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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-2

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Indice del libro

Carri Leggeri

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una delle qualità migliori del PT-76 (in secondo piano), la grande capacità anfibia

Il PT-76 è stato uno dei migliori carri armati leggeri della storia, e anche uno dei più numerosi, se non proprio il più numeroso, di tale categoria. Le prestazioni e l'armamento erano tutt'altro che straordinarie, come anche la protezione, ma il veicolo era un eccellente mezzo anfibio, munito di idrogetto, e anche un raro caso di corazzato dall'interno spazioso (sempre per avere un volume elevato e quindi migliorare la galleggiabilità). In Cina ne hanno fatto una versione migliorata, il Type 63 con cannone da 85 mm e motore potenziato, capace di raggiungere i 12 km/h anziché i 10 in acqua e i 64 contro 44 su strada, mentre l'autonomia è passata da 240 a 400 km nonostante la maggiore potenza del motore.

PT-76

Lo scafo del PT-76 è stato utilizzato anche per altri sistemi, com i missili SA-6 e i ZSU-23-4. In tutto ne sono stati prodotti non meno di 6000 esemplari, e ancora oggi sono in dotazione ad alcuni eserciti minori. In pratica questo mezzo non è stato direttamente rimpiazzato, se non con i BMP-1 da ricognizione, con una torretta biposto.


ASU-85 scaricato da un aereo

L' ASU-85 non è un vero carro armato, in quanto privo di cannone in torretta girevole, ma è comunque un veicolo corazzato da combattimento leggero, in questo caso aviotrasportabile. Ha un cannone da 85 mm sistemato su di una bassa sovrastruttura, e sostituisce il precedente e fin troppo essenziale ASU-57 da 3,35. Questo mezzo invece ha una massa di 16 t ma è ancora trasportabile su di un An-12.


Il BMD è un mezzo d'assalto aviotrasportabile, che opera anche nel ruolo di trasporto truppe, ma meccanicamente e strutturalmente ha molto a che vedere con un carro armato leggero piuttosto che un mezzo da trasporto truppa. Del resto, tale distinzione è assai sfumata, tanto che i PT-76 sono stati largamente sostituiti dai BMP-1 con torretta a 2 posti, specializzati nella ricognizione. ma mentre il BMP conserva la disposizione interna di un mezzo da trasporto truppe, il BMD è effettivamente molto più simile ad un carro armato.


T-54

Dopo i risultati insoddisfacenti del T-44, carro apparso alla fine della guerra e coevo dell' M26 Pershing, i sovietici adottarono un disegno più avanzato e alla fine degli anni '40 entrò in servizio il T-54, carro armato di notevole successo, compatto, ben armato e corazzato, per quanto angusto (esso avrebbe dovuto avere un peso, per considerazioni di mobilità strategica e tattica, di circa 35t. e quindi il team progettista non aveva scelta: o riduceva la superficie da difendere o lo spessore dell'armatura).


T-55

Migliorando in alcune componenti il T-54 apparve il T-55, con una dotazione di munizioni, prima decisamente insufficiente, passata ad un accettabile valore di 43 (contro 34), motore potenziato, cannone stabilizzato su 2 assi e sistema di visione notturna, forse per la prima volta al mondo. Esso ha avuto un successo anche maggiore del carro precedente e continuamente aggiornato, ha prestato servizio fino ai nostri giorni. La Cina ne ha prodotto una copia, poi ulteriormente migliorata, a cominciare dal T-59 (copia del T-54). C'è stato un certo periodo in cui la protezione dei T-54/55 era, frontalmente, pressoché impenetrabile dai cannoni occidentali, anche se con l'avvento dei pezzi da 105mm le cose sono cambiate subito. I T-54/55 sono di gran lunga i mezzi di maggior successo di produzione sovietica e nessuno dei veicoli successivi, per quanto nominalmente più potenti, è riuscito ad eguagliarne il successo. Essi sono stati l'equivalente dei carri M46/47/M48, soprattutto, per diffusione, degli ultimi 2.


Carri pesanti

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JS-3

L'IS-3 è arrivato, come il M26 Pershing, giusto alla fine del conflitto per cui è giusto considerarlo un mezzo post-bellico. Esso era il miglioramento dei carri delle precedenti serie JS. Il suo aspetto era caratteristico, con una piastra frontale a doppia inclinazione e una torretta bassa e compatta. Nonostante esso fosse nominalmente il carro più potente del mondo, e potesse misurarsi in parità con i Tiger II tedeschi, aveva in realtà una serie di inconvenienti, come la corazza prona a rotture inaspettate, che costrinsero ad aggiornarlo 2 volte nel corso della sua carriera operativa.


T-10

Dopo la fine di Stalin, terminò anche la serie di carri con il suo nome. I carri pesanti, però, continuarono ad essere sfornati. Dopo il JS-3, venne prodotta una serie di mezzi, di caratteristiche incredibili, come il IS-7, ma l'unico mezzo entrato in produzione fu il T-10 Lenin, una versione molto migliorata del progetto basico JS, e destinato a restare il più pesante carro sovietico postbellico in servizio. Esso era, nonostante un peso relativamente ridotto, un degno avversario dei mezzi occidentali, come l' M103 Heavy tank americano, pensato per controbattere i carri sovietici della serie Stalin. Purtroppo, anche se non senza ragioni, in seguito la linea di produrre carri classe 50 tonnellate sarà abbandonata dai sovietici per concentrarsi sugli MBT.

T-62

Agli inizi degli anni '60 arrivò il T-62. Come gli americani con l' M60 Patton, i sovietici introdussero il concetto di MBT armando uno scafo migliorato ma derivato dai mezzi precedenti (in questo caso, i T-55), con un cannone ad alta velocità di nuova concezione. Il risultato era un carro armato medio, ma con un armamento paragonabile a quello di un carro pesante, e senza dover sistemarlo in casamatta o torretta aperta.


  • Equipaggio: 4 (capocarro, autista, tiratore, caricatore)
  • Dimensioni: 6,63/9,34 m x 3,3 m x 2,4 m
  • Peso: 40 t
  • Corazzatura: acciaio saldato nello scafo, 100 mm, frontale, 80 laterale, 30 mm superiore, 20 mm inferiore e fianco inferiore, torretta fusa con corazze di 240 mm frontale, 100 mm posteriore, 40 tetto
  • Armamento: 115 mm 115 U5TS con 40 colpi, 1 PKT 7,62 mm con 2.500 colpi, 1 DSKM da 12,7mm
  • Motore diesel V-55T da 580 hp, 5 ruote per lato, sospensioni Christie; velocità 50 km/h su strada, 25-35 fuoristrada; autonomia 450-650 km, pendenza max 60%, ostacolo verticale 0,8 m, trincea 2,9 m, pendenza laterale 30°, guado senza preparazione 1,4 m, con snorkel 5,5 m

Derivato dal T-55, esso era un mezzo nell'insieme più costoso, più angusto e più pesante del carro precedente. Discusso e discutibile, è stato indubbiamente un mezzo, nei suoi limiti, decisamente temibile.

Il T-62 è molto simile al predecessore, con scafo allungato di circa mezzo metro per ospitare una torre più grande, una piastra anteriore conseguentemente più inclinata anche se monta lamiere di simile spessore: 100 mm anteriormente (a 60°). Il motore, posteriore come la trasmissione, è lo stesso diesel da 580 hp del T-55, che dà un rapporto potenza-peso inferiore, con 40 tonnellate contro 35. Il treno di rotolamento è del tipo Christie, con 5 rulli in acciaio di grande diametro, per un peso corrispondente a 200 kg l'uno, senza rulli di rinvio superiori. I cingoli sono metallici, con 96 maglie e una vita utile relativamente breve, di circa 2000 km su strada, perché non hanno elementi di gomma come i pattini dei carri 'Patton'.

Il pilota, posto anteriormente in posizione centrale, ha uno spazio piuttosto angusto. Dispone di leve al posto dello sterzo che agiscono su un differenziale, ha 3 classici pedali per freno, acceleratore e frizione, mentre il cambio ha 5 marce avanti e la retromarcia.

Cannoniere, capocarro e caricatore sono in torretta. Il caricatore ha un portello privo di mitragliatrice. I fianchi della torretta hanno appigli per agevolare notevolmente la fanteria nell'eventualità di impiegarla sopra il veicolo. Il comparto di combattimento non ha pavimento controrotante, né un impianto di condizionamento dell'aria.

Il pilota ha due iposcopi TNP165, uno dei quali sostituibile con un visore notturno TVN 2/3, con fari notturni ad infrarosso FG 100,dalla portata ridotta, forse 60 metri, e di fari a luce bianca normali. Altri sensori IR sono nella cupola del capocarro, che ha quattro TNP165 e un periscopio diurno-notturno TKN3, con due diversi oculari per vedere di giorno o di notte, in questo caso con il proiettore IR OU3GK presente anch'esso sulla cupola controrotante del capocarro (con 400 metri di raggio utile). Esso ha un reticolo stadimetrico, per la valutazione della distanza, come nel caso del cannocchiale del cannoniere. Il cannoniere ha il mirino telescopico con reticolo stadimetrico di cui sopra menzionato, ma anche un proiettore Luna L2G da 200 watt, associabile ad un periscopio TPN-1-41, che è disgiunto da quello di mira diurna. La portata è di circa 800 metri.

Tra gli altri sistemi di bordo c'è quello di protezione NBC NBC PAZ, con sensori RBZ-1M, i quali se rilevano radiazioni nucleari determinano l'arresto del motore (sistema usato per "allertare" l'equipaggio) e la chiusura delle aperture del mezzo. Il sistema NBC dava al T-62 la capacità di muoversi in aree contaminate, in accordo con la filosofia militare sovietica del tempo, la quale prevedeva che un eventuale prossimo conflitto europeo avrebbe visto l'impiego di testate nucleari tattiche (per fiaccare le retrovie avversarie ed aprire varchi tra le linee nemiche) e "fiumi" di carri armati inviati subito dopo per occupare le posizioni avversarie, in una rivisitazione in chiave nucleare della guerra-lampo. C'è un sistema antincendio manuale o automatico, se all'interno del carro la temperatura supera un certo valore (non vi è un sensore di rilevamento delle esplosioni o fiamme come negli apparati più moderni, per migliorare i tempi di risposta). Un apparato per il guado profondo, con lo snorkel smontato in tubi nella parte posteriore della torretta, per una profondità max di circa 5 metri. Poi c'è un sistema di iniezione del gasolio nel tubo di scappamento, per creare cortine nebbiogene mobili, il più economico dei lanciagranate fumogeni, che da un lato ha una limitazione nel tempo di reazione maggiore che una salva di granate fumogene, dall'altro ha la possibilità di essere usato a volontà, con un consumo di circa 10 litri al minuto, e di fornire cortine nebbiogene mobili, specie in condizioni di vento assente o leggero. Con questo sistema, alcuni carri arabi hanno finto di essere stati copiti, attirando e distruggendo alcuni veicoli corazzati israeliani durante la Guerra del Kippur. Il motore puo' partire a freddo, senza necessita' di preriscaldamento: questo, nel gelido clima russo, puo' rappresentare un grosso vantaggio tattico in situazioni di emergenza. La bassa pressione al suolo e il cingolo largo gli permette di attraversare laghi o fiumi ghiacciati, a patto che lo spessore del ghiaccio superi i 40 centimetri.

