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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/EAU

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Indice del libro

Gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei tanti piccoli Stati del Golfo Persico. Uno Stato peraltro atipico, formato da una sorta di federazione tra ben sette emirati, dei quali i più importanti sono Dubai e Abu Dhabi. In tutto, nel '76, si fusero insieme Abu Dhabi, Dubai, Ras Al Khaimanh e Sharjah, più Ajman, Fujara e Umm al Qaiwain (gli ultimi tre senza F.A. di sorta), ma i due Emirati principali sono Abu Dhabi e Dubai. Sono due realtà diverse: il Dubai ha finito presto il petrolio e adesso è un nodo nevralgico tra Occidente e Oriente, ganglio di commerci che lo mantengono in una condizione di floridità economica anche senza risorse endogene. Il sogno del Qatar di costruire, per l'appunto a Dubai, un grattacielo alto un chilometro, per ora si è bloccato. La Dubai World - che ha già costruito avveniristiche abitazioni a forma di palma - ha fermato il progetto «a causa della crisi immobiliare che colpisce Dubai», dopo che fino a gennaio voleva avviarne la realizzazione. Nel frattempo è stato portato a termine (la costruzione era incominciata il 21 settembre 2004, la struttura esterna è stata completata il 1º ottobre 2009 ed è stato ufficialmente aperto al pubblico il 4 gennaio 2010) il Burj Dubai, oggi noto come Burj Khalifa, un grattacielo alto 829,8 metri (più delle due Twin Towers messe insieme), da vendere a circa 43.000 dollari al metro quadrato. Il costo dell'operazione è di 4,3 mld di dollari.

Abu Dhabi, invece, di petrolio è ricchissimo e così, nell'insieme rappresentano una realtà in un certo qual modo omogenea per ricchezza, pur se da fonti del tutto diverse.

In tutto la superficie è di 83.600 km², con 1.622.000 abitanti al 1990. La posizione geostrategica degli Emirati è importante perché questi, nell'estrema propaggine della penisola araba, chiudono quasi il Golfo Persico con la penisola in comune con l'Oman. Altrettanto strategica è un'altra realtà, legata alla Difesa: la IDEX, un salone internazionale per le armi e i produttori di tutto il mondo.

Gli Emirati sono una realtà molto ambigua. La loro ricchezza, al solito nella regione, non ha molto a che fare con i diritti umani e la democrazia, mentre nel Paese vi sono migliaia, milioni di 'invisibili', immigrati per lo più asiatici, che mandano avanti l'economia e i servizi essenziali. Di recente gli Emirati hanno piazzato molti ordinativi alle industrie della Difesa, per la volontà di aggiornare e potenziare il loro strumento militare, che è secondo solo a quello Saudita e Iraniano nella regione. Al contempo, non hanno mancato di fare scalpore negli USA recenti scandali, come il filmato reso pubblico di uno degli emiri locali (uno dei più importanti, sono loro che di fatto hanno il potere) che tortura un uomo e lo schiaccia poi con il suo SUV. Questo ha avuto molto meno impatto in Italia, che ha avuto e ha molti rapporti commerciali con questa nazione, di riferimento nella Regione per Roma. Anche nel settore armamenti e collaborazione militare. Di recente si è tornato a parlare degli Emirati, per la vittoria (salutata dalla stampa in maniera unanimemente favorevole) del Macchi M-346, che ha battuto la concorrenza rappresentata niente di meno che dal KAI T-50, che è sì sudcoreano, ma con sponsorizzazione americana. Il fatto è che gli Emirati non sono mai stati particolarmente dipendenti dagli anglo-americani, quanto piuttosto dai 'Latini', sia Francia sia Italia. La storia di questi rapporti è molto radicata nel tempo, e vecchi di decenni. In pratica, il Dubai ha come referente l'Italia, mentre il più grande degli Emirati, Abu Dhabi, ha in genere preferenze per la Francia.

Vale la pena di ricordare qui che l'unico successo export del carro (quasi) nazionale OF-40 è stato ottenuto proprio con Dubai, che nei primi anni '80 ha ordinato 36 carri. Nel contempo Abu Dhabi ha ordinato 64 AMX-30, mettendo insieme esattamente 100 carri armati moderni. L'Italia ha fornito da molti anni apparati ECM per alcuni mezzi come i Mirage 2000 (pod dell'Elettronica Spa). L'allora Dubai Defence Police Air Wing ordinò 3 MB.326K nel 1974, e altrettanti nel 1978; infine ne ordinò altri due, in questo caso dell'MB.326LD. Sono seguiti, sempre dal Dubai, piccoli ordini per gli SF-260TP e gli MB.339A. Ora vi è anche quello per gli M-346.


Le F.A. di questo Paese sono state fondate nel '51, e sono nella forma attuale dal '71. Era il gennaio 1968 quando la Gran Bretagna annunciò la volontà di ritirarsi dal Golfo Persico entro la fine del '71, e a quel punto i piccoli emirati del Golfo, sette in tutto, decisero di confederarsi. Ma Qatar e Bahrain decisero di diventare a tutti gli effetti Stati indipendenti. I rimanenti ex-Trucial States annunciarono la nascita della federazione nel dicembre del '71, a cui si unì anche Ra's al Kahymah nel febbraio 1972. Qatar e Abu Dhabi sono rimasti i più forti membri della Federazione. Data la ridotta popolazione, e l'estrazione del Petrolio, gli EAU sono diventati rapidamente una delle nazioni più ricche del mondo. Tuttavia la Rivoluzione Khomeinista li mise in crisi dato il rischio di essere rovesciati da un confronto esterno così come da movimenti di protesta interni, visto che non si tratta di Stati minimamente democratici. In ogni caso, data la pressione degli eventi internazionali nel 1981 formarono il Consiglio per la Cooperazione del Golfo assieme ai Sauditi e Oman. Il GCC condannò l'invasione del Kuwait nel 1990 e partecipò alla guerra successiva contro Saddam, l'ex-paladino anti-iraniano.

Hanno attualmente Esercito, Aviazione e Marina; l'età per il militare è 18 anni; le persone tra i 15 e i 49 anni sono 785 mila (2000), poi 752.707 (2004), di cui abili al servizio 423 mila (2000), poi (2004) 412.490; ogni anno 24.506 uomini raggiungono i 18 anni (pare al 2000 e non al 2004, quando sono arrivati a 29.000). Ovviamente, in un Paese profondamente islamico, non vi sono donne in armi. Le F.A. comprendono 50.500 (o 65.000, le fonti non concordano) uomini. Le spese sono aumentate e calate col tempo: nel 1999 erano 2,1 mld, o il 4,8% del PIL; nel 2000 di 1,6 mld o il 3,1% (53imo posto), nel 2005 sono salite a 2,7 mld (ma sempre il 3,1% del PIL).

Il QG è ad Abu Dhabi, e si tratta di forze di uno stato Federale, un po' come la Svizzera o il Belgio. In realtà, gli Emirati sono sette, ma solo 2 di questi hanno un valore in termini militari, per l'appunto Dubai e Abu Dhabi.

Il Paese è stato a lungo difeso dai Trucial Oman Scouts, più che altro per compiti d'ordine pubblico e sotto comando britannico. Il passaggio a una vera forza armata è avvenuto nel 1971. Come si è visto dalla demografia, sostenere delle F.A. imponenti con tale ridotta popolazione non è possibile, e così molti soldati vengono da altri Paesi, specie il Pakistan. Attualmente però gli ufficiali sono diventati di formazione 'indigena', specie grazie alla United Kingdom's Royal Military Academy di Sandhurst, la United States Military Academy di West Point, il Royal Military College e l'accademia ufficiali francese di St. Cyr. Insomma, si tratta di una formazione di alto livello e di alto costo, che una nazione ricca può permettersi.

Le F.A. degli EAU (in inglese UAE) si divide in Union Defence Force, ovvero le truppe 'federali', e diverse truppe locali per la difesa dei singoli Emirati.

Tre Emirati mantengono le loro forze armate, nei cosiddetti 'Comandi Reginali', il piccolo emirato di Sharjah, ha abbandonato quest'indipendenza nel 1986 con la fusione delle sue forze nelle UDF. Abu Dhabi, grazie alla ricchezza accumulata nei primi anni '60 è stato in grado di aggiornare le sue forze armate quando i britannici si sono ritirati (Abu Dhabi Defence Force o ADDF), che arrivavano a 15.000 effettivi con ufficiali principalmente britannici e giordani, 3 battaglioni, una batteria d'artiglieria, 12 Hawker Hunter e un Sea defense Wing con 4 pattugliatori veloci. Dubai, invece, aveva appena 2.000 effettivi e Ras al Khaymah solo 900.

Nel 1990-91 hanno partecipato alla Guerra del Golfo (II) con diverse centinaia di soldati come parte del comando 'Peninsula Shield Force', perdendo 6 soldati. In Somalia, nel '93, mandarono un battaglione per compiti assegnati dall'ONU, e persino in Kosovo sono apparsi soldati di questo lontano emirato, con il 35° btg meccanizzato. Infine, durante l'ultima guerra in Iraq, hanno mandato in Kuwait un reggimento. I loro compiti attuali sono anche la lotta al terrorismo internazionale, e come al solito, il controllo dello Stretto di Hormuz (con l'Iran dall'altra parte dell'orizzonte). Ultimamente è anche arrivato un contingente in Libano, nel 2007, per compiti antimine, e altri sono in Afghanistan dallo stesso anno.

L'espansione militare degli EAU era già una realtà prima del 1990, specie Abu Dhabi. Carri armati tra i più moderni dei primi anni '80 erano stati comprati, sia pure in piccola quantità, così come altri equipaggiamenti. All'epoca c'erano 18 navi e 131 carri, gli uomini erano 43.000, per il resto c'erano 169 velivoli di vario tipo (vedi sotto, sezione aeronautica).

Nel frattempo sono stati forniti anche 30 sistemi missilistici HY-2 Silkworm e 12 pezzi Type 59 da 130 mm per il Dubai. I nord coreani hanno fornito 12 S-23 da 180 mm, ma a quanto pare le munizioni si sarebbero dimostrate 'instabili' al calore del deserto e quindi questi acquisti sono stati tutto sommato uno sbaglio. Mentre Abu Dhabi, al 1991, aveva già ricevuto una cinquantina di G6 da 155 mm, come si dirà dopo.

Ma è stato dopo la guerra del Golfo che gli Emirati sono stati, al pari di Arabia Saudita e Kuwait, oggetto di desiderio per i venditori di armi di tutto il mondo. I francesi ottennero un successo clamoroso con la vendita di 436 carri Leclerc, di cui 390 'standard' e gli altri di tipo 'recupero'. Questo fu un successo solo apparente, perché -nonostante il risultato numerico- il prezzo fu 'politico' e pare, addirittura in perdita per i francesi, mentre per rendere più appetibile il carro, il pur avanzatissimo sistema propulsivo Iperbar venne sostituito con un MTU, reputato forse più affidabile. Se il Kuwait ordinò l'accoppiata M1 e Warrior, gli Emirati furono anche più originali, consentendo la commessa dei carri Leclerc, e al contempo, ben 415 BMP-3 russi. La differenziazione dei fornitori era fondamentale per non restare intrappolati in caso di embargo, come le vicende iraniane dimostravano. Il successo dei BMP-3 con Abu Dhabi fu anche più impressionante, perché ottenuto di fronte a una concorrenza occidentale scatenata nell'accaparrarsi i miliardi di petroldollari messi in gioco dagli arabi, soprattutto Desert Warrior e M2 Bradley (il classico caso del 'terzo incomodo').

Ma mentre il BMP-3 ha continuato a far carriera, il Leclerc ha qui ottenuto il suo primo e unico successo export, nonostante fosse un mezzo estremamente moderno e appena lanciato sul mercato. Vale la pena anche di ricordare come ci si arrivò: sostituire gli AMX-30 (64 o 96, non è ben chiaro) e 36 OF-40 si pensava all'M1A1 vs il Challenger 2; il primo, che sembrava avvantaggiato, era offerto con un totale di 337 mezzi, 39 carri recupero e 480.000 colpi da 120 mm, da comprare questi ultimi fuori canali FMS. Gli USA, che stavano facendo una fortissima pressione per il loro mezzo, erano anche disposti a offrire 160 M2 Bradley ex-VIIth Corps dell'US Army, rimanenze della guerra e praticamente regalati, lasciati alla Royal Guard Brigade. Questo avrebbe messo fuori gioco il Warrior, ma si stimava che il totale richiesto fosse ben più alto: 200 per Dubai e 300 per Abu Dhabi, per un totale di 500 IFV. Ma mentre gli USA, con questa mossa, erano riusciti a mettere il bastone tra le ruote ai rivali-alleati britannici, i russi si stavano facendo sotto con il BMP-3, disposti anche ad accettare pagamento in petrolio in caso di ordine, nonostante che all'epoca l'URSS fosse ancora il maggior produttore di petrolio al mondo. I sovietici proponevano anche i T-72 ultima generazione, ma data la prova misera fornita nel Golfo, nonostante il prezzo allettante, non erano nella migliore delle posizioni. Come si è detto, la sorpresa in questo caso l'avrebbero data i francesi. Per disfarsi invece dei missili SAM portatili, RBS-70 e Blowpipe, erano in competizione Javelin e Mistral, mentre gli USA non avevano al 1991 deciso ancora se autorizzare la vendita dello Stinger. Il problema, comunque, non riguardava la Royal Guard Brigade di Abu Dhabi, dato che questa aveva già un valido missile portatile di tipo 'fire and forget', ovvero l'SA-14 Gremlin, adottato di recente. Esso non era moderno quanto gli SA-16 e 18, ma era il meglio messo ufficialmente sul mercato.


