Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Austria

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Indice del libro

L'Austria, come nazione non esisteva nel 1945, ma essendo stata inglobata dalla Germania senza opporre resistenza, essa fu trattata da perdente e occupata dagli Alleati come accadde con la Germania, anche qui con 4 parti relative alle Potenze vincitrici. Del resto era qui che nacque Hitler, e specialmente i Soveitici non erano disposti a dimenticarsene. Nel '55 grazie ad una efficace azione di 'smarcatura' dalla Germania (specialmente nazista), l'Austria divenne indipendente, ma con una Costituzione che le vietava armi offensive, inclusa ogni sorta di missili e razzi (non ripetendo così la 'svista' che consentì di lasciare alla Germania post IGM la possibilità di sperimentarli in libertà). La situazione del piccolo Stato alpino, pur essendo neutrale come la vicina Svizzera, è rimasta quindi molto difficile, debole e incuneato com'era dentro il Patto di Varsavia e NATO. Non c'è mai stata una seria intenzione di respingere un'invasione di un nemico che sarebbe stato troppo forte comunque. La nazione austriaca è stata piuttosto scossa dalle violazioni aeree e dal fuoco d'artiglieria durante il 1991 e le cose sono un po' cambiate, poi c'è stato l'intoppo dell'elezione di Haider, dichiaratamente di destra non propriamente moderata, che ha comportato un isolamento maggiore per l'Austria. Tra la sconfitta del giovane governatore della Carinzia e l'appetito industriale per i nuovi caccia austriaci si è consumata una difficilissima e criticata partita di riequilibrio politico per portare l'Austria nel consesso degli Stati Europei 'che contano'. Nel frattempo gli Austriaci hanno già avuto a che fare con molte missioni all'estero e anche collaborazioni, come quella con gli Spagnoli per il veicolo da combattimento Pizarro. Naturalmente l'Austria non ha una marina, anche se mantiene alcune vedette per le acque interne e tra le sue truppe speciali vi sono anche sommozzatori d'assalto. Nonostante il basso budget per la difesa, l'Austria si è impegnata in parecchi ammodernamenti, non solo l'EF-2000: anche i Leopard 2, gli Ulan, di recente non è mancato nemmeno l'ordine per dei veicoli protetti prodotti dalla vicina Iveco.


L'Esercito Austriaco, al 1993[1][modifica]

Il Battaglione della Guardia

L'Heer austriaco, quasi omonimo del più celebre esercito tedesco, ha fatto notizia molto raramente durante gli anni della Guerra fredda: eppure, incuneato tra le nazioni del Patto di Varsavia, NATO e neutrali non era certo nella migliore condizione per un'esistenza pacifica. Dopo il 1990 l'Austria è stata investita da una forte immigrazione proveniente dall'Est e poi dagli effetti della guerra nella vicina ex-Jugoslavia. All'inizio del 1991 è stato revisionato lo strumento militare per adattarlo alle nuove esigenze, con l'approvazione della riforma il 14 luglio 1992; è la HG-Neu (Heeres Gliederung-Neu). Prima l'esercito non si sognava di difendere seriamente le zone di confine: troppo limitate le risorse disponibili, e allora si creava una zona di attrito locale, per difendere altre zone 'chiave' per la sopravvivenza della nazione. All'Est infatti l'Austria aveva confini piatti e molto esposti alle forze del Patto di Varsavia, ovviamente visto come il principale pericolo, e non poteva difendersi dal loro attacco. Per combatterle durante la penetrazione nel piccolo stato alpino, era tuttavia disponibile una divisione meccanizzata per il 'pronto intervento' e 8 brigate di fanteria motorizzata in funzione di 'milizia mobile'; infine v'erano 26 reggimenti di 'milizia territoriale', formati da riservisti e inquadrati in due corpi d'Armata, come anche le unità regolari. L'Heer contava anche la Divisione Aerea, ovvero l'Aeronautica, che era formata da 12 gruppi di velivoli.

Tutto questo rendeva possibile uno strumento di difesa capace di mobilitare fino a 200.000 effettivi, il 90% dei quali di leva o riservisti. Non era moltissimo, certo meno della vicina Svizzera, ma era quello che l'Austria si poteva permettere. Tuttavia non c'era l'obbligo di essere richiamati in unità che fossero, per i soldati, le stesse con cui si erano addestrati e questo non era certo positivo per l'efficienza del reparto in generale; c'erano anche poche unità già pronte al combattimento in tempo di pace, così da ricorrere frequentemente alla mobilitazione parziale per rendere possibile una risposta a crisi limitate. Nel futuro invece si prevedeva una forza di 120.000 effettivi più 30.000 riservisti senza assegnazione prefissata, mentre la leva sarebbe stata importante come prima, ma al solito, fissata in appena 8 mesi. L'esercito sarebbe stato più flessibile e in grado di adattarsi a missioni differenti dalla solita difesa del territorio nazionale, articolato su 12 brigate di fanteria e 3 meccanizzate, più supporti. Ma in tempo di pace, tutto si sarebbe ridotto a 12 reggimenti di fanteria, il nocciolo da cui estrapolare le brigate quando necessario. Questi reggimenti sarebbero stati assegnati alle 9 province, uno per ciascuna eccetto che in tre casi dove ve n'erano due: Stiria, Karnten e Burgenland; le principali forze anche in tempo di pace sarebbero state però le 3 brigate meccanizzate più i supporti. Tutto questo sarebbe stato inquadrato in 3 Corpi d'Armata.

Tutto questo in termini concreti sarebbe stato rappresentato, in tempo di pace, da appena 10.000 effettivi 'attivi' e 5.000 riservisti, per lo più per la sorveglianza delle frontiere; la leva sarebbe stata dell'ordine dei 34.000 effettivi all'anno: la maggior parte di loro avrebbe avuto una abilitazione al combattimento dopo 4 mesi e poi avrebbero sostenuto il quinto mese con elle esercitazioni sul campo e poi un altro mese ancora; gli ultimi 30 giorni li avrebbero fatti nei successivi 10 anni con dei periodi di richiamo, più che altro per aggiornamento. Non era certo molto per formare dei soldati pienamente addestrati, ma almeno sarebbero stati richiamati nello stesso reparto. Facevano eccezione a questa prassi (usata per fanti, artiglieri e logistica) gli elementi delle unità meccanizzate, aeree e NBC, con 8 mesi da fare tutti in fila, 4 di addestramento e 4 di operatività.

Questo valeva per i soldati, i sottufficiali e ufficiali avevano tempi di servizio ovviamente più lunghi. Di fatto, dato il sistema d'alimentazione dei reggimenti, solo due dei 12 sarebbero stati in ogni momento operativi, così come nel caso delle brigate era prevista sempre un'unità pronta; idem per le altre specialità principali. In tutto: 2.900 fanti, 300 della Guardia, 2.600 delle forze meccanizzate, 650 di un battaglione esplorante, 1.900 dell'aviazione e difesa C.A, 750 dei supporti su 5 compagnie, 120 delle unità NBC, 250 logistica, 1.000 trasmissioni.

Così l'esercito sarebbe stato suddiviso, come detto, in 3 Corpi d'Armata: 1° a Graz, 2° a Salisburgo e 3° a Baden (vicino a Vienna), dove avevano sede i loro QG. Ogni C.d'A. avrebbe avuto un btg comando, uno trasmissioni, uno Genio, uno da ricognizione; più un reggimento d'artiglieria, uno sanità e uno logistico. Solo il Korpskommando III di Baden aveva una struttura diversa, con un reggimento Genio anziché il battaglione degli altri due.

Le 12 brigate di fanteria avevano questa disposizione: Korpskommando I (Burgenland, Stiria Karnten) con 6 'Jagerbrigaden'; Il II (per Salisburgo e Tirolo) ne aveva 3, il Korpskommando III altre 2, più le tre meccanizzate. L'ultima era a dipendenza del Comando militare di Vienna, assieme anche al btg. Guardie, e che poteva organizzare interventi anche all'estero (ONU). Ogni brigata meccanizzata aveva btg comando, btg carri, btg meccanizzato e un gruppo di artiglieria semovente. In sostanza delle unità pluriarma autosufficienti, come è normale che sia una brigata. La Divisione Aerea aveva 3 reggimenti di aviazione di cui: 1 su elicotteri e caccia, uno su elicotteri e aerei d'attacco, uno su elicotteri e trasporti; oltre a queste forze c'erano 3 rgt contraerei e una brigata di sorveglianza elettronica (radar).

Per le operazioni locali non ci sarebbe stata la mobilitazione generale ma la responsabilità data ai comandi provinciali, poi semmai ai corpi d'armata, con il coordinamento da parte del comando centrale. Questo, fino al 1993 basato su una doppia direzione tra Ministero della Difesa e S.M.E., poi però il secondo avrebbe fatto parte del primo. Questo avrebbe aiutato a ridurre la burocrazia, visto che la metà dei militari di professione era assegnata a logistica e SM, mentre solo il 50% era parte delle unità operative; in futuro si voleva aumentare al 60%.

Le missioni all'estero, per conto ONU, vedevano una forza fino a 20.000 effettivi costituiti da volontari, sottoposti a 2 mesi di addestramento e poi mandati in missione per altri 6.

L'emergenza maggiore però è stata vissuta dentro il territorio nazionale stesso: dall'estate del 1990, dall'agosto per la precisione, si è presentato un nuovo problema: quello delle fughe massicce dai Paesi dell'Est, spesso a cura di organizzazioni criminali, che hanno raggiunto i 1.000 clandestini a settimana. L'Austria, allarmata, ha fronteggiato l'emergenza con la polizia ma anche con lo spiegamento di 2 battaglioni, poi aiutati da un terzo, portati ai confini mentre la Polizia agiva pattugliano i 10 km di territorio della fascia di territorio dietro al confine, intercettando 19.000 immigrati (di cui 15.000 dall'esercito); non vi sono stati conflitti a fuoco mentre il totale dei soldati impegnati a fine 1992 era di oltre 50.000 in tutto, con rotazioni mensili e turni di 3 giorni più uno di riposo; le forze mediamente presenti erano di 2.000 effettivi di cui 1.400 di leva. Gli accordi con l'Ungheria avrebbero cercato di ridurre quest'afflusso, ma la maggior parte dei clandestini arrivava dalla Romania (corsi e ricorsi della Storia), che tra l'altro stabiliva due anni di prigione per chi espatriava illegalmente, diventando così un criminale a tutti gli effetti. Purtroppo, i problemi sociali rumeni non sono stati risolti da queste misure come la cronaca recente insegna.

Quanto ai materiali, finalmente l'Austria ha deciso, dopo la fine dell'URSS e quindi della validità degli accordi postbellici, di dotarsi di missili. Prima sono arrivati i BILL svedesi controcarri, e entro breve tempo si sperava di avere anche missili AAM, visto che i Draken erano armati solo con un cannone da 30 mm; da poco era stato ordinato un totale di 63 postazioni e 500 missili Mistral per la difesa aerea; erano anche attesi anche radar per la difesa aerea, e nuovi APC ruotati PAndur, elicotteri, giubbotti antiproiettile, sistemi di sorveglianza notturni. Il tutto tenendo presente il livello di spesa sul PIL, all'epoca di appena l'1%.

Questo nonostante la guerra ai confini. Durante la guerra in Slovenia dell'estate del 1991 gli Austriaci portarono al confine circa 4.000 soldati e 100 mezzi corazzati (tra cui forse figuravano già gli M60A3), e in seguito, al comando del 1° C.d.A. di Graz si arrivò a 6.500. Questo ha mandato l'Austria al limite delle possibilità del proprio esercito senza dovere ordinare la mobilitazione, ma non è stato del tutto sufficiente, con almeno 14 sconfinamento sul suo territiorio, incluso uno da parte di un MiG-21 sopra Graz. I Draken hanno fatto piuttosto poco in questo contesto e i Saab 105 d'attacco anche meno.


Armi austriache[2][modifica]

Iniziamo dal notare le pistole Glock, ampiamente costruite in polimeri e largamente esportate. Esse sono tuttavia più importanti per il mercato civile, quindi ne facciamo giusto un accenno, così come le MG 74, che altro non sono che le MG-3 tedesche, armi standard anche per l'Heer austriaco.

Lo Steyr A1 con la canna da 407 mm

A parte questo, in termini militari si parte dall'eccellente Steyr-Mannlicher AUG da 5,56 mm. Come altri tipi che hanno cominciato ad arrivare in servizio in tempi recenti, come l'SA-80 britannico e il FAMAS, lo Steyr è un fucile bullpup. AUG significa Armee Universal Gewher, fucile universale dell'Esercito. Esso ha configurazione Bullpup, ovvero con l'otturatore praticamente dentro il manico. Arma estremamente moderna, è costituita per lo più di materiale plastico e nylon, mentre le uniche parti metalliche sono la canna e i meccanismi interni, oltre alla camera di scoppio. Il caricatore è dietro il calcio che ha un'elaborata ma funzionale impugnatura, e un ulteriore impugnatura anteriore. L'aspetto è quasi fantascientifico, a maggior ragione considerando che è entrata in produzione nel 1978. Ha anche un mirino da 1,5 ingrandimenti come strumentazione fissa. Può essere inoltre modificato in vari modi: la sua è infatti una concezione modulare, da cui si possono estrapolare molti tipi di armi, un po' come l'M63 di Stoner. Questo significa canne e ottiche diverse, e la predisposizione per sistemi di visione notturna. Di fatto è possibile trasformarlo su di una sorta di carabina, un fucile di precisione con canna allungata e pesante, e un fucile-mitragliatore. Non solo, ma con un pratico sistema di lanciagranate alla volata, con relativo alzo metallico,è possibile lanciare granate MECAR da 40 mm con carica HEAT fino ad almeno 100 m di gittata utile, trasformandolo in un fucile controcarri.

Ampiamente usato per la sua maneggevolezza anche fuori dell'Austria, ha le seguenti caratteristiche:

  • Calibro: 5,56 mm
  • Lunghezza: 79 cm, canna 50,8 cm, oppure nelle versioni con canna diversa, 69 o 90 cm, o ancora 66,5 cm con il 9 mm Para
  • Peso: 4,09 kg carico (4,9 per l'arma di squadra, 3 scarica per la 9 mm); alimentazione con caricatore dietro il grilletto, da 30 colpi per il fucile, 42 per la mitragliatrice leggera, 25 o 32 per il mitra
  • Cadenza di tiro: 650 c.min. (750 per il mitra).

