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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-9

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L'URSS si cominciò ad interessare precocemente della guerra missilistica navale, come antidoto alla superiorità occidentale, specie in termini di portaerei e gruppi anfibi. L'era missilistica era allettante e poteva condensare la potenza di fuoco di una salva di corazzata in uno scafo da motosilurante, e con maggiori probabilità di colpire. Questo diede luogo ai nuovi progetti di unità d'attacco, che sostituivano i poco efficienti siluri (però adesso erano disponibili armi autoguidate o filoguidate, un notevolissimo progresso rispetto ai tipi 'bruti', a corsa rettilina o pre-programmata). Così si passò, esattamente sullo stesso scafo delle motosiluranti P6, dall'era silurante a quella missilistica: al posto di 5 siluri da 533, 2 missili Styx. Non fu una cosa semplice, ma A.Y. Berezniak, il Capo progettista, aveva lavorato con Isaiev durante la guerra al cacica a razzo BI-1 e forte di quest'esperienza progettò poi il grosso P-15, un missile antinave da crociera della classe delle 2 tonnellate, comunque più piccolo del precedente sistema noto come SS-N-1 Scrubber.

Subito ci si concentrò nello sviluppo della relativa piattaforma, la quale venne curata dal dal TsKB-5 DB, con la guida di Y.I. Yukhin. Il risultato fu il progetto 183R chiamate KOMAR (zanzara)in ambito NATO, che era ancora la vecchia motosilurante co scafo in legno, ma trasformata in unità missilistica con due hangar di lancio per i grossi missili P-15, ovvero gli SS-N-2 Styx per la NATO, nella loro versione primigenia A. Di queste unità ne vennero costruite moltissime, inclusa la versione cinese 'Hegu', con scafo allungato e raddoppio della postazione contraerei, che adesso era sia a prua che a poppa, dotata in entrambi i casi delle potenti mitragliere da 25 mm rimaste circoscritte alla Marina. Il TsKB-5 sapeva che queste navi erano sì economiche e una buona base di sviluppo per il futuro, ma non era certo questo il massimo a cui si poteva aspirare, soprattutto perché erano vulnerabili agli attacchi aerei, che nell'era dei jet diventavano particolarmente pericolosi. La Marina sovietica ne era a sua volta pienamente al corrente e valutava che le cose, in caso di guerra, andassero così: era necessario lanciare 12 P-15 per colpire con 1-2 missili un caccia NATO, e questo significava mobilitare flottiglie di 6 cannoniere l'una; ma per farle giungere in zona operativa era necessario prevedere anche le reazioni della NATO, così che solo una flottiglia su tre avrebbe potuto ingaggiare combattimento senza essere colpita prima. Questo significava ben 18 navi inviate in azione per affondare un cacciatorpediniere, e con la perdita di parecchie delle attaccanti. Era chiaramente una previsione scoraggiante, ma era anche il meglio che ci si potesse permettere all'epoca. In ogni caso, le flottiglie di siluranti rimasero a lungo in servizio, in genere in azione assieme ai tipi missilistici. Le cose nella realtà andarono diversamente: contro il caccia EILAT, affondato il 21 ottobre 1967, entrarono in azione solo 2 di queste unità, che spararono senza nemmeno uscire da Port Said contro il caccia, che era a circa 17 km di distanza. Ben 3 missili su 4 tirati fecero centro.

Per risultati migliori era già stato realizzato un progetto ben più potente, il 205. Questo era il tipo Osa (vespa). Mentre le 'Komar' erano in termini di dislocamenteo unità modeste, da circa 60 t (in questo si può dire che le uniche altre unità così piccole erano le 'Sparviero', aliscafi missilistici in servizio nella MM e poi anche nella Marina giapponese), le 205 erano navi più marine, con stazza triplicata e lunghezza dello scafo di circa 40 m, sagoma bassa e compatta, 4 missili e 2 torrette di nuovo tipo, radar-guidate, del tipo AK-230, in calibro 30 mm. Erano presumibilmente le prime CIWS del mondo e vennero pensate per un impiego del tutto automatico. Nel 1957-70 Leningrado, Vladivostok e Rybinsk realizzarono oltre 400 navi, esportate in 22 Paesi e prodotte anche dai Cinesi in oltre 100 esemplari, come degni successori delle 'Hegu'. Queste navi dimostrarono la loro validità nella guerra del 1971, quando intercettarono, come vera e propria task force navale e non come batterie galleggianti costiere, varie navi pakistane, tra cui il caccia Kheyber, affondato con due missili a segno; per poi attaccare direttamente Karachi distruggendo varie navi e serbatoi di petrolio. In tutto, ben 11 missili su 12 lanciati in varie notti di attacchi fecero centro.

Il potente motore diesel delle Osa era di configurazione stellare, similmente ai tipi aeronautici degli anni '30

Come si vede, la percentuale di colpi a segno era stata sottovalutata: per affondare un caccia di vecchio tipo (ma all'epoca c'era poco da scegliere, anche le nuove navi erano in genere prive di ECM) poteva bastare una 'Komar' e bastava e avanzava una 'Osa'. I Sovietici, del resto, avevano stimato che per ottenere lo stesso successo di tre flottiglie di 'Komar' ne bastavano due di 'Osa', ciascuna costituita da 3 navi. Questo significava solo 6 navi contro ben 18. Ciò comportava una semplificazione della coordinazione delle operazioni in mare, agevolate anche dalla migliore dotazione elettronica e qualità nautiche delle Pr. 205. Ecco perché, al dunque, esse erano così ben considerate: il rapporto costo efficacia e le possibilità di sopravvivenza erano superiori rispetto alle precedenti 'Komar', così come l'utilizzabilità anche con mare grosso. Infatti si trattava di navi dalle migliori doti nautiche, con i lanciamissili meglio protetti dagli effetti delle grandi ondate, pericolose per i missili delle 'Komar'.


Tuttavia nel 1971 le 'Osa' denunciarono dei problemi ai motori anche seri, e nel 1973 la cosa era anche peggiore. La Marina israeliana si prese la rivincita, specie in scontri come quelli di Lakatia. Le navi arabe avevano i P-15 con una portata doppia rispetto ai missili Gabriel israeliani, per non parlare dei cannoni da 76 mm, e le particolari condizioni di propagazione radar consentivano di lanciare i missili alla massima distanza, anche 'oltre orizzonte' (più di 40 km). Questo però non bastò di fronte alle navi israeliane, che erano state pensate con alcuni accorgimenti stealth, manovravano veloci e non si lasciavano sorprendere dagli attacchi avendo sistemi ESM e ECM di disturbo attivo, più lanciatori di chaff.


Il tutto fece sì che nessuno dei 52 missili tra AS-5 (aviolanciati da Tu-16) e Styx trovasse il suo bersaglio, anche perché qualcuno venne abbattuto dai sistemi di difesa e altri deviati da malfunzionamenti, ma soprattutto dalle tattiche e tecnologie delle piccole e ben equipaggiate navi israeliane. Le 'Osa' erano pensate soprattutto per attaccare grosse navi e le piccole unità d'attacco non erano contemplate come avversari diretti. Peggio che mai, finiti i missili, i battelli arabi si ritrovarono impossibilitati anche a scappare, visto che i loro potenti motori diesel avevano noie meccaniche che impedivano di superare i 24 nodi anziché 38 di progetto. Così non riuscirono a vincere contro le navi israeliane, non riuscirono a scappare e con i loro cannoni da 30 mm tantomeno riuscirono a combattere contro i cannoni da 76 delle 'Saar'. C'era poi da rilevare la minaccia degli elicotteri e aerei dotati di missili aria-superficie e controcarri, che potevano sparare facilmente da oltre i 2,5 km di raggio utile dei cannoni di bordo (anche se talvolta integrati dai lanciatori SA-7 portatili). Le OSA II, successive alle precedenti e dotate di motori più potenti, da 5.000 anziché 4.000 hp, introducevano alcuni miglioramenti e spesso i lanciamissili quadrinati Strela per aumentare la difesa ravvicinata (ed essendo armi a guida IR, non era affatto difficile nemmeno tentare l'ingaggio di altre unità navali, specie se queste cominciavano a sparare con le armi di bordo, diventando notevolmente 'calde').


Il versatile scafo delle 'Osa', almeno tenendo conto delle loro dimensioni e stazza, era suscettibile di ulteriori impieghi. Ne sono state così realizzate diverse 'variazioni sul tema'. Uno di questi fu il poco diffuso Project 206-MR "Vikhr'", ovvero la Classe R-27 ovvero, per la NATO, la MATKA. Si trattava di una semplice variazione sul tema degli aliscafi, aggiungendo due alette laterali allo scafo delle 'OSA'. Gli aliscafi hanno costi di gestione elevati, ma in questo caso non di molto; le loro capacità di carico sono maggiori rispetto a quelle delle navi normali, e così la velocità. Qui si arrivava a circa 42 nodi, ma soprattutto, c'era la possibilità di usare anche i cannoni da 76 mm AK-176, che vedremo poi. I missili erano gli Styx ultima edizione, in genere ridotti a 2 esemplari; erano un po' pochi, ma il cambio con un cannone da 76 mm e un CIWS da 30 mm era piuttosto vantaggioso, mentre la plancia veniva rialzata notevolmente per non essere ostacolata dal grosso cannone di prua. Nell'insieme ne vennero costruite poche (una ventina), in attesa di qualcosa di più potente. Un' ulteriore filiazione fu la motosilurante tipo 'Shersen', dallo scafo simile ma più piccolo. Così si fece il percorso inverso, sia pure piuttosto fuori dall'epoca 'giusta'; si era partiti con le unità missilistiche derivate da quelle silurantei P6, e adesso si prendevano le 'Osa' per farne delle motosiluranti (ma in scala ridotta, con scafo da circa 35 m). La classe 'Shersen' venne anche trasformata in aliscafo, diventando la 'Turya', circa 30 esemplari per l'URSS e 6 per Cuba (modificati per i soli siluri antinave); le Turya, simili alle Matcka ma con armamento diverso (4 TLS, cannone binato da 57 e binato da 25) erano destinate soprattutto all'intervento veloce in azioni ASW, piuttosto che per attacchi siluranti a grandi navi. Infine non mancarono i pattugliatori 'Stenka', sulla base dei Shersen, armati con i cannoni da 30 mm e talvolta siluri e apparecchiature ASW, come il sonar filabile simile a quello dei Ka-25.


Visto che era necessario ottenere una nave più versatile di questi piccoli scafi, venne messo mano al Progetto 1241 MOLNIYA (folgore), iniziato nel 1970 e completato a Leningrado su direzione del TsMKB Almaz (e il solito Yukhin). Questa nave era capace di operazioni complesse, avendo un costo maggiore e un dislocamento più che doppio, eppure ancora con lo stesso numero di missili (ma in lanciatori doppi e non più singoli), con motori COGAG su 2 turbine da 4000 hp e altrettanti assi per la crociera e 2 da 12.000 hp per gli spunti di velocità, il tutto di derivazione aeronautica, come del resto lo erano i diesel delle siluranti precedenti, ricavato dai Mikulin AM-34 dei TB-3.

La potenza dei motori era sufficiente per 43 nodi con autonomia (invero ridotta) di 1.600 nm a 12-14 nodi o 10 gg di mare. Lo scafo in acciaio è a ponte continuo, le sovrastrutture in lega leggera. Le dimensioni dello scafo erano di 56,1 x 10,2 m, dislocamento di 385-455 t, immersione di 2,2 m ed equipaggio di 38 uomini di cui 5 ufficiali.

L'apparizione di queste unità era un rebus per la NATO perché non se ne capiva la distribuzione e il senso, infatti erano meno avanzate e più piccole delle precedenti Nanuckha. Ma queste erano corvette concepite con criteri diversi e non dei successori delle 'Osa'. Il loro armamento era la ragione dell'aumento della stazza e delle dimensioni. I missili SS-N-11 (designazione NATO) erano i P-21 e 22, versioni radar e IR del precedente P-15 e 20. Questo missile, noto anche come SS-N 2C, aumentava la massa a 2,5 t e la lunghezza, ottenendo una portata di ben 80 km. Era grossomodo la versione di superficie dell'SS-N-7 lanciato dai sottomarini 'Charlie' (P. 670). La lunghezza di 6,5 m e il diametro di 75 cm, la solita testata da ben 500 kg erano chiaramente diversi dai piccoli missili occidentali, ma come questi, il nuovo sistema aveva dei miglioramenti soprattutto nell'intelligenza artificiale. Ergo, un nuovo sistema di guida consentiva di scendere molto di quota: anziché 120-250 m, difficili da considerare 'a volo radente', il missile era in grado di viaggiare a 25-30 m, il che riduceva anche molto l'evidenza del suo grosso motore a razzo, che era ben visibile all'IR e al visibile (la vampa del motore e la scia); non solo, ma in avvicinamento finale poteva scendere fino a 2,5 m, mettendo in crisi anche molti sistemi d'arma difensivi delle unità NATO, spesso inefficaci sotto i 15-30 m. Il suo sistema di guida era soddisfacente, essendo un tipo radar avanzato resistente alle ECM oppure uno del tipo IR.

Ma erano i cannoni la differenza che giustificava l'aumento di stazza: la torretta a prua, in assonanza ai tipi occidentali armati di cannone OTO (o anche di Bofors da 57 mm) era armata con un nuovo cannone, l'AK-176, il primo pezzo super-rapido in questo calibro arrivando ad almeno 120 c.min ed essendo efficace (tirando in media una ventina di colpi per ingaggio) anche contro i missili antinave, anche perché, differentemente dai pezzi sovietici da 57 mm, era capace di sparare anche proiettili con spoletta di prossimità. L'alzo era tra -10 e +85°, il brandeggio di 326° complessivi, limitato solo dalle sovrastrutture e dai lanciamissili ai loro lati. La gittata arrivava a 15,7 km e c'erano 152 colpi disponibili del tipo HE e contraerei. Essi sono meno pesanti dei tipi occidentali, 5,9 vs 6,3 kg, ma sono sparabili a ben 980 m/s anziché circa 900. Vi sono modalità di sparo sia comandate con il radar Vympel MR-123, che con il mirino della torre in controllo locale; per questo essa è più grossa della OTO, avendo conservato il posto di combattimento per un cannoniere (peso totale 10 t circa vs 7,5). Per la difesa CIWS vi sono anche due torrette AK-630 da 30 mm con raffreddamento ad acqua, cadenza di 5.000 c.min e alzo tra -18 e +88°, con riserva di 2.000 colpi e campo di tiro di 180°. Sistemate dietro il fumaiolo, sono dirette dal radar di tiro anteriore (non esiste un radar specifico per loro), il tipo noto come 'Bass Tilt' (il precedente Drum Tilt era invece in un'alta piattaforma poppiera, controllando da lì entrambe le torrette dato che era capace di un arco di visione comunque elevato). Vi sono poi anche SAM, che nell'ambito delle limitate capacità di carico sono costituiti da missili Strela-2M o -3M, figli dell'OKB di Nepobedimy; lo Strela 3M raggiunge distanze tra 500 e 5.000 m, altezza tra 10 e 3.500 m e sensore refrigerato, con capacità ECCM e anche ingaggio contro bersagli in avvicinamento. Vi sono due lanciatori quadrupli a poppa, piuttosto compatti, che sono dotati di 16 missili, metà pronti al lancio e metà in riserva. Dietro, nella poppa a specchio, vi sono gli scarichi delle turbine. I sistemi elettronici sono un radar di scoperta, uno per navigazione, uno per il controllo del tiro, sistemi IFF, EW e comunicazioni. Le 'Osa' erano meno armate e meno equipaggiate, soprattutto però nella guerra del Kippur le navi arabe erano prive dei sistemi di disturbo che avrebbero causato problemi di tecnologie se fossero caduti nelle mani israeliane. Così invece, furono le 'Osa' ad andare a fondo per la loro mancanza. Molto meno diffusi dei precedenti tipi, le 'Tarantul' (nome NATO) ebbero 23 ordini per la Marina sovietica, più quelli del Progetto 1241IRE per l'export, per la DDR, India, Romania, Bulgaria, Yemen e Polonia (nel periodo 983-92).

