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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Grecia

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Indice del libro

La Grecia, patria della cultura 'occidentale', è rimasta per molto tempo tagliata fuori dall'Europa in quanto prima fece parte dell'impero bizantino, poi di quello turco, in ogni caso sottomessa al potere di un'autorità dell'Anatolia, cosa che non deve aver fatto piacere ai discendenti di coloro che combatterono contro Troia nel II millennio a.C. Se il dominio bizantino lasciò la Grecia periferica dall'Europa, ma ancora comunicante con questa, con i turchi fu tagliata fuori del tutto per secoli, come del resto anche i Balcani. Anche dopo ottenuta l'indipendenza la Grecia avrebbe continuato e continua a tutt'oggi a nutrire una sincera ostilità contro la Turchia, ampiamente ricambiata e sostanzialmente motivata, come nel caso dell'invasione di Cipro del '74. Del resto i Turchi sono militarmente, demograficamente ed economicamente più forti e i Greci possono soprattutto vantare una posizione favorevole alla difesa, vedi la storica battaglia delle Termopili.

La Grecia nel 1991 aveva una popolazione di circa 10 milioni di abitanti su di una superficie di 132.000 km2. I due terzi erano dispersi nell'entroterra o nelle isole dell'arcipelago, mentre Atene da sola contava 3 milioni di abitanti. Con una politica influenzata pesantemente dagli equilibri politici interni, a cominciare dai Conservatori di Karamnlis, poi i socialisti di Papandreu, per non parlare della dittatura dei colonnelli dei primi anni '70, e all'estero dalla nemica-alleata Turchia, con cui ha combattuto una sorta di guerra fredda tra Paesi Nato. La Turchia è più forte militarmente da sempre, ma del resto deve suddividere le forze con i vicini dell'Est: l'URSS e poi l'ex URSS, l'Irak e i problemi interni coi Kurdi.[1]

La storia postbellica

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Dopo che gli inglesi e i greci liberarono il territorio dai tedeschi nell'ottobre 1944, la Resistenza greca si divise, come accadde anche in Italia: ma in Grecia non si evitò lo scontro diretto e la guerra civile durò 3 anni, con Albania, Bulgaria e Jugoslavia che tenevano per i comunisti, mentre gli USA, con la 'Dottrina Truman' sostenevano i 'Realisti', che vinsero definitivamente nel 1949. Così la Grecia nel dopoguerra divenne una monarchia costituzionale, ma per 20 anni vi fu una successione di governi deboli e instabili, mentre la Turchia minacciava Cipro, abitata in massima parte da greci. Cipro divenne indipendente, dopo la fase britannica, nel 1960. Proprio a quel punto, con gli inglesi rimasti con un'unica base operativa sull'isola, la Turchia divenne minacciosa. I partiti di destra e sinistra si contendevano il governo che continuava ad essere debole e diviso, fino a che il 21 aprile 1967 un gruppo di colonnelli dell'Esercito (Papadopulos, Pattakos e Makarezos )prese il potere e mandò il re Costantino II in esilio. A quel punto il nuovo capo del governo divenne George Papadopoulos.

Un tentativo di riconquistare il potere venne fatto da Costantino II nel dicembre dell'anno, ma questo colpo di stato fallì e in seguito Papadopoulos divenne premier rassegnando le dimissioni dall'esercito. La Giunta dei Colonnelli non disdegnò di usare le maniere forti contro l'opposizione politica. I partiti politici non erano banditi, eccetto che se 'troppo a sinistra', in quanto si trattava di una dittatura di destra, una delle tante dell'epoca anche in campo 'occidentale'. La tortura era praticata, come anche l'esilio per gli oppositori al regime. Nel giugno 1973 Papadoupolos cercò di dare un contegno 'democratico' alla dittatura, definendola come 'repubblica', di cui divenne il presidente. Questo non bastò per calmare le proteste sia interne che esterne. Per giunta, i rapporti tra gli USA e la Grecia erano tesi per via della dittatura, una cosa piuttosto schizofrenica visto che dietro il colpo di stato si sospettava vi fosse il sostegno della CIA. Nonostante questa iniziale approvazione (del resto casi del genere all'epoca, vedi Pinochet, non erano propriamente un'eccezione nella politica americana) venne imbastito un embargo contro i Colonnelli, quando l'organico del 349 Mira era solo parzialmente equipaggiato con i caccia F-5. Ma tale situazione durò poco, già nel 1968 ricominciarono le consegne dei rimanenti F-5. In ogni caso, un colpo di stato cacciò Papadoupolos il 25 novembre 1973. Pochi mesi dopo, nel luglio 1974 il governo greco dei 'Colonnelli' cadde totalmente: Cipro era stata invasa dai turchi, e un tentativo di metterla sotto assedio e riprenderla fallì. A quel punto i militari rassegnarono le dimissioni dalla guida del Paese e il nuovo governo venne diretto da Konstantin Karamanlis, appena tornato dall'esilio, come parecchi altri, mentre il bando per i partiti di sinistra venne abrogato. A quel punto, venne indetto un referendum per scegliere tra monarchia costituzionale e repubblica: vinse la repubblica e così finì la trentennale tribolazione greca dal dopoguerra in poi, per darsi una fisionomia politicamente accettabile. E Papadoupolos? Venne processato per alto tradimento e condannato al carcere a vita, finendo mestamente il suo tentativo di dare alla Grecia un governo stabile. Il governo repubblicano, da allora liberamente eletto, dovette però continuare a vedersela con la Turchia, sia sopra l'Egeo che per Cipro, che ora si ritrovava divisa a metà tra greci e turchi.

Dato l'affronto subito da questi, l'ultimo di una storia di reciproca ostilità che data quantomeno dall'Iliade, la Grecia uscì per protesta dalla NATO. Solo nel 1980 tornerà sui suoi passi e rientrerà nell'Alleanza Atlantica.

