Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-771

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I Marines nel 1989, Mediterraneo[1][modifica]

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Per capire come i Marines operavano si può fare l'esempio diretto della situazione nella VI Flotta, che aveva tra le sue unità, attorno al 1989, la USS Guadalcanal, LPH-7, la terza portaelicotteri della classe, impostata nel 1961 e in servizio appena 2 anni dopo. Questa arzilla 25 enne era ancora in prima linea, come parte delle navi anfibie, le USS Austin (LPD-4) della classe omonima, la USS Barnable Country (LST-1197), la USS Newport (LST-1179) entrambe della classe di LST Newport, e la USS Whibley Island (LSD-41), praticamente tutte navi che testimoniano classi di unità anfibie (5 navi di 4 classi e 3 di queste sono capoclasse). Il tutto era parte della MEU-22, ovvero Marine Expeditionary Unit 22, Landing Force Sixty Fleet.

Questa 'task force' era la più piccola tra le unità dell'USMC, la MEU infatti è molto meno grande delle tre divisioni in cui i Marines erano suddivisi, e che assieme all'aviazione erano la forza da combattimento principale. Da notare che anche gli aviatori dei Marines erano abilitati al combattimento come fanteria leggera se necessario, essendo pur sempre 'marines'.

Ecco la forza di una MEU, ben esemplificata dalla MEU-22. Questa venne formata nel 1982 con la ridesignazione della Marine Amphibian Unit (MAU). Operava assieme alla MEU-24 e 27, a rotazione, nel Mediterraneo. Ha partecipato anche alla disastrosa spedizione in Libano nel 1982 con tanto di evacuazione dell'ambasciata, come anche la campagna di Grenada l'anno dopo, oltre ad esercitazioni con la NATO e altre nazioni Alleate (tipo l'Egitto) come le 'Bright Star', 'Ocean Venture', Display Determination' etc.

Si trattava di un battaglione 'rinforzato'. il 3rd Bataloon/8th Marines. Questo battaglione, che le 'Tarawa' potevano trasportare con una singola nave, era tutt'altro che un battaglione ordinario, quanto piuttosto un reggimento. Si tratta di 1.800 uomini, 5 carri M60, 8 mortai da 81 mm, 8 lanciamissili TOW, 8 cannoni leggeri M198 da 155/39 mm, poi gli equipaggiamenti 'leggeri': 9 mortai da 60 mm, 20 mitragliatrici M2HB da 12,7 mm, 60 leggere da 7,62 mm M60, 26 lanciagranate Mk19, 32 missili M47 Dragon, 12 AAV (LVPT-7). Ma oltre a questa forza, ben superiore, per esempio, a quella della forza del S.Marco italiani (privi di carri armati e numericamente di circa un sesto del totale, o la metà considerando anche la logistica). Ma non vi sono solo velivoli: erano previsti anche un detachement di 6 AV-8 Harrier più gli elicotteri.

La USS Iwo Jima. Notare le dimensioni dei CH-53 sul ponte, ma soprattutto la totale assenza del bacino allagabile poppiero, caratteristico delle successive portaelicotteri

Le navi anfibie americane avevano equipaggi misti: per la nave c'erano i marinai, mentre per l'aviazione c'erano i marines. Nel caso della USS Guadalcanal nel 1989 v'era il HMM-162 (Marine Medium Helicopter Squadron), che nonostante il termine 'medio', ospitava a bordo: 4 CH-53 pesanti, 12 CH-46 medi, 2 UH-1 e 4 AH-1T.

Armata di 2 impianti binati da 76 mm a poppa, due lanciamissili Sea Sparrow, 2 CIWS Phalanx, aveva anche la protezione aggiuntiva dei Marines della MEU-22, che avevano infatti 5 team di lancio per i temibili missili Stinger, onde poter ingaggiare eventuali minacce passate attraverso le maglie difensive. La USS Guadalcanal era l'ospite del ComAmphdron 2 (Commander Amphibious Squadron 2).

Grande nave per gli standard delle unità anfibie, con un bordo libero molto alto e prua chiusa, due elevatori (uno a destra dietro l'isola e uno a sinistra a metà nave), era il frutto di un progetto di portaerei di scorta di tipo avanzato della II GM, un po' come le unità inglesi classe 'Centaur'. Lunga oltre 180 m aveva una capacità di trasportare almeno il numero di elicotteri dell'italiana Garibaldi, con 4 elicotteri pesanti, 12 medi e 6 leggeri, oltre alla possibilità di trasportare a bordo anche gli AV-8 Harrier. I Supercobra non erano ancora arrivati, ma c'erano i Seacobra solo di poco meno temibili.

Come tutte le navi anfibie aveva una grossa capacità di carico truppe, e a differenza delle unità navali precedenti era concepita direttamente per l'elisbarco, anche con 9 elicotteri per ondata. La sua spaziosità interna (a scapito parziale della potenza del motore, inferiore a quella delle portaerei di prima linea), aveva molta utilità: similmente alle navi anfibie di tutto il mondo, aveva spazio sufficiente per diventare una nave ospitale, soccorso civile etc, come anche per supportare con i suoi elicotteri le missioni Gemini 10 e Apollo 9 (con i recuperi delle capsule nell'oceano, dove ammaravano), mentre nel 1987 abbordò il posamine 'Iran Air' iraniano e partecipò alle operazioni di sminamento con l'uso degli elicotteri di bordo.

Da ricordare poi le due 'Blue Ridge', che assieme alle 7 navi anfibie della classe sono le figlie dello stesso progetto; ma sono state costruite solo come navi comando di una flotta anfibia da sbarco, quando nel mondo ben poche nazioni avrebbero potuto permettersi anche solo due navi da sbarco con queste capacità (figuriamoci per la sola funzione di comando e controllo). Questa tradizione americana per navi comando per sbarchi complessi risale alla Seconda guerra mondiale.

Le navi di questa classe hanno vissuto intensamente e con tutti gli elicotteri a bordo in un ponte tanto piccolo gli incidenti non sono mancati. Per esempio la LPH-9 Guam ne subì uno particolarmente grave quando, il 19 luglio 1981, navigando a 50 km a sud-est di Moorehead City, un grosso Sikorsky CH-53A Sea Stallion impattò in atterraggio contro un secondo esemplare e un Bell UH-1N. L'incendio distrusse questi elicotteri e provocò 4 morti e 10 feriti.

Le WASP[2][3][modifica]

Ma torniamo alle navi d'assalto dei Marines, e soprattutto, andiamo dritti allo stato dell'arte. In attesa della descrizione approfondita delle nuovissime 'San Antonio', guardiamo quello che è, e che succede all'interno di una WASP.

La capoclasse,l'USS Wasp (LHD-1)

Torniamo indietro nel tempo. I Marines, da 60 anni capaci di effettuare operazioni anfibie di grandi dimensioni contro un nemico di elevato valore, sono stati talmente attenti al problema della proiezione di potenza, che ad un certo punto 2 delle 9 navi tipo 'Iwo Jima' sono state ultimate come 'Blue Ridge', ovvero navi di comando e controllo per le operazioni anfibie: enormi scafi da 193 m destinati esclusivamente a compiti di comando, imbottite di apparati elettronici di ogni tipo.

