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La religione greca/Le religioni dei misteri

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Rilievo in marmo rinvenuto a Eleusi, risalente al V secolo a.C. e conservato presso Museo archeologico nazionale di Atene. Il rilievo raffigura a sinistra Demetra (Δημήτηρ) che impugna un lungo scettro (skêptron), suo attributo come bastone da pellegrino durante la lunga ricerca della figlia Persefone; al centro Trittolemo (Τριπτόλεμος), figlio di Celeo re di Eleusi[1], mentre riceve da Demetra una spiga di grano con l'incarico di diffondere la conoscenza tra gli uomini[2]; a destra Persefone (Περσεφόνη) che regge con la mano sinistra una lunga fiaccola, propria dei misteri eleusini celebrati di notte per commemorare il ritorno notturno della figlia di Demetra.

In lingua italiana il termine "mistero" indica ciò che sfugge alle normali possibilità di conoscenza, quindi ciò è "enigmatico", oppure può significare ciò che è indicato come "segreto". "Mistero" deriva dal termine latino mystērĭum con analogo significato, a sua volta dal greco mystḕrion (μυστήριον), quindi a sua volta da mýstēs (μύστης) col significato di "iniziato".

Per inquadrare correttamente il lemma utilizzato in questa voce occorre ricordare, con l'introduzione di Walter Burkert al suo saggio del 1987 Antike Mysterien, Funktionen und Gehalt[3], come sia più corretto intendere l'accezione riportata dal termine latino initiatio. Infatti:

« i misteri erano cerimonie di iniziazione, culti nei quali l'ammissione e la partecipazione dipendono da qualche rituale personale da celebrare sull'iniziando. La segretezza e, nella maggior parte dei casi, un'ambientazione notturna sono elementi concomitanti di questa esclusività. »
(Walter Burkert, Antichi culti misterici. Bari, Laterza, 1989, p. 13)

Quindi l'espressione "religioni dei misteri" non intende tanto indicare credenze o culti greci "segreti" quanto piuttosto un insieme di culti che si fondano sulle pratiche di "iniziazione" laddove questo termine indica ciò che permetterebbe al suo partecipante

« l'uscita da uno status in funzione dell'entrata in uno status diverso, talora in modo radicale, dal precedente. »
(Carlo Prandi. "Iniziazione" in Dizionario delle religioni (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, p. 377)
« L'iniziazione opera un passaggio da uno stato ad un altro stato, da uno stadio della vita, da un genere di vita ad un nuovo genere di vita. È all'origine di una serie di mutamenti che introducono l'iniziato in una comunità umana, in un mondo di valori, in vista di una missione o di un'esistenza più perfetta »
(Julien Ries, "Riti di Iniziazione". in Dictionnaire des Religions (a cura di Jacques Vidal). Parigi, Presses universitaires de France, 1984. In italiano: Dizionario delle religioni (a cura di Paul Puoupard). Milano, Mondadori, 2007, p. 915)

La segretezza è, tuttavia, un aspetto considerevole dei misteri, come ci ricorca la nota chiosa di Plotino nelle Enneadi (VI, 9, 11):

(IT)
« È questo il significato della famosa prescrizione dei misteri: "non divulgare nulla ai non iniziati". Proprio perché il Divino non dev'essere divulgato, fu proibito di manifestarlo ad altri, a meno che questi non abbia già avuto per sé stesso la fortuna di contemplare. »

(GRC)
« Τοῦτο δὴ ἐθέλον δηλοῦν τὸ τῶν μυστηρίων τῶνδε ἐπίταγμα, τὸ μὴ ἐκφέρειν εἰς μὴ μεμυημένους, ὡς οὐκ ἔκφορον ἐκεῖνο ὄν, ἀπεῖπε δηλοῦν πρὸς ἄλλον τὸ θεῖον, ὅτῳ μὴ καὶ αὐτῷ ἰδεῖν εὐτύχηται. »
(Plotino, Enneadi, VI, 9, 11. Traduzione di Giuseppe Faggin, Bompiani, Milano, 2004, pp. 1360-1)

  1. In una versione minore Trittolemo compare come colui che avverti Demetra del rapimento della figlia Persefone.
  2. Tale conoscenza è relativa sia alla coltura del grano sia ai contenuti dei Misteri, cfr. in tal senso Iscocrate Panegirico XXVIII; Ugo Bianchi, Misteri di Eleusi, Dionisismo e Orfismo. in Le civiltà del Mediterraneo e il sacro (a cura di Julien Ries). Trattato di Antropologia del sacro, vol.3. Milano, Jaca Book, 1992, p. 271.
  3. Ancient Mystery Cults, President and Fellows of Harvard College, 1987; trad.it. Antichi culti misterici. Bari, Laterza, 1989, p. 13