In seguito l'evoluzione vide nella sala macchine prodiera due motori diesel M-510 da 5.000 cv a 2.000 giri/min (sono motori da ben 56 cilindri, radiali: un qualcosa di ben diverso rispetto ai tipi occidentali che al massimo arrivano a 20), quelli usati per le 'Osa'; il motore CODAG consente così una velocità inferiore, 41 nodi, ma l'autonomia aumentava del 50%, a 2.400 miglia. Era vantaggioso, soprattutto alle andature di crociera, inadatte per la resa termodinamica delle turbine. Questa era la 'Tarantul II', mentre la 'Tarantul III' ebbe i missili antinave di nuova generazione. Costruita a Leningrado dal 1981, sostituiva i missili Styx con i nuovi e formidabili ZM-80, ergo gli SS-N 22 in una versione specifica per risultare compatibile con le piccole navi d'attacco. Progettato dal Raduga OKB (capo progettista I. S: Seleznev), è un'arma da 3,950 t con testata bellica di 300 kg e gittata di 120 km, ma soprattutto, grazie al motore a statoreattore, permette di attaccare a velocità di circa mach 2, attaccando a velocità anche maggiori. Vola ad appena 20 m di quota, ma nella fase finale d'attacco arriva ad appena 7, inoltre può anche manovrare ad S per evitare di essere inquadrato troppo facilmente. La sua velocità è tale da renderlo quasi inintercettabile persino da sistemi difensivi come l'AEGIS e può spezzare in due una nave colpita grazie ad un'energia cinetica circa 20 volte maggiore rispetto a quella di un Exocet (2 volte la velocità e 6 la massa, pari a qualcosa come 845 MJ, circa 2 carichi di proiettili di un M1 Abrams). Le dimensioni sono abbondanti, 9,385 m di lunghezza e 1,35 di diametro, per cui non è certo un missile di ridotta 'evidenza' radar e IR, ma essendo dotato di motore a statoreattore (progettato dall'OKB-670 di MM.Bondariuk e poi rifinito dall'Ufficio Soyuz di Turayevo) emette meno calore dei tipi a razzo e non ha tracce di fumo apprezzabili, un grosso vantaggio tattico. Il radar attivo-passivo permette attacchi anche in condizioni difficili e si stima una percentuale di successo che arriva fino al 99%, un po' meno contro convogli e mezzi anfibi (forse per la vicinanza della costa). I missili sono capaci di distruggere un caccia con 1,2 testate oppure una nave da carico da 20.000 t con 1,5 testate, ma questi, al solito, sono numeri buoni per le stime: del resto, bastò un Exocet per distruggere lo Sheffield e con il Moskit non c'è problema nemmeno se la testata resta inesplosa, dati gli effetti disastrosi che causa in ogni occasione in cui centra il bersaglio. Quanto alle navi, le 5 unità della DDR presenti nel 1989 furono attentamente esaminate e due portate negli USA per valutazioni alla fine del 1991. I missili, invece, non erano così facili da reperire; e se ben 190 Styx vennero mandati negli USA come armi-bersaglio, i missili SS-N-22 (in realtà una vera famiglia, tra cui il tipo più recente e leggero era il Moskit), non erano disponibili; gli americani cercarono disperatamente di impossessarsi dei suoi segreti già negli anni '80, e negli anni '90 chiesero ai russi di cedergli pochi missili per i test con il sistema AEGIS, sperando ovviamente di mettere le mani sulle tecnologie di questi missili in versione 'bersaglio'.

Più recentemente le navi russe erano state sviluppate in varie versioni evolute: i progetti 12417, 12418 12421. Questi erano meglio armati e capaci rispetto ai tipi della Guerra fredda: la prima aveva il sistema Kasthan CIWS, per portate fino a 8 km; la seconda ha i missili Uran, la terza è la versione export della Tarantul III. La più interessante si è rivelata la 1418. Essa ha un sistema missilistico del tutto diverso, il primo antinave simile a quelli occidentali. È il prodotto dello Zvezda DB ed è noto come Kh-35 Uran, ma soprattutto come 'Harponsky'. Simile all'arma americana a cui si sarebbe ispirato (pare che certe tecnologie sono state rese reperibili dopo la caduta dello Sha di Persia, ma è tutto da dimostrare in concreto), è un missile di piccole dimensioni, dalle capacità e dall'aspetto non particolarmente impressionanti. Ma è un missile 'onesto', pesante poco oltre 600 kg e capace di volare a velocità di 240 m/s, in attacco fino a 300; la portata così è di circa 130 kg, e siccome la velocità è subsonica, il motore è un efficiente turbogetto e la testata è pesante appena 145 kg, è possibile contenerne le dimensioni in 4,4 m di lunghezza. Soprattutto è possibile costruire questi missili a costi ridotti e alla metà degli anni '90 erano in vendita a prezzi pari a circa un terzo di quello degli Harpoon. Magari meno avanzati di questi ultimi, con una testata meno potente (ma ancora sufficiente) e una gittata leggermente maggiore di quella dei primi BGM-84, sono missili poco ingombranti. Possono essere così ospitati in 4 fasci di 4 tubi di lancio l'uno, per un totale di ben 16 armi, ciascuna capace di distruggere una nave di medie dimensioni. Così è molto più economico l'uso di queste armi, che sono più leggere dei Moskit e adatte per la maggior parte delle evenienze, nonché meno costose, presumibilmente, anche in un rapporto di superiorità numerica di 4:1. Essendo così numerose, è possibile lanciarne 4 al posto di ciascun Moskit e sebbene più facili da abbattere, sono abbastanza numerose da avere comunque ottime possibilità di colpire, anche perché nella fase di crociera volano basse e in attacco scendono fino a circa 3 metri di quota, mentre la traccia, sia IR che radar, è grandemente inferiore rispetto a quella dei super-missili della famiglia Moskit/Sunburn, per cui sono sì più lenti, ma ben più difficili da localizzare. I CIWS, poi, sono sì capaci di colpire uno- due missili (talvolta anche supersonici), ma non c'è modo di assicurare la difesa contro ondate di 4-8 ordigni.


Tutto questo però, per quanto previsto per la Marina dell'URSS, ha finito per non riguardarla; tantomeno per le marine alleate del Patto di Varsavia (tra cui la DDR, che aveva già una corvetta predisposta per il loro impiego), che terminarono la loro esperienza nella Guerra Fredda ancora senza avere l'equivalente diretto dei missili occidentali, così piccoli, ma raffinati e flessibili nell'impiego. Piuttosto, grande estimatore di quest'ordigno è stata la Marina indiana, che ne ha ordinati centinaia. Quella cinese no, perché differentemente dal rivale asiatico, era già ben servita dai missili di casa, cloni dell'Exocet e presenti sia con sistema a razzo che a turbogetto (in questo anticipando di molti anni l'MM.40 Block 3), che scambiava una parte della velocità per una gittata nettamente maggiore.

I cacciatorpediniere russi[2]

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I caccia Tipo 30bis, ovvero gli Skoryy (veloce: i caccia russi, come quelli francesi e italiani, sono caratterizzati da 'appellativi' come nome, mentre nel dopo-1991 portano in genere nomi di ammiragli), sono stati realizzati tra il 1938 e il 1948, ed entrati in servizio tra il 1944 e il 1960.

La loro dotazione elettronica, per la prima volta in un caccia sovietico, era notevole: radar Gyus-1, Ryf-1, Redan -2 Vympel-2, sonar Tamir-5h.

L'armamento si caratterizzava per la presenza di 2 cannoni da 85 mm in una torre binata, che per le navi sovietiche della categoria era una notevole innovazione (per la difesa antiaerea); questo assieme ai più tradizionali 4 pezzi da 130 mm in torri B-2LM, e a 7 armi da 37 mm. Il tutto era completato da 10 siluri da 533 mm (2 lanciatori quintupli) e 52 cariche di profondità in alternativa a 60 mine (era ovviamente possibile anche un 'mix' di entrambe). Questi caccia postbellici erano l'evoluzione del Progetto 30 'Ognevoy' (da cui il 'Bis' della denominazione), ingranditi per migliorare la tenuta al mare e l'autonomia. Erano prodotte in serie con l'allestimento di 101 moduli prefabbricati, cosa che consentiva di sveltire la loro realizzazione. Ne andarono 16 alla Flotta del Baltico (costruiti dai cantieri Zhdanov), 18 per il Mar Nero (Nikolaev), 18 per la Flotta del Nord (Severodinsk) e 17 per il Pacifico (Komsomolsk). Inoltre 6 vennero ceduti alla Marina egiziana, 7 a quella Indonesiana e 2 ex-Flotta del Baltico per la Polonia. La radiazione nella marina dell'URSS avvenne nel 1965-84. Navi ragionevolmente moderne ed efficaci, vennero ampiamente usate come una sorta di 'Gearing' sovietici, ma senza batteria di cannoni pienamente doppio ruolo come le navi americane. La cosa poteva non andare bene per le esigenze legate alla guerra moderna, e in particolare alla necessità di difendersi al meglio dagli attacchi aerei; ma se non altro erano cannoni più potenti nel tiro anti-superficie, con una lunga gittata (circa 10 km maggiore delle navi americane e occidentali in generale), nonché una granata assai pesante.

Questo cannone era il 130/50 mm B13 Mod 1936, nato dal 130/45 del 1929, installato sui sottomarini, che doveva raggiungere le prestazioni del Mod 1913 da 55 calibri. Questo pezzo da 5,1 pollici nacque come progetto della Vickers, modificato per usare sacchetti di cariche anziché bossoli. La Obukhov costruì 147 armi fino al 1917, altri 100 vennero ordinati alla Vickers direttamente. Queste armi erano potenti al punto che la RN pensò di metterne in servizio alcune, ma sarebbe stato un altro calibro da supportare logisticamente e così non se ne fece nulla. Nel 1941 c'erano oltre 100 armi disponibili. Erano armi lunghe 7,15 m e pesanti fino a 5,29 t, con una cadenza di tiro di 5-8 c.min. per proiettili da 33,5 kg tipici, ma c'erano tante versioni: SAP, HE, HE-FRAG, AA, Shrapnel, illuminanti, persino proiettili ASW, che avevano una carica di 6,58 kg anziché 2,7-3,65 kg come gran parte delle altre. La v.iniziale era di 861 m/s (le ASW appna 237,7) e la gittata arrivava a 15-20,3 km (3 per le ASW).

I Mod. 1936 erano invece stressati con una potenza tale, che la vita utile calava da 300 a 130 colpi. Nel '41 c'erano 378 armi in servizio, nel frattempo la profondità delle righe era aumentata per dare una più lunga vita utile. La produzione arrivò fino al 1954. La versione B-2U venne progettata come arma a doppio ruolo, anche contraerea. Era una buona arma, ma con dei problemi di funzionamento della culatta, che non pare funzionasse molto bene. Il peso dell'arma era di 5.070 kg e la lunghezza di 6,58 m, cadenza di 6-10 colpi per il tipo singolo, 12 per quello binato (per ciascun cannone). I proiettili erano simili o uguali all'altro, pare vi fosse anche un proiettile 'antiradiazioni' (antiradar?) senza tuttavia carica interna. L'AA avea 2,12 kg di esplosivo, la ASW 6,46 kg, illuminante 30 gr, HE 2,71 kg, HE-FRAG 3,58 kg. V.iniziale 823 m/s (SAP), HE (870 m/s), ARM (750 m/s). Vita utile della canna 130 colpi. Gittata: 20,3 km a 45°, con rigatura media 25,5 km, con quella profonda 25,6 km. Il peso dell'affusto B-2LM era di 49 tonnellate, con un rateo di alzo e direzione di quasi 10°/sec. Questi cannoni vennero usati anche in vari monitori, con peso aumentato a 83-90 t, per una maggiore protezione.

Quanto ai siluri, i 53-51, in servizio dal 1951, pesavano 1.875 kg e portavano una carica di 300 kg a 51 nodi/4 km, o 8 km a 39 nodi. Erano solo armi antinave, ad alte prestazioni e con spolette e sistemi di manovra migliorati. Gli 'Skoryy', in altri termini, erano il massimo delle navi cacciatorpediniere di tipo 'classico', ma non ancora adattate al compito di scorta a.a. e ASW. L'armamento, insomma, era piuttosto pesante. Ma non vi furono significativi aggiornamenti e così si passò presto a navi di classi successive, in particolare con cannoni DP e sufficienti capacità di ospitare apparati elettronici e sistemi missilistici.

  • Dislocamento: 2.353 t standard, 3.115 a pieno carico
  • Dimensioni 120,5x12 m
  • Totale realizzati 70.
  • Motori: 2 turboriduttori da 60.000 hp, per 36,5 nodi, autonomia di 7.550 km a 16 nodi
  • 286 uomini d'equipaggio.
  • Armi: 4x130 mm, 2x85 mm, 7x37 mm, 60 mine o 52 c.prof; 10 siluri da 533 mm (2x5)


Il successivo Neutrashimy era una nave da 3.100-3.830 t, da 133,83x13,57x 4,42 mm, motori per 66.000 hp, 36 nodi. L'armamento era di 4 pezzi da 130 mm, 8x45, 10 lanciasiluri e armi minori. Era stata costruita dai cantieri Zhdanov di Leningrado e varata nel 1950. Fu radiata nel 1974. Tra le caratteristiche, i cannoni a doppio ruolo in nuove torrette da 130 mm e sistemi per la protezione NBC. In seguito il progetto venne venduto alla Cina e divenne il progenitore dei 'Luda', anche se la cosa è dibattuta perché le navi in parola somigliano effettivamente piuttosto ai Kotlin.

