Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Olanda-2

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Indice del libro

Anni '90[modifica]

Forze armate olandesi, previsioni per il futuro (al 1992)[1][modifica]

E' senz'altro interessante rivedere come il Ministero della Difesa olandese fosse interessato a cambiare la sua capacità militare alla fine della Guerra Fredda.

In base al Libro Bianco della Difesa del 1991 v'era la volontà di mantenere unita la NATO, con appoggio anche alle missioni multinazionali, enfasi sulla mobilità e flessibilità che oggi sembrano scontate, ma molto meno all'epoca di un confronto militare con truppe corazzate massicciamente dispiegate in Europa. Il servizio di leva era da ridursi da 14 a 12 mesi e riorganizzare le F.A. significava anche ridurle, data anche la potenza accumulata in una nazione tanto piccola come l'Olanda. Le riduzioni dell'organico sarebbero comunque andate a finanziare l'innovazione e quindi con l'aggiornamento, le F.A. olandesi avrebbero guadagnato in efficienza e modernità, magari anche superando i precedenti limiti di funzionalità. E il bilancio era davvero notevole: 14.087 milioni di fiorini, ovvero 9.500 miliardi di lire, quasi la metà di quello italiano (e l'Italia à una nazione 10 volte più grande e 5 volte più popolata), e questo era previsto nel 1992, con un taglio di 245 milioni di fiorini già con le riforme previste dal Libro bianco, e altri 275 con la revisione del bilancio. Le riduzioni erano previste fino almeno al 1996 in ragione del 2% annuo. Anzitutto la marina, che non ha avuto un coinvolgimento nel trattato CFE e tanto meno è stata tagliata per le nuove necessità strategiche, al contrario ben interessate alla sua nuova strategia post-guerra fredda. Di certo la riduzione della prontezza operativa, speculare a quella della Marina Russa, era un motivo di economizzazione.

L'organico attorno al 1992 era, per la Koniklijke Marine:

  • 2 sottomarini 'Walrus' e due ordinati
  • 2 sottomarini 'Zwaaardvis'
  • 1 cacciatorpediniere 'Tromp' (l'altro era di recente passato alla Riserva)
  • 3 fregate 'M' (da aumentare a 8 entro il '95)
  • 12 fregate tra 'Kortenaer' e la loro versione antiaerea (2) classe 'Eisembeeck'
  • 15 cacciamine 'Alkmaar'
  • 11 dragamine costieri
  • 2 rifornitori di squadra

In tutto v'erano 17.000 uomini e donne, di cui solo 1.500 di leva, oltre a 5.700 civili ripartiti, come organizzazione operativa, soprattutto nei due gruppi d'altura, ciascuno con un paio di navi antiaeree di cui una 'Tromp', e 4-6 fregate. C'era da ridurre gli organici del 10% nella seconda metà degli anni '90, mettendo in riserva alcune navi grazie al maggiore preavviso per la mobilitazione dopo la fine della Guerra fredda. In seguito vi sarebbero stati 2 gruppi d'altura principali e uno secondario, oltre ai cacciamine. La forza di questi gruppi era prevista in 1 fregata contraerea di nuovo tipo, da impiegare anche come nave comando, una fregata contraerea, 4 fregate ASW del tipo 'M' o 'Karel Doorman' e 3 'Kortenaer' per la difesa ravvicinata con due elicotteri l'una, un vitale rifornitore di squadra e 3 sottomarini. Dei due gruppi solo uno sarebbe stato mantenuto in piena attività per un ridotto preavviso, ed era quello costituito dalle navi di cui sopra. Il secondo gruppo, a ridotta prontezza operativa, sarebbe stato formato da 4 fregate 'Kortenaer', ma nel 2006 sarebbe stato ordinato. La radiazione di 2 navi 'Kortenaer' era prevista dal Libro bianco nel 1994, ma poi sono è stato deciso un taglio ben più ampio in sede di revisione: 3 navi e altrettante da mettere in vendita, riducendo le 'Kortenaer' da 10 a 4. Nel 2006 sarebbe stata anche la volta dei due 'Zwaardis', senza rimpiazzo. La prima linea finita ad un totale di 16 navi, ovvero le due fregate antiaeree di nuovo tipo, 4 'Kortenaer', 8 'Doorman' e 2 navi contraeree 'Eisembeeck'. Nel frattempo sarebbero state messe in riserva 4 'Alkmaar', e si sarebbe cercato di rimpiazzare gli 11 dragamine 'Dokkum', forse in collaborazione col Portogallo e sicuramente col Belgio. Le navi idrografiche sarebbero state radiate entro il 2000, ma non rimpiazzate. Questo perché sostituite da due dei ridondanti cacciamine. Diverso per i rifornitori, con due navi da costruire con un programma multilaterale con la Spagna. La Marina olandese avrebbe anche messo in servizio una nave LPD da sbarco, erano infine previsti 20 NH-90, molto necessari per rimpiazzare i Lynx. I P-3 Orion erano invece confermati, come anche i Mariniers: il 1° battaglione Korps Mariniers, gli incursori subacquei, una compagnia mortai da 120 mm, erano tutti in organico del 3° Commando Brigade della Royal Navy, con cui v'era una forte intesa. Costituivano infatti la UK/NL Amphibious Force. La forza olandese era addestrata per i climi artici. Il 2° battaglione dei fanti di marina era parte della SMF, la Forza Aeromobile Alleata. Il 3° Battaglione era in riserva e il 4° nelle Antille olandesi. insomma, i fucilieri di marina olandesi erano una forza piccola ma realmente fondamentale per lo strumento operativo dell'Olanda.

L'aviazione, Koninklijke Luchtmacht, era in fase di riduzione, ma per lo più si trattava di ferraglia: gli ultimi 79 F-5 del 316° Sqn sono stati radiati e rivenduti a 3 diverse nazioni. Ora c'erano solo gli F-16, ordinati in ben 213 esemplari, l'ultimo dei quali consegnato solo il 27 febbraio 1992, al termine di oltre 10 anni di forniture. Erano attivi all'epoca in 8 squadroni da 18 apparecchi, ma anche il 306° da ricognizione e il 314° con dieci aerei per compiti OCU. Erano tutti concentrati a Volkel, Twenthe, Gilze-Rhein-Eindhoven, e Leeuwarden. Era stata fatta una completa scelta in termini di flessibilità: non solo gli aerei ma anche i piloti, negli ultimi 5 anni, erano diventati capaci di operazioni sia aria-aria che aria-superficie. In questo modo, con un maggior addestramento era possibile rendere al meglio con una piccola flotta aerea (nemmeno tanto, a dire il vero), da ridurre comunque a 144 apparecchi rispetto ai 162 presenti (solo considerando la dotazione dei reparti), sciogliendo uno dei gruppi e forse riducendo le basi da caccia a 3 con la chiusura di Gilze (o meglio, la messa in libertà per altri compiti). Nel frattempo erano in fase di ammodernamento nel radar e altri sistemi, che gli avrebbero dato grandi capacità come i missili AMRAAM. Il tutto sarebbe arrivato soprattutto nel periodo 1996-99. Per il resto, l'aviazione olandese, così forte in termini di reparti di prima linea, era equipaggiata solo col 334° Sqn da trasporto, da trasferire a Eindhoven e passare dai Fokker F.27 e 27M, vecchi oramai di oltre 20 anni, ad una forza di 2 aerei da rifornimento in volo, 6 medi e 2-3 leggeri. Le aerocisterne sarebbero state le grandi KC-10 trireattori. Gilze aveva anche gli elicotteri, con il Groep Lichte Vliegtuigen o GPLV, raggruppante tutti gli elicotteri leggeri per l'esercito ma gestiti ufficialmente dall'aeronautica, con tanto di tuta blu anziché mimetica.Era sotto il controllo del 1° Corpo d'Armata, ma v'era anche lo squadrone SAR con 4 Alouette III da rimpiazzarsi con 3 elicotteri nuovi.