Per gli sbarchi anfibi rapidi, che sono diventati sempre di più necessari, senza la lunga preparazione usuale per queste operazioni (indispensabile per garantirne il successo), nel 1966 il Naval Weapons Analysis Group propose una nuova nave, capace di sommare in sé tante capacità prima utilizzabili solo con una vera e propria flottiglia: lo scopo era quello di trasportare una MEU, ovvero un Marine Expeditionary Unit, ovvero un 'battaglione rinforzato', che assommava, nell'insieme, a ben 2.000 uomini, pesantemente armati ed equipaggiati. Da considerare che all'epoca già le 'Iwo Jima', portaelicotteri d'assalto anfibio, erano mezzi rivoluzionari: ma per riuscire nell'intento proposto qui, sarebbe stato piuttosto necessario qualcosa di diverso: riunire in un'unica unità navale capacità che erano proprie delle LPH, portaelicotteri d'assalto anfibio; LPD e LSD, unità da sbarco con bacino allagabile; LST da sbarco mezzi corazzati; LPA, trasporto truppe; e i trasporti d'attacco LKA. Questo dà l'idea della formidabile forza navale per i Marines: la maggior parte delle nazioni aveva giusto un paio di unità anfibie, figuriamoci una tale pletora di categorie. Quindi serviva una nave di grandi dimensioni per avere tutte queste capacità senza un decadimento inaccettabile delle singole capacità; e paradossalmente, questi nuovi giganti sarebbero stati utilizzati proprio nelle missioni 'minori', oltre che naturalmente in quelle di grandi dimensioni. Finita nel '69 la definizione del progetto, proprio il 1 maggio di quell'anno l'US Navy mise nero su bianco un contratto con la Shipbuilding Division, appartenente alla Litton Industries (certamente più famosa per le piattaforme inerziali e altri sistemi avanzati che per i cantieri navali), contratto che avrebbe dovuto portare alla costruzione di ben 8 gigantesche navi chiamate LHA, ovvero portaelicotteri d'assalto con bacino allagabile. Già il 20 gennaio del '71 vennero tuttavia ridotte a 5 navi; che comunque non avrebbero mancato di impressionare per le loro eccezionali caratteristiche. Lunghe un quarto di chilometro, da 40.000 t, sembravano davvero portaerei. La cosa anche visivamente era confermabile: se le 'Iwo Jima' avevano dimensioni tali per le quali gli elicotteri pesanti sembravano piuttosto 'grossi', qui, sopra il ponte largo una quarantina di metri, sembravano quasi scomparire: ovvero, non una nave che portava elicotteri, ma piuttosto elicotteri che stavano 'sopra' la nave, tanto la mole di quest'ultima primeggiava. Entrarono in servizio nel periodo 1976-80, e con la loro capacità di far operare sia mezzi d'assalto anfibio che 30 elicotteri (o 20+ 8 Harrier) si sono presto imposte per le capacità operative, rimaste insuperate fino al 1989, con l'arrivo della prima 'Wasp'.

La differenza con le successive 'Wasp' è maggiormente apprezzabile qui, dove la Tarawa mostra le mensole di prua, ora vuote, che ospitavano i cannoni. L'isola e il ponte di volo prodiero sono le maggiori differenze tra le due classi

Quest'ultima era stata costruita grazie soprattutto alla svolta dell'amministrazione Reagan, dal gennaio 1981, inizialmente nota come LHDX, poi come LHD; inizialmente era anche previsto che fossero meno costose delle 'Tarawa', e al tempo stesso abili ad ospitare maggiormente le missioni degli AV-8 Harrier; questo perché nel frattempo i limitati VSTOL di prima generazione erano in fase di integrazione, prevista per l'immediato futuro, con i più grandi e capaci apparecchi della seconda generazione. Erano velivoli da valorizzare appieno, e anche se le Tarawa e Wasp sarebbero state grandi abbastanza per permettere perfino le operazioni di volo di apparecchi convenzionali tipo A-4 e F-18, questo non è mai stato previsto. Quello che per le 'Wasp' era previsto, invece, era un maggior numero di punti di decollo per elicotteri, e ben 3 hovercraft per mezzi corazzati LCAC, anziché il singolo mezzo dello stesso tipo ospitabile da parte delle Tarawa.

In sostanza, una nave capace di lanciare attacchi anfibi da maggiore distanza, cosa che già con gli elicotteri era diventata realtà; in particolare si trattava di 'stare oltre l'orizzonte' per evitare la reazione delle batterie costiere nemiche, e avere ancora dei mezzi capaci di raggiungere la costa in velocità: con gli LCAC, i convetriplani MV-22 e gli elicotteri CH-53E questo sarebbe stato possibile; poi dovevano essere garantite maggiori possibilità di sopravvivenza nei confronti di attacchi nemici, anche con barchini esplosivi e armi NBC; infine era vista come necessaria anche la modifica in 'Sea control Ship', ovvero una sorta di portaerei leggera, con una ventina di aerei e 8 elicotteri ASW.

Le precedenti navi 'Tarawa' erano un'eccellente base di partenza; le dimensioni, infatti, sono rimaste praticamente immutate. Nondimeno vi sono anche differenze: le 3 svasature per altrettanti cannoni da 127mm Mk 45, per esempio, sono state omesse per guadagnare in ponte di volo (del resto anche le Tarawa hanno smontato i cannoni di cui sopra, forse visti anche come artiglierie contro-costa oltre che per la difesa ravvicinata antiaerea, per la quale armi da 76 sarebbero state sufficienti). Quindi, come riconoscere una 'Wasp' da una 'Tarawa' aggiornata agli ultimi standard? Il ponte di volo, innanzitutto, è adesso perfettamente rettangolare, proprio per l'assenza delle suddette svasature dove erano ospitati i cannoni da 127 mm sulle 'progenitrici' delle Wasp. Inoltre, mentre lo scafo conserva la solita imponenza, tra cui la verticalità delle fiancate per circa i 2 terzi della lunghezza (il che certamente ne fa dei bersagli radar eccezionali), le sovrastrutture, rispetto alle 'Tarawa', appaiono molto più basse e al tempo stesso, leggermente allungate.

Nel dettaglio, uno dei due lanciamissili Sea Sparrow è stato abolito, l'ascensore di poppa eliminato e rimpiazzato con uno a dritta, laterale; le centrali di comando e comunicazioni, prima nelle sovrastrutture, sono state spostate dentro lo scafo per una migliore protezione, con il che si spiega la differenza prima accennata.