Un Kotlin-SAM

Questi vennero completati in 27 esemplari, 2.662-3.560 t, dimensioni 126,1x12,7x4,2 m, due motori per 72.000 hp, e ben 38 nodi. L'armamento era di 4 pezzi da 130 mm, 16 da 45 (impianti quadrinati), 10 da 533 mm, 6 lanciabombe di profondità e 50 mine. Il nome sovietico era Spokinyy e la costruzione fu rapida: 1955-58, rimasti in servizio fino alla fine degli anni '89. E anche oltre, visto che i 'Luda' cinesi, 17 costruiti, sono sia basati sui Neustrashimy, che sui Kotlin. Questi erano una versione ridotta del primo, essendo questo troppo costoso e grosso per le possibilità costruttive sovietiche, nel contempo vennero eliminati dei problemi riscontrati con questa nave. Ne erano preventivate ben 100, ma solo 32 vennero ordinate, 1 cancellata successivamente e 4 completate come 'Kildin'. 11 vennero modificate con lanciarazzi ASW al posto delle vecchi cariche di lancio. Erano i Progetto 56PLO. Ma vi furono presto altre modifiche, come nel '62 con il missile S-125 Neva, ergo SA-3 ergo SA-N 1 Goa. Il missile poteva ingaggiare bersagli fino a 15 km e tra i 100 e i 10.000 m, con radar di tiro 4R90 Yatagan (ma un solo bersaglio alla volta). C'era una rampa binata ZIF-101 e 16 missili a poppavia. In tutto vennero trasformati 7 caccia in Progetto 56A o 'Kotlin SAM' secondo la NATO. In seguito i missili Volna-M, P e N aumentarono nettamente le capacità del sistema. L'ultimo venne radiato nel 1992.

Quanto ai Kildin, essi vennero completati in 4 esemplari da 2.660-3.230 t, dimensioni 126x12,7 x 4,2 m. L'armamento era di un lanciamissili SS-N-1 con 8 ricariche, 16 cannoni da 57 mm, 10 tubi lanciasiluri da 533 mm e due RBU-2500 oltre a 2 RBU 6000. Il loro armamento era costituito dal potente missile KSShch o SS-N-1, che però divenne obsoleto già negli anni '70 e sostituito in seguito con 4 SS-N-2 e 2 pezzi binati da 76 mm.

Le navi erano Bedovyy, Prozorliviy, Neuderszhimmy e Neulovimmy. Essi vennero completati dal 1958 e radiati nel 1989-91.

I Kanin erano un'altra classe interessante: costruiti in 7 esemplari, navi da 3.500 t-4.200 t, poi fino a 4.500 t dopo i rimodernamenti, erano navi con dimensioni simili alle altre, con due missili 2 SSN-1, 16 cannoni (impianti quadrinati) da 57 mm, 6 tubi da 533 mm e 2 RBU-2500. In seguito ebbero al posto dei missili antinave, 1 lanciamissili binato SA-N-1, 8 cannoni da 57 mm (rimossi due impianti quadrinati), 4 cannoni da 30 mm e 10 lanciasiluri, più 3 RBU-6000 e per la prima volta nella marina sovietica, piattaforma per elicotteri. Del tutto simili come meccanica ai 'Kotlin', con scafo aumentato leggermente, c'erano due lanciamissili antinave, uno per estremità. dal 1965 questi vennero sostituiti con sistemi ASW ma presto si capì che erano troppo costose come conversioni. Le navi vennero completate entro il 1961, a Leningrado.

I nomi delle unità erano: Zhguchiy (fiammeggiante), Zorkiy (osservante), Derkiy (impertinente), Gnevnyy, Upornyy, Boykiy, nati nei cantieri Amur. Vennero radiati entro il 1987-91.



Quanto ai Progetto 61 Kashin, questi nuovi caccia missilistici vennero costruiti dai cantieri Kommunara Zadov, Nikolayev in 20 esemplari. Uno venne esportato in Polonia e 5 in India.

Navi in servizio dal '64, ne restano ancora 6 in attività. Dislocamento 3.400-4.390 t, dimensioni 144x15,8x4,6 m, 4 M8E da 72.000 hp complessivi per 33 nodi. L'equipaggio era di 266-320 elementi. L'armamento di due cannoni AK-726, 2 lanciatori SA-N-1 con 32 missili in tutto, 1 lanciasiluri a metà nave, quintuplo, da 533 mm, 2 RBU-6000 e due RBU-1000. L'autonomia era di 6.480 km a 18 nodi.

Lo Smetlivyy, armato con missili Uran e Shtil, ma privo dei CIWS

Queste navi sono attualmente in servizio in India e una sola in Russia. Le unità indiane sono la classe 'Rajuput', con il cannone poppiero da 76 rimosso in vantaggio di un hangar per un elicottero Ka-25, più 4 SS-N 2 e altrettanti AK-630. Note come SKR, ovvero semplicemente grandi navi (storozhevoi korabl), poi grandi navi ASW (PK) o grandi navi missilistiche (BRK), non sono mai state ufficializzate per quel che sono in termini tecnici, cacciatorpediniere. I primi multiruolo per la Marina sovietica e gli unici con un armamento prevalentemente SAM. La struttura era bassa e compatta, con un ponte continuo e fortemente arcuato a prua. La sovrastruttura era bassa e la plancia quasi indistinguibile, sovrastata letteralmente dal radar di prua per la guida SAM, mentre dietro v'erano varie alberature alternate a due gruppi di fumaioli inclinati verso l'esterno, il tutto con una zona vuota che era il lanciasiluri quintiplo, installato sull'asse della nave come le vecchie costruzioni, per non dover mettercene due facenti fuoco solo di lato. Il lanciasiluri era unico, e anche per questo ne venne scelto uno di grande capacità: 5 tubi da 533 mm.

Soprattutto, va rimarcato che, differentemente dai coevi 'Adams', questi caccia sono state le prime grandi navi da guerra con motori a gas, progettate come tali già nel '57 e impostate dal '59. Le turbine erano in due settori separati dello scafo e potevano essere rimosse semplicemente facendole muovere attraverso i due gruppi di fumaioli, una cosa impensabile con i vecchi tipi di propulsori a vapore. L'armamento era simmetrico tra prua e poppa, una specie di anticipazione di quanto accadrà sui 'Sovremennyy': una torre e un lanciamissili su entrambi i ponti, mentre lo scafo di per sé era basso ma ben pensato anche per operazioni sul mare.

Inoltre erano navi con protezione NBC e la sala operazioni era dentro lo scafo e non sul ponte di comando, come del resto accade con le navi moderne. Da qui le forme particolarmente basse della plancia, sormontata piuttosto dalle alte alberature per i sensori di scoperta. La versione M o MP era armata con 4 SS-N-2 e 4 AK-630, quindi entrò nell'era della lotta con missili antinave (e della loro relativa difesa), con tanto di sonar trainato e una piattaforma per elicotteri in posizione più sollevata. In seguito gli RBU-1000 vennero rimossi. Di queste navi, lo scopo principale era spesso ombreggiare i gruppi navali NATO, specie in caso di crisi, e magari attaccarli con i loro 4 missili.

Uno, lo Smetlivy, fu modificato poi con i missili Kh-35, gli SS-N-25 Harponski, e il sonar MNK-300. È l'unico ancora attivo nella Marina russa.

Un altro caccia interessante era senz'altro il PROVORNY, modificato nel 1974-77 nel Project 61E, senza lanciatori di missili Volna, ma con uno singolo di Uragan (SA-N-7) di cui fu la nave sperimentale. Tragico invece il destino dell'Otvazhny, che subì una tremenda esplosione a bordo e un incendio durato 5 ore, affondando con 24 morti (si disse in Occidente 2000).

L'ORP Warsawa (271) venne trasferito alla Marina polacca come unità ammiraglia della principale potenza convenzionale del Patto di Varsavia.


Kashin normale e mod:

  • Dimensioni: 144 x 15,8 x 4,6 m (Mod: 147 m di lunghezza, idem per il resto)
  • Dislocamento: 3.400-4.390 t (Mod: 3.950-4.650 t)
  • Motore: 4 turbine M8E su due assi, 72.000 hp; 33 nodi e 3.500 nm a 18 nodi.
  • Armamento: 2 impianti AK-726, 2 lanciatori SA-N-1 con 32 armi in tutto, 1 lanciasiluri quintuplo da 533 mm, 2 RBU-1000 da 300 mm e due RBU-6000 da 250 mm; piattaforma per elicotteri (Mod: 4 AK-630 e 4 SS-N-2C ma nessun RBU-1000).
  • Sensori: 1 radar di scoperta aerea 'Head Net-C' 3D e un altro 3D 'Top Steer', oppure un 'Big Net' 2D e un Head Net C; 2 radar guidamissili 'Peel Group'; 2 nav 'Don Kay', 2 'Owl Schreech' per i 76 mm; 2 ECM Watch Dog e 2 IFF Hig Pole-B; un sonar a scafo ad alta frequenza; I Mod: 1 Big Net, 1 Head Net-C, 2 controllo SAM, 2 navigazione, 2 controllo tiro 76 mm identici ai tipi base, più 2 ECM 'Bell Shroud' e 2 'Bell Squat', 4 lanciachaff a 16 canne, 1 sonar a media frequenza e uno a profondità variabile a bassa frequenza.
  • Equipaggio: 280 (300)

Nomi:

  • Komsomolets Ukrainy -impostato a Nikolayev 31-12-1960, servizio 31-12-1962, radiato 1991, demolito 1995
  • Soobrazitelny - Nikolayev 25.9.1961, 26 dicembre 1963--- 1992--- 1994
  • Provorny - Проворный Nikolayev 23 mar 1962--- 25.10.1964--- 1990--- 1993
  • Obraztsovy - Zhdanov 23.2.1964--- 29.9.1965--- 1993--- 1995
  • Odarenny Zhdanov 11.9.1964--- 30.12.1965--- 1990--- 1991
  • Otvazhny - Nikolayev 17.10.1964--- 31-12-1965--- aff 30.8.1974
  • Steregushchy-Zhdanov 20-2-1966--- 21-12-1966 --- 1993--- 1994
  • Krasny Kavkaz-Nikolayev 9.2.1966--- 25.2.1967--- 1998--- 2000
  • Reshitelny - Nikolayev 30.6.1966--- 30.12.1967--- 1989--- 1999
  • Strogiy Nikolayev 29.4.1967--- 24.12.1968--- 1993, lo scafo venduto all' India, ma affondato nel tragitto vicino a Singapore, nel 1995
  • Smetlivy, Nikolayev 26.8.1967--- 5.9.1969--- modernizzato negli anni '90 e in servizio nel Mar Nero (2008)
  • Krasny Krym - Nikolayev 28-2-1969--- 15.10.1970--- 1993--- 1996
  • Sposobny, Nikolayev 11.4.1970--- 25.9.1971--- 1993--- 1995
  • Skory (veloce), Nikolayev 26.2.1971--- 29.9.1972--- 1997--- 1998
la versione indiana dei 'Kashin', armata di CIWS, missili ed elicotteri

Project 61MP ;

  • Ognevoy, Zhdanov 31-5-1963, 31-12-1964, 1989,1990
  • Slavny, Zhdanov 24-4-1965, 30-9-1966, 1991, 1995
  • Stroyny Nikolayev 28-7-1965, 15-12-1966, 1990, 1994
  • Smyshleny Nikolayev 22-10-1966, 27.9.1968, 1993, 1994
  • Smely Nikolayev 6.9.1968, 27.12.1969, 9.1.1988, affittato alla Polonia come ORP Warszawa (271) (nel 1988, venduto nel 1992-1993, dal 5 dicembre 2003in riserva.
  • Sderzhanny, Nikolayev 25-21972, 30.12.1973, 2001, 2002

Navi indiane 'Rajput' (Project 61ME): costruite a Nikolayev:

  • INS Rajput (D51) (1980)
  • INS Rana (D52) (1982)
  • Ranjit (1983)
  • Ranvir (1986)
  • Ranvijay (1988)

Quanto agli Udaloy, assieme ai 'Sovremennyy' hanno rappresentato la nuova generazione di navi tipo cacciatorpediniere. Specializzate nella lotta ASW, in servizio dai primi anni '80 (ma inizialmente senza SA-N- 9), ne sono state completate solo 12 più l'Udaloy II. Di queste sono attive ancora 4 navi. Dimensioni 163x19,3x6,2 m, peso 6.200-7.900 t, due eliche con 4 turbine a gas per 120.000 hp e 35 nodi, autonomia ben 10.500 nm a 14 nodi e 300 uomini d'equipaggio.

L'armamento era costituito da 2 lanciamissili bivalenti ASW e antinave SS-N-14 oppure nel caso dell'Udaloy II, 2 SS-N-22. V'erano anche 8 lanciamissili verticali, con caricatore da 6 colpi, per gli SA-N-9, 2 cannoni da 100 (poi un impianto binato da 130 per il mod II), 4 AK-630, 2 tls quadrupli da 533 m, missili SS-N 15 per l'Udaloy II, 2 RBU-6000, 2 Ka-27. Il progetto originale era noto come 1155 Fregate, per navi specializzate ASW dato che quelle multiruolo, per quanto possibili, erano sconsigliabili per i costi. Di fatto sono una specie di super-Krivak (fregate).

I 2 pezzi AK-100, i lanciamissili 'Sylex' e le rampe di lancio SA-N 9 (Kortik), a prua dei cannoni

L'armamento principale era costituito dagli SS-N-14 'Sylex', che in realtà erano chiamati 85-RU del Raduga OKB. Esso è stato visto per la prima volta nel 1970 sulle navi 'Krivak' e poi sui 'Kresta II' e 'Kara', in questi ultimi due casi con lanciatori quadrinati a blocchi sovrapposti anziché lineari come le 'Krivak'. Essi vennero poi usati dai 'Kirov' e per l'appunto, dagli Udaloy (i Kirov con una rampa di lancio apposita, ricaricabile). Questi missili inizialmente erano stati scambiati per armi antinave, e chiamati dalla NATO SS-N-10, anche perché i Sovietici fecero andare per mare le navi per anni senza queste armi a bordo. Così si pensava che le 'Krivak' e le altre navi fossero unità antinave, un po' come i 'Kresta I' e i 'Kynda'. In seguito si pensò che fosse un missile puramente ASW, ma ben presto si cominciò ad ipotizzare l'uso duale, anche come arma antinave. Alla fine esso è stato svelato che si trattava di sicuro di un'arma efficace e perfettamente duale. Essa è armata con un siluro E53, autoguidato attivo-passivo, portata 25 km, testata da 150 kg. Peccato che non sia anche utilizzabile direttamente come arma antinave. L'arma era assieme ad una testata da ben 350 kg, con sensore IR per la guida sul bersaglio. Il missile è la fusoliera, con la testa di guida, dietro il motore a razzo e poi i sistemi di guida; sotto c'è una specie di seconda fusoliera, dove c'è la testata HE e il siluro, sistemato dentro un cilindro di contenimento. Il missile è lanciabile con un preavviso di appena 15 secondi, ed è possibile decidere appena prima del lancio in che modalità usarlo.

