Torah per sempre/Riepilogo della Parte III

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Indice del libro
Processione della Simhat Torah ("Gioia della Torah") - Litografia, fine '800
Processione della Simhat Torah ("Gioia della Torah") - Litografia, fine '800

La reazione ortodossa alla critica testuale e storica della Bibbia, come appare nei commentari biblici dal tardo diciottesimo secolo in poi, prese due forme distinte.

In Germania la reazione si basò sul riconoscimento della validità basilare dell'approccio storico; la difesa fu che i critici si erano sbagliati, forse a causa di un motivo teologico per discreditare l'Antico Testamento a favore del Nuovo (sebbene non sia chiaro come ciò possa essere accettato, data la critica parimenti radicale del Nuovo Testamento), forse solo a causa di un puro antisemitismo. Tale tendenza ha origine con Mendelssohn, i cui seguaci ebrei di estrazione tedesca riformata e italiani tradizionali si rappacificarono con la critica storica. La spaccatura conservatori/liberali venne formalizzata in ortodossi contro riformati e i commentatori ortodossi, iniziando con S. R. Hirsch (sebbene nel suo commentario non citi i critici), combatterono la critica storica "sul suo stesso campo di battaglia"; tale tendenza viene esemplificata da David Hoffman e infine in Inghilterra da J. H. Hertz col suo popolare Commentary on the Pentateuch.

Nel corso del ventesimo secolo questo modo di difesa perse efficacia. Le argomentazioni di Hoffman possono in una certa misura indebolire una forma particolare di ipotesi documentale, ma lasciano intatto il principio di critica storica. L'imputazione di antisemitismo contro i critici biblici, sebbene centrata in alcuni casi,ora ha meno peso e in ogni caso non adduce motivi validi di controbattuta. Ulteriore ricerca e scoperte archeologiche hanno sollevato ancor più dubbi sulla posizione tradizionale. Agli inizi della Seconda Guerra Mondiale, Weinberg fu costretto a riconoscere le varianti masoretiche, Cassuto propose quella che in effetti è un'ipotesi documentale alternativa, mentre Breuer trasformò la Scrittura in un'entità metafisica inoppugnabile.

Coloro che si associano a questo approccio vengono spesso citati come "Ortodossi Moderni", sebbene questa non sia una designazione precisa. Si identificano con la tradizione e si impegnano nella Torah min hashamayim, ma allo stesso tempo riconoscono la validità del metodo storico mentre vivono nella speranza che i due possano essere riconcialiati. L'inconsistenza di questa posizione emerge nella differenza di approccio alla Bibbia e al Talmud; in un istituto come l'Università Bar-Ilan di Ramat Gan, in Israele, generalmente annoverata nell'area dell'Ortodossia Moderna, fino a poco tempo fa era accettabile applicare i metodi della critica storica per lo studio del Talmud e altri classici rabbinici e persino per alcuni libri biblici, ma non per il Pentateuco.

L'altro approccio proviene dal Gaon di Vilna e caratterizza il mondo dell'ebraismo ḥaredi. È di prospettiva fideista; il suo punto di partenza è la fede nella Torah e nei saggi. Nega la legittimità della critica storica applicata alla Torah come anche la legittimità di esaminare il testo biblico al di fuori della tradizione rabbinica, con la quale forma la Torah completa rivelata da Dio a Mosè nel Sinai. Poiché il Gaon valutava la grammatica ebraica come essenziale per la Torah, la filologia viene rispettata, sebbene solo con Mecklenburg questa appaia essere il tipo di filologia riconosciuta nei circoli accademici; dato che il Gaon aveva richiamato attenzione sul bisogno di studiare fonti rabbiniche precedentemente trascurate, come il Talmud gerosolimitano (TG) ed i midrashim halakhici, queste ed altre fonti vengono invocate, con testi spesso riveduti. Gli obiettivi sono (1) dimostrare l'unità della Torah Scritta e Orale, (2) dimostrare che la Torah Orale è il modo più razionale e consistente per leggere la Torah Scritta, (3) dimostrare che la Torah nel suo complesso eccede così tanto la comprensione umana che la sua origina divina non può essere messa in dubbio.

Tale approccio mostra due ulteriori caratteristiche. Una è la tendenza a leggere l'Halakhah nella narrazione e nelle sezioni legali della Scrittura; ciò in parte è per giustificare il comportamento dei patriarchi e di altri che sono considerati come modelli di comportamento corretto, ma anche perché l'Halakhah viene sempre più vista come l'essenza della Torah. L'altra è l'uso delle fonti cabbalistiche, tra cui lo Zohar, in una maniera distinta da quella utilizzata negli scritti chassidici; la Kabbalah è citata come midrash, non particolarmente privilegiata, i suoi testi letti in modo semplice piuttosto che in un'ermeneutica imposta da Luria o dalla scuola chassidica.

Quale che sia l'approccio adottato, c'è una vera determinazione a preservare a tutti i costi le dottrine dell'ispirazione verbale del Pentateuco e dell'indissolubile unità della Torah Scritta e Orale.