Lombardo/I gerghi
In passato nell'area lombarda era abbastanza diffuso il fenomeno dei linguaggi gergali (lombardo: zergh), che in sostanza potevano essere di due tipi principali:
- Gerghi lavorativi
- Gerghi della malavita
Questi gerghi, pur sviluppando un lessico tutto particolare, mantenevano sostanzialmente inalterata la struttura grammaticale del lombardo.
Gerghi lavorativi
[modifica | modifica sorgente]Questo genere di gerghi era molto diffuso nelle valli alpine, da cui ogni anno partivano i lavoratori stagionali: infatti un tempo d'inverno era necessario lasciare la valle (che offriva poche risorse per il sostentamento) e spostarsi in zone più benestanti per esercitare una qualche professione. Ogni valle aveva il suo mestiere specifico: dalla Val Malenco provenivano gli stagnini, da Bormio i calzolai, dalla Val di Blenio i facchini, dalla Val Vigezzo gli spazzacamini, dalla Valstrona i fabbricanti di cucchiai...
Ciascuna comunità di lavoratori aveva sviluppato un proprio gergo particolare, in modo da preservare una certa unità al proprio interno e, cosa molto importante, non farsi capire dagli stranieri. Ciononostante, è interessante notare come molto spesso i vari gerghi avessero parole in comune (specie se gerghi utilizzati dalle stesse categorie professionali).
Tra i gerghi più noti e studiati troviamo il calmon di Lanzada, il platt di sciober di Bormio, il taron della Val Verzasca e della Val Vigezzo e il gain dei pastori bergamaschi.
Gerghi della malavita
[modifica | modifica sorgente]Queto genere di gergo (chiamata spesso "lingua furbesca") era diffuso in tutta Europa, con sfumature diverse a seconda della città. Anche in questo caso comunque è interessante notare come molte voci gergali circolassero abbastanza velocemente da una città all'altra. L'utilizzo di questo gergo era segnatamente quello di non farsi intendere dalle forze dell'ordine.
Caratteristiche linguistiche
[modifica | modifica sorgente]I gerghi prendevano sostanzialmente la grammatica e la pronuncia del dialetto del luogo di origine dei lavoratori che lo adoperavano. Il calmon dunque è di tipo valtellinese, il rusgin risente della pronuncia del dialetto della Valcolla (Lugano), il gain è affine al bergamasco, e così via.
Per quel che riguarda il lessico, i gerghi formavano parole proprie, costruendole per analogie (la notte è molto spesso la bruna) o per altri motivi a noi sconosciuti; in altri casi si registrano prestiti lessicali da altre lingue, soprattutto francese, tedesco (cf. il gergale bosser per "acqua"), italiano e romancio.
Alcuni usi gergali sono poi entrati a far parte anche del lombardo di tutti i giorni, uscendo quindi dalla dimensione "segreta" in cui erano stati pensati.
Comparazione tra gerghi lombardi
[modifica | modifica sorgente]Italiano | Lombardo | Rusgin | Calmon | Taron di rusca | Spasell | Gain | Platt di sciober | Taron rendenese |
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acqua | aqua | gueita | sbosser[1] | noga | luscia | ... | aigua/bosser | ... |
asino | asen | ... | balducch | rozz | ... | ... | ... | boricch[2] |
casa | cà | ... | crœugia | crœugia | crœugia | ... | ... | baita[3] |
Dio | Dio | ... | ... | ... | ... | Babsegner[4] | Babsegner | ... |
dormire | dormì | cobià | cobià | cobià | ... | ... | manir | ... |
essere | vesser | stanzià | ... | stanzià | stanzià | ... | ... | ... |
letto | lecc | patumm | boril | patumm | ... | ... | cagnozz | ... |
mangiare | mangià | murchì | sbojà | murchì | ... | ... | ... | ... |
neve | nev | ... | bianchina | sgualdrina | ... | ... | ... | bianchina |
padre | pader | erl/ciosp | ciosp | ciosp | masett | baldro | ... | ... |
padrone | padron | ... | faisc | faiss | bosin | ... | ... | ... |
pagare | pagà | ... | scajà | scajà | ... | ... | ... | ... |
pane | pan | ... | ... | strisigh | arton[5] | arton | frost | artibio |
porta | porta | ... | ... | ... | ... | antevert | arta | ... |
uovo | œuv | albes[6] | tisan | arbarell | albarell | albus | ... | albanin, albarell |
vacca | vacca | ... | crosciola | gnora | ... | ... | bilta | ciorla |