Costruite sempre dalla Litton/Ingalls, e sempre con il contratto 'chiavi in mano' (modalità introdotta proprio con le 'Tarawa'), la prima è stata ordinata come LHD-1 WASP, prevista nel FY84 (Fiscal Year), impostazione avvenuta il 30 maggio dell'85, varo 4 agosto '87, servizio il 6 luglio 1989, giusto alla fine della Guerra fredda, e forse per questo la cosa è passata piuttosto inosservata. Quanto al costo, alto ma non eccessivo, ammontò a 822 milioni di dollari, meno di un caccia 'Burke' da 9.000 t (il che dà l'idea del costo del sistema d'arma AEGIS), nonostante le 21.000 t di acciaio ,400 di alluminio, 80 miglia di tubi e 10 di condotti di ventilazione.

Le altre navi sono arrivate successivamente, con vari contratti approvati successivamente: ESSEX, ordinata nel FY 86 ed entrata in servizio il 17 ottobre 1992; KEARSARGE, FY 88 e 16 ottobre 1993, BOXER, FY 89 e 11 febbraio 1995; BATAAN, FY 91 e 20 settembre 1997; BON HOMME RICHARD, FY 93 e 15 agosto 1998; IWO JIMA, FY 96 e giugno 2001. Giusto appena prima della nuova era del Terrorismo internazionale. Per andare ancora più in dettaglio, la WESSEX fu ordinata ai cantieri Ingalls (ora Northrop/Grumman) il settembre 1986, con un contratto che comprendeva anche due opzioni, esercitate nel 1988 e 1989. Infine la Makin Island (LHD 8) - In costruzione a Pascagoula Mississippi .

Nel frattempo le 'Tarawa' stanno venendo messe fuori servizio attivo: attualmente in servizio sono la USS Tarawa (LHA-1, base a San Diego), la USS Nassau (LHA-4, Norfolk) e la USS Peleliu (LHA-5, San Diego). Le altre due, ora in riserva, sono la USS Saipan (LHA-2) e USS Belleau Wood (LHA-3).

Le navi 'Wasp' sono unità, in termini di nome, che si distaccano dalle precedenti: piuttosto che ricordare i nomi delle battaglie della II GM, ricordano anche i nomi delle navi che le combatterono. Non casualmente la capoclasse porta il nome di una grossa portaerei statunitense, che peraltro non si può certo dire fortunata, visto che venne affondata da un sottomarino giapponese con 3 siluri. La BATAAN ha avuto l'onore di essere la prima nave anfibia 'femminile', ovvero con alloggi sufficienti per 450 donne sia per equipaggio che dei Marines da sbarco. La convivenza a bordo di navi di donne e uomini non è certo un problema di poco conto, specie in missioni di lunga durata. Ma questo non contribuì che marginalmente all'incremento dei costi delle nuove navi, passati da 822 milioni a 1,5 miliardi di dollari per le ultime unità. Questo comportò dei ripensamenti, anche perché le 'Tarawa' erano ancora ottime, aggiornabili con un apposito programma in maniera tale da restare in servizio altri 15 anni almeno. Ma alla fine vennero ordinate comunque una sesta e una settima nave, e addirittura vennero pagati 400 milioni di dollari (degli 880 previsti dagli FY 1999-2001) per i materiali da comprare per l'ottava unità d'assalto anfibio della classe. Ma dal momento che già la BON HOMME RICHARD costava 1,2 miliardi di dollari, e che per la nuova nave erano previsti 1,5 miliardi, alla fine venne rinunciato alla sua costruzione. Peccato, perché sarebbe stata la prima nave di questo tipo con le turbine a gas LM2500+ da ben 36.000 hp l'una. Infatti, tutte le altre portaelicotteri d'assalto anfibio americane hanno ancora le turbine a vapore.

A questo punto, sostituite le vecchie Iwo Jima, l'US Navy ha mantenuto 12 navi d'assalto anfibio del tipo LHA/LHD, ognuna delle quali capace di mettere su un ARG, ovvero un Amphibious Ready Group: una LHA/LHD, e due altre unità specializzate, delle quali una sarebbe stata una LPD 'San Antonio', previste in 12 esemplari e le prime del loro tipo con capacità stealth, nonché sostitute di ben 4 tipi di navi anfibie diverse. Combinando le varie navi disponibili, era possibile così formare un ARG con una Marine Expeditionary Unit, oppure unità maggiori come una Brigata (MEB) o una 'forza anfibia (MEF). Il futuro non era chiaro: progettare una versione da 50.000 t e 17 m di lunghezza, continuare con le 'Wasp', oppure fare una nave del tutto diversa. In ogni caso le 'Tarawa' dovrebbero essere radiate tra il 2010 e il 2015, e 7 'Wasp' non sarebbero sufficienti per le esigenze della US Navy.

E ora le caratteristiche di queste navi: pesanti 40.535 t, equipaggio con 62 ufficiali e 1084 marinai e sottufficiali, scafo a cuneo nel terzo anteriore, poi perfettamente verticale, hanno dimensioni notevoli ma, come scafo, ancora simili a quelle delle 'Tarawa': 237 m di lunghezza al galleggiamento, larghezza di 32,2 m fino a poppa estrema, per migliorare gli spazi interni e quindi con un bacino abbastanza grande per le esigenze manifestate. Ma questo non ha giovato all'idrodinamica, tanto che il coefficiente di finezza è di 0,6, appena superiore a quello di un mercantile. Le alte velocità del resto non erano richieste mentre la volumetria sì, con lo scafo suddiviso in 8 ponti e 4 ulteriori nell'isola. Il ponte di volo è stato fatto nel nuovo acciaio ad alta resistenza HY-100, successore dell'HY-80 e ancora superiore in termini di resistenza meccanica. Questi acciai sono stati usati soprattutto per i sottomarini, il che dà l'idea dell'importanza del contenimento dei pesi (strutture meno spesse), anche a scapito del costo e delle difficoltà di saldatura che queste leghe hanno. Il ponte di volo è lungo 257,3 m, per via dell'estensione delle dimensioni del ponte di volo rispetto ad uno scafo invariato. Il ponte hangar, di tipo aperto per avere maggiore spazio disponibile, ha 1.400 m2 di superficie, non molto ma sufficiente per 28 CH-46, con dimensioni di 25,9 m di larghezza e 6,4 di altezza. Due elevatori hanno 34 t di portata, esterni allo scafo e ribaltabili verticalmente quando necessario, da 15,2 x 13,7 m di dimensioni.

Sotto l'hangar vi è il bacino allagabile, enorme struttura da 98,1 mx 15,2 m x 8,5 m di altezza. Le 'Tarawa' avevano un bacino più largo ma lungo solo 81,7 m. La capacità è di 3 LCAC o 6 LCM o 2 LCU, mentre per variare l'assetto vi sono casse da 15.000 t d'acqua sulle fiancate della zona poppiera. Per entrare da questo bacino è possibile usare la porta abbattibile poppiera, di tipo diverso rispetto alle 'Tarawa', sorvegliata da una singolare schiera di armi superiori: a sinistra la bianca cupola del robot-CIWS Phalanx, a destra il RAM, sopra il bacino il lanciamissili Sea Sparrow. Sono molto diversi dalle armi che brulicavano sulle vecchie navi anfibie, ma sono ancora più letali, specie contro minacce difficili quali i missili antinave. Esistono anche postazioni di mitragliere da 12,7 e 25 mm che coprono il settore poppiero.