La diffusione è stata ampia: dal 'Col Moschin' in Italia, alle truppe del Camerun, Pakistan, Nuova Zelanda, Olanda, Irlanda ecc. La canna negli anni '90 era diversa per calibro e lunghezza: o il 9 mm para o il 5,56 mm. La 9 para è lunga appena 400 mm, la lunghezza del 5,56 mm è di 407 o 621 mm, quest'ultimo per le armi di squadra. Il sistema dei 5,56 mm è con funzionamento a presa di gas, così le 9 mm, che però hanno chiusura dell'otturatore a massa; il caricatore del 9 mm ha dimensioni minori e necessita di un adattatore. Il castello è uguale per tutti, compreso il cannocchiale standard Swarosky da 1,5 ingrandimenti integrato alla maniglia di trasporto. VI era il selettore per tirare in semiautomatico o automatico. Il calcio è dotato di due aperture, in genere è chiusa quella di sinistra, ma se il tiratore è mancino la copertura di plastica è spostabile a destra per non farsi sparare in faccia i bossoli. La migliore delle armi è quella con canna standard, le altre tendono ad essere troppo sbilanciate, in avanti per le armi di squadra, e all'indietro con i fucili corti; la mitragliatrice è leggermente sbilanciata in avanti e ha un caricatore di soli 42 colpi. L'azionamento è facilissimo e fluido. Le canne hanno un efficace soppressore di fiamma, l'arma è nel tipo standard molto stabile. La costruzione è notevolmente curata con la martellatura a freddo come sistema di fabbricazione. La precisione è ottima, specie nel tipo standard e nel tipo mitra, quest'ultimo superiore ai tipici modelli di questa categoria, dato il peso elevato per la pallottola. Insomma, un'arma formidabile, che ha anche un rompifiamma efficace[3].

I fucili di precisione sono un'altra caratteristica: l'SSG 69 da 7,62 mm del '69 è un eccellente arma della Steyr; ha canna forgiata a freddo, caricatore da 5 colpi a leva, ma sostituibile anche con uno ad astuccio da 10 colpi; vi è anche un telescopio Kahles ZF69 a sei ingrandimenti, ma sostituibile anche con quelli di tiro notturno. Il peso è di 4,6 kg, la lunghezza di 1.140 mm di cui 650 di canna.

Salendo di livello, molto noti sono anche i mortai austriaci che sono di tutte e tre le categorie classiche: 60, 81 e 120 mm. Essi sono stati prodotti dalla Sudsterische GmbH, ovvero l'Industria metallurgica della Stiria meridionale. Nonostante sia stata una new-entry rispetto ad altri produttori storici, essa ha avuto un valido successo. I suoi mortai della serie SMI M6 erano negli anni '80 l'M6/214 standard, il /314 a gittata allungata, e il /530 leggero, di tipo 'commando', senza bipiede. La ragione del successo di questa e delle altre armi della serie è che si tratta di lavori relativamente semplici per la SMI, grazie all'esperienza nella produzione di valide leghe d'acciaio (e i mortai sono davvero poco più che tubi). Le bombe SMI sono sistemi come quella HE-80, da 1,6 kg e sparabile a ben 4.200 m con il tipo a gittata prolungata M6/314. Si tratta di una portata degna di un proiettile da 81 mm.

Questi sono gli SMI M8 da 81,4 mm, simile all'L16 britannico ma con leghe d'alluminio per la base e acciaio ad alta resistenza per la canna, onde ridurre i pesi: l'M8/122 standard e l'M8/222 a lungo raggio ne sono gli esponenti. con la HE-70 è possibile arrivare a ben 6.500 m, gittata questa degna invece di un mortaio da 120 mm. Tali armi hanno una portata sensibilmente maggiore e così hanno sostituito i tipi britannici prima usati. Vi sono anche versioni da 82 mm per gli utenti del calibro similare di scuola sovietica, con le relative munizioni.

Il più grosso dei mortai è l'SMI M12 deriva invece nientemeno che dal Modello 1938 sovietico, forse anch'esso in servizio con gli austriaci. Il peso però è stato ridotto grazie ai nuovi materiali. Vi sono ammortizzatori del rinculo anche sul bipiede. La bomba HE-78 pesa 14,5 kg di cui 2,2 di HE è lanciabile fino a ben 8.500 m

Le caratteristiche dei tre mortai M6/314, M8/222 e M12:

  • Calibro: 60--81,4--120 mm
  • Lunghezza: 1,082--1,48---2,015 m
  • Pesi: 18,3 kg---39,45---305 kg
  • Gittata: 4,2 km (1,6 kg)---6,5 km (4,2 kg?)---8,5 km (14,5 kg)


Ma l'arma più potente è il cannone a lunga gittata da 155/45 mm. Vediamo come nacque. Negli anni '70 la ditta belga PRB, già famosa fabbrica di munizioni, si mise d'accordo con la canadese Space Research Corporation per formare la Space Research Company o SRC, basata a Bruxelles. Il risultato non era vertente sullo spazio, ma sulla 'terra', visto che il prodotto fu il GC 45 da 155/45 mm, ordinato in 12 esemplari dai marines thailandesi più kit di modifica per gli obici M114 di vecchio tipo. Questi cannoni vennero costruiti inizialmente, con i primi due esemplari, in Canada, ma gli altri ebbero natali nella Voest-Alpine austriaca, che poi ne estrapolò il GHN-45. Questo cannone ebbe subito un importante successo export, allorché i Giordani ne ordinarono ben 200; la produzione iniziò nel 1981 e la consegna nel 1982; in realtà pare che almeno 150 di questo ingente ordine siano finiti direttamente in Irak, di cui la Giordania era alleata, mentre anche i pezzi Thailandesi sono stati usati al confine contro la Cambogia.

Questo cannone, frutto degli studi del solito Jerry Bull, genio dell'artiglieria moderna (l'uomo capace di mandare in orbita satelliti usando cannoni di corazzata, per intenderci), erano pesanti artiglierie a lunga portata: nel momento in cui la NATO si orientava al 155/39, capace di 24 km di gittata con i proiettili normali e 30 con quelli a razzo, qui si arrivava a 30 e 39 km rispettivamente. Il pezzo era trainato da un autocarro 6x6 da 10 t, e in seguito è stata aggiunta una utile APU sulla parte anteriore dell'affusto. Così quest'arma diventa praticamente un cannone 'autopropulso' con prestazioni di tutto rispetto. Mentre altri pezzi muniti di APU hanno velocità di 8-16 kmh (rispettivamente i francesi TR e gli FH-70), questo arriva a 35 kmh e gli 80 litri del serbatoio garantiscono 150 km di autonomia: più di molti carri armati della II GM. In situazioni normali viene usato l'autocarro, ma se necessario l'APU consente davvero di 'svicolare' al più presto dalla postazione di tiro senza attendere l'aggancio con il veicolo. Ma è la balistica che fa più impressione, essendo capace di tirare vari tipi di proiettile sfruttandone appieno il potenziale della carica di lancio. La granata M107 americana è tirabile a 17.800 m, mentre l'M101 arriva a 24.000 m; ma il proiettile a gittata prolungata ERFB si arriva a 30 km e con il ERFB BB (base bleed) si toccano i 39 km. Il normale ERFB pesa 45,54 kg di cui ben 8,62 di esplosivo composizione B (TNT e RDX), da comparare con i 6,52 kg di TNT o 6,98 di 'B' della granata americana M107. Esiste anche una gamma di colpi nebbiogeni, illuminanti e l'ICM con 13 kg di granate M42 antipersonale e antimateriale. Assieme al G5 esso è stato il cannone campale più potente degli anni '80.

Peso: 8.900 kg (molto meno del G5, che arriva a 13 t)

Dimensioni in marcia: lunghezza 9,07 m x 2,48 x 2,09 m circa

Movimento: 70° orizzontale, -5/+72 verticale



Passando ai veicoli, la Steyr ha prodotto numerosi mezzi. Il più piccolo è la serie degli Steyr-Puch 700 Haflinger, dei primi anni '50 e usato come mezzo per zone montane grazie alle sue piccole dimensioni. Venne studiato principalmente per operazioni militari e le sue caratteristiche di agilità, grazie ad una lunghezza di 2,85 m e ad una larghezza di appena 1,35 m, sono state ben apprezzate; la produzione è avvenuta tra il 1959 e il 1974 in circa 16.600 esemplari. Era motorizzato da un piccolo bicilindrico di 643cc e dotato di trazione integrale. Questo 'mulo meccanico' venne poi sostituito dal Pinzgauer, grazie a prestazioni e capacità di trasporto molto superiori. Dotato di propulsione 4x4 ha pneumatici 162x12, con usualmente 4 soldati a bordo incluso il conducente, mentre il cambio, dopo il 1967, è passato da 4 a 5 marce, migliorando le cose notevolmente perché non esisteva il gruppo di rinvio, v'era il verricello da 1,5 t presa di forza per azionare accessori come seghe elettriche e spazzaneve. Il mezzo è stato usato ampiamente, anche come porta-armi, con mitragliatrice M2, cannoni SR da 57 mm M18 e nel caso dei mezzi svizzeri e svedesi, come vettore per sei missili c.c. Bantam.

  • Peso: 645-1.200 kg
  • Dimensioni: 2,85 x 1,4 x 1,74 m
  • Motore: 700AP a 2 cld, benzina da 24 hp
  • Prestazioni:75 kmh max,400 km di autonomia, 65% pendenza, 0,4 m guado.

Tra gli autocarri, vi sono stati mezzi pesanti come lo Steyr 1491 M3, ottimo trattore pesante 6x6 da 10 t, assieme ad altri mezzi 4x4 da 6 t. Può trainare rimorchi o artiglieria fino a 15 t fuoristrada o 40 t su strada. Il motore ha 293 hp di potenza, e la versione turbodiesel da 340 hp WD 815.7 al posto del 615.7 normale. Vi è un cambio ZF 5 S 111 SP con 9 marce avanti e una retro. Inoltre l'Esercito austriaco negli anni '80 aveva ottenuto anche oltre 300 mezzi OAF Type 2.320 6x6 con 10 t di capacità su terreno vario, che è il MAN con modifiche austriache richieste appositamente, tra cui un motore più potente. La massa del 1491 è di 12.400-22.400 kg; dimensioni di 8,39 x 2,5 x 3,02 m, prestazioni 79 kmh, autonomia 800 km, pendenza 60% e laterale di 30%, guado 0,8 m.


A parte questo, vi sono una nutrita serie di autocarri tattici, grossomodo per tutti gli usi. Recentemente sono stati ordinati anche 150 VTLM Lince italiani tra i blindati leggeri.



Passando ai 'pesi massimi', vi sono anche una ricca tradizione di cingolati da combattimento, poi anche ruotati. Il primo importante è il cacciacarri SK-105 Jagdpanzer Kurassier, progettato dalla solita Steyr-Puch a metà anni '60 per l'Esercito austriaco, ma poi ampiamente esportato. Così anche l'Austria, per la prima volta, ha realizzato un carro armato di sua progettazione, anche se non del tutto originale. Capace di viaggiare nel territorio montuoso austriaco, si tratta di un vero mezzo da montagna, che è capace di inerpicarsi, invece che del solito 60%, al 75% della pendenza possibile. Il prototipo venne costruito nel '67 ed entro il 1983 venne costruito in 400 esemplari, di cui 150 per l'Esercito austriaco. Il mezzo è simile agli APC analoghi ed è protetto come questi da armi anche calibro 20 mm sull'arco frontale, armi leggere e schegge per il resto del mezzo; la torretta FL-12 (della Fives-Cail-Babock) è armata con il 105 mm, come quella dell'AMX-13 di ultima generazione. A sinistra c'è il capocarro, a destra il cannoniere e dietro due caricatori da 6 colpi per il pezzo a media pressione (105/44) che ha anche freno di bocca e manicotto termico, alzo tra -8 e +13, mentre internamente vi sono 44 colpi più 2.000 per la mitragliatrice da 7,62 coassiale. Un grosso proiettore IR e a luce bianca è installato dietro la parte superiore della torretta, vi sono periscopi, visori IR, 6 lanciabombe fumogene. La trasmissione è ad azionamento manuale della ZF, le sospensioni a barra di torsione con 5 ruote gommate per lato; come accessori vi è infine un sistema NBC e un riscaldatore per la temperatura interna. Esistono anche carri soccorso Greif, carri del Genio e addestramento. Il Greif ha una gru da 6 t e un verricello da 20.

Nell'insieme si tratta di un mezzo simile all'AMX-13, ma la sua potenza meccanica gli dà prestazioni superiori, così come lo scafo più grande e pesante gli permette maggiore protezione e capacità di trasporto munizioni. Nell'insieme un carro leggero capace di dimostrarsi un insidioso difensore delle vallate austriache. Ha avuto anche successi all'export, specie in Argentina. In tutto l'Esercito austriaco ne ha ricevuti 291 e altri 247 sono stati esportati. Il nome con cui è noto è KURASSIER.

  • Peso: 17.500 kg
  • Dimensioni: 5,58-7,763 x 2,5 x 2,53 m
  • Motore: Steyr 6 cld, diesel da 320 hp
  • Prestazioni:65 kmh max,520 km di autonomia, 75% pendenza, 1 m guado, 2,41 trincea, gradino 0,8 m.

