Lombardo/Costruzione della frase

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Lombard L'ortografia di riferimento per questa pagina del corso di lombardo è la Nuova Ortografia Lombarda
Indice del libro

Nota: il lombardo ha diverse ortografie, quanto qui spiegato è stato fatto utilizzando la Nuova Ortografia Lombarda

Forma attiva: frasi affermative[modifica]

Struttura tipica frasi ai modi verbali indicativo, congiuntivo e condizionale[modifica]

Soggetto forte + Soggetto debole + Predicato + Complemento oggetto + Altro complemento
Esempi: (in dialetto milanese)
El March l'ha mangiad un pom in cà
(tradotto in italiano: Marco ha mangiato una mela in casa)

Attenzione:

  • Il soggetto forte non è obbligatorio; esso può essere un sostantivo oppure un pronome personale soggetto forte
  • Il soggetto debole deve andare d’accordo col soggetto forte, è obbligatorio più o meno a seconda del soggetto e del dialetto; in dialetto milanese per la terza persona singolare solo quando il verbo è intransitivo e nel caso che si voglia mettere il soggetto dopo il predicato si può utilizzare "ghe" invece del pronome debole di terza persona singolare, cioè si può per esempio scrivere sia "gh'è mort el March", "gh'è rivad el March" sia "l'è mort el March", "l'è rivad el March.... "

(tradotto in italiano: è morto Marco, è arrivato Marco)

  • Il predicato ovviamente è obbligatorio;
  • Il complemento oggetto si mette se c’è (e comunque solo quando il predicato è un verbo transitivo);
  • Il complemento di termine si può mettere anche prima del complemento oggetto.
Il complemento oggetto può anche venire espresso attraverso le particelle pronominali complemento oggetto prima del predicato
(Soggetto forte) + Soggetto debole + Particella pronominale complemento oggetto + Predicato + (Altri complementi)
Esempio (in dialetto milanese):
Lu el m' ha ajutad
(tradotto in italiano: Lui mi ha aiutato)
Attenzione: il pronome soggetto debole non si deve mettere in presenza della particella pronominale complemento oggetto di 3^ persona plurale (je, ja, ai...) eccetto che per la 2^ persona singolare per la quale è obbligatorio.
Esempio: ( in dialetto milanese)
Lu ai ha ajutad
(tradotto in italiano: Lui li ha aiutati)
  • Gli altri complementi si mettono quando c'è bisogno, la maggior parte di essi viene introdotta attraverso delle preposizioni , possono anche essere messi prima del soggetto (soprattutto quelli di tempo).
Esempio: (in dialetto milanese)
Jer lu el m' ha ajutad
(tradotto in italiano: Ieri lui mi ha aiutato)
(Soget fort) + Soggetto debole + particella pronominale complemento di termine + predicato + (complemento oggetto) + (altri complementi)
Esempio: (in dialetto milanese)
Lu el m' ha imprestad un liber
(tradotto in italiano: lui mi ha prestato un libro)
In lingua lombarda è poi ammesso il rinforzo del complemento di termine (o quello di vantaggio) alla fine della frase con "a + pronome personale soggetto forte" quando si vuole evidenziarlo.
Esempio (in dialetto milanese)
Lu el m' ha imprestad un liber a mi

(il complemento di termine espresso con la particelle pronominale me (→ m’) rinforzato con a mi)

quando il complemento di termine è all'inizio della frase ed è di fatto lui a compiere l'azione spesso si tralascia la preposizione "a"