Le dimensioni sono di 7,2 x0,574 (fusoliera) m, portata 55 km, velocità mach 0,95, quota di crociera 400 m. Vi è il razzo interno e due booster esterni. È come se si fosse usato il missile SS-N-2 per agganciargli sotto un siluro, insomma. Esso è pesante 4.000 kg e molto ingombrante. La sua velocità di crociera non è altissima, mentre la quota non è davvero radente, perché deve ricevere i dati dal radiocomando-radar della nave. L'arma è quindi vulnerabile ai sistemi CIWS e anche alle ECM. Tuttavia ha dimostrato una notevole efficienza in termini di ingaggio. La potenza è anche maggiore di quanto necessario: per esempio, non sarebbe affatto necessaria anche la testata, pesante da sola quasi il 10% del totale, per danneggiare gravemente qualunque nave. Sarebbe stato certo meglio usare un missile più compatto, magari in versioni sia ASW che antinave, tipo insomma l'OTOMAT e il MILAS; sull'Udaloy II sono infatti usati i missili SS-N-15, quindi hanno tubi di lancio che funzionano in realtà come missili ASW. In ogni caso i siluri da 533 sono armi ASW, non antinave, anche se non sono di tipo, in genere, filoguidato. Essi sono senz'altro utilizzabili anche per azioni antinave,modificando i sistemi di guida (non è possibile invece il contrario, usare siluri antinave per compiti ASW), anche se non propriamente doppio ruolo. I siluri sovietici sono di parecchi tipi e in genere di prestazioni elevate, anche se così non è per la quota massima operativa e per l'elettronica di bordo. Alcuni sono anche armabili con testate nucleari da 5 kT. Per il resto vi è una coppia di moderni cannoni AK-100 da 60-80 c.min, utili anche per il tiro antimissile, 4 CIWS, e un largo hangar per gli elicotteri.

La vista di 3/4 a poppa mostra bene l'apprestamento per gli elicotteri. All'epoca il sistema SA-N-9 aveva appena ricevuto i radar di controllo del tiro, visibili sopra l'hangar

I missili SA-N-9 sono l'equivalente dell'SA-15 dell'esercito e sono anche entrati prima in servizio. Questi missili, successori dei già discreti OSA (SA-N-4 Gecko), sono armi a lancio verticale, sviluppati dalla Altair, un istituto elettronico di Mosca, già responsabile di SA-2, 3, 5, 8 ecc. Il KINSHAL, vero nome dell'SA-N-9, noto anche come KLINOK, ha un missile 9M330, è stato pensato per assicurare la difesa di navi da 800 t in sù, ha tempi di reazione di 8-24 secondi. Inizialmente poteva attaccare bersagli tipo missili antinave a 8 km (1983) poi elevati a 12. Il sistema di direzione del tiro MR-350 o 360 'Cross Sword' secondo la NATO, ha un alto livello di automazione, ma è molto voluminosa. Ma ha un sistema phased-array di controllo del tiro, in banda 20-40GHz, e due antenne a forma di tamburo, e un radar di acquisizione in banda C e 45 km di portata. Esso è autonomo, e rappresenta un sistema assolutamente unico almeno all'epoca, perché sistemi Phased Array navali non esistevano, solo sistemi simili come quelli dell'SA-10 e del Patriot, a terra. Il sistema di lancio ha un'altezza di 4,7 m per i tubi, diametro di 1,96 m è rotante e ha 6 missili, con un lancio ogni 3 secondi. I portelli di lancio si aprono in 2,5 secondi dopo. Ha 4 tamburi di lancio con 32 missili. Il missile è l'9M-330, 2,9 m, diametro 235 mm, peso 167 kg, manovra fino a 30 g, motore a doppia spinta, v.max di 860 m/s e media di 650. Gittata tra 1 e 12 km, quota tra 10 e 6.000 m, testata da 15 kg per ingaggiare bersagli volanti fino a 700 m/s (quindi meno di un SS-N-22). Il missile è espulso fino a circa 20 m con un sistema pneumatico, e poi si accende il motore con la pronta vettorazione verso l'obiettivo come nell'ASTER.Esso è radio-guidato. Il sistema è molto costoso e pesante, ma dalle prestazioni formidabili in termini di ingaggio bersagli 'difficili'. La portata, però, non è molto alta, e così dal 1993 è stato presentato un 'braccio' ben più lungo, quello dell'Amramsky, ovvero l'AA-12 in versione SAM (RVV-ZRK), che ha anche autoguida terminale, ma ovviamente costa molto di più. Il sistema di controllo può ingaggiare con i missili standard fino a 4 bersagli su coordinate di 60 gradi per lato, contro due ingaggiabili entro i 30 gradi nel caso dell'SA-15 terrestre.

Ecco come si presenta l'A.Chebanenko, l'ultimo e il migliore degli 'Udaloy'

L'unico caccia veramente multiruolo era il 1155.1 Fregat II, il quale era un po' il tentativo di far fronte a navi come i 'Kidd'. I lanciatori di siluri da 533 mm hanno sostituito i grossi Silex, ma in maniera bizzarra: essi infatti sono stati messi nella condizione di tirare i missili SS-N-15, normalmente tirati dai tubi di lancio dei sottomarini. Inoltre vi è il sistema UDAV per la difesa antisiluro e una turbina migliore, così come i sonar e il sistema di difesa aerea integrato e con molti sistemi digitali molto avanzati. Nel 2006 venne annunciato che la Flotta del Nord, principale utente del tipo, ne avrebbe messo uno in riserva per problemi finanziari.

  • Dimensioni: 163x19,3x6,2 m
  • Dislocamento: 6.200-7.900 t
  • Motore: due eliche con 4 turbine a gas per 120.000 hp e 35 nodi, autonomia ben 10.500 nm a 14 nodi; 300 uomini d'equipaggio.
  • Armamento: 2 impianti da 100 mm, 2 lanciatori SS-N-14 con 8 armi, 48 SA-N-9; 2 tls quadrinati da 533 mm, 2 RBU-6000 da 250 mm; 4 CIWS AK-630; 2 elicotteri
  • Sensori: 2 radar di scoperta aerea 'Strut Pair'; 2 radar guidamissili SAM; 3 nav 'Palm Frond', 1 'Kite Schreech' per i 100 mm; 2 'Bass Tilt' per i CIWS; 2 ECM 'Bell Shroud', 2 'Bell Squat', 2 lanciachaff a 2 canne; 2 TACAN 'Round House', 2 IFF 'High-Pole B'
  • Equipaggio: 300
L'A.Chabanenko naviga assieme al S.Jacinto,un incrociatore AEGIS. Le navi sovietiche sono notevolmente basse e stabili (per operare nei mari in tempesta del Nord) se comparate alle unità americane, specie le 'Ticos'

Navi:

  • Udaloy (1980) - demolito nel 2002
  • Vice-Admiral Kulakov (1980) in revisione dal 1990, non è mai rientrato in servizio
  • Marshal Vasil'yevsky (BPK 499) (1982)
  • Admiral Zakharov (1982) - incendiato nel 1992 e demolito
  • Admiral Spiridonov (1983) -radiato
  • Admiral Tributs (1983)- Flotta del Pacifico, incendiato nel 1991, ritornato in servizio
  • Marshal Shaposhnikov (BPK 543) (1985) -Flotta Pacifico, incendio nel set.2008, forse gravemente danneggiato
  • Severomorsk (1985) - Flotta del Nord
  • Admiral Levchenko (BPK 605) (1987) - idem
  • Admiral Vinogradov (BPK 405) (1987) - Pacifico
  • Admiral Kharlamov (1988) - Flotta del Nord, riserva dal 2006
  • Admiral Panteleyev (BPK 548) (1990) - Pacifico

'Udaloy II': Admiral Chabanenko (BPK 650) (1995) - Flotta del Nord;

Mai completate o impostate: Admiral Basisty e Admiral Kucherov

Cacciatorpediniere missilistici moderni[3]

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Dell'attuale generazione no v'é dubbio che i più importanti siano i 'Sovremennyy', noti anche come Sovremennji o Sovremenny, sono considerati Eskhadrennyy Minonosets (cacciatorpediniere di squadra). Nacquero dai tardi anni '60 nell'ambito del potenziamento della marina sovietica e della diversificazione dei ruoli delle sue navi. Sono noti per il loro potente armamento antinave, ma non tutti hanno compreso anche che la loro origine si deve far risalire anche ad un altro problema: infatti, da molti anni non si costruivano più navi ben armate quanto ad artiglierie, data l'importanza per i sistemi missilistici, tra l'altro molto ingombranti, che c'erano all'epoca. Un po' per questo, e un po' per l'avvento dei caccia 'Spruance' americani, c'era bisogno di nuove unità multiruolo, più capaci dei 'Kashin'; in pratica si tentò di fare navi analoghe, anche se in verità, gli 'Spruance', nati soprattutto come 'super fregate ASW', ebbero un vero equivalente con gli 'Udaloy'. Ma per primi arrivarono i Sovremenny, la cui genesi venne affidata ai cantieri Svernaya di S.Pietroburgo (l'allora Leningrado). La loro arma principale, come si è detto, non era tanto orientata alla lotta ASW; i nuovi caccia dovevano non tanto occuparsi di lottare contro i sottomarini americani, ma contro le unità ASW che avrebbero potuto infastidire quelli sovietici, per cui essi divennero sia gli equivalenti che gli antidoti agli 'Spruance'. E al contrario, l'USN ebbe navi in un certo senso confrontabili con i 'Kidd', versione multiruolo degli Spruance, rilevati da una commessa iraniana abortita dopo la rivoluzione; mentre i 'Ticonderoga', sempre su scafo 'Spruance', ottenne capacità superiori e divenne presto il loro peggior nemico. Così il sistema d'arma principale di bordo, anziché essere il missile ASW 'Sylex', diverrà l'SS-N-22 Sunburn antinave. Non solo, ma operazioni locali mostravano l'esigenza di armi ben più potenti dei pezzi da 57 e 76 mm (che invece sono di gran moda su tante classi di unità navali occidentali attuali). Un sostegno di fuoco alla rinata fanteria di marina sovietica avrebbe dovuto comprendere armi di calibro e potenza maggiore di quelli, e i vecchi incrociatori 'Sverdlov' non erano certo una presenza affidabile per una scena di guerra nel futuro, a causa soprattutto della loro vulnerabilità agli attacchi aerei e ASW. Così le armi divennero, principalmente, il missile 3M80 antinave e l'AK-130, artiglieria multiruolo. Ma non bastava questo per garantirne l'utilità, e allora venne anche previsto un nuovo sistema SAM di difesa aerea, degno erede dei vecchi SA-N-1 Goa (P-600); alla fine venne fuori il Project 956 o 'Sovremenny', il cui primo esemplare venne impostato nel '76, per essere poi consegnato nel 1980.

La costruzione andò avanti per parecchi anni, tanto che si pensava ad un totale di 28 navi. Nell'agosto del 1995, ben 15 anni dopo l'inizio della loro operatività, venne annunciato che se ne sarebbero realizzati solo 19. Nel gennaio 1996 ne vennero venduti 2 alla Cina, mentre nel 1997, nell'atto di ridurre drasticamente la flotta, vennero radiati 'Otchayannyy', Otlichiny e Orkylennyy, mentre il capoclasse Sovremennyy era stato relegato a fornire parti di ricambio. Come se non bastasse, un atto di sabotaggio nel 1999 capovolse lo 'Stoikiy'. Infine l' Osmotretelnyy venne rottamato qualche tempo dopo, avendo passato gli ultimi anni in riserva. Anche se non hanno avuto alcun successore, solo sei ne restano ancora in servizio nella decadente Marina russa. I caccia 'Sovremennyy' hanno fatto parlare di loro recentemente perché 4 navi sono state comprate dai Cinesi.

Costruzione e propulsione

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Dopo numerose classi di unità navali del settore, come i 'Kotlin' postbellici, i 'Kanin' e i 'Kildin', la Marina sovietica entrò nel settore delle navi pienamente definibili come moderne con i 20 'Kashin', unità che risultavano molto importanti e per vari aspetti. Anzitutto, perché possedevano una batteria di SAM a medio raggio, teoricamente paragonabili ai Tartar o ai Terrier (ma in pratica molto meno efficaci e relegati alla difesa aerea della nave più che di una intera squadra navale), e poi perché questi missili erano anche dotati di testate nucleari, con una piena capacità a 'doppio ruolo', sia antiaerea che anti-superficie; ma in termini strutturali queste unità non solo dedicavano gran parte del sistema d'arma di bordo all'elettronica e ai missili, ma introducevano, per la prima volta in maniera massiccia, su di una numerosa classe di grandi navi, un nuovo sistema di propulsione: la turbina a gas. Così è piuttosto strano, a prima vista, che negli anni '70-80 sia stata costruita una nuova, grande classe di unità navali con turbine a vapore. Invece, accanto ai cacciatorpediniere 'Udaloy' è apparsa la classe Sovrenemmnyy'.

Questo fatto è più facile da spiegare se si considera che lo scafo di questi cacciatorpediniere era un derivato con ponte di castello di quello usato dai 'Kresta I' e Kresta II, incrociatori antinave e ASW rispettivamente. Questi erano dotati di motori a vapore da 110.000 hp che garantivano una grande potenza e velocità, dell'ordine dei 34 nodi. Nella Marina sovietica le definizioni erano molto vaghe, e non è facile fare delle precise comparazioni. Del resto, anche in Occidente le cose sono andate un po' così: per esempio, gli incrociatori missilistici americani vennero considerati inizialmente come fregate, ma poi cambiarono denominazione perché in Europa quella categoria di navi erano del tutto diverse e di dimensioni ridotte, attorno alle 3.000 t, mentre quelle navi americane, da 6.000-10.000 t, erano ben più grandi anche dei cacciatorpediniere. Nel mentre, in Giappone, i cacciatorpediniere erano e sono sia navi definibili come fregate, che dei veri incrociatori portaelicotteri o unità antiaeree AEGIS, quando le fregate sono in realtà una sorta di corvetta per gli standard europei. Nel caso delle navi sovietiche, la confusione è anche maggiore. Spesso non venivano indicate come incrociatori, cacciatorpediniere o fregate, ma come 'grandi unità lanciamissili' (nel caso dei 'Kirov', per esempio, che in Occidente venivano considerati con maggiore precisione come 'incrociatori da battaglia missilistici'), o 'grandi navi antisommergibile', come gli 'Udaloy' e i 'Kara'. Anche il dislocamento era piuttosto intercambiabile: le unità considerate come incrociatori in occidente, i 'Kynda', 'Kresta' e 'Kara', non erano necessariamente più grossi dei cacciatorpediniere come venivano considerati gli 'Udaloy'. Ma solo i 'Sovremenny' vennero considerati, senza problemi, dei cacciatorpediniere anche dalla Marina sovietica.

Quanto alle capacità, i Sovremennyy erano navi con capacità specifica antinave, mentre gli Udaloy erano unità ASW e i vecchi 'Kashin' si potevano definire navi antiaeree. In sostanza, si potevano comparare rispettivamente ai 'Kidd', 'Spruance' e 'Charles F.Adams' americani. Ovviamente le cose erano diverse, e l'elettronica sovietica, assai meno compatta, non consentiva di portare dei sistemi d'arma realmente polivalenti e-o compatti. In ogni caso, i 'Sovremenny' erano certamente le unità più temute e temibili della nuova generazione sovietica di grandi navi di superficie, assieme agli 'Slava' e ai 'Kirov' (nonché alle 'Kiev').

Queste grandi navi sono unità specializzate nella lotta antinave, con buone capacità di difesa (più che altro auto-protezione) antiaerea, e molto marginali qualità ASW; in tutto hanno 25 ufficiali e 271 sottufficiali e comuni, nemmeno molti per una nave di 7.940 t, 8.480 a pieno carico, lunga 156,37 m e larga 17,19.