Quanto allo Steyr 4K 7FA, esso è stato il successore degli APC 4K 4FA, che vennero realizzati nel 1961-69 dalla fabbrica di Osterreische. Questo mezzo venne prodotto in 460 esemplari, tra cui il tipo SPz G2 con torretta monoposto da 20 mm della Oerlikon (quella degli M113 svizzeri, apparentemente) e il G1 con la M2 da 12,7 mm. Per dare un successore a questi mezzi, apparve per l'appunto lo Steyr Spz 4K 7FA, con una corazzatura molto valida e ben inclinata, base del carro SK-105. Questo APC apparve poco dopo, nel 1977; il mezzo è stato costruito su licenza dalla Grecia come Leonidas, mentre anche la Nigeria e la Tunisia ne avevano avuti al 1985. Differentemente dal carro il motore è a destra, in avanti, mentre il pilota è a sinistra; la corazza è sufficiente contro il 20 mm, quando all'epoca era difficile sopravvivere, per molti APC, persino al 7,62 perforante. Dietro il pilota c'è il cannoniere usualmente armato con una postazione scudata da 12,7 mm: aprendo i portelli superiori della sua cupola, questi gli fanno da protezione laterale. Dietro ancora vi sono 8 uomini, non è chiaro dove sia quindi il capocarro (forse tra questi? il cannoniere?); tutti hanno la faccia rivolta verso l'esterno, con due feritoie di tiro per parte e un portello superiore a cui, se necessario, si possono aggiungere fino a 4 armi da 7,62 per trasformare questo mezzo in una specie di veicolo da combattimento vero e proprio per la fanteria. Tra le versioni un mezzo con torre da 90 mm, portamortai da 81 e 120 mm, e addirittura due mezzi contraerei studiati ma non messi in produzione. Indubbiamente un eccellente mezzo da combattimento per la fanteria, veloce e ben protetto, ragionevolmente armato. È estremamente basso e la sua mobilità in zone difficili resta paragonabile, se non migliore, a quella dell'SK-105 di cui ha la meccanica, ma nonostante sia più leggero, è leggermente più lento. Venne anche esportato in Grecia con 467 esemplari e Nigeria per altri 170.


  • Peso: 14.800 kg
  • Dimensioni: 5,87 x 2,5 x 1,69 m
  • Motore: Steyr 6 cld, diesel da 320 hp
  • Prestazioni:63,6 kmh max, 520 km di autonomia, 75% pendenza, 1 m guado, 2,1 trincea, gradino 0,8 m.

Il Pandur 6x6 ha un'aria piuttosto tozza

Ma il più interessante dei mezzi recenti è senz'altro il PANDUR, scelto già dai Portoghesi come nuovo APC[4]. La Steyr è di Vienna, ma fa parte attualmente della G.D. European Land Combat Systems. Il Pandur venne sviluppato un po' sulla falsariga di quanto facevano gli Svizzeri della MOWAG, iniziando con un modello 6x6 dal 1979. Certo era tardi rispetto alla DAF che in Olanda era già riuscita a costruire 750 YP-408 8x8, tra il 1964 e il 1968, per l'Esercito Olandese, oppure la Porsche e la D.B. che dal '64 realizzarono il TPz-Fuchs, realizzato in ben 1.614 esemplari dalla Thyssen Henschel sia per la Germania che per altre 5 nazioni; o la Renault con il VAB sviluppato dal 1967, prodotto in 3.840 pezzi 4x4 per l'Esercito e esportato in altre 13 nazioni, o la ENASA-Pegaso che dal '72 realizzò il BMR-600 in 682 pezzi per l'esercito spagnolo e poi forniti ad altre 4 nazioni almeno. Infine il Piranha della MOWAG, realizzato a partire dal 1972, è stato un vero best-seller pur nascendo come iniziativa privata destinata per lo più all'export. Nato per l'esigenza dell'esercito austriaco per un mezzo da ricognizione, i prototipi vennero realizzati entro il 1984, ma per ragioni di bilancio il programma venne annullato. Venne quindi offerto al British Army ma senza seguito. La presentazione avvenne nel 1985, poi seguirono 6 di preserie nel 1986, e un prototipo venne inviato in Svezia per valutazioni in ambiente artico, sperando nell'acquisizione da parte degli svedesi. Ad un certo punto andarono anche nel deserto e due di essi, un prototipo e un esemplare di preserie con la torretta MECAR da 90 mm, vennero catturati dagli irakeni nel 1990, andando successivamente persi.

Sostituiti questi, il successo alla fine arrise nel 1994 quando gli Austriaci ordinarono 68 veicoli come APC, consegnati nel 1995-96 e del resto utili per le missioni di peacekeeping dove le ruote contano molto più dei cingoli. 17 di questi mezzi vennero infatti prontamente spediti per le missioni internazionali ONU e divennero ben noti, mentre gli altri andarono a due battaglioni, uno occidentale e l'altro orientale, presenti sul territorio nazionale. Avevano solo una M2HB e 6 lanciafumogeni., con i soliti portelli posteriori e feritoie laterali per l'equipaggio. In seguito, a questo modesto ordine seguì nel 1996 uno per i Kuwaitiani, da parte però della AV Tecnologies, la consociata americana della Steyr. Quest'ordine era per la Guardia nazionale kuwaitiana e ammontava a 170 milioni; già entro novembre 1997 vennero consegnati in ben sei versioni diverse, tra cui sofisticati modelli cone le torrette da 25 mm, portamortaio da 81, recupero, comando, ambulanza e ricognitore con cannone da 90/48 mm Cockerill.

Questo fu un grosso successo a cui seguì quello per i Belgi, altri 54 mezzi di cui 41 APC, ordinati nel gennaio 1997 e consegnati già nel 1998 per la Para Commando Brigade. Essi erano assemblati in Belgio dalla EMI, così come vennero prodotti su licenza dalla Slovenia come Valuk un lotto di almeno 36 mezzi: in tutti i casi lo scafo era fornito dalla Steyr, la meccanica era montata localmente. Non solo, ma finalmente vi fu nel 1998 anche un cliente prestigioso, l'USSOCOM, che ordinò nel 1998 50 mezzi per le sue operazioni (di tipo 'speciale'). Quell'anno il 25% della società era stata acquisita dalla GD. la potente compagnia americana avrebbe completato la fagocitazione nel novembre 2003. Il Pandur partecipò alla scelta per un mezzo PPD, con 4 esemplari, e per il concorso Interim Armoured Veicle andò in finale contro il solito Piranha, risultato poi vincitore. Arrivarono altre piccole commesse da Gabon e Austria, e nel frattempo apparve la versione 8x8, più pesante di 2 t. Nel dicembre 2004 il Portogallo finalmente diede al Pandur quello che si meritava il suo sviluppo 25ennale: ne vennero scelti 260 per un costo di 365 mln di euro ma con compensazioni del 150% in 9 anni, mentre le consegne sarebbero arrivate nel 2006-09, a assemblarsi dalla locale GOM, una consociata della Steyr-Daimler-Puch. Ve ne saranno in tutto 15 versioni diverse e 240 mezzi sono per l'esercito; ra questi mezzi IFV con cannone da 30 mm Mauser,(30 mezzi), 105 APC da 12,7 mm, e altri del tipo portamortai da 120 e mezzi di sostegno. Altri 20 per i marines hanno in genere armi da 12,7 mm.

Il Pandur 6x6 è pesante 10 t, 13,5 in ordine di combattimento, con 2 uomini più 8 truppe, è di configurazione tradizionale con il solito motore in avanti a destra, ha scafo resistente al 7,62 Ap da 30 metri e al 12,7 tirato sull'arco frontale, più la possibilità di un aumento con corazze aggiuntive per reggere sui 360° al 12,7 mm oltre 100 m. Ottimamente costruito, con scafo alto 1,82 m sul terreno ma anche con tipi rialzati da 2,06 e 2,16 m, per migliorare la vivibilità interna, e anche lo scafo arriva a 5,69 o a 6,17 m. IL motore è turbodiesel WD da 6,6 l e 285 hp, più trasmissione americana Allison automatica con 5 marce avanti e retromarcia, capace di accelerare fino a 50 kmh in 15 secondi e a 80 in 35, mentre il motore è rimovibile in 20 minuti se necessario. La linea di trasmissione è ad I per le ruote, per il movimento su strada si possono disinserire due di queste; tutte le componenti della trasmissione sono dentro lo scafo per migliorare la protezione, le sospensioni sono indipendenti per tutte le ruote con escursioni di 280 mm. I due assi sono sterzanti (quelli anteriori). Il guado è normalmente limitato a 1,2 m ma può diventare anche anfibio.

Il Pandur II è stato realizzato come prototipo nel 2001 con scafo allargato da 2,5 a 2,68 m, e più alto da 1,38 a 1,63 m, nonché allungato a 7,54 m, più dei 7,24 del Piranha e meno degli 8 del VBC Freccia, volume interno di 10 m3 per il 6x6, 13 m3 per l'8x8 che aumenta la capacità a 12 soldati più i soliti due d'equipaggio; il carico utile, originariamente di 1,9 t, è passato con il Pandur II a 3,5 ma il Pandur III arriva a ben 8,5 raggiungendo le 22 t. Il mezzo resiste al 7,62 ma con corazze aggiuntive arriva al 14,5 mm da 100 m; le mine sopportabili sotto lo scafo arrivano a 8 kg di HE. IL motore ha adesso 400 hp di potenza sempre a 6 cilindri, ma da 9 litri di cilindrata; pesa 700 kg e anche se non è common-rail, rispetta le norme Euro 3. VI è anche un nuovo cambio ZF a 6 marce, moltiplicabili a 12.

Le versioni previste sono varie, tra cui quelle anfibie, con 11 kmh di velocità massima per il Pandur I modificato; tra le armi previste ve ne sono molte, ma solo quelle da 30x173 mm con la torretta SP-30 della stessa Steyr (per il Portogallo), usata anche per l'IFV Pizarro spagnolo e per il corrispondente Ulan austriaco (sono le due versioni nazionali dell'ASCOD). Le altre due sono da 25 mm e da 90, per il Kuwait. Insomma, sebbene sia un prodotto minore, è riuscito a ritagliarsi una sua fetta di mercato tra i colossi già affermati del settore, con un mezzo più leggero ma più economico per esempio, del VBC italiano.

Pandur I, II, II (8x8)

  • Peso: 13,5--15,5--22 t
  • equipaggio: 2+8: 2+10; 2+12
  • Dimensioni: 5,7 x2,5x 1,82 m---6,6 x 2,68 x 2,08 ---7,54 x 2,68 x 2,08 m
  • Motore: Steyr WD a sei cilindri da 195 kW (275 l); WD 612.55 da 212,5 kW (300 l); Cummings ILS da 400 hp (350 l)
  • Prestazioni:100 kmh v.max, 700 km, guado 1,2 m, trincea 1,1 m; 105 kmh, 600 km, 1,2 m; 105 kmh, 700 km, 2,2 m



Infine l'ASCOD (Austrian Spanish Cooperation Development), l'IFV, progetto congiunto austro-spagnolo.

È un mezzo da 28 t, dimensioni 6,24 x 3,64 x 2,43 m, capacità di trasporto 3+8 soldati. L'armamento è di una potente arma Mauser MK 30-2 da 30 mm più una MG3 da 7,62 in torretta biposto; il motore diesel è da 600 hp per il Pizarro, la versione spagnola, ben 720 hp per l'Ulan austriaco. La velocità massima è di circa 72 kmh. Nata dall'accordo tra Steyr e Santa Barbara, ora entrambi parte della G.D. americana, ha anche la versione con carro leggero armato di pezzo da 105 mm (come il TAM argentino), lanciamissili SAM e ATGM, ambulanza, ecc.

Il prototipo venne completato nel 1992 e interessò inizialmente soprattutto gli Spagnoli per accompagnare i Leopard 2, ma dal 2005 è anche in servizio con gli austriaci. Gli Spagnoli ne hanno 144 di cui 123 IFV e 21 recupero, ma nel 2004 ne sono stati ordinati altri 212 di cui 170 IFV (gli altri 42 in versioni comando, ARV, osservazione artiglieria) per altri 707,5 milioni di euro; in tutto ci si aspetta di arrivare, piuttosto in controtendenza vista l'importanza dei mezzi ruotati odierni (e la tradizione spagnola nel settore) anche 900 mezzi.

Il mezzo standard ha la mitragliera da 30x173 mm azionata con sistemi elettromeccanici e stabilizzata su due assi, spara fino a 800 c.min. Le munizioni sono fino a 205 per il 30 mm e 700 per la 7,62 coassiale, considerando solo le munizioni pronte all'uso. Non vi sono peraltro missili c.c.

Vi è un sofisticato sistema di controllo del tiro dell'Indra spagnola (l'Mk.10), con sistema digitale collegato a apparati termici, laser, computer balistici ecc. L'armamento è potente, la corazza non è da meno essendo in acciaio sufficiente contro le armi da 14,5 mm a 500 mm sui fianchi; vi è anche la predisposizione per le ERA nel caso del Pizarro. Le corazze aggiuntive passive consentono la protezione dagli APFSDS da 30 mm, sull'arco frontale (60°) da 1 km. Interessante è che gli austriaci stiano sviluppando una versione chiamata Ulan 2, che ha la torretta del BMP-3 con armatura addizionale; un'ulteriore conferma che la strana disposizione di armi di questo mezzo russo è funzionale, mentre lo scafo è più discutibile (per il motore posteriore, essenzialmente e lo scarso spazio per la truppa). Nel giugno 2008 è stato anche annunciato il DONAR, un semovente da 155 mm basato sul PzH 2000 ma su scafo ASCOD, più leggero, e attualmente vi è già un prototipo che ha fatto le prime prove in Germania. L'ASCOD è stato dispiegato in Kosovo dopo lo sbarco in Albania. A suo tempo partecipò alla gara norvegese, dove funzionò bene ma perse contro il CV9030.

Le versioni:

  • Pizarro - IFV Spagnolo
  • Ulan - IFV Austriaco
  • LT-105 - carro leggero con pezzo da 105 mm, per l'export (e forse anche per una sperabile sostituzione degli SK-105 austriaci); i Thailandesi, già acquirenti piuttosto insoddisfatti dei carri americani Stinger, ne hanno comprati 15 per i loro Marines. La torretta è della General Dynamics, forse la stessa o simile di quella approvata per i vari progetti tipo questo o l'AGS.
  • Mezzi ulteriori come il VCOAV per l'osservazione avanzata, il VCREC per il recupero, il VCZ per i genieri, il DONAR, e forse anche un futuro mezzo per il British Army (fino a 1.000), successori del Warrior[5].


L'aviazione austriaca e la 'chiacchierata' scelta del nuovo caccia[6][modifica]

Dal 1938 al 1945 l'Austria era parte integrale della Germania Nazista, annessa da Hitler anche a costo di provocare una crisi con l'Italia fascista (il tutto è riportato anche da Chaplin ne 'Il Dittatore'). Alla fine della guerra i sovietici avevano occupato l'Austria orientale arrivando fino alla capitale Vienna, mentre gli Americani raggiunsero Linz, dove catturarono i resti di 2 divisioni SS Panzer. Era il 9 aprile e la Germania capitolò. Come la Germania, anche l'Austria fu ripartita in 4 Zone d'Occupazione tra UK, URSS, USA e Francia. Vienna, già annessa non senza qualche problema alla Germania stessa, cercò di dimostrare che non era parte della Germania, ma una realtà indipendente: persino nella lingua, definita austriaco anche se non c'era molta differenza con il Tedesco. Del resto, gli Alleati -specie i sovietici- non dimenticavano che la piccola nazione alpina era il luogo d'origine di Hitler.

