenti erano quelli standard dell'esercito, piuttosto singolare per dei 'marines', ma del resto la cosa si spiega bene con le caratteristiche altamente anfibie dei mezzi dell'Armata Rossa: i BTR-60, per esempio, le 'barche con le ruote', erano mezzi tanto efficienti per gli sbarchi anfibi da non richiedere veicoli specializzati come gli LVTP americani; i carri leggeri PT-76 non presentavano capacità eccelse, eccetto la loro ottima capacità anfibia. I carri T-55 erano piuttosto diffusi e benché mai sostituiti (fino al 1991) totalmente con i pur numerosi T-72, ebbero qualche capacità particolare, per esempio alcuni ebbero per la prima volta un sistema anti-razzo e missile, il Drodz, basato su sensori e razzi a frammentazione per 'l'intercettazione' della minaccia in avvicinamento.

I fanti sovietici di marina avevano per ciascun reggimento: cp comando, 3 btfg fucilieri, 1 cp esplorante, 1 brg carri, 1 battaglione artiglieria su semoventi, cannoni, MLR, 1 cp di difesa aerea e supporti logistici.

I btg. avevano 3 cp su 3 plotoni, e in tutto circa 30 BTR-60, poi 70 e anche 80, gli MT-LB avevano uso per il traino o trasporto di materiali come mortai da 120 mm; i fucilieri avevano missili AT-4 e AGS-17, SA-7, 14, 16 fino ai livelli tattici più bassi (plotone?); le forze di un btg erano di 400 effettivi; sui 2.300-2.500 disponibili in un reggimento totale. Il btg carri è su 4 cp con circa 40 PT-76, T-55 e T-72, BRDM-2. Pare che almeno negli ultimi tempi la disposizione non fosse di una cp carri medi e il resto leggeri, ma al contrario,2- 3 cp carri medi e 1-2 mezzi esploranti, tra PT-76 (oramai del resto obsoleti) e BRDM-2, mente i T-72 stavano rimpiazzando i meno attuali T-55, di cui c'erano anche un plotone di carri lanciafiamme per ogni battaglione carri.

Le artiglierie erano state organizzate recentemente su 6 2S1 Gvodzica da 122 mm o 2S9 da 120 mm, più una btr. di BM-21. Vi sarebbero stati (ma non sempre) anche una btr. con i D-74 da 122 mm, per il Pacifico la divisione aveva anche alcuni 2S3 da 152 mm, e anche un reggimento di 20 SA-8 più (per tutti i reggimenti) le cp reggimentali con 4 ZSU e 4 SA-9; i supporti logistici disponevano di circa 70 mezzi per ciasun reggimento.


Ottimamente addestrati, i Fanti di Marina sovietici erano truppe di punta per lo strumento militare sovietico, come del resto accade per tutte le nazioni con analoghe unità operative; oltre a loro, però, la Marina aveva anche l'equivalente dei Seal o degli Incursori: gli Spetsnaz, ovvero la 'Brigata Navale per impieghi speciali', spesso costituita da ex-marine.

Le brigate brigate Spetnaz erano una per flotta, con: 1 cp. comando, 1 gruppo smg. tascabili, 2-3 btg. incursori, 1 btg. parà, 1 cp. collegamenti, 1 unità supporto logistico, per totali 800-1.000 elementi.

