Taumaturgia messianica/Capitolo 17

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Indice del libro

Guarigione del paralitico di Cafarnao (Matteo 9:1-8)[modifica]

Consideriamo ora la guarigione del paralitico in Matteo 9:1-8:

« Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: "Costui bestemmia". Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'Uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati — disse allora al paralitico — prendi il tuo letto e va' a casa tua". Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. »

Il regno di Dio non comprende semplicemente la liberazione dalle afflizioni corporee, ma il perdono dei peccati.

Significato della guarigione del paralitico[modifica]

In questo caso Gesù non guarì subito l'uomo. Invece, prima pronunciò che i peccati dell'uomo erano perdonati (v. 2). Questa risposta è sorprendente perché le persone che avevano portato il paralitico speravano ovviamente in una guarigione fisica. Perché Gesù non ha risposto in modo diretto? La risposta di Gesù colpisce anche perché suscitò l'opposizione degli scribi, che esclamarono: "Costui bestemmia" (v. 3). Perché Gesù ha scelto di provocare questo tipo di opposizione, quando sembra che avrebbe potuto evitarlo limitandosi semplicemente alla guarigione e senza pronunciarsi sul perdono?

Ma una volta che ci poniamo la domanda, una risposta parziale viene subito in mente. Gesù era interessato a qualcosa di più della guarigione fisica. Era sinceramente preoccupato che l'uomo capisse che i suoi peccati erano stati perdonati. La narrazione non ci dice più nulla sull'uomo. Non sappiamo se la sua paralisi fosse una conseguenza diretta o indiretta di particolari peccati, o se fosse solo un altro esempio di sofferenza umana che caratterizza questo mondo decaduto. Poiché il racconto non fornisce alcun dettaglio, ci invita a soffermarci ancora di più su ciò che indica, cioè che "il Figlio dell'Uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati" (v. 6). Se è così, la sua autorità era un segno che il regno di Dio stava sorgendo, e che una caratteristica del regno era la realizzazione del perdono.

Quindi i disturbi del corpo, e la paralisi in particolare, possono simboleggiare i disturbi dell'anima, cioè il peccato. Se continuiamo col paragone, potremmo anche dire che il peccato è una specie di paralisi dell'anima. Ci impedisce di muoverci e agire come venimmo originariamente creati, agendo per amare e servire Dio. La guarigione del corpo corrisponde alla guarigione dell'anima, e questo miracolo rende esplicita la corrispondenza simbolica.

Reazioni al miracolo[modifica]

Significativa è anche la risposta della folla: "A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini" (v. 8). La loro paura potrebbe aver avuto cause o motivi diversi. Forse temevano Dio con reverenza; o potevano aver dimostrato paura egocentrica, nel voler proteggersi dalla potenza che poteva essere esercitata in un modo da minacciare i loro desideri. Oppure la loro paura potrebbe essere stata per un misto di ragioni. La loro risposta invita inoltre il lettore a rispondere, in timore reverenziale e dando gloria a Dio.

Le folle riconobbero che Gesù aveva autorità: "...che aveva dato un tale potere agli uomini". Ma il loro riconoscimento a questo punto era parziale. Avevano visto la bontà di Dio. E videro il modo in cui si era avvicinato agli esseri umani non solo perdonando i peccati, ma dando "tale potere agli uomini". L'ultima espressione sottolinea che Dio si è avvicinato all'essere umano, dando autorità "agli uomini". Ma, sorprendentemente, la gente non disse: "...a Gesù" o "...al Figlio dell'Uomo". La loro reazione, "...agli uomini", fu sicuramente più vaga di quanto non avrebbe dovuto essere. Indicavano in questa risposta che non erano ancora giunti a una convinzione stabile su quale ruolo Gesù stava svolgendo come individuo nell'opera di Dio tra di loro.

Inoltre, le folle a quanto pare non avevano ancora fatto le deduzioni che facevano gli scribi tra loro, come rivelano i passaggi paralleli di Marco e Luca: "Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?" (Marco 2:7; Luca 5:21). Perdonando i peccati, Gesù rivelava la sua natura divina. La folla lo considerava un uomo; e ovviamente avevano ragione: era completamente umano. Non si erano ancora resi conto che egli era divino, il Figlio di Dio, che condivide il nome di Dio con il Padre e lo Spirito (Matteo 28:19). La reazione della folla solleva anche un'importante domanda per ogni lettore: "Cosa ne pensi tu? Chi è Gesù? E ha il potere di perdonare i tuoi peccati?"

Dovremmo anche fare i conti con la risposta negativa degli scribi. La loro opposizione faceva parte di un modello più ampio di opposizione a Gesù che alla fine portò alla crocifissione. Il collegamento negativo alla crocifissione attraverso il tema dell'opposizione integra il collegamento positivo mediante il tema del perdono dei peccati. Il perdono dei peccati fu definitivamente stabilito attraverso l'identificazione di Gesù con il peccato sulla croce e attraverso la donazione da parte di Gesù "della sua vita in riscatto per molti" (Matteo 20:28).

Possiamo riassumere il significato della guarigione del paralitico usando il Triangolo di Clowney: si veda quindi la fig. 31.

Applicazione[modifica]

La realtà dell'applicazione dell'opera redentrice di Gesù in questa epoca porta naturalmente a riconoscere una connessione organica tra questa storia e l'applicazione moderna. Gesù vive per sempre alla destra di Dio. Potresti venire da lui perché desideri ardentemente o disperatamente di essere guarito, forse da qualche malattia fisica, forse da qualche paralisi o disabilità spirituale o mentale o psicologica. Ma sotto, forse non riconosciuto, hai un bisogno più profondo e disperato: farti perdonare i tuoi peccati, riconciliarti con Dio, e stabilire con Dio una relazione personale in cui Dio ti benedica. Gesù può decidere di guarire i tuoi problemi fisici, come preferisce. Ma quando lo incontri, devi fare i conti soprattutto con la questione del peccato. Ti offre il perdono sulla base della sua opera sostitutiva sulla croce.

Dobbiamo anche riconoscere che, attraverso il carattere unificante del regno di Dio, hanno importanza le persone che portarono il paralitico a Gesù. Il testo dice che "Gesù vide la loro fede" (Matteo 9:2), non la fede del paralitico. Questa immagine dovrebbe incoraggiare coloro che nella nostra epoca si sforzano di portare altri a Gesù.

Cerchiamo di portare le persone a Gesù in senso spirituale. Gesù può perdonare i peccati dei nostri amici, proprio come pronunciò il perdono molto tempo fa. Ma non possiamo dire in anticipo chi sarà salvato.

L'analogia tra il presente e il passato è ulteriormente spiegata dal resto del Nuovo Testamento. Sappiamo che le persone sono giustificate dalla fede in Gesù (Romani 5:1). I loro peccati sono perdonati, e "non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù." (Romani 8:1). Ma, per essere perdonata, una persona deve essere "in Cristo Gesù". A questo livello, ogni persona deve esercitare la fede:

« Sappiamo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, e abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno. »
(Galati 2:16)

La nostra fede non può essere sostituto di un'altra persona.

« Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa. »
(Matteo 10:32-42)
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Cristo guarisce un paralitico, incisione di Bernhard Rode (1780)
Per approfondire, vedi Ecco l'uomo, Gesù e il problema di una vita, Indagine Post Mortem e Serie cristologica.