Gli EAU hanno avuto la cura di standardizzare il loro equipaggiamento in base alle specifiche NATO, almeno per quanto possibile. Ma non hanno avuto timore di accordare il successo a un altro sistema diverso, tranne che per il calibro, a tutto quello che aveva la NATO: il semovente sudafricano G6, un possente veicolo 6x6 da circa 40 t e armato con un pezzo da 155/45 mm, capace di oltre 30 km di gittata. Esso superò la concorrenza e anche qui, si è trattato di un successo rimasto 'cattedrale nel deserto'. In ogni caso, il Sudafrica poté accreditarsi al mercato internazionale per la qualità dei suoi prodotti, in un'epoca in cui l'Apartheid non era nemmeno finito, con una commessa molto sostanziosa per 78 veicoli, di cui circa 50 già consegnati al 1991. Ma non così per le munizioni, dato che è stata aperta una gara per 500.000 munizioni ERFB-BB a lungo raggio, sia di tipo HE, sia fumogeno, ICM e illuminante, con una lunga lista di pretendenti tra cui anche la Snia-BPD. Il prezzo di ciascun colpo del tipo basico HE, quindi certo non i più sofisticati tipi ICM a submunizioni, era stimato di ben 1.500 dollari. Nel frattempo si stava pensando a creare due nuove brigate e magari anche a passare a una vera e propria divisione d'artiglieria. Gli Emirati, già negli anni '80, furono anche clienti, tra i pochissimi, dei lanciarazzi FIROS, qui del tipo FIROS 25, che in seguito hanno causato delle frizioni (negli anni '80) con il cliente, che li ha accusati di essere inaffidabili per via del calore tipico della regione.

Per migliorare anche la situazione del personale, chiaramente insufficiente per tutti questi sistemi d'arma, è stato anche impostato un Quantitative Manpower Expansion and Emiratisation program per costruire forze più robuste e autosufficienti (l'esperienza saudita era stata senz'altro significativa, con un gran numero di sistemi d'arma che semplicemente non si riusciva di usare durante la crisi con l'Iraq per carenza di personale). Inoltre sono stati anche impostati programmi per migliorare la professionalità dei tecnici, non meno importante per mantenere in servizio sistemi così complessi come quelli moderni. Per tutto questo c'è stato bisogno dell'aiuto di consiglieri provenienti dal mondo, e facilmente reperiti per via delle paghe offerte. Ma c'è anche il programma di potenziamento industriale, per rendere gli EAU maggiormente indipendenti dal resto del mondo anche come sistemi. Per esempio, la Abu Dhabi Shipbuilding company - ADSB è capace di produrre navi e partecipare al programma 'Baynunah', oltre a munizioni, mezzi da trasporto militari e persino UAV.

Nel 2007 è stata anche presentata la pistola Caracal, la prima arma mai prodotta negli UAE nel settore. Essa è stata presentata all'IDEX, ed è diventata rapidamente l'arma ufficiale delle F.A. locali, per poi essere adottata anche dalla NG del Bahrain; alla SOFEX 2008, la Special Force Exhibition che si tiene in Giordania, la nazione ospitante ha ordinato un certo numero di pistole. Gli EAU hanno anche collaborato con l'Algeria istituendo nel novembre dello stesso anno un comitato congiunto per testare quest'arma, eventualmente da adottare in Algeria. Un successo che sta diventando qualcosa di concreto, insomma. Vi sono anche altre realtà, come la joint-venture tra Tawazum Holding LLC, Al Jaber Trading Establishment e Rheinmetall Munition Systems.


Nel '71 i Trucial Oman Scouts vennero ribattezzati Union Defence Force o UDF, e comprendeva una forza di 2.500 effettivi. Nel maggio 1976 venne costituita una vera forza militare di tipo convenzionale. Nel '75 c'erano 3.250 effettivi in sei squadroni mobili, un distaccamento aereo con 7 elicotteri, equipaggiati con carri armati leggeri Scorpion, blindo Ferret, mezzi Land Rover, 8 mortai da 81 mm e due 'Dhows'.

Questa forza ha avuto modo di essere usata in due occasioni in quello che era all'epoca lo Sharjah Emirate. Nel gennaio 1972 vi fu un tentato colpo di Stato da parte di un gruppo di 18 persone, che comprendeva anche il vecchio capo, lo Sceicco Saqr bin Sultan, che aveva governato tra il 1951 e il 1965, quando venne deposto dai britannici. Ma quel giorno attaccarono il palazzo in cerca di vendetta: uccisero Khalid din Mohammad el Eassin, che era il loro successore, assieme a una delle guardie del corpo. Furono poi i soldati regolari e gli UDC che circondarono il palazzo. Vi furono dei feriti, tra cui un capitano inglese, ma la mattina dopo i ribelli si arresero e Saqr venne esiliato.

Nel febbraio 1972, vi fu anche una guerra di confine, tra l'Emirato della Sharjah e quello di Fujairah, che pure si disputarono un terreno di un quarto d'acro, però importante per i pozzi d'acqua e gli alberi dell'oasi. Anche questo faceva la differenza nel deserto, e così accadde che vennero uccise per questo bottino 22 persone e altre dodici vennero ferite.

Durante la Seconda Guerra del Golfo (1991), le truppe UAE parteciparono alla riconquista del Kuwait con diverse centinaia di soldati. Vi furono anche aerei d'attacco in azione. Sei soldati degli EAU vennero uccisi nei combattimenti.

Carri: 45 AMX-30S, 388 Leclerc; 36 OF-40 Mk.2; 76 Alvis Scorpion; 76 Altay

Corazzati: 11 AMX-VCI; 18 AMX-10P; 598 BMP-3; 133 AIFV; 120 EE-11 Urutu; 50 Panhard AML; 370 Panhard M3; 90 BTR-3 (marines); 30 blindo Ferret, 30 Saracen APC e 90 blindo pesanti Saladin (da 76 mm).

Artiglieria: 18 AMX-13 Mk F3 da 155 mm; 48 BM-21 da 122 mm; 6 BM-30 da 300 mm; 72 semoventi G6 da 155/52 mm; 87 M109A3 da 155 mm; contraerea, Bofors da 40/70 mm, 42 Panhard M3 VDA da 20 mm (binati), SAM Rapier.

La Patria finlandese ha recentemente venduto i suoi AMV 8x8 agli EAU.


I nuovi F-16E, 'affardellati' dai serbatoi conformi con la schiena a 'cammello'

LA UAEAF ha una notevole dotazione di mezzi, ma anche qui, una carenza di personale, di 4.000 effettivi (o di 1.800, dipende dalla fonte), per un totale di oltre 360-400 aerei: praticamente un velivolo ogni 6-10 persone, cosa che certamente dà dei grossi problemi di efficienza complessiva di una tale armata aerea.

Nel 1999, nonostante questa scarsità, è stata annunciata la fornitura di ben 80 F-16 Block 60, i più moderni ed efficienti disponibili. Ciascuno di essi costava circa 60 mln di dollari.

Dal 1994 gli EAU divennero territorio di conquista per il loro programma per il caccia di nuova generazione, visto che richiesero ben 80 aerei di ultima generazione. I contendenti più accreditati rimasero due: la Dassault con il Rafale e gli F-16 della G.D., il 'Block 60'. Il 12 maggio 1998 vene annunciato che - nonostante il costo unitario e il fatto che si trattasse di un modello oramai volante dal '74- erano stati selezionati gli F-16. I francesi avevano quindi perso l'opportunità di dare una terza generazione ai Mirage 5 e 2000 che avevano precedentemente piazzato in zona. Era ancora da scegliere tra i motori F110-129 e F100-229, mentre il radar sarebbe stato l'APG-68, ma con antenna a scansione elettronica attiva ovvero una AESA. Questo ordine fu importantissimo per la GD perché così si evitò di chiudere le linee dell'F-16 e anzi, si rilanciava come prodotto in una nuova, ennesima e attraente forma. Ma per circa 2 anni vi furono problemi di cessione di tecnologie: i codici sorgente del radar ed ECM erano considerati troppo preziosi per venderli assieme agli aerei, e poi vi erano anche altri problemi economici, tecnici, e in più, la constatazione che un cliente estero avrebbe avuto aerei più avanzati di quelli americani (sempre considerando gli F-16). Il Rafale inoltre, pur essendo di nuova generazione e bimotore, costava grossomodo lo stesso. Ma il 5 marzo 2000 ogni dubbio fu sciolto e venne confermato l'F-16, con un ordine per 55 monoposto e 25 biposto. Il 14 marzo venne scelto il motore F110; le consegne sarebbero state tra il 2004 e il 2007. La questione del codice venne superata consentendo semplicemente l'operazione basilare di riprogrammare in base alle esigenze i sistemi elettronici di bordo. Dato che le consegne hanno avuto circa 2 anni di ritardo, almeno a un certo punto della transazione (i primi sono stati consegnati nel 2005 anziché nel 2004) si è anche pensato a comprare 20 F-16 ex-KLu olandese da aggiornare e poi usare per addestramento. Non pare che la cosa sia stata poi attuata.

Inizialmente si era anche pensato a una nuova ala a delta composito, per quello che era chiamato 'Desert Falcon', di cui gli EAU sono stati i clienti di lancio. Anche se ancora con la stessa ala, il velivolo ha ottenuto una struttura riprogettata al 70% con un peso a vuoto di 9.300 kg, serbatoi conformi da 852 litri, radar di terza generazione AN/APG-80 Agile Beam Radar con antenna AESA, sistema acquisizione bersagli AV/ASQ-28 IFTS, ovvero un FLIR interno per la designazione dei bersagli. Il primo volo è avvenuto il 6 dicembre 2003 e i primi aerei sono stati consegnati il 3 maggio 2005. Essi erano i primi 10 di ben 80 caccia, per i quali dal 2003 cadde finalmente il divieto di usare altre lettere dell'alfabeto che non fossero la C e la D, con un numero (block, lotto produttivo) sempre più incomprensibile. Dal novembre di quell'anno furono così redisegnati ufficialmente E e F (biposto). In tutto ne sono stati ordinati, rispettivamente, 55 e 25, consegnati già entro il 2008. Questi velivoli sono ben più pesanti degli F-16 originali e pertanto anche il motore è stato potenziato: si tratta dell'F110-GE-132 da 14.785 kg, superati solo dagli F100 installati sugli F-16I Sufa, che in quanto destinati a Israele, hanno avuto equipaggiamenti ancora superiori rispetto a quelli dei vicini arabi (come già accadde, tra l'altro, per gli F-15I).

In precedenza, però v'era già un tipo di caccia di ultima generazione, il Mirage 2000. Questo seguiva a sua volta un certo numero di Mirage 5. I Mirage 2000 sono stati ordinati il 16 maggio 1983, da Abu Dhabi. Il prezzo e le condizioni di consegna hanno creato peraltro problemi, essendo il Mirage piuttosto costoso per essere un caccia leggero. Dopo vari rimaneggiamenti si arrivò a 22 M.2000EAD, 6 M.2000DAD biposto e fatto notevole, 8 Mirage 2000RAD, forse gli unici '2000 in versione dedicata alla ricognizione. Le consegne erano ancora in corso -o forse, appena terminate, nel 1990- al momento della crisi del Golfo.

I Mirage 2000 avevano missili AIM-9P anziché gli R.550, e parteciparono all'ultima parte di Desert Storm usando bombe francesi da 250 kg (febbraio 1991). Gli EAU avevano all'epoca una forza stimata di 43.000 uomini in armi, 131 carri armati e 18 navi. Gli aerei erano forse la parte migliore della loro forze armate, con: 23 Mirage 5AD, in rimpiazzo con 36 M.2000 di cui almeno 18 già consegnati; 36 BAe Hawk in consegna, 6 MB.326LD e KD, 5 MB.339A (ordinati dal Dubai e consegnati nel 1984), 23 PC-7, 5 SF-260TP (su sei ordinati dal Dubai), 16 aerei da trasporto e 37 elicotteri. I missili erano tra l'altro 24 Exocet, 12 lanciamissili Rapier e 8 Crotale (A&D ott 1990). Recentemente sono stati consegnati altri 32 aerei con tanto di missili MICA, dell'ultima generazione 2000-9.