Il Tunnan e relativo motore

Alla fine della II GM, l'Austria era insomma del tutto trasformata: entrata nel 1914 in guerra come impero Austoungarico, perse due guerre mondiali (nella seconda fu quasi messa in mezzo a forza) e si ritrovò occupata da 4 diverse Potenze mondiali: una catastrofe da cui cercò di riprendersi, anzitutto riorganizzandosi come nazione neutrale e indipendente. Nel 1956 fu proclamato lo Staatsvertrag' la Costituzione, con forti garanzie per gli Alleati e i Sovietici che la nazione sarebbe rimaste neutrale 'per sempre', senza nessuna arma offensiva. La Staatsvertrag portò con sé anche la possibilità di ricostituire delle F.A. nazionali. L'aviazione venne ricostituita come Luftrabteilung, ovvero battaglione aereo, il 13 settembre 1955. All'epoca c'era ben poco, e i primi aerei vennero forniti dai Sovietici, addestratori Yak-11 e 18 per la Fliegerdivision, la parte 'volante' dell'aviazione, all'epoca destinata solo all'addestramento. Questi aerei arrivarono in convogli ferroviari dall'URSS per poi essere assemblati con l'aiuto dei russi. Nel frattempo, iniziava la smobilitazione dei reparti stranieri.

Così ottenne che gli occupanti se ne andassero, cosa che accadde entro il 26 ottobre 1956. L'aviazione era basata all'epoca a Linz-Horsching, e nel '57 ebbe, per 'par condicio', anche una decina di Piper PA-18 americani, che però vennero mandati nell'aeroporto di Zeltweg, di nuova costruzione. Se i piloti austriaci, tra cui veterani del conflitto mondiale finito non molti anni prima, speravano di ricevere aerei in conto MAP dagli USA, si dovettero ricredere. Non vi furono 'pasti gratis' e i 62 apparecchi americani ricevuti nel 1958-60 dovettero essere tutti pagati, e per giunta non compresero alcun tipo da caccia. Paradossalmente, solo l'Italia regalò 5 G-46, che si aggiunsero a vari mezzi come gli Zlin-126 e i Cessna 172, nonché gli aerei -solo di tipo 'addestrativo' a reazione Magister e Vampire. Negli anni '60 continuarono le consegne con mezzi quali circa trenta L-19 Bird Dog e sei DHC-2, 10 LT-6G e finalmente gli elicotteri, 17 Hiller H-13H. Ma tutto questo non consentiva all'aviazione di controllare il proprio spazio aereo da veloci 'violazioni' ad alta quota. Un brutto segnale per una nazione che era pur sempre uno Stato sovrano, e pure neutrale. Tanto che l'URSS si offrì di fornire aerei e piloti da basarsi a Innsbruck per difendere l'Austria.

Tra le armi 'offensive' erano compresi anche i caccia a reazione e i missili guidati di qualunque sorta, fino a che nei tardi anni '50 la necessità di assicurare dei sistemi di controllo aereo per lo spazio aereo, vennero concessi i Saab J-29 svedesi, previa garanzia di non munirli di missili o di razzi di qualunque sorta.

Lo stemma dell'aviazione austriaca

I primi jet da caccia furono i modesti D.H. Vampire T.Mk 55 (biposto), comprati durante gli anni '50.

Nel novembre 1960 gli Austriaci scelsero il Saab-29 Tunnan, preferendolo alle proposte fatte dai Blocchi (F-86 e MiG-17), comprandone 15 per 8 mln di corone svedesi[7]. Questi erano aerei ex-Flygvapnet ricomprati dalla Saab e ricondizionati; gli Svedesi curarono anche l'addestramento ei 15 piloti e 40 specialisti, necessari per dare il via alla specialità in Austria (addestramento fatto per lo più all'F15). Consegnati i caccia nel luglio 1961, seguì un secondo contratto per altri 15 aerei al costo di 7,7 mln, ricondizionati dalla SFA di Malmo e trasformati in caccia-ricognitori con 3 macchine sul lato sinistro al posto di due cannoni. Per fare questo bastava mezz'ora di lavoro e se ne ottenevano dei caccia ricognitori abbastanza validi per entrambi i ruoli (ma ovviamente, con un compromesso al 50%). I J29F ebbero impiego con i Jagdbomber-Staffel 1 e 2, basati a Schwechat (Vienna) e Klegenfurt, sia come cacciabombardieri che (sorprendentemente) in maniera secondaria come caccia. Radiati nel 1972, vennero sostituiti dai Saab 105OE. Gli Austriaci avevano quindi trovato un fornitore che non fosse 'dei Blocchi', neutrale come loro (all'epoca anche la Francia era della NATO). I Tunnan rimasero in servizio fino al '72, ma non furono i soli vichinghi di Vienna.

Il DH Vampire

Un altro aereo svedese è il Saab 105OE (Osterreich), con motori J85 da 5,74 kN; essi ebbero modo di servire in 4 squadroni, malgrado fossero solo 40 esemplari. Furono l'unica commessa per l'export del Saab Sk 60. In tempi più recenti sono giunti anche i Draken. I J 35D, il primo modello "maturo" di questo caccia. Aveva un motore RM6C con una spinta da 7.830 chili a pieno postbruciatore, e quattro AIM-9B. Entrato in linea nel 1963, tre anni dopo il primo volo. 24 aerei denominati S-35OE vennero consegnati nel 1987 all'aviazione austriaca. Dato che l'aviazione non aveva missili (come del resto nemmeno l'esercito) a causa delle clausole politiche (l'Austria aveva perso la guerra assieme alla Germania, a cui era integrata), essi operarono solo con il cannone da 30 mm.

L'aviazione austriaca non era indipendente, ma parte dell'Esercito in qualità di 'Divisione Aerea'. L'Esercito era Federale, rispecchiando il fatto che la pur piccola Austria era costituita da 7 Nazioni diverse. Quanto alla contraerea, essa era presente ma solo di tipo ottico: non erano consentiti nemmeno radar di controllo del tiro.

Durante gli anni '80 questo stato di cose non era più sostenibile e così venne elaborato il Progetto 'Goldhaube' per ottenere radar moderni in combinazione con i Saab 105OE, i sostituti dei Tunnan. Non che fosse un gran miglioramento: le prestazioni dei Saab erano così ridotte che non potevano intercettare praticamente nessuno in una situazione di guerra reale, ma almeno in tempo di pace era maggiormente garantito il controllo dello spazio aereo.

L'Esercito Federale (Bundesheer) non era di per sé molto migliore, dato che era meramente capace di rallentare un eventuale invasore, possibilmente ottenendo aiuto 'dall'altra parte', visto che contro il Patto o la NATO non aveva alcuna chance di resistere. Forse sarebbe andata di qualcosa meglio contro la Svizzera, anche se era pur sempre un confronto impari (e improbabile). Naturalmente gli Austriaci pensavano più come una nazione 'occidentale' e quindi temevano piuttosto un'aggressione da parte del Patto, sebbene dal 1972 ebbero garanzie di aiuto anche da parte di Tito in caso di invasione Russa: bastava in tal caso che gli Austriaci fossero riusciti a trattenere i Sovietici per 4 giorni, quel che bastava per mobilitare l'Esercito Federale Jugoslavo.

L'inconfondibile sagoma di un Draken in versione 'vessillo nazionale'

Al dunque, negli anni '80 l'Austria comprò 24 Saab 35 Draken revisionati, preferendoli a un ventaglio di offerte quali gli F-5 americani, i MiG-23 sovietici e gli Kfir israeliani. Nondimeno nell'estate del 1991 la situazione non era cambiata di molto, dato che gli aerei jugoslavi iniziarono a penetrare, durante la guerra civile, anche nel territorio austriaco, non solo con i caccia veloci MiG-21 ma anche con i Galeb G-4. A dire il vero non era la prima volta che succedeva, c'erano spesso sconfinamenti dentro lo spazio aereo austriaco, in genere non più di 5-10 km, ma erano per lo più degli errori di navigazione. Stavolta no, si trattava di aerei da combattimento e in missioni d'attacco. Non solo, ma le penetrazioni nel territorio austriaco arrivarono fino a 50 km, come quando, nell'ottobre 1991, un pilota arrivò a Klagenfurt disertando con il suo MiG-21. I Draken erano veloci, ma con poca autonomia e senza un allarme precoce non c'era niente da fare: dovevano stare sulla base di Graz-Thallerhof pronti al decollo quando si avvisavano di eventuali incursioni aeree; dopo di che dovevano volare per 50 km a tutto gas verso l'intruso (il termine 'nemico' non era ammesso), con strette regole per aprire il fuoco, in pratica solo per autodifesa; contro i MiG-21 e i MiG-29 questo era ben poco efficace (i primi con maggiore accelerazione, i secondi anche con un armamento e un'agilità superiori), e tanto meno si sarebbe potuto 'indurli' ad atterrare su di una base austriaca; ma alcune volte, forse tre, vennero incontrati i Super Galeb G-4, dopo essere stati avvistati fortunosamente; senonché essi sgusciavano via dalla presa dei caccia (che pure erano supersonici anche a bassa quota) austriaci e usando la maggiore maneggevolezza, erano in grado di disimpegnarsi e ritornare nei propri confini. Non era nemmeno facile identificare questi incursori, perché se la visuale era buona da dentro l'abitacolo, esso era piuttosto stretto, più stretto per esempio di quello di un MiG-21. Oltre a questo, c'era il problema dei piloti: ce n'erano appena 9 per i 24 Draken disponibili. Così non deve stupire che questa pur non disprezzabile forza di caccia bisonici non fosse in grado di intervenire efficacemente e di impedire, per esempio, che i MiG-21R si spingessero anche 50 km dentro i confini austriaci e certo non per errore: scattare foto su Graz per confermare ai vertici jugoslavi che le forze di Vienna non erano capaci di intraprendere nessuna seria operazione militare per intervenire eventualmente nella ex-Jugoslavia. Quello che fu possibile fare, fu di muovere 6.000 soldati lungo in confini per difenderli almeno dalle intrusioni da terra.

I Draken normalmente avevano questa moderna colorazione 'stile F-16', almeno negli ultimi anni

Così venne presa una decisione che andava, in un certo senso, in direzione opposta rispetto all'interesse dei Serbi: con l'accordo delle '4 Potenze' venne cambiata la Costituzione e finalmente vennero comprati dei missili. I Draken ebbero dalla Svezia gli AIM-9P-3, l'Esercito ottenne i Mistral SAM, e radar di tiro per la contraerea. L'addestramento è stato intensificato e verso la fine degli anni '90 un gruppo di piloti austriaci era quasi sempre presente in Svezia, per volare missioni addestrative con un addestramento intensivo e combattimenti aerei inclusi; nel 2002 sono stati fatti questi 'corsi' anche con la vicina Svizzera, che ha messo a disposizione gli F-18 Hornet. Il tutto diede non dei caccia 'intercettori' ma dei 'caccia da controllo dello spazio aereo', tanto per non allarmare eccessivamente sulle ambizioni di riarmo austriache. Anche i Saab 105 erano ancora usati, malgrado le limitate prestazioni, assieme ai Draken in tal senso. Insomma, tutti gli anni '90, con la guerra nella ex-Jugoslavia alle porte di casa, gli Austriaci hanno avuto uno strumento militare di controllo del proprio spazio aereo quasi inefficiente. Sarebbe stato il tempo di cambiare, ma non era ancora il momento giusto per farlo. In tutto, fino al 1999 vennero registrate non meno di 67 violazioni dello spazio aereo. Una di queste vide un vero e proprio incidente diplomatico. Gli F-16 americani, erano spesso protagonisti di tali viaggi non autorizzati. Due di essi, nel 1999, durante l'Allied Force, erano a corto di carburante e vennero autorizzati a penetrare nello spazio aereo austriaco da un AWACS, che gli faceva 'da palo'. Non avevano però calcolato che i radar austriaci li stavano tracciando. Mentre un paio di Draken si stavano dirigendo verso di loro, l'AWACS fece costeggiare agli F-16 il Sud Tirolo nel lato Est, per sfuggire ai Draken. Ma altri due si erano levati in volo da Graz e volando sotto i picchi montani, sbucarono letteralmente sui radar americani, a distanza di tiro utile dagli F-16. Questi vennero fotografati e stavolta fu possibile fotografarli e instaurare una protesta diplomatica con gli USA. I Draken sarebbero stati ancora protagonisti della difesa aerea fino al 2005, cambiati, come si vedrà, dai Typhoon.

Si parlava anche di eventuali export di Saab 37 Viggen, e soprattutto dei JAS-39 Gripen, ma le cose sono cambiate nel dopo-Guerra fredda e piuttosto che restare isolata, l'Austria ha voluto integrarsi con l'Europa. Così ecco l'ultimo capitolo della saga dei caccia austriaci.

Il 2 luglio 2002 il governo austriaco annunciò la decisione di acquistare il Typhoon come nuovo velivolo da difesa aerea. Il contratto non fu tuttavia firmato per cause di forza maggiore interne al Paese.

L'affare fu concluso un anno dopo per un costo di 943.500.000 € includendo 15 aerei, addestramento piloti e equipe di terra, logistica, manutenzione e un simulatore. Il prezzo di un singolo Eurofighter è invece di 62.900.000 €.


Gli Austriaci, all'inizio del XXI secolo, erano in cerca di nuovi caccia intercettori. Una decisione venne presa il 23 gennaio 2002, ma la cosa, come vedremo, si trascinò a lungo e non senza polemiche. I Russi avevano offerto 24 MiG-29, come parziale compenso dei loro debiti verso l'Austria, per un totale di circa 2,4 miliardi di dollari, ma l'offerta non venne accettata. Nemmeno gli F-16 americani di seconda mano vennero giudicati interessanti (proprio in un tempo che vide invece i 'potenti vicini' italiani scegliere proprio questo tipo di aerei), e nonostante che Franz Viehbock, il primo 'Astronauta' (volò con i Russi nel 1992, quindi sarebbe un 'cosmonauta') fosse il rappresentante della Boeing, il governo austriaco non era nemmeno interessato a comprare gli F-18 Super Hornet.