Poi v'é il ponte garage da 2.127 m2, servito da varie rampe, che portano fino al ponte di volo o fino giù al bacino. Lo spazio per i carichi arriva a 3.540 t con 6 ascensori (3,66 x 7.62 m) da 5,4 t verticali e 6 nastri trasportatori, nonché un sistema a monorotaia per il bacino di carico. I sei binari di trasporto sono lunghi 884 m, percorribili da carrozze da 9,75 m a 183 ms. In tutto vi è una maggiore capacità di carico di ben 30.500 m3, 6.000 m3 più rispetto alle Tarawa, ma 1.520 m2 in meno per il parcheggio veicoli (sulle Tarawa quest'ultimo ha una capacità massima di cira 160 mezzi).

Equipaggio e truppa hanno alloggi separati, gruppi di tre cuccette sovrapposte con armadi tra l'una e l'altra, sistemazioni confortevoli e più grandi (per tenere sott'occhio tutto l'equipaggiamento). Poi c'è una palestra (oltre alla solita possibilità di usare il ponte di volo quando libero), con un condizionamento dell'aria che consente di ricreare le condizioni climatiche dei posti dove fare gli sbarchi (cosa davvero importante quando si tratta di affrontare ambienti tropicali). Esistono anche 8 sale operatorie e diversi studi odontotecnici, tanto che solo le navi ospedale MERCY e CONFORT sono meglio equipaggiate in questi settori. Inutile dire che le esigenze dei combattimenti a terra necessitano di una vera e propria struttura ospedaliera di bordo: per questo le navi anfibie sono tanto utili come ospedali mobili in caso di calamità.

Il sistema motore è rimasto quello a vapore, l'ultimo caso oramai nelle costruzioni moderne dell'US Navy, su due semplici eliche tripala a passo fisso. Solo l'ottava nave, che era prevista ma non è stata realizzata, si sarebbero adottate le LM-2500 a gas. Il vapore surriscaldato a 482 gradi con pressione di 49,3 kg/cm2 è dato da due caldaie Combustion Engineering, con due turboriduttori Westinghouse a duplice riduzione, sistemate in locali indipendenti scalati verso sinistra l'anteriore, verso destra il locale posteriore. In tutto 77.000 hp per 24 nodi, 22 continuativi. 6.200 t di carburante consentono un'autonomia di 9.500 miglia a 20 nodi, sufficiente per la maggior parte delle missioni. Per spostare in precisione la colossale massa nella nave è utilizzabile un piccolo motore elettrico, da 662 kW. Altri 10.000 vengono erogati da 5 turboalternatori G.E., più altri 2 diesel di pari potenza azionabili per emergenza.

Come armamento era previsto solo quello di autodifesa, con l'introduzione, dal 1996, dello SSDS (Ship Self-Defence System) Block 1. Questo ha due lanciamissili Sa Sparrow NATO Mk. 29 con missili RIM-7P di ultima generazione, a poppa e sulla tuga della plancia, con due direzioni di tiro Mk 91; il sistema RAM sempre a prua delle sovrastrutture, davanti al Sea Sparrow (così da avere due sistemi difensivi prodieri senza compromettere il ponte di volo), e sulla mensola di poppa destra (al centro c'è il Sea Sparrow e a sinistra il Phalanx); 2 CIWS Phalanx Mk.15 Mod. 13, sopra la plancia e a poppa, poi 3 o 4 (nelle prime 4 navi) Bushmaster Mk.38 Mod.0 da 25 mm, singoli, a poppa e sui lati della plancia, soprattutto per funzioni anti-barchini. Sulle Tarawa erano presenti a suo tempo 6 cannoni da 20 mm; infine 4 M2 HB Browning a poppa e a prua, sui lati. A parte questo vi è l'SLQ-32(V) 3, con riceviture a banda larga e disturbatore di pari 'larghezza' di frequenze; per coprire meglio la gigantesca nave sono presenti ben 6 lancia-chaff a sei canne SRBOC Mk.36 Mod.2, più il sistema antisiluro SLQ-25A NIXIE. Pannelli di kevlar proteggono i centri più importanti della nave. Da ricordare che la presenza dei RAM, relativamente recente, ha comportato la sostituzione di uno dei tre Phalanx precedentemente installati: infatti solo dalla quinta di queste navi è stato installato il RAM, fortemente in ritardo sui programmi dell'US Navy e andato a competere non tanto con il Sea Sparrow ma con il Phalanx, pur essendo un missile da 8 km di gittata, utilizzabile anche per l'ingaggio di piccoli bersagli di superficie, specie nei tipi più recenti con guida totalmente IR passiva. Inoltre al posto del sistema ACDS (Advanced Combat Direction System) attualmente si sta implementando il SSDS Mk 2, di architettura aperta, derivazione commerciale e con display COTS UYQ-70 con LAN in fibre ottiche, nonché capacità 'plug in', che torna buona per sviluppare l'architetture del CEC (Cooperative Engagement System) in corso di sviluppo pieno, da completare entro il 2010. Quello che nondimeno lascia adito a qualche critica può essere: perché, se la necessità di liberare il ponte anteriore dalle mensole laterali (per il resto la prua ha struttura chiusa) non si è fatto uso dei lanciatori Mk 48 verticali, da installare (come sulla portaerei russa Kutzetsov) a filo del ponte? E perché, con un ponte di volo tanto grande, non si è provveduto a fornirlo di un semplice sky-jump, così utile per far decollare i caccia VSTOL? Forse le dimensioni sono state reputate comunque adatte al decollo degli aerei con un carico sufficiente, ma non è detto che questo sia vero, anche per la bassa velocità della nave (che non ottiene di conseguenza molto profitto dal mettere la prua al vento); le esperienze europee in questo senso avrebbero certo dovuto trovare maggior apprezzamento, specie per una nave che dovrebbe operare anche come Sea Control Ship.

I Marines sono 173 ufficiali e 1.720 altri, +190 per brevi periodi. Un massimo di 45 CH-46 è ospitabile a bordo, due terzi dei quali nell'hangar (come massimo), con una tipica formazione di 20 CH-46E, 10 CH-53E, 6 Ah-1W, 3 UH-1N. Oppure 6 AV-8B, 6 CH-53E, 14 CH-46E, 6 AH-1W, 4 UH-1N. Il futuro erano l'AH-1Z, UH-1Z, MV-22, e magari l'F-35. Oltre a questo c'erano 3 LCAC, in alternativa un massimo di 12 LCM-6 o LCM-8 o 2 LCU, oppure 61 AAV-7 di cui 21 nel parcheggio e 40 nel bacino. Come 'Sea Control Ship' possono portare anche 28 AV-8B, oppure navi contromisure mine con i MH-53E con sistema a slitta Mk 105.