Altri velivoli importanti sono gli Hawk: nel caso degli EAU vi è la versione 'costumized' Mk.102, successiva all' Mk.63.

  • No. 63 (Advanced Training) Squadron, Al Ain International (Flying Training School - Khalif bin Zayed Air College)
  • No. 102 Squadron, Minhad

Altre risorse sono i SAM: le prime due batterie di I-Hawk aggiornati, su 5 in programma, sono state recentemente consegnate.

Nei primi anni di vita, invece, erano importanti i velivoli subsonici. Abu Dhabi da solo copriva l'80% delle spese e pertanto era la realtà più importante delle Forze Armate degli Emirati. Esso aveva ordinato 7 Hunter FGA Mk 76, 3 Mk 76A (da ricognizione) e 2 Mk.77 (biposto), simili all'FGA Mk 9 (da attacco al suolo derivato dall' F 6) e T 7. Poi sono arrivati i Mirage 5 e i C-130, più i CASA da trasporto. In particolare i Mirage erano stati consegnati dal 1973-74: prima 12 AD d'attacco e due DAD da addestramento, poi 14 velivoli intercettori (con radar Cyrano o Agave) M.5EAD e i 3 ricognitori M.5RAD, oltre a un terzo addestratore, per un totale di 32 apparecchi (fonte l'Aviazione 26). Il Dubai invece era cliente dell'Italia con vari MB.326 (8 in tutto), SF 260, G.222 (consegnati dal novembre 1976), SF 260 e AB205.

Aerei:

  • F-16: 80 E e F
  • Mirage 2000: 68 aerei, di cui 32 di ultima generazione: 22 EAD, 8 RAD, 6 DAD (numeri in verità da aggiornare visto che significherebbero nessuna perdita in 20 anni di servizio); 20 Mirage 2000-9 monoposto e 12 2000-9D biposto; i 2000-9 sono stati comprati nel 1998.
  • 12 addestratori Grob G 155
  • 30 addestratori Pilatus PC-7
  • 5 MB-339A
  • 46 BAe Hawk Mk 61/63/102
  • ? Alenia M.346 (48 in trattativa, pare che 28 siano in ordine, da assemblare a Mubadala)
  • 3 Airbus A330 MRTT aerocisterne, ordine del 2007
  • 4 Boeing C-17 in ordine dal 2009
  • 12 Lockheed C-130J-30 in ordine dal 2009
  • 6 C-130H
  • 11 CASA CN-235 di cui 4 da pattugliamento MPA (sistema Thales AMASCOS 300 con radar Ocean Master 100)
  • 2 Bombardier DASH-8 in ordine (pattugliatori)
  • 30 Boeing AH-64 in aggiornamento al livello AH-64D
  • 12 CH-47C e D ex- Libia, aggiornati nel 2005
  • 4 Bell 214B
  • 6 AB-412HP/SP
  • 35 elicotteri Eurocopter: 12 AS 550 da osservazione, 14 AS 350 da addestramento, 2 AS 332 Super Puma, navali, 16 AS 565 Panther (navali), 1 AS 365 Dauphin VIP
  • 35 IAR-330 Puma, dieci (inclusi?) donati al Libano
  • 40 UH-60 in ordine (dal 2007-2008)

Missili:

  • 160 AGM-88 HARM
  • 1.000+ AGM-65 Maverick
  • 500 AIM-120B AMRAAM
  • 270 AIM-9M Sidewinder
  • 52 AGM-84 Harpoon
  • ? MICA

L'addestramento è fatto ad Al Ain Air base, vicino al confine con l'Oman, con i Grob G115TAS, PC-7, Hawk. Come si vede, si tratta di un'aviazione che tende a gestire tutto il ciclo di formazione del pilota, con adeguati aerei in dotazione, sia in termini numerici sia qualitativi; vi sono anche vari elicotteri Ecureil e Gazelle da addestramento.

La base di Al Dhafra è particolarmente nota in quanto usata da forze straniere, come gli USA, la Francia e l'Italia. Erano qui, a circa 1.000 km dal Kuwait, i Tornado di 'Locusta', ma nonostante la relativa vicinanza, ebbero bisogno del rifornimento in volo per raggiungere i loro obiettivi sull'Iraq meridionale e sul Kuwait, quando il loro raggio d'azione dichiarato andava tra i 1.250 e i 1.800 km e in condizioni anche più difficili di quelle effettivamente volate (quasi tutte o tutte a media quota). Sempre qui vennero all'inizio del '93 gli AMX della missione 'Arabian Stallion'. All'epoca l'aereo era entrato in servizio da poco tempo e si intendeva promuoverlo commercialmente.

Vi è anche un campo logistico per le Canadian Forces, chiamato Camp Mirage, a Minhad AFB. Non si sa di preciso dove sia questo acquartieramento, collegato alla 'lotta al Terrore'.


Western Air Command - HQ Abu Dhabi

  • Fighter Wing - Al Dhafra Air Base
    • 1st Shaheen Squadron - F-16E/F Block 60
    • 2nd Shaheen Squadron - F-16E/F Desert Falcon
    • 3rd Shaheen Squadron - F-16E/F Desert Falcon
    • 71st Fighter Squadron - Mirage 2000-9EAD/DAD
    • 76th Fighter Squadron - Mirage 2000-9EAD/DAD
  • Al Safran Air Base
    • 86th Fighter Squadron - Mirage 2000-9EAD/DAD
  • Transport Wing - Al Bateen Air Base
    • C-130 Squadron - C-130H Hercules
    • CASA Squadron - CASA CN-235M-110
    • Puma Squadron - IAR-330SM Puma
    • 6th Squadron - AB.412HP/SP, Bell-214B
    • Naval Squadron - Eurocopter AS.332B/M Super Puma, Eurocopter AS.565SB Panther

Central Air Command - HQ Dubai

  • Minhad Air Force Base (helicopter base)
    • 102nd CAS Squadron - BAe Hawk Mk.102
    • Transport Squadron - C-130H-30, L-100-30 Hercules
  • Dubai International Airport (transport aircraft)

Special Operations Command - HQ at Abu Dhabi

  • Group 18 - Sas Al Nakheel Air Base
    • Special Operations Squadron - CH-47C/D Chinook, Eurocopter AS.365N3 Dauphin II, Eurocopter AS.550C3 Fennec, AgustaWestland AW139, Eurocopter EC 155B1, AH-64 Apache, Cessna 208B Grand Caravan II

Army Command - HQ at Abu Dhabi

  • 10th Army Aviation Brigade - Al Dhafra AB - operates Eurocopter AS.550C3 Fennec e AH-64A Apache

L'United Arab Emirates Navy è una piccola forza di 2.500 effettivi, che ha 12 battelli di pattuglia e 8 navi missilistiche. Con la CMN francese sta realizzando una più completa capacità marittima, con una nuova classe di sei unità a livello di corvetta. Inoltre ha un piccolo battaglione di Marines, che ha, tra gli altri mezzi in dotazione, dei BTR-3 russi. Nel gennaio 2004 Abu Dhabi ha richiesto infatti la classe 'Baynunah', con un contratto di 4 esemplari e altri due in opzione. Queste avranno modo di rimpiazzare la classe 'Ardana', sempre di 6 esemplari.

Queste nuove corvette sono navi piuttosto complesse: sono lunghe 70 m, larghe 11, pescaggio 2,8 m; il peso è di 660 t; le loro prestazioni, date da motori Diesel, sono di 32 nodi, 15 in crociera, autonomia 14 giorni o 2.400 nm. L'armamento è al miglior standard internazionale: un Super Rapido da 76,2 mm, due torrette MLG 27 da 27 mm tedesche, 8 missili MBDA MM.40 Exocet Block 3. Per la difesa aerea sono presenti sia i cannoni sia 4 lanciatori Mk56 a lancio verticale per missili RIM-162 ESSM e un lanciatore Mk 49 Mod 3 a 21 celle per missili RAM Block 1A. Infine vi è un elicottero su di un ponte di volo poppiero, con un AS 565 o un SH-2G. Non vi è alcun sistema ASW, che rappresenta la principale mancanza della classe, per il resto ben armata ed equipaggiata.


La mostra biennale Idex si stava già affermando a livello internazionale. Nel 1995 era solo alla seconda edizione. Era già probabile che la IDEX, la cui seconda edizione venne svolta tra il 19 e il 23 marzo 1995, mandasse in crisi la Defendory che si teneva ad Atene, e mettersi in concorrenza persino con Eurosatory. Ma non c'erano solo premesse positive: l'esosità delle gabelle richieste era tale da scoraggiare i fornitori più piccoli, e anche medi: la Oshkosh, che era là per mostrare i suoi mezzi portacarri, si era vista chiedere 125.000 dollari per ogni giorno in cui avesse portato su questi i carri Leclerc degli Emirati, così che ha preferito rinunciare. IDEX offriva la possibilità di dimostrazioni di tiro pratiche, per lo spettacolo e la dimostrazione delle qualità dei mezzi. Ma anche qui i prezzi sono stati giudicati a un livello vergognoso, tanto che la Oerlikon aveva scelto di regalare un kit di conversione per i cannoni da 35 mm Haead piuttosto che pagare in contanti la dimostrazione di tiro. Ma l'IDEX sarebbe stata un punto di riferimento anche con tali prezzi. Presieduta dalle massime autorità (sceicchi e F.A.), aveva una forte partecipazione russa, nell'ansia di recuperare la credibilità della loro produzione, certo incrinata dalla Guerra del Golfo ma anche recuperata dal contratto dei BMP-3 degli EAU. Tra i sistemi presentati, i missili METIS-M, i nuovi modelli da 130 mm di calibro e 1,5 km, peso 13,8 kg. Poi i missili Kornet-E da 5,5 km e 27 kg, razzi incendiari Shmel, da 11 kg, RPG-29 (500 m, 11 kg, testata in tandem HEAT); razzi RPG-26 da 72 mm e RPG-27 da 105 mm (come l'RPG-29). C'erano anche le pistole PSS automatiche silenziose da 7,62 mm, pesanti appena 700 g e nate per essere armi silenziate e non solo armi adattate. I mitra PP 90 da 1,4 kg e ripiegabili, come la pistola, per ridursi a una scatoletta di 276 x 90 x 30 mm; i fucili d'assalto RP-5 con cartucce subsoniche da 9 mm, anche questi silenziati. Sono tutte armi del KB Tikhonov, erede di Kalashnikov, e adattissime per le Operazioni Speciali. Erano anche presenti gli AK-102 da 5,56 mm, calibro NATO.

