Carmina (Catullo)/22
Testo
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Suffenus iste, Vare, quem probe nostri, |
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Quel Suffeno, o Varo, che tu hai presente così bene, |
(Fonte: → Wikisource
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Note al testo
Analisi stilistica
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Sintesi della poesia
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Il tema
[modifica | modifica sorgente]In questo carme Catullo si rivolge a un amico e si prende gioco di un certo Suffeno, persona per altro gradevole ed educata, ma vanitosa e incapace di rendersi conto di essere un pessimo poeta. Non è il primo carme nel quale Catullo parla con i suoi amici di poesia e letteratura; il tema, infatti, è visibile sin dal carme 1 dedicato a Cornelio Nepote. Il sentimento dell'amicizia è portato alla massima intensità. L’amicizia è un sentimento fondamentale per l’uomo catulliano che non può resistere senza l’appoggio dei suoi amici. Anche se Catullo cerca di nascondere questo suo affetto con lo scherzo forse per pudore, comunque tale sentimento viene fuori dai suoi carmi (es. carme 22 ). Catullo crede in una piena comunanza di affetti e pensieri, in una partecipazione reciproca delle gioie e dei dolori. E come nell'amore, l'amicizia richiede il rispetto del foedus da entrambe le parti, cioè un vincolo di dedizione assoluta delle anime. Facendo riferimento a questo carme possiamo notare come Catullo vuole mettere in evidenza le contrastanti personalità di Varo, nel momento in cui scrive e non. Una la domanda che ci poniamo è chi sia Varo? si pensa che l’identità dell’amico di Catullo possa essere quella di Alfeno Varo, o forse di Quintilio Varo.(già citato nel carme 10)
Il messaggio
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