I sensori non sono da meno e si può approfittare dell'occasione per descriverli dettagliatamente: come le sistemazioni ECM e d'armamento c'è il meglio dell'US Navy. In questo caso vi è il sistema ITADWS della Litton Data System Division per il controllo delle operazioni anfibie con funzioni C4I, poi il Naval Tactical Command System USQ-119(V)11, Integrated Communications System Marconi ICS.3 (o URC-109), Data Multiple System USQ-82(V), Joint Services Imagery Processing System Navy, rete WAN (Wide Area Network) suddivisa in varie LAN per una serie di centri specializzati per le operazioni da sbarco e tecnico-logistiche di vari tipi (alcuni di questi: Landing Force Operations Center, Ship Signals Exploitation Center, Helicopter Coordination Section etc. etc.). I sensori sono quelli delle portaerei d'attacco: AN/SPS-48, AN/SPS-49, TAS, SPN-35A; SPN-43B, SPN-47. Tra questi:

  • il tridimensionale Gillfillan SPS-48 nella versione E è il più potente di qualunque altro radar dell'US Navy eccetto l'SPY-1: banda E/F, portata 400 km, potenza di 660 kW nella versione (V)2, ma il picco sale, nel tipo (V)3 a ben 2,2 MW (pari a un milione di lampadine). Tanto per intendersi, originariamente la USS WASP aveva l'SPS-52, ovvero il meno potente apparato presente sui cacciatorpediniere americani, ma anche sui 'De la Penne' italiani. Quindi, pur non avendo sistemi di difesa aerea a medio raggio, le Wasp si permettono un radar tridimensionale con il 50% in più di portata (contro i 280 km circa dell'SPS-52).
  • Come sulle portaerei e sugli incrociatori americani, al radar 3D si aggiunge il radar 2D Westinghouse AN/SPS-49 che pur mancando della capacità di misurare la quota, ha una portata di oltre 460 km e opera in banda UHF (solo 850-942MHz); qui presente nella versione (V) 9, è tipico delle navi americane dalle fregate in su (molto differentemente dalle navi europee, che hanno radar a medio raggio). Anche qui la dotazione standard di sensori a lungo raggio supera quella dei caccia europei: i De la Penne hanno un bidimensionale da 280 km di portata nominale.
  • A questa coppia segue, per importanza, l'Hughes Mk.23 TAS Target Acquisition System, in banda D (1-2GHz) pulse-doppler, serve per i missili Sea Sparrow e RAM, specie per 'beccare' i bersagli a bassissime quote.
  • Gli SPN servono per le attività di controllo del volo, mentre l'SPS-67(V) per la scoperta di superficie ha l'antenna del vecchio SPS-10 ma con elettronica allo stato solido e funzionamento in banda G (4-6GHz): potenza di picco 280 kW, portata max. 104 km. Infine, vi è un radar di navigazione, l'AN/SPS-64(V)9, e il sistema 'data-fusion' SY-2(V)3 o V5.

Notare che questo set di sensori copre tutte le esigenze di difesa aerea, quando la maggior parte delle navi europee di prima linea è priva di sistemi di pari rilevanza (per esempio, difficilmente vi sono radar specifici per la scoperta in superficie, aerea, tridimensionale etc). Le 'S.Giorgio', grossomodo coeve (e 'sorelline' in termini di capacità operative e di concetto di base), hanno giusto un radar di scoperta di superficie, uno di navigazione, uno di controllo del tiro e qualche altro apparato minore o per le comunicazioni.

Le 'Wasp' sono quindi navi molto costose e impegnative, senza paragoni (eccetto le 'Tarawa'), ma indispensabili per la politica di 'interventi globali' degli USA (indipendentemente dalle valutazioni politiche). Per esempio l'impiego della ESSEX a Timor Est nel 2001, ma in generale in tutte le zone 'calde' in cui gli USA si sono impegnati massicciamente dal 1989 in poi.

Pensare che quasi in simultanea alla WASP la Marina Militare italiana metteva in servizio le 'S.Giorgio', questo dà l'idea di come si possa seguire bene la linea filosofica dell'US Navy, ma su scala enormemente ridotta e certamente molto meno efficientemente, tanto che dopo 3 S.Giorgio, e le capacità di trasporto della Garibaldi e della Cavour, ancora si attende un'ulteriore unità anfibia di grandi dimensioni per trasportare il paio di battaglioni anfibi della MM. Le 'San Giorgio' sono un'interpretazione dello stesso concetto, ma con proporzioni ben più modeste. Qui una foto aiuta a capire similitudini e differenze.

Invece per l'US Navy,o meglio l'USMC, la cosa importante è la proiezione di potenza in maniera ben più massiccia: con le LHA 'Tarawa' servivano 3 navi per proiettare il battaglione rinforzato o MEU; con le LPH ne bastano anche due soltanto. Il MEU ha una composizione tipica (nei tempi moderni) di quasi 2.000 soldati, carri M1, LAV, artiglierie da 155 mm leggere, 12 CH-46E, 4 CH-53E, 4 AH-1W, 3 UH-1N, e 6 AV-8B, nonché il 'combat Service Support Element'.

Capito tutto? Ricapitoliamo:

  • Tipo: LPH
  • Dimensioni: lunghezza 237,14 m sl., 257,3 totale, larghezza, larghezza max 42,67 m, pescaggio 8,13 m
  • Dislocamento pc: 40.532 t
  • Motore: turbine a vapore; 2 caldaie Combustion Engineering e 2 turboriduttori Westinghouse, 77.000 hp max, 70.000 hp continuativi, su due assi (LHD-8, 2 LM 2500+ per 72.000 hp); carburant 6.200 t e autonomia 9.500 nm a 20 nodi; max velocità 22 nodi; 5 generatori + 2 d'emergenza da 2.000 kW l'uno, motore elettrico da 662kW trasversale
  • Equipaggio: 63+.1084 (oppure98+983 per i dati più recenti); marines 173+1.720 (o 2.000 elementi circa)
  • Armi: originariamente per le prime 7 navi: 3 Phalanx, 2 NATO Sea Sparrow Mk 29, 4 cannoni da 25 mm, 4 M2 da 12,7 mm; poi 2 Phalanx, 2 Sea Sparrow, 2 RAM, 3 cannoni da 25 (per le ultime 3 navi) e 4 da 12,7 mm.
  • Sensori: radar Gillfillan AN/SPS-48E bidimensionale (originariamente, la WASP aveva l'SPS-52); Raytheon SP-49 bidimensionale, Hughes Mk.23 TAS bidimensionale; AB/SPN-35A,- 43B, -47 per il controllo elicotteri e controllo aereo; Norden AN/SPS-67 di scoperta in superficie, SPS-64(v)9 per navigazione; 2 sistemi Mk.91 controllo tiro Sea Sparrow, 2 radar per i Phalanx; SLQ-32 (v)3 ESM/ECM, 6 Mk.36 SBROC Mod.2, sistema SLQ-25A NIXIE; sistemi elaborazione dati ITADWS, USQ-119(v)11, URC-109, JSIPS-N.
  • Altre caratteristiche: hangar da 1.400 m2; 2 ponti veicoli per complessivi 2.127 m2; 6 ascensori da 5,4 t, 2 da 34 t, bacino allagabile 15,2x 98,1 m per 3 LCAC o 40 AAV-7 o vari altri mezzi LCU e LCM (max 6); 3 ospedali per 8 sale operatorie e 600 posti. generazione acqua dolce: 200.000 galloni/giorno
Unità navali
Nome Ordinata Impostata Varo Battesimo Servizio Flotta
LHD-1 Wasp FY 84 30 maggio 1985 4 agosto 1987 19 settembre 1987 6 luglio 1989 Atlantico
LHD-2 Essex FY 84 20 marzo 1989 7 gennaio 1991 16 marzo 1991 17 ottobre 1992 Pacifico
LHD-3 Kearsarge FY 88 6 febbraio 1990 26 marzo 1992 16 maggio 1992 16 ottobre 1993 Atlantico
LHD-4 Boxer FY 89 7 aprile 1991 13 agosto 1993 13 agosto 1993 11 febbraio 1995 Pacifico
LHD-5 Bataan FY 91 22 giugno 1994 15 marzo 1996 18 maggio 1996 20 settembre 1997 Atlantico
LHD-6 Bonhomme Richard FY 93 18 aprile 1995 14 marzo 1997 14 marzo 1997 15 agosto 1998 Pacifico
LHD-7 Iwo Jima FY 96 12 dicembre 1997 4 febbraio 2000 25 marzo 2000 giugno 2001 Altantico
LHD 8 Makin Island FYY 02