Gli 'Spetsnaz' avevano tutte le caratteristiche proprie degli incursori: la loro missione era la ricognizione, localizzazione, sabotaggio, eliminazione delle strutture di comando ecc.; erano strettamente connessi con i soldati della fanteria navale, di cui avevano ripreso le specializzazioni, sia di incursori che di unità parà e altro ancora che prima erano parte della Fanteria di Marina (i parà a livello di plotone), così da formare un battaglione paracadutisti Spetnaz. Non solo, gli Spetsnaz avevano anche cariche di demolizione nucleare, prima assegnate ai nuclei di demolizione; vi era anche la ricognizione a lungo raggio (missioni prima assegnatie ai marines con i nuclei Razvedki) dei fanti di marina, e spesso gli Spetnaz usavano i loro minisottomarini per incursioni nel Baltico, persino con sottomarini cingolati per muoversi quando necessario sul fondale. Altro compito era la difesa dei mercantili sovietici in zone dove imperversa la pirateria; se spettasse a loro o ai fanti di marina tale compito non è noto, ma dopo che vi furono attacchi a mercantili sovietici iniziò questo servizio; il fatto è che in Africa i pochi porti erano ingombri di navi e così quelle in arrivo spesso dovevano sostare a lungo in rada, bersaglio perfetto per i pirati. In un'occasione, una nave sovietica venne attaccata nelle acque della Nigeria, ma il battello pirata venne affondato con tanto di equipaggio dalla squadra di protezione. Dopodiché non vi furono più attacchi ai mercantili sovietici. All'epoca anche gli americani avevano simili nuclei di protezione per le proprie navi.


Se le unità di fanteria erano state approntate per gli impieghi navali, le tattiche d'impiego pratiche e soprattutto le navi disponibili erano un altro discorso. Inizialmente c'erano alcuni LCM americani e LCI della stessa provenienza, e persino materiale ex-tedesco e italiano, ovvero gli MFP e MZ; negli anni '50 vennero impostati i nuovi mezzi da sbarco dei tipi MP-2, 4 10, tra le 200 e le 800 t, capaci di portare da 3 PT-76 a 8 T-55 l'uno, ma solo dal 1958 arrivarono navi vere e proprie con le MP-6 e 8, con portelloni prodieri e dislocamento di 800 e 1.000 t, capacità di portare 8-10 carri armati e in generale migliori equipaggiamenti complessivi. Dai primi anni '60 iniziarono tuttavia le consegne dei tipi 'Polnocny', finalmente delle vere navi da sbarco seppure piccole -tra le 800 e le 1.150 t- con la capacità di portare 8 carri medi; poi sopraggiunsero le più grosse 'Alligator', capaci di portarne anche 40, i mezzi da sbarco 'Vydra' con 3 carri o 350 t di materiali, le 'Ropucha' da 4.400 t e le le imponenti 'Iavn Rogov' da 14.000 t, capaci di portare un battaglione rinforzato con tutti i supporti e gli elicotteri da sbarco; non sono mancati nemmeno gli 'hovercraft' con capacità di portare 25-200 uomini l'uno, vera specialità sovietica che in tal senso ha certamente superato i pionieri inglesi.

L'uso era previsto, in offensiva, soprattutto in tre modi. L'assalto anfibio su larga scala, con il coinvolgimento anche delle divisioni dell'esercito con un movimento contemporaneo a terra, per allargare il fronte d'attacco: un reggimento di marines aveva un'area di competenza di circa 12 km; poi c'era la proiezione anfibia, compito di particolare congenialità per le forze sovietiche, con fronti d'attacco tenuti da battaglioni larghi circa 2-3 km e lunghi 2, contro obiettivi nemici limitati. Il terzo tipo di operazione era a livello di battaglione rinforzato con attacchi di sorpresa fatti con elicotteri; le operazioni notturne erano quelle considerate più paganti per l'effetto sul nemico e le perdite limitate, e la cosa continuava ad essere ritenuta vera anche con i sistemi di visione e combattimento notturni delle forze moderne; vi erano anche esercitazioni in ambiente NBC. In gran parte i fucilieri erano di leva, ma parte erano volontari, in ogni caso selezionati duramente, non solo per i compiti di truppe da sbarco ma -differentemente da tanti altri 'marines', anche con le tecniche di guerriglia; piuttosto poco curato era l'addestramento con gli elicotteri, che i marines sovietici non avevano di proprio, ma non sono mancate operazioni con i Mi-8 o i Mi-24 dell'aviazione o con i Kamov della Marina.