Il cannone del carro è l'U5-TS, designazione industriale Rapira (falco) 2A20, i cui elementi principali sono la canna liscia (un'innovazione di circa 20 anni precedente il cannone del Leopard 2), con estrattore di fumo, ma privo di manicotto antidistorsione. E' stabilizzato su due assi, ma in maniera piuttosto primitiva. Esso è molto potente (può distruggere un M60A3 a 1.500 m) e costituisce il principale tipo di innovazione da parte del T-62, avendo una canna liscia capace di sparare munizioni ad altissima velocità, anche se la vita utile stimata con munizioni decalibrate è di appena 120 colpi. Siccome esse non sono stabilizzate dalla rigatura (che imprime una rotazione alla munizione), hanno delle alette stabilizzatrici, che svolgono lo stesso ruolo. Grazie alla grande potenza di tale arma, i precedenti carri T-10 sono diventati obsoleti.

Il sistema di tiro non particolarmente sofisticato, è basato su un reticolo stadimetrico inserito nel cannocchiale del cannoniere, il TSH 41B-41U, a sinistra del cannone, e che consente in base al principio della prospettiva, di valutare la distanza di un obiettivo di dimensioni note. Si tratta di un espediente semplice, ma efficace, ma basato sull'altezza fissa di 2,7 m, tipica di un carro armato. Le munizioni ad energia cinetica hanno una traiettoria talmente piatta che fino a 1.500 metri sono molto precise e richiedono un minimo di correzione nell'alzo del cannone. Se poi si considera che la maggior parte dei campi di tiro in Europa risulta inferiore al chilometro, è chiaro che questo sistema di tiro potesse essere accettabile per mettere a segno dei colpi. Questi, nei modelli originali avevano il 50% a 1,5 km di colpi a segno, sparando da carro fermo contro carro fermo, se impiegavano i colpi APDSDS BR5, oppure il 33% per proiettili HEAT BK4M.

Le munizioni utilizzate originariamente erano i proiettili perforanti BR5 da ben 1620 m/s di velocità iniziale, che perforavano 350 mm di acciaio omogeneo a 500 metri e 230 mm a 1000 metri, oppure le potenti granate HEAT BK3 che riuscivano a perforare oltre 400 mm a qualsiasi distanza, ma meno precise nel tiro contro bersagli in movimento. In ogni caso, solo il Chieftain britannico poteva reggere a tali proiettili, specie i perforanti: tutti gli altri mezzi NATO erano spacciati se colpiti in pieno. Persino i robusti Centurion ebbero casi di torrette trapassata frontalmente da munizioni perforanti, che trattavano apparentemente le loro superfici d'acciaio come burro, con entrate ed uscite nette e senza nemmeno frammentarsi nel processo.

Poi sono seguite le successive versioni:

  • BM-3: velocità iniziale 1650 m/s, calibro e peso del penetratore 40 mm e 5,55 kg
  • BM-4: 1.650 m/s, 42 mm, 5,55 kg
  • BM-6: 1.690 m/s, 39 mm, 5,56 kg
  • BM-21: 1.600 m/s, 45 mm, 6,26 kg
  • BM-28: 1.650 m/s; 43,6 mm, penetratore di uranio impoverito

BD-36: munizione inglese con 520 mm di penetrazione a 2 km, 170 mm a 71°. Con questa, sviluppata per gli Egiziani, il cannone da 115 mm raggiunge la sua massima potenza (senza usare proiettili DU), con una precisione e una letatità appena inferiori a quelle dell'M256. Si pensi che quest'ultimo perforava circa 550 mm (proiettile M829, ma nel Golfo è stata usata anche la 'Silver bullet' M829A1 da oltre 600 mm), quindi appena di più, e che l'M1 Abrams, nelle sue prime 'edizioni', pare offrisse (il dato è a tutt'oggi riservato, ma le valutazioni si sono comunque fatte) circa 400 mm di resistenza equivalente in RHA.

HEAT (proiettili esplosivi anticarro):

  • BK-4: velocità iniziale 900 m/s, peso 13kg, carica di esplosivo di 1,55 kg
  • BK-4M: 900 m/s, peso 13kg, carica di esplosivo di 1,478 kg
  • BK-17: 1.060 m/s, carica di esplosivo di 1,26 kg

HE-FRAG (proiettili ad esplosivo-frammentazione):

  • OF-11: peso 14,86 kg
  • OF-18: peso 17,72kg, 2,8 kg HE
  • OF-27: 800 m/s, 18 kg, HE 3,062 kg
  • OF-28: 800 m/s, 18 kg, HE 3,1 kg


Il T-62 può sparare anche il missile 9M117 Bastion (codice Nato AT-10 Sniper) nella versione per 115 mm, con 550 mm di penetrazione e 4 km di raggio, limitata efficacia anche nel ruolo anti-elicottero.

Le munizioni APFSDS sovietiche hanno una capacità di perforazione che varia tra i 300 e i 400 mm a 2 km di distanza, mentre le munizioni HEAT sono capaci di perforare 420-450 mm di acciaio. Le granate HE-FRAG sono estremamente potenti (le equivalenti HEAT-HE del 120 mm occidentale hanno una carica di solo 1,3 kg) soprattutto nel ruolo anti-personale. Lo sviluppo di nuove munizioni, che ha toccato già 20 anni fa i proiettili DU (uranio impoverito), non si è arrestato, tanto che qualche anno fa è stata rivelata una nuova serie di munizioni perforanti che vede tra l'altro:

3BK21BM: penetratore ausiliario per 200 mm di acciaio, oltre a 850 mm di penetrazione per l'effetto HEAT. APFSDS ram-jet, con penetrazione a 2 km di 750 mm. 2 tipi di missili antiaerei, con velocità massima di 1350 m/s un raggio di 10 chilometri.

Oltre al cannone, il T-62 è dotato di una mitragliatrice PKT coassiale da 7,62 × 39 mm, con 2.500 colpi, in seguito (a partire dal T-62A) integrata da una mitragliatrice contraerea DSKM da 12,7 mm per la cupola del capocarro.

Quella che segue è una lista di modelli che potrebbe essere inesatta o incompleta, ma che fino a qualche anno fa era ufficialmente nota:

  • T-62: servizio nel 1960, secondo altre versioni 1962, è la versione iniziale.
  • T-62 modello 1967: aggiornamenti vari
  • T-62K: versione comando, con solo 37 colpi per il cannone ma con una dotazione di radio a lunga portata, e un sistema inerziale per la navigazione terrestre.
  • T-62M mod. 1972: dotato di mtg. da 12,7 per il portello del servente, modifica molto importante per migliorare la difesa ravvicinata e antiaerea
  • T-62M Mod. 1975: il primo modello con telemetro laser, che ha migliorato molto la precisione di tiro, limitando i reticoli stadimetrici ad un ruolo ausiliario.
  • T-62M Mod. 1984: dotato di numerose ed interessanti modifiche, corazze BDD frontali aggiuntive (protezione aumentata di 150-250 mm.), telemetro laser KTD-1, corazze aggiuntive laterali con elementi a ringhiera contro le granate HEAT. Peso aumentato a ben 44ton.
  • T-62M mod. 1986: versione con direzione di tiro totalmente computerizzata, con visori migliorati per la visione notturna.
  • T-62MK: carro comando.
  • T-62MV: versione con corazza reattiva ERA.
  • TO-62: versione con lanciafiamme ausiliario con raggio di 100 metri.
  • IT-2: versione lanciamissili, poco diffusa, costruita con lanciamissili anticarro e 15 armi, di limitato successo e trasformato poi in carro recupero.

Il T-62 è entrato in servizio nei primi anni sessanta, simultaneamente ai carri occidentali della nuova generazione, come gli M60 Patton, che era anch'esso basato su di un mezzo precedente (l'M48). Il T-62 è stato fondamentalmente progettato per climi freddi, ma è stato prevalentemente usato in Vicino Oriente, dove sono saltati fuori tutti i suoi difetti e nessuno dei suoi pregi: la torre era larga ma gli interni del carro erano assai angusti, la mobilità e l'affidabilità erano inferiori a quelle del T-55. Il cannone aveva, soprattutto inizialmente, una precisione inferiore a quella del precedente D-10 a canna rigata. Il sistema di controllo del tiro era inefficace nello sfruttare il potenziale del 115 mm. Infine, il mezzo era assai più costoso e di manutenzione complessa, nonché più lento del T-55, cosa che era d'altro canto vera anche per il carro M60 e per il Chieftain (sebbene più veloce del Centurion, era pur sempre un grosso pachiderma se comparato agli altri tipi).

Prodotto in circa 21.000 esemplari, il T-62 si è diffuso come il carro standard sovietico negli anni sessanta e settanta, per poi essere via via sostituito. Ma molti preferirono aspettare i successivi T-72: infatti, solo la Bulgaria tra i Paesi del Patto di Varsavia decise di acquistarlo, anche perché i nuovi proietti decalibrati APDSFS dei cannoni da 100 mm per i cannoni dei T-54/55 quasi annullavano la differenza di potenza con i T-62 e soprattutto rendevano i carri occidentali vulnerabili a distanze rilevanti.

In guerra, il T-62 è stato usato in gran numero e in numerosi fronti. Esso esordì in scontri di frontiera contro i cinesi negli anni sessanta. I cinesi ne catturarono uno e scoprirono che i loro razzi anticarro erano inutili contro la robusta blindatura frontale del carro. Esso venne usato anche in Cecoslovacchia da parte delle truppe sovietiche di invasione, nel 1968.

In Medio Oriente venne impiegato in combattimento in maggior numero. Gli egiziani ne hanno ricevuti almeno 600, numerosi gli esemplari consegnati alla Siria (circa 2.000), agli iracheni, agli algerini.

L'impiego nella guerra del Kippur vide tuttavia i relativamente nuovi T-62 superati dai mezzi israeliani, subirono infatti perdite elevate soprattutto a causa della superiorità tattica degli israeliani, perché ebbero la peggio persino contro i carri M4 Sherman riarmati con i 105mm francesi a media pressione, ma soprattutto vennero battuti dagli M48 Patton e dai Centurion con cannoni da 105 mm ad alta pressione. Questo calibro era lo standard dell'esercito israeliano, tanto che anche i 300 T-54/55 catturati nella guerra di 6 anni prima vennero riarmati con tali cannoni. L'aggiornamento dei vecchi mezzi era stato fondamentale, perché i cannoni da 83 e 90 mm, che i carri occidentali originariamente avevano, erano scarsamente efficaci contro la corazza frontale dei T-55 e, a maggior ragione, dei T-62. I T-62 si dimostrarono inoltre troppo scomodi per combattere a portelli chiusi nel calore del deserto, e con una chiara inferiorità nel combattimento contro i carri nemici alle maggiori distanze. La cadenza di tiro, circa 4 colpi al minuto, era inferiore a quella dei carri israeliani, il cannone impreciso oltre i 1.500 metri, la stima del bersaglio difficile. Le artiglierie rigate da 105 mm, leggermente meno potenti, erano molto più precise, con migliore cadenza di tiro, e apparati di tiro e quantità di proiettili maggiore.

In Europa le cose si sarebbero (non del tutto ovviamente) svolte differentemente, infatti, sia il clima europeo che le distanze di tiro sono ben diverse e compatibili con le capacità del carro, che entro certi limiti erano tutt'altro che disprezzabili.

A seguito dello scontro Arabo-Istraeliano del 1973, Israele si e' impadronita di un certo numero di T-62: dopo averli ricondizionati, li ha usati per armare una brigata corazzata. I T-62, rinominati Tiran 6, hanno servito nelle Forze di Difesa Israeliane Israel Defense Forces per poi essere sostituiti da carri più avanzati tecnologicamente, come il Merkava.

Durante la guerra del 1982 l'esercito siriano ha combattuto selvaggiamente contro gli israeliani, soprattutto con i T-62.