La prua ha linee molto affilate e aggressive, una prua molto inclinata e marina, pensata per le acque dei mari del Nord, spesso scosse da violente tempeste. Le sovrastrutture sono basse e nondimeno complesse, irte di antenne, con due alberi di cui uno dietro la plancia ospita il radar principale, e l'altro è a traliccio vero la parte posteriore. L'hangar per l'elicottero ha un ponte piuttosto piccolo, ed è in una zona quasi centrale, davanti al lanciamissili SAM poppiero e alla torretta da 130 mm n.2; torri e SAM sono pressoché speculari nei ponti di prua e di poppa. Il fumaiolo è basso e largo, davanti all'albero a traliccio che non sostiene alcun radar di bordo. La plancia è sistemata sopra la tuga prodiera, con i lati inclinati verso il basso; sopra c'è il grande bulbo bianco del sistema 'Stand Band' per la guida dei missili, e dietro la parabola del massiccio 'Kite Screech' di controllo del tiro; i 4 cannoni da 130 e altrettanti tubi da 533 mm, fanno somigliare queste possenti navi ad unità navali del periodo classico (II GM), anche se qui vi è anche una notevole capacità elettronica e missilistica

A parte il sistema d'arma che hanno, l'altra significativa differenza con gli 'Udaloy', di qualche anno più recenti, è il sistema propulsivo. Infatti, malgrado gli stessi 'Kashin' avessero motori a turbina, i 'Sovremenny' tornavano al vapore, con due turboriduttori TV-12 per complessivi 100.000 hp (altre fonti parlano di 110.000), come sui caccia 'Burke' di alcuni anni successivi (e 20.000 hp più degli 'Spruance'/'Kidd') grazie all'energia raccolta da quattro caldaie ad alta pressione; il tutto era usato per muovere due eliche a passo fisso e 4 caldaie turbopressurizzate KVN-98/64 da 640 kg/cm2 e 500°. La velocità massima era di ben 33,4 nodi e 32,7 continui, autonomia a 32,7 nodi di 1.345 miglia nautiche e a 18 nodi di 3.920. Il carburante era di 1.740 t, forse come valore standard; se si carica un quantitativo di carburante extra, si possono raggiungere le 4.500 nm, sempre a 18 nodi. Però, chiaramente, in caso di guerra i caccia missilistici di questo tipo avrebbero dovuto 'colpire e scappare', a grande velocità: non sembra, ma le navi moderne non hanno poi tutto questo 'fiato', e nell'arco di un paio di giorni di azione potrebbero trovarsi in grave difficoltà, specie in un teatro di guerra ad alta intensità, se non vengono rifornite in mare o ritornano alla base. Per fare un esempio, le 1.300 miglia percorribili alla massima velocità sono circa 40 ore di moto; a 18 nodi, con il massimo di carburante, l'autonomia è di circa 10 giorni. In pratica, poi, c'è da tenere conto del rischio per la stabilità della nave se i serbatoi si apprestano ad esaurirsi, specie in mari tempestosi. Così, in pratica, queste navi avrebbero potuto, diciamo, partire da Kola e raggiungere poi il Baltico, ma non tenendo costantemente la massima velocità continuativa, cosa invece possibile a qualche SSN alle sue calcagna.

Inoltre c'eraro due turbogeneratori da 1,25 MW l'uno attivati da 4 diesel da 600 kw, in maniera da attivare i complessi sistemi elettronici ed elettrici di bordo anche senza motori in moto; anzi, fatto davvero notevole, se necessario era anche possibile usare i motori per fornire propulsione ausiliaria, magari per piccoli spostamenti e-o per non fare troppo rumore.

Armi ed elettronica

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La ragion d'essere di questi caccia era rappresentata dal contrasto alle navi americane e NATO, da farsi con una batteria di armi di maggiori prestazioni possibili. La cosa si poteva fare scegliendo missili a lungo raggio oppure armi ad alte prestazioni velocistiche. Venne scelta la seconda soluzione, ma a dire il vero, non senza prezzo. L'obiettivo del resto era di superare il sistema difensivo AEGIS degli incrociatori americani e si pensava che un missile volante a bassa quota di per sé non fosse sufficiente: occorreva anche una velocità elevatissima, per entrare in pochissimo tempo dentro la difesa garantita dal radar. Volando a non più di 20 metri il MOSKIT era in grado di superare le difese grazie alla velocità elevatissima, oltre mach 2. Un concetto simile all'epoca cominciò ad essere accarezzato anche in Occidente, con programmi come l'OTOMACH e l'ANS. Però questi non giunsero a nulla, se non alla conclusione che il sistema sarebbe stato molto costoso e magari anche pesante. Molto meglio usare 'l' intelligenza' che la forza bruta. Il che significava che, se proprio si voleva ridurre il tempo di reazione del sistema difensivo, si potevano scegliere altre strade. Una era la guerra elettronica con disturbatori ECM. Ma questi potevano interferire con la funzionalità del missile e dei suoi sensori, e allora si cominciò a pensare a missili di minore RCS, delle armi stealth, come l'AGM-129 strategico dell'USAF, o il sistema Ulisse studiato come programma congiunto americano e italiano. Vi sono infatti vari modi per ridurre il tempo d'esposizione di un missile rispetto alle difese. Volare basso è un buon inizio, ma con i radar moderni non basta. Così si può scegliere. Se il sistema della nave vedrà un missile da 0,1 m2 a circa 30 km, vuol dire che la nave avrà circa 2 minuti di tempo per localizzarlo ed abbatterlo. Per ridurre tale tempo, l'arma può essere più discreta, magari con una traccia di 0,01 m2 e così facendo essere avvistata, magari, a 15 km o anche meno. Ma questo comporta dei calcoli molto complessi e sebbene i sovietici avessero cominciato a pensare a strutture stealth per le navi (con alberi tronco-piramidali e altre soluzioni strutturali per ridurre la RCS), per fabbricare un missile o un aereo stealth capace poi anche di volare bene, bisogna disporre di un sistema di elaborazione al computer molto sofisticato, fuori dalla portata della tecnologia sovietica dell'epoca e comunque ben poco diffuso anche all'Ovest (essenzialmente con gli F-117 e B-1B).

L'alternativa per ridurre i tempi di reazione a circa 30 secondi o meno (sempre che la nave-bersaglio sia nelle condizioni di difendersi: l'HSM Sheffield avvistò otticamente l'Exocet, appena sei secondi prima dell'impatto) è quella di usare missili altamente supersonici, il che dà anche vantaggi di altro genere: per esempio, quello di essere difficili da ingaggiare cinematicamente per i missili intercettori e persino per gli impianti d'artiglieria antiaerea e antimissile, posti al limite delle loro capacità. Un sistema Phalanx, con una portata di 1,5 km, deve abbattere il missile in appena 2 secondi anziché 5-6 di un'arma normale. E questo con un bersaglio molto più veloce e difficile da inquadrare anche per un FCS sofisticato. Non soltanto, ma le schegge dell'arma supersonica sono estremamente pericolose, persino entro un raggio di 3-4 km dallo scoppio. Specialmente se è un sistema massivo come il Moskit (zanzara, nome ovviamente ironico per un ordigno da 4 t). Infine, la velocità è tale che, anche se la testata non esplodesse, potrebbe spaccare in due lo scafo di una nave colpita di fianco (il problema della corretta detonazione delle testate non è di poco conto, vedi gli Exocet).

I missili 3M80 sono così un'arma molto temibile. Secondo i progettisti, essi erano in grado di raggiungere gli incrociatori AEGIS prima che essi potessero lanciare il primo SM-2, lasciando ai deboli Phalanx e alle ECM la difesa. Può essere che questa scommessa avesse ragione d'essere negli anni '80, quando la velocità degli elaboratori era molto minore di adesso. In ogni caso, questo missile avrebbe lasciato nel migliore degli scenari una sola possibilità di sparargli contro, dopo di che si sarebbe potuto quasi certamente introdurre sotto la minima distanza di tiro degli SM-2 (circa 3-4 km), mentre i cannoni Mk 45, nonostante un sistema radar di controllo del tiro, non avrebbero avuto una capacità di fuoco credibile per affrontare queste armi in arrivo. Il missile Moskit, la cui sigla è 3M80, aveva nondimeno dei problemi. La taglia quantomeno, che lo rendeva inizialmente incompatibile con le corvette 'Tarantul' (che ne ebbero poi la versione alleggerita P-270), e il fatto che per raggiungere velocità di oltre mach 2 a pelo d'acqua serve un motore potentissimo, in questo caso uno statoreattore, che pur consumando meno di un razzo consente tuttavia un raggio variamente indicato in 100-120 km, ovvero non più di quanto faccia un Harpoon subsonico, ma pesante appena un settimo. Quindi la gittata è stata sacrificata alla velocità, come anche l'opzione di saturare la difesa nemica di missili subsonici dalle caratteristiche minori, ma meno costosi. Questi ultimi hanno sì lo svantaggio di essere vulnerabili quando avvistati, ma hanno dimensioni e RCS più piccole, il che significa che vengono avvistati solo quando sono più vicini. Inoltre emettono molto meno calore e quindi sono decisamente stealth in termini termici, sia per il motore (a turbogetto) che per l'attrito. Queste armi tuttavia non erano all'inizio disponibili e i missili subsonici già presenti erano grossi quasi quanto il Moskit. Inoltre quest'ultimo ha avuto uno sviluppo soddisfacente, differentemente da altri progetti precedenti. Alla fine, pur con una gittata pari ad un quarto di quella di un SS-N-3, 12 e (soprattutto) 19, quest'arma si è dimostrata una sfida molto seria per le difese delle navi occidentali.


L' SS-N-22 è presente in due lanciatori quadrupli KT-190, inclinati verso l'alto di 15 gradi e davanti alla plancia. I missili 3M80 (o 3K80) . Il tutto è collegato con il sistema a 1-4 GHz 'Mineral E' (Band Stand) in cupola, per la designazione dei bersagli ai missili antinave anche oltre-orizzonte. Potrebbe sembrare poco per navi tanto grandi, ma del resto i missili pesano oltre 4 t l'uno. Azionati da potenti booster a propellente solido, poi da uno statoreattore, essi sono velocissimi e concepiti per volare nel minor tempo possibile verso il bersaglio, superandone 'di forza' le difese. La velocità max è di circa mach 2,6, ma pare che vari in funzione della quota e che a pelo d'acqua scenda a 1,5 mach: sempre molto, ma non è quello che si sente usualmente dire di queste armi, che dovrebbero essere capaci di volare a 2,5 mach a bassa quota. Non è chiaro se si tratta di un errore o di precedenti 'sopravvalutazioni', ma stando alle stesse dichiarazioni dei progettisti, la velocità del missile doveva essere enorme visto che si voleva colpire anche le navi AEGIS prima che avessero il tempo di aprire il fuoco. Il che, però, difficilmente si sarebbe potuto fare se il missile volava a mach 2,5 ma solo ad alta quota, dove era più facile da localizzare. Arrivato vicino al bersaglio sotto il controllo dell'INS, il missile attiva poi un sofisticato sistema di ricerca radar sia attivo che passivo (HOJ, capacità anche di autoguidarsi sui disturbi); la velocità è talmente elevata, che in poco più di due minuti il missile è in zona, quindi nemmeno servirebbero delle correzioni di media corsa, del resto l'arma è dotata di una gittata non particolarmente elevata, variamente indicata in 90-120 km, poi incrementati recentemente a 220 grazie ad un quantitativo di carburante pressoché doppio; forse è stato sviluppato con una commissione passata dai Cinesi, le cui pur numerose e interessanti armi antinave, anche supersoniche, a quanto pare non reggevano il confronto con quelle russe (sebbene esse fossero vecchie di 20 anni), tant'è che poi le hanno comprate assieme ai cacciatorpediniere. Ad ogni modo, il sistema di designazione 'Light Bulb' ha anche capacità di correzione in corsa con il data-link di bordo. Il radar si attiva solo a 5-7 km dal bersaglio, davvero all'ultimo visto che significa circa 10-15 sec; la guida terminale sull'obiettivo è svolta con l'arma a pelo d'acqua e nondimeno, capace di manovrare anche a 10-15 g, con traiettorie ad S e quote di volo comprese tra sette e 20 metri a seconda dello stato del mare. Per saturare le difese nemiche, ammesso che possano fermare o ingannare questo sofisticato ordigno bellico, possono essere tirati 4 missili in appena 15 secondi. La testata bellica pesa 300 kg di cui 150 di HE (High-Explosive), ma vi era anche una versione con testata da 200 kT, probabilmente almeno un paio dei quali erano portati a bordo di ciascuna nave (il 25%). E nemmeno erano necessari: un missile di questo tipo, con un'energia cinetica decine di volte superiore a quella di armi tipiche come l'Exocet, può spaccare in due lo scafo di una nave di media grandezza. Una singola testata riesce ad assicurare un'elevata probabilità di distruzione (e la pressoché certezza della messa 'fuori servizio') di navi fino a 20.000 t. Ma spesso le testate dei missili antinave tendono a non esplodere o a non farlo correttamente (vedi Exocet), per cui la devastante capacità di distruzione della sola energia d'impatto (e del carburante residuo, esplosivo-incendiario, anche se non quanto i propellenti a razzo) è già una garanzia extra. Persino se il missile venisse colpito dai CIWS, i suoi veri nemici, questo non impedirebbe a frammenti e schegge anche molto potenti di propagarsi a distanze anche di 4 km, investendo la nave che viene difesa con danni potenzialmente elevati, magari quel tanto che basta per metterla KO mentre un altro missile si avvicina. Certo, sarebbe meglio deviare il missile a distanza di sicurezza o farlo passare vicino alla nave (non è facile dato il poco tempo che concede alle ECM; si pensi che molti tipi di missili antinave subsonici attivano i sensori ad almeno 10 km, per cui c'è quasi un minuto per ingannarli), facendolo esplodere lontano; ma il rischio che questo non funzioni è tale, che nemmeno i missili antinave normali possono essere lasciati avvicinare impunemente, anche se distruggerli in aria potrebbe causare quasi certamente danni alla nave che si difende da essi (e le navi moderne sono quasi sprovviste di corazze difensive, tornate in auge solo di recente).

La versione 2M82 ha una portata aumentata a circa 160 (o addirittura 220, secondo i dati più recenti) km e miglioramenti generali, ed è più lunga per ospitare più carburante. Essa è esportata come 3M80E ed imbarcata sui Project 956A e l'unico 473, l'Admiral Chabaneko, un 'Udaloy' che sacrifica i missili SS-N-14 sostituendoli con gli SSN-22, come anche i due pezzi da 100 mm rimpiazzati dalla torre da 130 mm. Il missile Moskit ha, tra le altre limitazioni, una gittata minima di ben 10 km. D'altro canto, almeno i tipi più recenti pare che possano seguire profili di volo diversi: dopo il lancio (non vi sono booster esterni) l'arma potrebbe arrivare a circa mach 3 e a 200 km seguendo profilo d'alta quota.


Oltre ai due lanciatori quadrupli, i caccia 'Sovremennyy' hanno anche altre armi importanti. I due AK-130, impianti binati da 130 mm, sono armi raffreddate ad acqua e con una dotazione di ben 180 colpi pronti all'impiego e 2.000 nei depositi. Questi sono stati pensati non solo per il tiro antinave, antiaereo e controcosta, ma anche antimissile (sono le armi di maggior calibro con tale capacità). Questi 4 cannoni sono un complesso unico per un caccia moderno, e sarebbero una valida dotazione teorica per un caccia della II GM.