Nel 1981 vinse Papandreu con il suo partito socialista, e nel 1982 la Grecia entrò nell'allora CEE. In un paio d'anni una situazione piuttosto disastrata viene recuperata e la Grecia si ritrova in Europa come non mai. Eppure continuava un processo di politica equidistante tra i blocchi NATO e Patto di Varsavia. Del resto, con un 'alleato' come la Turchia, con cui la guerra era sempre ad un passo dall'esplodere, e con il Patto di Varsavia come vicino, non è che la Grecia potesse permettersi una politica molto diversa. Solo nel 1990, con la vittoria di Nuova Democrazia di Mitsotakis, facilitata dallo scandalo Koskotas che all'epoca travolse letteralmente il Partito Socialista, la Grecia ha iniziato un avvicinamento apprezzabile verso gli USA e la NATO, ma significativamente non ha ospitato reparti militari di altre nazioni dell'Alleanza. Nel frattempo, continuava e continua a tutt'oggi la disputa per Cipro, ma anche per Lesbo, Chio, Samo e Rodi, tutte isole che, come caratteristica di quello straordinario mare che è l'Egeo, costellano il tratto di mare tra Grecia e Turchia, anche se più vicine alla seconda.[2]

Nel 1987 la Grecia spese per la Difesa 289 miliardi di dracme, ma complice una certa ripresa dell'economia, nel 1990 aveva raggiunto le 604, mentre il PIL era cresciuto nel frattempo del 50% da 6.000 a 9.000 miliardi, il che significa che la spesa in percentuale era cresciuta dal 5 al 6,7% circa. [3]Uno dei motivi era l'entrata, decisa, nell' 'era moderna' con gli F-16 e altri programmi. La flotta languiva con molte delle navi principali, invero notevoli per numero (in tutto una flotta militare di circa 130.000 t, non molto lontana dalla stazza complessiva di quella italiana), che erano solo degli anni '40 ex-US Navy aggiornati. Ma vi erano anche navi moderne: 8 sottomarini U-209 in due lotti, 14 motocannoniere missilistiche francesi e due grosse fregate olandesi, che inizialmente diedero non pochi problemi di manutenzione per la Marina greca, abituata a navi ben meno impegnative anche se obsolescenti.

La forza dell'esercito era anch'essa basata su equipaggiamenti obsolescenti per la gran parte, e su truppe di leva. La Turchia e la Grecia, in definitiva, rappresentavano un dilemma non indifferente per la NATO: nemiche tra di loro, era difficile tuttavia farne a meno:la Turchia aveva una posizione assolutamente vitale per la sua posizione di autentico ponte, ma anche di barriera, tra Europa, URSS e Medio Oriente. Inoltre era un alleato forte e fedele, anche se con equipaggiamenti obsolescenti. La Grecia a sua volta era, come sempre, di importanza fondamentale per il Mediterraneo e per la difesa del 'Fronte Sud' della NATO, una nazione che in tal senso era paragonabile per importanza strategica all'Italia, anche se, come ricordato, non ospitava grosse basi NATO. Per non perdere nessuno dei due Paesi, la NATO e gli USA hanno studiato sempre con attenzione la distribuzione di equipaggiamenti avanzati, dove per 'avanzati' significa davvero questo, mezzi di seconda o terza mano.

La Grecia è più piccola e debole, quindi il concetto è di tenerla leggermente superiore in termini di qualità. Ma la Turchia ha saputo costruirsi un'industria piuttosto consistente e avanzata, che finisce per mettere in crisi questo ragionamento. La Turchia è arrivata ad un certo punto addirittura a produrre F-16 per l'Egitto, mentre non mancano cantieri navali e centri di progettazione: per esempio, la collaborazione con EADS/CASA per alcuni tipi di aerei da trasporto tattico moderni.

Tanto per fare un esempio di come le cose siano delicate, ma talvolta, specie per gli equipaggiamenti meno moderni, a tutto vantaggio turco, quando l'Olanda ha radiato i suoi piuttosto obsoleti F-5 superstiti, dei 79 apparecchi 7 sono andati al Venezuela, 12 alla Grecia e ben 60 alla Turchia, in un rapporto di 5:1! La Turchia si è poi avvantaggiata anche di diverse decine di caccia ricognitori RF-4E ex-Luftwaffe.

In ogni caso, i primi anni '90 erano davvero anni di cambiamento: la Grecia si ritrovava senza più il Patto di Varsavia ai suoi confini, ma con i Balcani scossi dalla disgregazione jugoslava; il Medio Oriente era in una fase delicatissima dopo la Seconda Guerra del Golfo, mentre gli accordi CFE riducevano le forze schierate da NATO e Patto in Europa, ma significavano anche una possibilità di incamerare molti nuovi equipaggiamenti per la Grecia, ma ovviamente, anche per la Turchia, che tra l'altro non in tutto il territorio nazionale era soggetta al CFE e quindi in teoria poteva anche accumulare equipaggiamenti in eccesso.

Ecco come la Grecia e la Turchia erano messe secondo gli accordi CFE, con la prima cifra era quella dei mezzi presenti e la seconda quella della cifra massima consentita dopo la firma degli accordi:

  • Carri Grecia: 2.068-1.735
  • Carri Turchia: 3.123-2.795
  • Corazzati Grecia: 1.811-2.534
  • Corazzati Turchia: 3.285-3.194
  • Artiglierie Grecia: 1.911-1.878
  • Artiglierie Turchia: 3.485-3.523
  • Aerei da comb. Greci: 495-650
  • Aerei da comb. Turchia: 566-750
  • Elicotteri armati Grecia: 0-18
  • Elicotteri armati Turchia: 5-43

E siccome gli USA si sbarazzarono di circa 2.300 carri armati (NB gli sarebbe bastato, come l'URSS, ritirarli dal territorio europeo, ma gli M60 erano in eccedenza e apparentemente non conveniva riportarli in patria, magari per usarli assieme agli A-6 Intruder per creare barriere artificiali subacquee..), la Germania di 315 carri e l'Olanda 170.