I 2 Reggimenti missili dislocati in Germania, il 2 e 5°, avevano 2 gruppi HAWK l'uno, e altrettante unità Patriot, più gruppi di difesa con gli Stinger. Inoltre v'erano altri 7 gruppi HAWK per la difesa delle basi aeree. I Reggimenti erano da ritirare dalla Germania dal 1994, mentre si doveva rendere disponibili due gruppi I-HAWK e 2 di Patriot per la forze di reazione rapida della NATO. Altri acquisti di Patriot sono stati annullati, ma già v'erano già 20 lanciatori in 4 unità di fuoco, con 160 missili, ovvero 2 ricariche. L'Olanda è stata la prima nazione ad avere questi missili, spendendo 843 milioni di fiorini secondo il programma del 1983, aumentati poi a 866 di cui 552 'rientranti' sotto forma di compensazioni industriali varie, o come affitti americani per le basi e servizi offerti dall'Olanda. Il sistema contraereo olandese era pensato per essere integrato nella triade messa in campo, con sistemi americani, dei migliori missili americani: Patriot, I-HAWK e Stinger, tutti sistemi letali e tutti ben integrati tra di loro, come dimostrato per esempio alla esercitazione Dragon Hammer del '92 in Mediterraneo.

Era prevista la riduzione degli organici del 16% entro il 1995, e poi un altro 14% dopo. La soglia di partenza era di 15.700 effettivi, di cui solo 3.000 di leva, e 2.700 civili.

L'esercito era il servizio più colpito, abbastanza ovviamente. Era all'epoca costruito dal 1° Corpo d'armata, del Gruppo Armate Nord o NORTHAG della NATO, più un comando per l'esercito territoriale. Il Corpo d'Armata era costituito da ben 3 divisioni, la 1a e 4a regolari e 5a di riserva, oltre alla 101a brigata di fanteria, sempre in riserva. Di queste unità v'era solo una brigata, la 41a brigata corazzata della 4a divisione, in Germania, le altre erano sul proprio territorio nazionale. Da riorganizzare il tutto in due divisioni indipendenti in termini logistici: la 1a divisione avrebbe perso la 11a brigata da trasformarsi in unità aeromobile e restando di conseguenza su 3 brigate meccanizzate (una delle quali proveniente dalla 5a Divisione, e normalmente tenuta in riserva. La 5a Divisione invece sarebbe stata sciolta).

La 4a sarebbe diventata importante, con 4 brigate di cui 3 meccanizzate (una in riserva) e una blindata leggera (per l'appunto, la 41ima, quella di stanza in Germania, dove sarebbe rimasta, con ub battaglione carri con 40 Leopard 2, un battaglione fanteria meccanizzata e due esploranti, più vari supporti logistici. La sua missione sarebbe stata la copertura, specie in termini di ricognizione, del corpo di reazione rapida della NATO a cui era ufficialmente assegnata una forza di tre plotoni carri su 4 Leopard 2, 3 plotoni fanteria meccanizzata, 3 da ricognizione da equipaggiare con un nuovo corazzato leggero ruotato.

In sostanza, il 1° Corpo d'armata avrebbe avuto due divisioni, la 1a e la 4a, ma anche la 101 brigata di fanteria, normalmente in riserva, e la 11a brigata aeromobile. Questa sarebbe stato l'elemento da assegnare al Corpo di reazione rapida NATO e presumibilmente equipaggiato con 3 battaglioni di fanteria aeromobile (1 in riserva), con missili Trigat, TOW, personale professionista con ferma fino a 8 anni.

L'aviazione leggera era da ammodernare: non c'era altro che ricognizione leggera (BO-105), mentre mancava una capacità controcarri e da trasporto. Ragion per cui erano da comprare circa 30 elicotteri da trasporto da consegnare già nel 1994, due anni dopo l'ordine. Su quale modello, era ancora da decidere tra CH-47, Super Puma e UH-60. L'attacco sarebbe stato garantito da 40 elicotteri (che poi sarebbero stati gli AH-64, ma ancora la gara era aperta tra questi e altri tipi, in particolare gli A.129). Erano previsti anche altri cambiamenti, piuttosto tediosi da descrivere, ma in generale la forza del 1° Corpo d'armata sarebbe stata basata su 4 brigate meccanizzate a effettivi incompleti, una blindata leggera e la brigata aeromobile, quasi tutte raggruppate nelle divisioni 1 e 4.

Il comando territoriale sarebbe stato invece lasciato quasi intatto, ma avrebbe perso le due brigate di mobilitazione, visto la riduzione del 25% delle riserve, lo scioglimento del corpo delle colonne mobili per la protezione civile. In tutto, entro il '95 sarebbe stato perso il 17% dei 75.000 uomini e donne, inclusi 11.500 civili e 40.000 di leva. Quest'ultimo sarebbe stato ridotto del 20%, aumentando il totale dei professionisti al 40% del totale.

Il trattato CFE avrebbe permesso la radiazione di molti carri armati: dei 913 erano da ridurre a 743, con 170 Leopard 1 da cedere alla Grecia (ma poi sarebbero stati molti di più, questo era solo l'inizio). La Grecia avrebbe eliminato 503 carri obsoleti sempre per lo stesso motivo. Nel '98 sarebbero stati mantenuti solo 445 carri armati Leopard 2. Dei 1080 mezzi da trasporto truppe 387 erano in eccesso e allora 104 M113 e 24 YPR-408 sarebbero stati ceduti al Portogallo ed eliminati gli altri in eccesso fino a scendere a 712. Ben 831 artiglierie di calibro superiore al 100 mm erano censite, di cui 224 da eliminare per il trattato CFE. Erano da sciogliere i 4 gruppi con 60 M110A2 da 203 mm, potenti ma piuttosto obsoleti e privi di protezione. Per il resto si trattava di M101 da 105 mm, il gruppo Lance con 8 lanciatori, e alla fine del 1998 le artiglierie campali sarebbero state solo 496.

Gli investimenti, specie per l'11a Brigata,erano ingenti: solo per gli elicotteri erano previsti l'equivalente di 1.900 miliardi, sistemi per l'avvistamento aereo per i missili Stinger, 300 veicoli fuoristrada leggeri, i missili Stinger POST (entro il '92). Era in distribuzione il sistema Adbis per le comunicazioni digitali, c'erano le prime compagnie di guerra elettronica simili a quelle tedesche, gli RPV con raggio di 30 km. La Polizia militare era pure da ridurre del 10%.

La riduzione dello strumento militare era di 21.000 effettivi sui 128.500 del 1990, ma questa era la prima fase, per la metà anni '90: nel 2000 erano previsti solo 88.500 effettivi ovvero un taglio di 19.000 di leva, 14.500 professionisti e per il resto civili.


Americani e 'Orange': gli Eagle di Soesterberg[2][modifica]

In Olanda, una realtà del tutto anomala era la grande base aerea di Soesterberg, vicino ad una (rara) collina nel paesaggio olandese.

Soesterberg era la 'culla' dell'aviazione olandese: il primo aereo di costruzione nazionale volò nel 1911; dal 1913 il campo divenne una base militare e venne fondato il Dipartimento dell'Aviazione militare.

Nel secondo dopoguerra, al 1955, vi arrivarono gli aerei texani del 32nd FS, nato il 1 febbraio 1940 con i P-36, ma che all'epoca era stato già spostato numerose volte fino a Portorico come parte del 36th PS. aveva continuato i suoi pellegrinaggi nella zona del Canale di Panama, girando varie basi locali, fino alla disattivazione, quando all'epoca volava con i P-47. Nel '55 venne ricreato con la ridenominazione del 512th proveniente dalla RAF Manston, con gli F-86F; nel '56 già ebbe gli F-100C Super sabre, nella versione C. Poi, nel '60, il 32nd era diventato un TFS, con gli F-102 per la difesa aerea, con gli F-102A Delta Dagger; poi fu il primo a volare con gli F-4E tra i reparti dell'USAFE, per un totale di 24 esemplari. Dal '78 ebbe gli F-15A e B, e poi già nell'estate del 1980, i nuovissimi F-15C e D.

La sua singolarità era la doppia gestione: sia olandese che americana. I primi vi basavano i loro vecchi ma affidabili Fokker F-27. Gli americani erano normalmente sotto il controllo del Paese ospitante, ma potevano anche essere messi su allarme indipendentemente dai comandi NATO, per esempio l'allerta atomica del 1975, quando gli americani ebbero l'impressione di un imminente attacco missilistico sovietico.

Ma a Soesterberg era diverso: il 32nd TFS della parte americana della base, nel 'Camp New Amsterdam', era sì un reparto dell'USAFE, ma comandato da un ufficiale olandese. Lo Squadron dell'USAFE, nel tipico stile delle basi americane all'estero, usufruiva di una 'comunità' propria, con infrastrutture varie tra cui due scuole, una banca e una clinica. GLi americani dello squadrone avevano la corona di Orange, concessa nel '59 al reparto che all'epoca volava con gli F-100C.