Il futuro dei fanti sovietici di marina era, alla fine del 1991, ovviamente confuso. Per il reggimento del Mar nero i compiti operativi iniziali, per esempio, arrivavano originariamente fino all'azione su Suez, mentre la divisione del Pacifico era in funzione antigiapponese, ma negli ultimi tempi soprattutto anticinese. Nel 1991 però c'erano delle riduzioni e l'URSS stava scomparendo, relegando maggiormente i fanti di marina sovietici a compiti difensivi e di ordine pubblico nell'ex-'impero del male'.

SMP 1991: forze in 'transizione' dell'ex impero[7][modifica]

Nonostante che l'URSS non fosse più il nemico N.1 degli USA, al Soviet Military Power '89 seguirono altri analoghi, nel 1990 e 1991, pur sempre molto interessanti. Dick Cheney, il Segretario alla Difesa lo aveva tuttavia intitolato 'Military Forces in Transition', sia pure con meno pagine e illustrazioni, forse per ragioni collegate più all'economia (anche nella stampa) che per altre ragioni. I blocchi sono diventati tre: russo-ucraino, europeo, asiatico. Ma certo, è difficile definire il blocco della CSI come 'normale' visto che c'era la rivalità tra Russia e Ucraina per la flotta del Mar Nero e tante altre piccole e grandi cose. Quanto alle cifre, c'era molto d'interessante da aggiungere.

Una era la produzione di mezzi:

1.300 carri, 4.400 corazzati, 700 artiglierie trainate, 400 semoventi, 250 MLR, 100 semoventi A.A. (forse i 2S6)

125 ICBM (SS-24 e SS-25), 65 SLBM, 600 SRBM (SS-21), 175 'Cruise' sublanciati (SS-N-21?) da oltre 600 km, 1.000 missili sublanciati di gittata inferiore (? SS-N-19 forse?); 13.000 SAM, 20 missili antimissile

40 bombardieri Tu-22M3, Tu-95 e Tu-160; 575 cacciabombardieri tattici, 2 aerei ASW (Tu-142), 2 AWACS (A-50); 175 elicotteri militari

1 SSBN, 10 SSN, un cacciatorpediniere, sette tra fregate e corvette.

I missili ICBM pronti erano 1.375, di cui il 75% erano presumibilmente in Russia, e il resto Bielorussia, Kazakistan e Ucraina.

I bombardieri erano stimati in soli 100 Tu-95MS e Tu-160, di cui 70 in Russia e 30 in Ucraina, ma i russi dicevano al contrario che c'erano circa 100 aerei in Russia, altri 70 in Ucraina e Kazakistan. Tutti e 59 gli SSBN erano invece nella marina russa.

Dei missili di nuova generazione c'erano in sviluppo l'ASX-19 'Koala', un enorme missile supersonico da 3.000 km, il cui equivalente era l'SS-N-24 Scorpion per i sottomarini, che in seguito sarebbero stati abbandonati; del resto, solo due esemplari erano portabili da ogni bombardiere, per cui non era così vantaggioso: l'AS-15 poteva essere portato, su distanze analoghe, in circa 16 esemplari ed era molto più 'discreto' come dimensioni ed emissioni. Ma al di là del numero delle armi, il territorio della CSI era, a seguito dei problemi di ordine pubblico e della disorganizzazione, probabilmente incapace di difendere anche se stesso, una bella rispetto a un paio d'anni fa.

Ecco le cifre totali della produzione stimata dall'SMP, 1988-1990:

ICBM: 1988, 150 URSS, 12 USA; 1989, 140:9; 1990, 125:14. Totale 415:35.

SLBM: 1988, 75: 0; 1989, 75:16; 1990, 65:82. Totale, 215: 98

SRBM: 1988, 600: 0; 1989, 600: 0; 1990, 600:86. Totale 1.800:86

Cruise da oltre 600 km sublanciati: 1988, 175: 199; 1989, 175: 394; 1900, 175: 391. Totale, 530: 990.

Cruise sublanciati a corto raggio: 1988, 1.100: 497; 1989, 1.100: 228; 1990, 1000:311. Totale, 3.200: 1.030

Anti-ICBM: 1988, 15: 0; 1989, 35:0; 1990, 20:0. Totale 70:0.