Tutto sembrava indicare come il Gripen fosse il favorito..

Ma all'inizio del 2002 la Svezia si fece avanti con un'offerta apparentemente allettante, per 24 caccia JAS-39, quel che ci voleva per mantenere la 'tradizione' svedese. Tra le offerte collaterali c'era anche la costituzione di un reparto 'aggressor' in Austria per addestrare gli altri utenti già numerosi, dei piccoli Saab da combattimento, possibilmente ad Aichfeld.

All'epoca era reputato possibile vincere in Polonia un contratto anche per 60 Gripen, così in tutto l'Europa avrebbe avuto circa 100 caccia di questo tipo (Ungheria con altri 14, Cechia con 24, Austria eventualmente con 24), per cui l'Austria sarebbe diventata una specie di 'Top Gun' allietata dal rumore dei jet svedesi. L'Opposizione gridava alla corruzione perpetrata dalla Saab (verso il Governo) e ai danni ecologici che questo dispiegamento di caccia avrebbe portato.

L'offerta non era tecnicamente tanto disprezzabile, ma in generale il contratto era tutt'altro che economico: per 24 aerei si chiedevano 1,85 milardi di euro, di questi 19,59 milioni di euro per la sola vernice.

Questo non impedì comunque che il programma dei caccia andasse avanti. Tra l'altro, giova ricordare che gli austriaci completarono la valutazione del Super Hornet già nel tardo 1996, con un periodo di 2 settimane a S.Louis, alla base dei Marines di Beaufort. I collaudatori austriaci provarono sia gli F-18D che il simulatore. Vennero condotte numerose missioni, anche di combattimento aereo contro più avversari e missioni d'attacco notturne; la loro impressione fu che l'aereo aveva un'ottima maneggevolezza ad alto angolo d'attacco, accelerazione e 'situation awareness', con i sistemi di bordo facili da usare.

Il 5 marzo 2002 una Reuter dava l'incontro per una fornitura di F-16 a Washington, tra il ministro della difesa Schreibner e due alti ufficiali americani, che cercavano di convincerlo a comprare gli F-16; tra questi, il Segretario della Difesa Wolfowitz. Nel frattempo, mentre gli USA premevano per gli F-16 in Austria, era imminente la scelta per il nuovo caccia polacco, che come si sa, è stato l'F-16.

Il 19 marzo gli USA offrirono gli F-16 in conto FMS, in competizione con i sempre favoriti JAS-39 Gripen. Si trattava di 30 aerei, ma per una somma di appena 1 miliardo, essendo macchine di seconda mano: per i 24 F-16 offerti in precedenza si chiedevano ben 1,7 miliardi di dollari. I Falcon di seconda mano sarebbero stati aggiornati con lo standard MLU, che comprende radar APG-66(v)2 e lanciatori LAU-129, ALQ-131, IFF APX-113, GPS, MDF a colori, sistemi Pantera (derivati dal LANTIRN) o Litening II per la designazione bersagli; 4 F-16 Block 10 (A) per cannibalizzazione, 4 motori F-100-200, 4.000 colpi del cannone da 20 mm, 8 pod ALQ-131, 16 Pantera o Litening II, 30 cannoni M61A1 e varia altra roba. Il programma MLU è stato avviato nell'agosto del 1990 per aggiornare i tanti F-16 di prima generazione, specie quelli europei, e ha avuto indubbiamente molto successo.

Il 19 aprile è stato dichiarato che il Ministro della Difesa non era però interessato ad un caccia 'ad interim', che era ritenuto prima fondamentale per colmare il buco nella difesa aerea inevitabilmente aperto dopo il 2005, con la radiazione dei Draken. Ma dato che le date di consegna erano comunque lontane nel tempo anche per questa soluzione 'd'emergenza', questo programma, comunque costoso, è stato lasciato cadere.

A quel punto era entrato in competizione anche il proverbiale 'terzo incomodo', ovvero l'EF-2000, finalmente maturato in maniera credibile. Quindi i competitori sulla piazza restavano gli F-16, Gripen ed EFA.

Come il proverbiale 'terzo',l'EF-2000 finì per prevalere tra i due contendenti favoriti ma malgestiti dai loro sostenitori

Il 24 aprile 2002 l'EADS, responsabile per l'EF-2000, era arrivata ad offrire per le industrie locali la produzione delle coperture dei flap per i nuovi, giganteschi A.380, il che avrebbe comportato circa 400 mln di euro di rientro previsti e molti posti di lavoro in Austria. L'accordo era chiaramente definito SE l'Austria avesse accettato l'EF-2000. In tutto l'offerta dell'EF-2000 era diventata allettante proprio per questo: tutto il programma di offset offerto dall'EADS era tale da coprire il 200% del valore dell'ordine, un'offerta estremamente allettante che nessuno degli altri competitori poteva fare a Vienna.

Il 22 aprile il giornale Die Presse annunciava numerose discussioni e nervosismo, specie da parte svedese, mentre gli USA continuavano con la loro lobbyng. Gli Svedesi avevano fatto il miglior prezzo, si diceva, ma non avevano da proporre un caccia 'ad interim', mentre gli USA avrebbero potuto offrirlo al costo di circa 500 mln. Gli F-16, nel frattempo, erano scesi ad un prezzo totale di 1,34 mld di euro, 110 mln in meno anche degli aerei svedesi. Nel frattempo si aumentava le compensazioni al 74% del valore di contratto, con una progressiva disaffezione alla competizione della Saab, oramai messa alle strette: come poteva la Svezia offrire di meglio dell'UE e degli USA, e certo non il 200% chiesto dall'Austria. Il direttore delle vendite del Gripen, tale Simon Carr, aveva così detto che da un lato volevano fare l'affare con l'Austria, ma non volevano indebolirsi più di tanto con trasferimenti di lavoro e di tecnologie all'estero.

L'altro grande pretendente era l'F-16: gli Austriaci non si interessarono degli F-18 e dei MiG-29, forse perché mantenere dei bimotori sembrava troppo costoso. Stranamente i Francesi non si fecero avanti, pur avendo validi 'articoli' da proporre.

L'Austria stava facendo delle richieste francamente stravaganti: il 25 aprile il Kurier di Vienna, annunciava che si sarebbero voluti 6 dei caccia successori del Draken già consegnati per la fine del 2003, una soluzione temporanea prima di mettere a terra i Draken alla fine del 2005, quando comunque avrebbero dovuto essere già operativi almeno un gruppo di 5 dei nuovi caccia 'definitivi', 24 in tutto, da consegnare entro il 2007. Gli USA offrivano F-16 di un tipo però privo dei sistemi per essere connesso allo spazio aereo austriaco, gli Svedesi chiedevano 0,5 mld di euro per dei loro Gripen usati, e il consorzio Eurofigher offriva giusto due aerei, non avendone altri disponibili al momento. Il Brigadiere Erich Wolf, capo del Dipartimento Aviazione, aveva in mente un leasing di caccia usati, di un tipo però ancora da scegliere definitivamente. Nel frattempo aveva in mente di cessare ai suoi piloti i voli sui Viggen in Svezia, per risparmiare 2,9 mln di euro all'anno.

Questo, tra l'altro, non era certo una scelta facile: con la vittoria di Haider l'Austria era diventata uno Stato-paria dell'Europa, vista la dichiarata simpatia di estrema destra manifestata dal nuovo esecutivo. Nondimeno, la competizione per questi nuovi, pochi caccia, attirava senza tanti complessi e distinguo interi gruppi di industrie e relativi governi, nella speranza di fare affari. Anche il Ministro delle Finanze era 'scettico' nel buon esito dell'affare. ma già allora, dei 23 Draken rimasti, solo la metà era operativa in media e il tempo che restava a questi vecchi guerrieri era tra uno e tre anni di attività. In termini politici, i Socialisti che pure avevano a suo tempo iniziato la procedura per il nuovo caccia anni prima, ora erano contro e con i Verdi, potevano fare una maggioranza parlamentare. Potevano anche vincere le elezioni, ma non si dimostrarono abbastanza scaltri da cementare le proprie alleanze prima del voto.

Tutto era diventato particolarmente caotico, per tante ragioni. Il Gripen era il favorito iniziale, poi ci si mise in mezzo anche l'F-16 e sopratto il fatto che il Bundesheer voleva le prime consegne nel 2003 e la piena operatività entro il 2007. Apparentemente l'EF-2000 era per tale ragione 'scartato' a prescindere. Poi molte cose sono cambiate. Il Gripen era offerto a 1,5 mld di euro per 24 aerei, lo stesso per l'F-16, ma senza il 73% di offset dell'aereo svedese, poi aumentato al 200%. Gli EF-2000 vennero offerti in 12 esemplari a 1,2 mld, con pochi offset, ma poi anche qui le cose cambiarono. Gli Svedesi il 30 aprile cambiarono l'offerta rispetto a quella del 23 gennaio, con la prospettiva di consegnarne 5 entro metà 2005 e 7 per la fine dell'anno, con gli altri 12 per la metà del 2007. L'offset restava del 200%, e comprendeva ben 110 progetti di collaborazione sparsi per le 9 province federali. Un grosso affare potenziale per l'Austria: avrebbe speso circa 1 mld di euro ma avrebbe avuto lavoro per 2 mld.

Die Presse riportò però che il 4 maggio la Lockheed offrì altri F-16 di seconda mano, per un valore di circa 700 mln di euro. Più l'offset portato al 100%, per la prima volta nella storia delle vendite di aerei Lockheed.

In seguito venne deciso di non procedere a delle acquisizioni ad 'interim' e questo innervosì soprattutto la Lockheed.

Ma a quel punto, l'EF-2000, fino ad allora poco considerato, tornò alla ribalta: il 15 maggio le news riportarono che da un lato la scelta era attesa entro un paio di settimane, dall'altro che l'Esercito preferiva dal punto di vista tattico l'EF-2000, giudicato superiore agli altri aerei. La situazione era nelle mani del ministro della Difesa Herbert Scheibner, mentre dall'altro lato Rudolf Fussi stava preparando già un referendum anti-intercettori.

Alla fine era diventata una questione del tutto politica ed economica, e il Gripen, prima favorito rispetto al vecchiotto F-16 e al costoso e ancora non pronto EF-2000, era praticamente sparito dietro di questi contendenti. Nel frattempo atterrarono a Graz 2 F-16, 1 EF-2000 e 1 Gripen per la presentazione ufficiale a circa 300 politici e uomini d'affari. Oramai il contratto, fissato attorno a 1,8 mld di euro, era da assegnare entro breve tempo. Al pubblico sembrava piacere di più il Gripen, i rapporti tra Austria e Svezia erano molto migliorati dopo la consegna dei Draken, ma questo non significava molto. La cosa era oramai vista da molti osservatori come un confronto tra i Repubblicani americani e la CSU tedesca: l'Austria avrebbe dato un segnale politico su chi seguire e non era affatto pacifico quale sarebbe stata la scelta.

EADS (European Aeronautic and Space Company), Saab (più BAe) e Lockheed erano sempre più intenzionate ad accaparrarsi il più grande contratto austriaco nel settore militare e gli americani erano adesso disposti ad offrire oltre 200 progetti per collaborare con 350 compagnie austriache e università.

Il 25 maggio 2002 la solita Die Presse annunciò che però anche l'F-16 venne scartato da questo gioco al massacro, e stavolta in maniera definitiva. Il Gripen ritornò in testa, assieme all'EF-2000. Visto che non c'era molta differenza nel rapporto qualità-prezzo, la decisione sarebbe stata più che altro politica. Nel frattempo settori dell'industria austriaca si stavano movendo a favore dell'EF-2000, attratti dagli offset offerti dall'EADS. Gli F-16, oramai, essendo offerti solo come 'usato' e non come macchine nuove, non erano più quotati come i vincitori. Nel frattempo si rifecero vivi i Russi offrendo caccia vs debiti: nessun denaro da spendere in cambio di 24 MiG-29SMT per un ammontare pari alla riduzione di debito concordata.

Nel frattempo, il referendum anti-intercettori ebbe una data: incredibilmente, avrebbe dovuto tenersi tra il 29 luglio e il 5 agosto, nel pieno delle vacanze. Non stranamente, questa decisione del Ministero degli Interni venne definita un terrorismo di governo e uno sporco trucco dagli organizzatori, visto che non si sarebbe potuta tenere una data peggiore per la sua riuscita.

Non era certo finita qui: il 27 giugno la Defense Security Cooperation Agency (DSCA) propose finalente 24 F-16 Block 50/52 nuovi, oppure ancora l'aggiornamento MLU.

Troppo tardi. 2 luglio 2002: l'Austria selezionò finalmente il suo nuovo caccia: l'EF-2000 Typhoon per bocca del Cancelliere Schussel: perché era il miglior caccia tecnicamente, e (soprattutto) per i massicci off-set offerti da EADS. Ora però il problema era quanti caccia sarebbero stati comprati: certo non 24 con appena 1,79 mld di euro messi in campo.

Avete visto che razza di problemi pratici comporta piazzare un contratto per un caccia moderno, tra agguerriti competitori e lobby di primissimo livello, politici, militari, ecologisti ecc. Tutt'altro mondo dai tempi in cui gli Austriaci compravano aerei in Italia, come i CR.30 e i CR.32, questi ultimi gli unici tra i vari modelli reputati soddisfacenti. Gli Austriaci, per la cronaca, avevano anche chiesto dei G.91R, ma legati ad una riduzione di pena per il criminale di guerra Kappler, cosa che venne rifiutata. Ora sceglievano un caccia parzialmente italiano, corsi e ricorsi della Storia insomma.

Per EADS fu una vittoria anche perché fino ad allora nessuno aveva comprato l'EF-2000, come del resto il rivale Rafaele, stranamente non offerto in Austria. Appena la settimana prima l'Australia aveva scartato entrambi, dichiarando di volere direttamente aspettare il JSF.

Nel frattempo la BAe e Saab si consolavano con l'ordine per 24 Gripen Cechi, del valore di 1,9 mld di euro. Anche questi caccia leggeri, quindi, in pratica costavano moltissimo denaro: circa 80 mln di euro di media. I 50 F-16 polacchi costavano invece 3 miliardi di dollari, sensibilmente di meno. Più che l'aereo di per sé erano i tanti 'articoli' correlati, la manutenzione, addestramento ecc che gonfiavano i costi. Però era sicuro che nemmeno i caccia 'economici' di ultima generazione possono davvero diffondersi alla stregua di quello che facevano i loro predecessori appena 20 anni fa. E i costi presto avrebbero comportato dei problemi anche agli Austriaci.