Lo squadrone 334 olandese era ancora con gli F-27, consegnati proprio in quel 1959 e ancora tutti attivi(dimostrando che i reparti di seconda linea si evolvono molto più lentamente degli squadroni da caccia); tra le loro missioni v'erano anche il soccorso ai terremotati di Ankara, ai disastrati di Calcutta nel '71 e ancora per le emergenze di Sudan e del Sahel, il tutto sotto l'egida dell'ONU. Volarono anche nel giugno del '68 per verificare la tregua tra Israele e i suoi vicini (più probabilmente era il 1967 nda); in Europa c'erano rischieramenti a Bodo, Nordhodt, venivano fatti lanci di paracadutisti, i rischieramenti a Creta annuali, il supporto ai lanciamissili NIKE Hercules, e anche alla Marina, una collaborazione tra i due servizi iniziata nel maggio 1974, specie per addestrare i piloti e navigatori. C'erano anche missioni di trasporto della famiglia reale, quando l'F-28 Fellowship era disponibile in revisione (nb: normalmente era usato dalla compagnia charter Martinari).

Alla base c'erano anche gli Alouette III dello squadrone 298, mezzi comprati nel 1965 in 24 esemplari e ancora pronti al decollo. Essi a loro tempo sostituirono gli Hiller H-23 Raven, del '55. Gli Alouette erano anche usati per missioni SAR, FAC e quant'altro, con un totale di personale pari a circa 190 uomini, che ora alloggiavano in una zona un tempo usata da uno squadrone di Hunter. Ora facevano parte del Light Air Group, basato come QG sulla Deelen AB, e in tempo di guerra parte del 1st Army Corps. Infine alla base c'era un'unità riservata alle 'visite non gradite'; il reparto a.a. con missili I-HAWK e due sezioni a.a. con un efficiente radar Flycatcher (acchiappamosche) e quattro cannoni da 40/70 mm ognuna.

'Camp New Amsterdam' aveva per i suoi F-15 Eagle shelter di seconda generazione; anche gli F-15 erano di ultimo tipo, gli 'C', e operavano in collaborazione con gli aerei di Bitburg, non molto lontani e i più numerosi 'Eagle' americani in Europa. L'armamento tipico all'epoca era costituito da quattro AIM-7F e altrettanti AIM-9L; dovevano operare in collaborazione con gli F-16 olandesi e F-4F tedeschi nella difesa del Settore 1, il tutto era comandato da un ufficiale della RAF a Brockzetel, in Germania. C'erano anche delle visite di cortesia, per esempio il reporter trovò un paio di F-15 Eagle di Holloman, New Messico, che si erano portati ciascuno un Sidewinder per l'autodifesa.

Due Eagle erano pronti al decollo ogni momento (QRA), ma i decolli su allarme non erano così frequenti. Con una possibilità d'allertarsi su distanze di circa 400 km dalla base, un eventuale incursore sarebbe intercettato a circa 150 km oppure già in Olanda se questo era supersonico. L'allarme era comunque diramato dal comando NATO, non dagli americani; gli ordini provenivano dal 1° Settore al CRC (Combat Reporting Center), a nuova Milllingen, in Olanda, parte del Dutch Air Defence Command, e poi da lì erano distribuiti alla base di Soestemberg, comandata da un olandese, che a sua volta li trasmetteva al 32nd TFS.

Una cosa che sorprendeva era anche quella del rumore, o meglio, dell'assenza dello stesso. Era notevole vedere come un F-15 sbucasse all'improvviso dal bosco della base e si infilasse nella bretella. Data la densità della popolazione in zona, il rumore era un problema sentito. E nell'agosto del 1970 i Phantom all'epoca basati in zona ebbero una modifica della General Acoustic Co. californiana; un raffreddamento idraulico per ridurre la temperatura da 3.300 a 900 gradi dei gas di scarico, e pannelli acustici per ridurre la rumorosità, tanto che l'impronta acustica, dagli insopportabili 145 dB calò a soli 40. Insomma, tutto pensato per far convivere al meglio gli abitanti e i militari nella zona. La civiltà olandese, insomma.

1993: arriva la bufera[3][modifica]

La situazione del dopo-Guerra fredda era davvero difficile da prevedere, a parte che la Russia stava continuamente cadendo in potenziale militare, e senza nessuna speranza di migliorare in futuro. Il modello proposto parlava di una forza complessiva di 1,5 milioni di soldati in tutte le branche delle Forze Armate. Gli olandesi recepirono la lezione come nessun altro, anche se pure tedeschi e britannici tagliarono drasticamente i loro programmi militari.

La revisione appena fatta e ampliata, così, finì per non bastare più. Nel '93 il Segretario della Difesa Relus teer Beek presentò un programma di tagli massiccio. Si è arrivati così a prevedere un taglio del 44% del personale, cessare il servizio di leva entro il 1998, riduzioni generali etc. E questo in effetti non è stato devoluto ad ammodernare lo strumento militare, ovvero chiudendo un reparto e con i soldi risparmiati aggiornando gli altri e-o pagando personale professionista. I tagli c'erano e come. Le esigenze erano comunque cambiate molto, e ora la necessità si chiamava 'mobilità', specialmente in ambito NATO con interventi multinazionali, mettendo a disposizione: una brigata aeromobile, un gruppo navale con 8 fregate e due sottomarini, un rifornitore navale e 10 elicotteri imbarcati, nonché 6-7 pattugliatori P-3C, uno-due battaglioni di marines, e per le forze aeree, due gruppi di F-16. Al tempo stesso v'era l'intenzione di mantenere le infrastrutture per combattere un eventuale guerra nei confini della NATO, anche se la situazione di prima del 1990 non era pensabile come prospettiva in futuro.

I tagli sono stati comunque tanto gravi, che si era arrivati a ipotizzare solo 4 brigate per l'esercito. Una quinta è stata aggiunta solo dopo le insistenze della NATO. La riduzione prevista era anche così pesantissima, e si parlava di un taglio di 6 miliardi di dollari nel periodo 1993-2003, periodo che avrebbe visto un esborso di 75 miliardi complessivi, di cui 21 per nuovi materiali. Così il ministro della difesa riteneva che il 'dividendo di pace' era stato interamente incassato, e sotto non si sarebbe dovuti scendere (cosa che però è accaduta almeno nel caso della Marina, ma questo non era ancora in programma). I militari di leva erano ancora graditi ai comandi olandesi e suggeriti da una commissione parlamentare come ancora necessari. Ma era anche vero che i battaglioni erano permanentemente sotto organico date le licenze dei militari di leva,e alla lunga le spese di gestione avrebbero compromesso i programmi, sempre più costosi, di aggiornamento. Insomma, era da scegliere la 'Qualità rispetto alla quantità', e questo se non altro si trovava confermato dall'aggiunta, spesso con urgenza, di nuovi equipaggiamenti che il Libro Bianco del 1991, nemmeno dopo le 'correzioni' dell'anno successivo, contemplava. Le priorità erano una nuova nave anfibia (per la prima volta per la Marina, prima non c'erano mezzi del genere nonostante la presenza dei marines), aerei da trasporto ed elicotteri da trasporto e attacco, nonché RPV, sistemi C3 e altre attrezzature avanzate e mobili.

Anche l'organizzazione era da rivedere: il 1° Corpo d'Armata Olandese sarebbe stato integrato con uno tedesco per formare un comando binazionale con sede a Munster. Questo Corpo d'Armata avrebbe avuto due divisioni tedesche e una olandese, comandato a rotazione da un generale a 3 stella olandese o tedesco. Anche la Marina olandese avrebbe collaborato molto strettamente con i tedeschi, d'altro canto gli Olandesi erano già molto integrati con i tedeschi, avendo per esempio le fregate 'Kortenaer' parenti stretti delle 'Bremen' tedesche (ma con motori inglesi, come quelli della Royal Navy: quindi anche qui gli olandesi tendevano a fare da anello di congiunzione tra le due Potenze..). Come misura intermedia verso la professionalizzazione la durata della coscrizione sarebbe stata portata dal 1 gennaio 1994 da 12 a 9 mesi. Del resto la cosa, anche se molto inefficiente (come ammesso, per esempio, dai francesi) era necessaria come norma 'transitoria': l'Italia avrebbe ridotto la durata della leva da 12 a 10 mesi nel '97, la Francia aveva già fatto lo stesso etc.