Nella lunga e sanguinosa guerra tra Iran e Iraq l'esercito iracheno ha avuto tale mezzo come standard per molte delle sue unità di combattimento, specie quelle corazzate. Si batterono bene, ma ebbero notevoli problemi nel mettere fuori combattimento i carri Chieftain nemici, mentre non avevano tante difficoltà a distruggere i carri M60. Subirono comunque gravi perdite a causa dell' artiglieria e soprattutto dell'aviazione nemiche. Nella guerra del Golfo del 1991 e nel nuovo conflitto del 2003 sono stati impiegati in larga misura, ma gli M1 Abrams, con munizioni della serie M892 con uranio impoverito, hanno dimostrato di poterli persino trapassare a 4,1 km di distanza.

In Afghanistan sono stati i mezzi più usati nelle battaglie dal 1979 in poi, nel modello T-62E M1984 dotato di corazze 'BDD': anche se rallentato da un maggior peso di 2,5 tonnellate, ha beneficiato di un maggior livello di protezione, specie contro razzi controcarri.

I T-62, o meglio il loro clone, sono ancora i carri standard in servizio nell'esercito nordcoreano, con almeno 1.600 mezzi.

Infine, in Angola essi sono stati impiegati nelle sanguinose vicende, praticamente ignorate dai mass media, degli ultimi 20 anni di guerra civile.

Apparentemente il carro T-62 non è stato un gran successo. La sua parte migliore era certamente il cannone, ma abbinato ad uno scafo che, se adeguato per un cannone da 100 mm rigato, non lo era per un'arma più potente. Se il T-62 avesse acquisito il cannone da 100 mm anticarro a canna liscia del tipo T-12, derivato proprio dall'U5TS, avrebbe avuto ancora la stessa validità, anzi sarebbe stato migliore in termini di cadenza di tiro e abitabilità. Le caratteristiche di mobilità non sono state considerate molto bene, come anche l'affidabilità complessiva. Il T-62 era comunque relativamente economico e leggero, e ragionevolmente efficace. I carri pesanti occidentali, però, si sarebbero diffusi solo agli inizi degli anni ottanta, così la necessità effettiva di cannoni da 115mm era ai tempi della sua introduzione assai questionabile.

Un risultato successivo fu lo sviluppo del T-72, che pur essendo una risposta ai problemi del T-64, era in pratica una sorta di "super-T-62", con sospensioni a barre di torsione, telemetro perfezionato, cannone potenziato, motore turbodiesel, corazze più avanzate.

Utilizzatori ed ex-utilizzatori: Unione Sovietica Afghanistan Albania Algeria Angola Bielorussia Cuba Egitto Etiopia IranIsraele Libano Monaco Russia Siria Uzbekistan, Vietnam, Yemen, Corea del Nord




Una delle primissime immagini 'rubate' del misterioso T-64, apparsa sul S.M.P. del 1984

L'URSS dedicò molta attenzione ai carri armati, al punto di dotarsi di una forza corazzata enormemente sviluppata, anche perché non erano in genere previste le demolizioni dei carri obsoleti, mandati semplicemente in riserva o usati come fortini di frontiera. All'atto della fine della Guerra fredda c'erano qualcosa come 77.000 veicoli, persino più dei 52.000 valutati durante la metà degli anni '80. La produzione era di circa 2.500 mezzi l'anno e per il 1987 si valutava che vi sarebbero stati oltre 30.000 carri di nuova generaione tra T-64, 72 e 80 in servizio. La produzione arrivò in realtà anche a numeri maggiori. Gli stabilimenti coinvolti nella produzione erano Kharkov, Nizhniy Tagil e Omsk. Il primo è poi finito in Ucraina, e la produzione, passata da 3.400 esemplari nel 1989, è calata a 1.700, poi a 1.000 esemplari, per poi crollare a poche decine l'anno, giusto per tenere aperte le linee di montaggio. Al 2000 c'erano pochi programmi, ma nondimeno importanti: il T-90, Tu-80UM Bars e Black Eagle. L'India ordinò 255 T-90S nella primavera del 1999. Questo vi fu il principale successo dei tardi anni '70, dopo che la guerra del Golfo non aveva certo fatto buona pubblicità ai prodotti sovietici, per quanto economici. A Nizhy Tagil vi fu la presentazione del T-90 con il sistema TShu-17 Shtora contro i missili controcarri, meccanismo pneumatico di avviamento motore e altri sistemi. Il T-80UM Bars di Omsk era invece dotato tra l'altro di un cannone 2A46M-4 con sistema MRS per controllare l'allineamento della b.d.f. con le ottiche di puntamento (il 'mirino' sopra la canna del cannone), per la prima volta nella storia dei carri russi; in tutto vi è un'efficacia superiore del 20% rispetto a quella della vecchia arma. Finalmente era presente anche un sistema IR passivo o un sistema Sagem francese, nel caso del T-84 ucraino, il concorrente. Sempre alla manifestazione di Omsk, nel '99, vi è stato il sistema Refleks con i missili Svir, che ha lanciato missili da 4 km verso bersagli, poi puntualmente colpiti, così come bersagli da 2,5 km con le munizioni APFSDS. La turbina a gas GTD 1250G da 1.250 hp per una potenza di 27 hp/ton e con una riduzione del consumo del 9% nonostante l'aumento di potenza. Quanto al Black Eagle, apparsi dal 1997, hanno avuto la prima volta edizione con 6 ruote per lato, poi aumentate a 7 per via del peso, dovuto soprattutto alla torretta in 'stile Abrams', con le munizioni site nella controcarena: un peso eccessivo per i tradizionali carri sovietici. Il Blak Eagle ha turbina da 1.500 hp e per questo necessita di parecchio carburante. Il peso è di 48 t. Al cannone da 125, analogo a quello del T-80UM-1, si può sostituire armi da 135 e 140 mm.

Questo era lo stato dell'arte al 2000.


Ma cosa era successo nei 40 e passa anni precedenti? Un mistero con molte e sbagliate deduzioni, e poche certezze fino a tempi recenti. Anzitutto, c'era da chiarire come mai i carri sovietici di ultima generazione fossero ben 3, e quale fosse la loro correlazione. Specialmente considerando che i Sovietici erano standardizzatori e non disdegnavano sforzi per rendere ridotti i costi e le difficoltà del riequipaggiamento del loro esercito.

La cosa era sempre più difficile da capire, specie negli anni '80: nella DDR il gruppo di armate corazzate aveva la 2a Armata Corazzata Guardie con i T-64, così come la 3a Armata d'Urto e la 20a Armata Guardie. Anche in Ungheria era così, mentre nella parte meridionale della DDR c'era il T-80 per la 1a Armata Corazzata Guardie e la 8a Armata Guardie; quanto al T-72, ce'era in Cecoslovacchia ed era in servizio con le altre nazioni del Patto di Varsavia. Altre unità erano in seconda linea, fino ad oltre gli Urali.

L'URSS aveva fino al 50% della sua economica che ruotava attorno al complesso militare-industriale, e questo spiega come fosse potente anche l'apparato militare, anche se a scapito sempre di più dell'economia civile.

Negli anni '50 c'erano 4 centri principali per i soli carri armati: ai tre di cui sopra si aggiungeva quello di Leningrado, l'unico ad Est degli Urali e in territorio russo. Questo si spiega perché dopo l'invasione del 1941 era stato deciso di spostare gli stabilmenti oltre gli Urali per sottrarli alla minaccia di un'invasione e questi grandi centri non vennero smobilitati. Tra cui Chelyabinsk, conosciuta anche come Tankograd. A Leningrado rimasero forzatamente parte delle attrezzature e personale, prima in una fabbrica di trattori. Omsk divenne un centro di progettazione nel dopoguerra, specializzato in carri pesanti come i JS e T-10, e diretto per lungo tempo dall'ing Zhosif Kotin (1908-79), grande progettista ma anche molto ben ammanicato con il PCUS, avendo tra l'altro sposato la figlia del potente ministro K.Voroshilov (a cui venne dedicato poi il KV, prima che cadesse in disgrazia).

Invece Nizhniy Tagil è la figlia del centro produttivo Komintern o Zadov 75, a Kharkov. Essa venne trasferita oltre gli Urali secondo la decisione del 19 ottobre 1941. Era stato allestito in una fabbrica di vagoni ferroviari, la UVZ o 'Vagonka'. Questa fabbrica diventò successivamente la più grande specializzata in carri armati, arrivando a ben 827.000 m2. Lì si trasferì il Morozov DB, il cui direttore Aleksandr A. Morozov, era il successore di Koshkin. Quest'ultimo era un grande tecnico, ma ebbe una sorte molto avversa per sé e per l'URSS: durante il viaggio di collaudo di due dei primi T-34, che da Kharkov portò a Mosca 12 giorni dopo la partenza (marzo 1940). Ma durante la missione, il 'papà' del T-34, presente per controllare che tutto funzionasse correttamente, ebbe una polmonite dalla quale non si riebbe, morendo il 26 settembre 1940. Così Morozov lo rimpiazzò come capoprogettista dei carri armati successivi al T-34 mod.40, diventando comunque famoso: ebbe il Premio Stalin e titolo di Eroe della scienza sovietica.

Dopo il T-34, nel 1944 venne sviluppato il T-44, e poi il T-54 anni dopo. Esso aveva cannone da 100 mm, motore trasversale ecc, nell'insieme un progresso anche di fronte al carro T-44. Quando nel dicembre 1949 arrivò a N.Tagil anche Leontiy Kartsev, che nel '53 (epoca in cui il DB di Kharkov ritornò alla città natale) divenne il capo-progettista dei carri sovietici della fabbrica.

I tipi progettati sono noti come Izdeliye, che significa oggetto; seguono 3 numeri di cui il primo è assegnato ai centri : 1 per N.Tagil, 2 per Leningrado, 4 per Kharkov, 7 per Chelyabinsk; i due numeri successivi sono collegati al modello prodotto: per esempio, T-34 (Iz 135), o JS-2 (iz 240). Non è chiaro invece che numero di identificazione avessero i carri di Omsk, che è apparsa nella scena dei carri prototipici solo con il Black Eagle, nel dopo-guerra fredda.

Ora parliamo di come i carri armati sovietici si originarono. Questa origine è ascrivibile ad Alexander Morozov (1904-79), che iniziò a lavorare nella fabbrica di locomotive N.75, dal ’23 disegnatore, dal ’28 lavorante ai carri armati e dal ’36 parte del team di Koshkin (T-34); dal ’40, morto Koshkin, divenne il responsabile delle versioni evolute del T-34 e poi autore dei suoi primi mezzi, il T-44 (molto più compatto del precedente, secondo la filosofia cara al progettista russo) e il T-54. Nel frattempo, dopo l’invasione tedesca del ’41, lui e il suo stabilimento di Karkov vennero spostati a Nizhniy Tagil, oltre gli Urali. Tornato dal ’51 a Karkov iniziò, ricominciò a lavorare a nuovi mezzi; egli era un uomo capace e molto, forse troppo ambizioso; dal '53 si ritrovò al comando di N.Tagil e iniziò subito a progettare un carro armato del tutto rivoluzionario, un vero MBT che era inizialmente definito come osnovnoi tank, precisamente carro standard (MBT significa Main Battle Tank). Questo doveva essere potente come un carro pesante ma mobile e pesante come un carro medio. Per questo c'era solo una soluzione: un equipaggio di 3 elementi. Con un sistema di caricamento apposito si poteva fare questo, e compattare il mezzo con un'altezza di poco superiore ai 2 metri, il che ovviamente significava che al suo interno non fosse possibile alzarsi in piedi. Ma questo era vantaggioso per ridurre la sagoma mantenere una protezione balistica elevata grazie alla riduzione della sagoma.