Ma i mezzi che hanno impressionato di più in quella manifestazione erano i carri pesanti: i T-80U con motore da 1.250 hp, nelle evoluzioni in poligono avevano dimostrato grande agilità nonostante le 46 t; al Brasile era offerto a 2,2 mln di dollari l'uno. I conducenti russi erano estremamente abili e sfruttavano al meglio questi carri armati, usati anche per tirare colpi da 125 mm. C'erano poi dei progetti di cacciacarri con missili AT-14 Kornet, i nuovi missili pesanti dell'esercito russo, con due uomini e 12 missili; i semoventi 2S6 Tunguska M da 34 t, che vennero usati per sparare contro bersagli a 1 km di distanza, disintegrandoli con il volume di fuoco dei loro 3 mm. Erano offerti agli EAU in competizione con i Blazer, l'ADATS e l'Avenger. Presenti anche i semoventi 2S19 da 152 mm e 42 t, il BMP-3 (adottato da Abu Dhabi e in Kuwait, assieme ai Desert Warrior). Era anche presentato un carro da ricognizione sulla stessa base, con sistemi radar e ottici di osservazione; i BTR-80A con cannone da 30 mm; le torri da difesa costiera Bereg su scafo Maz 543, con il cannone navale da 130 mm, e che era unico nel suo genere. Esso integrava i 19 battaglioni con gli SS-C-1 Sepal dell'esercito russo (e di alcune unità siriane). Vennero anche presentati vari altri tipi, come il sistema di difesa Pantsiyr S1 su scafo 8x8, con due cannoni da 30 mm e missili da 12 km di gittata, similmente al Tunguska, ma appunto su di uno scafo ruotato. Anche gli ucraini avevano mostrato i loro prodotti, come il T-72AM Banan e il T-84, il primo era l'aggiornamento con corazze ERA del T-72, il secondo un mezzo che ha fornito un'ottima prestazione di mobilità, anche se il T-80U aveva maggiore accelerazione e silenziosità. Gli slovacchi avevano presentato invece il trasporto 6x6 Tatrapan, il T-72 Moderna con due cannoni da 20 mm antiaerei, e il semovente 8x8 Zuzana da 155/45 mm, il successore del DANA da 152/39 mm, con un cannone di tipo occidentale e più potente. Presenti anche la Bulgaria, la Turchia, la Grecia, e le industrie locali. Molto grande lo stand dei sudafricani, forti del successo dei G6 semoventi. Questi vennero usati anche contro bersagli al suolo, a tiro diretto, distruggendo un carro bersaglio con una cannonata in pieno. Visto dal vivo, questo mezzo venne considerato da molti il più impressionante di IDEX; mostrata anche la blindo Rooikat e l'APC Casspir, che venne fatto transitare su di una mina da 20 kg: l'esplosione fece saltare una ruota a 30 m di quota, ma l'equipaggio all'interno non ebbe danni e la riparazione del mezzo richiese complessivamente appena 17 minuti, quando gran parte dei mezzi sarebbe andata totalmente distrutta. Presentato anche il lanciarazzi Bataleur con 40 armi da 127 mm con portata di 36 km. La torretta del G6 era installabile anche sui T-72, mentre il programma del cannone G7, su scafo G6 ma con arma da 203 mm, non aveva avuto seguito. Tra gli altri mezzi sudafricani presentati un mezzo leggero paracadutabile, l'MM4, che peraltro era anche questo con capacità antimine; il prototipo TTD di un nuovo carro armato, da 54 t, con motore 920 kW con cannone da 105 e anche da 120 mm in seguito. Era simile al Leopard 2. Oltre ai G6, Bataleur, Rooikat, era anche presente l'elicottero Puma modificato con un armamento di 8 missili TZ-5, 36 razzi da 68 mm e cannone da 20 mm (400 colpi). Vennero anche presentati innumerevoli armamenti americani, indiani, britannici, francesi, ecc. Venne data ufficialmente notizia della fornitura, prima rimasta segreta, dei missili Aspide/Skyguard al Kuwait, parte dei quali distrutta dagli iracheni, e si pensava ad aggiornare la fornitura agli ultimi standard, mentre era anche annunciato l'aggiornamento delle 'Niteroi' e di una corvetta 'Inhauma'. Altre armi presentate il semovente Caesar 6x6, l'AMX-10RC con la torretta TLM 105. La dimostrazione di fuoco del sistema Skyguard-Ahead con le munizioni da 35 mm di nuova generazione comportò la distruzione di 4 bersagli aerei Banshee, ciascuno colpito grazie a una raffica di circa 24 colpi. La Mowag svizzera presentò anche il Piranha 8x8 con cannone a canne rotanti da 25 mm e 4 missili Mistral, come concorrente per un programma di semoventi; la ROF britannica ne propose una versione con mortaio da 120 mm, così come una torretta TMUAS su scafo M113 americano. Vennero anche presentati gli Hummer 4x4 con sistema missilistico Hellfire e il sistema ADSAMS, con una delle batterie in consegna all'esercito norvegese (basata sui missili AIM-120), cosa che però trovava la contrarietà di Israele, intenzionato a non lasciare introdurre missili del genere (facilmente adattabili anche all'uso su aerei) nell'area, temendo di vedere compromessa la sua superiorità addestrativa con armi 'intelligenti' a medio raggio diffuse nell'area.

In ambito navale erano presenti molte unità, tra cui ben 4 italiane (fregata Scirocco, pattugliatore Driade, due cacciamine), e un minisommergibile X199, portabile dai minisottomarini MG-120 da 120 t (27,5 m, 120 t, velocità 10 nodi, autonomia 2.000 nm, equipaggio 6 elementi), il più grosso dei sottomarini della Co.Smos. di Livorno, capace anche di portare 2 siluri o 12 mine. Questa misconosciuta ditta operava dal '56, fondata da un ex- della X MAS, e fornitore di punta del settore a molte marine, ma con ordini in genere 'coperti' dal segreto. I russi avevano a loro volta simili mezzi in esposizione, tra cui i Triton da 2 t e fino al Piranha, capace anche di lanciare 2 siluri; c'era anche l'hovercraf Gepard; gli ucraini avevano mandato una fregata da 3.600 t, ma soprattutto i francesi avevano in esposizione la La Fayette, ordinata di recente anche da Taiwan e Arabia Saudita, le cui linee, molto belle, pulite ed eleganti, date dalle esigenze stealth, l'hanno resa anche la nave di gran lunga più notata e ammirata, così diversa dalle altre navi da guerra e così avveniristica nelle forme. Gli olandesi presentavano un sottomarino classe 'Walrus', senz'altro meno notevole come aspetto, ma pur sempre uno dei migliori sul mercato.

A parte le conferenze sui nuovi temi della guerra moderna, dagli RPV, alla guerra informatica, alla stealthness, quello che era più importante erano, al solito, i contratti economici nella manifestazione aperta il 16 marzo. Si pensava che i sei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo avrebbero speso oltre 70 mld di dollari nei successivi 5 anni. Con questi numeri, senza riscontro nel resto del mondo. Tra gli annunci dell'anno: 200 carri per i sauditi, tra cui l'M1A2, Challenger 2 e Leclerc, nonché gli aerei di ultima generazione per i reparti da caccia degli EAU (che poi sarebbero stati gli F-16E/F); da notare la candidatura ufficiale dell'EF-2000, per quanto ancora molto lontano dall'ottenere l'operatività. In effettivi, gli EAU avevano già in servizio i Mirage 2000 e potevano permettersi anche di attendere, mentre gli F-16 alla fine sono stati consegnati solo dal 2005. Altre informazioni utili per valutarei il mercato dei materiali militari dopo la flessione del dopo-Guerra Fredda: in tutto il mondo si valutava nel periodo 1996-2005 un'esigenza di 590.000 missili, di cui 112.000 SAM, 38.000 AAM, 292.000 ATGW, oltre 5.000 UAV e, non meno importanti, 7.800 SSM.

Quanto alle armi esposte, continuava la forte presenza russa, tra cui i carri T-90, i BRM-3K (la versione recce del BMP-3) con radar e sensori per la sorveglianza del campo di battaglia, il VENA con mortaio da 120 mm, il cacciacarri con missili Kornet e 16 ordigni, il Bereg da 130 mm, il BUk-M (SA-11), il 2S4, ovvero un semovente da 240 mm che con il suo mortaio poteva sparare anche un proiettile a guida laser da 134 kg chiamato 3F5 e con gittata di 9 km. Esposti poi i missili X-59M, X-58, e il 3M80, le mine aerotrasportabili serie MDM, e la mina mobile SMDM. Insomma, tutto il meglio della produzione terrestre e anche navale russa. Importante anche l'Ucraina, che ha fornito 300 T-84UD al Pakistan e anche per questo, nel periodo 1992-96 è rimasta al 14° posto nell'export di armi a livello mondiale; la Cecoslovacchia mostrava i semoventi Skoda 8x8 con cannone Oerlikon da 35 mm (con sensori passivi e 452 colpi). Tra gli espositori, la Croazia esponeva il carro M-84AB, minisottomarini e altri materiali, tra cui un fucile in configurazione bullpup, dal calibro di ben 20 mm e con cannocchiale da 6x. Per impedire un eccessivo rinculo aveva un tubo di Venturi posteriore per lo scarico dei gas e un grande freno di bocca, ma certo si era al limite delle armi portatili di questo tipo (peraltro anche decenni fa esistevano i fuciloni c.c. da 20 mm). Molto ricco il padiglione cinese con missili come il LY-60 (Sparrow/Aspide), FM-80(Crotale), H2B( SA-2), missili antinave C-101, 301, 802 antianve, bombe FAE da 310 kg. I britannici portavano oltre 90 ditte tra cui spiccava la GKN con un mezzo Warrior con torretta LAV-25 e due missili TOW. All'epoca aveva già fornito 254 mezzi simili al Kuwait, nella versione normale IFV. Erano anche annunciati 40 Piranha costruiti su licenza al Qatar, con cannone da 90 mm. Nutrita la partecipazione sudafricana (munizioni da 155 con gittata di 52 km, bombe Superstop a orologeria, da depositare sopra i campi d'aviazione e con tempo di attivazione tra 1 e 150 ore, aggiornamento dei T-72 siriani con nuova FCS), francese (carri Leclerc sminatori), tedesca (per la prima volta), americane. Nella prova a fuoco il Ka-50 (con il nuovo set di sensori nella 'palla' nel muso) ha dimostrato di poter colpire con precisione bersagli a 4 km con i missili e poi con razzi e cannoni, volando in maniera molto silenziosa. Meno spettacolari ma ben eseguite le azioni del Desert Warrior, che ha colpito con precisione i bersagli e poi si è eclissato dietro una cortina nebbiogena, e l'uso di armi leggere, in particolare le mitragliatrici SS-77 della Vector, che si sono dimostrate eccezionalmente affidabili, dato che hanno sparato migliaia di colpi senza alcun problema. Nel settore navale particolarmente interessante l'Amur 1650, tra le tante navi intervenute (incluasa la HMS Illustrious, un caccia 'Burke', la La Fayette e il Durand de la Penne italiano, accompagnato dal Bersagliere), ma solo a livello di modello: un'unità da 1.650 t, di cui uno era in costruzione per aspettarlo in servizio nel 2001. Dimensioni 67 x 7,2 m, 16 armi e 34 uomini d'equipaggio, autonomia 500 nm a 3 nodi sott'acqua, profondità max 650 m e velocità 21 nodi per previ periodi. I britannici esposero anche modelli di fregate leggere stealth.

Tra i contratti di quell'anno, l'attenzione negli EAU era focalizzata nel programma LUWA 1 per corvette e LUWA 2 per fregate di medio tonnellaggio, ma non vi sono stati passi avanti concreti in quell'edizione; erano recentemente state comprate le fregate Kortenaer ex-olandesi. La Dassault ricevette ordine per 12 Mirage 2005 già nel 1995 e stava cominciando a consegnarli, assieme a 10 AMX-30 di seconda mano; un ordine nel '97 venne piazzato per 5 elicotteri Gazelle e due Panter, in aggiunta ai 12 Gazelle/HOT già in servizio. La battaglia per la fornitura di missili SAM a lungo raggio era tra i sistemi S-300PMU e V russi, contro i Patriot PAC-3 americani. Gli americani erano molto 'nervosi' e avevano cominciato ad attaccare apertamente la concorrenza con pesanti critiche riguardo a prestazioni e costi, cosa mai successa prima. Il timore era quello di aprire una 'falla' nel Golfo dove gli USA, dal dopo guerra fredda, erano intenzionati a mantenere la loro leadership. Verso la fine della manifestazione è stato piazzato un ordine per 168 AIFV ai turchi della FMC-Nurol, presumibilmente destinati al Dubai. Nel frattempo, quanto ai BMP-3, si era venuto a sapere che essi non sarebbero stati 250, come era stato reso noto all'inizio, ma ben 650: 160 per i reparti della Brigata Guardie Reale, gli altri 490 in associazione ai Leclerc. Questi ultimi erano in consegna: dei 390 carri e 46 ARV ne erano stati consegnati oltre 100. Al Qatar, già utente dell'AMX-30, vennero offerti i Leclerc per il loro requisito di 50 carri di nuova generazione, mentre sperava anche in 150 nuovi mezzi ordinati dall'Arabia Saudita.

L'industria italiana aveva ottenuto essenzialmente la commessa per i siluri A-244 per le fregate ex-olandesi, ma nient'altro. Questo era dovuto al fatto dei 24 lanciarazzi FIROS 25 comprati nel 1982-86 per un contratto di notevole valore (280 mld); i razzi, stando agli EAU, non funzionavano ed erano stati ritirati dal servizio nel 1996, magari per essere sostituiti dai BM-300. La BPD ribatteva che si trattava solo di una manovra per ottenere un 25% di sconto sui nuovi razzi, la verità sarà stata forse nel proverbiale mezzo, sta di fatto che Idex '97 fu particolarmente negativa per le industrie italiane, messe letteralmente al bando dagli EAU per questa vertenza. Alla fine, in ogni caso, pare che la situazione non sia stata risolta, visto che attualmente gli MRL in servizio sarebbero per l'appunto i super-kathyusha russi calibro 300 mm.