La ristrutturazione, come già intuito dal Libro Bianco 1991 colpiva soprattutto l'Esercito: la riduzione del 54% del personale faceva temere addirittura l' estinzione' del Servizio, ridotto a 36.000 effettivi, 60.000 in caso di guerra, la chiusura di almeno 42 infrastrutture, caserme, depositi etc. con altre 26 probabilmente da chiudere. A parte questo era previsto di costituire la 11a Brigata Aeromobile: 3 battaglioni di fanteria leggera-commandos, compagnie mortai, genio, sanitarie, logistiche, 40 elicotteri armati e 30 da trasporto. Era possibile usarla, una volta costituita, sia come unità per impieghi nazionali che come parte della Divisione Multinazionale Centrale, o MND(C) costituita anche da belgi, tedeschi, inglesi. Questa divisione avrebbe avuto anche un battaglione trasmissioni olandese appositamente riorganizzato.

La seconda mossa era come detto, il C.d'A. binazionale. La divisione leggera olandese che l'avrebbe equipaggiato era costituita da unità artiglieria con i vecchi M114, i semoventi M109, gli MLRS (ordinati in 22 lanciatori, come per l'Italia), sanità, contraerea, logistica etc., una brigata corazzata leggera (due battaglioni meccanizzati, uno carri, uno esplorante, genio, artiglieria) e 2 o 3 brigate meccanizzate su 2 battaglioni meccanizzati e altrettanti carri, oltre ai soliti supporti.

La difesa territoriale sarebbe stata comunque basata su di un certo numero di unità dell'esercito, più che altro per compiti antisabotaggio e antiterrorismo.

La Marina avrebbe mantenuto la stessa struttura, dopotutto la mobilità per le unità navali era certamente un problema piuttosto facile da risolvere. Ma i due gruppi operativi avrebbero ridotto le loro navi, assieme alla perdita del 25% del personale nel corso di 7 anni. Nessuna riduzione invece per i Marines. L'assegnazione avrebbe visto due fregate parte delle forze di reazione NATO, come la STANAVFORMED, una nelle Indie Orientali olandesi e il grosso per i gruppi navali principali. In tutto sarebbero state mantenute 16 fregate di cui 12 attive. Nondimeno, le 'Kortenaer' avrebbero preso la strada della Grecia, già battuta anni prima dalle due inizialmente vendute e rimpiazzate con le 'Eisembeeck', l'ultima delle 8 'Doorman' era prevista per il 1996, i piani per rimpiazzare i Lynx con gli NH-90 restavano uguali (20 elicotteri), la nave rifornitrice POOLSTER sarebbe stata rimpiazzata già nel '94 con un'altra nave che l'avrebbe rimpiazzata, mentre nel '96 sarebbe arrivata la nave anfibia. Nel '96, con la consegna del quarto 'Walrus', due dei sottomarini 'Zwaardis' sarebbero stati radiati. La poderosa forza di cacciamine e dragamine, ben 26 navi, avrebbe dovuto trovare un rimpiazzo per i dragamine e un ammodernamento per gli 'Alkmaar' nel 2000, ma alla fine si è deciso semplicemente di dotare questi cacciamine dei barchini radiocomandati del sistema tedesco TROIKA, che non incomprensibilmente, si basava sul principio che per una nave con equipaggio la cosa migliore era, in presenza di un campo minato, non tanto non avere tracce magnetiche e acustiche, ma starne al di fuori e inviare mezzi senza equipaggio a dragare (con la possibilità di manovrare fino a tre imbarcazione con mezzi di dragaggio).

L'aviazione sarebbe calata del 34% fino ad appena 13.000 uomini, con appena 6 squadroni di F-16 con un totale di 108 aerei di prima linea. Sarebbero stati concentrati in due gruppi per ciascuna base di Leerwarden, Twenthe, Volkel, mentre gli altri due gruppi di F-16 sarebbero stati sciolti. I missili SAM, tra cui i nuovi Crotale NG, sarebbero stati concentrati iun un grande raggruppamento, e concentrati normalmente sulla base aerea di De Peel. 3 dei gruppi di F-16 sarebbero stati messi in condizione di 'reazione rapida' per dislocamenti rapidi, col supporto di KC-10. Restava comunque il 306 Sqn con gli F-16 da ricognizione. Questi avevano il pod Orpheus, poi cambiato con il sistema Oldelft, e dal 1996 con l'ATARS elettronico.

Due gruppi di F-16 avrebbero mantenuto la capacità nucleare, assieme a compiti di difesa aerea. Gli F-27 erano da sostituire con: 2 DC-10 civili riallestiti in aerocisterne, 2 C-130 H, 4 F-59 Utility, aerei leggeri, 3 AB.412 (per la prima volta un elicottero di costruzione Agusta è stato adottato dagli olandesi) per rimpiazzare i 4 vecchi Alouette III usati per il servizio SAR. Altri elicotteri sarebbero stati 17 da trasporto medio (forse Super Puma), 13 CH-47D, 40 elicotteri d'attacco (ancora da scegliere, ma si sarebbero rivelati gli AH-64 Apache) per le esigenze della brigata aeromobile.

Molti equipaggiamenti erano posti in vendita, data la qualità elevata dei sistemi usati dagli olandesi: dalle bombe a mano al costo di 2,7 dollari, ai caccia F-16 e fregate 'Kortenaer'.

L'elenco complessivo dei materiali presenti al 1990 e al 1998 (prevista) era:

Esercito:

  • Personale: 17.400---13.000, riduzione del 34%
  • Carri Leopard 1: 468---0 (da vendere a Grecia e Turchia)
  • Carri Leopard 2: 445--330
  • IFV YPR-765: 718---382
  • APC M113: 608---0
  • Veicoli da ricognizione ruotati: 0---240
  • Obici M110A2: 72---0
  • Obici M109: 222---137
  • Obici M114: 123---51
  • MLRS: 22----22
  • RPV: 0---30
  • Semoventi Ceasar: 95----0
  • Veicoli corazzati controcarri: 302----101
  • Mortai da 120 mm: 145---80
  • Veicoli fuoristrada leggeri: 0----230
  • Blindati ruotati APC: 0---110*

Marina:

    • Personale: riduzione del 25%
  • Fregate: 22----16
  • Rifornitrici: 2----0
  • Navi anfibie: 0---1
  • Elicotteri navali: 22----20
  • Ricognitori marittimi: 13----13
  • Sottomarini: 6---4
  • Navi MCM: 27----15

Aeronautica:

  • Personale: da ridurre a 13.000
  • Caccia F-16: 192----128
  • Di cui assegnati alla NATO: 162---109
  • Unità Patriot: 4----4
  • Unità I-HAWK: 16----8
  • Unità Crotale NG: 0---6/8
  • KC-10: 0---2
  • C-130: 0----2
  • F-50(o 58?): 9---4
  • Aerei collegamento: 3---3
  • Elicotteri osservazione: 91----29
  • Elicotteri armati: 0----40
  • Elicotteri trasporto: 0---30
  • Elicotteri SAR: 4----3

Quanto ai mezzi da trasporto ruotati, erano previsti soprattutto per impieghi fuori aerea. C'era difficoltà a capire che tipo di mezzi comprare: ma quando in Bosnia il ministro della difesa olandese viaggiò in un blindato Warrior sulla strada ghiacciata, questo tendeva a slittare. Lo stesso non si verificò su di un blindato spagnolo ruotato, per cui la scelta fu fatta a favore di mezzi ruotati. Ovviamente le cose stavano differentemente: i cingolati Warrior avrebbero dovuto essere ben più stabili, ma con i cingoli 'da tempo di pace', con elementi gommati, per non rovinare le strade, i problemi di mobilità su terreno vario si manifestavano con una peggiore presa sul terreno. Ma del resto se si trattava di un mezzo 'da peacekeeping' era chiaro che i cingoli da guerra non erano graditi per le strade.

In tutto erano previsti investimenti per il 30% del bilancio e soprattutto era pressante la necessità di poter mandare forze armate all'estero invece di avere un esercito cospicuo e ben equipaggiato ma usabile solo in Olanda e Germania, per esigenze oramai sparite.

