Vai al contenuto

Carmina (Catullo)/15

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Indice del libro


(LA)
« 

Commendo tibi me ac meos amores,
Aureli. Veniam peto pudentem,
Vt, si quicquam animo tuo cupisti
Quod castum expeteres et integellum,
Conserues puerum mihi pudice,
Non dico a populo: nihil ueremur
Istos qui in platea modo huc modo illuc
In re praetereunt sua occupati;
Verum a te metuo tuoque pene
Infesto pueris bonis malisque.
Quem tu qua lubet, ut lubet moueto
Quantum uis, ubi erit foris paratum:
Hunc unum excipio, ut puto, pudenter.
Quod si te mala mens furorque uecors
In tantam impulerit, sceleste, culpam,
Vt nostrum insidiis caput lacessas,
Ah tum te miserum malique fati,
Quem attractis pedibus patente porta
Percurrent raphanique mugilesque.

 »
(IT)
« Ti affido me e il ragazzino mio,

Aurelio; chiedo grazia di pudore. Se mai ti piacque in cuore che l'oggetto delle voglie restasse casto e intatto, serbami il ragazzino in pudicizia. Non parlo della gente. Non la temo la gente che cammina per la piazza e passa via badando ai fatti suoi. Ho paura di te e del tuo membro, nemico dei ragazzi buoni e non. Muovilo pure come e dove vuoi, pronto, agli ordini tuoi, fuori di casa. Ma con lui no, ti dico, per pudore; che se ti piglia la malvagia idea, l'attimo di follia, o criminale, di commettere un simile delitto, di minacciare la mia sicurezza, povero te, t'aspetta la sventura, sarai tenuto bene per i piedi e per la porta passeranno pescetti e ravanelli in quantità.

(trad. Mandruzzato)
 »
(Fonte: → Wikisource )

Note al testo

Analisi stilistica

[modifica | modifica sorgente]

Il ricorso alla volgarità, come in altri carmi di Catullo, è fatto in segno di opposizione alla società dell'epoca che imponeva un Mos maiorum inadeguato alla vita di allora.


Sintesi della poesia

[modifica | modifica sorgente]

Il carme 15 è una poesia strettamente autobiografica. Ha uno scarso valore contenutistico, è uno scherzo fatto agli amici colti, che gioca sul contrasto tra linguaggio scurrile ed elevato. Si apre con una richiesta nei confronti di Aurelio al quale Catullo affida se stesso e i propri amori. Il poeta chiede di salvaguardare pudicamente il ragazzo, non dal popolo, ma verso i ragazzi buoni e cattivi, nel caso in cui adocchiasse qualcosa con il cuore; concedendogli il permesso di maneggiare chi vuole finché non sarà pronto.

Catullo utilizza la volgarità in segno di opposizione alla società che era solo formalmente caratterizzata da un "mos maiorum", diventato forse inadeguato alla vita di allora e sostanzialmente tradito da tutti. In questo carme viene evidenziato il contrasto tra il linguaggio volgare e scurrile e uno stile molto elevato, ma si deve tenere sempre presente che si tratta di uno scherzo letterario tra amici colti.

Il messaggio

[modifica | modifica sorgente]

Nel carme 15 Catullo affronta il tema in modo scherzoso ma allo stesso tempo provocatorio per i termini usati. Il carme dimostra anche che l’amore omosessuale non era visto negativamente all'epoca della fine della Repubblica. Catullo utilizza la poesia per conversare scherzosamente con gli amici parlando non di temi profondi, bensì della sua vita quotidiana, giocando sul contrasto tra linguaggio scurrile e uno stile elevato.

Poesie come queste sono il simbolo del rifiuto politico dei poetae novi nei riguardi della società contemporanea.