Tra il 2000 e il 2005 gli Stati del Golfo hanno speso complessivamente un valore in armamenti pari a 233 miliardi di dollari e questo da solo fa capire l'importanza dell'IDEX, che è la principale mostra della regione. La spesa di altri 36 mld di dollari nel 2006 nel settore delle armi, in genere le più sofisticate, è un altro segno di come l'attenzione di tutto il mondo del settore fosse sempre più concentrata nella regione. Gli EAU avevano una spesa per scopi militari ufficiale di 2,5 mld di dollari l'anno, ma era destinata a crescere con investimenti per dieci miliardi negli anni successivi. Questo va confrontato con una forza complessiva di uomini in armi di appena 55.000 effettivi; data la carenza di locali, un terzo delle truppe erano in realtà straniere. Questo ricorda altre realtà, come la Libia. Anche negli EAU la popolazione è ridottissima, di circa 2,5 mln di abitanti, e ben 1,5 di questi sono stranieri, per giunta senza cittadinanza. Contando quelli che la cittadinanza ce l'hanno, ma sempre stranieri sono, si arriva all'80% dell'intera popolazione degli EAU. Questo combacia praticamente con quanto noto anche da inchieste giornalistiche recenti, che puntano il dito sulla situazione di sfruttamento che la minoranza locale infigge al gran numero di immigrati, specie per sviluppare i cantieri e i servizi. Data la ricchezza degli Emirati relegata nelle mani dei pochi 'indigeni', la loro propensione ad arruolarsi nelle F.A. affrontando una vita comunque piuttosto dura, anche nelle loro ben equipaggiate basi, è scarsa. A questo si aggiunge il fatto che la forza di reazione rapida messa su dai Paesi del Golfo è di appena 5.000 effettivi, concentrati in Arabia Saudita, così ci sarebbe davvero poco da sperare senza l'intervento americano, in caso di problemi per gli Emirati del Golfo. Anche nella IDEX del 2007, organizzata al solito ad Abu Dhabi, vi sono state innumerevoli novità, soprattutto concretizzate dal 2000 in poi, quando i programmi di riarmo divennero ancora più veloci e incisivi. La manifestazione ha avuto un nuovo centro espositivo, presidiato e inaugurato dalle massime autorità dello Stato, ma scarso in efficienza e molto costoso. In tutto arrivarono 860 espositori di 50 nazioni, con una significativa presenza italiana di Finmeccanica e Fincantieri. Negli anni precedenti la parte del leone la facevano i mezzi russi e poi anche ucraini, come detto prima: specie i T-80, ma persino i meno potenti T-90, erano in grado di salire per le cunette tanto veloci (seppure completi di corazze ERA, sistemi di guerra elettronica, ecc.) da volare per diversi metri, una specialità delle loro esibizioni. Ma nel 2007 il tempo per le esibizioni a fuoco e in movimento era diventato limitato, mentre più importanti erano i contratti e i convegni vari. Essendo un Paese arabo, a differenza di altre manifestazioni (come l'ILA di Berlino) le hostess in abiti succinti non erano ammesse. I carri russi nel 2007 non si sono presentati. In compenso, l'unico carro presente era un inedito Leopard 2 spagnolo, accompagnato dall'IFV Pizarro. Il clima, dato che l'IDEX si presenta a febbraio o a marzo, sono ragionevolmente gradevoli per il Golfo. Quello che era già allora presente era l'attività edilizia di Dubai, una frenesia che portava a costruire grattacieli e torri, capaci di dare sfoggio della potenza dei loro committenti, ma che senza le infrastrutture necessarie rendevano Dubai una città dissestata, con ingorghi di ore ogni giorno. Nel frattempo, per ragioni difficili da comprendere, il turismo, su cui puntava Dubai, stava dando delle grosse soddisfazioni e un afflusso di turisti enorme (e che l'inviato di RID non riusciva a spiegarsi). Anche per questo Abu Dhabi, rimasto immune da questa filosofia 'palazzinara', era ideale per ospitare una rassegna di tante dimensioni, con poligoni e spazi aperti.

Detto dell'evoluzione del salone, l'importanza diretta per le F.A. e le industrie si basava su molti contratti in corso, sia locali sia internazionali. Tra le notizie la scelta dell'A.330 come trasporto-tanker (3 aerei in consegna dal 2011), ma forse c'era ancora speranza per il KC-767; in ballo l'A-400M per rimpiazzare i 6 C-130H e L-100, ma poi le cose, come si sa, si sarebbero risolte a favore del C-130J; gli arabi erano interessati però alla scalata dei gruppi europei, per esempio il Qatar voleva una quota fino al 10% di EADS. Il rinnovo degli addestratori Grob-PC-7-Hawk 63/102 era di grandissimo interesse, cosa che era dovuta all'ordine per 80 F-16 e alla presenza di 65 Mirage di cui 32 di nuova costruzione allo standard Mirage 2000-9 e gli altri aggiornati allo stesso livello. Si parlava di 24 aerei basici almeno, e di 40 avanzati, con un costo complessivo di 1,5 mld di dollari. I finalisti già si conoscevano: per l'addestratore basico Super Tucano, PC-9 e M-311, per quello avanzato T-50 Hawk 128 e M-346; tra i mezzi scartati il T-6, KT-1, K-8. MiG-AT e Yak-130. Si sperava di ricevere gli aerei già dal 2009. Alenia-Aermacchi era in gara per entrambi i requisiti e poteva dichiarare di ridurre del 14% delle ore di volo la formazione del pilota con uno schema 'tutto getto', e i costi del 35%. Ma c'era il problema di procurarsi un po' di soldi per sviluppare completamente l'M-346, in particolare mancava la commessa italiana per l'AM. In ogni caso si sapeva già che si sarebbe dovuto almeno assemblare una parte degli aerei vincitori localmente, a Mubadala. Importanti anche la gara per l'aereo AEW, possibilmente 4 E-2C ex-USN, ma si poteva anche trattare di E-767. Gli EAU si erano anche interessati di trasporti con un ordine per un An-124 e 5 An-32. La necessità sarebbe quella di sostituire i 7 CN-235, e tra i contendenti c'era anche il C-27J (erede dell'unico G.222 comprato a suo tempo dal Dubai). Quanto agli UAV, il primo acquisto è stata una batteria di Schiebel S-100 austriaci, da cui è stato estrapolato poi il locale Al Sber; la ADCOM già presentava vari velivoli di cui alcuni in servizio con le F.A.: tra questi sia sistemi a elica sia a getto, e persino pattugliatori marittimi con radar e MAD (Falcon), e grandi velivoli come lo Yabhon RX-6 e l'RX-18 Male da 18 m di apertura alare. Selex presentava, da parte italiana, UAV come l'ASIO, OTUS e Strix.

Della querelle riguardo ai SAM, il problema era rimasto irrisolto: 2 brigate con gli HAWK dovevano essere sostituite, gli EAU volevano gli S-300 russi, ma gli USA hanno fatto tutto il possibile per bloccarne la vendita, pur senza piazzare il Patriot; si pensava a quel punto anche di offrire il Thaad in versione export. Intanto erano in fornitura 50 Pantsir russi tra i semoventi cannone-missili SAM più moderni.

Elicotteri: in consegna 8 CH-47 ex-libici, ammodernati da AW, che forniva anche 8 AW-139 SAR e utility, mentre i Chinook sarebbero stati consegnati per le Special Forces. Intenzione per 26 UH-60M per due squadroni dell'Esercito, e intanto ammodernamento di 15 IAR-330 Puma rumeni e ricevimento di 10 Puma ex-sudafricani.

Quanto ai programmi navali, tra i pochi importanti quello per 12 motovedette costiere per la Polizia marittima di Abu Dhabi, da realizzare in loco (10,3 m di lunghezza, motori Volvo marine e oltre 30 nodi), 12 navi da 34 m per la Guerdia Costiera, 24 navi (12 già consegnate) del tipo Svedese CB-90 prodotte su licenza, da 24 m; 4 altre, da 26 metri, sono state ordinate e consegnate per trasporto truppe, costate in tutto 20 mln di dollari (30 nodi e 300 nm di autonomia, motori MTU); 2 navi da 42 metri per sbarchi anfibi vennero consegnati nel 2006, pesanti 240 t (classe 'Umn Al Narr), per 40 uomini, che si aggiungono a 66 mezzi veloci da 9,5 m in alluminio ricevuti negli anni scorsi. Come export, i cantieri locali hanno consegnato all'Oman un mezzo da 64 m e 800 t capace di portare 40 t o 56 uomini; altri due analoghi sono andati, sempre di costruzione locale (ADSB), alla marina degli EAU.

Più importante il progetto Baynunah, su progetto francese della CMN, che realizza la nave capoclasse e le altre sono da realizzarsi invece a livello locale. Navi da 72 m e oltre 1.000 t, sistema di combattimento IPN-S, radar Sea Giraffe, NA-25X, Ecm dell'Elettronica Spa, cannoni da 76 e 30 mm, 8 ESSM e 4 MM.40, più il sistema Mk.49 per i RAM, che però, installato sul tetto dell'hangar, ha richiesto irrobustimenti e un ritardo di 10 mesi nella consegna della capoclasse, oltre alla rimozione di una DT NA-25X e dei missili Igla (4 per ciascuna torretta Marlin da 30 mm). L'elicottero di bordo è un AS-565 Panther; dato che le capacità ASW contro l'Iran (l'unico che abbia sottomarini, i 'Kilo') non sono sviluppate, è stata richiesta piuttosto una nuova nave con tali capacità; le due 'Kortenaer' comprate negli anni '90 si sono rivelate troppo complesse e onerose per la piccola marina degli EAU, e allora è stato messo in cantiere il progetto Al Yas, per due o tre navi da 2.500 t con capacità ASW e lunghezza di 100 m, mentre le due cannoniere da 63 m Maruy Jib sono in aggiornamento con tanto di lanciatore RAM (7 ordinati inizialmente, al costo di 80 mln di dollari). Per le nuove navi il cannone sarebbe stato un 57 o un 76 mm, 16 VLS per gli ESSM, 4 Exocet, 2 elicotteri, Goalkeeper oppure il più costoso RAM. Gli EAU erano anche interessati a comprare qualche vecchio sottomarini 'Sauro' italiano, in passato due unità, poi si è pensato al solo 'Da Vinci' e infine ai nuovi S-1000 italo-russi. I tedeschi, eliminata finalmente ogni restrizione dall'export nei Paesi del Medio Oriente, hanno venduto 32 Fuchs agli EAU per la ricognizione NBC, e hanno presentato un gran numero di altri equipaggiamento e mezzi; gli EAU presentavano il loro Nimr, leggero già venduto in oltre 500 esemplari, con motore da 350 hp e la presenza anche del sottotipo SAM con missili Mistral, e c.c. con i MILAN, più la versione APC blindata 6x6, pare da ordinare da parte irachena, e una lanciarazzi da 40 colpi calibro 107 mm. I sudcoreani esponevano il semovente Bi.Ho, da 30 mm, i serbi un sofisticato missile a reazione, una specie di Polyphem, chiamato ALAS, con 4 alette da altissimo allungamento. I cinesi tra le altre cose esponevano il lanciagranate QLB da 35 mm, peso 9,1 kg e aspetto simile a quello di un fucile a pompa. I sudafricani avevano integrato i missili c.c. Ingwe con i blindati francesi VBL, mentre Singapore ha venduto agli EAU 5 mortai automatici da 120 mm; essi si aggiugono ai G6 e agli M109 ex olandesi con obice modificato da 155/47 mm; la pistola Caracal locale è stata già venduta, al 2007, alle forze locali per 10.000 esemplari.

Gli italiani portavano le artiglierie navali (una spoletta di nuova generazione era in sviluppo per il 76 mm, ma anche per il 127 mm), mentre era resa nota l'operazione di clonazione iraniana del 76 OTO; il mock-up dell'M-346, mentre si era data notizia che gli OF-40 erano stati oramai ritirati come carri e trasformati in super-APC come oramai accade sempre più spesso ai carri armati obsolescenti; l'AW aveva piazzato nella regione circa 20 A-109 Grand e 50 AW-139, l'Elettronica, che ha negli Emirati il mercato più importante nell'export, ha stabilito con i locali una joint-venture chiamata ELTBAT (il partner locale è infatti il BAT); presentati i sistemi d'arma sviluppati per il soldato futuro incluso il fucile d'assalto AX-160, pesante appena 2,7 kg e con lanciagranate con computer balistico incorporato; fucili calibro 12 a letalità 'variabile', autocarri 8x8 Tracker e blindati VLB Lince, già all'epoca in pieno successo commerciale.

La crisi economica ha colpito duro anche negli EAU, ma non tanto da infliggere danni ai loro programmi militari. Nell'IDEX 09 sono stati annunciati numerosi programmi militari. La manifestazione è stata un successo con oltre 100 mila m2 di estensione e oltre 40 mila visitatori professinali. Dubai è in sofferenza soprattutto perché non ha praticamente petrolio, non più almeno, e la sua ricchezza è la sua condizione di piazza finanziaria e paradiso fiscale. Ma la bolla speculativa è esplosa, rallentando lo sviluppo dell'Emirato, che si è ritrovato per la prima volta pure vari cantieri bloccati. Abu Dhabi è più solido, dato che ha il 9,15% delle riserve di petrolio mondiale, e il 3,35% di quelle di gas.