Molto importante l'aggiornamento degli F-16 col programma MLU, Mid Life Upgrade, che avrebbe comportato una sostanziale rivoluzione operativa per gli F-16 europei, ma anche per 223 Block 50 americani, che avrebbero ricevuto un computer di missione modulare del tipo sviluppato dagli europei per i loro F-16 aggiornati. In tutto in Europa sarebbero stati aggiornati dal 1995 ben 122 F-16 olandesi (dei Block 15 e 16), 72 belgi, 63 danesi, 58 norvegesi, praticamente allo standard Block 50. Nel frattempo 130 aerei americani sarebbero stati ritirati, di quelli che non si sarebbe potuto aggiornare.

Un'ultima notazione: la difesa olandese competeva a due diverse figure: il Ministro della Difesa e il segretario di stato per la Difesa. Il primo si occupava del personale e politica strategica, il secondo di acquisizione materiali e programmi vari per le F.A.

Tornando all'aggiornamento degli F-16, originariamente, in base al grosso accordo MLU tra 4 nazioni europee e USA, era previsto (pur tra molte difficoltà dati i differenti requisiti operativi) un totale di 399 apparecchi A e B (ovvero dei Block 10 e 15, sia per monoposto che biposto), con kit anche per 130 F-16 dell'USAF equivalenti. Gli europei avrebbero investito quasi 2 miliardi di dollari per aggiornare 110 aerei belgi (300 milioni di $), 175 olandesi (775), 63 danesi (300) e 56 norvegesi (275). Come si vede il prezzo non era lo stesso per ciascuna nazione. Poi la quota è stata ridotta, tra gli F-16 da aggiornare, ad appena 301 (da uno di meno di 400 a uno di più di 300..), per un totale di 48 aerei belgi, 136 per l'Olanda, 61 per la Danimarca, 56 per la Norvegia (come si vede, sono numeri diversi da quelli riportati sopra, ma questo è quanto riportato dall'articolo di I.Bustin). Gli USA hanno rinunciato ad aggiornare i loro 130 F-16, ma hanno deciso di incorporare il nuovo computer di missione modulare su 223 F-16 Block 50.

In tutto questo programma era inteso a prolungare la vita degli F-16 fino al 2020, migliorando anche le capacità aria-aria e aria-superficie con il computer di missione MMC già menzionato, il radar APG-66(V)2, miglioramento dell'avionica e GPS; display multifunzione con compatibilità con gli NVG, HUD grandangolare, IFF avanzato, sistemi ECM migliori etc. L'MMC è stato sviluppato dalla Texas Instruments capace di rimpiazzare i calcolatori dell'HUD, controllo tiro e gestione carichi bellici. Pesa 21,3 kg, volume 28 litri, sistemato per facilità di manutenzione nel muso. Questo computer avrebbe avuto prestazioni ben maggiori rispetto al precedente: la memoria era aumentata da 960 kb (non è chiaro se si trattava di memoria 'standard' o solo di RAM) a ben 13 MB, trasmissione dati passata da 2,4 MIPS a 21-45, con una moltiplicazione della memoria di 8 volte, e 10 volte per la velocità, software ADA. Il radar APG-66 migliorato ha riduzione delle LRU, aumento velocità di scansione antenna, etc. con aumento della portata del 25% medio, modo di ricerca TWS, RWS, SAM (Situation Awareness Mode) con prestazioni mgliori come traccia rispetto al TWS nel tracciare bersagli multipli. Esisteva la possibilità di tracciare 10 bersagli e raccogliere informazioni, nel modo TWS, di altri 64. Esiste la capacità di ingaggiare bersagli con i missili AMRAAM o Sparrow, di combattere a distanza ravvicinata con un sistema di scansione per il combattimento aereo, rappresentazione della quota durante la ricerca dei bersagli (della loro altezza, quando localizzati), capacità di scoperta navale con videomappatura radar, inseguimento bersagli mobili sul terreno, capacità di scoperta navale entro un raggio di 80 miglia. L'IFF è l'Hazeltine AN/APX-111 come quello dell'F-18 con una portata di risposta di oltre 100 miglia nautiche, con 4 modi diversi (identificazione militare, id. sicura, traffico aereo, riporto della quota), con antenne davanti all'abitacolo e ai suoi lati. L'INS era del tipo Strap-down per rimpiazzare i vecchi sistemi a giroscopi rotanti e piattaforme su sospensione cardanica, con gli Honeywell H-423 e i Litton LN-93. Il GPS a 5 canali, integrato con l'INS, è chiamato MAGR della Rockwell Collins; Modem dati migliorato IDM capace di far dialogare formazioni di 4 aerei e anche all'esterno; HUD con campo di visione di 25 gradi, miglioramenti al sistema HOTAS con innumerevoli comandi sistemati come il trim, gestione dei display etc; i display sono due, multifunzione; esiste poi il sistema di navigazione digitale sul terreno DTS, che è stato collaudato da un F-16 AFTI nel 1986. Funziona così: l'altimetro riporta le quote sul terreno, durante il volo a bassa quota, e le confronta con quelle immagazzinate su di una mappa digitale, ricavando la posizione dell'aereo. Così era possibile una navigazione precisa con ben tre sistemi: INS avanzato, GPS e radar altimetro-mappa digitale, con la possibilità su quest'ultima di inserire dei 'waypoints', punti di riferimento etc. Altre aggiunte operative sono state quelle per i missili Penguin antinave, pod elettro-ottici. Il Penguin, fondamentale per i norvegesi, era lanciabile anche sopra il terreno, guida inerziale e guida passiva IR. La ricognizione era possibile con il pilone n.5, quello sotto la fusoliera, cablato per i pod come l'Orpheus; era disponibile anche un sistema d'atterraggio a microonde MLS, con frequenza di 5 GHz; sistema di caricamento dati DTE, Data Transfer Equipment. In aerei come i Tornado erano presenti i sistemi con la cassetta dati a nastro (musicassetta..), ma adesso, negli anni '90, erano disponibili i sistemi a memoria solida, antenati delle memorie digitali dei moderni sistemi tipi i telefoninini e le macchine, o gli ipod. Ma all'epoca i circuiti di memoria erano molto meno prestanti: si parlava di 128 kb, sufficienti però per il caricamento dei dati della missione, da mettere in una presa della consolle destra. Questa e in generale l'abitacolo erano compatibili con gli occhiali NVG (quindi niente luci rosse..).

In tutto, con questi sistemi gli F-16 facevano un salto di prestazioni formidabile. Già modernissimi all'epoca della loro introduzione, molto rispettabili 15 anni dopo all'inizio degli anni '90, avevano un display multimodo di piccole dimensioni, un HUD piuttosto moderno ma ancora piuttosto piccolo, radar APG-66, avionica moderna etc. etc. Ma con questo upgrade, introducevano una capacità di ingaggio aria-aria a lungo raggio mai avuta prima, grazie alla compatibilità con gli AMRAAM, un radar a lungo raggio (nei limiti delle piccole dimensioni del sistema), computer digitale MMS per l'elaborazione dati e ultimo ma non per merito un avanzato IFF per capire con chi si aveva a che fare. A questo si aggiungano i modes per il combattimento ravvicinato, l'HUD nuovo e di grandi dimensioni, i comandi HOTAS aggiornati, due display multifunzione per avere sia indicazioni sulla situazione bellica che quella di gestione dell'aereo. La navigazione passava da un sistema INS di seconda generazione a uno di terza, più GPS, mappa digitale DTS, sistema d'atterraggio strumentale a microonde, consentendo un'altra rivoluzione operativa. I carichi esterni, spesso di tipo guidato, erano capaci di assolvere ogni compito tra ingaggi antinave, aria-aria, ricognizione etc.