In tutto, la Grecia era in trattativa per non meno di 700 carri e corazzati di vario tipo. Tra i mezzi in discussione, per aggiungerli al centinaio di Leopard 1 già in servizio e mai massicciamente ammodernati, vi erano 170 Leopard 1 ex-olandesi, 150 M113 e 70 obici da 155 mm ex-US Army. In tutto, la Grecia disponeva all'epoca di 330 M-47, centinaia di M-48 che erano i principali carri armati greci, un centinaio di Leopard 1, e fatto unico, 150 AMX-30 (nel senso che fino alle compere cilene recenti, la Grecia era l'unica nazione ad avere in carico sia i Leopard che i rivali francesi AMX-30). Con le forniture di 'usato di qualità' avrebbe tolto di mezzo tutti i preistorici M-47, metà degli M-48 e gli stessi AMX-30 da trasferirsi alla guardia nazionale cipriota.

Per i turchi le cose erano stimate assai differentemente: con circa 3000 M-48, 800 M-47 e solo un centinaio di Leopard 1 anche loro avevano una forza corazzata obsoleta, anche se con moltissimi M-113 (oltre 3.000). Avrebbero ricevuto: 80 Leopard 1A1 tedeschi, ma soprattutto 970 M60A1/A3 americani, che con i sensori notturni (quantomeno nel caso degli M60TTS) avrebbero fatto fare un deciso salto di qualità alle capacità di combattimento delle forze corazzate. Erano in arrivo anche 600 ulteriori M113 per un esercito che d'altro canto era estremamente numeroso. Erano inoltre in trattativa, onde rinforzare la già potente (e manco a dirlo, obsoleta) artiglieria turca, 70 obici da 155 mm. NB, l'Italia radiò i suoi 300 M60, almeno 200 M-47 e 400-500 Leopard 1, ma nessuno di questi mezzi venne esportato, differentemente dagli M-47 radiati in precedenza e finiti in Spagna e persino in Somalia, nazione 'semiprotetta' dall'Italia e cliente anche di armi moderne (blindo 6614, G.222 etc.).

Al dunque era chiaro che fossero i turchi ad essere maggiormente avvantaggiati dal CFE, per non dire dell'arrivo di circa 30 RF-4E e 60 F-5A/B ex-olandesi, tra i migliori F-5 di prima generazione.

Marina, 1990

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Essendo la Grecia una nazione marittima ma anche relativamente povera, si ritrovava ad avere una flotta di navi imponente come dimensioni, ma anche obsoleta come singole unità. Tuttavia, nell'insieme la flotta greca ammontava a circa 140.000 tonnellate e quindi, era pur sempre una flotta di tutto rispetto, contante numerose navi sia ammodernate che anche di recente costruzione, in base alla fonte consultata in merito [4] si trattava di:

Cacciatorpediniere classe Gearing aggiornati allo standard FRAM I e II:

  • Apostolis (1946), Kanaris (1945), Kounduriotis (1946), Kriezis (1946),

Sahturis (1944) Themistocles (1944), Tombaris (1945). Note: Tutte queste navi -eccetto il Sahturis, ancora con i 6 cannoni originari- avevano un dislocamento a pieno carico di 3550 t., una velocità di 30 nodi e armamento di 4x127 mm, 1x76 mm, 4 Harpoon, 1 x40/70 mm, 6 tls da 324 mm, 1 ASROC.

Miaoulis (1944); 3.300 t, 30 nodi, con 6x127 mm, 6x76 mm, 2x12,7 mm, 6 tls da 324 mm, 1 elicottero leggero

Cacciatorpediniere classe Fletcher:

  • Aspis (1943), Lonchi (1943), Kimon (1943), Nearchos (1942), Sphendoni

(1942), Velos (1943)

Note: 3.050 t a pieno carico, 30 n., 4x127 mm, 6x76 mm, 5 tls 533 mm, 2 tls 324 mm, 6 lanciabombe

Fregate classe Kortenaer:

  • Helli (1982), Limnos (1982)

Note: 3785 t, 30 nodi, 2x4 Harpoon, 1 lanciamissili S.Sparrow, 2x76/62 mm, 4 tls 324 mm, 2 elicotteri

Fregate classe Bostwick:

  • Aetos, Ierax, Leon, Panthir (tutti 1944 tranne Leon, 1943)

Note: 1.900 t, 3x76 mm, 4 o 6x40 mm, 14x20 mm, 2 tlsx324 mm, lanciabombe

Sommergibili Tipo 209/1200:

  • Amphitrite (1979), Okeanos (1979), Pontos (1980), Poseidon (1979)

Note: 11/22 nodi (emerso/immerso), 8 tls. 533 mm con 16 siluri. Si tratta dei tipici sottomarini Type 209, quelli della sottoclasse 209/1200 da 56 m.

Sommergibili Tipo 209/1100:

  • Glaukos(1971), Nereus, Triton, Proteus (tutti 1972). Sono i 'Type

209/1100' con circa 100 t di dislocamento in meno, e con uno scafo meno lungo di 5 m. Meno efficienti dei precedenti, ma nondimeno ancora relativamente validi e moderni.

Note: 11/21 nodi, 8 tls. 533 mm con 16 siluri

Sommergibili Guppy III:

  • Lambros Katsonis (Classe Tench, 1975/2540 t., 20/15 nodi, 18 TLS 533

mm., 1946)

Sommergibili Guppy II:

  • Papanikolis (Classe Balao, 1.870/2.425 T., 10 Tls 533mm, 1945)

Navi missilistiche Combattante III, Gruppo 2:

  • Simeonforos Kavaloudis, (1980), Antipliarkos Kostakos (1980),

Ipopliarkos Deyiannis (1981), Simeoforos Simitzopoulos (1981), Simeoforos Stakaris (1981), Simoforos Xenos (1981)

Gruppo 1:

  • Antipliarkos Laskos (1977), Antipliarkos Blessas (1977), Ipopliarkos

Mykonios (1978), Ipopliarkos Troupakis (1977)

Note: Tutte le navi hanno 2 cannoni da 76 mm OTO, 4 cannoni da 30 mm binati Oerlikon, 2 lanciasiluri da 533 mm antinave. Le Gruppo 2 hanno però 6 missili Penguin e dislocano 430 t a pieno carico, le Gruppo 1 hanno 4 MM.38 Exocet e dislocano 425 t. Velocità 36 nodi per tutte.