Il cannone AK-130 ha un minore potenziale distruttivo antinave rispetto ai missili, ma non è da meno quanto a complessità, potenza e 'impatto' sulla nave che lo ospita. In origine si voleva un impianto singolo per ovvie ragioni, ma, come nel Compatto OTO da 127 mm, si voleva anche una capacità di tiro efficace nel ruolo contraerei e persino antimissile. Visto che la cadenza di almeno 60 colpi non era praticamente raggiungibile, si è proseguito nei 'desiderata' al punto da accettare, piuttosto che una capacità di difesa inferiore, una torretta binata ben più pesante e costosa. E anche più lenta nel brandeggio, che resta comunque rispettabile, di 25 gradi al secondo in alzo e rotazione; l'alzo è di -12/+83°, il che dà l'idea (specie se si compara con l'Mk-45 americano e l'Mk-8 inglese) di come questa torre, dall'aspetto caratteristico 'quasi emiferico' e molto aggressivo (anche per la presenza di un sistema di tiro optronico locale) sia stata pensata per la lotta antiaerea, persino contro armi (Harpoon?) che attaccano in assetto pressoché verticale. Il peso è di ben 98 t; si confronti con le 34 del Compatto (singolo) e la ventina dell'Mk-45 e Mk-8. A pieno carico, la torre pesa 108 t, il che dà l'idea del perché la velocità a cui si muove non possa essere tanto elevata come si sarebbe voluto (con la torre singola). A bordo vi sono un gran numero di proiettili: ben 180 sono conservati nella giostrina di caricamento rapido (si pensi che il Compatto ne ha 66 e già era ben sopra la media della categoria; anche dividendo per due canne, sono pur sempre 90 proiettili per cannone) e 2.000 nei depositi (per ciascuna torretta?); le munizioni sono sparate a 850 m/s, fino a oltre 24 km; interessanti i tipi impiegati: per il tiro controcosta l'A-3-UZS-44 da 52,8 kg completo, 3,56 di esplosivo, e lunghezza di 1,369 metri. I proiettili A-3-UF-44 hanno funzione antinave e come tali sono SAP; anche se non ce ne sarebbe bisogno contro le navi moderne, più che vulnerabili a proiettili di quasi 35 kg, esse possono perforare fino a 80 mm a 45° di impatto (non è chiaro però a quale distanza). La maggior parte delle navi non ha che uno scafo da un paio di cm di spessore, per cui non c'è scampo da tali proiettili, capaci di perforare la cintura corazzata di un incrociatore leggero classico. Il costo da pagare, ovviamente, è una minore quantità di esplosivo, un sacrificio in nome della capacità di far giungere il proiettile ben dentro la nave. Come detto prima, per le unità navali moderne non è un problema, quindi meglio andare con le munizioni HE, molto più distruttive, 'settate' con la spoletta attivata con leggero ritardo.

L'arma è controllata dall'MR-184M LEV, codice NATO 'Kite Screech', banda I/K, frequenza 10-40 GHz e portata massima di 75 km. Si tratta dunque di un radar con una portata ben superiore a quella che necessiterebbe un'artiglieria di questo tipo; la precisione di tiro è considerata tale da consentire un errore di appena 5 metri e, in direzione 0,5 millirad. Un rad è pari a circa 57 gradi, ovvero 360 diviso 2 x pigreco. Quindi, se si punta ad un obiettivo lontano 10 km, allora si dovrà considerare che esso sia colpibile con una precisione (almeno da parte del radar, poi è il proiettile che deve arrivarci, per esempio superando venti laterali di velocità apprezzabile; se non altro si tratta di una munizione pesante e veloce, quindi poco influenzabile dalle perturbazioni atmosferiche) elevatissima, pari a 5 metri: a tale distanza, in pratica, il radar darebbe lo stesso margine d'errore sia in distanza che in direzione. Per colpire una nave in superficie è molto più che sufficiente; per abbattere un aereo anche, perché i proiettili usati per il tiro a.a. hanno spoletta di prossimità con un raggio utile di parecchi metri. A distanza ravvicinata, anche il tiro antimissile è perfettamente possibile, del resto è per questo che il cannone, sebbene la cadenza di tiro sia di 40-45 c.min (molto inferiore rispetto ai desiderata sovietici e anche alle stime occidentali, che negli anni '80 parlavano di circa 130 c.min per tutti e due i cannoni di ciascuna torre), è stato concepito, tra le altre esigenze. Altrimenti sarebbe stato un valido armamento anche il vecchio pezzo da 130 mm a canna più lunga (20 c.min), con portata di circa 27 km, e che è ben noto, più ancora per l'uso con i cacciatorpediniere russi, per l'impiego a terra come M-46, un formidabile pezzo d'artiglieria a lungo raggio rimasto 'al top' delle prestazioni per decenni.

Il radar è potente e preciso, ma di sicuro la ricerca di prestazioni così elevate non lo ha reso compatto, specie se lo si compara con sistemi occidentali come l'RTN-30X (quasi 'invisibile' con la sua minuscola antenna, sulle sovrastrutture delle navi che lo portano). Esso ha un'antenna di 2 m di diametro, il che non è notizia di poco conto; ma soprattutto, il sistema ha un peso completo di otto tonnellate (l'antenna parabolica, dietro di essa, ha un po' tutta l'attrezzatura elettronica); così che persino i 'Sovremenny' non hanno che un solo radar di tiro per i cannoni, essenzialmente asservito alla torre di prua; quella di poppa, non avendo la possibilità di esercitare un tiro antimissile efficace, è obiettivamente un peso assai inutile per il caccia. Del resto un eccesso di potenza è utile per contrastare le ECM nemiche.

Due cannoni da 130 mm, quelli a prua, sarebbero più che sufficienti per una nave moderna. Per far funzionare l'MR-184 sono anche necessari quattro operatori, anche se in emergenza è probabile che sia possibile attivarlo con minor manodopera. Infine ogni AK-130 ha una camera TV-IR-telemetro laser, in un sistema chiamato Kondensor, e che provvede, per qualunque esigenza, al tiro locale, senza bisogno di dipendere dal radar principale; è anche utile per il tiro contro piccole unità navali o altri bersagli non visibili dal radar di bordo, perché sulla costa o coperti da forti ECM.

Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero il sistema Uragan o Sthil, è l'equivalente dell'SA-11 terrestre; esso è collegato con un radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e con 300 km di portata massima. Il suo successore MR-760 'Top Plate' lavorante in banda E (2-3 GHz), presente sulle ultime navi della serie e i tipi prodotti per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. Non vi è invece un radar bidimensionale a lungo raggio, come accade normalmente per i caccia AAW occidentali.

poi vi è il missile 9M38 o 9M38M1e il sistema di controllo del tiro MR-90 'Front Dome' con antenna OP-3; I lanciamissili Altair 2R90 Uragan o Sthil hanno un deposito rotante verticale per 24 armi, e la rampa singola, simile a quella dell'Mk-13 ma più massiccia (con delle ringhiere per l'ispezione per ciascun braccio della rampa), con la rotaia di lancio sistemata sotto il braccio mobile, viene ricaricata ogni 10-12 secondi. Si tratta di armi moderne, che potrebbero essere definite una sorta di 'copia' del Tartar-Standard SM-1. Tuttavia la loro portata non è molto alta, forse per problemi con la FCS piuttosto che con missili decisamente prestanti. Infatti la velocità degli ordigni è di almeno mach 3, ben maggiore del mach 1,8 del Tartar e 2,5 dell'SM-1MR; la portata è di 32 km se il bersaglio vola sopra i 1.000 m; sotto ha una gittata di 18 km, e contro missili antinave ha una portata di 12 km. Evidentemente la portata dipende dal 'mode' di funzionamento e la gittata contro missili antinave è dipendente forse dalla RCS di questi. La guida ha un sistema semiattivo radar; sebbene la portata sia limitata, essenzialmente è un apparato nato come arma difensiva della nave e con una portata solo di poco maggiore di quella di un 'Goa' (SA-N-1), il sistema può gestire fino a 75 bersagli di cui 15 in maniera prioritaria. Ma anche più importante, su ciascun lato della nave sono presenti ben tre radar di controllo del tiro 'Front Dome' in banda H/I e con portata di 30 km (tipica? sarebbe questa dunque la vera limitazione della portata dei missili); questo consente di ingaggiare bersagli multipli entro un arco di 360 gradi, e di resistere ad attacchi anti-saturazione. È un'arma a corto raggio, ma efficace per la difesa. I suoi missili, dal caratteristico colore verde con muso bianco, hanno una forma pressoché identica a quella degli Standard, ma con la fusoliera ingrossata leggermente davanti alle 4 alette di stabilizzazione. Le loro capacità di ingaggio non sono solo multiple, ma consentono l'attacco di missili fino a 700 m/s di velocità massima, praticamente uguale alla loro, quindi in teoria sarebbero efficaci anche contro obiettivi quali gli stessi SS-N-22. La quota massima è tra 10 e 14.000 metri. I sistemi SAM delle navi occidentali hanno in genere solo due, talvolta uno, eccezionalmente quattro radar di illuminazione, e tranne che in qualche classe di incrociatori americani (specie i 'Ticonderoga') non c'è una difesa a giro d'orizzonte, specie con un solo lanciamissili. Il Tartar-Standard ha una tipica configurazione di un solo lanciamissili, sebbene capace di 40 armi, e due radar di illuminazione (come nel caso degli 'Adams', 'Audace', 'De la Penne'); in effetti, i sistemi occidentali sono più portati per gli ingaggi a lungo raggio, ma no hanno la stessa reattività per le brevi distanze e attacchi simultanei, potendo attaccare solo due bersagli per volta (vedi le Falklands, per esempio). Gli ultimi tre caccia, uno retrofittato e il secondo lotto di due navi cinesi (aggiuntesi alle altre due) hanno gli equivalenti degli SA-17, che il tipo navale è SA-N-12 'Grizzly'. I nuovi missili 9M317, al posto del 9M38, hanno migliorato di molto le prestazioni, con un motore a doppio stadio; il peso è di 715 kg vs 690, la potenza del motore li spinge fino a mach 4 anziché mach 3; è uno dei valori più elevati per un'arma a medio raggio contraerea; la qualità di manovra, di circa 23 g nel caso degli SA-11, è senz'altro maggiore, tanto che si dichiara la possibilità di ingaggiare bersagli manovranti a 12 g (il che significa che solo questi missili potrebbero ingaggiare gli SS-N-22, almeno una volta che questi iniziano a manovrare per l'approccio finale; la velocità del bersaglio non è l'unico aspetto da considerare, se poi questo si mette anche a manovrare); la gittata massima arriva a 50-60 km, il che significa che i radar dovrebbero essere molto più potenti; in ogni modo, gli Standard SM-2 americani, anche nelle loro prime versioni, arrivavano ad oltre 70 km e quindi a loro confronto l'SA-N-12 resta un sistema molto meno prestante. Stranamente i sovietici non hanno mai sviluppato missili a lancio verticale nel settore del medio raggio, mentre li hanno sviluppati per quelli a lunga gittata (malgrado siano decisamente più impegnativi, gli SA-N-6 pesano circa 1,8 t) e a corto raggio (che non è un'esigenza assoluta, se si hanno lanciatori multipli con armi già pronte al lancio, come gli Sparrow). Naturalmente una capacità di lancio verticale sarebbe la benvenuta per sfruttare appieno le sei stazioni di direzione del tiro radar. Un modulo di questo tipo è stato sviluppato ma per mancanza di denaro, non implementato nella produzione in serie.

Infine il 'Sovremenny' può difendersi con i soliti quattro AK-630M a mezza nave, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) da 5 t (con le munizioni) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 k m contro obiettivi di superficie. Gli AK-630M vennero introdotti nel '79, dopo circa 3 anni di servizio e vari inconvenienti dimostrati dal modello base, ciascuna con una torre AO-18 a 6 canne da 30 e 2.000 colpi (1.918 kg).

La spoletta ne comanda l'autodistruzione subito dopo. Non pare che vi siano proiettili AP, a differenza delle armi occidentali: apparentemente ci si fida della sola potenza dei proiettili esplosivi, da quasi 400 gr l'uno. I primi 400 colpi sono sparabili liberamente, poi però le armi devono essere messe per 15-30 secondi a riposo per essere raffreddate dall'acqua di mare del circuito a circolazione forzata. Ad ogni modo, per allora (dopo circa 5 secondi di ingaggio) il missile dovrebbe già essere stato abbattuto, deviato o .. andato a segno. Da notare che esistono anche proiettili di distrazione con chaff e flare, ma come essi possano essere usati senza disturbare la centrale di tiro e in che misura rispetto ai colpi 'distruttori' non è chiaro.

La direzione di tiro è assicurata da due MR-123 'Bass Tilt', banda X (8-12 GHz), uno per coppia di torrette, e un sistema ottico alternativo con TV e telemetro laser. L'antenna è caratteristicamente inclinata a 45° nel suo radome di forma cilindrica, e ha un diametro di 1,2 metri. La Marina sovietica, la prima a realizzare la potenza offensiva dei missili antinave, è anche la prima che ne ha studiato gli antidoti, con l'applicazione di un gran numero di torrette difensive da 30 mm, le prime erano binate a canna singola, con munizioni di maggiore potenze (30 x 213 mm) e radar 'Drum Tilt'; la generazione successiva ha un solo cannone Gatling e il 'Bass Tilt'. Gli ultimi caccia hanno il KAsthan, o CADS-N-1, con modulo di comando e controllo 3R86E1 per la processazione dei dati e funzioni IFF, e il modulo di combattimento 3R87E, con due cannoni da 30 mm e sei-8 missili 9M311 o SA-N-11, portata di 8 km e quota massima fino a 3,5 km, testata da 9 kg azionata con comando radio e capacità di ingaggiare bersagli fino a 500 m/s, mentre l'arma di per sé arriva a quasi mach 3, o 900 m/s al termine della combustione. È un missile bistadio e come tale, ad alte prestazioni perché il booster lo accelera e poi viene sganciato. Peso complessivo circa 40 km. Il radar di tiro 'Hot flash' ha due radar di scoperta e (il secondo) di guida, più un sistema elettro-ottico con telemetro laser e camera TV; è possibile ingaggiare fino a sei bersagli in contemporanea.

Infine vi sono i sistemi per la guerra ASW, limitati all'autodifesa: un sonar attivo a media-alta frequenza MG-335 ('Bull Horn') a prua, due lanciasiluri ASW binati da 533 mm modello DTA-53 TT (i grossi siluri ASW sovietici sono probabilmente anche utili per azioni antinave) e due lanciarazzi RBU-1000 a sei canne, con razzi ASW e antisiluro con testata da 55 kg, essendo armi calibro 300 mm, ferroguide per posare mine e l'elicottero, originariamente un Ka-25, poi un Ka-27 del tipo PL ASW oppure RT per il targeting di bersagli oltre orizzonte.