E ora al riguaardo dell'elemento di innovazione delle LPH, il Landing Craft, Air Cushion o LCAC: è un mezzo da sbarco realizzato dalla statunitense Bell Aerospace Textron, la quale ha vinto contro la Aerojet-General, che gli oppose il JEFF(A) in un ciclo di sperimentazione di 5 anni.

Questo veicolo ha 2 grandi eliche intubate, che danno un’elevata velocità in azioni di combattimento sotto il fuoco nemico, e 4 ventole di sollevamento che gonfiano la ‘gonna’ o cuscino inferiore che viene sostituita ogni 2/300 ore di 'volo'. Il cuscino, suddiviso in centinaia di dita, è in gomma vulcanizzata rinforzata da nylon posto al suo interno, il tutto al 'modico' prezzo di 500.000$ (il che contribuisce a spiegare il relativo, scarso successo degli hovercraft nonostante le loro doti velocistiche: si tratta di mezzi dal costo comparabile a quello di un aereo piuttosto che un mezzo navale). Per provvedere alla sua manutenzione si adoperano fino a 9 meccanici in una dozzina di giorni. La struttura è molto diversa di quella della Il LCAC ha una motorizzazione molto potente, e poste su ciascun lato del ponte di carico vi sono 2 turbine con gli scarichi dei gas e gli alberi di trasmissione per l’elica propulsiva, che ha inglobata nella struttura intubata anche i timoni di direzione.

La plancia è a sinistra, al cui interno ci sono tre seggiolini anteriori e altrettanti posteriori, riservati a possibili passeggeri. Il manovratore (il pilota) siede a destra, il motorista al centro, a sinistra il navigatore. Il LCAC ha a disposizione un radar di navigazione, sistemato sopra il tetto, e un albero per la radio e le luci di navigazione.

Imbarcabili dalla rampa prodiera, carichi voluminosi sono trasportati sul ponte di carico centrale, capace di portare anche carri M1, M60 e 5 jeep, o una batteria completa di 6 obici da 105 mm oppure 180 soldati equipaggiati. Tutto questo lanciando gli LCAC da oltre l’orizzonte visivo, mentre nelle operazioni da sbarco normali le navi principali sono costrette ad esporsi ad ogni sorta di pericoli navigando vicine alla costa, a causa delle scarse capacità nautiche degli LCM e LCU, praticamente delle 'chiatte' militari. Trasportate dalle LPD o LHA, queste unità possono invece arrivare apparendo all’orizzonte e raggiungere le coste in pochi minuti, superando i campi minati e gli ostacoli naturali di ogni sorta. Inoltre, grazie alla mobilità insita nel concetto di una nave senza pescaggio come la hovecraft, la percentuale di coste assaltabili è stata incrementata dal 15 al 70%.

  • Stazza lorda: 170 t
  • Dimensioni: lunghezza 26,82 m, larghezza 14,33 m,
  • Apparato motore: 4 turbine a gas che azionano 4 ventole di sostentamento e 2 eliche; velocità 50 nodi massima, 40 con carico a bordo
  • Capacità di carico: 60-75 t
  • Sensori di bordo: 1 radar scoperta in superficie e di navigazione

Almeno 90 LCAC sono stati ordinati dalla US Navy, principalmente per l’impiego da parte dei Marines.

USS Guam[4][modifica]

