Carmina (Catullo)/107

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Indice del libro


Testo[modifica]

(LA)
« 

Si quicquam cupido optantique obtigit umquam
insperanti, hoc est gratum animo proprie.
quare hoc est gratum nobis quoque, carius auro
quod te restituis, Lesbia, mi cupido.
restituis cupido atque insperanti, ipsa refers te
nobis. o lucem candidiore nota!
quis me uno vivit felicior, aut magis hac est
optandus vita dicere quis poterit?

 »
(IT)
« 

Se qualcosa accadde mai ad uno, che pur smanioso,
non se l’aspettava, questa è davvero gradita al cuore.
Per questo, anche a noi è gradito, più benvoluto dell’oro,
il tuo ritorno, Lesbia, da me desideroso.
Ti riconsegni ad uno smanioso, e privo di speranza, tu stessa riporti te
a noi. Oh luce di un segno più giusto!
Chi vive più felice di me, solo, o chi può nominare
una vita più augurabile di questa?

 »
(Fonte: → Wikisource )

Note al testo

Analisi stilistica[modifica]

Sintesi della poesia[modifica]

Il tema[modifica]

Il messaggio[modifica]