Nel frattempo Kotin, a Leningrado, lavorava su di un carro molto diverso e alquanto superato, il T-10, che se non altro indicava nella massa elevata e pochi compromessi (ma anche questo era molto basso in sagoma) il futuro dei 'supercarri', come successori dei mezzi pesanti e non come carri medi 'dopati' dalle nuove tecnologie, ma ancora limitati dalla massa possibile. In ogni caso, l'Izd.420 venne già realizzato e sperimentato dal 1955 al 1959, in un'epoca in cui gli Americani nemmeno sospettavano di quanto stessero facendo i sovietici ed erano indaffarati con lo sviluppo dell'M60. All'inizio esso aveva un cannone da 100 mm ad anima liscia e pertanto, ad elevatissima velocità iniziale; ma siccome i britannici stavano sviluppando l'L7 da 105 mm i sovietici decisero di aumentare il calibro per ottenere un'arma meno critica (per modo di dire), il D-68, che era l'U-5TS del T-62 dotato di munizioni a caricamento separato. Il T-62 era nato sempre a N.Tagil, al Kartsev DB. Ma nel 1960, per cercare di recuperare lo svantaggio tecnologico con gli americani, venne praticata la 'Rivoluzione degli affari miliari' che secondo il gruppo dirigente di Krushev voleva le armi più moderne e concettualmente avanzate. Si voleva sia un carro medio, che un carro pesante, ma quest'ultimo non venne mai realizzato.

Nel mentre venne sviluppato dallo Zavod No.75 guidato da Morozov (già artefice nel '43 del KV-13 o T-43, un carro medio con una protezione paragonabile a quella di un mezzo pesante, ma poi scartato per il più armato T-34/85),l'izd 432, che dopo la sperimentazione nel periodo 1960-62 (o addirittura già nel 1957-59), venne sviluppato e messo in servizio come T-64. Esso era inizialmente il D 54-TS da 100 mm rigato, ad altissima velocità iniziale, con sistema di stabilizzazione Metel presto aggiunto per assicurarne la precisione in movimento sui due assi di direzione e alzo, ma il mezzo, che riduceva al minimo la superficie esposta grazie alla sua bassa sagoma, e quindi era meglio protetto rispetto alla massa totale, aveva un vano di combattimento di appena 8,37 m3, che erano pochi anche considerando un equipaggio di appena tre persone. Inoltre si pensò presto alle corazze ERA grazie ad una squadra diretta da Platov, ma vi furono degli incidenti durante la sperimentazione (chissà di che tipo?) e il progetto per il momento venne abbandonato, al posto di esso venne però applicata una corazza passiva con inserto in ceramica, la cosiddetta Combinazione K.

Questo mezzo pesava appena 36 t, con torretta piccola e arretrata, mentre lo scafo aveva una piastra anteriore inclinata di ben 68 gradi. Questo era possibile perché la torretta era così piccola, e perché il motore era molto compatto. Si trattava di un diesel boxer a 5 cilindri e 10 pistoni, il 5TD da 700 hp. La sua realizzazione era dovuta sempre al centro di Kharkov, da parte del KhKBD, esperto dal '34 nei motori per carri armati. Questo motore ha una versione avanzata, attualmente, il 6TD per i vari T-80UD e T-84, e dall'inizio aveva un cambio e trasmissione che era suddiviso, orinalmente, ai lati del motore, per ridurne la lunghezza. Solo che era difficile da usare e poteva essere manovrato con efficacia solo con una certa abilità del conducente. Esso venne sviluppato sotto la direzione di L.L. GOlents, si trattava di un diesel multicarburante a due tempi, con 5 cilindri e 10 pistoni orizzonatli, contrapposti (boxer) da 13,6 l di cilindrata complessiva per 600 hp nella sua prima edizione, raffreddato ad acqua e con dimensioni di 1.413 mm (lunghezza), 955 mm (larghezza) e 581 mm (altezza), per un peso di 1.040 kg. Il sistema di raffreddamento non era meno importante, essendo a liquido e quindi senza sprecare potenza per le ventole di raffreddamento, e nondimeno capace di operare anche a 50° di temperatura esterna. In seguito ebbe un sesto cilindro e divenne più potente per i successivi carri armati russi. Esso era concettualmente un derivato degli Junkers Jumo 205 dei tempi della II GM, usati sugli Ju-86. È un motore molto particolare, basti pensare che i due tempi sono tipici dei ciclomotori di piccola cilindrata, ma con due alberi motore che complicano la sua meccanica, ma ne aumentano l'efficienza grazie all'apertura in tempi opportuni delle valvole di scarico rispetto a quelle di immissione dell'aria nuova.

Ma nonostante le tante buone qualità questo motore era inaffidabile, come del resto il boxer analogo sviluppato (con meno pretese in termini di compattezza e analoga potenza, per il Chieftain), oltre ad avere difficoltà di avvio a bassa temperatura. La sospensione era particolare, sei ruote doppie di piccolo diametro su ciascun diametro, con sei sospensioni a barre di torsione con due ammortizzatori idraulici sulle ruote anteriori e uno su quella posteriore.


Il cannone da 100 mm era ritenuto valido, ma non per molto: nel '61 comparve l'L7 da 105 mm in servizio, e quest'arma ebbe come replica l'aggiornamento del T-64 con un U5-T del Bureau Petrov del T-62, aggiornato allo standard M-68. A quanto pare fu questo il motivo per il quale si sviluppò il sistema di caricamento automatico, perché ora il nuovo cannone richiedeva più spazio e ridurre a due gli uomini d'equipaggio in torretta era ritenuto vantaggioso, con un sistema a giostrina da 30 colpi (sui 40 totalmente disponibili a bordo), così venne fuori l'Izd 432 che ebbe anche il motore 5TDF da 700 hp, completato nel '63. Subito testato sul campo, diede luogo a molti inconvenienti, a nel '64 venne fuori l'Iz 434, che prima ancora della fine dei test venne approvato da Krushev come T-64 (per l'appunto). Tra l'altro esso non fu l'unico carro avanzato: vi fu anche l'Iz 775 del Bureau Isakov di Chelyabinsk. Esso era un carro biposto, con capocarro-tiratore e conduttore, tutti e due sulla torretta. Il carro era concepito per tirare missili Rubin dalla sua corta b.d.f. e proiettili-razzo Bur, treno di rotolamento idropneumatico ma per il resto simile a quello del T-64, inclusi i cingoli a doppio asse di rotazione. Era alto appena i 2 terzi di un T-64, era più leggero e certo ancora più avanzato. Ma ebbe troppe difficoltà con il conducente nella torretta e soprattutto i missili di bordo. Alla fine non se ne fece nulla, a parte qualche prototipo sopravvissuto nei musei. A parte questo T-64 'nano', il carro standard venne dato in almeno 10 esemplari al 100imo Reggiment Corazzato Guardie bielorussio, nell'ottobre 1967 esso venne anche portato in una lunga serie di prove. Ma il veicolo ebbe problemi molto seri di messa a punto tecnica del motore e del sistema di caricamento, pure capace di ben 10 colpi al minuto.

Inoltre il cannone aveva dei problemi di precisione, il sistema di carica automatica di affidabilità, l'abitabilità era troppo sacrificata e nonostante fosse un carro molto complesso, con appena 3 uomini era difficile da manutenere. Così il comandante delle truppe corazzate, il Maresciallo Polubayarov, si oppose all'entrata in servizio del nuovo mezzo, tra l'altro molto costoso. Alla fine del T-64 vennero prodotti 600 esemplari,sperimentati lontano da occhi indiscreti (estremo oriente) prima di dare origine, nel 1969, all'Izd 434 del '69, all'epoca Morozov non era già più il direttore del programma, sostituito nel dicembre 1967 da Sholin.

La produzione fu limitata e i miglioramenti, sotto la spinta delle decisioni di Krushev vennero fatti dei piccoli miglioramenti al mezzo durante la produzione dei lotti, per poi darlo alla 41a Divisione Corazzata Guardie. La comparsa del cannone D-81, sviluppato dal Petrov Bureau, vide presto il parere favorevole della Commissione ministeriale per installarlo sui T-64. Venne così completato lo Iz 437, attorno al '69. Questo era dotato di una lama bulldozer, mitragliatrice NVST telecomandata, maggiore protezione e nell'insieme ebbe la denominazione T-64A, pesante 38 t e prodotto dal '72 in preserie e poi in serie dal '73.

Questo aveva un motore 5TDF più affidabile e il cannone D-81 da 125 mm (nell'Armata Rossa è il 2A26 ), un cannone sviluppato dal Petrov DB di Perm negli anni '60 e molto superiore ai pezzi da 122 e 130 mm dei carri pesanti di Kotin. Il nuovo T-64 pesava 37-38 t e venne messo in produzione come T-64A come carro di punta per le truppe corazzate. Ma il GABTU, l'Ispettorato della Difesa, non era convinto del progetto e Kartsev venne incaricato di risolvere i problemi di complessità, costo e affidabilità riscontrati. Infatti, Kartsev era un tecnico concreto, che aveva già migliorato il T-54 (sempre figlio di Morozov) nel T-55, e impegnato nel successore del T-62. Questo miglioramento sarebbe stato l'izd. 167, con treno di rotolamento del 140 e scafo cdel T-62, più la versione turbodiesel V-2, ora V-26 da 700 hp, anch'esso evoluzione dei motori precedenti.

Inoltre si pensava al cannone da 125 e a un sistema di caricamento di nuovo tipo, che anziché la 'forchetta' con 28 colpi e la giostrina con le cariche verticali, aveva il cannone alimentato da 'cassette' con carica e proiettile (22 colpi) messi assieme, la prima superiormente al secondo, che venivano elevate e caricate dal calcatoio automatico. Questo era il sistema Katezka e presentava come unica controindicazione il fatto che il bossolo, il cui fondello non era combustibile (il resto sì, si distruggeva allo scoppio), veniva espulso dalla torre in un apposito portello, come sul T-62. Questo ovviamente era pericoloso in ambiente contaminato NBC (o anche urbano..), ma per il resto era meglio. Alla fine, questo carro in origine pensato come 'super T-62' venne invece realizzato come T-64 migliorato, sul suo scafo, ma con torre biposto. Era l'Izd 172, che a quel punto aveva la torre del T-62 'migliorato', motore td V-45 e altre migliorie, approntato il 10 gennaio 1968. Stranamente ci vollero ben 5 anni prima di mandarlo in produzione, essenzialmente per via dell'opposizione di Krutyakov, il cui intento, essendo amico di Kotin, era di sottomettere N.Tagil all'impianto di Leningrado. Krutyakov era all'epoca il direttore del settore produttivo di Tagil, quindi era davvero una 'serpe in seno'. Ma alla fine, pur essendo per tanti aspetti un passo indietro, il T-72 era un veicolo più economico e funzionale, e venne messo in produzione.