Riduzioni di numeri e aumenti di qualità[modifica]

Se gli F-16 erano uno dei pilastri dell'Aeronautica olandese, anzi praticamente l'unico (assieme ai Patriot e gli HAWK), il Leopard 2 (assieme agli IFV e l'artiglieria) era la componente cardine dell'Esercito. E come gli F-16, una buona parte dei Leopard 2 venne destinato ad essere ammodernato allo standard A5, programma tedesco ma che interessava anche l'Olanda, che dai primi anni '81 era utente di ben 445 carri Leopard 2. La forza corazzata olandese, armata con numerosi carri Leopard 1 e 2, cingolati per la fanteria della famiglia AIFV, semoventi come gli M109 e i Gepard, era davvero rimarchevole e moderna: gli M109 erano ancora i sistemi di riferimento, ragionevolmente efficaci ed assai economici, nel settore dei semoventi; i Gepard (Ceasar per gli olandesi, con alcune attrezzature come il radar di ricerca nazionali) e i Leopard 2 erano al top della produzione europea e mondiale, ed erano disponibili in quantità: basti pensare che ciascuno dei 95 Gepard-Ceasar costava quanto sei Leopard (poca sorpresa che l'E.I. li abbia valutati ma non adottati, anche se va detto che l'Italia ha prodotto su licenza oltre 1000 scafi Leopard 1 e poi ha speso quasi mille miliardi per i SIDAM). Il programma d'aggiornamento Leopard 2A5 venne lanciato ufficialmente nel 1988 con due prototipi approntati per il 1992. Scelta la configurazione, è stato fatto un contratto per aggiornare centinaia di carri sia tedeschi che olandesi. Per i primi si trattava di 225 mezzi con costo di 340 milioni di marchi, per i secondi si trattava di 180 veicoli per altri 367 milioni. Se la 'Fase 1' avesse avuto successo, allora gli altri 150 mezzi olandesi che sarebbero rimasti nell'esercito dopo le riduzioni avrebbero ricevuto pure questo kit di modifica. Era un kit che prevedeva anzitutto un sistema di visualizzazione termica per il capocarro nel sistema di osservazione panoramica della EL OP, chiamato TIM (Thermal Imaging Module) in aggiunta al sistema per il cannoniere, sempre la stessa, ma il visore EMES 15 è stata spostata dalla parte anteriore del carro, a destra, sul tetto della torretta.Perché? Per due motivi: il 'buco' nella corazzatura non era certo salutare, anche se necessario per far passare l' 'occhio' elettronico del sistema a camera termica. Invece così è come sull'M1 Abrams, solo un po' più in avanti. Sul davanti è invece piazzata una corazzatura aggiuntiva passiva avanzata, a forma di cuneo (che lo fa somigliare al Challenger o all'M1, piuttosto che al Tiger del tempo di guerra), adottata dopo avere valutato anche l'adozione di corazze ERA. Inoltre un sistema di navigazione IFIS di 'vetronica' (comunicazione e presentazione dati), GPS e INS avrebbero rivoluzionato le capacità di muoversi, comunicare e posizionarsi, sempre se realmente adottato. Il peso era adesso di 59,5 t con tutto questo armamantario aggiuntivo, ovvero circa 4 più di prima, ma ancora ben sotto i limiti veicolari del mastodontico carro tedesco. Del resto il suo antenato Tiger I già pesava 56 t, e il Tiger II arrivava a 65 (per non parlare del derivato Jadtiger da 76 t, e dell'ancora più mostruoso carro Maus da 180 t, con lo stesso cannone ma in torretta brandeggiabile, cosa che non compensò l'aumento del peso di circa il 120%).

Gli IFV erano della famiglia M113, ma con la meccanica delle versioni più recenti, corazzatura aggiuntiva spaziata (per migliorare sia la protezione, anche contro le cariche cave, e la galleggiabilità: del tutto diversamente dai 'cugini' VCC-1, che hanno corazzatura aggiuntiva di appena 6 mm sopra lo scafo normale, e praticamente sono privi di capacità anfibia a causa dell'aumento di peso), e un utilissimo cannone da 25 mm in torretta. Come nel caso del BMP-1 si tratta di una torretta monoposto, per cui non si può dire che si tratti di una soluzione riuscita appieno: il capocarro è dietro il conducente, nello scafo, a lato del motore, e non ha una visuale ottimale per comandare il mezzo. Ma è il prezzo necessario come compromesso: infatti con un mezzo corazzato di tipo abbastanza economico, da appena 13 t, non si può pretendere di più: con una torretta biposto praticamente la capacità di carico per le truppe si ridurrebbe a forse mezza squadra di fanti,troppo poco: un mezzo tanto piccolo, con questa torretta, può essere usato come mezzo da esplorazione, ma come trasporto truppe avrebbe limiti fondamentali (è anche più piccolo del BMP, oltretutto). Basti dire che per implementare tutte le esigenze, gli americani sono arrivati all' M2 Bradley, da oltre 20 t ed estremamente costoso (600.000 dollari all'inizio anni '80) tanto da essere considerato un veicolo 'gold plated'. Metti cioè una torretta biposto con cannone da 25 mm, corazzatura pesante e una squadra di fanti, e ottieni un veicolo tanto costoso che pochissimi se lo sono potuti comprare. È anche vero che il LAV-25 e altri mezzi simili possono permettersi sia la torretta biposto, che la squadra fanti, che una massa di 13 t, ma per un mezzo cingolato è più difficile restare entro certi limiti: il VCC-80 italiano pesa circa 20 t eppure è relativamente piccolo.

Nel caso dell'AIFV, si è voluto semplicemente dare un successore potenziato ma ancora a portata di tasche degli acquirenti probabili, dell'M113, economico ma troppo limitato. IL parente povero è andato all'E.I (per esempio con solo una mitragliatrice scudata da 12.7 mm), quello 'ricco' agli olandesi e pochi altri. Per quanto meno mobile dei Leopard 2 (e forse anche dei Leopard 1) era pur sempre un compromesso notevole: e anche se era privo di missili TOW (riservati ad una versione specifica, come nel caso dell'M113 TUA), era capace di cooperare con i carri, distruggendo blindati nemici su distanze di 2 km col tiro rapido della sua arma, e capace al tempo stesso di ingaggiare elicotteri. Anche i carri nemici potevano essere messi in pericolo (anche se gli olandesi non hanno munizioni DU, di circa il 10% più perforanti di quelle al tungsteno, e con un micidiale effetto piroforico) se l'ingaggio era sui loro fianchi o retro, o qualche altro punto debole. Solo la scarsa ergonomia (peraltro aiutata da validi sistemi di visione, almeno entro i limiti del caso) di una torretta monoposto in cui v'é sia da cercare che da sparare limitano un po' questa capacità, ma il 25 mm è, sul campo di battaglia, un'arma definitivamente notevole, più pericolosa di quelle da 12,7 mm e 20 mm (quest'ultimo calibro non è mai riuscito, per ragioni di rapporto prezzo-efficacia, a rimpiazzare l'altro sui mezzi corazzati). Il BMP-1 aveva invece un set di armi del tutto diverso, mitragliatrice coassiale a parte, avendo un cannone a bassa pressione e un lanciamissili controcarri: armi meno precise e con tempi di reazione minori, come anche la cadenza di tiro, ma capaci di distruggere un carro armato senza troppi complimenti entro i 3 km di distanza (almeno teoricamente).

Detto questo, ci si potrebbe chiedere il rapporto di efficacia nella modernizzazione con riduzione quantitativa dei mezzi schierati. Nel caso dell'Aeronautica, non c'è di che temere, perché gli F-16 sono stati ridotti sensibilmente, ma con un programma d'aggiornamento che ha permesso capacità molto superiori. Basti pensare ai missili AMRAAM, che assieme ad altri sistemi meno appariscenti ma altrettanto fondamentali per sfruttarlo in maniera valida, ovvero il radar aggiornato APG-66(V)2, il datalink per passare le informazioni, l'IFF e HUD grandangolare, danno delle capacità nemmeno ipotizzabili con la dotazione originale, buona solo per intercettazioni diurne a breve raggio, molto limitatamente ognitempo (missili AIM-9 e radar APG-66). Anche le capacità ognitempo sono molto superiori nell'attacco e navigazione, con un sistema che combina mappe elettroniche, GPS, INS avanzati e sistemi d'atterraggio MMW.

Non c'erano molti dubbi nemmeno per la Marina: l'introduzione della classe 'M' al posto delle 'Van Speik' era certamente un grosso progresso, anche se poi la riduzione delle 'Kortenaer' era un problema imprevisto, per poi aggravarsi con la loro completa radiazione. Il sospetto è diventato certezza quando, all'alba del XXI secolo, è stata decisa addirittura la radiazione di 6 delle 8 'M', quindi sono rimaste solo 2 fregate ASW e 4 LCF antiaeree, oltre ai sottomarini e alcune altre navi. Solo la nave anfibia era una novità in positivo. Insomma, se l'aviazione è stata potenziata, la Marina è rimasta stabile secondo la pianificazione originaria del 1991, in flessione con le decisioni del '92 e '93, ma negli ultimi anni è caduta in 'disgrazia' passando da 22 fregate ad appena 6 (dieci in meno rispetto a pochi anni prima).