Già il 10 luglio si diffuse una cifra relativa agli EF-2000: per 24 di questi erano chiesti infatti non 1,79, ma 2,4 mld. Die Presse infatti dichiarava in quel giorno che il costo effettivo era diverso e chiaramente superiore rispetto alla cifra teoricamente scelta. I 24 EF-2000 avrebbero comportato un costo di 2,085 mld, contro 1,856 dei Gripen, con pagamento alla consegna. Dilazionando il pagamento in 5 anni, però, il costo era di 2,168 vs 1,976 mld. Se il pagamento fosse stato più realisticamente fatto in 9 anni, il costo sarebbe salito a 2,4 mld contro 2,257. Non c'era una grande differenza con i Gripen, dell'ordine del 10%, ma il punto era che si trattava di mezzo miliardo di euro in più rispetto a quanto annunciato. A questo si aggiungano anche i maggiori costi di manutenzione, i tempi di consegna più lunghi e i problemi di 'dentizione' del nuovo EF-2000 comparato al già sperimentato Gripen, grandemente più economico in costi di esercizio. Insomma, il prezzo di 1,79 mld di euro si riferiva praticamente al 'nudo aereo' e non al programma complessivo e ad un pagamento che per le finanze austriache non poteva certo essere fatto 'pronta cassa'.

Si seppe anche come andarono le cose in termini di prestazioni: i vari criteri di valutazione assegnarono al Gripen 902,63 punti, l'EF-2000 941,94. Appena il 4% in più contro un costo marcatamente maggiore. Invece l'F-16, offerto fino quasi all'ultimo in un tipo di seconda mano, non ebbe successo, non essendo stato presentato con il radar di 'ultima generazione' e con la mappa digitale mobile richieste, per cui già il 7 maggio venne messo fuori competizione.

I costi d'esercizio per il Gripen erano circa 25 mln di euro all'anno, molti, ma non così tanti rispetto a circa 50 milioni richiesti dall'EF-2000. Per questo ancora il 25 giugno il Capo di CSM Horst Pleiner e il capo del settore 'materiali' Peter Correri avevano accordato la preferenza al Gripen. Ma il governo preferì ignorare tale raccomandazione e apparentemente scelse l'aereo più avanzato tecnologicamente, senza tanto pensare a quanto gli sarebbe costato poi mantenerlo. Ma anche qui il problema era dovuto alla politica e ai ritorni economici. Ebbene, nemmeno qui la proposta Saab/BAe era inferiore, anzi era addirittura considerata migliore da parte del Ministero dell'Economia austriaco. L'unica differenza era che in concreto gli offset EADS da attuare subito erano di 1,37 mld contro 1,31 di BAe/Saab. L'offset offerto da EADS nell'arco di 15 anni sarebbe arrivato a 5,482 mld complessivi, ma anche così l'opposizione al governo austriaco parlò di scarsa trasparenza sia per le ragioni di scelta del caccia sia per la natura dell'offset garantito. Di fatto, Josef Cap dell'SPOe (socialisti) diceva che nessuno sapeva né da dove venissero né dove andassero quella montagna di euro movimentati dal contratto. I cui dettagli furono definiti come 'una lista di regali da chiedere a S.Claus' piuttosto che un qualcosa di concreto, specie se si cercava di capire come si sarebbero superati i due mld di euro di compensazioni, che ancora non eran nemmeno la metà di quanto calcolato. Tra i beneficiari c'era senz'altro tale Hannes Androsch, ex-vice segretario dell'SPOe e detentore della compagnia Fischer Advanced Composite, che senz'altro avrebbe avuto un aumento notevole di affari, visto che il suo prodotto ammontava a 105 mln di euro l'anno, ma i freni da produrre per gli Airbus sarebbero valsi non meno di 400 mln, con altri possibili contratti. Così la lobbying di certi personaggi chiave del partito al governo, e di altri industriali (la KTM ebbe tra l'altro in questo pacchetto un ordine per 20 mln in moto per l'Heer tedesco) riuscì a 'deviare' un contratto che tecnicamente ed economicamente sembrava destinato al Gripen appena pochi mesi prima. A questo si aggiunga l'influenza sui rapporti con le principali nazioni europee occidentali, e in particolare con realtà economiche come Airbus e Daimler-Chrysler. Il tutto con la promessa di consegne entro la fine del 2004 del primo di questi caccia. Nel frattempo le polemiche scuotevano la tranquilla Austria e anche oltreoceano. Per curare una minaccia che certo non era affrontabile con i caccia, le alluvioni dell'estate del 2002, l'Austria stava pensando di spendere 650 mln di euro, il che l'avrebbe costretta a ritardare la consegna o a ridurre l'ordine per gli EF-2000. Nel frattempo la Lockheed-Martin era indignata per i rilievi (mai avvenuti prima) a cui era stato sottoposto il funzionamento del radar del loro caccia, e infine si chiedevano come poteva l'EADS sottoporre un contratto in poche settimane e firmarlo già il 5 settembre, quando loro in genere ci mettevano fino ad un anno dalla scelta ufficiale. Rimarcavano anche che negli ultimi due anni da soli avevano venduto ben 320 caccia F-16, mentre il consorzio Eurofighter era rimasto a soli 148 in tutti gli anni di attività. Infine, la rivista Format aveva riportato un sondaggio commissionato dal Ministero della Difesa, che comportò un esito impressionante: il 68% degli austriaci era favorevole a cancellare il contratto, contro il 20% favorevole a mantenerlo.

Già il 9 settembre venne deciso di postporre l'ordine effettivo dopo le elezioni del 24 novembre 2002. Dopo 3 mesi però ancora non ci si era accordati su quale coalizione stringere tra il Partito popolare -favorevole all'EF-2000 e gli altri partiti. All'inizio del 2003 anche Thomas Prinzhorn del partito FPO aveva chiesto che il contratto venisse cancellato e sostituito con la proposta Saab per 18 aerei a 1 mld di euro. Inoltre, nel frattempo, i costi 'veri' dell'EF-2000 divennero noti: tanto che per ridurre a 1,7 mld il costo del valore fu necessario ridurre a 18 gli aerei ordinati.

Il 18 marzo 2003 il governo austriaco aveva comunque detto che avrebbe continuato l'acquisizione degli EF-2000. Ma i pagamenti non sarebbero occorsi con la presente legislatura, in che significava nessun esborso di denaro prima del 2006.

Infine il 25 giugno 2003 il programma fu rimesso in discussione davvero per via del voto contrario dei parlamentari. Di ragioni ce n'erano: per esempio, il fatto che solo 6 dei 18 aerei sarebbero stati in media pienamente operativi, e che nessuno di essi era un biposto da addestramento operativo, il che significava dover per forza mandare i piloti all'estero per l'addestramento, un costo aggiuntivo.

Infine, la necessità di usare dei caccia 'gap-filler' venne confermata: nel febbraio 2004 la "Luftstreitkräfte" (l'Aviazione, ora separata dall'Esercito) aveva ordinato come caccia stop-gap niente di meno che 12 F-5E svizzeri, per aspettare l'entrata in servizio dei primi EF-2000, non prima del 2007. Questi caccia erano un altro 'colpo di scena', perché a suo tempo in competizione con i Draken, allorché questi vennero scelti dalla Svizzera nel 1986. L'aviazione austriaca aveva chiesto alla Saab quanto gli sarebbe costato prolungare la vita dei Draken fino al 2007 e la risposta svedese non fu troppo confortevole: i bei tempi dei rapporti tra le due nazioni erano, almeno aeronauticamente, andati dopo lo scaricamento per ragioni non propriamente razionali, del loro JAS-39. Così, dato l'ammontare del conto prospettato, gli Austriaci andarono a cercare i loro famosi caccia ad interim (quelli che avevano chiesto e cancellato svariate volte, tanto da trasformare tutta la questione in una farsa), in Svizzera e furono proprio gli sconfitti dai Draken a succedergli, sia pure per breve tempo. Mai dire mai. Questo ovviamente significava varie cose: che l'Austria doveva addestrare i suoi piloti su di un nuovo, 'temporaneo' caccia, e che EADS non fosse capace di proporre uno straccio di caccia ad interim che fosse almeno pari ad un F-5E.

L'affare degli EF-2000, riveduto e corretto, fu concluso il 1 luglio 2003, ma all'inizio del 2004 venne diffusa la notizia che il totale era stato ridotto a 18, poi nel 2007, quando il 12 luglio venne consegnato il primo caccia a Zeltweg, si era già scesi 'ulteriormente': per un costo di 943.500.000 € si includevano solo 15 aerei, addestramento piloti e equipe di terra, logistica, manutenzione e un simulatore. Di questi 9 sarebbero stati nuovi Tranche 1 più 6 Tranche 1 Block 2B Upgrade R2 ex-LW, ufficialmente 'usati' ma di fatto nuovi. Non hanno i missili AMRAAM, e l'IRST-FLIR, ma solo il radar, l'ECM difensivo base, cannoni e missili IRIS-T.

In ogni caso, tutta questa vicenda è stata particolarmente goffa e difficile da gestire. L'Austria nel frattempo era rimasta con i Draken in servizio per oltre 7 anni al di fuori di quanto pianificato negli anni '80 e con appena 17 piloti 'supersonici'. A questo si è aggiunta anche una brutta storia di corruzione: 87.600 euro regalati alla moglie di un alto ufficiale dell'Aeronautica, che provenivano da una persona vicina all'EADS, ma come spesso accade in questi casi, non chiaramente identificabile come suo agente, cosicché gli avvocati riuscirono a dimostrare che tale regalo fosse avvenuto al di fuori dei suoi incarichi nella compagnia, insomma 'aveva agito per iniziativa privata'. Il generale è stato rimosso dall'incarico e il contratto è rimasto valido.


L'Austria è stata retta dal Partito social-democratico per 40 anni e in generale non ha avuto molta preoccupazione della sua Difesa, forse perché sapeva di non poter far molto contro i potenziali aggressori. Ma il governo che vinse le elezioni nel 2000 cambiò le cose in maniera notevole e influì nell'evoluzione del concorso per il nuovo caccia.

Gli F-16 americani del tipo Block 52 avrebbero rappresentato la scelta più economica, ma sotto il contratto FMS, che non era sufficientemente chiaro nei dettagli della resistenza alle ECM del radar e non comprendeva la mappa mobile digitale chiesta dagli austriaci; nel tipo MLU il costo era di appena 700 mln di dollari, ed era sostenuto fermamente dal ministro delle finanze Grasser. Non è chiaro invece perché il Gripen, marginalmente inferiore all'EF-2000 nel punteggio, non sia stato dichiarato vincitore data la sua maggiore economicità. Anche gli ufficiali erano convinti che sommando tecnica a costo, avrebbe vinto. Ma il governo austriaco era più intenzionato a seguire la forza dell'EU e dagli offsets dell'EADS, due cose che fecero propendere per l'EF-2000.

Nonostante la petizione indetta dalle sinistre, che arrivò a circa il 10% dei votanti, il cancelliere Shuessel firmò ugualmente l'accordo. La Lockheed-Martin lasciò perdere e si ritirò definitivamente, ma non la Saab. E dopo le alluvioni che subì la nazione, il costoso Eurofighter divenne oggetto di dibattito, e ancora di più quando il 3 settembre gli Svedesi offrirono 18 Gripen di prima generazione in affitto per appena 500 mln di euro, disponibili dal 2003. Ma il governo non riaprì il concorso e la Saab si ritrovò nella stessa barca della MiG-MAPO che stava proponendo i suoi caccia MIG-29, nonostante che nessuno gli avesse chiesto niente. Purtroppo per la Saab, quello sforzo in più non venne fatto prima della scelta finale, che altrimenti avrebbe premiato il Gripen: forse erano ancora troppo sicuri, i sostenitori 'locali' dell'aereo svedese, che vincesse. L'EF-2000, invece, avrebbe spinto in alto l'operatività di un corpo aereo austriaco pressoché inesistente in pratica, ma anche le spese militari del Paese che spendeva meno in Europa nella difesa.

Quanto riguarda la sostituzione dei Draken, essi avrebbero dovuto essere rimpiazzati nel 197-98, quando non ci sarebbe stato modo per l'EF-2000 di farsi sotto: all'epoca i Gripen avrebbero dovuto vincere di sicuro. Ma non erano i soli contendenti possibili nemmeno allora: gli F-16 e i Mirage 2005 erano altri formidabili opzioni. Il costo dei Gripen è stato comunque troppo alto per la situazione: 18 aerei EF-2000 per circa 2 mld di euro, tutto incluso e pagamenti finanziati dal 2007 in poi, che era confrontabile con i Gripen, più economici solo del 3-4% e da pagare entro 5 anni. Con un caccia leggero inferiore nei parametri fondamentali anche del 30% la situazione era chiaramente sbilanciata. L'Austria avrebbe avuto poi l'EF-2000 a prezzo fisso della Tranche 2, ancora da definire.

Il Gen Wolf si è detto dispiaciuto della mancata presentazione del '2005: se i Draken fossero stati sostituiti nel 1998, non ci sarebbero stati dubbi sul successo del Mirage

Il gen. Wolf, comandante della forza aerea austriaca, ha detto che si voleva un caccia nuovo che coprisse i successivi 40 anni di servizio (!), quindi l'F-16 era per così dire, non ben visto, inoltre non piaceva la mancanza di mappa mobile e di resistenza alle ECM del loro radar (o così avevano proclamato). Poi c'era da dire che l'EF-2000 sembrava più promettente: aveva delle capacità che eccedevano le necessità austriache e poi i margini di crescita sarebbero stati pagati da delle potenze economiche, non da Paesi poveri come quelli del Gripen.

Il Gen. Wolf era piuttosto dispiaciuto, invece, della mancata risposta della Dassault nel 2002; quando gli austriaci testarono il Mirage 2005 nel 1998 trovarono che il livello di radar, data-fusion e integrazione di sistemi superava tutto quello che all'epoca era disponibile. Un'altra osservazione era sull'integrazione dell'Austria, prima nazione neutrale, nella NATO con la presenza in basi quali Manching in Germania. La manutenzione del Typhoon era un'altra sfida: 170 uomini di assistenza e 83 computer di bordo, di 5 famiglie diverse, erano un qualcosa di nemmeno immaginato prima per la piccola aviazione austriaca[8].