Nel mentre, il T-64A continuò ad essere prodotto a Kharkov come se nulla fosse, fino al 1975 (? le fonti più recenti discordano con questa cronologia); poi subentrò il T-64B, che presto ebbe anche il missile KOBRA o AT-8 Songster, un'arma supersonica e con capacità anche anti-elicottero, con sistema di guida 1A33 con antenna GTN-12 in un box corazzato per questi missili 9M112-1 Kobra, in genere tenuto a bordo in 8 esemplari e sviluppato dalla KB TOchmash. Esso era noto come Iz 467 e pare venisse prodotto nel '76, l'anno in cui Morozov lasciò il bureau per limiti d'età, pur continuando a fare da consulente per i suoi amati carri armati. Il carro T-64B entrò in produzione nel '79 (almeno secondo le ultime notizie), con cannone 2A46 anziché il vecchio 2A26, e sistema di caricamento 6Ets40 con 28 cp e 8 missili, corazza di nuova generazione meno ingombrante anche se altrettanto efficace rispetto a quella precedente, e sostituzione del t.l.m. ottico con quello laser 1G42 nonché di skirts in acciaio e gomma laterali. Il T-64B-1 era il tipo senza missili Kobra, ma pare che nel 1990, rispetto a 1.200 T-64B standard, c'erano solo 400 T-64B-1 ad Ovest degli Urali. Nel frattempo i vecchi T-64 con il 115 mm vennero modernizzati con il 2A46-2 e 125 mm e tutti i miglioramenti del T-64B applicabili a questi vecchi scafi. Il tutto ha dato origine al T-64R. Data la positiva esperienza delle ERA israeliane del 1982, nel 1983 venne approvato questo tipo di protezione e dal settembre di quell'anno comparvero i T-64BV con tali protezioni aggiuntive.

Il GABTU aveva anche investigato la possibilità di usare turbine a gas come motore, come si apprestavano a fare gli americani, e a Leningrado, avendo un certo livello di esperienza, nello sviluppare una versione ulteriomente evoluta del T-72, il direttore N.S.Popov, decise di fare il passo in avanti, già tentato con l' Izd. 167, il successore del T-62. Un T-72 venne trasformato in Izd. 219 con scafo T-72, turbina a gas di provenienza elicotteristica, cingoli e torre del T-64; dal successo del programma derivò il 219-2 che divenne il T-80 nel 1976, prodotto ad Omsk. Presto arrivò il T-80B con varie modifiche, in entrambi i casi dotati di GTD-1000TF da 1.000 hp, che dava tuttavia un'autonomia inferiore a 300 km su strada, e pare, anche con i serbatoi ausiliari; per giunta non era molto affidabile. Sulle ultime serie è apparsa la GTF-1000F da 1.100 hp. Dal 1983 cominciò l'installazione delle ERA su tutti e tre i tipi, con suffisso V, mentre nel 1985 cessava la produzione anche del T-64B, sostituito dal refitting degli A come 'R'; nel frattempo apparve il T-80U, Usooverschenny, ovvero modificato (rispetto al 'B'), con la GTD-1250 e i missili 9M119 Svir supersonici; idem accadde per il T-72B dal 1986 in poi.

Ma a Kharkov continuava lo sviluppo dei motori a sogliola, ovvero i boxer, con il 6TD a 6 cilindri da 16,3 litri la cui produzione iniziò nel 1979, da ben 1.000 hp, installato sul T-80U con notevoli vantaggi in termini di raggio d'azione; esso venne sperimentato come Iz 476 nel 1979 con il treno di rotolamento del T-80; esso non era inteso per l'Armata Rossa, ma ebbe impiego con il T-80UD inteso per l'export, e poi per il T-84 ucraino. Ne vennero prodotti 5 esemplari di preserie, poi dal 1985 alcuni vennero davvero realizzati, pesanti 46 t e capaci di 65 km/h, assegnati alla 4a Divisione Corazzata vicino a Mosca. Nel 1987 finiva la produzione del T-64B che equipaggiò la 2a Armata Corazzata Guardie, la 3a Armata d'Urto e la 20a Armata Guardie, ovvero il Gruppo d'Armate della DDR, Ungheria e regioni occidentali dell'URSS.

Nel 1988 venne proposto il T-72BM o MS, o S, con le corazze K-5 ERA, utili anche per i proiettili perforanti e non solo HEAT, che era anche introdotta sui T-80U, mentre la torre aveva pareti inspessite. Dal 1990 divenne il T-90 o T-90S per l'export.

Il risultato è stato che in tutto, il T-64 è stato prodotto in oltrre 14.000 esemplari (si pensava fino al 1990 che fossero solo 8.000), mai esportato e usato solo in qualche conflitto nell'ex-URSS; il T-72 è stato prodotto in oltre 26.000 mezzi, e il T-80 in circa 18.000, del tutto equivalente ai coevi T-90.

Quanto alla protezione, i carri sovietici da molti anni fanno uso di corazze a strati nella parte anteriore dello scafo, ma solo recentemente si è saputo che anche la torretta, in apposite 'tasche' interne ha materiali compositi, di diverso tipo e natura. Il T-64 aveva la combinazione K, basato cioè sul quarzo, materiale durissimo e a buon mercato, non propriamente una novità in quanto gli americani l'avevano già usato su di un M4E Sherman modificato e poi su di un carro sperimentale, il T-95, sempre nella torretta. In seguito sono stati elaborati materiali più sofisticati, oltre che aggiungere corazze esterne modulari. Le guance interne, prima raggiungibili solo smontando la torretta, adesso sono saldate con delle strutture riconoscibili sul tetto delle stesse, cosa che non si vede invece più tanto nel caso degli ultimissimi tipi come il T-80UD e UM. Poi sono apparsi sistemi 'attivi' anche più sofisticati: non bastassero le corazze molto inclinate, molto spesse, di materiali stratificati, poi con sistemi ERA (corazze reattive) e NERA (corazze passive, come le BDD per ammodernare i carri T-55 e 62), adesso sono apparsi sistemi con sensori sofisticati, per allarme laser, o approccio missili, collegati ai lanciagranate fumogeni o addirittura a sistemi come l'ARENA e il DRODZ, con sistemi di lancio per granate e razzi anti-missile o RPG.

I mezzi sovietici non sono stati quindi standardizzati: né prima né dopo il crollo dell'URSS, visto che T.Tagil e Chelyabinsk/Omsk hanno in competizione i carri armati (Kharkov, se non altro, si trova in Ucraina e senza competitori) della propria produzione; così non era chiaro se il Black Eagle o il T-90 sarebbe stato il futuro carro russo, ma di fatto la politica di competizione tra i centri di progettazione russi continuava. E questo, con 3 tipi di carri tutti armati, pesanti e protetti grossomodo allo stesso modo, ma del tutto diversi come meccanica, non solo come motore, ma anche come trasmissione e treno di rotolamento.

In termini di produzione, questa, sicuramente enorme in termini quantitativi, ha visto la seguente cronologia:

Karkhov (Zadov 75), sviluppo Iz 430 nel 1955-1959; Omnsk(Zadov 174 e 185), T-10 fino al '55, T-10A nel '56, -10B nel '57, T-10M nel 1958-66; N.Tagil (183), T-54A nel 1955-56, T-54B nel 1957-59, T-55 nel 1958-62; Anni '60:Karkhov, T-64 nel 1963-68, T-64A nel 1969-75 Omsk, nulla tra il 1966 e il 1972 (era in sviluppo il Molot, ma non ebbe esito); N.Tagil, T-55A nel 1963-75, T-62 nel 1962-71


Anni '70: Karkhov, T-64B nel 1975-82, T-64BV nel 1983-85; Omsk, T-80 nel 1976-77, T-80B nel 1978-82, T-80BV nel 1983-84, T-80U nel 1985-92; N.T., T-55A nel 1975-78, T-72 nel 1972-78, T-72A nel 1979-85


Anni '80-90: Omsk, T-80UM nel 1993-95, T-80UM-1 nel 1996 in poi, B.eagle dal 1997; N.T., T-72B nel 1986-87, BM nel 1988-90,T-90 nel 1990-2000+; Karkhov, T-80UD nel 1987-00, T-84 nel 1993-00[1].




T-72

Il carro T-64 diede dei problemi e questo spinse a cercare una soluzione più economica, con apparati di tiro, motore e corazza meno sofisticati e più affidabili. agli inizi degli anni '70' nacque il T-72, venuto fuori da 5 anni di sviluppo dal T-62. Esso era dotato di tutti gli accessori che lo potrebbero far definire un 'super- T-62'. Telemetro ottico, motore turbodiesel, sospensioni Vickers, corazza composita frontale, caricatore automatico. È stato lo spauracchio della NATO per decenni, e la valutazione che lo ha riguardato lo ha visto di continuo sopravvalutato e sottovalutato, a seconda di come si è cercato di giudicarlo. La prima delle opinioni è di chi in genere guarda i dati tecnici e le comparazioni storiche, mentre la seconda è di chi fa presente le battaglie in Iraq contro gli americani (omettendo di considerare come il T-72 fosse l'unico carro capace di affrontare con autorità i Chieftain iraniani, che sulle lunghe distanze tipiche degli scontri nel deserto, tendevano a sopraffare i T-62). È stato ammodernato in numerosissime versioni, anche in maniera radicale e per la sua relativa economicità e leggerezza, appare a tutt'oggi un carro assai popolare e diffuso nel mondo, anche per la produzione di oltre 30.000 veicoli.

A differenza del T-64, munito di ruote di piccolo diametro, il T-72 ha ruote di grande diametro, come nell'esemplare qui raffigurato

Il T-80 ha ruote di medio diametro

Il T-80 è stato derivato più direttamente dal T-64 che dal T-72, ma la storia dei carri sovietici è particolarmente disputata e intricata. Per certo, è l'ultimo della triade moderna di questi veicoli ad essere apparso, e le sue caratteristiche, sia pure con differenza come quelle sul treno di rotolamento - a medio diametro e con sospensioni non idropneumatiche -, potrebbero ben essere spiegate definendolo un 'T-64 a turbina'. La turbina in parola, più compatta e potente, ha un consumo però maggiore e inizialmente aveva anch'essa i suoi problemi di affidabilità. Il T-80U con missili laser, motore potenziato e corazze K-5, era il carro migliore dell'arsenale sovietico nel 1991.

Segnalata anche la presenza del T-80UD, con motore diesel boxer, alla base di ulteriori sviluppi ucraini (forse il T-84 deriva da questo modello). Il T-80 venne pensato per contrastare i carri occidentali di nuova generazione come il Leopard 2 e l'M1 Abrams, con il quale ultimo condivide la caratteristica del motore a turbina. Ma esso a quel punto aveva a che fare con carri normalmente pesanti almeno 10 tonnellate in più, e nonostante le molte innovazioni tecniche, non riusciva a stare al passo di tali mostri corazzati, oltre all'handicap di non avere apparati termici passivi (e questo nonostante i sovietici fossero stati pionieri in questo campo). La necessità di un design innovativo ha portato, ma solo negli anni '90, a progetti come il Black Eagle e il T-72MP, entrambi caratterizzati da una riserva munizioni sistemata dietro la torretta. Nel caso del T-72MP si tratta di un aggiornamento ucraino, mentre il Black Eagle è un progetto nuovo, con uno scafo più lungo e pesante per la grossa torretta.


T-90 in sgargianti colori tropicalizzati

Il T-72 ha avuto varie declinazioni, l'ultima delle quali ai tempi sovietici era il T-72BM, una macchina del tutto diversa, come capacità, dalle prime serie. Essa, con qualche altra piccola modifica, è divenuta nota comeT-90, carro di punta attuale, con un motore diesel affidabile e di potenza ragionevole. Recentemente adottato anche dall'India e Algeria.


L'ultimo nato dei carri della genia sovietica è il Black Eagle, caratterizzato dal munizionamento sistemato nella controcarena di torretta, un po' come l'M1 Abrams. Esso è dotato di una torre più grossa e pesante, che ad un certo punto ha consigliato di dotarlo di un treno di rotolamento con 7 ruote, e non 6, per parte. Dopo l'abbandono dei carri FST, armati di un cannone da 125 o 135mm, in fase di sviluppo, questo potrebbe essere il nuovo carro di Mosca. Va detto che esso è stato sviluppato dopo il 1991, pertanto non è un carro 'sovietico' in senso storico.