Nel caso dell'esercito la cosa era invece più dubbia. Se tutti i 330 Leopard 2 fossero stati aggiornati allo standard A5 (nel caso di appena 180 mezzi, il rapporto qualità quantità sarebbe stato chiaramente deficitario), allora la cosa si sarebbe risolta così: al posto di 445 Leopard 2 'base', vi sarebbero stati 330 Leopard 2A5. Questi, se fossero stati aggiornati tutti, possibilmente con il sistema IFIS (che era ancora in forse dati i costi), avrebbero potuto forse combattere meglio dei 445 Leopard 2 iniziali.

Tuttavia, v'erano in origine anche 468 carri Leopard 1 che portavano il totale a 913 mezzi corazzati tra Leopard 1 e 2. Questo quantitativo era più che sufficiente per formare 8 brigate da 2 battaglioni su 55 veicoli l'uno, quando i 330 Leopard 2A5 avrebbero potuto formarne solo 3. Certo, con una corazzatura migliore nel settore anteriore della torretta, era possibile per questi incassare meglio le munizioni nemiche, e magari erano state nel frattempo anche adottate munizioni perforanti migliori. Non erano variazioni di poco conto: se una munizione da 120 mm decalibrata originaria perforava 45-50 cm a 2 km, questa era malamente capace di perforare un Leopard 2 quasi ad alzo zero. Una munizione di nuova generazione, da 600 mm di perforazione garantita, avrebbe permesso di perforare quello stesso Leopard a circa 2 km, sempre considerando la parte frontale, più protetta. Con le corazzature aggiuntive i Leopard 2A5 diventavano invincibili rispetto a queste munizioni.

In un ipotetico scontro teorico, in un territorio 'a tavola di biliardo' i carri Leopard 2A5 forse avrebbero potuto, in uno scontro diretto, distruggere la forza originale di 445 Leopard 2 e 468 Leopard 1, specie se si tratta di un ingaggio notturno o con cattive condizioni di visibilità. I Leopard 2 avevano solo la camera termica del cannoniere, i Leopard 1 nemmeno quella, essendo stata data priorità all'aggiornamento della lina di carri con mezzi del tutto nuovi, i Leopard 2 per l'appunto (e a quel punto non c'erano proprio soldi anche per modificare radicalmente i Leo1). Ma questa è solo una parte della verità: infatti i Leopard 1 hanno sistemi ottici senza pari (e rigorosamente tedeschi): il capocarro ha un periscopio da 20 ingrandimenti, il cannoniere da 12. I sistemi IR sono poco efficienti rispetto ai sistemi di terza generazione, ad immagine termica. Però è poco noto almeno un paio di fatti: che questo sistema può vedere parti molto calde di un mezzo (poca sorpresa visto che oltre i 500C il calore diventa tale da causare il 'calor rosso', visibile anche a occhio nudo). I cannoni di carro armato potevano essere visti anche a 2- 3 km se erano roventi, anche se il manicotto termico riduceva molto questa possibilità rispetto ad una canna 'nuda'. Inoltre i carri moderni non agiscono da soli, vi è sempre un appoggio di fanteria e artiglieria. L'artiglieria era capace di fare alcune cose: tra queste di trasformare la notte in giorno e il giorno in notte. Ovvero, lanciare munizioni fumogene e illuminanti. Se vi era il problemi di ridurre il raggio utile delle armi nemiche, una cortina fumogena poteva essere valida, anche se i sistemi ad immagine termica sono capaci di penetrare il fumo con una certa facilità: i sistemi laser di misurazione della distanza non necessariamente erano altrettanto efficaci nel fare il loro lavoro.

La notte era trasformabile in giorno con i bengala. Poniamo che un veicolo con sistema termico affronti uno privo di questo sistema: ma se l'artiglieria fornisce un lancio di bengala nella zona dove è probabile che il primo dei due si trovi, si vede un doppio effetto: da un lato questo viene 'visto' dal secondo mezzo, dall'altro i sistemi ad immagine termica (e IL) sono molto sensibili ai bengala (per esempio, si vedano i filmati ripresi dalle camere termiche di bersagli colpiti da bombe e missili: per alcuni secondi le fiamme 'accecano' letteralmente i sistemi di visione termici, specie delle prime generazioni, e lo stesso vale per gli apparati IL), col risultato da capovolgere i ruoli: in questo caso è il mezzo con il sistema termico che è disturbato se non accecato, e visibile al tempo stesso al veicolo senza apparato termico. Inoltre, in termini di protezione esiste un altro problema. È ben vero che la protezione frontale è fondamentale in uno scontro tra mezzi corazzati, ma questo è soprattutto vero in caso di ingaggi statici.

Nel caso di ingaggi dinamici, allora le cose sono diverse. Le fiancate dei mezzi corazzati, anche dei carri, non sono molto protette: se il frontale del mezzo è capace di resistere a tiri con cannoni da 120-125 mm, anche a bruciapelo, i fianchi e il retro dello scafo e torretta sono vulnerabili persino a proiettili da 25-30 mm decalibrati, specie se DU (come è successo nelle operazioni in Irak, casi di 'fuoco amico'). Innaffiando di colpi un carro armato è possibile centrarne i punti deboli che qualche colpo di cannone non necessariamente avrebbe trovato nella sua traiettoria. Quindi se il cannone da 105 mm del Leopard 1 non perfora il frontale di un Leopard 2, questo non è vero se l'ingaggio avviene di fianco, essendo capace di perforare circa 300 mm a 2 km con munizioni tipo le M111 israeliane. Inoltre l'artiglieria, specie con munizioni a grappolo, può colpire i corazzati mettendoli fuori uso se vengono localizzati per tempo, o stendere campi minati con lo stesso metodo. Poi nelle operazioni complesse sono presenti anche i mezzi della fanteria, come gli AIFV, come si è detto, tutt'altro che innocui per altri mezzi corazzati.

Infine vi è anche la tattica. Al di là della forza diretta, il controllo del territorio e la tattica d'attacco e combattimento sono influenzate dalle pedine tattiche. L'ambiente non sempre rende possibile sparare alla massima distanza utile, se i campi di tiro sono dell'ordine di qualche centinaio di metri i sistemi di controllo del tiro più sofisticati vedono erosa la loro superiorità a lungo raggio. A parte questo, nonostante la superiorità dei singoli mezzi, il controllo del territorio richiede necessariamente un certo numero di pedine tattiche, e disporre, per esempio, di 8 brigate corazzate rende possibile farlo molto meglio che con 3 brigate dotate di corazzati potenti ma molto lenti e pesanti (specie se poi il terreno è difficile, molle, pesantemente inclinato etc.).

I corazzati olandesi sono stati quindi molto ridotti numericamente, e molto verosimilmente nemmeno i militari olandesi erano convinti che il miglioramento qualitativo fosse capace di compensare la riduzione quantitativa. La differenza, piuttosto, poteva essere quella dei supporti: se i mezzi da fanteria e contraerei restavano simili o uguali, (ma comunque meno numerosi), l'esercito olandese aveva acquisito 22 MLRS per il supporto d'artiglieria, armi estremamente pericolose per i loro bersagli (e per chi si avventurasse poi nelle zone colpite, date le submunizioni inesplose). E soprattutto, erano previsti 40 nuovi elicotteri AH-64 con i loro sistemi di visione notturna e i missili Hellfire, capaci di colpire pesantemente mezzi corazzati e bersagli vari.

1995: nasce il 1 °C. d'A.[4][modifica]

Alla fine dell'anno è stato costituito, a Munster, il 1 Corpo d'Armata tedesco-olandese. Forte di 25.000 uomini, è stato costruito definitivamente come una forza di 2 sole divisioni (il piano originale parlava di 3, come ricordato prima), la 1a Corazzata tedesca, e la 2a meccanizzata olandese. Il comando si sarebbe pariteticamente alternato tra olandesi e tedeschi, e il primo comandante in capo è stato il generale landese Ruurd Reistma. Ma questa forza poneva dei problemi ora che gli olandesi stavano passando da 130.000 ad appena 70.000 effettivi entro il 1998, tutti volontari: di fatto, il timore era, da parte degli olandesi, di drenare tutte le loro risorse in questo oramai opinabile organismo binazionale, che era simile al franco-tedesco Eurocorps. Ma mentre i francesi avevano la capacità di 'tenere botta' con i tedeschi, per il piccolo esercito olandese era difficile restare qualcosa di più di una 'dependance' dei potenti vicini, che potevano permettersi di vincolare in questa struttura solo una parte della loro ancora rilevante forza di terra.