Navi missilistiche Combattante II:

  • Ipopliarkos Anninos, I. Arliotis, I. Btsis, I. Konidis (tutte 1972)

Note: velocità 40 nodi, dislocamento 255 t, armamento 4x35 mm, 2 tls 533 mm, 4 MM.38. Da segnalare la velocità di cui queste navi erano capaci, il fatto di essere una delle primissime classi con gli Exocet, l'armamento che era radicalmente diverso rispetto ad altre Combattante II: fermo restando i 4 missili a medio raggio, altre unità avevano un cannone da 76 e uno da 40 a poppa. Qui l'armamento era costituito interamente da armi da 35 mm binate principalmente antiaeree, ma i missili antinave erano in compenso aiutati da 2 siluri filoguidati.

Navi missilistiche minori: Diopos Antinou,1976, Kelefstis Stamou, 1976, tutte con 2 cannoni da 20 mm e 4 SS-12. Esse avevano una velocità di 30 nodi nonostante un dislocamento di appena 115t.

Motosiluranti ex-tedesche Classe Jaguar:

  • Esperos; Kentauros, Kiklon, Lelaps, Skorpios, Tyfon. Tutte del 1959, 2

cannoni da 40 mm e 4 siluri da 533. Nonostante un dislocamento consistente di 190 t, erano capaci di 42 nodi.

Navi pattuglia armate:

  • Goulandris (1975), Panagopoulos 1, 2, 3 (1981), Atagos (1982). Tutte

con 2 cannoni da 20 mm, 30 nodi e 40 t.

Posamine; Aktion e AmvrakiA, 1.100 t., 13 nodi, 8x40 mm, 6x20 mm, 130 mine. Trattasi di navi LSM americane del 1945

Dragamine:

  • Aidon, Aigli, Alkyon, Avra, Klio, Daphni, Kichli, Kissa, Pleias (tutti

in servizio periodo 1964-69). Progetto americano sviluppato dalla classe Bluebird, 405 t, 13 nodi, 2 cannoni da 20 mm.

Antiopi, Atalanti, Faidra, Niovi, Thalia. Classe Bluebird, 1953-36, 405 t, 13 nodi, 2x20/70 mm.

Nave trasporto da sbarco: Nafkratoussa, 1945, 9.375t., 15 nodi, 8x40/56 mm, 18 mezzi LCM. Ex US-NAvy classe Cabildo FRAM III

Navi da sbarco:

  • Kos e Inouse, 5.800 t, 14 nodi, 6x76/50 mm, ex US Navy classe

Terrebonne Parish, 1953

  • Ikaria, Kriti, Lesbos, Rodos, Syros, 4.080 t, 11 nodi, 8x40 e 6x20 mm.

1942-45

  • Ipopliarkos Daniolos, I. Roussen, I. Tournas, I. Crystalidis, I.

Grigoropoulos. Tutti ex- US Navy LSM, 1.095 t, 13 n, 2x40 e 8x20 mm. 1944-45.

  • Karpathos, Kassos, Kea, Kimolos, Kithnos, Sifnos, Skiathos, Skopelos.

Ex-US Navy. Si trattava di LCU da 309 t, 8 nodi, 2x20 mm. 1944-45.

Navi appoggio: Aegeon, 2.800 t, 20 nodi, 2x76/62 mm, 4x40/40 mm, 6 tls da 324 mm. Ex tedesca classe Rheine, 1962

Navi da trasporto:

  • Evros, 1667t, 15 nodi, 4x40 mm, ex-SChawrzwald tedesca, 1967
  • arethous, ariadni, 4.335 t, 14 nodi, 4x76/5 0 mm, Ex-US Navy classe

Patapsco, navi cisterna del 1944-45

  • Hyperion, Ouranos, 1.200 t, 12 nodi, del 1977.

Le navi della flotta greca al termine della Guerra fredda attendevano un profondo ricambio con unità di nuova costruzione come le fregate MEKO 200 e i caccia di seconda mano C.Adams. Anche se in generale obsolete (in particolare mancavano sistemi di difesa d'area), esse erano pur sempre una flotta potente. Le uniche 2 navi maggiori moderne erano le classe Kortenaer, ex-olandesi, che vennero cedute nuove dalla marina olandese, che le sostituì con altrettante unità versione contraerea, la classe J v. Heisembeeck. Anche se possedevano un sistema NATO Sea Sparrow, è evidente che esse erano troppo poco armate per operare come navi da difesa aerea d' interi gruppi navali. Giova rilevare la presenza, anche se senza un apposito radar dedicato, di un secondo cannone da 76mm OTO sull'hangar, in una sistemazione simile ai 'De la Penne' italiani, presumibilmente installato dopo la consegna alla Grecia, in quanto le navi olandesi nello stesso punto hanno un CIWS Goalkeeper.