Esempi:(in dialetto milanese)
(a) Mi me pias
(tradotto in italiano: A me piace /Mi piace)
  • Possono anche essere presenti entrambe sia la particella pronominale complemento di termine (o di vantaggio) che quella del complemento oggetto. La struttura è
(Soggetto forte) + Soggetto debole + particella pronominale complemento di termine + Pronome personale complemento getto + Predicato + (Complemento oggetto) + (Altri complementi)
In questo caso, per quanto riguarda il pronome soggetto debole, quando viene utilizzato, è sempre il "pronome personale soggetto debole universale" feccetto che per la 2^ persona singolare (ed è sempre obbligatorio per la 2^ persona singolare e mentre per le altre persone lo è a seconda del dialetto); inoltre, in questo caso come pronome complemento oggetto alla 3^ persona singolare si utilizza “le” e non “el” (o sue varianti dialettali).
Esempi: (in dialetto milanese)
Lu a me l' ha imprestad
(tradotto in italiano: Lui me l'ha prestato)
Ti te me l' heet imprestad
(tradotto in italiano: Tu me l'hai prestato)
  • Il complemento di stato in luogo o di moto a luogo può anche essere espresso con la particella pronominale "ghe" (o "ga" a seconda del dialetto) prima del predicato;
  • nel caso appena citato il soggetto forte può essere collocato dopo il predicato mentre come soggetto debole, soprattutto nella forma parlata si può usare sempre il pronome soggetto debole universale "a", ad esclusione di alcuni dialetti tra cui quelli della lombardia meridionale pavese, lomellino, oltrepadano in cui non viene usato (ci sono poi anche degli altri casi nei quali si può fare così, per esempio a volte quando si parla del tempo meteorologico coi verbi vesser (essere) e (fare), invece i verbi pioeuver (piovere), fiocà (nevicare), ecc. vengono trattati come se fossero personali).
Esempio: (in dialetto milanese)
De foeura a gh' era el temporal
(tradotto in italiano: fuori c’era il temporale)
De foeura a fa un frecc de lader
::(tradotto in italiano: fuori fa un freddo da ladri)

Negli altri casi si utilizza il pronome personale soggetto debole tipico della persona.

Esempio: (in dialetto milanese)
L'intenzion la gh' era
(tradotto in italiano: L'intenzione c'era)
►guarda►►Forma passiva
►guarda►►Forma impersonale

Conflitto tra consonanti causato da particelle pronominali e pronomi personali soggetti deboli[modifica]

Qualora la presenza di una particella pronominale o di un pronome personale soggetto debole indica un conflitto tra consonanti cioè un situazione fonetica o una pronuncia scomoda si aggiunge una "a" prima di essa o di esso.

Esempio (in dialetto milanese):
De done n'hèm viste → de done a n'hèm viste
(che tradotto in italiano: Di donne ne abbiamo viste)
Si nota infatti qui un conflitto tra la n finale di ‘’done’’ – considerato che in dialetto milanese la e finale non si pronuncia – e quella iniziale della prticella “ne”, per risolvere il conflitto di mettere dentro una “a”)
In questo caso "a" è anche il pronome debole universale che viene introdotto per ragioni di fonetica anche se di norma non obbligatorio.
Un altro esempio:
El mond l'era sporch → el mond a l’era sporch
(tradotto in italiano: Il mondo era sporco)

Struttura tipica (frasi ai modi infinito, gerundio e imperativo di 1^ e 2^ persona)[modifica]

Predicato + (complemento di termine) + (Complemento oggetto) + Altri complementi

Esempio: (in dialetto milanese)
a lu un pom de mangià
(Tradotto in italiano: ”Dai a lui una mela da mangiare”)
Il complemento oggetto può anche essere espresso attraverso le particelle pronominali complemento oggetto in forma di suffisso]]
Predicato +Particella pronominale complmeneto oggetto (suffisso) + (Altri complementi)
Esempio: (in dialetto milanese)
ll a lu de mangià
(tradotto in italiano: Dallo a lui da mangiare)
Predicato + particella pronominale complmento di termine (suffisso) + Pronome personale complmeneto oggetto + (Altri complementi)
Esempio: (in dialetto milanese)
gh on pom de mangià
::(tradotto in italiano: dagli una mela da mangiare)
Comunque siccome in lingua lombarda il complemento di termine viene rinforzato, la forma tipica è quella col complemento di termine sia in forma estesa che in forma di particella cioè:
gh a lu on pom de mangià
  • Possono anche essere presenti sia la particella pronominale del complemento di termine sia qualla del complmento oggetto come suffisso. La struttura è
Predicato + Particella pronominale complemento di termine (suffisso) + Particella pronominale complemneto oggetto (suffisso) + (Altri complementi)
Esempio: (in dialetto milanese)
ghell (a lu) de mangià
(tradotto in italiano: daglielo da mangiare)

Soggetto[modifica]

È la persona o la cosa che svolge l’azione. Il soggetto può essere rinforzato. Il soggetto debole e il soggetto forte sono la stessa entità, il soggetto debole serve soltanto per rinforzare quello forte. Il soggetto forte non è mai obbligatorio. Quello debole può esserlo come anche non esserlo a seconda della persona (1^ singolare, 2^singolare ...) e del dialetto. Per esempio nel dialetto milanese, che è molto italianizzato è obbligatorio solo per la 2^ e la 3^ persona singolare. I dialetti meno italianizzati lo usano invece quasi sempre. Di solito è obbligatorio alla 2^ e 3^ persona singolare e alla 3^ plurale (e anche alla 1^ plurale in lombardo orientale).