Tra le novità di questa manifestazione vi sono gli ordini assegnati per un valore senza paragoni al mondo: oltre 5 miliardi di dollari di contratti, nonostante l'aria di crisi economica sia già riuscita a colpire anche gli Emirati. I BMP-3 presto potrebbero essere radiati e le loro torri (a quanto pare si tratta di un sistema d'arma valido, per quanto piuttosto bizzarro) recuperate e sistemate sui blindati Patria 8x8 finlandesi. I russi offrono prodotti di medio valore rispetto a quelli cinesi e occidentali; i primi sono estremamente economici, ma anche il loro valore non era dei migliori in termini di efficienza. Nondimeno si sono presentati in forze e hanno occupato con un gran numero di progetti e prodotti vari padiglioni della mostra, tanto da oscurare anche la massiccia presenza russa. Questa era stata rinfrancata dalla scelta del Pantsir (sistema a.a.) mentre gli ucraini avevano avuto ordini per 90 blindati Guardian ruotati. Molto presenti anche i fabbricanti arabi e turchi (che hanno prodotto gli M113 per gli EAU), tra questi i blindati leggeri Al Shibl 1 e 2 sauditi. Innumerevoli le novità presentate, dal Sudafrica alla Svezia, alla Corea del Sud. Gli EAU dal canto loro hanno realizzato l'unica industria cantieristica della regione e hanno una realtà industriale solida con una buona tecnologia. La Caracal ha presentato in questa occasione la pistola SC, ma anche gli UAV erano presenti: la ATS era stata prima implicata nella produzione di proiettili leggeri e poi di aerobersagli, e il passo è stato rapido per produrre poi dei veri velivoli senza pilota. La loro ultima creazione è lo Smart Eye. Quest'ultimo è un velivolo di cui si sentirà probabilmente parlare nei prossimi anni. Questo grosso aereo, simile a un Predator, con elica spingente e set di sensori nella solita 'testa di balena' anteriore, è un velivolo fuori dal comune anche per i tempi moderni, così ricchi di UAV. La sua apertura alare è di 21 metri, ha 150 litri di carburante e pesa malgrado questo solo 1.300 kg. La sua autonomia, di conseguenza, è straordinaria. Il motore a benzina consente 5 giorni di funzionamento. Inoltre è presente un mini-turbogetto, che consente quando azionato di alzare la tangenza da 6.000 m a 8.000 m. Sarebbe già in costruzione in un lotto di 20 esemplari, ma per ora non ha ancora volato anche se ne sono in costruzione 3 esemplari. Inoltre la stessa compagnia ha presentato anche l'elicottero Yahbohn Noble, pesante 630 kg e capace di 140 km/h. I mezzi terrestri hanno visto il successo dei blindati Nimr prodotti dalla Bin Jabr, con oltre 500 mezzi prodotti per l'esercito e una commessa per 120 mezzi anche per la Libia. Un altro oggetto interessante è l'Agrab, che è in sostanza l'RG-31 della BAe, con una torretta con mortaio da 120 mm automatico, di cui 48 sono stati ordinati dagli EAU. Sempre nella IDEX di quest'anno sono stati ordinati 4 C-17 e 12 C-130J, tutti finanzati da Al Waha Capital; il Qatar ha già ordinato vari C-130J e 2 C-17 poco tempo fa, è davvero bizzarro ma questi mini-Stati si troveranno con aerei che nemmeno le potenze europee si sono potute permettere. In trattativa vi sono anche i missili Patriot PAC-3 e addirittura il THAAD anti-missile esoatmosferico, per i quali il Congresso americano ha già dato l'assenso; la conversione di due DASH-8 in pattugliatori ASW, 3 radar di controbatteria Cobra, mezzi antimina RG-31, mitragliere da 27 mm, fucili sniper DRS-7 e M7. Non è tutto, perché nel settore aereo sono anche stati prescelti in linea di massima 4 E-2C di seconda mano per il settore AEW, e due A-320 per compiti SIGINT, che da soli valgono un mld di euro, con set avionico Elettronica (autoprotezione), Selex, Thales, Rhode&Schwarz; confermata la nuova commessa per 14 UH-60M da trasformare, come i 26 già in servizio, in macchine di supporto al combattimento. In termini di sistemi a reazione, vi è la produzione su licenza del razzo RGW da 60 mm controcarri, lo sviluppo dei razzi leggeri 'intelligenti' Talon-LGR per gli Apache, la realizzazione di un impianto per produrre blindati e corazzati 4x4 e 6x6 di progettazione locale nonché gli Eagle IV della Mowag. Infine la Patria finlandese ha ricevuto un ordine per 8 mezzi portamortai (Amos svedesi?) da 120 mm. Naturalmente c'è stato anche il successo dell'M-346, mentre l'oramai invecchiato Hawk, che non ha avuto un successore in tutti questi anni, è stato scartato nella pur evoluta versione Mk128; poi è toccato al T-50, supportato dalla Lockheed-Martin. Una vittoria che ha fatto la differenza, dato il rischio nelle prospettive dell'Alenia-Aermacchi. Si parla di 48 aerei e di consegne quanto più rapide possibile, magari dal 2011; questi dovrebbero essere 28 aerei in versione d'addestramento e 20 in versione specifica d'attacco, con un'esigenza iniziale manifestata per 60 aerei in tutto; il tipo d'attacco ha un radar Selex Vixen 500E e un pod da ricognizione-attacco, più 8 piloni per 3 t di carico. È ancora aperta la questione dell'addestratore per sostituire il PC-7, in questo campo viene proposto l'M-311 (ovvero il vecchio S.211 aggiornato di recente, nonostante che non avesse avuto a suo tempo molto successo), contro il PC-21 della Pilatus.

Per il resto vi è il programma Al Yas, per nuove navi ASW: prima si trattava di aggiornare le due 'Kortenaer' ex olandesi, ora in servizio come classe 'Abu Dhabi', comprate nel 1997-98; ma queste hanno un'esigenza di equipaggio e di manutenzione eccessiva per le possibilità locali e sarebbero in vendita al Pakistan o addirittura in smilitarizzazione, per convertirle in ristoranti galleggianti. Data la nuova base di sottomarini 'Kilo' iraniani, alla fine si è scelto un progetto rapidamente realizzabile, da 1.650 t e 90 m, derivato dai pattugliatori 'Fulgosi' della MM; essi saranno costruiti con un primo scafo per 91,5 mln di euro, con motori MTU da 6 MW per 26 nodi, sistema IPN-S, forse lo stesso delle corvette 'Baynunah' e delle due corvette da 63 m 'Maruy Jub'; radar Sea Giraffe, sistemi di tiro NA-25XM, più sistemi ECM (al solito per gli EAU, di Elettronica Spa, che ha anche fornito le ECM per i Mirage 2009), sistema ASW C2 della WASS, sonar Thales Kingclip, 2 sistemi C-310 antisiluro, due lanciasiluri tripli da 324 mm, cannone SR da 76 mm, 4 MM.40 Block 3, 2 cannoni singoli da 30 mm Marlin e due da 12,7 mm, equipaggio 70 effettivi. Forse non casualmente era presente il C.Bettini, una delle unità 'Fulgosi' della MM. L'aggiornamento delle 12 navi da 25 metri svedesi per il trasporto truppe, del tipo C-90 ma realizzate localmente, è un altro obiettivo, in uno con la compera di altre 12 navi analoghe in configurazione lanciamissili. 6 delle navi avrebbero ancora la capacità di portare 25 soldati, le altre sei unità aggiornate la capacità di imbarcare un mortaio Patria da 120 mm del tipo Nemo, di produzione finlandese. Le nuove 12 navi avranno forse un sistema optronico Medusa, armi da 27 e 12,7 mm telecomandate, e 4 missili Marte Mk-2N, in versione superficie-superficie, il primo ordine export per quest'arma, cosa che non si era verificata dall'epoca dei missili Sea Killer per gli iraniani. Insomma, tra aerei, navi e missili antinave, si tratta di un ritorno, per i contratti delle industrie nazionali, a 20-30 anni addietro, quando era normale piazzare commesse del genere. Altri programmi vedono la realizzazione di 22 battelli veloci da 16 m MTRP-16, più dodici analoghi da realizzare in Turchia. Vengono avanti anche altri programmi, persino spaziali. Verrà realizzato un centro satellitare con almeno 4 satelliti di osservazione derivati dai Cosmo e due di comunicazione, realizzati con tecnologie anche qui in buona parte italiane. Il solo costo del centro di elaborazione dati spaziali è di 1 mld di euro.

Lo spettacolo, per il quale l'IDEX è famosa, pare che quest'anno è stato meno intenso del solito, con meno dimostrazioni di movimento e a fuoco delle edizioni scorse, mentre ha suscitato molto più interesse l'annuncio dei vari contratti per le diverse commesse assegnate, che in pochi minuti hanno messo a posto centinaia di milioni di dollari, ogni giorno della manifestazione alle 16:30 nella sala conferenze.


Parte degli EAU, il Bahrein o Bahrain è uno staterello costituito da 33 isole nell'assolato Golfo Persico, vicino al Qatar e in posizione strategica per le rotte commerciali. Il nome significa 'due mari' perché faceva da contrasto tra le fonti d'acqua dolce e il mare. Tra le sue isole vi sono le Hawar, di cui la più grande è di appena 40 km2. Il luogo è anche un posto importante per le specie animali, come riconosciuto nel 2002, un piccolo paradiso naturale. Che fa parte di una nazione di appena 678 km2, che è stata abitata fin dai tempi più remoti, e che è indipendente dai suoi ultimi dominatori esterni dal 1971, quando i britannici si ritirarono (in precedenza era stata la volta dei portoghesi e dei persiani) dopo 150 anni di dominio. È una specie di città-Stato come Singapore, favorita dalla sua posizione strategica per i trasporti, e praticamente con la stessa estensione, ma con una popolazione meno numerosa.

In tutto, 678 km2 (o 665 km2) di superficie, 216.078 abitanti nel 1990, aumentati a 709.573 al 2008, con un PIL di 26,97 mld di dollari (118° al mondo), che però comporta 34.605 dollari di reddito pro-capite (32° al mondo). Il Bahrein è noto anche per problemi di tutt'altro genere, la violazione dei diritti umani con la pratica della tortura molto diffusa e denunciata, specie negli anni '80-90.

La sua capitale è Manama, la più grande delle città dello Stato, con 155.000 abitanti, capitale anche dell'economia con un fiorente commercio, soprattutto di petrolio. Attualmente vi sono i grattacieli più alti del mondo, uno in costruzione, l'altro in programma, da oltre 1 km di altezza, in competizione con quelli del Dubai.

Dopo oltre 150 anni di presenza britannica, il Bahrain ebbe una piena indipendenza nel '71 con un accordo che non comprendeva la difesa da parte britannica in un caso di emergenza; i britannici sperarono che Bahrain potesse prendere la leadership di una coalizione con il Qatar simile a quella che aveva formato gli EAU, ma piuttosto entrambi optarono per l'indipendenza. Dopo il ritiro inglese formò le sue Bahraini Defense Forces.

La società del Bahrain è di tipo tribale, con la famiglia reale a governare il Paese assieme ad altre potenti famiglie; il Parlamento ha una limitata capacità di prendere decisioni, ma non vi sono (ai primi anni '00) partiti politici. La prima assemblea nazionale venne eletta nel 1973, per poi essere dissolta nel '75.


La Rivoluzione iraniana del '79 causò paura anche al Bahrain, temendo la diffusione della rivoluzione islamica anche in altre nazioni. Così venne formato il Consiglio di Cooperazione del Golfo per assicurare una certa capacità di autodifesa, di cui anche il Bahrain è parte dal 1980; il GCC nel 1984 formò la 'Forza scudo della penisola' o Der'e Al-Jazeera.

Forze complessive al 1990, 3.600 effettivi. 12 caccia F-5 E/F, da sostituire con 16 F-16, più 24 elicotteri. Missili tra cui 60 AIM-9P e 24 Exocet. 54 carri. 8 navi. In tutto appena 3.600 militari, aumentati a 11.000 al 1991[6].

Attualmente è ripartita nelle tre branche classiche in termini militari: aeronautica, marina, esercito, comandati dal Re Hamad bin Isa Al Khalifah, e contano 9.000 effettivi circa, con spese del 6,3% del PIL al 2004. Il tutto forma le Bahrain Defence Force o BDF, sotto il controllo dell'apposito ministero della Difesa. Le componenti sono note più esattamente come Bahraini Air Force, Royal Bahraini Army, Royal Bahraini Navy e il Bahrain Royal Medical Services.

