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Carmina (Catullo)/70

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Indice del libro


(LA)
« 

Nulli[1] se dicit mulier mea nubere malle
    Quam mihi, non si se Iupiter[2] ipse petat.

Dicit: sed mulier cupido[3] quod[4] dicit amanti
    In vento et rapida scribere oportet aqua.

 »
(IT)
« 

La mia donna afferma di non volersi unire a nessuno
se non a me, neppure se Giove stesso la richiedesse.

Lo dice: ma ciò che una donna dice a un amante innamorato
è opportuno scriverlo nel vento e sull'acqua che trascina via ogni cosa.

 »
(Fonte: → Wikisource )

Note al testo

  1. Dativo singolare retto da nubere, primo termine di paragone rispetto a quam mihi
  2. Forma meno usata rispetto a Iuppiter
  3. dativo riferito ad amanti
  4. Ordina:sed quod mulier dicit cupido amanti

Analisi stilistica

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Le due strofe si aprono ciascuna con un termine chiave: nulli e dicit. La struttura è bipartita (2+2), bipartizione segnata dall’anafora DICIT … DICIT di ascendenza callimachea, ma Catullo vi aggiunge nei due versi iniziali una doppia antitesi incentrata sulla prima persona, lui stesso, NULLI /MIHI / IUPPITER (nulli è apo koinou tra le due antitesi), mentre in Callimaco, c’è l’opposizione tra due 3e persone, Callignoto e Ionide. Questa ‘personalizzazione’ dell’epigramma è evidente a partire dal mulier mea del v. 1. I vv. 3-4 passano ad una gnome di carattere più generale.

Sintesi della poesia

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Il breve carme, costituito da due distici, riprende il tema della fides: la donna amata dal poeta afferma di preferire il suo uomo perfino a Giove, ma non è ritenuta degna di fede.

Il tema affrontato, quello del rapporto tra amore e fides, valore del mos maiorum sui cui Catullo fonda molti suoi carmi, ha antecedenti in Callim. Epigr. 25 Pf.:
"Giurò Callignoto a Ionide che mai più di lei
avrebbe avuto caro un amico o un’amica.
Giurò. Ma dicono bene: i giuramenti d’amore
Non raggiungono l’orecchio degli dei.
Ora lui d’amore per un ragazzino brucia, e della povera Fanciulla,
come dei Megaresi, non si fa conto né stima."
e in Ignoti De Crassitio Epigramma, ap. Suet. Gramm. 18, FPL p. 223 Bl.
"Uni Crassitio se credere Zmyrna probavit
Desinite indocti coniugio hanc petere.
Soli Crassicio se dixit nubere velle
Intima cui soli nota sua extiterint."
Smirna decise di affidarsi al solo Crassizio
Smettetela, ignoranti, di cercarla in sposa.
Al solo Crassizio disse di volersi unire,
Al quale solo si erano rivelate le sue caratteristiche più profonde

Il messaggio

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Strettamente legato al c. 72, questo c. presenta una variazione sul tema topico del giuramento d’amore, sviluppato in particolare da Callimaco, epigr. 25 Pf.: l’anafora dicit … dicit (vv. 1-3) riprende quella callimachea. Allo stesso epigramma sembra rifarsi anche un epigramma anonimo che tratta di un commento di Crassizio alla Zmyrna di Cinna (un’opera cui si riferisce anche il c. 95 di Catullo); è possibile – come ha supposto Kroll – che l’epigramma callimacheo sia stato preso a base per un esercizio di sfida poetica.