SAM (esclusi i portatili): 1988, 15.000: 2.986; 1989, 14.200: 3.581; 1990, 13.000: 2.840. Totale, 42.600: 9.350.

Bombardieri: 1988, 45:22; 1989, 40:0; 1990, 40:0. Totale 125:22.

Caccia e cacciabombardieri: 1988, 700: 534; 1989, 625:473; 1990, 575: 456. Totale 1.900: 1.470.

Aerei ASW: 1988, 5:8; 1989, 5:7; 1990, 2:11. Totale 9:20.

AWACS: 1988, 5:8; 1989, 5:7; 1990, 2: 11. Totale 12:26.

Elicotteri militari: 1988, 300:337; 1989, 225:273; 1990, 175:307. Totale 700: 907.

Carri armati: 1988, 3.500:784; 1989, 1.700:720; 1990, 1.300: 718. Totale. 6.400: 2.220.

Blindati: 1988, 5.250:1.109; 1989, 5.700:659; 1990, 4.400: 627. Totale 15.400: 2.390.

Artiglieria semovente: 1988, 900: 170; 1989, 750:41; 1990, 400:0. Totale, 2.050:211.

Artiglieria trainata: 1988, 1.100:47; 1989, 800:62; 1990, 700:155. Totale 2.600:266.

MLRS: 1988, 500:48; 1989, 300:47; 1990, 250:49. Totale 1.050:144.

Semoventi c.a.: 1988, 1989, 1990: 100:0. Totale 300:0.

SSBN: 1988, 1:1.; 1989, 2:1; 1990, 1:1. Totale 4:3.

SSN: 1988 7:2; 1989, 7:3; 1990: 10:5. Totale 24:10.

Altri tipi di sottomarini: 1988 1:0; 1989 0:0; 1990, 1:0. Totale 2:0.

Portaerei: 1988 0:0; 1989, 1:0; 1990, 1:0. Totale 2:0.

Incrociatori: 1988, 1:3; 1989, 1:4; 1990, 0:1. Totale 2:8.

Cacciatorpediniere: 1988, 3:0; 1989, 3:0; 1990 1:0. Totale 7:0.

Fregate e corvette: 1988, 5:0; 1989, 7:1; 1990, 7:1.


Aviazione russa, 2009[8][modifica]