La Kanaris mostra la sua dotazione di armi moderne, a poppa, con il cannone da 76 e i lanciamissili Harpoon, mentre al centro vi è l'ASROC: tutto questo consentiva un incremento di capacità inimmaginabile gli anni '40, quando questa nave entrò in servizio

Le navi classe Gearing erano vecchie ma tutte tranne una avevano ricevuto un cospicuo ammodernamento. Essendo aggiornate allo standard FRAM erano state private già da decenni, -durante il servizio con l'US Navy- dei due lanciasiluri quintupli e dei 3 impianti quadrupli da 40 mm, e con la Marina greca hanno ricevuto altri aggiornamenti e la rimozione della torre binata n.2 da 127 mm. Esse erano a quel punto armate a sufficienza per combattere in prima linea, purché con una buona copertura aerea da parte delle basi di terra. Infatti solo l'armamento moderno era costituito da: un cannone da 76 mm a poppa, un cannone da 40 mm., due lanciasiluri tripli a prua, 4 missili Harpoon vicino al 76 mm e un sistema missilistico ASROC, il cui funzionamento ha avuto una testimonianza cinematografica con il film 'Stato d'allarme' con R.Widmark e S. Poitier. Tutto questo sarebbe bastato per una corvetta da 2.000 tonnellate circa (tenendo presenti le 'Yubari' giapponesi), ed era integrato anche dai 4 cannoni da 127/38 mm capaci di erogare nell'insieme oltre 50 colpi al minuto, come un paio di artiglierie paricalibro moderne (anche se con gittata e munizioni inferiori). Il sistema di controllo del tiro era un NA-10 della Elsag per i cannoni di bordo. Tutto questo rendeva i 'Gearing' molto superiori a quello che erano all'inizio della carriera, durante gli anni '40, e ancora interessanti per azioni belliche antinave e ASW.

A parte essi, la flotta di superficie principale, per quanto obsoleta, era integrata da due fregate classe Kortenaer e da una moltitudine di navi minori o subacquee: 4 'Combattante II' (4 missili MM.38 Exocet), ben 10 'Combattante III' (4 Exocet o 6 più economici Penguin) e ancora più importanti, due lotti di U-209 per un totale di 8 sottomarini. Tutte queste forze, agendo nell'arcipelago dell'Egeo erano intese e dotate delle relative potenzialità, per rendere estremamente pericoloso per un attaccante minacciare la Grecia, basta ricordare in merito le tribolazioni che un solo Type 209 argentino causò alla Royal Navy durante la Guerra delle Falklands, nonostante che tale marina fosse largamente specializzata nella lotta antisommergibile. L'armamento in dotazione riguardava siluri pesanti, cannoni da 76 mm automatici, missili Penguin (guida IR passiva), Exocet e Harpoon, mine, mentre contro i sommergibili nemici vi erano i siluri pesanti e leggeri, nonché i missili ASROC.

1990: F.A. Greche

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In un reportage di F.M. Puddu [5] vennero visitate le Forze Armate greche, le ELLINIKES ENOPLES DYNAMIS con una lunga inchiesta che riguardò tutte le branche principali.

Il viaggio iniziò con la Scuola del Genio di Loutraki, località balneare vicino al canale di Corinto, giusto vicino al canale, dove tra l'altro era stato realizzato un ponte mobile in appoggio del celebre ponte sospeso per l'aumentato traffico automobilistico: si trattava di una realizzazione particolare, infatti non era il solito ponte levatoio, ma un ponte sommergibile che quando una nave doveva passare veniva abbassato ad una ventina di metri di profondità. La scuola del Genio aveva una vasta aerea in cui v'erano le strutture per il personale e le aree addestrative che coprivano tutte le competenze del Genio tranne quello ferrovieri che non aveva aree specifiche per l'addestramento. La specialità del Genio in Grecia nacque nel 1829 e non è solo importante per ragioni storiche (e orografiche, a dire il vero la Grecia si presta bene a interventi di questa spesso trascurata specialità), ma diede anche origine, nel lontano 1912, all'Aviazione in Grecia che divenne arma autonoma non prima del 1927. La scuola del Genio era originariamente basata a Nauplia, cittadina che oggi non dice nulla di particolare ma che è diventata a suo tempo la capitale greca, e solo successivamente al Atene. Infine venne scorporata dalla capitale e mandata a Loutraki, dove si trovava nel 1990.

Le infrastrutture presenti erano tra l'altro un museo didattico relativo ai materiali da ponte, e l'altro ai materiali esplodenti e mine. Erano spaziosi e didatticamente utili. I materiali didattici erano moderni, meno invece i materiali addestrativi. Il personale, che prestava servizio era per lo più di leva ma con una durata di 22 mesi aveva tutto il tempo di diventare esperto e ben addestrato. V'era entusiasmo e disciplina e la Scuola era ben tenuta. Gettare un ponte di 50 metri sopra uno specchio d'acqua prese 10 minuti, e ritirarlo altri 6. Secondo l'istruttore gli allievi avevano fatto la cosa piuttosto con calma, ma secondo il reporter era un ottimo tempo, anche se beninteso si trattava di un ponte leggero e i militari impegnati non erano di leva.

Il Centro Paracadustisti di Spropirgos era ad una ventina di km da Atene. Era in una pianura che d'estate diventa decisamente torrida. Vicino c'era il Centro Aviazione dell'esercito di Megara, da cui decollavano elicotteri pesanti CH-47, ma i para usavano anche i C-130H. Da notare la presenza delle donne. Una graziosa signorina dai biondi capelli era presente aspettando il secondo lancio della giornata. Infatti in Grecia, nonostante la generale arretratezza rispetto a molte altre nazioni NATO, già dal 1978 si permetteva l'addestramento e l'impiego militare di donne. Non come forza di prima linea, ma questo non impediva loro di ottenere il brevetto di paracadutista. Insomma, vi erano parà donne in Grecia fin dai tardi anni '70. I lanci venivano fatti con i CH-47 che trasportavano 36 uomini lanciati a gruppi di 9, e non c'erano solo i para dell'Esercito: c'erano anche gli incursori-demolitori della Marina e i paracadutisti dell'Aeronautica. I primi paracadutisti greci sono apparsi piuttosto di recente, in barba alla lunga tradizione aviatoria. Il primo si brevettò nel 1942, alla scuola di paracadutismo di Rimini (quindi in un'epoca in cui la Grecia era occupata proprio dall'Asse) ma la specialità non venne costituita fino al 1955. La Scuola non era particolarmente vasta, ma al solito ben tenuta e piena di gente entusiasta. La palazzina principale aveva davanti una piazza circondata da uffici, depositi e la palazzina comando. Dietro vi erano i dormitori. A livello addestrativo vi erano numerosi sistemi: simulatori per la discesa con gli allievi sospesi che imparavno a direzionare la traiettoria di discesa, la solita torre con un simulacro di elicottero (che però era il CH-47 e non il solito 'Huey') e un simulacro di un C-130 sia pure senza ali a terra, e altre installazioni minori. Era poi presente anche una palestra per le arti marziali, dove veniva insegnato il taekwondo. Il poligono di tiro era fuori dalla base, le colline circostanti la pianura erano invece usate per esercitare le pattuglie. In tutto venivano tenuti 6 corsi l'anno di 5-6 settimane per un totale di 150 allievi l'uno. La forza dei paracadutisti greci all'epoca era basata su 2 battaglioni operativi e servizi, grossomodo l'equivalente di un reggimento. L'attività di cooperazione internazionale dei para greci era molto stretta con i colleghi italiani, ma la maggior parte delle esercitazioni avveniva in collaborazione con i tedeschi ( le due nazioni che invasero la Grecia..).