Soggetto forte[modifica]

Può essere un sostantivo preceduto da un articolo o un pronome personale soggetto forte
Nel modulo sui pronomi personali sono mostrati i pronomi soggetto forte nei vari dialetti

Soggetto debole[modifica]

È un pronome personale soggetto che vada d’accordo col soggetto forte
Nel modulo sui pronomi personali sono mostrati i pronomi soggetto debole nei vari dialetti ed è indicata la loro obbligatorietà al variare del dialetto.

Predicato[modifica]

Il predicato può essere nominale o verbale

Predicato nominale[modifica]

Il predicato nominale è costituito dal verbo “vesser” (essere) la copula, che può essere coniugata in tutti i tempi verbali e che può essere unita con dei verbi servili o dei verbi frasali, e una parte nominale, che dà delle informazioni sul soggetto. La parte nominale può essere un nome o un aggettivo. Se per esempio la parte nominale è un sostantivo, può essere accompagnata da uno o diversi aggettivi.

Predicato verbale[modifica]

Il predicato verbale, è formato da uno o vari verbi che possono essere coniugati in tutti i tempi verbali, che dicono qualcosa a proposito dell’azione del soggetto. Diversamente dal predicato nominale, il predicato verbale è costituito solo da verbi (che possono essere anche il verbo essere, il verbo avere come qualsiasi altro verbo o anche verbi composti).

Frasi imperative[modifica]

Struttura tipica (mettere in fondo il soggetto!)

(che)3 + Soggetto debole3+ Predicato + (Complemento oggetto) + (Alter complement) + (Sogetto forte)

3 : soltanto alla terza persona singolare o plurale.

L'imperativo può essere espresso anche in forma impersonale senza soggetto e con il verbo al modo infinito .

Frasi negative[modifica]

La costruzione delle frasi negative è la stessa di quelle affermative, la differenza è che il predicato è in forma negativa. Per fare diventare negativa la forma si aggiunge l'avverbi di negazione minga (variant locai miga, menga, mia, mea, migna) oppure (solo in certi dialetti come il milanese, il lodigiano, il brianzolo, il pavese)  :
►" minga, miga, menga, mea, migna si mette " (per tutti i dialetti)
1) Dopo il verbo se è a un tempo semplice:

Esempio (in dialetto milanese):
Affermativa: Lu el canta

(tradotto in italiano: Lui canta)

Negativa: Lu el canta minga

(tradotto in italiano: Lui non canta)
2) tra l'ausiliare e il participio passato nel caso dei tempi composti:

Esempio (in dialetto milanese):
Afermativa: Lu l' ha cantad
(tradotto in italiano: Lui ha cantato)
Negativa: Lu l' ha minga cantad
(tradotto in italiano: Lui non ha cantato)

3) Prima del verbo all’infinito dopo preposizione (eccetto che per i complementi gerundivi)

Esempio (in dialetto milanese):
Affermativa: Per cantà
(tradotto in italiano: per cantare)
Negativa: per minga cantà
(tradotto in italiano: Per non cantare)

4) applicandolo ai verbi servili, se prima del verbo c’è un verbo servile:

Esempio (in dialetto milanese):
Affermativa: Lu l' ha podud cantà
(tradotto in italiano: Lui ha potuto cantare)
Negativa: Lu l' ha minga podud cantà
(tradotto in italiano: Lui non ha potuto cantare)

5) dopo il verbo nei complementi gerundivi, se c'è un verbo servile, dopo di esso:

Esempio (in dialetto milanese):
Affermativa: L'è mej a fàss vedé
(tradotto in italiano: E' meglio farsi vedere)
Negativa: L'è mei a fàss minga vedé
(tradotto in italiano: E' meglio non farsi vedere)

