Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-6
Reggimenti di fanteria francesi e italiani a confronto[1]
[modifica | modifica sorgente]Ecco uno spaccato del 1992 che vede rappresentato il 35imo Reggimento di Fanteria Meccanizzata francese, e le differenze con un analogo tipo italiano. Comandato da un tenente Colonnello o un Colonnello, aveva 30 ufficiali, 64 sottufficiali e 289 militari di truppa per la CCAS, ovvero la compagnia comando, appoggio e servizi. Era la struttura di comando e supporto per il reggimento che comprendeva anche 3 compagnie meccanizzate, una carri e na addestramento reclute. La CCAS aveva un plotone trasmissioni e personale per il posto di comando, plotone sanità con 4 VAB di cui 2 versione ambulanza con 4 posti l'uno, plotone riparazioni e recupero, plotone rifornimento (5 autocisterne e 16 camion da 4 ton. di capacità), plotone commissariato e amministrazione, plotone esplorante su 3 pattuglie con veicoli tattici P4, plotone mortai pesanti con 6 armi da 120 mm trainate dai VAB. Era insomma una struttura molto pesante e complessa.
La compagnia meccanizzata aveva invece 6 ufficiali, 26 sottufficiali, 159 truppe, con plotone comando, 4 plotoni meccanizzati con gli AMX-10P e uno controcarri con 6 lanciamissili MILAN e 3 AMX-10P. La compagnia carri aveva invece 5 ufficiali, 20 sottufficiali, 77 militari con un plotone comando e 4 carri con altri 16 carri AMX-30 B2.
La cp. istruzione aveva il compito d'istruire le reclute, per esempio i carristi, che solo per i primi 15 giorni erano assegnati ad una specifica scuola carristi esterna al reggimento (mentre le reclute erano interamente addestrate nel reggimento). Questo iter durava 4 mesi, uno base, 2 specializzati per le branche (carri o fanti), 1 per l'addestramento di squadra o equipaggio carri.
Dal reggimento in parola dipendeva anche, ma solo in termini amministrativi, la cp. controcarri divisionale,con 6 ufficiali, 28 sottufficiali, 139 truppe, con due cannoni contraerei da 20 mm e 4 plotoni HOT su veicoli VAB, con 3 veicoli l'uno, ma questa era all'epoca basata niente di meno che nell'isola di Mayotte in quegli anni, nel Pacifico con personale a ferma prolungata di 16 mesi (che ci avrà mai fatto una cp controcarri in un'isoletta del Pacifico?).
Tutto considerato, organico ed equipaggiamento del 35imo Reggimento erano di 53 ufficiali, 162 sottufficiali, 843 truppe con 20 AMX-30, 50 AMX-10P, 21 VAB, 133 autocarri, 18 lanciamissili MILAN, 6 mortai da 120 mm, 190 lanciarazzi individuali controcarri di cui 48 erano i modernissimi APILAS da 112 mm (gli altri saranno stati gli LRAC da 89 mm). In tutto v'erano 300 fanti veri e propri su di una forza, cp. scuola inclusa, di 1200 effettivi.
Quanto all'equipaggiamento, l'elemento base, la fanteria, comprendeva l'AMX-10P, cingolato da appena 13 t, piuttosto veloce con un motore diesel da quasi 300 hp, cannone da 20 mm a canna particolarmente lunga (ma è semplicemente un'arma contraerea adattata) e mitragliatrice da 7,62 mm coassiale su di una torretta in cui le armi sono sistemate in posizione sopraelevata, similmente alla torretta del Marder tedesco, con l'equipaggio sistemato praticamente solo nello scafo. La squadra aveva i fucili bull-pup FAMAS, armi molto moderne e compatte, ma anche 2 lanciarazzi, oltretutto di due tipi diversi: APILAS e LRAC, forse perché quest'ultimo era, seppure meno potente, ricaricabile contrariamente al primo che era usa-e getta, e date le dimensioni necessarie per sconfiggere i corazzati moderni, piuttosto ingombrante (i tempi in cui i razzi leggeri erano gli M72 LAW, di 66 mm di calibro, di cui un fante poteva portare 2 o 3 esemplari senza nocumento per il resto dell'equipaggiamento, sono decisamente lontani: i tipi moderni pesanto circa 10 kg e non è possibile praticamente portarne più d'uno). Mancava invece la mtg leggera di reparto.