I sottomarini erano invece basati a Salamina, o meglio, a Salamis, anche questa a pochi km dal centro di Atene. Era una base molto riservata, data la sua importanza. Bisognava passare in una zona di acque militari e prendere un piccolo traghetto. Salamis non è solo un luogo storico (celebre la grande battaglia del 480 a.C.), ma anche l'unica vera base greca per la sua pur molto cospicua marina militare. Aveva l'arsenale, gli ufficiali, officine, infrastrutture logistiche. Per il resto vi era la base minore di Suda e 11 scali minori sparsi tra le coste joniche ed egee. Al centro della grande base navale vi erano i sottomarini. Al momento dell'arrivo di Puddu vi erano 6 battelli dei 10 presenti. Vi erano entrambi i vecchi 'Guppy' americani, ovvero il 'Katsonis' e il 'Papanikolis' che erano rispettivamente gli originali 'Remora' e 'Balao', aggiornati allo standard III e II rispettivamente. Ma l'interesse non era certo per questi. Quello che era importante era piuttosto la forza dei Type 209 tedeschi, costruiti in 4 esemplari della classe 'Glafkos' del 1971-72 e altrettanti della classe 'Amphitritis', del '79-80. Questi ultimi erano 5 m più lunghi (56 m anziché 51) e questo, nonostante il maggior peso, consentiva di raggiungere i 22 nodi anziché 21 quando immersi. Eppure i motori erano gli stessi: 4 diesel Maybach da 2.400 hp l'uno accoppiati ad elettrogeneratori AEG da 420 kW e a un motore Siemens da 500 kW. Pur pesando circa 100 t in più sono più veloci. Come è possibile? Perché nel mare conta, e molto, la forma idrodinamica e uno scafo più lungo ed efficiente permette di dissipare meno potenza nell'attrito col mare. Anche le qualità nautiche ne beneficiano, specie come resistenza alle onde lunghe, e l'abitabilità ha ricavato maggiore spazio e comodità, sostanzialmente accettabili per questi sottomarini. La suddivisione dei locali era in 3 settori fondamentali: a prua vi erano gli 8 tubi di lancio e molta parte dell'equipaggio (alloggi), al centro con i sistemi di manovra e la centrale di comando, a poppa col locale macchine. C'erano in tutto, distribuiti in parte dei 56 m di lunghezza (come uno degli aerei passeggeri più grandi, insomma) solo 30 uomini, di cui 6 ufficiali, ben 22 sottufficiali e 2 marinai soltano (i classici 'sguatteri'): evidentemente i sottomarini moderni non sono cose per ragazzi di leva. Non avevano 'brande calde' (che non è una comodità: significa che gli stessi letti erano usati a turno da più di un uomo d'equipaggio), avendone ciascuno il suo, cosa rara per sottomarini tanto piccoli. L'autonomia di questi sottomarini arrivava a 5.000 miglia emersi, dunque non particolarmente alta ma sufficiente alle esigenze mediterranee. La velocità era ottima, come del resto la maneggevolezza e la potenza di fuoco, anche se i sensori non erano particolarmente moderni e potenti e questa classe, come in genere i Type 209 è soprattutto intesa al compito antinave. La profondità massima supera i 300 m e questo oltre alle piccole dimensioni, silenziosità (specie usando il motore da 500 kW, indicato per le manovre silenziose) e velocità quando necessario consente buone possibilità di sopravvivenza agli attacchi delle unità ASW. A parte questo, i siluri impiegati erano di 3 tipi: 1 antinave americano (Mk 37? Forse no, visto che si tratta di un'arma bivalente), e 2 tipi tedeschi (quasi di sicuro il SUT e il Seeshclange) uno antinave e uno ASW. Quindi non v'erano siluri doppio ruolo. 8 erano pronti al tiro nei tubi, tutti prodieri, con un sonar che li sovrastava. La ricarica era possibile in tempi buoni ma non brevi, circa 15 minuti per tutti ma per i siluri siti sotto la coperta del ponte armi erano invece necessarie un paio d'ore. In ogni caso, con 8 siluri pronti al tiro non v'era molto di cui dover temere per un'eventuale azione di fuoco. Inoltre i tubi di lancio già caricati non solo non erano lenti, ma nemmeno rumorosi da azionare. L'autonomia del sottomarino immerso, prima di ricaricare le batterie usando lo snorkel, era di 36 ore, l'autonomia in missioni normali era di circa 15-20 giorni.

I battelli dispongono di sonar attivo, idrofono, radar, ESM, 2 periscopi, sistema elettronico di combattimento con calcolatori di bordo etc.