In questi casi si è diffusa anche una forma secondo la quale il complemento gerundivo con la preposizione "de" invece che "a"

si mette di solito dopo il participio passato: (è usato solo per certi dialetti come il milanese, il pavese, il brianzolo, il lodigiano …) 1) Dopo il verbo se è a un tempo semplice:

Esempio: (in dialetto milanese)
Affermativa: Lu el canta
(traduzione in italiano: Lui canta)
Negativa: Lu el canta
(traduzione in italiano: Lui non canta)

2) Dopo il participio passato nel caso dei tempi composti:

Esempio: ( in dialetto milanese)
Affermativa: Lu l' ha cantad
(traduzione in italiano: Lui ha cantato)
Negativa: Lu l' ha cantad
(traduzione in italiano: Lui non ha cantato)

Di solito si usa "minga", la scelta tra " minga" e "nò" si basa anca su questioni di fonetica.

mai
Sono delle frasi negative anche quelle che indicano un’azione o un fatto mai capitato o che non capiterà in futuro. In questo caso si utilizza l’avverbio mai' invece che minga e la costruzione della frase è simile.

nagot/nient, pu
Per altre tipologie di costruzioni negative vedi: Negazione

► vedi forma passiva per la forma passiva

Doppia negazione assoluta[modifica]

La doppia negazione è assoluta quando, in una frase negativa, è presente come complemento oggetto un pronome negativo come nient /nagot o nissun (o le loro varianti). Possono inoltre anche essere presenti degli avverbi di negazione come pu, mai (o loro varianti dialettali).

  • In dialetto milanese quando il complemento oggetto è in posizione finale dopo l'avverbio "pu" (di seguito chiamato 2° avverbio di negazione), la costruzione della frase è:
(Soggetto forte ) + no + (Soggetto debole) + Predicato + 2° avverbio di negazione + Complemento oggetto + Altri complementi

Esempio: (in dialetto milanese)

Mi no vedì pu nagot
(traduzione in italiano: Io non vedo più niente)
Mi no hoo pu vist nissun
(traduzione in italiano: io non ho più visto nessuno)
  • In dialetto milanese, negli altri casi, cioè quando non c'è l'avverbio "pu" non è necesario mettere l'avverbio "no", per esemopio in questo caso:
(No) + (Soggetto debole) + Predicato nominale + Pronome negativo come soggetto forte + altri complementi

Esempi: (in dialetto milanese):

(No) gh'è nissun
(traduzione in italiano: Non c'è nessuno)
  • Invece, nei dialetti più conservativi come quelli alpini, l'uso di "no" può essere più ricorrente.

Esempio (in lombardo alpino):

No l'hoo mai vedud
(Traduzione in italiano: Non l'ho mai visto)
  • Un altro uso di "no" prima del verbo è quando il soggetto contiene un comparativo ed è collocato prima del verbo.
(No) gh'è persona pussee vijaca
(Traduzione in italiano: Non c'è persona più vigliacca)
  • Un altro uso di "no" prima del verbo è quando la frase contiene l'avverbio di negazione collocato dopo il verbo.
No gh'è lee lu
(Traduzione in italiano: There is neither her nor him)

Attenzione per la pronuncia: prima del verbo è no (IPA /nu/ or /no/), dopo il verbo è (IPA /nɔ/)

Negazione relativa astringente[modifica]

...

Esempio: (in dialetto milanese)

Mi no hoo fad alter che 'l lavorà
(traduzione in italiano: Non ho fatto altro che lavorare)

Frasi interrogative dirette[modifica]

La forma interrogativa in lombardo originariamente veniva costruita invertendo la posizione del verbo e del pronome debole; ora questa costruzione è presente solo nei dialetti orientali.

Esempio:
► Lu l' è grand (forma affermativa; traduzione in italiano: "Lui è grande")
► Lu e'l grand? (forma interrogativa originaria; traduzione in italiano: "Lui è grande?")
► Lu l'è grand? (forma interrogativa attuale nei dialetti occidentali; traduzione in italiano: "Lui è grande?")