Approfittando del MAKS (Moskow Air Show), manifestazione biennale che quest'anno si è svolta il 18-23 agosto, il capo di CSM gen Aleksandr Zelin, ha dato all'Occidente alcune delle poche notizie che trapelano dall'ex- 'Impero del Male'; un piano sia ambizioso, sia forse velleitario, ma drammaticamente necessario, per ricostruire in 10 anni (di qui al 2020) la V-VS, che attualmente, malgrado il costo relativamente elevato del petrolio e di altre materie prime di cui la Russia è ricca, non è certo in ottime condizioni: alla carenza di addestramento, primariamente per le ridotte scorte di carburante (nonostante che la Russia sia una delle principali produttrici mondiali), che spesso costringe i piloti a terra, si aggiunge l'obsolescenza degli equipaggiamenti, e la vecchiaia strutturale degli stessi; se negli anni '90 si poteva ancora discettare dell'efficienza dei Su-27 e MiG-29, per non parlare dei bombardieri e trasporti, adesso la situazione è drammatica: come caccia, se erano grossomodo all'altezza dei tipi occidentali come gli F-16 o 18, ora non sono certo più in grado di misurarsi con i vari EF-2000, F-18E e F-22. Inoltre erano aerei nati con ridotti requisiti di vita utile (e alti costi di gestione) sia per l'aereo che per i suoi motori, secondo una politica 'usa e getta' che prevedeva produzioni massicce per rimpiazzarli; ma ora che gli aerei costano sempre di più, questo gioco non è più realizzabile: magari era possibile far volare un MiG-21 per 1.500 ore, ma un MiG-23 o 29 non è la stessa cosa, anche se arriva a 2.500 ore di vita è sempre troppo poco. Ecco perché si era pensato con i nuovi tipi, i MiG-29M, ad una vita strutturale di circa 4.000 ore; ma questi aerei non sono stati realizzati per la mancanza di un pugno di denari in più per metterli in produzione; i Sukhoi invece hanno ottenuto numerosi ordini diffondendosi anche in nazioni poverissime, come l'Etiopia e l'Eritrea. Tuttavia, sebbene il MiG-DB sia stato comprato dalla Sukhoi, il 'Fulcrum' è ancora utile e si vorrebbe comprarne alcuni del tipo MiG-35S, come degno compare (in stile F-15/F-16, o F-14/F-18, o F-22/F-35) del Sukhoi Su-35S. Pochi giorni dopo la conferenza, il premier Putin (che evidentemente era d'accordo con il generale) ha annunciato di voler ordinare 64 Flanker: 48 Su-35S, 12 Su-27M e quattro Su-30M2. Un ordine modesto se si considera che ai tempi dell'URSS, in pochi anni, se ne produssero circa 500 esemplari; ma ora le cose sono molto diverse e così l'unica cosa di buono è che questi caccia costano sì, ma apparentemente non cifre folli: circa 2 mld di dollari, ovvero circa 30 mln a pezzo; nel mentre pare che siano stati dati al RSK MiG 400 mln di dollari per evitare la bancarotta; una buona notizia è che i 34 MiG-29SMT andranno alla V-VS. Questi MiG erano stati ordinati dalla potente aviazione algerina, che però li ha poi rifiutati, malgrado siano delle macchine notevolmente superiori ai vecchi 'Fulcrum'; ma la V-VS ne trarrà senz'altro vantaggio, pagandoli una cifra di realizzo, dell'ordine di 500 mln di dollari, più o meno come una mezza dozzina di caccia di ultimissima generazione tipo EF-2000 o F-18E/F.

Non si butteranno via nemmeno i vecchi MiG-31, vecchi dinosauri della Guerra Fredda, ma ancora con prestazioni, sofisticazione e potenza formidabili; saranno aggiornati allo standard MiG-31BM, che è una magra consolazione se si considera che già molti anni fa c'erano progetti per i MiG-31 ammodernati anche più radicali di questo, ed erano già volati prototipi negli anni '80; anche così i nove reparti di Foxhound sono necessari per la protezione della Russia, e lo faranno meglio con sistemi d'arma rinnovati, basati su msisili K-77-1 (AA-12), K-37M (AA-X-13) e R-33S (AA-9B).

Ma tutto questo non è ancora sufficiente, perché i caccia come gli F-22, gli EF-2000, Rafaele, in futuro macchine dalle prestazioni meno eclatanti ma stealth come gli F-35, mettono in ginocchio anche i formidabili ultimi sviluppi di questi caccia sovietico-russi; riemergono così programmi per sostituti che sembravano abbandonati, come il PAK-FA, il caccia di quinta generazione russo, con antenna radar AESA, stealth, e pare, con ben tre prototipi in approntamento, noti come Sukhoi T-50 (la MiG aveva approntato un altro caccia poderoso, l'I-42), più uno per le prove statiche di terra; sembra che i primi due, stando a quello che dice il generale, malgrado che l'Occidente non ne sappia praticamente nulla, dovrebbero volare entro breve, forse la fine del 2009.

Un'altra priorità sono i bombardieri; il programma PAK-DA è necessario almeno quanto i caccia, con un pugno di Tu-160, i vecchi Tu-95 e un piccolo numero di Tu-22M3. Ma se vi sono utili bombardieri di teatro come questi ultimi, mancano totalmente mezzi della classe B-2; il vincitore del concorso è a quanto pare, il Sukhoi T-60 o T-60S, ma il primo prototipo, già in costruzione nel 1990, non venne mai completato per la fine dell'URSS; da circa una decina d'anni, però, sono stati recuperati i lavori su quest'aereo, che tuttavia mantiene l'ala a geometria variabile e in questo è più simile al B-1B che al B-2; avrebbe una lunghezza di 40,5 m, e apertura alare di 27,5-46,6 m; ma le ultime 'edizioni' sembra che abbiano ali a delta, e anche senza piani di coda; il primo volo è previsto attorno al 2015, la miseria di un quarto di secolo dopo che il primo prototipo era stato iniziato.