L'arma base era, per i soldati francesi, oramai il fucile FAMAS, con caricatore da 25 colpi calibro 5.56 mm NATO e predisposizione per lanciare anche granate controcarri o HE, arma molto maneggevole, pesante carica 4.5 kg e caratterizzata dalla maniglia-mirino superiore. Salendo a livello superiore vi erano i lanciarazzi c/c e poi il missile MILAN da 1950 m di gittata. Era capace già nella prima versione di sfondare 600 mm di acciaio omogeneo, oppure -particolare importante- 2 metri e mezzo di calcestruzzo (come sperimentarono a loro spese gli argentini alle Falklands). I mezzi del settore trasmissione hanno collegamenti con il nuovo sistema di elaborazione e distribuzione dati RITA, e in guerra erano capaci di allestire due maglie di comando e due logistiche, collegandosi anche con il posto di comando divisionale, e una maglia di trasmissione e una di collegamento per le compagnie. Tra gli altri sistemi di tecnologia avanzata da ricordare la considerevole quantità di apparati di visione notturna, tra cui munizioni illuminanti per i mortai da 120 mm, ma anche -particolare di notevole interesse- per i cannoni da 105 mm dei carri (che consentivano di allungare parecchio il raggio di scoperta utile dei sensori IR o IL, quasi come se si trattasse di camere termiche posto che non dovevano esservi condizioni meteo di scarsa visibilità), sistemi IL per gli AMX-10P e carri armati, i sistemi MIRA ad immagine termica per i MILAN, binocoli per la visione notturna, periscopi OB 31 per i conducenti dei veicoli corazzati. Anche i sistemi di simulazione erano diffusi, per esempio per i cannoni da 20 e 105 mm.
Il 35imo Reggimento era inquadrato nella 7ima Divisione blindata del 2° Corpo d'Armata. Quanto alle divisioni francesi, la DB e la DI erano i soli tipi presenti nell'Esercito francese. Quali le differenze? La Division Blindée aveva un reggimento comando e supporto (cp quartier generale, trasmissioni, esplorante, controcarro, circolazione stradale), 3 reggimenti su 55 carri l'uno (con plotoni da 4 mezzi), 1 di fanteria motorizzata e 2 di fanteria meccanizzata; infine 2 reggimenti di artiglieria con 3 batterie e 24 pezzi da 155 mm l'uno, 1 genio e un battaglione per la logistica e riparazione su due cp mezzi, 1 materiali come i sistemi di controllo tiro, e 2 cp trasporti. La Divisione di fanteria aveva solo 5 pedine operative con 3 rgt di fanteria, un reggimento carri, 1 rgt blindato di cavalleria con 4 compagnie AMX-10RC, e un solo reggimento artiglieria su 20 artiglierie pesanti, più supporti.
Il reggimento francese era a struttura quaternaria con 4 compagnie o batteria l'uno, e consentiva di formare direttamente la divisione, questo in pratica era quanto accadeva nell'esercito italiano fino alla riforma del 1975, che cancellò il reggimento e introdusse la brigata come unità base per le divisioni; in teoria era una cosa adatta alla standardizzazione in ambito NATO, ma di fatto ridusse la forza dell'esercito in termini operativi. La situazione in Francia era invece rimasta al reggimento, di cui 5-6 erano usate per ciascuna divisione corazzata o meccanizzata, oltre alle unità di supporto (iniziando da 1-2 reggimenti di artiglieria), tutti simili a grossi battaglioni, una somiglianza tutto sommato più marcata alle divisioni binarie italiane del 1937 (6 battaglioni l'una, ma raggruppati in 2 reggimenti di fanteria). Così ogni reggimento francese, come quelli italiani di prima delle riorganizzazioni del '62 e '76, aveva il suo comando logistico e addirittura il comando del reggimento aveva anche un ufficiale superiore per le Pubbliche Relazioni, segreteria con servizio posta personale e ufficio contenziosi. Sotto di questo comando vi era un raggio di servizi ampio, con 7 branche che vedevano: un ufficiale per i servizi generali in caserma, un capo ufficio personale che controllava anche la mobilitazione; un ufficiale addetto alla formazione quadri, sezione sottufficiali, cellula per l'organizzazione quadri; un direttore servizi amministrativi (equivalente al responsabile dei servizi di amministrazione e commissariamento) con sottosezioni per tutto il possibile (dalle munizioni all'optronica); un capo ufficio operazioni e addestramento; un ufficiale medico per il servizio sanitario e un capo ufficio promozione sociale (per reinserire i soldati di leva nel mondo del lavoro), cellula giuridica e spaccio per la truppa.