Perché la USS Guam è così importante per la storia dell'USMC? Perché ha contribuito moltissimo alla nascita dell'aviazione imbarcata VSTOL. Ma torniamo indietro di alcuni decenni. Come nasce l'esperienza dei Marines con questo tipo di aerei? Verso la fine degli anni '50 tirarono le somme dell'esperienza con la portaerei di scorta USS Thetis Bay: serviva cioè una nave capace di trasportare in tempi davvero ristretti truppe, materiali e armi con la capacità di sbarcarli anche sotto fuoco nemico. Tanto fu vero e sentito questo proposito che vennero addirittura modificate tre 'Essex' come navi d'assalto anfibio. Ma si aspettavano le 'Iwo Jima' che erano in approntamento: pur essendo più piccole e molto più lente, queste sette unità navali vennero costruite tra il 1961 e il 1970 come le prime per operare esplicitamente con gli elicotteri più un congruo numero di truppe, ben 1900 uomini che costituiscono il 'battaglione rinforzato' tipico dell'USMC. Semplicità e robustezza di base, con la riesumazione di un progetto per portaerei di scorta non realizzato della II Guerra mondiale, una sola turbina a vapore con asse singolo e 22.000 hp di potenza. Il ponte di volo era lungo 180 m mentre sotto vi era un indispensabile (specie per le lunghe crociere) ponte hangar di 69 m di lunghezza e alto 6 m, capace di ospitare qualcosa come 20 elicotteri medi CH-46, pur essendo tutt'altro che di enormi dimensioni, data la presenza dei depositi e dei parcheggi veicoli. Sul ponte di volo v'erano 6 stazioni d'atterraggio elicotteri sul lato sinistro e due su quello destro, mentre esistevano 2 ascensori di 15x12,6 m ai lati del ponte: uno a prua della sovrastruttura, a sinistra, e l'altro dietro la stessa, ma a destra. Questi ascensori avevano una doppia funzione: quando non usati si ripiegavano sul fianco della nave e chiudevano l'hangar risparmiando quindi sulla saracinesca. L'isola non era particolarmente grande, ma in compenso era particolarmente affollata con radar SPS-10 da scoperta navale, SPS-40 per la scoperta aerea, LN-66 per navigazione, SPN-43 guida velivoli e SPN-35 per la direzione del tiro. Una selva di antenne, incluse quelle delle comunicazioni, che ricopriva il tetto dell'isola e l'albero tra la plancia e il fumaiolo. Come armamento, inizialmente si trattava di cannoni automatici di vecchio tipo, o meglio, di quanto disponibile negli anni '50: 4 torri binate da 76/50 mm e circa 50 colpi.min per canna, tutte in postazioni scoperte. Due erano a poppavia del ponte, due a prua e a poppa dell'isola, a sua volta sulla destra dello scafo. A sinistra era caratteristico l'ascensore che modificava molto la linea del bordo del ponte. Questo era un armamento potente e magari capace anche di sostenere con il fuoco gli sbarchi anfibi, se la nave fosse dovuta avvicinarsi molto alla costa (cosa che invece, proprio gli elicotteri consentivano di evitare: questa non era una LST). Non passò molto tempo che arrivò nella postazione poppiera sinistra e in quella a prua della torre un lanciamissili Sea Sparrow BPDMS (Basic Point Defence Missile System), che era un sistema piuttosto limitato: da un lato aveva un ordigno dalle prestazioni (e peso) eccezionali per la sua categoria di armi difensive ravvicinate (fino a 15-20 km di gittata e quasi altrettanti di quota utile) ma dall'altro i sistemi di controllo del tiro non erano molto sofisticati e limitavano l'uso del missile quando si trattava di contrastare dei bersagli 'al traverso' della nave stessa (quando erano diretti verso altre navi, insomma). I missili non avevano in genere ricariche: gli 8 missili per impianto erano giudicati sufficienti per ogni caso pratico. Inoltre presto arrivarono anche 2 CIWS Phalanx mentre le torri d'artiglieria rimasero. La configurazione era quindi di un Sea Sparrow a poppavia, come anche una torre da 76; una torre da 76 e davanti ancora, un Sea Sparrow, a proravia del torrione; un CIWS sul lato poppiero sinistro e uno sul lato prodiero destro, vicino alle armi sopra il ponte. In seguito è stato rimaneggiato ulteriormente con l'apparente eliminazione su tutte delle armi a prua dell'isola, per fare posto ad altri elicotteri e ad una grande cupola che forse racchiude un sistema satellitare. Il totale degli elicotteri era diventato di 25 unità nella configurazione più tipica, tra AH e UH-1, CH-46 e -53. Con gli Harrier la scelta è stata anche più variegata, ma solo poche operazioni sono possibili dato l'impatto che questi pur piccoli apparecchi hanno a bordo delle navi che li dovrebbero far operare. Ma tornando alla GUAM, essa eredita il nome di una cannoniera americana che fece epoca nel 1928, sui mari cinesi. Poi dal '45 vi fu un poco noto incrociatore da battaglia CB-2 che iniziò le operazioni poco prima la fine della guerra, andando a rinforzare la già enorme flotta americana. Ma il nome della nave è dovuto soprattutto all'epica conquista di questa piccola isola contro i giapponesi, al solito tentata e ottenuta dai Marines. Entrata in servizio il 16 gennaio 1965 la LPH-9, terza tra le 'sette sorelle' ha avuto una vita intensa: usata come nave appoggio per il progetto Gemini XI, di cui recuperò la capsula spaziale, nel '70 prestò servizio di aiuto al Perù colpito da un tremendo terremoto sviluppando centinaia di sortite nell'arco di 10 giorni con i suoi preziosi elicotteri. Nel 1971-72 ebbe il primo ammodernamento importante. La sua funzione di semplice portaelicotteri è stata all'epoca modificata come Interim Sea Control Ship, che significava in concreto sperimentare l'efficacia degli aerei VSTOL a bordo. All'epoca non c'erano ancora le 'Tarawa' e prima che queste arrivassero nel '74 il progetto, pur dando risultati positivi, venne abbandonato. La nave divenne quindi nuovamente una semplice portaelicotteri d'assalto anfibio, dato che le sue caratteristiche non le consentivano di far operare appieno gli Harrier. E dire che la sua stazza è maggiore di quella della GARIBALDI. La sua attività non ha conosciuto soste e nel 1982-84 à stata impegnata per la missione in Libano, nonché nella molto meno pacifica invasione di Grenada (invasione 'Sudden Fury'). Era disponibile nel '90 per 'Desert Shield' ma venne inviata piuttosto, all'inizio del '91, dal Golfo Persico vicino alla Somalia per evacuare i civili da Mogadiscio: 282 in tutto tra cui molti ambasciatori, non solo USA ma anche di URSS, Gran Bretagna e altre nazioni ancora. Ritornò nel Golfo Persico subito dopo facendo parte della finta invasione in Kuwait, quando 31 navi anfibie americane stavano apparentemente preparando un assalto anfibio che non c'è stato ma che ha tenuto ferme sei divisioni irakene nel tentativo di pararlo (d'altro canto se si fossero mosse è probabile che l'assalto sarebbe stato davvero lanciato), Tornata a casa nel '91, tenne poi la rappresentanza della marina USA per le celebrazioni del 50imo anniversario per l'invasione della Normandia, nel 1994 (Southampton e Cherbourg le località in cui si è festeggiato). Nei suoi primi 31 anni di vita la USS Guam ha ottenuto varie decorazioni come la 'Navy Unit Commendation' e la 'Battle efficiency award'. A metà anni '90 faceva parte della Mediterranean Amphibious Ready Group o MARG, impegnata nelle operazioni IFOR (che significa Implementation FORce) per la Bosnia con una forza di marines pronti allo sbarco in caso di necessità. Poi ha fatto anche un salto a Monrovia, Liberia, per evacuare gli occidentali durante l'ennesima guerra civile africana.

La sua componente aerea era, attorno al '95, di: 12 CH-46E dell'HMM-162 'Dough Boys' (HMM significa Helicopter Marines Medioum). Questi volarono già nel '58 ed entrarono in servizio dal '62 come eredi della tradizione degli elicotteri Piaseki-Vertol-Boeing, iniziata con l'HRP-1 ordinato nel '44. Usati per l'eliassalto ma anche per il VOD (Vertical On-board Delivery); 4 enormi CH-53E Super Stallion dell'HMH 464 squadron (Heavy), epigoni della genia iniziata nel '65 con il CH-53A; 4 AH-1W dell'HMLA (Helicopter Marines Light Attack)-269 'Sea Cobras', epigoni dei Seacobra AH-1J del '71; 3 UH-1N come trasporti leggeri e anche come posti di comando e controllo volanti; 2 HH-46D che normalmente sono della USN ma che erano distaccati sulla USS Guam come mezzi da rifornimento; possibilità di accogliere se necessario 2 CH-53 direttamente dagli USA assieme anche a 4 AV-8B, supportabili da 2 KC-130 basati a terra.