I sommergibilisti diventavano tali con un corso che per i marinai era di 1 mese e mezzo, i sottufficiali di 3 mesi+2 mesi di un secondo corso, gli ufficiali uno base di 3 mesi, specializzazione di 6, corso di due mesi per i comandanti finale. Le missioni erano sia addestrative che di pattugliamento, oltre alle esercitazioni 'dogfish' con gli Alleati. A parte i 6 sottomarini, la base ospitava decine di navi di tutti i tipi: dalle motosiluranti alle vecchie fregate americane, alla moderna LIMNOS della classe Kortenaer olandese.

I Mirage 2000

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Ed eccoci ad altre unità operative: in particolare il 114 Pterix di Tanagra, circa 40 km a Nord di Atene. Anch'esso quindi è un esempio della concentrazione attorno alla capitale di quasi tutti i principali reparti greci, anche operativi e non solo addestrativi. Si tratta di uno stormo nato di recente: vi sono il 331 e 332 sui Mirage 2000, di nuova formazione, e il più vecchi 342 su Mirage F.1 oltre a un gruppo su T-33. Essendo lo spazio aereo suddiviso in un settore settentrionale e uno merionale con i Mirage proprio sul bordo tra i due settori, il loro compito non sarebbe chiaro: senonché in pratica intervengono soprattutto nel settore meridionale e la loro area di competenza è grossomodo a forma trapezioidale lunga circa 250 km tra il Golfo di Eubea all'isola di Skiros, almeno per quello che riguarda l'attività principale. La base di per sé si presentava con una tipica struttura NATO, con una bretella ad U raccordante gli shelter e le loro piazzuole. Le strutture logistiche e la palazzina comando erano in locali rinforzati e protetti da terrapieni, ma non erano dei tipi sotterranei a bunker come in altre installazioni moderne. Si è detto dei Mira 331e 332 erano di recentissima costruzione (mentre la base di Tanagra è stata formata dopo la fine della guerra mondiale ultima). I piloti sono andati in Francia ad istruirsi per due mesi e mezzo, mentre il 331imo è stato costituito nell'aprile 1988. I piloti sono ritornati poi in Grecia dove hanno continuato con istruttori francesi. I reparti avrebbero avuto alla fine 20 aerei (teorici, se in tutto ne sarebbero stati comprati 40 di Mirage 2000, questo in pratica tra revisioni e incidenti non sarebbe stato possibile) con 23 piloti, mentre il 342 Mira venne costituito nel 1955 su F-84 e passato 21 anni dopo sugli F.1. L'addestramento non era la sola attività operativa: le missioni d'allarme con i turchi alle porte erano frequentissime, che si trattesse di F-104, F-4 o F-16 e i bei Mirage 2000EG con la loro livrea grigio chiara e azzurra avevano certo il loro daffare anche se non erano schierati in primissima linea. Anche qui, in questa base, è stato riscontrato un notevole grado d'entusiasmo da parte del personale, come anche la cura per mantenere in ottimo stato l'aspetto e la funzionalità delle infrastrutture e dei sistemi presenti, anche se spesso sono piuttosto arretrati rispetto alle migliori infrastrutture NATO. Però l'entusiasmo e la dedizione del personale era molto ammirevole e anche qui propenso a compensare certe deficienze materiali.

Corazzati d'elitè

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La 24ima brigata corazzata, di Lotochoron era un'altra unità interessante e visitata da Poddu, che così completò la sua ricerca sulle unità di punta delle FA Greche. Era una brigata corazzata fondamentale per la difesa della costa orientale, circa 100 km a N delle Termopili dove aveva sede, per l'appunto a Lotochoron, questa brigata corazzata dotata del materiale più moderno disponibile per l'Esercito: i carri armati Leopard 1 EGr, in servizio dal 1983 e costruiti per le specifiche volute dai greci e di fatto simili come costruzione, specie della torretta, a quelli della versione A3 tedeschi. Ne sono stati comprati, a partire dal 1981 e fino al 1984, 106+4 carri soccorso. Per una volta almeno la Grecia ha vinto contro la Turchia quanto a numeri, infatti i Turchi ne ebbero solo 77 e 4 carri soccorso. Però li ebbero dal 1979 e poi nel 1990 erano in attesa di altri 150 carri del tipo A4 ex-tedeschi (dei 250 costruiti). Se non altro i greci, rispetto agli 'ortodossi' turchi, sono avvantaggiati dalle relazioni dirette con un'altra nazione 'eccentrica' rispetto ai Paesi Nato, anche se filo-occidentale, la Francia. E grazie a questa oltre a poter 'differenziare' le proprie fonti d'approvigionamento rispetto a quanto passato dallo 'Zio Sam' ha anche la possibilità di ottenere mezzi di un certo livello liberi da brevetti e veti americani. Uno di questi mezzi è il carro AMX-30, fornito in 190 esemplari e grossomodo paragonabile al Leopard. Dopo la consegna di numerosi mezzi americani e tedeschi, sarebbe stato comunque relegato alla Guardia nazionale di Cipro.

Al comando v'era un Taxiarchos, ovvero generale di brigata, di cognome Mitsainas. Più avanti, a Salonicco, v'era un'altra brigata corazzata per fornire un primo baluardo difensivo a chi, seguendo la linea costiera, si fosse diretto da Est verso la Grecia meridionale. La caserma della 24ima venne completata nel 1979 ed era ampia e spaziosa, con un poligono di tiro annesso di vaste proporzioni e tutti i vari ostacoli tattici tranne il guado, che d'estate era a secco per mancanza d'acqua. V'erano grandi tettoie per la manutenzione dei carri sottostanti, e un'officina manutenzioni pesanti. In tutto i carri sempre pronti all'azione erano circa 40. L'addestramento dei carristi era di 4 settimane a Vlona, poi i capocarro continuavano per 3 mesi complessivi e una volta l'anno veniva al reparto organizzata un'esercitazione divisionale, mentre negli ultimi anni miglioramenti al programma addestrativo hanno reso possibile un notevole miglioramento professionale dei carristi greci. I carri in caso di necessità potevano muoversi autonomamente grazie alle ottime capacità di mobilità, ma era possibile usare la non casualmente vicina ferrovia oppure pianali con camion trattori. I carri, infine. Si è già detto che sono di tipo simile all'A3 il che comporta torretta saldata con circa 1 m3 di spazio in più e una doppia corazza che seppure leggera è ad 'intercapedine' aumentando la altrimenti scarsa protezione. Hanno anche il cannone stabilizzato su due assi, cosa che per esempio in Italia è apparsa solo con i Leopard 1A5 (e prima ancora le Centauro). Da notare che questi mezzi avevano un dispositivo sopra la canna per fini addestrativi, una specie di supporto per un fucilone d'aggiustamento da 12.7 mm o una vera e propria mitragliatrice di questo calibro.