Carri post-sovietici alle soglie del XXI secolo

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Tornando ai carri ucraini, approfondiamo la situazione dei carri ucraini e del centro N.75, quello di Karkhov. Questo impianto nacque già nel 1927, filiazione di una fabbrica che per una volta non era di trattori, ma di locomotive. Tra i suoi tecnici c'era già Morozov, e tra le realizzazioni il T-12 del 1928-29, un primo e prezioso, anche se non fertile, assaggio dei problemi relativi ai carri armati. In seguito si decise di costruire i carri 'Cristie' in URSS come serie BT e vennero prodotti anche a Kharkov. Nel '37 arrivò il T-46-5 o T-111, ma anche questo rimase prototipo, così come l'A-20 e l'A-30, mentre Morozov nel 1939 realizzò assieme a Koshin il T-32, anello intermedio tra i più recenti BT e il futuro T-34, con corazza più spessa, costruito nel 1939. Koshin fu per certi aspetti il 'Reginald Mitchel dell'URSS', nel senso che ebbe una carriera fondamentale nel costruire un mezzo che era un vero 'brand' per il settore militare, in UK lo Spitfire, qui il carro T-34; ma come Mitchell, non ebbe modo di vederlo in azione, perché come Mitchell, visse poco oltre, morendo dopo 4 anni di direzione dell'ufficio di progettazione a Karkhov. Il suo T-34, invece, sebbene nato imperfetto, si evolvette proprio sotto la direzione di Morozov, con 64.432 esemplari prodotti, e nonostante l'occupazione tedesca di Karkhov il 24 ottobre 1941, che costrinse a trasferire le attrezzature ad Est, oltre gli Urali (a Sverdlovsk e e in altre località sperdute nell'entroterra sovietico), per poi essere riportate in zona nel 1945. La produzione riprese nel 1944 con il T-44. Soprattutto, in seguito le idee di Morozov si concretizzarono nel T-64, mentre continuava l'attività di ricerca per i motori diesel dell'esercito sovietico, che poi sono stati fondamentali per continuare lo sviluppo dei carri ucraini. Così è stato possibile continuare a produrre mezzi originali, in competizione con i Russi e con tecnologie tutto sommato superiori, grazie al tribolatissimo sviluppo del diesel boxer, capace tuttavia di garantire compattezza e bassi consumi. Verso la fine del 1998, la ricerca dell'autonomia aveva fatto sì che tra i 'Fratelli coltelli' dell'ex-Urss, l'Ucraina aveva un'indipendenza dall'estero per il 95% della produzione dei suoi carri (per esempio, persino il carro Ariete aveva il 13% di tecnologia estera importata, e lo stesso Abrams ha il cannone di origine tedesca). In ogni caso, con la Russia è stato raggiunto un accordo per la collaborazione industriale nella realizzazione dei carri, mentre la fabbrica di Kharkov diventava la Kharkov Morozov Machine-Building DB o KhMDB. Questo stabilimento fondamentale per la storia del carrismo sovietico, nel bene e nel male, ha realizzato oltre 100.000 carri armati.

L'esordio del T-84

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Nei tardi anni '90 essi erano rappresentati, come programmi di punta, dal T-84 e dal T-72. Il primo è nuovo, il secondo un vecchio tipo 'riciclato'. Il T-84 è stato estrapolato, passo dopo passo, dal T-64, attraverso il T-80 e il T-80UD. La chiave è il motore 6TD-1 che qui ha 1.000 hp di potenza, e superati i problemi di affidabilità è diventato un'alternativa concreta e vantaggiosa alla turbina. Ma vi è anche un altro elemento. Il T-84, come ricoda il nome, apparve durante la Guerra fredda, con il prototipo costruito nel 1984. La sua innovazione era costituita dalla torretta che, dopo decenni, tornava di tipo a lamiere saldate anziché di fusione. Questo consente una torretta esagonale, simile in maniera vaga a certi modelli di T-34. Difficile capire bene questa differenza, visto che si tratta di una torre comunque piuttosto piccola, e soprattutto che essa, al solito per i carri sovietici e russi del periodo, è stata letteralmente coperta di ogni sorta di sistemi. In contrapposizione all'aspetto 'pulito' dei carri fino al T-62 e forse ai primi T-72, è stata sistemata una serie di corazze attive, lanciagranate, sensori IR, laser e meteo (con un'apposita colonnina corazzata superiore alla torretta), per cui non si capisce facilmente l'innovazione. Questa comporta maggiore spazio interno, soprattutto maggiore facilità di costruzione (specie per le tolleranze: è difficile realizzare grandi parti di fusione con caratteristiche ben specifiche, molto semplice usare blindature saldate per formare strutture anche molto complesse). I Russi dicono in merito che la torretta è stata studiata anche da loro, ma che è stata trovata inferiore ad un nuovo tipo di torre fusa (ammettendo che quella saldata era una soluzione superiore rispetto a quelle adottate da loro), ma che siccome gli Ucraini non hanno tale tecnologia, si devono accontentare della struttura saldata. Insomma, ognuno tira l'acqua al suo mulino. D'altro canto fino a non molti anni fa non si sapeva che i sovietici fossero riusciti a realizzare corazze speciali anche dentro la torretta dei loro carri (essendo rotondeggiante anziché di forma squadrata, non si pensava fosse possibile mettervi pannelli di materiale protettivo, ma i sovietici ci sono riusciti). Detto dei sistemi in generale, per il resto vi è il cannone D-81 da 125 mm con il sistema di tiro che comprende anche il Refleks per il missile supersonico Svir. Quest'ultimo è un costoso sistema anticarro e antielicottero, offerto ad un certo punto all'export per 10.000 dollari, ma nei primi anni '80 costava ben 40.000 dollari al pezzo. Insomma, non un proiettile da usare alla leggera (sebbene il missile Javelin raggiunse nel 1998 un costo di circa 80.000 dollari, pur con la metà della gittata). Il missile può attaccare solo con traiettoria dritta, ma con un comando speciale, per evitare cespugli e alberi, può salire a circa 4 m di altezza (a 2 m dal centro del fascio laser) e riabbassarsi opportunamente a circa 500 m di distanza. Il sistema di tiro è il 1V528, con calcolatore balistico digitale, e può anche incamerare il proiettile della Giat francese, messo recentemente a punto. Da ricordare anche l'ECM antimissile Shrota-1.

Per il resto vi è il sistema Agat (TNK-4S) e quello di mira 1A42; il primo ha stabilizzazione nel piano verticale con 7,5x diurni e 5,1 notturni, mentre il capocarro può usarlo anche con i suoi comandi e lasabilizzazione del sistema 2E42 per l'impiego in movimento; il capocarro può designare i bersagli scoperti al cannoniere e vedere l'immagine termica del suo sistema IR; la mtg esterna NVST da 12,7, arma molto leggera e moderna, è controllabile con il sistema PZU-7.

IL cannoniere, con il sistema 1A42 ha anche il telemetro laser, il sistema 1G46 Irtish con ingrandimenti tra 2,7 e 12x, più il computer digitale e camera termica AGAVA 2 o un tipo francese della Sagem. Il motore è forse ancora più interessante, perché è molto compatto e potente, raggiungendo ben 1.200 hp, ovvero 200 per cilindro. L'impianto per la produzione motori venne fondato nel 1934 e nel 1935 lavorava al motore diesel DB-2 o V-2, per i carri BT-7M. In seguito venne montato sui T-34, in versione da 500 hp, e sui KV-1 in quella da 600. NOn solo, ma esso venne anche usato come W55, dopo un'opportuna rielaborazione, per i carri postbellici, fino al V-46 del T-72. Una lunga strada! Significa che il progetto del motore, sperimentato sul BT-5, è rimasto valido fino al T-72. Invece il 6TD è ispirato al motore Junkers Jumo, poi ripreso anche dai britannici con l'L60 per il Chieftain, ma mentre il motore britannico era, oltre che insoddisfacente come affidabilità e potenza, anche con disposizione verticale dei cilindri, nel caso russo era invece a sogliola, quindi con cilindri orizzontali, guadagnando molti centimetri. Il primo tipo aveva 600 hp, il secondo, il 5TDF era apparso nel 1965, con potenza di 700 hp. Nel 1984 alcuni T-64 vennero prodotti come T-64AM, con motore 6TD da 1.000 hp, e lo stesso tipo è stato poi applicato al T-80UD venduto in 320 esemplari al Pakistan, negli anni '90. La cilindrata del 6TD è di 16,3 litri, l'altezza di appena 581 mm, men anche dell'MTU-880 tedesco (656), lunghezza 1,6 m e larghezza 95,5 cm. Il rapporto peso-potenza è di 1,34 kg per hp e anche così era in sviluppo un tipo da 1.500 hp. Per il resto v'è un sistema di raffreddamento efficace, che consente di operare fino a 50°, cambio con 7+1 marce, sistemi di soppressione IR sulla parte superiore del vano motore, riducendo la possibilità di essere colpiti da armi a guida IR di ogni genere.

Quanto al T-72, nel tipo MP è stato proposto un kit di retrofit notevole, con l'aiuto della società francese SAGEM. Esso è abbinabile alla torre del T-84, e cannoni da 120 mm occidentali. Anzi, non si capisce come, ma gli ucraini sono andati anche oltre, offrendo il cannone da 140 mm, che doveva essere la nuova 'arma segreta' post-120 mm, sviluppato da GB, Francia, Stati Uniti e Germania. Chi ha passato i disegni di questa potentissima arma, concepita per contrastare i 135 mm dei carri sovietici di nuova generazione? L'unica risposta plausibile è la Francia, ma certo fa specie vedere come un'arma segretissima e nemmeno entrata in servizio fosse candidamente offerta dagli Ucraini, senza che nessuno sollevasse obiezioni di sorta.

Il sistema di caricamento è simile a quello del Leclerc e comprende un apparato meccanico nella controcarena, mentre i proiettili sono sistemati sia qui che nella parte centrale dello scafo. Per il resto vi è la possibilità di sostituire il motore con il 6TD, e la protezione incrementabile con vari sistemi, tra cui corazze ERA e passive, migliorando la resnstenza di 1,5-2 volte contro i proiettili perforanti e oltre 2 contro quelli HEAT, sia sui fianchi che sul frontale del mezzo. Il sistema SAVAN 15MP della Sagem francese ha il sistema VS 580 per il capocarro, della SFIM francese, lo stesso che in versioni diverse equipaggia Leclerc, Ariete e Centauro, con canale diurno e IL, mente il cannoniere ha camera termica e tl, con cloche di guida per il cannone. La probabilità di colpire, secondo il costruttore, è così aumentato da 0,2 a 0,55-0,9, il raggio utile del cannone da 1,7 a 2,5 km, la visuale diurna da 2 a 5 km, di notte da 400 a 3.000 m, mentre i tempi di reazione scendono notevolmente.

L'Ucraina aveva quindi mezzi interessanti da offrire, e più evoluti di quelli russi, grazie anche ad un motore potente, ma dai consumi ridotti (500 km di autonomia su strada); gli Indiani all'epoca ebbero molto di che preoccuparsi, perché nel loro esercito i famosi Arjun non ne volevano sapere di diventare operativi, mentre i T-72 erano invecchiati rispetto ai nuovi carri pakistani; alla fine dovettero ordinare i T-90S, che vennero frettolosamente consegnati, sia pure con vari inconvenienti, diventando i principali MBT indiani. I T-64 e T-80 dell'Esercito Ucraino all'epoca erano rispettivamente 3.200 (su 13.500 prodotti) e 320, su di un totale di 4.063 MBT disponibili, di cui appena 1.300 erano T-72. Questo dà l'idea della polarizzazione (si potrebbe dire 'pulizia etnica', se applicata alla popolazione umana) provocata dalla divisione dell'URSS; naturalmente, per la stessa ragione i russi avevano quasi esclusivamente T-72, 80 e T-90.