Per non perdere la mano, vennero affittati gli F-5E svizzeri, come gap-filler per coprire fino al tempo in cui, a metà 2007, sarebbe stato consegnato l'EFA Tranche 2 (in realtà poi ritardato), dato che l'Austria era arrivata troppo tardi per ottenere i Tranche 1. L'accordo venne fatto il 9 marzo 2004.

La soluzione svedese per allungare la vita dei Draken costava qualcosa come 250 mln e nonostante la lobby svedese, si decise di trovare la soluzione con un accordo tra i ministri della difesa austriaci Platter e svizzero Schmid, che in una riunione informale ad un ristorante arrivarono alla soluzione di affittare degli F-5E. In tutto sarebbero stati 12 aerei per 4 anni, fino al 2008, tutti monoposto. I costi sarebbero stati tra i 14 e i 75 mln di euro a seconda delle 'campane' (rispettivamente svizzera e austriaca). Questa soluzione è stata criticata dai mass media austriaci perché non si capisce come mai dei caccia così vecchi sono capaci di fare lo stesso compito dei futuri EFA. Ma in effetti gli F-5 svizzeri sono stati assemblati tra il 1971 e il 1984 e hanno molti meno anni dei Draken, che erano del 1962-64.

Gli americani hanno aspettato l'OK prima del passaggio di consegne, cosa che non è stata facile visto che gli USA erano scottati dallo sgarbo della piccola Austria per la vicenda F-16. Le modifiche agli F-5 austriaci sono essenzialmente legate alle radio, dato che dei vari aeroporti solo quello di Zeltweg è esclusivamente militare, gli altri sono misti. Le missioni di intercettazione sono svolte con i due cannoni M39 e con due AIM-9P. Le missioni CAP sono iniziate già nella seconda metà del 2007. I Draken, che volarono assieme agli F-5E per un certo periodo, anche quando arrivarono i primi 4 con i piloti addestrati (ad Emmen, in Svizzera) il 7 luglio a Graz-Thalerof. I Draken, nel frattempo, erano stati rimossi dalla 2a Staffel a Graz, dove sarebbero poi giunti i caccia F-5E. La 1a Staffel di Zeltweg ha ricevuto tutti i Draken e vi ha operato fino al 25 novembre 2005. Così le smilze sagome degli F-5 e quelle 'a manta' dei J-35OE hanno convissuto per alcuni mesi nei cieli d'Austria, per la gioia degli 'spotters'. Attualmente (estate 2009) gli F-5 sono tornati alla Svizzera, ma si pone il problema del passaggio agli EF-2000, che dev'essere fatto all'estero, visto che i superstiti dei vecchi S-105 (40 esemplari comprati a suo tempo) non sono all'altezza di preparare i piloti a tale compito.

Situazione attuale[9][modifica]


Le forze dell' attuale Österreichs Bundesheer hanno QG a Vienna, sono comandate dal Presidente Heinz Fischer, dal Ministro della Difesa Norbert Darabos, dal Capo del CSM Gen Edmund Entacher; la coscrizione è obbligatoria anche se dura solo 6 mesi, l'età per il servizio è 18 anni; vi sono 1.914.800 uomini tra i 16 e i 49 anni e 1.870.134 donne della stessa età, con la conseguenza che 48.967 e 46.633 arrivano ogni anno all'età per fare il servizio militare. Il personale però non consente certo di assorbire tale forza di cittadini: in servizio attivo vi sono 31.000 soldati e altri 24.000 in riserva. La percentuale di spesa sul PIL e dello 0,9%.

Le branche dell'Heer:

  • Forze di terra (Kommando Landstreitkräfte; KdoLaSK)
  • Forze aeree (Kommando Luftstreitkräfte; KdoLuSK)
  • Supporto missioni (Kommando Einsatzunterstützung; KdoEU)
  • Missioni internazionali (Kommando Internationale Einsätze; KdoIE)
  • Comando supporti (Kommando Führungsunterstützung; KdoFüU)
  • Special Forces (Kommando Spezialeinsatzkräfte; KdoSEK).


Le missioni austriache attualmente sono quelle di difendere il territorio dall'esterno, mantenere ordie e sicurezza, assistere in caso di catastrofi.

Tra le unità che non ci si aspetterebbe in Austria, il Jagdkommando, le forze speciali, che hanno a che fare soprattutto con le missioni internazionali. Essi hanno anche un reparto sommozzatori da combattimento; le bombole LAR-V che hanno pesano 11 kg con 1,5 l di capacità di trasporto ossigeno, sufficiente per 3 ore di immersione.

Totale forze di terra:

  • Effettivi: 28.000 (14.000 soldati di leva)
  • Forze permanenti: Comando delle Forze terrestri (organizzazione in tempi di pace)
  • 1 reggimento trasmissioni dell'Esercito
  • 1 battaglione trasmissioni

3a brigata meccanizzata

  • 1 reparto comando e supporti tattici
  • 2 battaglioni meccanizzati
  • 1 battaglione carri
  • 1 battaglione d'artiglieria corazzata
  • 1 battaglione di cavalleria
  • 1 battaglione controcarri

4a brigata meccanizzata

  • 1 reparto comando e supporti tattici
  • 2 battaglioni carri
  • 1 battaglione meccanizzato
  • 1 battaglione d'artiglieria corazzata
  • 2 battaglioni di cavalleria

1a brigata di fanteria

  • 1 reparto comando e supporti tattici
  • 3 battaglioni di fanteria
  • 1 battaglione del genio
  • 1 reggimento d'artiglieria

6a brigata di fanteria

  • 1 reparto comando e supporti tattici
  • 3 battaglioni di fanteria
  • 1 battaglione del genio

7a brigata di fanteria

  • 1 reparto comando e supporti tattici
  • 3 battaglioni di fanteria
  • 1 battaglione del genio
  • 1 reggimento d'artiglieria


9 Comandi militari territoriali: Burgenland, Austria Inferiore, Carinzia, Austria Superiore, Salisburgo, Stiria, Tirolo, Vorarlberg, Vienna.

1 Comando militare territoriale per il land di Vienna dal quale dipendono 1 reggimento di fanteria (4 battaglioni di fanteria alimentati con militari della milizia in tempi di pace a livello di battaglione) e 1 battaglione Guardia

Riserva: 20 battaglione|battaglioni di fanteria (territoriali)

Forze aeree (Osesterreich Bundesheer):

  • Effettivi: 6.000 (inclusi 3000 soldati di leva), attività di volo media dei piloti 130 ore annue.

Comando Difesa aerea

  • Stormo da sorveglianza aerea con tre gruppi
1 e 2.Staffeln con gli EF-2000, Zeltweg
3.Staffeln, J-105OE, Linz

A Zeltweg vi è anche l'ASTA, il simulatore di volo per l'EF-2000 e le officine di manutenzione. Il comando ha anche il battaglione radar, con la rete 'Gold-haube', che ha tre siti principali (vedi sotto) con i RAT-31 sulle montagne più alte, più due cp di radar mobili MRCS-403 e sei con i francesi Thomson RAC 3D per le basse quote e vallate non coperte dai radar principali.

Poi vi sono due reggimenti a.a. con cannoni da 35 e missili Mistral.


Comando supporto aereo. Esso è basato a Lengenlebarn e ha i reparti elicotteri e trasporti, con la 1. Staffel con gli S-70 Blackhawk, la 2.Staffel con gli OH-58 e la 4.Staffel con i PC-6 Turbo Porter, più un centro di manutenzione.

Dipendente da questo comando sulla base di Linz vi sono anche due squadriglie con gli AB-212 e quella con i C-130; ad Aigen vi sono poi due staffel con i vecchi Alouette III. Da questo comando sono dipese le assegnazioni al contingente in Kosovo, ma gli AB-212, non essendo compatibili con le NVG (occhiali notturni) sono stati sostituiti presto con gli S-70. Gli OH-58 sono usati come intercettori di elicotteri e aerei leggeri, e per compiti in generale di appoggio, mentre gli Alouette sono ideali soprattutto per il soccorso alpino. Entrambi dovrebbero essere sostituiti attorno al 2015.

Quanto ai reparti d'addestramento, essi sono sotto il controllo del Ministero della Difesa tramite il Comando scuole. Vi sono un reparto su AB-206 a Langenleabrn e uno a Zeltweg con i PC-7. L'iter addestrativo è fatto con i J-105, poi ci si sposta in Canada con gli Hawk della NATO e infine per i Typhoon, con il JG-73 tedesco. Attualmente si pensa ad un capovolgimento del fronte addestrativo, scegliendo piuttosto Lecce con gli MB-339CD e poi Grosseto per gli EF-200; inoltre presto saranno radiati i vecchi ma efficienti AB-206 (per ragioni di economia) mentre gli inossidabili Alouette III, ancora sulla breccia dopo 40 anni, vedrenno una delle loro staffeln diventare unità addestrativa a Langenlebarn. Quanto alle esigenze addestrative, non c'è molto da chiedere: circa sei piloti per gli aerei e 8 per gli elicotteri sono tutto quello che serve per la piccola componente aerea delle F.A. austriache[10].


In tutto i reparti sono questi:

  • 1 reparto trasmissioni
  • 1 raggruppamento sorveglianza aerea
  • 1 comando ricognizione aerea
  • 1 reggimento aereo
    • 3 gruppi elicotteri
    • 1 stormo ad ali fisse
    • 1 reggimento aereo
  • 1 stormo di sorveglianza aerea costituito da
    • 2 gruppi intercettatori
    • 1 stormo elicotteri
  • 1 reggimento aereo
    • 2 gruppi elicotteri
    • 1 gruppo aerei a reazione
  • 3 reggimenti controaerei
  • 1 Scuola delle Forze aeree
  • 4 centri manutenzione velivoli
  • 1 centro logistico per l'aeronautica


equipaggiamenti:

La mole del Leopard 2 comparata a quella delle persone attorno è ben esaltata con questa vista dall'alto
  • Pistole 80 Sidearm, fucili Steyr AUG, fucili sniper Steyr SSG 69, mitragliatrici MG 74 e M2 M2HB; cannoni SR Carl Gustav da 84 mm, missili Bofors BILL; mortai da 81 e 120 mm di produzione locale.

Mezzi corazzati:

  • 114 carri Leopard 2A4 ex-olandesi (più una torretta)
  • 48 SK-105 Kürassier (almeno qualche anno fa, 152 più 133 in riserva)
  • 112 Ulan IFV (15 consegnati al 2003)
  • 261 APC Saurer 4K4E/F (465 al 2003?)
  • 71 APC Pandur I
  • 128 APC Pandur II
  • 35 veicoli protetti Dingo 2
  • 150 veicoli protetti Iveco LMV (in ordine)
  • 80 M109 A2/A5Ö da 155 mm (189)
  • Mezzi logistici Steyr di vario tipo

Artiglierie trainate e armi di supporto:

  • 85+ M101 da 105 mm, e 20 M2A1 da 155 mm, entrambi inattivi
  • 498 mortai da 81 mm
  • 241 M-43 da 120 mm

Armi c/c:

  • Cannoni S/R: 2.196 Carl Gustav da 84 mm, e 374 cannoni M40 da 106 mm (in riserva)
  • torri di Centurion con cannone da 105 mm L7A1 (inattive)
  • 89 cacciacarri Jaguar da 90 mm (forse non più in servizio attualmente)
  • 378 sistemi missilistici c/c Bofors RBS-56 BILL

Armi c/a:

  • 234 da 20 mm (+323 da 20 mm disattivati)
  • 74 da 35 mm (con radar sistema "Skyguard")

Sistemi missilistici controaerei:

  • 76 sistemi "Mistral" (con radar sistema Thomson RAC3D)

Imbarcazioni: 2 navi vedette


Velivoli:

  • 15 Eurofighter Typhoon (in ordine)
  • 28 Saab 105OE, di cui 40 vennero comprati nel luglio 1970
  • 3 C-130K Hercules C.Mk 1P, comprati nel 2002 dalla RAF
  • 2 "Skyvan"3M
  • 13 Pilatus PC-6B Porter dei 14 comprati nel giugno 1976
  • 24 Sud Aviation (ora EADS) SA-316B Alouette III, su 29 comprati nel 1967
  • 11 Agusta Bell 206 JetRanger (per addestramento), dei 13 comprati nel giugno 1969
  • 11 Bell OH-58 Kiowa (ricognizione), 12 comprati nel '76
  • 23 Agusta Bell 212 Twin Huey, sui 26 comprati nel maggio del 1980
  • 16 Pilatus PC-7 Turbo Trainer (addestranto), comprati nel dicembre 1983
  • 9 Sikorsky S-70A, comprati nell'ottobre 2002
  • AAM: AIM-9P3

Sorveglianza dello spazio aereo:

  • Sistema radar "Goldhaube" (Selenia MRS-403 3D-Radar & RAC 3D-Radar)


L'Attuale situazione dell'aviazione austriaca militare è che essa è diventta indipendente dall'Esercito. Come Divisione aerea, ritornò in vita nel maggio del 1955. Attualmente è nota come Österreichische Luftstreitkräfte. L'addestramento dei piloti iniziò con aerei sovietici Yak-11 e Yak-18 donati dal governo di Mosca. Seguiranno compere o donazioni per aerei di vario tipo, in conto MAP: Piper PA-18, Zlin 126, Cessna 172, Cessna 182, Vampire, Magister, Alouette II, Sikorsky S-55 e 5 Fiat G-46, il tutto nel periodo tra il 1958 e il 1960.

Per il settore caccia, vedi in altra parte della stessa pagina.

Quanto agli elicotteri, dopo la disastrosa valanga di Galtur, del 1999, ci si rese conto che gli elicotteri di supporto non erano abbastanza e allora vennero comprati 9 UH-60, macchine certamente più capaci dei tipi leggeri preesistenti. In seguito vennero anche comprati i C-130: dato che oramai gli Austriaci erano impegnati in varie parti del mondo in missioni fuori-area, dall'Afghanistan al Golan, si pensava di comprare 3 C-130 dalla RAF, piuttosto che pagare fino a 80.000 dollari per ogni volo svolto da compagnie civili per sostenere i propri soldati.

