Per la risoluzione delle equazioni presentate all'inizio del corso è necessario introdurre un nuovo strumento di calcolo: la trasformata di Fourier. Innanzitutto si nota che presa la funzione
, la sua derivata rispetto alla componente
ha un comportamento piuttosto particolare, infatti:
Ovvero, la derivata parziale si comporta in maniera molto semplice e si osserva che rispetto a essa la funzione
è in realtà una autofunzione, con autovalore associato pari a
. Consideriamo ora un elemento
, che corrisponde a una stringa di n numeri che chiameremo multiindice. La quantità
si dice modulo del multiindice
. Inoltre si ha che:
La notazione dei multiindici è estremamente importante in analisi matematica, ed è utilizzata per indicare particolari elementi, le derivate parziali e gli operatori differenziali:[1]
Un esempio di operatore differenziale agente su
:
Prendiamo ad esempio il laplaciano: esso è un operatore differenziale di quelli appena definiti. Dunque, posto
, si ha:
Quindi
(onde piane) sono particolari autofunzioni dell'operatore laplaciano; le sfruttiamo per definire
, combinazione lineare di onde piane:
L'integrale sopra definito altro non è che la trasformata di Fourier di
. Applichiamo l'operatore
alla
:
Dunque l'effetto di
è unicamente quello di modificare il peso di
da
a
. Nel caso in cui
si ha che:
- ↑ Nell'esempio qui proposto
rappresenta un polinomio differenziale,
il massimo ordine di derivazione e
degli opportuni coefficienti complessi, non necessariamente costanti.