Tra i carri armati di maggiore interesse in Ucraina, venne presentato nel 2001 il KERN-1.120 è un altro prodotto del KP KhKBM[2]. Questo carro è stato presentato con anto di cannone da 120 mm di tipo NATO, ma pur sempre con caricamento automatico, oltre che ovviamente, con sistema di tipo avanzato di visione e stabilizzazione, altrimenti tale modifica non avrebbe avuto particolare pregio. Sebbene sia ancora un veicolo simile al T-84, con la sua bassa sagoma, esso ha un sistema di caricamento compatto nella torretta, cosa del resto indispensabile per non dover riprogettare le munizioni del pezzo da 120 NATO, che è a bossolo fisso assieme al proiettile e non un 'due pezzi' carica +proiettile. Per assicurare l'equipaggio da esplosioni, è anche presente una paratia anti-esplosione, un po' come nell'Abrams, assieme agli indispensabili (in quest'ottica di controllo dell'energia delle munizioni) due pannelli sul tetto, che aprendosi consentono ai gas di uscire dal mezzo con minimi danni. Vi è la solita corazzatura passiva stratificata più elementi ERA, parzialmente modulare, e un pannello di kevlar interno in funzione anti-schegge, oltre all'impianto NBC a sovrappressione più filtraggio aria. Completa la protezione il sistema antincendio automatico o manuale. Vi è un apparato di autoprotezione con allarme laser, granate fumogene speciali, e IR Jammer. Ma per essere ancora più sicuri, il veicolo, oltre che di per sè, al solito, di forma sfuggente e bassa, è anche stato progettato per ridurre la segnatura IR grazie al materiale isolante del comparto motore e alle skirts laterali, che di per sè, come sempre, occultano efficacemente il treno di rotolamento, che con i sistemi IR è facile da vedere, e riducono sensibilmente la polvere sollevata durante il movimento. Anche il cannone ha vantaggi rispetto ai tipi sovietici precedenti, in particolare è possibile smontarne la canna senza troppi problemi. L'arma è lunga 50 calibri circa, e consente di sparare fino a 5 km di distanza con proiettili di standard NATO. Di questi vi sono 40 esemplari disponibili, di cui una quantità pari a quella del vecchio caricatore a giostrina Kasetska, ovvero 22 colpi, sono pronti al tiro. Gli altri sono in un deposito separato dal vano equipaggio. Il tutto lascia parecchio spazio dentro il vano di combattimento, e consente all'equipaggio di evitare la spiacevole sensazione di sedere, letteralmente, sopra una tonnellata di proiettili pronti ad esplodere quando il veicolo è colpito e penetrato (che, come si è visto in Irak, con le armi moderne e letali della NATO succede spesso).

Per il resto vi sono la solita 7,62 mm e la 12,7 sul tetto, impiegabile con comando da dentro la torretta oppure manualmente. I sistemi di puntamento sono il mirino panoramico diurno e notturno del capocarro, che ha incorporato il telemetro laser, cosa insolita visto che in genere questo è presente solo sul periscopio del cannoniere, che qui ha anche il sistema laser di guida dei missili controcarri (evidentemente tipo Svir o Bastion adattati al 120 mm), il mirino ad immagine termica del cannoniere (separato da quello diurno-IL), con monitor del capocarro, e il mirino per quest'ultimo dedicato alla 12,7 mm della cupola. Il tutto è facilitato da un sistema MRS sulla parte superiore del cannone, provvisto anche di manicotto termico. La navigazione comprende anche sistemi GLONAS e GPS, per una precisione di 10 metri durante la navigazione. Il sistema è in grado di memorizzare 50 punti fissi e 10 tracciati di percorrenza pre-programmati, ed è interfacciato anche con apparati di navigazione. Per il movimento vero e proprio, il KERN-2.120 è dotato del 6TD-2, con potenza di 1.200 hp e policarburante (gasolio, benzina, cherosene in ogni proporzione o miscela); vi è un sistema di raffreddamento per operare anche con 55° di temperatura e i filtri d'aria permettono di percorrere 1.000 km o di funzionare per 35 ore prima del ricambio. Il rapporto potenza-peso di 25 hp per tonnellata consente di viaggiare a 70 km/h su strada, 45 su terreno vario, in retromarcia 34 km/h (uno in più degli M1 Abrams, tanto per citare un dato), e FADEC di controllo. I cingoli hanno pattini di gomma sostituibili con quelli d'acciaio per impiego su ghiaccio, oppure sono di tipo interamente metallico, ottimali per il movimento su terreno roccioso. Non manca infine una APU, per generare potenza senza accendere il costoso motore principale, limitando oltretutto al minimo la visibilità IR e il rumore. Sempre in tema di mobilità, il mezzo è capace di superare trincee di 2,85 m, gradini di 1 metro, ma soprattutto di superare 1,8 m di guado oppure, con preparazione, ben 5 metri con lo snorkel. Questa è una tipica specialità sovietica, ma non manca, in tal senso, nemmeno la lama apripista sotto la parte anteriore del mezzo, ripiegata in condizioni normali, ma capace di trasformare ogni carro russo o ucraino in un bulldozer, tanto da poter interrarsi, senza faticare con i badili o chiamare il genio, in 15-40 minuti, a seconda del tipo di terreno. Non mancano poi i sistemi di bonifica mine KMT-6 e 7, altro sistema diffuso (quello di trasformare i carri normali in spazzamine) per i sovietici, sia con i vomeri (il primo) che con i rulli (il secondo sistema).

Per contenere i costi è possibile anche usare il sistema di simulazione computerizzato del vano di combattimento e del conduttore e altri ausili didattici per un rapido apprendimento delle capacità del mezzo, che indubbiamente sono notevoli. In sostanza, si tratta di una sorta di ibrido tra carri occidentali e russi, molto più compatto e leggero dei primi, e al contempo più sicuro in caso di danni e più capace operativamente dei secondi, con un costo intermedio tra i due. Il peso, con tanto di 1.250 colpi da 7,62 e 450 da 12,7 mm, e le 10 lanciagranate, è di 48 tonnellate[3].


Ad oggi, c'è maggiore chiarezza delle sorti di questi mezzi:

È riportata la vendita o la trattativa, nel 2007, per 50 T-84 Yatagan al Bangladesh.

Le versioni del T-84, in particolare, sono il modello base (aggiornamento del T-80UD), la T-84U con aggiornamento del precedente tramite varie modifiche come l'ERA K-5 e una APU; il T-84 Oplot, che ha la torretta con caricatore di tipo occidentale, ma con il calibro originale di 125 mm, mentre il KERN 2.120 è stato battezzato Yatagan, ovvero l'Oplot con cannone da 120 e la versione speciale dell'AT-11. È stato presentato all'Esercito turco. Infine c'è il BMPT-84, una specie di mezzo da combattimento della fanteria, che si differenzia dal carro solo perché ha uno scafo allungato e ospita 5 soldati di fanteria. Oltre a questo potente mezzo, una specie di fusione tra carri e mezzi per la fanteria, è presente anche il BMU-84 gettapone e il BREM-84 per il recupero corazzati. LE dimensioni del T-84 sono 7,08 x 3,77 x 2,2 m.


Le novità di Omsk, 2001

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Del resto, all'epoca era possibile vedere soluzioni non tanto dissimili applicate persino ai vecchi T-55. Ad Omsk, sempre nel 2001[4], vennero presentati almeno due tipi di T-55, oltre ai T-90 e T-80UM-1. I T-55 sono interessanti: uno con la sostituzione del motore di vecchio tipo con il più moderno V-55 da 62'h p e nuovo FCS e comunicazione, più ERA e missili 9K116 Bastion (AT-10 per la Nato). L'altro tipo, sempre proposto dalla KTBM, è invece un super-T-55 in ogni senso. La torretta è rimpiazzata da una nuova, armata con il cannone da 125 mm; conseguentemente lo scafo è più pesante, ma soprattutto si trova a gestire un sistema ben più pesante e allora è stato allungato con sei ruote per lato anziché 5; per questo è stato installato un motore da 690 hp, per non ridurre troppo la mobilità. Infatti, con le modifiche a corazza e torretta, il nuovo mezzo arriva a 44 tonnellate, pur conservando una velocità di 50 km/h e un'autonomia di 500 km su strada. La torretta è particolarmente pesante, perché incorpora un sistema di caricamento automatico con le munizioni nella controcarena, proprio come nel KERN ucraino, ma in questo caso è ancora più difficile, perché si tratta di proiettili da 125 mm di calibro.

Che la mobilità sia molto migliorata nel caso dei mezzi russi, è del resto comprovato da quelle prestazioni da 'jet di terra' dei carri serie 80 e anche il pesante T-90. Quest'ultimo, nel tipo T-90S, pesa 46,5 t ma con il motore da 1.000 hp riesce a ben figurare nelle prove dinamiche, che sono abitualmente eseguite nei percorsi cross-country sia in Russia che in Medio Oriente, durante le manifestazioni. I migliori restano ovviamente i T-80, con il motore a turbina assetato ma spettacolare nelle accelerazioni. Sempre nel 2001 ad Omsk era stato presentato anche il TOS-1 Buratino, che è uno scafo di T-72 con un lanciarazzi a 30 colpi calibro 220 mm, che sono a corta gittata ed elevato calibro, come i tipi sovietici della II GM. Portano o testate incendiarie con portata di 3,5 km oppure FAE da 2,7 km. In entrambi i casi si tratta di armi micidiali. È una specie di arma segreta, del resto però già in Afghanistan si erano sparse voci che i sovietici usassero armi FAE (nessuna meraviglia, visto che gli Americani le avevano ampiamente usate in Vietnam), ma l'adozione di questo sistema corazzato è avvenuta solo nel 1995, con produzione di serie partita ancora dopo, nel 1996; la sua esistenza è stata però svelata solo nel 2001, per ragioni di export.

Sempre ad Omsk venne presentato quell'anno il DPM su scafo T-55, con funzione di mezzo da esplorazione pesante. Privo di torretta, a parte la NVST da 12,7 mm comandabile da dentro il mezzo, ha peso di 3,79 t e 50 km/h di velocità; infatti è pesantemente corazzato con mattonelle ERA di seconda generazione e corazze passive varie. La KBTM ne ha presentato anche un altro tipo, armato con la torretta del BMP-2, almeno come armamento (ma necessiterebbe di protezione aggiuntiva), con arma da 30 mm e ATGM; questa è la BTR-T, una specie di APC pesante, anche se non molto comodo data la scarsa capacità di trasporto truppe e l'assenza di portelli inferiori di accesso. La Ural-vangonzadov ha presentato nell'occasione un mezzo analogo, ma su scafo T-72 e anche in questo caso vi sono 5 persone (4 nel DPM). Le armi sono costituite anche da due mtg da 7,62 e un lanciagranate da 30 mm. Essendo destinato a fornire protezione ravvicinata ai carri in ambiente urbano, è un mezzo molto particolare nella panoplia dei carri russi, e senz'altro figlio delle lezioni cecene. Infine c'era il carro BMR-3 su scafo T-90, usato per sminamento e sgombero ostacoli: ha un disturbatore elettronico per la detonazione delle mine radiocomandatee il sistema a rulli sminatori KMT-7. Anche questo è stato usato in Cecenia e senz'altro anticipatore di quanto sarà poi 'imparato' dagli americani in Irak.