Come gli altri Paesi del GCC ha incrementato le sue spese di molto, anche grazie agli aiuti esterni che nel 1982 hanno comportato la cessione di 1,7 mld di dollari da parte degli altri Stati Arabi, per parare la possibile minaccia iraniana. Dal 1999 le spese sono rimaste stabili: sarebbero attualmente di 320 mln di dollari l'anno, e dopo Desert Storm gli USA hanno dato altri aiuti alla nazione. Tra questi la vendita di 12 F-16C e D, 14 AH-1 e 54 M60A3. Sono state tenute varie esercitazioni congiunte e nel 2003 Bush lo definì addirittura come uno degli alleati più importanti tra le nazioni non-NATO. Dal 2003 ha avuto fondi FMS per 100 mln per comprare altre armi e sistemi, tra cui i radar TPS-59 da sorveglianza aerea, sistemi IRCM avanzati per gli aerei e sistemi di allerta missili per il Boeing 747-400, che è l'aereo reale. Inoltre sono stati comprati Hummer con il sistema a.a. Avenger.

Delle F.A. spicca particolarmente la Bahrain Air Force o RBAF, ex BAAF (Bahrain Amiri Air Force) in quanto dopo le elezioni del 14 febbraio 2002 lo stato è passato da Emirato a Regno, e così le definizioni sono cambiate anche per le forze armate. Attualmente vi sono 1.500 persone, mentre erano appena 650 nel 1992. L'aviazione è stata organizzata nel 1977 con un servizio costituito solo da elicotteri, nel 1982 sono stati comprati gli F-5 e nel 1987 divenne un servizio indipendente: il suo Air Wing divenne per l'appunto la BAAF. Dagli anni '90 arrivarono anche gli F-16 a Shaikh Isa AB, assieme agli F-5; il 2 agosto vari aerei arrivarono dal Kuwait, profughi dell'invasione irachena. In Desert Storm vari aerei parteciparono alla guerra operando in missione difensive dal 25 gennaio 1991, quelle offensive gli F-5 e 16 le incominciarono appena il giorno dopo. Il secondo lotto di F-16 arrivò nel 2000, armati con missili AIM-120, e gli altri aerei presenti vennero anch'essi aggiornati per usare questo missile. Nel luglio 2000 il Bahrain firmò con la BAe Systems un contratto per formare un'accademia di piloti con gli addestratori Hawk di ultima generazione. Vennero ordinati così vari BAe Hawk 100 e T.67 Firefly, consegnati dall'ottobre 2006. Nel frattempo vennero anche ordinati 9 UH-60M, annunciati nel giugno 2007, con un costo di 204 mln compreso di supporti e ricambi

Situazione attuale

  • 1st Fighter Wing
    • 1st Fighter Squadron - Lockheed Martin F-16C/D Block 40 (Shaikh Isa Air Base)
    • 2nd Fighter Squadron - F-16C/D Block 40 (Shaikh Isa Air Base)
    • 6th Fighter Squadron - Northrop F-5E/F Tiger II (Shaikh Isa Air Base)
    • 5th Squadron - British Aerospace Hawk (Shaikh Isa Air Base)
    • 4th Squadron - Slingsby T-67 Firefly (Shaikh Isa Air Base)
  • Helicopter Wing
    • 3 Squadron - Agusta-Bell AB.212 (Rifa'a Air Base)
    • 8 Squadron - Bell AH-1E (Rifa'a Air Base)
    • 9 Squadron - Bell AH-1E (Rifa'a Air Base)
    • 10 Squadron - MBB Bo 105C (Rifa'a Air Base)

Mezzi:

  • 20 F-16: 16C e 4 'D'
  • 12 F-5 di cui 8 E e 4 F
  • 6 British Aerospace Hawk Mk.129
  • 12 Agusta-Bell 212
  • 24 Bell AH-1 Cobra: 10 AH-1E, 6 AH-1P, 6 TAH-1P e due non noti
  • 3 MBB Bo 105
  • 1 UH-60
  • 3 T-67 Firefly


Quanto alla RBNF, la Marina, essa è discendente della Bahrain Defense Force, Naval Branch, ha 11 navi da combattimento, 22 pattugliatori e un totale di appena 700 persone. La flotta è basata a Mina Sulman Naval Base, e ha anche 2 MBB Bo-105 per un piccolo 'Flying Wing'.

La Sabha (FFG 90)
  • 90 Sabha - Oliver Hazard Perry
  • 50 Al Manama e 51 Al Muharraq - Lürssen FPB 62
  • 20 Ahmed Al Fateh, 21 Al Jaberi, 22 Abdul Rahman Al-Fadel, 23 Sabah- Lürssen TNC 45
  • 10 Al Riffa e 11 Hawar- Lürssen FPB 38
  • 2 Al Jarim - Swift FPB 20
  • 1 'Al Muharraq' (Wasp 30)
  • 4 Dera’a (Halmatic 20)
  • 2 Dera’a (Wasp 20)
  • 3 Three Saham (Wasp 11)
  • 6 Six Saif (Halmatic 160)
  • 4 Saif (Fairey Marine Sword)
  • 2 Hawar 2


Di queste unità la più importante è la Sabha, una nave 'Perry', la ex-FFG-34 Jack Williams, che venne 'regalata' al Bahrain il 13 settembre 1996. Era stata ordinata il 28 febbraio 1977 e varata il 25 febbraio 1980, accettata in servizio il 30 agosto 1980. Questa nave è un po' come le due 'Kortenaer' olandesi per gli EAU, una specie di elefante bianco che da sola ha un terzo abbondante del personale della Marina degli EAU. Non è chiaro il suo livello di efficienza.


Bahrain Air Force, storia e attualità[7][8]

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Il 1976 nacque l'aviazione del piccolo stato arabo con il BDF Air Wing, inizialmente con due MBB Bo.105C, poi seguiti da sette elicotteri Agusta-Bell, degli AB.212 terrestri. Successivamente nacque la BAAF o Bahrain Amiri Air Force, ma l'Amministrazione Carter si dimostrò cauta nel rifornirla di armi, tanto che non volle venderle nemmeno gli F-5E, pare richiesti già nel '76.

Il vegliardo dell'aviazione dell'Emirato, il Bo.105C

Solo dopo la guerra del Golfo tra Iraq e Iran si cominciò a fare sul serio, e l'emirato chiese quattro F-20A e due F-5F per addestramento operativo e avanzato, con 60 missili AIM-9P3. Data la cancellazione dell'F-20A, dovuta all'amministrazione Reagan (di fatto favorendo l'F-16 della rivale G.D., ordinato invece in gran numero), vennero ordinati otto F-5E e 4 F, più 60 missili AIM-9M di ultima generazione. Reagan diede l'assenso nel 1982, con contratto FMS di 92 mln di dollari e consegne dal dicembre 1985. Probabilmente quest'emirato fu il primo cliente estero dei Sidewinder 'Mike', ma anche degli ultimi F-5E prodotti, consegnati presso la Wright-Patterson AFB. Non erano F-5 'puri', peraltro, perché si era pensato di incorporarvi qualche caratteristica del loro degnissimo (e necessario) successore, l'F-20A: muso più largo e piatto su tutti, perché così si migliorava la stabilità nelle manovre strette e quindi, ad alto AoA, grazie alla fornitura di preziosa portanza sotto il lungo muso, aiutando così le ali molto arretrate del caccia leggero (che erano a loro volta integrate da LERX piuttosto sviluppate). Almeno in tempi successivi, sul loro muso comparvero anche le 'bozze' inconfondibilmente appartenenti a sistemi RWR. Questi caccia leggeri vennero assegnati al 6 Tactical Fighter Squadron, sul Bahrain International Airport o BIAP, isola di Muharraq (o Manama). Non erano una gran forza, specie se si considera che i vicini avevano oramai macchine come gli F-15 e i Mirage 2000, per non parlare dei Tomcat e Phantom iraniani. Inoltre pare che gli F-5 si erano ridotti ad appena cinque esemplari (non è chiaro se a causa di inefficienza o perché gli altri sette erano andati persi).

Così si valutarono caccia necessariamente più avanzati, tra cui Tornado, F-15, F-18 e Mirage 2000. Alla fine però venne ordinato un lotto di F-16C e D, del Block 40, con motori G.E. F110-100. Era il programma 'Peace Crown', siglato nel marzo del 1987; sei piloti, nel 1989, andarono negli USA ad addestrarsi con gli F-16 del 56th TFW. Era il maggio del '90 (due mesi dopo la consegna negli USA, a marzo) quando tornarono con i primi quattro caccia, direttamente in volo da Fort Worth (Texas), con tappe in Germania e Grecia. Ma il BIAP non era sempre più necessario per il traffico civile, così venne costruito un nuovo aeroporto con fondi GCC, ben 1,2 mld di dollari spesi anche con la consulenza dell'US Army, per realizzare la base sull'isola di Sitra, la Shaikh Isa AB o SIAB. I lavori ebbero inizio nell'87.

Gli F-16 non andarono a sostituire gli F-5, ma vennero assegnati al neocostituito No.1 TFS, subito basato al SIAB e successivamente raggiunto dal 6 TFS, così che il BIAP venne liberato totalmente per il traffico civile. Gli F-16 non ebbero solo gli AIM-9M, ma anche gli AIM-7M Sparrow.

Prima che gli ultimi quattro aerei arrivassero nel Golfo, l'Iraq invase il Kuwait, che faceva parte del GCC, e l'USAF presto trasformò la SIAB in un centro di rifornimento importante, così anche i Marines e la RAF con i Tornado GR Mk.1, che vennero basati in rotazione lì. Il 23 gennaio 1991, a sei giorni dall'inizio di Desert Storm, anche la minuscola RBAF entrò in azione, ma non con gli F-16, ancora troppo 'giovani', ma con gli F-5 del più esperto 6 TFS. Scortati dagli F-16 del 1st TFS, si produssero in un'attività di tutto rispetto, portando a termine un totale di ben 150 missioni d'attacco, alle volte fino a quattro al giorno. Erano muniti di bombe da 250 kg e AIM-9, attaccando truppe, artiglierie e missili antinave costieri CSS-C-2 Silkworm da quote di 3 km; le missioni sul territorio iracheno vennero però proibite, nessuna nazione del GCC si azzardò ad attaccare o sorvolarlo perché già le popolazioni arabe non erano tanto contente, per usare un eufemismo, di quello che stava succedendo e di come i loro governanti si erano piegati ai desiderata americani. Nel frattempo gli otto F-16 del 1 TFS, con altrettanti piloti (in realtà due erano americani) eseguirono solo missioni CAP, con un totale di circa 200 missioni. Nessun aereo dell'Emirato venne, a quanto pare, perduto in azione.

Dopo la guerra gli USA, nuovi 'garanti' dello status quo, divennero i protettori principali degli staterelli del Golfo, armati all'inverosimile ma ancora insicuri contro l'Iraq e ovviamente, l'Iran. La 5th Fleet americana divenne ospite di Manama, località che qualcuno ricorderà come bersaglio di un'epica incursione aerea da parte di alcuni SM-82 guidati da Ettore Muti, nel '41 (il bersaglio erano le raffinerie).

I pod Sharpshooter per la designazione e attacco bersali, destinati agli F-16, vennero ordinati nel 1993 e consegnati nel 1996.

All'Emirato venne offerta, nei tardi anni '80, una proposta apparentente allettante: in cambio degli F-5 venne 'messa sul tavolo' una squadriglia di 16 o 18 F-16N ex USN, costruiti nel 1987-88; ma questi aerei, seppur superiori agli F-5, non avevano molte cose, come il cannone, non potevano nemmeno lanciare AAM, avevano l'avionica base dell'F-16A iniziale, ma soprattutto problemi di affaticamento della struttura (dovuti al loro ruolo di 'aggressors'), che richiedevano parecchio lavoro di riparazione. Alla fine l'offerta venne rifiutata, così come per gli F-16A e B ex USAF, proposta molto più costosa, e gli F-16 già comprati dal Pakistan, ma mai consegnati causa embargo per il loro programma nucleare. Alla fine la scelta ricadde ancora sugli F-16, ma nuovi di zecca.