I 'Sovremenny', senza dubbio navi imponenti e impressionanti, hanno una selva di armi e apparati elettronici che costituiscono indubbiamente una delle materie più studiate dagli analisti NATO dal 1980 in poi, spesso senza afferrarne la sostanza e le capacità.

I sistemi elettronici difensivi, realmente impressionanti (i sovietici avevano preso molto sul serio la difesa delle loro unità navali, essendo consapevoli di dover combattere per avvicinarsi alle navi della NATO) . Nel caso delle navi NATO, in genere, vi sono solo 1-2 ESM, 1 ECM, 2 lanciarazzi. Qui invece comportano due ESM MP-405M o MR-410; due ECM MRP-11M e 12M ('Bell Shroud'), 2 'Bell Squat', 4 'Foot ball-B' e un MR-407. Oltre a ben 2 ESM e 7 sistemi ECM. Non manca nemmeno una schiera di lanciatori di falsi bersagli: due lanciarazzi PK-2M sono a prua, con impianti binati a tiro rapido da 140 mm ZIF-121. Inoltre vi sono ben 8 lanciarazzi fissi PK-10 da 120 mm, mentre non si hanno informazioni (ma vi sono sicuramente) sui decoy antisiluro trainati; tra 2 e 8 sistemi di allarme laser Spektr-F ('Half Cup'), mentre ad integrazione dei radar vi erano sistemi optronici come quello TV-laser del 'Kite Screech', e un sistema indipendente chiamato 'Squeeze box' in ambito NATO, con sistemi TV, laser e IR, parte del sistema di visione 'Tall View'. Infine vi sono due datalink Princep ('Light Bulb') e tre MR-201 e 212 'Palm Frond' di navigazione completano la schiera dei radar: ben 13.

Evoluzione e servizio

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Un caccia sovietico in compagnia di un potenziale avversario: l'O' Bannon, classe Spruance. Era il 1992. Il destino della nave americana, molti anni dopo, sarebbe stato quello di finire come nave-bersaglio.

I caccia russi, oramai retaggio della Guerra fredda, hanno senz'altro costi e complessità notevoli, considerando che non sono nemmeno capaci, per esempio, di eseguire lotta ASW e molto limitati anche come capacità di difesa aerea d'area. Tra i miglioramenti,però, vi sono sistemi come il SAM YOZH, ovvero l'SA-17 Grizzly navalizzato, da 50 km di gittata. Ma il cantiere Severnaya 190 di S.Pietroburgo propone anche versioni modificate del progetto: per esempio una da 8.700 t che rimpiazza i missili SS-N 22 con 16 SS-N 25 Uran -oppure i più potenti Uranium da 250 km- che rendono finalmente disponibile anche per la Russia un sistema abbastanza piccolo ed efficace, simile ai missili occidentali e, sebbene meno appariscente dei supersonici Moskit, molto più economico e facile da usare (anche da elicotteri e cacciabombardieri). Siccome la torre da 130 poppiera è poco utile, la sua massa di quasi 100 t (98, circa 10 in più con le munizioni) è stata rimossa in alcune navi. Tra l'altro essa finisce per togliere spazio agli elicotteri, che sono costretti ad usare una piattaforma al centro della nave. Questa è in realtà ideale dal loro punto di vista, data la stabilità rispetto all'asse di beccheggio; ma è abbastanza angusta da richiedere un hangar telescopico per ricoverare l'elicottero. Nel caso dei nuovi progetti, la torre poppiera è stata anche sostituita con una variazione al progetto dotata di 24 missili KLUB o SSN-26, e 4 Kasthan/Kortik per la difesa ravvicinata al posto degli AK-630 e dei relativi radar (due cannoni e un radar a metà della sovrastruttura su ciascun lato). Il dislocamento sale però a 9.000 t. ALtre proposte parlano dei missili 3M55 Oniks. Ma è la piattaforma di per sé che è invecchiata, a meno di non trasformarla radicalmente. Anzitutto i motori sono obsoleti. Essi non garantiscono grande autonomia, e anche se questo valore non è tanto peggiore, per esempio, dei 'Burke' americani (7.200 km a 20 nodi), il problema è il peso, ingombro e scarsa reattività del sistema. Perché, mentre i diesel o le turbine possono avviarsi subito e passare alla massima velocità in pochissimo tempo, i motori a caldaia richiedono il riscaldamento del vapore, il che significa che l'approntamento per il moto richiede molti minuti se non ore. L'alternativa è di tenere costantemente accese al minimo le caldaie, ma la pressione del vapore deve restare comunque entro certi limiti. Infine vi è il rischio di esplosioni delle caldaie in caso di colpi a segno. Altro problema, certamente -e sorprendentemente- non affrontato in sede progettuale, è la mancanza di qualunque accorgimento stealth, anche se molte grandi navi sovietiche dell'epoca avevano almeno dei criteri basici per ridurre segnature radar e anche IR (quando le navi occidentali non avevano nulla di simile, tra l'altro). In altri termini, se negli anni '80 queste navi erano una sfida per i vari 'Kidd', 'Spruance' e anche per i 'Ticonderoga', negli anni '90, di fronte al numero e alle capacità delle navi AEGIS statunitensi hanno senz'altro segnato il passo.


NAVI in servizio al 2003:

  • 720 Boyevoy (combattivo), impostato 26-3-82, varato 4-8-84, servizio 28-9-86, flotta del Pacifico.
  • 778 Burnyy ('Fiero'), 4-1-83, 30-12-86, 30-9-88, idem
  • 429 Gremyaschiy (Tonante), 23-11-84, 30-5-87, 11-1-89, Flotta del Nord
  • 715 Bystryy ('Veloce'), 29-10-85, 28-11-87, 30-9-89, Pacifico
  • 420 Rastoropnyy (Pronto), 15-8-86, 4-6-88, 30-12-89, Del Nord
  • 754 Bezboyaznennyy (Intrepido), 8-1-87, 18-2-89, 23-12-90,Pacifico
  • 406 Bezuderzhannyy (Tenace), 24-2-87, 30-9-89, 23-12-90, Pacifico
  • 620 Bespokoynyy (irrequieto), 18-4-87, 22-2-92, 29-12-93, Baltico
  • 610 Bastoychivyy (Persistente), 7-4-88, 15-2-92, 27-3-93, Baltico
  • 434 Besstrashnyy (Impavido), 16-4-88, 31-12-92, 17-4-94, Del Nord

Di queste navi due erano inattive. Le ultime tre erano del Progetto 956A.


Insomma, i caccia Progetto 956 sono navi potentemente armate, ma superate nell'insieme e non facilmente aggiornabili per la specificità dei loro sistemi di bordo. Hanno rappresentato degnamente la Marina sovietica nel momento cruciale della guerra fredda, con il picco della corsa agli armamenti negli anni '80, ma adesso necessiterebbero di un successore interamente nuovo, magari molto più basato sull'Udaloy (navi molto moderne ma poco armate per le dimensioni). I Cinesi le hanno comprate probabilmente per fare esperienza con sistemi sofisticati, specie i missili, ma poi hanno tirato dritto con progetti del tutto originali e certamente più moderni e attuali, come i Type 51. Da notare come i 'Sovremennyy' erano tra le unità più temibili degli anni '80 anche per la Cina. Difficilmente all'epoca, in una fase di confronto per il dominio del Pacifico e anche dell'Oceano Indiano, ci si poteva figurare che un giorno la Cina avrebbe potuto invece fare shopping e comprare direttamente tali navi da guerra. Ma con il tempo e il crollo dell'URSS, la situazione è cambiata parecchio e Mosca ha bisogno di far cassa: il militare è una dei pochi settori in cui può ambire a conquistarsi fette di mercato importanti e i Cinesi si sono ritrovati con parecchi soldi da spendere, proprio perché hanno tralasciato uno sviluppo forsennato del settore militare e hanno puntato maggiormente su quello economico, il che ha provocato delle ricadute a lungo termine molto più positive. La fase di floridità delle casse cinesi è giunta giusto in tempo per approfittare delle macerie dell'ex-URSS.

I 'Sovremenny', a quanto pare felicemente in servizio anche nella marina cinese grazie ad una certa flessibilità d'impiego (erano nati per scenari assai diversi, sebbene l'USN sia sempre uno dei possibili bersagli delle loro azioni), sono pur sempre navi di notevole impegno. Però hanno costi di gestione elevati, e un sistema di propulsione obsoleto, che necessita di notevole tempo per essere attivato se necessario, oppure di tenere le caldaie accese e in pressione, consumando carburante e aumentando la segnatura della nave, sia termica che sonora; questo per non parlare della struttura, pesantemente difesa delle ECM ma del tutto priva di sistemi di riduzione della traccia radar (e questo sebbene molte navi sovietiche avessero già strutture piramidali per ridurre la traccia radar complessiva); inoltre le tante antenne concentrate in spazi ridotti possono influire negativamente sulle capacità di scoperta delle ESM, e a differenza dei sistemi occidentali, il loro apparato di scoperta radar non ha un sensore secondario-complementare a due dimensioni, ma solo il 'Top Plate'.

Malgrado questo, i cinesi li hanno ben visti e ne comprarono due incomplete per 600 mln di dollari; poi seguirono due Project 956EM, migliorate rispetto alle altre con gli SS-N-22 a lungo raggio e i Kasthan, consegnate nel 2005 per un costo di un mld di dollari. Altre due navi, inizialmente previste, sono state poi depennate dai cinesi, che hanno preferito continuare con i loro progetti nazionali.

Il contratto originale vide comprare gli incompleti 'Yekaterinburg' e 'Vdumchivyy' (rispettivamente al 65 e al 35%), le unità della serie N.18 e 19. Vennero consegnati il 15 agosto e il 25 novembre 2000 come Hang Zhou (136) e Fu Zhou (137), basati a Dinghai. Il contratto che consentì tale acquisto era del gennaio 1998 e riguardava un esborso di 667 mln di dollari. Non molto per la stazza e la forza delle due unità, ma come si è visto, per quanto nuove esse sono di un modello superato. Però sono piaciute, se per circa 1 mld di dolalri ne sono state comprate altre due del tipo migliorato 956EM, consegnate (totalmente di nuova costruzione) dal 2005 e inizialmente con altre due pianificate (poi annullate a vantaggio di costruzioni nazionali). Tutto questo fu molto convincente per la Marina di Taiwan che, senza navi altrettanto moderne, ebbe rapidamente dall'amministrazione Bush l'autorizzazione per comprare i 4 'Kidd' ex-USN, altri eredi della Guerra Fredda, originariamente costruiti per i Persiani.

L'unica stranezza di tutto questo è che la piattaforma degli 'Udaloy', meno appariscente forse, ma molto più moderna (pur essendo un progetto simile a quello delle 'Krivak' antecedenti), non è stata considerata. L'Udaloy II, rimasto esemplare unico, ha un impianto da 130 mm binato e missili SS-N-22 al posto dei 'Sylex'. Una piattaforma come questa, con un sistema d'arma come i Sovremenny, con i quali avrebbe potuto cooperare (fornendosi difesa reciproca, un po' come i caccia 'Spruance' e gli incrociatori 'California', o nella RN, i Type 42 e le Type 22) a suo tempo, sarebbe stata senz'altro superiore. Questo perché il sistema di propulsione è a turbina a gas, molto più piccolo, leggero e compatto, nonché capace di accelerare la nave partendo da zero al massimo senza praticamente soluzione di continuità; i motori a turbina o a combustione interna (diesel) hanno tempi di reazione ben inferiori a quelli delle turbine a vapore. Inoltre gli 'Udaloy' hanno una maggiore cura per la riduzione delle tracce, inclusa quella radar. Ma per gli anni '90 la marina russa, erede della marina sovietica (che fu all'avanguardia nella ricerca della riduzione delle tracce, sia con i sistemi di raffreddamento per le turbine e le strutture studiate per ridurre la riflessione radar), aveva adesso la necessità di un progetto nuovo per raggiungere le capacità occidentali che ora erano rappresentate dai 'Burke', LCF, F-100, Horizon ecc. Eppure, a tutt'oggi il confronto continua con diversi attori: i quattro 'Sovremenny' cinesi da una parte, e i quattro 'Kidd' taiwanesi (ex-USN) dall'altra. Tra l'altro, l'acquisto dei caccia taiwanesi fu contestato per il loro costo (del resto, i 'Kidd' sono un po' come la 'Sora Camilla', tutti li volevano ma ce n'é voluta per trovare un acquirente che se li potesse permettere, in fondo sono pur sempre navi tipicamente della Marina americana); peggio ancora, una simulazione al computer (per quel che vale) vide i 'Kidd' essere affondati in rapida sequenza dai missili 'Sunburn' lanciati dai caccia cinesi (A.Leung, RiD Feb 2004); così i vecchi caccia sovietici continuano ad esercitare un deterrente non trascurabile anche in Estremo Oriente, sia pure con un avversario diverso.

Ricapitoliamo:

  • Unità: 18 o 19, di cui 10 in servizio (4 con la marina cinese)
  • Dislocamento: 7.940 t, 8.480 a pieno carico
  • Dimensioni: lunghezza 156,37 m e larghezza 17,19 m
  • Propulsione: due turboriduttori TV-12 per complessivi 100.000-110.000 hp e 4 caldaie turbopressurizzate KVN-98/64 da 640 kg/cm2 e 500°; velocità massima 33,4 nodi e 32,7 continui, autonomia a 32,7 nodi di 1.345 miglia nautiche e a 18 nodi di 3.920 (max combustibile 4.500 nm), carburante 1.740 t; due eliche a passo fisso e due turbogeneratori da 1,25 MW l'uno attivati da 4 diesel da 600 kw,
  • Equipaggio: 25 ufficiali e 271 sottufficiali e comuni
  • Elettronica: radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e 300 km di portata massima o il 'Top Plate', presente sulle ultime navi, portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni; 6 MR-90 'Front Dome'; un MR-184M LEV; 2 MR-123 'Bass Tilt'; un sistema radar 'Mineral' (Band Stand); tre radar di navigazione; un sonar MG-335 ad alta frequenza; 2 ESM, 9 ECM e 10 lancia-chaff; 2-8 sistemi LWR, due datalink, almeno un apparato opronico (ecc. ecc.) e i sensori dell'elicottero.
  • Armamento: 8 SS-N-22 (Moskit?), 2 lanciamissili Sthil con 48 SAM; 2 AK-130 per quattro cannoni da 130/54 mm; 4 AK-630 da 30 mm, 2 RBU-1000, 4 TLS da 533 mm; un elicottero Ka-25 o 27, spesso dei tipi da scoperta radar, alcune volte del tipo ASW.