Quanto ai 'pezzi forti', i carri T-80UM-1 Bars, con la loro arma da 125 mm potevano lanciare missili 9M119 da 5 km di gittata e mirare stabilmente con il veicolo in moto anche a 35 km/h su terreno vario, una differenza notevole rispetto ai vecchi carri sovietici. Erano presenti la turbina GTD-1250 e la APU ausiliaria, e il mezzo, con i suoi 1.250 hp (aumentabili, a rischio e pericolo dell'utente, a 1.400), di accelerare a 50 km/h in meno di 20 secondi, nonché di manovrare con una rapidità e potenza impressionanti, con i classici 'salti' nell'aria dai rialzi del terreno. Aveva anche miglioramenti nell'abitabilità, con un condizionatore d'aria che inviava un flusso raffreddato direttamente nelle postazioni degli occupanti anziché in maniera generica dentro il vano di combattimento (ma i primi T-72 avevano solo un ventilatore), e c'erano dei giubbotti raffreddati da speciali condizionatori di derivazione aeronautica. Forse la cosa più straordinaria era l'ARENA, il sistema antimissile costituito da un (grande) sensore a facce piane, su di una specie di torre, che comprendeva vari moduli. Una specie di CIWS capace di osservare tutto l'orizzonte e di continuo. Sebbene vulnerabile al tiro nemico, era cpace di offrire la localizzazione di razzi e missili tra i 70 e i 700 m/s, e attivare munizioni a frammentazione dei moduli che coprivano il settore sotto attacco, distruggendole a circa 10 metri di distanza. Sebbene questo non consenta di fermare i proiettili dei cannoni, i missili controcarri con profilo d'attacco dall'alto e le munizioni SFW, è pur sempre un sistema che all'epoca non aveva paragoni. Inoltre era possibile usarlo manualmente come arma anti-personale. Il Drodz, simile ma più rozzo, ha 8 lanciatori di razzi con funzioni simili. Lo Shrota-1 è collegato a sistemi d'allarme laser e disturbare non solo il fascio di guida con una speciale cortina fumogena, ma anche di indicare la posizione della sorgente. Poi è in grado anche di fare disturbo attivo. Questo è possibile con l'uso di jammer IR, che sono efficaci contro i missili controcarri. Se i vecchi carri sovietici avevano un caratteristico proiettore alla destra del carro, qui ve ne sono due. Essi sono molto caratteristici, in quanto somigliano a una specie di occhi, posti simmetricamente ai lati del cannone. In realtà non servono per vedere (sono curiosamente simili ai sensori del robottino N.5, in 'Cortocircuito', un film che metteva in burla l'attualissima questione dei robot da combattimento, di cui un altro apparve nel film Cobra con Stallone, ma in maniera molto più drammatica: già negli anni '80 esistevano sistemi robotici in grado di combattere, e non solo come CIWS navali). Questi disturbatori IR consentono di rendere difficile la guida (non necessariamente impossibile) dei missili SACLOS di prima generazione. Ovviamente, vi sono limiti: uno è la direzione: essi non sono capaci se non di coprire la parte frontale e per fare diversamente, il carro deve ruotare la torre o muovere lo scafo (che è più rapido da farsi, specie se in movimento); un altro è che i missili SACLOS più recenti non hanno una fonte IR, ma UV, più difficile da disturbare. Infine, né i vecchi missili CLOS manuali né i tipi a guida IR o laser moderni ne sono afflitti. C'è anche da rilevare come, in battaglia, schegge e proiettili potrebbero facilmente distruggere questi 'occhi' elettronici: anche se la torretta ha resistenza balistica efficace, così non è per quello che ne sta al di fuori (vale anche per lo stesso cannone, ma è più difficile). In più esiste il problema del costo e della manutenzione, entrambi non trascurabili, e della riparazione dei danni in azione. Ma nonostante tutto, i russi sono dell'idea che valga la pena di provare: in effetti, con centinaia di migliaia di missili SACLOS come l'AT-3C, il TOW e il MILAN in giro, esistono concrete possibilità che possano salvare qualche vita e magari dissuadere qualche team controcarro dal lancio, temendo che possa essere deviato dall'obiettivo: una possibilità che causerebbe molti problemi ad un team di fanteria controcarri, visto che ricaricare richiede circa 30-40 secondi, mentre il carro armato ci metterebbe molto meno a disintegrare la postazione di lancio.

Aggiornamento su Bulat, Oplot e Yatagan

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Il Bulat è stato un T-64B evoluto, successivo alla dissoluzione dell'URSS e quindi si tratta di un carro ucraino a tutti gli effetti. I T-64 al 1991 erano 3.932 (?? forse solo i T-64B), ridotti a 186 nel 1997 nella Russia Europea. In Ucraina c'erano 2.281 esemplari, un centinaio in Uzbekistan. Modernizzando questi mezzi da parte del KMDB si arrivò al Bulat (acciaio speciale), con motori 5TDFM da 850 hp o 6TD da 1.000 hp, apparsa già nel 1983 su di un piccolo numero di T-64A e B, mentre i cingoli ebbero i costosi pattini di gomma, essenziali per muoversi sulle strade senza devastare l'asfalto. L'equipaggiamento di tiro era analogo al T-80UD: sistema di puntamento 1G46M stabilizzato su due assi con t.l.m. laser e un sistema TO1 di concezione ucraina o il Buran (basato sulla camera termica Caterine francese della Thales); calcolatore balistico 1V528-1, sistema di stabilizzazione 2E42M, mirino PZU-7, sistema guidamissili TAKO-621 con missili Kombat (in produzione dal 1999 con ordigno R-211 da 31 kg e 315 m/s, distanze d'uso 100-5.000 m, carica HEAT in tandem da 900 mm di penetrazione, e disponibile anche per calibri 100, 115 e 120 mm). Così i tiri diurni sono possibili con efficienza fino a 2,3-2,5 km anziché 1,7-2 come con il T-64B, e di notte 1,2-1,5 km vs 400-600 m; la Pk del missile è sempre di 0,8 su 4 km, ma a differenza del T-64B il Bulat può anche tirare fino a 5 km. Il telemetro laser consente un'affidabilità del 90% tra i 500 e i 4.000 m, mentre il T-64B aveva un apparato molto meno preciso, 90% a 2,5 km, ma solo 70% a 3 km, 50% a 3-4 km di distanza; la mitragliatrice da 12,7 mm è adesso utilizzabile anche con il mezzo in movimento, e di giorno il capocarro può individuare un bersaglio a 4 anziché 2 km, di notte a 800 m anziché 400, e può sostituirsi al cannoniere nell'ingaggiare il bersaglio su distanze fino a 1,5 km di giorno e 800-1.000 m di notte. Vi è un kit di protezione da 3,5 t che può essere sostituito in 5-6 ore con corazze sia attive che passive del tipo Nozh (le ERA), capaci di aumentare di 2,2 volte la protezione contro le HEAT e 1,9 contro gli AP. Secondo gli ucraini la loro tecnologia è avanti di almeno 5 anni rispetto alle realizzazioni russe analoghe. Circa 400 T-64B sono stati portati al livello Bulat.

Poi è stata la volta del T-84 Oplot, evoluzione del T-80UD e che ha un nome che significa bastione, a partire dagli anni '90 sviluppato da questi; nel tentativo di rendersi del tutto indipendenti da Mosca, nel 1993 apparve questo nuovo carro armato e seguito da almeno altri 9 di preserie, i primi 10 di serie comparvero in servizio nel 2001. La massa arriva a 48 t, la torretta è saldata e lo scafo è più lungo e largo, la movimentazione è elettrica per la direzione e idraulica per l'alzo, il cannone è il KBA-3 con sistema MRS e 40 colpi, tra cui i missili R-211, 28 sono nella solita giostrina dei proiettili, 7 nel compartimento del conduttore e 5 in un compartimento corazzato nella parte posteriore della torretta.

Il sistema di controllo del tiro ha un sistema diurno 1G46M su due assi, con ingrandimenti 2,7 e 12,7 x e telemetro laser da 9,99 km di portata massima, sistema di visione Buran-Caterine-E, che però è separato dal sistema diurno, piuttosto che i tipi integrati tipici dei modelli occidentali; la visione è possibile anche al capocarro che ha un TKN-5 a due canali, diurno con ingrandimenti 1 e 7,6 x e notturno da 5,8 x, oltre al monitor di visione, nonché telemetro laser proprio, e sistema PZU-7 per la mitragliatrice da 12,7 mm. Per dominare il tutto vi è il calcolatore LIO-V digitale, GLONASS e GPS, mentre ora vi è un motore 6TD-2 da 1.200 hp a 2.600 rpm, ad altissimo rapporto potenza-peso; vi è anche una APU da 8 Kw diesel, utilizzabile anche per avviare il motore quando necessario. Il cambio adesso ha sia le solite 7 marce avanti che ben 5 indietro; senza preparazione supera 1,8 m di guado, con preoparazione è possibile fino a 5 metri. Vi sono ERA del tipo Nozh ultima generazione e sistema ECM Varta con dispositivo di allarme laser su 4 sensori, due panoramici e due di precisione; un Jammer nel settore IR, e 12 mortai di lancio fumogeni e per decoy vari. Le skirts sono state ampliate per migliorare la protezione laterale. Il prototipo BTMP-84 con capacità di portare 5 fanti con portello posteriore per farli uscire è rimasto allo stadio di prototipo.

Lo Yatagan o KERN 2-120 è infine la versione NATO con caricatore da 22 colpi simile a quello del Leclerc e cannone da 120/50 mm che potrebbe anche usare i missili Conus, la versione dell'R-211 a 120 mm di calibro. È stato presentato nel 2000 al concorso turco per un carro di nuova generazione (vedi sopra).

Le dimensioni dei carri ucraini:

  • Dal T-64A al Bulat: lunghezza max 9,23 m, scafo 6,45 m, larghezza 3,43 m, con le skirt 3,5 m. impronta cingoli sul terreno 4,15 m, larghezza cingoli 58 cm;
  • l'Oplot e lo Yatagan hanno dimensioni di 9,664 m, 7,705 m, 3,595 e 3,775 m; l'altezza è di 2,17 eccetto che nell'ultimo caso di 2,215 m, tutto compreso è di 2,76 m e 2,77 m. Parte cingoli aderente sul terreno dall'Oplot in poi 4,29 m, mentre la pressione specifica è cresciuta inesorabilmente da 0,84 kg/cm2 del T-64A a 0,93 kg/cm2. Larghezza cingoli 58 cm, altezza scafo-terreno 51,5 cm.
  • Pesi: 38 t per il T-64A, 42,5 per il T-64B, 45 per il Bulat, 48 per l'Oplot e il Kern.
  • Motore: 700 hp per T-64A e B; 850 o 1.000 per il Bulat, 1.000 per l'Oplot e Yatagan. Le marce sono 7+1 eccetto che dall'Oplot, quando diventano 7+5. Il carburante è sempre di 1.270 litri ma l'Oplot ne ha 1.200 e lo Yatagan 1.300.
  • Le prestazioni: circa 60,5 km/h, ma dal Bulat si arriva a 65 km/h. L'autonomia su strada è di 306 km, 385 sul Bulat, 450 sull'Oplot e 540 sullo Yatagan/Kern. La trincea è sempre di 2.85 m, gradino di 0,8 m ma dall'Oplot 1 m, la pendenza 60% ma dal Bulat arriva al 63-63%.



Bibliografia

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  1. Po, E: I carri russi ieri e oggi, RID mar 00 p.40-49; per l'edit del 7-9-09, E.Po, Luglio 2009
  2. RID ott 2001
  3. RID ottobre 2001 p.79-81
  4. Bigatti, Claudi: Omsk 2001, RID ott 2001