Interrogative sul complemento oggetto o l’identità[modifica]

Interogrative su delle cose (con pronomi interrogativi)[modifica]

A seconda del dialetto si può mettere il pronome interrogativo Cossa/Se all’inizio della frase o oppur Cossè alla fine della frase;

Cossa/Se/Cossa l'è che + il resto della frase?
Il resto della frase + cossè?
Esempio:
'Se te see 'dree a fa?
(traduzione in italiano: Cosa stai facendo?)
Cossa te see 'dree a fa?
(traduzione in italiano: Cosa stai facendo?)
Cossa l'è che te see 'dree a fa?
(traduzione in italiano: Cosa stai facendo?)
Te see 'dree a fa cossè?
(traduzione in italiano: Cosa stai facendo?)
Cossa l' è?
(traduzione in italiano: Cos’è?)
Cossa l'è che l' è?
(traduzione in italiano: Cos’è?)

Interrogative sulle persone (con pronome interrogativo)[modifica]

Si mette il pronome interrogativo Chi all’inizio della frase;

Chi/Chi l'è che + il resto della frase?
Esempio: (in dialetto milanese)
Chi te amet?
(traduzione in italiano: chi ami?)
Chi l'è che te amet?
(traduzione in italiano: chi ami?)
Chi te seet?
(traduzione in italiano: chi sei?)
Chi l'è che te seet?
(traduzione in italiano: chi sei?)

Inoltre, sull'identità sia di persone che di cose (con pronome interrogativo)[modifica]

Qual è quell che... + il resto della frase? "m"

(al maschile)

Qual è quella che... + il resto della frase? "f"

(al femminile)

In italiano: Qual è quello/quella che?

Interrogative su cose o persone con aggettivo interrogativo "che"[modifica]

Che + sostantivo + el rest de la fras?
Esempi (dialetto milanese)
Che bagai te voeulet?
(traduzione in italiano: Che ragazzo vuoi?)

Casi particolari: l'orario e il tempo meteorologico:
►►vedi►►►Come chiedere ed esprimere l'ora
►►vedi►►►Come chiedere ed esprimere il tempo meteorologico

Interrogative sull'argomento[modifica]

Interrogative su delle cose[modifica]

....

De cossa/De cossa l'è che + il resto della frase?

in italiano: Di cosa + il resto della frase?
In su cossa/In su cossa l'è che + il resto della frase?
in italiano: Su cosa + il resto della frase?
Sora cossa/In su cossa l'è che + il resto della frase?
in italiano: Su cosa + il resto della frase?

Interogrative su delle persone[modifica]

....

De chi/De chi l'è che + il resto della frase?
in italiano: Di chi + il resto della frase?
In su chi/In su chi l'è che + il resto della frase?
in italiano: Di cosa + il resto della frase?
Sora chi/In su chi l'è che + il resto della frase?
in italiano: Su cosa + il resto della frase?

Interrogative sul tempo[modifica]

Momento preciso[modifica]

Quandè che + il resto della frase?
in italiano: Quando + il resto della frase?
Esempio
Quandè che te fee quella roba chì ?
(traduzione in italiano: quando fai questa cosa?)

Inizio dell'azione[modifica]

De quandè che + il resto della frase?
in italiano: Da quando + il resto della frase?
Esempio:
De quandè che te spetet  ?
(traduzione in italiano: Da quando aspetti?)

Fine dell'azione[modifica]

Fina a quandè che + il resto della frase?
in italiano: Fino a quando + il resto della frase?

Interrogative sulla causa[modifica]

Cossa/ 'Se + il resto della frase + de fà ?
In italiano: Perché + il resto della frase?
Come mai + il resto della frase ?
In italiano: Come mai + il resto della frase?
Esempi (in dialetto milanese):
'Se te pianget de fà?
(traduzione in italiano: Perché piangi?)
Come mai te pianget?
(traduzione in italiano: Come mai piangi?)

Interrogative sullo scopo[modifica]

Costruzione simile alla precedente

Cossa + il resto della frase + de fà ?
In italiano: A cosa + il resto della frase?


Esempi (in dialetto milanese):
Cossa / 'Se el serviss de fà?
(traduzione in italiano: A cosa serve?)

Interrogativo-negative sulla causa[modifica]

avverbio interrogativo + il resto della frase + nò ?

Avverbio interrogativo= Perchè / Come mai

Esempi:
Perchè te manget ?
(traduzione in italiano: Perché non mangi?)
Come mai te manget ?
(traduzione in italiano: Come mai non mangi?)