Stavolta senza tante discussioni, vennero comprati speditamente questi 3 C-130 C.1 della RAF, al costo di 38 milioni di euro e con tanto di aggiornamenti per mantenerli per i prossimi 20 anni in servizio, mentre le consegne avrebbero avuto inizio già per la fine del 2002. Queste le loro matricole RAF e poi austriache: XV181 -> 8T-CA; XV292 -> 8T-CB; XV291 -> 8T-CC.


Ecco gli aeroporti austriaci:

Fliegerhorst Vogler - Linz International Airport; è ad ovest di Linz, costruito come base per la LW tedesca nel 1938-40 e poi usato anche dagli americani come Camp McCuley-Horsching fino al 1955, quando venne posto nuovamente sotto il controllo del governo austriaco; il primo aereo di Vienna, uno Yak-18, giunse nel 1957. Intitolata a ricordo del tnl W. Vogler nel 1967, la base ebbe direzione mista militare e civile fino agli anni '70, poi però a nord della base stessa venne costruito un aeroporto totalmente civile e così finì la 'diarchia'. Questa base, la più grande dell'aviazione austriaca, è solo militare e ospita il "Fliegerwerft 3", responsabile della gestione degli AB212 e C-130, nonché i reparti operativi del 3° Reggimento di volo: i Saab 105OE del 3° Squadrone, i C-130 C.Mk.1P del 4° Squadrone da trasporto e gli AB212 del 1° e 2° Squadrone.

Fliegerhorst Brumowski è a sud di Langenlebarn e a nord-ovest di Vienna; origini ed uso sono gli stessi della base precedente, ma furono i sovietici ad occuparla brevemente prima di cederla agli USA come "Air Force Station Tulln - Vienna". Qui arrivarono, nel '55, i primi aerei austriaci: Yak-11 e Yak-18, nonché gli AB47G2 Agusta. La base ebbe il nome del cap G. Brumowski nel '67. Attualmente è il QG della Luftstreifkräfte e ospita la "Bundesfachschule für Flugtechnik" (Federal School for Aeronautical Engineering) e il "Fliegerwerft 1", per la manutenzione degli Short SC-7-3M-400 Skyvan, Pilatus PC-6 B2H2 Turbo Porter, Sikorsky S-70A-42 Black Hawk, Agusta Bell AB206A Jet Ranger e Bell OH-58B Kiowa. Le unità operative sono invece sotto il Reggimento d'aviazione 1: ovvero gli Skyvan e PC-6 del 4th Air Squadron, gli S-70 del 1° Squadrone elicotteri e gli AB206A del 2°, e gli AB.206 e OH-58B del 3° Squadrone.

Fliegerhorst Hinterstoisser, a nord di Zeltweg, venne costruita dal 1936; occupata dai sovietici dopo la guerra, fu poi trasferirla alla RAF fino al '47. Dalla primavera del '57 ebbe i Pipep PA-18 Super Cu e gli Zlin Z-126 con il Fluggruppe 1; da allora essa è rimasta la principale base addestrativa, rinominata al solito nel '67 con il nome del Col. Franz Hinterstoisser. Attualmente ha anche l'unico reparto da caccia: il Reggimento Sorveglianza e il suo 1° Squadrone con i nuovi EF-2000 Typhhon, arrivati dal luglio 2007; vi è anche il reparto manutenzione per i Saab 105 e i PC-7, nonché la solita scuola per l'addestramento basico, che è la sua tradizionale presenza.


Fliegerhorst Nittner, a sud di Graz, è una base con una storia quasi secolare, essendo stata fondata nel 1913 per le truppe d'aviazione austroungariche. Venne ridata all'Austria già nel 1951, ma solo nel '57 vi giunsero tre aerei Vampire T.Mk 55 dello squadrone addestrativo caccia-bombardieri. Da allora Graz rimase la principale delle basi 'da combattimento', con il nome assegnato di E. Nittner nel '67. Attualmente ha il reparto di manutenzione dell'F-5 ma è primariamente un aeroporto civile, il settore militare è nella parte meridionale e nel 2008, con la fine delle attività dei Tiger, dovrebbe essere chiusa e occupata totalmente dagli operatori civili.

Fliegerhorst Fiala-Fernbrugg, a nord di Aigen im Ennstal, fu costruita come base aerea dello "Ständestaat" nel 1936-1937. Alla fine della guerra era la base dell'unica unità elicotteri tedesca. I sovietici occuparono la base e poi la passarono agli USA poche settimane dopo, da ultimo finì alla Gran Bretagna che la ricostruì e la cedette all'Austria già nel '47. Venne usata come deposito per la B-Gendarmerie, una polizia paramilitare. Nel tardo 1960 comparvero degli elicotteri Bell H-13H e la ridenominazione del '67 con il nome del cap. Benno Fiala von Fernbrugg. Si occupa della manutenzione degli Alouette III e di tenere corsi d'alpinismo anche per ospiti stranieri. Le sue unità di volo sono del Reggimento Aereo 2: gli Alouette III del 1° e 2° Squadrone elicotteri.


Fliegerhorst Wiener Neustadt è a sud della città di cui porta il nome ed è stato uno dei primissimi aeroporti, dato che aprì nel 1910. Tuttavia, senza riguardo per questa sua tradizione, venne distrutto dai bombardamenti durante la guerra probabilmente perché vicino ad una fabbrica che produceva Bf- 109 e riparava bombardieri Junkers. I sovietici la occuparono fino al '55, ma solo dopo altri 6 anni gli austriaci la usarono. Ancor oggi non ha unità di volo, anche se gli aerei del 1° Reggimento la usano frequentemente con lo scopo di addestrare i paracadutisti.


La grande Liechtenstein Kaserne a nord della "Truppenübungsplatz Allentsteig" (Training Area, Gunnery and Bombing Range) ha un distaccamento di Bell OH-58B; è usata anche da elicotteri e uomini del Ministero degli Interni.

La Frundsberg Kaserne è vicino a Schwaz, a est di Innsbruck, e ha un distaccamento del Reggimento volo 2, con gli Alouette III del servizio SAR e antincendio. È in fase di chiusura.

Flughafen Klagenfurt, della città omonima, aprì come base aerea nel 1914; dopo la II GM venne occupata dalla RAF che la cedette rapidamente agli austriaci, entro il 1951. Fu qui che arrivarono i primi Tunnan nel 1961, ma solo per essere smontati e imballati. Lasciarono la base un anno dopo.

Infine, la piccola striscia di volo vicino a Punitz, al confine con l'Ungheria, la Flugplatz Punitz - Güssing, ospita un distaccamento di Alouette III dal 1998, recentemente equipaggiati anche con sistemi FLIR per la sorveglianza dei confini.


Copertura dei radar del sistema Goldhaube

Quanto alle installazioni radar, ecco le principali:

ORS (Ortsfeste Radarstation Steinmandl ) K è sul confine svizzero, a quota 1.114 m, attivo dal '68; prima era un tipo francese RV376 assieme ad un radar altimetrico Marconi S244, poi sostituiti da un Alenia RAT-31S tridimensionel nel 1983, aggiornato al lievllo DL nel 2003. È vicino alla città di Salisburgo.

ORS SPK è sul monte Spiekkogel, 2.140 m, tra la Stiria e la Carinzia, attivo dal 1986 nonostante il cattivo tempo della regione e i problemi conseguenti al radar e al radome; ha un RAT-31S-3 previsto evoluto come RAT-31DL. Normalmente non è occupato da personale.

ORS STM è sulla cima dello Steinmandl ad appena 490 m di quota, 40 km a N di VIenna, attivo dal 1985, stesso discorso per i tipi di radar.

Due Selenia (oggi Alenia) MRCS-403 (la versiome mobile del RAT-31S) sono presenti come gap filler, operati dal Battaglione Radar fin dal '79.

Per gli stessi requisiti di mobilità, ma relativi ad aerei in volo a bassa quota, il Radarbattallion ha anche 6 Thomson-CSF (ora Thales) RAC 3D, che sono a medio anziché lungo raggio come i tipi visti sopra. Sono sistemati su degli autocarri tipo 32.403 e hanno iniziato ad essere presenti nel 1998; altri 16 sono stati impiegati dai Battaglioni difesa aerea per supportare le unità Mistral. Quindi, tutto sommato, tra esercito e aviazione vi sono stati ben 24 radar, un contratto probabilmente almeno pari a quello dei 5 grossi sistemi a lunga portata, contratto a cui aveva partecipato anche l'Alenia, ma senza vincere.

Tra i cannoni contraerei vi sono gli Z/FlAK 85 (Zwilling/Fliegerabwehrkanone)che sono nient'altro che i soliti Oerlikon Contraves GDF-001, di cui 18 vennero comprati nel 1965 come Z/Flak 65 e usati con i radar Super Fledermaus (FLGer 60) oppure i successivi Oerlikon Contravese FLGer 65 Super Fledermaus. Altri 18 cannoni binati vennero comprati poi ma con il FLGer 69, un S.Fledermaus ulteriormente migliorato. Erail 1973; stranamente questo nuovo radar non venne mai dato alle truppe ma rimpiazzato con l'ulteriore FLGer 75 Skyguard dal '76, il cui modello (per l'ennesima volta) migliorato era il FLGer 79, comprato nel 1981; il cannone venne aggiornato allo standard GDF-005 nel 1987 e così designato Z/FlAK 85. Intanto i radar Skyguard sono stati aggiornati dallo standard 75/79 al '98', durante gli anni '90. In tutto si parla di 72 cannoni (ovvero 36 impianti?) e 37 radar sono stati comprati durante gli anni.


Quanto ai missili, l' lFAL (leichte Fliegerabwehrlenkwaffe) Matra (ora MBDA) Mistral è usato sia dalle batterie dei Reggimenti di Difesa Aerea, che dalle batterie di protezione dei QG nelle Brigate dell'esercito. In tutto sono stati comprati 72 lanciamissili e diverse centinaia di missili (ma il totale non è noto ufficialmente), comprati dall'inizio del 1993. Il loro uso è ottimizzato dal sistema ZZR (Zielzuweisungsradar), ovvero i 16 Thomson-CSF (ora Thales Group) RAC 3D a medio raggio per la designazione dei bersagli, tridimensionali, comprati nel 1998 e battendo così le offerte analoghe dell'Alenia, già piazzata con i radar di scoperta aerea. Ogni batteria ha 9 lanciamissili e due radar.

Tra i sistemi a.a. ritirati già: il 25 mm Model 38/39 (Hotchkiss) tolto dal servizio nel 1959, il 40 mm Model 55/57 Bofors, ritirato già negli anni '70 e attualmente il 20 mm Model 65/69 GAI-BO1 (della Oerlikon-Contraves),


Tornando alla difesa aerea, nel passato c'era una singola stazione radar alla sommità del Kolomannsberg, più 2 radar degli aeroporti civili e alcuni Bendix AN/TPS-1 mobili. Attualmente le cose sono molto più complesse ,con il programma Goldhabe (cappello d'oro) per una vera rete di scoperta radar, iniziato negli anni '90.

Tutti i sistemi sono connessi tra di loro in maniera efficiente con un vero network il cui centro è 300 m sotto una montagna vicino al villaggio di Heukareck (è un bunker noto come 'der Berg') costruito nel 1977-82, per ospitare la leadership militare e civile in caso di crisi.

Il modo in cui il sistema è stato messo insieme poco a poco è stato quello di costruire nel 1964-70 la stazione radar fissa di Kolomannsberg, nel 1970-83 la pianificazione del Goldhaube con l'acquisto di un primo RAT-31 e un RMCS-403, la costruzione del bunker 'di crisi' e varie altre infrastrutture.

Nel '73 un progetto combinato civile e militare, il Flugverkehrskontrolle - Luftraumüberwachung (airtraffic and airspace control) venne inaugurato per rendere possibile l'integrazione tra i due servizi. Serviva un radar a lungo raggio e venne scelto il RAT-31S piuttosto che l'AN/TPS-43E, nonostante era un sistema nuovo e soffriva inizialmente di problemi di sviluppo negli anni '80, ma poi si è rivelato più che valido. In seguito ne è stato richiesto un altro del tipo RAT-31DL. I missili AAM, ordinati per la prima volta nel 1993 come AIM-9P di seconda mano, hanno in seguito avuto l'aggiunta degli IRIS-T per gli EF-2000.

Gli elementi del sistema Goldhaube sono vari: comando (Kdo LRU), LRUZ (centro controllo), Radarleitdienst per la guida dei caccia, sistemi di analisti e documentazione, centro controllo militare, servizio meteo (WEDZ), e i centri radar sia fissi che mobili più la relativa manutenzione tecnica.

L'attività dei sistemi di controllo radar austriaci ha visto i Draken intercettare qualche aereo serbo, ma solo nel '93 con il cambiamento della Costituzione vennero approvati i missili AIM-9, differentemente i caccia serbi potevano scappare a piacimento con la loro accelerazione. Nel 1993, il 27 ottobre, due F-16 dell'USAF vennero sorpresi da due Draken austriaci, che vennero fatti volare bassi tra le montagne per non essere notati dagli americani: questi entrarono nello spazio aereo austriaco e vennero subito intercettati. In seguito vi furono altri casi interessanti, come nel 2002 quando un KC-10 venne 'beccato' mentre riforniva 2 F-117, e quando nel 2003 venne identificato un misterioso C-130 che era della compagnia Tepper, specializzata nel trasporto di armi (uno dei suoi aerei si schiantò nel 1989 mentre portava armi all'UNITA in Angola) e droga (con la sparizione di non meno di 22 C-130 e 6 P-3 demilitarizzati, usati presumibilmente come vettori).[11]

Note[modifica]

  1. Valpolini, Paolo: Nuovi compiti per il Bundesheer, PD lu 1993 p.36-41
  2. tratto da vari fascicoli di Armi da guerra
  3. RID dic 1997
  4. per questo mezzo vedi Po, Eugenio: Pandur I e II, RID feb 2006 p. 46-51
  5. Dati dalla voce di wiki.en w:en:ASCOD
  6. Sgarlato, Nico: Il tormentone degli EFA austriaci, Aerei nov-dic 2007 p.15
  7. per gli aerei svedesi, dati da Take Off
  8. articolo Acig
  9. dati da wiki.en
  10. aggiornamento con i dati di: Fassari, Giuseppe, articolo su Aerei Set-ott 2009
  11. Articolo acig