Quanto al personale vedeva le compagnie con un capitano e ufficiale subalterno in servizio permanente, 10-20 sottufficiali per compagnia per comandare le squadre o come specialisti. Era insomma una struttura molto professionalizzata nonostante la leva obbligatoria. Il reggimento aveva anche pochi -circa 20- soldati in ferma di leva prolungata, 5 donne-soldato e alcuni civili per l'amministrazione, che come si è visto era piuttosto corposa. Nessuna di queste figure era presente all'epoca nelle brigate italiane nonostante che già dal regolamento amministrativo del 1927 si ammettesse la presenza di civili per questi compiti.
L'armamento era moderno, i simulatori aiutavano, ma non era tutto: la presenza del poligono a 3 km di distanza dalla caserma del 35imo Reggimento di Belfort, era utile per esercitarsi abbondantemente: 27 colpi per cannone da 105 mm oppure, per il fante, 500 colpi di arma leggera. Nel poligono era possibile usare sagome a scomparsa. La sezione logistico-amministrativa era complessa, ma i particolari erano coperti da segreto differentemente da quello che succedeva in Italia. In caso di guerra però l'organizzazione era del tutto diversa da quella di pace, che vede tra l'altro anche 3 ufficiali medici. Ma in caso di guerra sarebbero stati ben 6, più un ufficiale farmacista e pure uno dentista, sufficienti per formare 5 gruppi d'intervento medico di cui una principale e 4 leggere, ovvero una per ciascuna compagnia per gli interventi immediati. Insomma, non si può certo dire che il lato 'umanistico' e di confort per i soldati francesi fosse poco curato.
Per l'organizzazione logistica, i francesi non erano ancora arrivati alla movimentazione con pallet standard NATO per creare magazzini campali in maniera rapida e razionale. L'E.I. v'era invece giunto nel 1989; la lavanderia era gestita dai militari del Reggimento, mentre in Italia c'erano già le ditte civili appaltatrici, che hanno ovviamente pro e contro. La leva per i militari francesi era già all'epoca in fase di riduzione a 10 mesi (che si sarebbe dimostrato più costoso e meno valido di quello di 12 mesi), cosa che era piuttosto azzardata data la carenza di militari a ferma prolungata. Un problema piuttosto sorprendente era quello dell'analfabetismo, perché i figli degli immigrati, se erano nati in Francia, erano tenuti a fare il servizio militare L'alimentazione era giornalmente di 3.886 calorie contro le 3270 per i tedeschi e 3633 per gli italiani; ma da notare che in Francia il reggimento aveva un cuoco civile, come si cercò di fare in Italia negli anni '60. L'uniforme di servizio francese, da portare sempre in servizio, aveva una giacca più corta e meno elegante di quella italiana, con i gradi basati sulle strisce piuttosto che sulle stellette che erano meno visibili; l'uniforme francese ordinaria era invece più elegante, da portare fuori servizio o per le grandi occasioni. Le paghe erano minori di quelle dei soldati di leva italiani semplici, e maggiori per i graduati. Così il Caporal chef ovvero il caporalmaggiore francese aveva 951 franchi (211.000 lire) al mese, ovvero 7.300 lire al giorno contro 5.300 per gli italiani dello stesso grado, il caporale 6.100 lire contro 5.148, soldato semplice di prima classe e seconda 4.400 e 3.533 lire contro 4.800. Il sergente di leva aveva 264.000 lire, il tenente colonnello arrivava a 3.775.000 l, il capitano 2.665.000 lire.
Come disciplina la Francia aveva un decreto, il N.75-675 del '75, che era più dettagliato di quello analogo italiano del '78, e proibiva tra l'altro l'introduzione di pubblicazioni 'moralmente nocive' con tanto di una apposita lista, mentre l'obiezione di coscienza era riconosciuta solo in tempo di pace (così da rendere paradossalmente possibile obiettare solo quando non c'era da combattere..). La libertà sindacale e di sciopero era vietata, come del resto anche nelle F.A. italiane.