Quanto alle caratteristiche dei missili antinave sovietico-russi:

SS-N 22--SS-N- 25--SS-N-26:

  • Designazione del sistema: P-100, missile 3M80, servizio dal 1980---Uran, 2M24, servizio dal 1997---P1100 Oniks, 3M55
  • Peso: 3.950 (320 kg testata, di cui 150 HE)---603 kg, 503 in volo, 145 kg per la testata di cui 90 HE---2.990 kg di cui 250 testata e 200 HE
  • Dimensioni: 9,385 x 0,76 x 2,1 m--4,4 x0,67 x 1,24 m
  • Gittata: minima 10 km, max 120-160 km--115/130 km minima 5-7 km- 120 km, fino a 320 al alta quota
  • Quota di volo: 20 m, attacco a 5-7 m---10 m, attacco a 3-5 m---15 m, attacco a 10 m. Manovra a 20 g
  • Velocità: mach 2,3, 2,6 in fase d'attacco---tipica 240 m/s (860 km/h), massima in attacco 300 m/s (1.100 km/h)--750 m/s, crociera a 680 m/s, mach 2 a 15 m di quota, 2,5 a 14.000
  • Dimensioni del lanciatore: 10,35 x 3,4 x 3,1 m---4,64x0.79 m, peso 4,5 t----8,75x0,64x1,28 m---8,99 x0,73 m, 3.900 kg (per lanciatore singolo)
  • N.bersagli ingaggiabili dal sistema: fino a 12, con sei missili in volo simultaneamente
  • Pk: fino a 0,99--?---

Note: il tipo 3M24M1 Uranium ha una gittata di 250 km e una testata di ricerca da 60 km di portata. La testata standard del 3M24 pesa 40 kg, portata utile 20 km e ricerca su di un orizzonte di 90°, massima forza del mare 6. La portata radar del sistema di designazione Garpon è di 140 km. Il motore è un R95 da 2,7 kN, con 45 kg di carburante e 73 kg di booster a razzo.

Il 3M55 ha un motore a statoreattore Plamia da 200 kg, e 39 kN, 500 kg di kerosene e 450 kg del booster d'accelerazione. Il sistema ha designazione ARGS55 con portata di 80 km (passivo) e 50 km (modalità attiva), su bersagli fino a 50 nodi di velocità. Il sistema di designazione Dubrava è capace di una portata di 45-200 km attivo, 500 km passivo. Ingaggia fino a 15 bersagli.

L'ultimo degli 'hovercraft', lo ZUBR[4]

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I sistemi navali non convenzionali sono una specialità dei russi da molto tempo. Nel '34 le SES vennero studiate e realizzate nel '34 da un'università sovietica, il primo esemplare era l'L1, poi diventato TKL 1, raggiungendo nel golfo di Finlandia ben 73 nodi di velocità; non solo, ma prima della II GM vennero addirittura poste in produzione quattro unità in versione motosilurante, ma non usate perché i loro motori (diesel) avevano problemi di raffreddamento. Il primo aliscafo venne progettato nel '61 dal CKN ed era una nave da sbarco Ro-Ro, la Progetto 1232 o 'Dzerjan', simile all'hovercraft Mountbatten inglese. Già entro la fine degli anni '60 vennero realizzati circa 100 ACV per la Marina sovietica, e la loro elevata velocità era vista con favore per la loro capacità di sbarco rapido, anche se erano costosi e vulnerabili. Molte altre unità vennero realizzate per il KGB, la polizia e i civili.

In seguito arrivarono molti altri tipi di mezzi e i più grandi erano i 'Gus' da 330 t, ma non per molto. I più grossi di tutti erano i Projetc 1232.2 o classe Zubr, o, per la NATO, 'Pomornik'. Il 24 gennaio 2000 la Marina greca firmò con i russi per quattro unità di questo tipo, e la cosa fece impressione e interesse tra gli addetti ai lavori, che conoscevano questi hovercraft, ma no pensavano che sarebbero diventati parte della NATO. IL costo non era alto: appena 101 mln di dollari per due navi russe e 97 per due ucraine, dato che erano navi ex-sovietiche rimesse a nuovo e non unità di nuova costruzione. Ucraina e Russia ebbero la responsabilità di rimetterle in sesto; e in effetti la Marina Greca si accordò con entrambe le marine slave e le loro aziende di stato per il commercio di armi. I 4 mezzi erano gli MDK (ovvero gli hovercraft nella definizione russa) 104 del '92, l'MDK 107 (mai completato), il primo dei quali, dopo i lavori a S. Pietroburgo entrò in servizio con i greci già i l22 gennaio 2001 come KEFALINIA (L180); consegnato con una solenne cerimonia a Salamina. La ZAKINTHOS era prevista invece per l'agosto 2004; le due navi ucraine sono l'Ivan Bhoun (U 421, anch'essa mai completata), e l'Horlikiwa (U 423) che era la ex sovietica MDK 123. Entrarono in servizio come ITAHKI (L 181) il 7 febbraio 2001 e Kekrira (L 182) nel marzo del 2004. Queste navi vennero progettate a suo tempo dall'OKBB CMKB Almaz, con il capo-progettista Ju.M.Mochow, come sostitute della 1231.1 da 353 t. Ma il prototipo venne completato solo nel 1988 (era il MDK 95), malgrado la progettazione iniziasse nel 1970. Prodotti dai cantieri PO Almaz di S. Pietroburgo e da uno in Crimea, a Feodosia, si volevano 20 navi di cui metà per il Baltico e metà per il Mar Nero, ma solo 11 (6 e 5) erano state completate al 1991, quando l'URSS si dissolse e non ne sono state costruite altre in seguito.

Questi grandi hovercraft militari sono navi (o velivoli?) da 550 t a pieno carico. Vi è una struttura portante con compartimento di carico vuoto al centro, i serbatoi di carburante per 57 t, quelli dell'olio, acqua potabile, due gallerie per gli alberi motori delle ventole di sostentamento. I due scafi paralleli della struttura trasversale laterali, hanno gli spazi operativi: da prua a poppa vi sono quelli di ormeggio e ancoraggio, compartimenti per i lanciarazzi e relativi ordigni in deposito, 4 locali per 27 marinai, depositi da 30 mm sotto le torri difensive, locali per i fanti di marina, i pozzi delle ventole di prua per il sostentamento dell'unità, i locali centrali per i fanti di marina, poi i pozzi delle ventole posteriori, i comparti delle TAG e la sala di controllo dei motori. In mezzo a questi due ponti laterali ce n'é uno rinforzato per carri e mezzi vari, con configurazione Ro-Ro. Sopra il tutto v'è un ponte che si permette il lusso d'essere leggermente corazzato (cosa che per un hovercraft non è certo banale), le due torri da 30 mm AK630 e le tre turbine a gas per la propulsione; sopra ancora vi è la sovrastruttura con i locali operativi, tra cui la planciadi comando e le cabine dei quattro ufficiali; per la marina greca è stato anche ingrandita la parte inferiore della sovrastruttura onde ospitare i condizionatori dell'aria supplementari data la temperatura tipica del mar Egeo. La struttura degli Zubr è in lega AMG 61, ovvero alluminio-magnesio, spessa solo 3-4 mm. Nonostante questa struttura aeronautica, le finestre della plancia hanno anche pannelli protettivi mobili per la plancia comando in acciaio balistico, ovviamente comodi per la fase di sbarco sotto il fuoco nemico.

Ma è il sistema di propulsione che è impressionante, e non potrebbe essere altrimenti dato che per un ACV è fondamentale disporre di molta potenza. VI sono ben cinque turbine a gas M7' da 12.000 hp l'una, con tre di queste a poppa, su supporti indipendenti e collegate a tre grandi ventole intubate a quattro pale; vi è un sistema di propulsione M 35-1 controllato dalle sale macchine poppiere; ovviamente le altre due M70 sono usate per gonfiare il cuscino d'aria sottostante al mezzo, con altre quattro ventole NO 10 sotto gli scafi laterali. Può essere che due delle navi greche, quelle ex-ucraine, abbiano tuttavia le GT 6002 di nuova concezione, dal minore consumo di carburante anche se da soli 9.100 hp. Inoltre vi è il sistema di generazione d'energia elettrica con quattro GTG 40 da 40 kW l'uno; la velocità massima è di 63 nodi o 117 km/h a vuoto, 55 nodi a pieno carico, ovvero circa 100 km/h; l'autonomia è di 550 km p.c e 1.850 a vuoto, o di 5 giorni consecutivi; possono entrare nella costa e superare ostacoli alti fino a 2 metri e muoversi ovunque vi sia una superficie così libera. Il ponte Ro-Ro per i mezzi è largo 6,9 m e alto 2,6, può ospitare file di due veicoli l'una ed è a tenuta stagna per le sue portiere anteriore e posteriore; la capacità è di 2-3 carri medi o 8-10 mezzi leggeri o altro ancora; per esempio 3 Leopard 1 GR e 80 soldati; o 8 AIFV Leonidas 1 oBMP 1 e 80-90 uomini, o 360 soldati in tutto e 25 t di equipaggiamenti, ma per non più di un giorno di navigazione; è possibile anche usare da 10 a 80 mine al posto dei mezzi, con apposite rotaie di trasporto e scarico. L'armamento è impressionante per un hovercraft: due lanciarazzi MS 227 da 140 mm a 22 canne l'uno (razzi M 14-OF con portata di 300-9.810 m e stabilizzazione ad alette), con 132 razzi HE-FRAG da 39,7 kg l'uno, telecomandati a distanza con un sensore optronico DWU 3 e telemetro laser; il lancio è possibile in appena 4,4 secondi, In tutto il sistema è noto come A 22 OGON (fuoco); non è tuttavia utilizzabile sopra i 30 nodi e il 4o grado della scala Beaufort.

Per la difesa a.a. vi sono due AK630 M con le armi AO 18 da 30 mm, sono torrette da 1,629 m (lunghezza delle armi) e 5.000 c.min, ma con l'avvertenza di sparare in maniera tale da non surriscaldare le canne; in pratica i primi 400 colpi sono sparabili liberamente e senza interruzioni (sembrano molti, ma sono solo 5 secondi di fuoco) ma poi bisogna fermare le canne per almeno 30 secondi onde raffreddarle con la circolazione forza di acqua di mare. La gittata max è di 8,1 km e la quota max teorica 6,7 km, anche se hanno spoletta settata per esplodere dopo 5 km di percorso teorico. Vi sono depositi sotto la torretta per 2-3 mila colpi l'una del tipo HOF 84 (HE-FRAG), e OR 84 (FRAG-T), pesanti 830 gr l'uno. Il sistema di tiro è controllato dall'apparato Kolonka 221 optronico e il radar MR 123 Vympel 213 sull'albero, con la sua caratteristica 'padella'. Il tutto forma il complesso AK 630M-MR 123. Poi vi sono due postazioni binate per missili Igla ai lati della sovrastruttura con sistemi 9P516-1 e 32 armi 9M39 (contenitori di lancio 9P39), con portata di 500-5.000 m e quota di 10-3.500 m, mentre vi è un sistema IFF; la Pk contro un bersaglio che usi le ECM IR è dell'ordine del 25-31%; forse i greci useranno gli Stinger. Per il resto vi sono anche un radiogoniometro Rumb; antenne com R 844 UM, R 697 e R 622 con sistema distribuzione dati Buran 6; IFF Parol, radar sorveglianza superficie MR-244-3 Erkarn con banda I; radar tiro MR 123 in band H., I e J con portata di 45 km e possibilità di funzionare continuativamente per 8 ore; ECM MP 411 Sliabing in banda F-K, nel radome cubico; il sensore oprtonico stabilizzato DWU 3 con tlm laser, camera diurna e IR, portata 15-25 km, per il controllo dei razzi; due periscopi optronici WMC 452. Come ECM è possibile usare anche i cannoni, perché i proiettili da 140 mm sono anche disponibili nei tipi TSP 41 con chaff antiradar, che possono essere capaci di creare una segnatura di 600 m2; il TST 41 IR che brucia per 50 secondi e gli stessi cannoni da 30 possono usare proiettili P84 antiradar e IR; vi sono poi sistemi di navigazione DECCA, Glonass (cheè come il GPS ma analogico), misuratore di deriva DISS, girobussola e altro ancora, il tutto coordinato dal ssitema automatico GORIZONT 25. Pare che alcuni sistemi non sono stati però esportati, come l'ECM Sliabing, il Rumb e sistemi per la comunicazione, mentre il radar sarebbe stato sostituito con uno occidentale. Il raggio d'impiego dei grandi hovercraft è di 28o km con 150 t, distanza percorribile in appena 2,67 ore. Il consumo di carburante è alto: 10 t all'ora, la sagoma non è da meno, arrivando a 21,9 m in sostentamento, e non sono certo navi 'stealth'; la resistenza al fuoco nemico è limitata e se arriva a segno qualche colpo rischiano di restare bloccate o di abordire la missione, non è una cosa di poco conto.

ZUBR:

Peso: progetto 415 t, standard 480-500, pc. 535-550 km; dimensioni: 56,2 x 22,3 x 21,9 m, immersione fino a 2 m; motori 5 M70 da 12.0000 hp, rotazione ventole motrici 750 giri/min, temperatura gas discarico 1.000 hp, consumo 170 g/hp/h, vita utile turbine 20.000 h.

Armi: 32 SAM Igla; lanciarazzi da 140 mm; torri AK-630M, con le AO 18 da 30/54 mm, alzo -12+85 gradi, proiettili da 390 gr e colpo completo 830 gr, 10 mine KMR da 1,3 t o mine ormeggiate da 350 kg (fino a 80).

AK-630M: tra le altre cose, profondità rigature 0,3 mm, rinculo 13 mm, torre 1,07 m, corazzatura torre 8 mm, brandeggio 180 gr da ogni parte, elevazione 50 gradi sec, brandeggio 70 gr-sec, cadenza di tiro 6 x 833 c.min, durata canne 1.650 colpi. Tempo di reazione da freddo: 4 minuti; con preallarme 10 secondi; v.iniziale 880-905 ms a seconda della cadenza di tiro; lunghezza colpo completo 293 mm; serventi 2-3 ma fuori dalla torretta, peso complessivo 5 t (radar MR-213), 1.850 kg torre, 3.814 kg con 2.000 cp, 205 kg per l'arma.

Igla: v.crociera 570-600 msec, v. bersagli 320-360 ms, altezza fase aggancio 2-3 km, max ingaggio 2,5-3,5 km, minima 10 m, v.iniziale 30 m.s circa, pk 0,45-0,63 senza ECM, 0,25-0,31 con ECM. Peso lanciatore e missile 17,9 kg, peso missile 10,6 kg, testata 1,15 kg; lunghezza 1.708 mm, cadenza 2 missili-min, durata batteria 40 sec, portata teorica di ingaggio 12,5 km.

Lanciarazzi M 22 Ogon: entrata in servizio 1986, peso lanciatore 1.800 kg, calibro 140,4 mm, lunghezza tubi 1,86 m, altezza 1,5 m, alzo -10 +64 gradi, reazione in 8 sec; peso munizione M 14-OF di 39,68 kg di cui 18,4 kg di testata e 4,04 kg di HE, lunghezza 1,09 m, vmax 400 ms, portata 600-9.800 m; munizione TSP 41, peso 41,12 kg, carico antiradar 7,73 kg, portata 500-8.000 m, altezza 50-500 m, durata effetto 4-5 min, banda 1,7-5 cm.


  1. Shlyakthenko A: Lampi sui Mari RID set 1995 p. 30-33
  2. Informazioni per la maggior parte ricavate dalla wikipedia inglese alle corrispondenti voci
  3. Po, Enrico: Sovremennyy migliorati alla Cina, RID ago 2003 p. 44-49 e R.Ferretti, articolo su PD ott 09
  4. Schiele, Martin, gli hovercraft Zubr, RiD Ago 2004 p.70-75