Carmina (Catullo)/77
Testo
[modifica | modifica sorgente](LA) «
Rufe mihi frustra ac nequiquam credite amice |
(IT) « Rufo, da me invano e inutilmente creduto un
amico (invano? Anzi con grave perdita e danno), così ti sei insinuato in me, e bruciando il cuore a me infelice hai sottratto, ahimè, tutto il mio bene? Lo hai sottratto, ahimè, crudele veleno della nostra vita, ahimè, rovina della nostra amicizia! |
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)
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Note al testo
Analisi stilistica
[modifica | modifica sorgente]Il carme è composto di una singola sestina, di tre distici elegiaci.
Il testo è ricco di figure retoriche:
- Enjambement (versi 3-4 e 5-6)
- Epanortosi (verso 2 “frusta? Immo”)
- Anafora (versi 4-5)
Sintesi della poesia
[modifica | modifica sorgente]Con questo carme, il poeta esprime la propria sofferenza e delusione nei confronti di Celio Rufo, il quale ha tradito i valori dell’amicizia diventando amante di Lesbia. Questo tradimento toglie al poeta tutto ciò di buono che vi è in lui, facendogli perdere fiducia nella fratellanza tra uomini.
Il tema
[modifica | modifica sorgente]Il tema principale del componimento è l’amicizia tradita, la quale priva l’uomo di tutto il suo bene. Questo avvenimento è ben più grave del tradimento da parte della donna amata, perché arriva da una persona di cui il poeta si fidava ciecamente.
Il messaggio
[modifica | modifica sorgente]Con questo carme, Catullo vuole ricordarci che la vera amicizia è un sogno destinato ad infrangersi contro la triste realtà della vita. Il poeta ci invita a diffidare di queste illusioni, poiché esse portano solo sofferenza e privano l’uomo della sua bontà.