Come dotazione di armi, il fante francese aveva il FAMAS, ottima e compatta arma mentre quello italiano avrebbe ottenuto lo stesso risultato solo con molto tempo e molta spesa con l'AR 70/90. La mancanza di mitragliatrici leggere per la squadra non era invece un segno di progresso 'positivo', mentre la squadra italiana aveva la mitragliatrice MG 42/59 da 7.62 mm. Però i francesi avevano altri vantaggi, come quello di avere un lanciarazzi APILAS e un LRAC. Tutto sommato un armamento sbilanciato alla lotta controcarro: un lanciarazzi e una mitragliatrice leggera sarebbero stati ben più bilanciati, ma in questo caso nessuno dei due eserciti era equipaggiato in maniera adatta. Forse i francesi erano troppo entusiasti per i lanciarazzi come armi di supporto, oppure la minaccia corazzata era valutata con troppa preoccupazione. I mezzi corazzati AMX-10P erano superiori e non di poco ai VCC-1 e soprattutto ai VCC-2. Inoltre i francesi avevano massicce formazioni di VAB. I battaglioni francesi, tedeschi e del Patto di Varsavia avevano blindati ruotati, mentre dopo la riorganizzazione del '76 l'E.I era dotato di 'battaglioni motorizzati' che erano sostanzialmente solo auto-trasportati con veicoli tattici non corazzati. I mortai francesi, ancorché più pesanti (600 kg) avevano una minore flessibilità di trasporto rispetto ai 120 mm italiani (in realtà si trattava di armi francesi Brandt, ma del vecchio tipo ad anima liscia e non rigata) dato che questi erano più leggeri e scomponibili in 3 carichi, ma come arma campale con 6.500 m di gittata contro 13.000 (con proiettili a razzo) dell'arma francese non era utilizzabile come artiglieria campale a medio raggio, ma essenzialmente solo come arma di supporto a breve raggio. Il mortaio francese era solo trainato, quello italiano era possibile da usare sugli M113. L'ordinamento francese vedeva tutti i 6 mortai da 120 mm sistemati in un unico plotone a livello di reggimento (malgrado che in effetti erano due plotoni e quindi una compagnia), mentre in Italia erano 8 armi per un battaglione in una apposita compagnia mortai, alle dipendenze dei comandanti di battaglione con i comandanti di plotone erano gli osservatori avanzati. Nessuno dei due eserciti aveva armi antiaeree a livello più basso, né elicotteri che erano assegnati solo -in entrambi i casi- a livello di corpo d'armata. I sistemi di mira notturna nelle F.A. francesi erano più diffusi come anche i simulatori di tiro, mentre nell'esercito italiano era piuttosto indietro, ma per i sistemi MILAN erano in corso l'acquisto di sistemi di mira termica come da anni era stato fatto dai francesi. Le soluzioni francesi erano per certi aspetti migliori e per altri peggiori di quelle italiane; queste ultime avevano tra l'altro il vantaggio, a livello di battaglione, di conservare in tempo di guerra tutti gli organi direttivi, mentre i francesi avevano come vantaggio unità esplorative a livello reggimentale, soppresse in Italia dopo il '75, mentre come formazione l'addestramento delle reclute avveniva nel reggimento (sempre come in Italia fino ai primi '70). Questo sistema creava problemi di infrastrutture e poligoni, ma permetteva di addestrare i soldati fin da subito nell'unità operativa, tra l'altro limitando l'impatto sul morale e la disciplina delle reclute, che in Italia erano addestrate un mese al CAR e poi spedite alle unità operative, giusto in pasto ai 'nonni'. La Francia aveva pro e contro per l'organizzazione del suo esercito, ma nell'insieme aveva una struttura e addestramento superiori. Del resto il PIL speso era del 3.7% contro l'1,7% che all'epoca era investito dall'Italia in cui erano presenti anche spese extra-difesa.
ALAT, al 1993[2]
[modifica | modifica sorgente]All'epoca l'Aviazione leggera dell'Esercito francese era la seconda in Europa per grandezza, dietro a quella tedesca e davanti a quella italiana. Dotata esclusivamente di materiale nazionale, quasi esclusivamente di elicotteri (mentre gli aerei leggeri non hanno goduto di credito, come del resto in quasi tutte le aviazioni leggere dei tempi moderni), aveva in reparto anche molte macchine oramai obsolete, seppure valide. Nondimeno era una componente potente dell'Esercito. Con 4.000 militari, contava su 134 Alouette II, 63 più recenti ma meno numerosi Alouette III, ben 344 Gazelle (157 SA-341 da ricognizione-collegamento e 187 SA-342 da combattimento), elicotteri leggeri eleganti e molto veloci, praticamente il tipo standard su cui venivano svolte le attività di volo assieme a ben 132 SA 330 Puma e 24 AS-532 Cougar/Super Puma, macchine tattiche da trasporto e assalto di prestazioni e agilità elevate. Infine v'erano 4 AS-555 Fennec, 2 Caravan, 5 PC-6 e 3 O-1. In tutto erano 714 velivoli di cui 704 elicotteri e 10 aerei. Con queste macchine nel 1992 sono state volate qualcosa come 160.000 ore di volo, in un'epoca in cui l'attività risentiva ancora dei ritmi tipici della Guerra fredda. Stando a quanto dichiarato dal comandante dell'ALAT, quindi, ogni velivolo avrebbe volato oltre 200 ore in capo all'anno.