Shoah e identità ebraica/Conclusione 8
Conclusione
[modifica | modifica sorgente]La Shoah era un argomento che il mondo letterario non desiderava affrontare negli anni Quaranta e Cinquanta, quando Levi e Wiesel tentarono di rendere pubbliche le loro esperienze ad Auschwitz. Ma per la fine del ventesimo secolo l'Olocausto era diventato una questione letteraria e culturale mainstream. In Europa, i siti dei campi di concentramento e di sterminio sono aperti alla visita del pubblico, sviluppati come musei e memoriali. Scuole e college di tutta Europa conducono visite educative nei campi e i sopravvissuti viventi continuano a tenere conferenze e discorsi, educando le nuove generazioni agli orrori del regime nazista e dell'Olocausto. In Europa, America e Israele l'Olocausto fa parte dei curricula educativi e date significative di anniversario formano giornate internazionali della memoria, come la liberazione di Auschwitz il 2 gennaio, diventando un "Holocaust Memorial Day" riconosciuto a livello internazionale. L'eredità letteraria di Levi e Wiesel è stata quella di aprire le porte della cultura popolare alla consapevolezza e all'interesse per l'Olocausto.
L'identità dei sopravvissuti all'Olocausto, sebbene informata da influenze religiose e culturali, diventa un nuovo aspetto dell'identità ebraica del dopoguerra. Levi e Wiesel negoziarono questa nuova identità in modo diverso, nonostante entrambi gli uomini avessero scelto il percorso di una carriera letteraria per esplorare le loro esperienze ad Auschwitz. Levi e Wiesel apparvero esteriormente come uomini molto diversi, separati da lingua, cultura e credo religioso. Le identità letterarie e pubbliche di questi due uomini sono comunque inestricabilmente legate alla comune esperienza dell'Olocausto. Tuttavia la pubblicità collegata allo status di sopravvissuto divise Levi e Wiesel, rendendoli opposti dopo l'Olocausto come lo erano stati prima. Nonostante ciò, entrambe le figure hanno contribuito insieme alla costruzione dell'identità del sopravvissuto e del genere della letteratura dell'Olocausto e, quindi, della Shoah nella coscienza pubblica. La Shoah ha permeato la moderna cultura e letteratura popolare del ventesimo e ventunesimo secolo in un modo che sembrava inimmaginabile nel decennio successivo alla liberazione, quando Levi e Wiesel sfidarono un mondo silenzioso a leggere la loro letteratura e a comprendere una popolazione di ebrei la cui identità era ormai indissolubilmente legata all'Olocausto.
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Interni
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Entrata in 14th Street
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Esterni
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Entrata alla Raoul Wallenberg Place con la Dwight Eisenhower Plaza in primo piano
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I ponti con vetrate blu incise con nomi e luoghi distrutti durante la Shoah
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Ponte di vetro sulla "the Hall of Witness"
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"State of Deception" : Mostra sulla propaganda nazista (2011)
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Replica di un vagone merci dei Treni della morte usato da nazisti per trasportare ebrei e altre vittime durante la Shoah
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"Tower of Faces"
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Questa uniforme veniva indossata da prigionieri nei campi di concentramento nazisti
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Vagoni merci chiusi e piombati trasportavano ebrei ai campi di concentramento; molti erano inconsapevoli del fato che li attendeva
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Muro delle Foto al Museo
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Dall'archivio fotografico del Museo: aprile 1945, mucchi di corpi senza vita dietro il crematorio di Buchenwald in una foto di Clinton C. Gardner
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Lo slogan Arbeit Macht Frei posto all'entrata dei campi
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Targa commemorativa all'entrata del Museo
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La Sala della Memoria – si noti di fronte in alto, la grande scritta di Deuteronomio 30:19
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19 aprile 2001, George W. Bush 43º Presidente degli Stati Uniti con la First lady Laura Bush in visita al Museo
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Tenzin Gyatso, 14º Dalai Lama del Tibet fu il primo importante ospite del Museo dopo la sua inaugurazione
Per approfondire, vedi Interpretazione e scrittura dell'Olocausto. |