Le caratteristiche complete della USS Guam erano:

  • Cantiere Ars, Philadelphia. Impostata 15 novembre 1962, varo 22 agosto '64, servizio 16 gennaio 1965.
  • Dimensioni: 180,44 x 25, 6 m (scafo) o 32 m (ponte di volo)
  • Dislocamento: 18.300 standard, 19.217 p.c.
  • Motori: 4 caldaie 'Babcock & Wilcox' con una turbina da 22.000 e una sola elica; 23 nodi velocità massima e 20 di crociera.
  • Equipaggio: 686 di cui 48 ufficiali
  • Carico: 20 CH-46D/E o 11 CH-53, 1.729 soldati
  • Armi: 2 Sea Sparrow, 2 Phalanx, 2 cannoni binati da 76, 4 lanciarazzi SRBOC.

Aviazione imbarcata: con gli AV-8 e le Tarawa[5][modifica]

Con la futura CVN-21 che sta arrivando al costo di 14 miliardi di dollari, ovvero circa 3 volte l'ultima 'Nimitz' persino gli USA hanno qualche problemino nello schierare piattaforme mobili per operazioni aeree, come si potrebbero ben definire le portaerei. Con Desert Storm una delle 'Tarawa' venne usata come porta-velivoli VSTOL. Adesso si è replicato e si replica in generale. La USS Nassau ha operato nel 1991 con 20 AV-8B e alcuni elicotteri: si pensò, ma se questa nave può portare 4-6 Harrier e una ventina di elicotteri perché non invertire le proporzioni? Detto e fatto. Ora gli ultimi AV-8B sono andati in riserva, pur essendo al più dei ventenni. È un fatto che forse farà contento qualche possibile utente di AV-8, magari a corto di aerei per le sue navi (Thailandia, Italia, Spagna, UK..), ma la prima linea americana si basa adesso solo sui moderni AV-8B Night Attack e sui Plus con il radar APG-65. La LHD-6 Bon Homme Richard, della classe Wasp, è certo una piattaforma più adatta all'uso di questi piccoli e micidiali aerei VSTOL anche se non ha ancora lo sky-jump (ma con un ponte di 250 m forse può sopportare questa 'mancanza'). Con 2-3 elicotteri per il SAR dle tipo HH-46D che notare bene, appartengono all'USN e non ai Marines, utilizzabili anche per il VERTREP (rifornimento 'verticale' ovvero con le 3 tonnellate e passa di capacità di carico), ha ospitato nella recente invasione dell'Irak chiamata Iraqui Freedom (un vero e proprio atto di 'maquillage politico' per quella che una volta si sarebbe chiamata 'guerra d'aggressione') non uno ma due squadroni di Harrier, il VMA-211 'Wake Island Avengers' e il VMA-311 'Tomcats', ovviamente inclusa la componente logistica e supporto assolutamente indispensabili per le operazioni di volo. Seguì la USS Bataan (LDH-5) con il VMA-542 'Tigers', un'altra nostra vecchia conoscenza (vedi la pagina sull'aviazione USMC) già a bordo e poi, il 19 febbraio, l'arrivo del VMA-223 direttamente dalla USS Keersage, che stava ritornando in patria e gli lasciò i suoi Harrier. Così nel Golfo divennero 2 le Harrier Carrier, e un quinto reparto, il VMA-214, era a terra ad Ahmed Al Jaber (tutto già visto anche qui), più 6 aerei sulla USS Tarawa e altrettanti sulla USS Nassau. In sostanza, si trattò di organizzarsi: turni di otto ore a bordo di ciascuna delle due navi e le altre 8 per i reparti di base a terra e sulle 2 LHA, per un totale di almeno 136 sortite al giorno. Aiutati da nuclei del personale della RN, che aveva esperienza da vendere nelle operazioni degli Harrier, gli equipaggi delle due 'Harrier Carrier' impararono ad organizzarsi per un'attività che non era di loro competenza, non normalmente almeno. In tutto c'erano 6 squadroni (uno di questi era evidentemente suddiviso nelle due LHA) e forse questo significava 72 apparecchi, appena 14 in meno dei tempi del Golfo 1. Ma stavolta erano tutti del tipo Night attack o del tipo Plus, mischiati nei vari reparti senza suddivisioni particolari. In genere nelle otto ore d'attività venivano lanciate due azioni d'attacco forti di una intera ondata di apparecchi, ma dopo che le missioni si sono spostate in profondità nel territorio irakeno gli Harrier facevano scalo sulla base terrestre. Da lì venivano riarmati e riforniti, poi andavano all'attacco e quindi ritornavano sulla portaerei VSTOL. Poi, visto che l'Irak è piuttosto grande, con l'avvicinarsi a Baghdad si cominciarono ad utilizzare strisce di autostrada come FARP ovvero Forward Arming and Refuelling Point. Prima sono state colpite zone come quella di Bassora, poi si è arrivati a Baghdad e a Tikrit. Sono risultati aerei molto richiesti per la rapidità d'intervento. Ben l'80% delle munizioni usate sono state del tipo 'intelligente' come le GBU-12 a guida laser da 227 kg, ma anche le più pesanti GBU-16, i soliti missili Maverick nel tipo E, e un buon numero di armi non guidate. Il pod Litening serviva per la designazione, presente nella versione II che era l'adattamento per l'Harrier di questo popolare sistema, e la versione ER. La differenza non è nella TV ad alta risoluzione o nel sistema laser, ma nel FLIR che passa da 256x256 a ben 640x512 pixel che ovviamente migliora di molto le prestazioni e la definizione, con maggior raggio utile o maggior definizione a parità di distanze. La modalità tipica, dato che il Night Attack non aveva il pod ma il 'Plus' sì, è stata quella di usare il primo con le GBU e il secondo con il pod. Interessante il raffronto con l'operatività di una portaerei e quella di una portaelicotteri LHD: nel primo caso si è detto di circa 1.600 sortite ma con circa 80-90 aerei durante la campagna militare (fino a quando? Forse la 'fine dei maggiori combattimenti' del 1 maggio?), la seconda con appena 24 Harrier ha ottenuto di produrre 800 missioni, con 110 tonnellate di armi su 146 diversi bersagli (dati per la USS Bataan) ad una frazione del costo della prima. La possibilità di limitarsi ad attacchi al suolo e CAS (anche perché l'USMC non ha praticamente Harrier abilitati all'AMRAAM), e la capacità di rischierarsi indifferentemente su basi aeree avanzate o strisce d'autostrada hanno fatto riflettere sulla validità di questi piccoli e micidiali aerei, che a quanto pare stavolta non hanno subito troppo la presenza dei missili SAM irakeni. Del resto non c'erano più le forze armate delle capacità rilevate nel 1991: non c'era più nemmeno l'aeronautica irakena, prudenzialmente interrata sotto le dune.

Note[modifica]

  1. Tripodi, Carlo: I Marines sbarcano dal cielo, A&D Dicembre 1989, pagg. 31-33
  2. Po, Enrico: Classe Wasp, RID Febbraio 2002 pagg.50-56
  3. Pozzi, Luca: All'assalto con le Wasp, P&D Giugno 2007 pagg. 48-55
  4. D'Amadio, S. e Francois P. USS Guam LHP-9, Aerei ott. 1996 p. 19-24
  5. Fassari, Giuseppe: La Harrier Carrier Americana, Aerei Set-ott 2005 p.56-62