Settembre 1998, il programma 'Peace Crown II' vide un acquisto di dieci F-16C Block 40D + due in opzione, per formare il 2 TFS, ancora una volta sulla SIAB. Costo dell'operazione: 303 mln di dollari. Per questo secondo squadrone l'addestramento venne curato dal 1 TFS e dai corsi sulla Luke AFB e Tucson AFB. I primi dei nuovi F-16 vennero consegnati nell'ottobre 2000, mentre gli altri sei mesi dopo, appena prima di un altro epocale evento, l'attacco a NY. Tra i materiali forniti figuravano anche alcuni AIM-120B per un costo piuttosto modico di 13 mln di dollari, inclusa l'installazione del radar Northrop-Grumman AN/APG-68(V)8 più sistema IFF moderno. A tutto questo si aggiungono anche missili AGM-65 a guida IR (presumibilmente modello D), bombe GBU-12 a guida laser, pod Sharpshooter, ma si è parlato anche dei LANTIRN. Gli F-16 di nuova produzione hanno anche CRT a colori, mentre la predisposizione per gli AIM-120 è stata estesa agli aerei del primo lotto. Dato che gli F-16 sono stati comprati via FMS, hanno avuto s/nc USAF, ma poi hanno ricevuti anche quelli locali. I 90-0028 e 29 divennero 101 e 103 (Block 40D), gli F-16D hanno snc 90-0036/39 e i n.150, 152, 154 e 156. Infine, si sa che dell'ultimo lotto, i 90-0030/35 sono i C Block 40E, diventati 105-115.

Uno degli F-16 è noto (fonte Wiki.en) perché perduto per incidente nel 2003.

In Iraqi Freedom (l'invasione americana dell'Iraq, fatta con motivazioni 'altamente discutibili') la appena ribattezzata Royal Bahraini AF o RBAF mandò i suoi F-16C armati di AMRAAM in pattugliamento sul Kuwait, per rinforzarne le difese aeree (anche se non vi furono attacchi aerei irakeni), una cosa già vista, sia pure con materiali meno avanzati, 12 anni prima.

La vita sulla SIAB è decisamente difficile, in termini puramente ambientali: temperature di 40 gradi e umidità del 95% sono frequenti; i piloti volano sui loro F-16, con il tettuccio fumee, ma pur sempre una 'serra' per i raggi solari, e si dirigono verso il mare del Golfo e l'Area Sud, nel Golfo di Bahrain, destinata alle esercitazioni a fuoco annuali, che consistono nel colpire un bersaglio di cinque metri, trainato da un F-5E. Oppure, per gli attacchi a terra, il poligono di Raas Albat, isola di Bahrain, ma è una struttura piccola, condivisa anche da carri M60A3, semoventi M109A5 e M110A2. Tanto che è possibile usare solo bombe inerti, mentre per azioni più complesse c'è il poligono di Maqatra di Abu Dhabi, e altri in Kuwait e Arabia Saudita, qui anche con simulatori di minacce SAM (è vicino alla base di Dhahran, dove vi sono numerosi squadroni di Tornado e F-15); grazie ai reparti sauditi vi sono anche missioni DACT, ma per queste azioni addestrative vi sono spesso anche gli F-18 e Super Hornet americani.

Per la difesa dal sole le cose sono diverse: gli aerei sono parcheggiati negli shelter; inoltre devono anche vedersela con nemici ancora più insidiosi, la salsedine e la sabbia, per cui la pulizia diventa molto accurata per salvarli da corrosione e malfuzionamenti, con un ciclo completo ogni 15 giorni e cicli d'ispezione con frequenza raddoppiata rispetto al normale. Non solo, ma nel 2009 l'aviazione ha cominciato a collaborare con la G.E. per aumentare la vita utile dei motori F110, ora aggiornati allo standard -100c anziché -100b, e con una previsione di durata fino al 2040!

Quanto all'addestramento, la RBAF non se lo poteva permettere 'in casa' e così i suoi pochi piloti si addestrano in Arabia, Giordania ed Egitto; vi sono addestramenti sugli Hawk sauditi e degli Emirati, nonché sugli L-59 egiziani, mentre gli F-5 hanno reparti OCU in Arabia o in Giordania; i piloti addestati, una volta arrivati ai reparti ricevono un corso supplementare avanzato. Nel 1990 c'erano istruttori americani e giordani al 6 TFS, ora sono solo americani e locali. I piloti degli F-16 erano provenienti dagli F-5 del 6 TFS, ma attualmente le cose sono diverse, grazie all'arrivo degli Hawk Mk.129, consentendo di passare attraverso di essi per raggiungere le unità con i Falcon. Anche gli addestratori sono alla SIAB con lo Stormo di addestramento aereo o ATW: esso ha vari T.67 Firefly e sei nuovi Hawk, tutti nel No.5 Squadron, vi è anche un simulatore che permette ai piloti dei primi di passare poi sui secondi. Alla fine, è stato possibile organizzare una formazione indigena per i piloti da caccia, con il primo gruppo brevettato nell'estate del 2009. Vi è comunque qualche immancabile 'contractors' americano per aiutare il passaggio dei piloti nei reparti operativi.

Si è parlato spesso del 6 TFS, unità che in effetti, pur avendo gli aerei di prima linea più vecchi, è anche la più importante e significativa dell'aviazione dell'emirato. Sono macchine superate, ma come molti 'vecchi guerrieri' di sana costituzione, possono regalare dispiaceri. Il loro radar AN/APQ-159 non consente di vedere gli Hawk e gli F-16 a distanze superiori ai 30 km, molto meno della portata degli APG-68, che con frequenza di ripetizione alta cerca bersagli a lungo raggio, e con quella media ottiene informazioni sulla distanza. Di fatto è possibile, con questo sistema, trovare bersagli anche a bassa quota, e agganciarli alle armi di bordo molto prima di quanto non possano fare i Tiger. Il suo pilota deve quindi fare affidamento all'apparato RWR, lanciatori di chaff e flare ventrali, e alle manovre tattiche. Se riesce ad avvicinarsi, è possibile affrontare in combattimento ravvicinato l'avversario e l'F-5, con la sua tinta grigio chiaro uniforme (come del resto l'F-16) è un oggetto difficile da vedere, grazie alla sua sagoma piccola e allungata, un po' da 'squalo'. Con i soli AIM-9 alle estremità alari, l'F-5 è in grado di manovrare sorprendentemente bene, specie a bassa velocità e sul piano verticale, riuscendo a controllarsi anche a velocità bassissime. L'F-16 sembra, nonostante la potenza esuberante, in difficoltà e il pilota ricorre al postbruciatore per guadagnare energia, ma così si espone all'attacco dei missili AIM-9M, che sfruttano le loro capacità di ingaggio 'all aspects', ovvero contro oggetti da tutte le direzioni, solo se questi hanno sufficiente calore emesso, mentre gli F-5, per quanto poco potenti, sono piuttosto 'freddi' al confronto, anche con i due motori con AB inserito. Malgrado non siano avanzati come gli F-16 e non siano agili come gli Hawk in virata, sono ancora dei preziosi combattenti, capaci di dare dispiaceri anche ad avversari più potenti (come scoprirono, per esempio,gli F-104S italiani contro gli F-5 turchi, pur se privi di radar). Peccato che gli F-5 non siano stati aggiornati debitamente con sistemi ECM più efficaci e con un radar come il Grifo (scelto per vari utenti di F-5 e di MiG-21/F-7) o l'APG-67. Del resto, l'F-20 era proprio ed essenzialmente questo: un F-5 con un radar multimodale moderno (AN/APG-67) e un motore solo, ma di potenza esuberante (F404, quello dell'F-18). Purtroppo venne abbandonato un po' prematuramente, lasciando numerose aviazioni a svenarsi con aerei un po' troppo complessi come l'F-16.

In ogni caso la RBAF, designata (per quel che vale) da GW Bush come una 'major non-NATO ally' è considerata abbastanza forte da resistere ad aggressioni esterne prima che arrivi una coalizione di 'amici', ma per questo c'è soprattutto la politica che deve fare la sua parte. In futuro si pensa a nuovi aerei, come l'F-35, EF-2000 o altri tipi, ma ancora è presto per dire cosa succederà.

Il Qatar, assai più grande del vicino Bahrein, ha spese per il 4,2% del PIL (al 1993), con forze che nel 1990 erano di circa 10.000 effettivi, di cui la parte più pregiata era un battaglione con 29 carri AMX-30. La sua aviazione aveva avuto a suo tempo 4 Hunter di cui uno biposto, poi però divenne una nazione di primo piano con i Mirage F.1, consegnati negli anni '80, e vari Alpha Jet. Attualmente ha circa 11.800 effettivi, di cui 8.500 per l'esercito, 1.800 per la Marina, 1.500 per l'aviazione. Nel 1994 firmò con la Francia un contratto per 12 Mirage 2000-5EDA e DDA [1].

L'età per il militare è di 18 anni. Le persone tra i 15-49 anni (uomini) ono 306.850, di cui adatti al servizio circa 161 mila; ogn anno circa 6.500 arrivano all'età militare. Le spese dell'FY 99/00 sono 816 mln di dollari, pari all'8,1% del PIL dell'epoca. Tra i contratti importanti recenti: uno di 260 mln di euro o 400 mln di dollari per 18 AW139 (ex AB139 dopo il poco saggio ritiro della Bell nel 2005), per compiti vari, SAR, pattugliamento SFOR ecc. Altrettanto costosi i 2 C-17 Globemaster III dell'ottobre 2008. Difficile capire la necessità di tali aerei per il piccolo stato del Golfo, ma fa il paio anche con la scelta degli EAU.


Organizzazione:

  • Minister of Defense: Shaykh Hamad ibn Khalifa al-Thani
  • Commander in Chief of the Armed Forces: Shaykh Hamad ibn Khalifa al-Thani
  • Chief of General Staff: Brigadier General Hamad bin Ali al-Attiyah
  • Comandante delle Ground Forces: Colonel Saif Ali al-Hajiri
  • Comandante dell' Air Force: General Ali Saeed al-Hawal al-Marri
  • Comandante della Navy: Commodore Mohammed Nasser al-Mohanadi

Branche:

Army

  • 44 carri AMX-30
  • 134 APC VAB
  • 30 AMX-VCI
  • 40 blindo Mowag Piranha
  • 40 AMX-10P
  • 8 V-150 Commando
  • 12 AMX 10 RC
  • 20 EE-9 Cascavel
  • 16 VBL
  • 10 Ferret

Artiglierie:

  • 22 AMX Mk3 da 155 mm
  • 12 G5 da 155 mm
  • 3 Astros II MLR

Armi c.c. 48 lanciamissili HOT di cui 24 sui VAB; 60-100 lanciatori MILAN


Navy

  • 4 'Vita' Fast Attack Craft - 480 t - 4 MM40 Exocet - del 1996-97
  • 3 'Combattante III' Fast Attack Craft - 430 t- 8 MM40 Exocet - 1982-83
  • 4 Vosper pattugliatori- 120 t- del 1975-76


Air Force

  • No. 1 Fighter Wing
    • No. 7 Air Superiority Squadron - Mirage 2000
    • No. 11 Close Support Squadron - Alpha Jet
  • No. 2 Rotary Wing
    • No. 6 Close Support Squadron - SA342
    • No. 8 Anti-Surface Vessel Squadron - Commando Mk 3
    • No. 9 Multi-Role Squadron - Commando Mk 2

Equipaggiamento:

  • 6 Dassault Alpha JetDassault/Dornier Alpha Jet
  • 14 Sud Aviation SA 342G/L Gazelle - HOT
  • 12 Dassault Mirage 2000-5
  • 18 BAE Systems Hawk Mk.100 in ordine
  • 12 Westland Commando Mk 2/3
  • 2 Boeing C-17 Globemaster III, ordine $400-450 mln
  • 4 Lockheed C-130J-30 Super Hercules - $393 mln
  • 18 AgustaWestland AW139 - ordine per 400 mln di dollari
  • Airbus A340-211
  • Boeing 707-3P1C
  • Boeing 727-2P1
  • Dassault Falcon 900
  • Boeing 747SP-27
  • Airbus A310-304
  • Airbus A320-232
  • Airbus A319-133X


Bibliografia

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A&D Ott 1990

RID EAU: la caccia al contratto, RID novembre 1991 p.86-87

Nativ, Andrea: Idex 2009, RID apr 2009 p. 48-55

Joe Baugher'site (F-16 e F-5)

Monografia Mirage 2000 A&D

L'Aviazione 26 'Gli Stati del Golfo'

Dati da wiki.en. (specie Bahrain e Qatar).


  1. Poli e Clerici, RID lu 05
  2. Poli, Clerici, Nativi: Idex 1997, RID p.20-29
  3. Nativi, Andrea: Idex '05, RID Apr 2007 P.30-39
  4. Nativi, Andrea: 'Idex '09', RID Apr 09
  5. Dati da wiki.en e, per la storia e società, dal sito di J.Baugher
  6. Fonte A&D Ott 1990
  7. Degraef e Borremas, JP-4 Ott 09
  8. Dati dal sito di J.Baugher