La formazione degli ufficiali

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L'Accademia militare era ancora in fase di approntamento nel paesino di Vari, non molto lontano anch'esso da Atene.L'Accademia era prima basata -dal 1829- da Nauplia, poi dal 1894 ad Atene: ma evidentemente la crescita caotica della città non ha consentito a lungo di mantenere questa ubicazione. V'era un museo all'aperto con cannoni vari. Gli edifici erano dedicati alle aule e infrastrutture didattiche con molti laboratori e una grande biblioteca. Non mancavano le palestre e le aree d'addestramento all'aperto. I corsi erano tenuti con 4 anni di durata: nei primi 2 gli allievi erano semplici cadetti, nel 3o diventavano caporali, nel 4o sergenti e solo alla fine del corso diventavano ufficiali. L'anno scolastico era ripartito in 3 periodi: da settembre a luglio: un periodo di 5 mesi, uno di 4 e uno di due, ma frequentato solo dagli allievi dei primi due anni di corso. La giornata iniziava, al solito per le tradizioni militari, presto ovvero alle 6, e finiva alle 22.30. Le camerate erano da 4 posti e per un qualche concetto di 'interscambio' in ognuna alloggiava un allievo di ciascuno degli anni di corso. Si trattava di una grossa realtà nonostante la selezione preliminare per gli esami d'idoneità psicofisica. I giorni liberi erano giovedì, sabato e domenica. La 'paghetta' era di 15.000 dracme mensili, ovvero 100.000 lire circa. In tutto v'erano circa 1000 iscritti. Una volta dentro l'Accademia non v'era affatto molta selezione, anzi molta di meno che un corso universitario 'civile'. Oltre il 90% riusciva nell'intento di diventare ufficiale. Questo non era quindi un sistema selettivo e rigido come in tanti altri Paesi, ma non per questo venivano accettate mancanze di professionalità: visto che ciascun ragazzo era basicamente 'intelligente' semplicemente lo si 'costringeva a studiare'. Negli ultimi 4 anni -dal tetto del 1986, vi era stata una certa diminuzione delle domande di ammissione all'Accademia, ma non particolarmente preoccupante.

Quanto riguarda il personale, da ricordare che il gen. Veryvakis intervistato parlava di importanti novità, per esempio la riduzione del servizio di leva da 22 a 15 mesi era presa in considerazione, e già di 1-2 mesi entro il 1990 era dato praticamente per certo. Il rapporto tra leva e professionisti era di 6: 1 ma in futuro ci si aspettava di ridurlo a 4:1 e in generale coi CFE era prevista una riduzione delle forze armate greche di circa il 10% almeno in termini di personale. L'industria del munizionamento greca era una delle poche eccellenze dell'industria greca militare. Preoccupava la vicina Turchia, ma anche in Albania, dove v'erano minoranze greche, che hanno avuto molte difficoltà con Hoxa e anche Halija.

In generale le F.A. greche nel 1990 apparivano per quello che erano: materialmente si trattava di parenti 'poveri' delle principali nazioni NATO, ma non più tanto poveri rispetto a qualche anno prima, quando andavano avanti solo con materiali di seconda o terza mano della NATO. La situazione politica era fortunatamente migliore specialmente dopo la cacciata dei dittatori militari, con una maggiore forza politica dei partiti. L'acquisto di materiali moderni come gli F-16 e Mirage 2000, Leopard 1, fregate e motocannoniere missilistiche aveva certo migliorato le capacità operative greche. Ma era soprattutto il personale che suppliva ai problemi con una dose d'entusiasmo e d'impegno non comune. Anche la situazione dei militari di leva sembrava buona. Pare che si integrassero senza grossi problemi nelle F.A. e la cura con cui erano tenute le caserme e basi era molto notevole. L'apporto dell'industria della Difesa nazionale non era certo molto elevato, e questo non aiutava a migliorare l'autosufficienza dei greci nella Difesa. La gerarchia militare era piuttosto elastica, se non altro: indice, come del resto anche la situazione del personale di leva, che nelle FA greche v'era un processo di democratizzazione piuttosto spinto (cosa che del resto non dovrebbe stupire a livello storico: 2.500 anni di tradizione sia pure tribolata, non sono cosa da poco). Altre nazioni,non potevano vantare affatto lo stesso livello di rispetto tra persone a prescindere dal grado. Inoltre, le donne erano già presenti da decenni nelle FA greche, altra dimostrazione di come queste in termini di educazione e evoluzione civile potevano permettersi di dare parecchi punti ad altre più potenti e tradizionali FA nazionali.

  1. Niccoli R, Rollino P., Speciale Grecia, JP-4 maggio 19914 articoli nelle pagg. 41-61
  2. Niccoli R, Rollino P., Speciale Grecia, JP-4 maggio 19914 articoli nelle pagg. 41-61
  3. Niccoli R, Rollino P., Speciale Grecia, JP-4 maggio 19914 articoli nelle pagg. 41-61
  4. Preston, Antony: La Marina greca negli anni '90, RID Gennaio 1991 p.37-44
  5. F.M. Puddu R.: ELLINIKES ENOPLES DYNAMIS, Panorama difesa Ottobre 1990, pagg-28/37