Nel frattempo, le uniche concrete novità in termini di bombardieri sono i Su-34; ma certo, rispetto ai circa 1.000 Su-24 e oltre 500 tra Tu-16 e Tu-22/22M, non è molto sentire che 36 esemplari sono in fornitura entro il 2012, sebbene con il costo di oltre un mld di euro.

A parte questo, tra i pochi elementi di novità c'è il missile Kh-102, sostituto dei Kh-55 (AS-15) e il derivato convenzionale Kh-555. Sempre in termini missilistici c'è da segnalare lo sviluppo del nuovo S-500, l'ennesimo super-missile SAM che è il passo ulteriore rispetto all'SA-21/S-400 (Growler), già in servizio o in ordine. La produzione degli elicotteri è ridotta: i Ka-50, anzi il loro derivato Ka-52 saranno usati soprattutto per 'operazioni speciali', mentre i Mi-28 sono da impiegarsi come principale mezzo per i campi di battaglia.

Una buona notizia per l'addestramento: lo Yak-130, in larga misura 'scippato' dall'Aermacchi/Alenia (come la MDD fece a suo tempo con l'F-17, del resto), è ancora 'vivo', e in fornitura alla V-VS; un primo contratto all'estero è stato ottenuto con l'Algeria, che ha ordinato 16 Irkut Yak-130, con consegne dal 2010, e si spera, stavolta senza ulteriori intoppi.

In tutto la Russia dovrebbe stanziare nel 2010 oltre 12 mld di euro (ovviamente, in rubli) con un aumento dell'1,2% rispetto al 2009. Le minacce percepite sono tutt'altro che minime: secondo Zelin, nei prossimi 20 anni tutte le principali F.A. straniere avranno la capacità di colpire obiettivi chiave in Russia, e quindi, malgrado che secondo l'Amministrazione USA la Russia non è più 'nemica' (vedi anche la cancellazione dei siti radar europei), obiettivamente, tenersi al passo in termini di progressi militari non è un impegno di poco conto per i russi, ma senz'altro necessario. Basti pensare a come i Cinesi abbiano oramai un'aviazione più moderna e aggiornata, spesso grazie alle tecnologie russe, di quanto Mosca possa avere: sia la Cina che l'India, con i Su-30, hanno ottenuto di più, specie se poi in questi aerei, elementi importanti dell'avionica sono stati opportunamente potenziati con tecnologie israeliane o francesi. Di fatto, il rischio di cadere a pezzi come potenza, malgrado (l'obsoleto) arsenale nucleare, è nell'aria e nonostante i costi, Mosca non potrà fare a meno di considerare come gli USA, da soli, spendano circa la metà del budget mondiale per la difesa, e loro solo poco più dell'1%. Una situazione che non può durare ancora per molto.

Note[modifica]

  1. Rohrwer J. Il programma navale di Stalin Storia Militare maggio 1995 p. 4-13
  2. Bandini G.Guerra..Perché? Storia Militare ottobre 1995 p. 4-12
  3. Fatutta F. La guerra d'Inverno RID Dicembre 1989 p.84-95
  4. Pignato, Storia dei Mezzi Corazzati capitolo guerre russo-giapponesi e russo-nipponiche
  5. Po, Enrico: Mosca: dalla quantità alla qualità, RID giugno 1991 p.40-51
  6. Fatutta, Francesco: Moskaia Pekhota, RID nov 1991 p.20.31
  7. Sgarlato, Nico, A&D Mar 1992, p.50-51
  8. La VV-S Sgarlato, Alberto, Aerei nov 2009