Interrogative sul modo[modifica]

Si possono costruire ccosì:

Avverbio interrogativo + il resto della frase + ?

con Avverbio interrogativo= Come / Comè che / In che manera

Oppure, a seconda del dialetto l'avverbio interrogativo "come" può anche essere posto alla fine della frase,ma in questo caso l'accento cade sulla “e” finale quindi in questo caso lì'avverbio interrogativo sarà "comè".

il resto della frase + comè ?


Esempi (in dialetto milanese):
Comè che t' hee fad?
(traduzione in italiano: Come hai fatto?)
Come t' hee fad?
(traduzione in italiano: Come hai fatto?)
T' hee fad comè?
(traduzione in italiano: Come hai fatto?)

Interrogative sul luogo[modifica]

Stato in luogo[modifica]

A seconda del dialetto l’avverbio interrogativo indove viene messo all’inizio o alla fine della frase. Se l'avverbio interrogativo è posto all’inizio ha l’accento è sulla "o" ( indóve ), se invece è alla fine l'accento è sulla “e” finale ( indovè ). Un'altra maniera è quella di mettere indovè (con l'accento finale) all'inizio seguito dalla congiunzione "che".

Indove + il resto della frase ? (dialetto milanese)
il resto della frase + indovè?
Indovè che + il resto della frase ?

In italiano: Dove + il resto della frase?


Esempi (in dialetto milanese):
Indove te seet?
(traduzione in italiano: Dove sei?)
Te seet indovè?
(traduzione in italiano: Dove sei?)

Moto da luogo (provenienenza)[modifica]

A seconda del dialetto il pronome interrogativo indove (con davanti la preposizione “de” – o sue varianti dialettali da) viene messo all’inizio o alla fine della frase; Se è all’inizio ha lì’accento sulla "o": D'indóve Se è alla fine sulla "e" finale: d'indovè

De indove + il resto della frase ? (dialetto milanese)
in italiano: Da dove + il resto della frase?
Costruzione simile alla frase affermativa + d'indovè?
in italiano: Da dove + il resto della frase?
Esempi (dialetto milanese)
D'indove el ven?
(traduzione della frase: Da dove viene?)

Interrogative sulla quantità[modifica]

1) All’inizio della frase si utilizza l’aggettivo interrogativo Quant "m" /Quanta "f" /Quanti "m" /Quante "f" prima del sostantivo che sarebbe il complemento oggetto;

Quant + sostantivo complemento oggetto + il resto della frase ?
Stessa costruzione della lingua italiana

2) All’inizo della frase si utilizza il pronome interrogativo Cossa o Quanto. La costruzione con Cossa è sempre da preferire quando l'interrogazione è sul valore o il costo.

Cossa + il resto della frase ?
Quanto + il resto della frase ?
Esempi (in dialetto milanese)
1) Quanta carna t' hee mangiad?
(traduzione in italiano: Quanta carne hai mangiato?)
2) Quanto t' hee bevud?
(traduzione in italiano: Quanto hai bevuto?)
2) Cossa el var?
(traduzione in italiano: Quanto vale?)

Interrogative sull'ora[modifica]

►►guarda►►►Come chiedere e esprimere l'ora

Interrogative sul tempo meteorologico[modifica]

►►guarda►►►Come credere e esprimere il tempo meteorologico

Interrogative sul nome[modifica]

Come + (pronome debole) + particella pronominale riflessiva (se o sa a seconda del dialetto) + verbo “ciamà”?

Esempi:
Come te se ciamet?
(traduzione in italiano: come ti chiami?)

Collegamento tra le frasi[modifica]

Quando esiste una relazione tra due frasi, si possono collegare:

-attraverso una congiunzione o una locuzione congiuntiva (seguita da una frase con un verbo a un modo finito - (indicatvo, congiuntivo o condizionale);
-attraverso preposizioni o locuzioni preposizionali (seguita da una frase con un verbo all’infinito);
-iniziando la seconda frase con un pronome relativo (frase relativa), quando la seconda frase è una frase inclusa (e subordinata) in quella principale che serve per specificare un sostantivo o un pronome della prima frase o principale)

► guarda ► Frasi relative in lombardo

Comparativo progressivo di maggioranza tra frasi[modifica]

► guarda ► Lombardo/Gradi dell'aggettivo#Comparativo