F-16[modifica]

L'Olanda fu una delle nazioni che sottoscrissero l'accordo per il famoso 'contratto del secolo' vinto dalla Lockheed, che servì subito per equipaggiare con un caccia moderno e potente: l'agile F-16.

La Koninklijke Luchtmacht (come viene chiamata la Reale forza aerea olandese) assemblò gli F-16 con il primo che volò il 3 maggio 1979 con il collaudatore Henk Temmen.

Vennero ordinati 102 apparecchi A e B, dei block 1, 5, 10 e 15. Utilizzati nell'ambito della Seconda Forza aerea Alleata Tattica, gli F-16 videro le consegne iniziare dal giugno 1979, mentre dall'ottobre vennero inviati alla base di Leeuwarden per l'addestramento iniziale. Questa prima unità venne chiusa il marzo del 1986.

La prima unità destinata al combattimento fu il 322 Sqn di Leeuwarden che venne dichiarato operativo nel dicembre 1979, il mese in cui l'URSS iniziò (ufficialmente) la sua guerra in Afghanistan.

Sembò tuttavia che il numero ordinato di appena 102 macchine fosse troppo ridotto, e allora già nel marzo 1980 si decise di proporre l'innalazamento a 213 macchine, e infine nel 1989 altri 10 vennero ordinati come rimpiazzi, direttamente dalla GD. L'ultimo F-16 della Fokker uscì dalla base di Schipol il 27 febbraio 1990.

Le unità che hanno operato con l'F-16 sono:

  • 306 sqn, Volkel fino al 1993 quando fu chiuso l'aeroporto.
  • 311 sqn di Volkel, dal maggio 1982 utente dell'F-16 dal block 15 diventando operativo dall'ottobre 1983 con macchine Block 10 e 15.
  • 312 sqn di Volkel, equipaggiato con i Block 15
  • 313 sqn di Twenthe, dal giugno 1989 ricevette il suo primo aereo per diventere operativo dall'aprile successivo. Dal 1994 divenne un OCU
  • 314 sqn di Gilze-Rijen, equipaggiato dal 1990 fino a quando nel 1996 venne chiuso.
  • 315 sqn di Twenthe, come il precedente ebbe l'NF-5 prima dell'F-16 e venne convertito verso la fine degli anni '80.
  • 316 di Eindhoven, divenne operativo come OCU nel maggio 1991, ma per essere deattivato nell'aprile de l'94
  • 322 di Leewarden, che fu il primo tra i reparti operativi con l'F-16
  • 323 di Leewarden, dall'aprile 1982 operativo sia come caccia-attacco ed OCU.

Gli aggiornamenti per questi apparecchi non sono certo mancati, essendo la principale risorsa della KLu. I Block 1 e 5, che erano in tutto diverse decine vennero convertiti nell'1982-84 nel Block 10 . I primi F-16 olandesi avevano sn. 78-0212/0223 fino all'ultimo gruppo di Sn., gli 89-0019/0021.

Dal 1987 vi è stato un programma di aggiornamento OCU che ha riguardato soprattutto i Block 15.

Le armi impiegate sono i missili AIM-9 del tipo J, L e M, ma anche gli AIM-120M. I caccia hanno anche un ruolo nucleare con il 311 sqn, il 306 ha invece un ruolo di ricognizione con gli ottimi anche se pesanti pod Orpheus, fino a quando, alcuni anni fa, è stato riconvertito al ruolo di attacco tattico con armi a guida laser.

Da notare che gli F-16 sono stati basati dal 1989 a Tucson, in Arizona, dove 10 caccia erano usati per addestrare i piloti, ma questo connubio con il 148th sqn dell'USAF finì nel 1994.

Proseguendo la storia, nel 1993 venne stabilito, nell'ambito di una grande riorganizzazione delle F.A. olandesi, di ridurre la forza attiva degli F-16 a 108 con la vendita di 36 aerei e la riduzione degli squadron, allora 9, ad appena 6 di cui il 306, 315 e 322 utilizzabili in missioni all'estero.

L'aggiornamento degli F-16 olandesi continuò con il programma Mid-Life Update, ovvero l'MLU e questo significò aggiornarli allo standard C/D dell'ordine del Block 50 e 52. Radar AN/APG-66 (V2A) con capacitò di inseguire bersagli multipli e di accrescere la portata pratica del 25%, sistemi GPS, un nuovo HUD a grande angolo, computer modulare, sistemi di visione notturna etc. etc.

Nel periodo 1996-2000 circa 136 aerei vennero aggiornati e in 92 casi, aggiornati allo standard -220E.

In termini di perdite, in tutto al 1996 vi erano stati 27 incidenti gravi, o quantomeno 27 aerei vennero distrutti in incidenti. Tra le altre missioni, gli F-16 olandesi di reparti 306, 315 e 322 erano impegnati nella missione Deny Flight partendo da Villafranca-Verona per controllare lo spazio aereo della ex-Jugoslavia. I controllo divenne guerra aperta nel 1999, quando gli olandesi parteciparono con i loro aerei alla campagna aerea Allied Force contro la Serbia-Montenegro. Gli F-16 schierati furono circa 16 macchine accompagnati da 2 KC-707 aerorifornitori. Nelle prime fasi della guerra, almeno uno dei vari MiG-29 abbattuti è stato abbattuto (ma la cosa non è molto sicura, data la confusione con gli F-16 americani anch'essi presenti) da un F-16 del 322°, utilizzando almeno un missile AMRAAM, il quale, in questa guerra ha definitivamente sostituito lo Sparrow e il Sidewinder come arma principe del combattimento aereo, che per la prima volta nella storia ha visto l'uso praticamente esclusivo di missili a guida radar-attiva per tutti gli ingaggi (pochi in verità) registrati.

F-16 a Volkel[5][modifica]

Gli F-16 di Volkel erano una forza da caccia molto interessante per la KLU olandese. Erano al centro della piccola Olanda, dietro un fitto bosco che ostruiva la visuale della base. Costruita dai Tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Come ogni base olandese all'esterno aveva un edificio tipo 'information center' per comprare libri, stemmi, riviste etc. Dentro la base si trovavano raggruppati ben 3 squadroni di F-16, il 312°, 311° e 306° per una forza complessiva di circa 50 apparecchi, inquadrati nella 2nd Allied Tactical Air Force, gli ultimi due con compiti di difesa aerea e secondariamente, attacco al suolo, mentre il terzo ha compiti da ricognizione. La base era ben tenuta e il personale molto cordiale e ospitale, come raramente un reporter era nella condizione di trovare da qualunque altra parte

I piloti di questi aerei erano selezionati con i PC-7 a Woensdrecht, comprati solo da poco tempo; poi venivano mandati negli USA presso l'Euro NATO Joint Jet Pilot Training, basato sulla Sheppard AFB come addestramento basico, poi mandati sugli F-16A di Tucson (10 aerei là disponibili) dal 162nd/148th TFTS, dell'Arizona ANG, che era incaricato sia per il passaggio macchina dei piloti americani che olandesi. Il completamento dell'addestramento era completato nei reparti olandesi una volta tornati dagli USA. Combattimenti 1V1, poi con molti aerei, e infine il ritorno negli USA con le Red Flag, oppure le TAM, squadrons Exchanges, poligono ACMI NATO di Decimomannu; poi c'erano le missioni d'attacco al suolo, con sessioni di due settimane a Goose Bay in Canada, dove era possibile fare volo a bassa quota e usare armi reali, cose che nella piccola Olanda non erano praticamente possibili. visto che l'unico poligono era quello vicino a Leeuwarden; era possibile in Canada fare attività anche con i CF-18 e i Tornado.

Volkel non manteneva una sezione QRA; per questo c'erano 4 F-15C del 32nd TFS, nella vicina base di Soesterberg. Nondimeno gli Olandesi erano tutt'altro che disarmati, e i piloti facevano, nell'affollato cielo della NATO settentrionale, DACT ogni volta che potevano farlo, specie con aerei diversi. I piloti volavano 180 ore l'anno, solo 45 per i comandanti per i soliti problemi e impegni burocratici. Missioni tipiche erano di 4 aerei, con due in coppia e due distanziati; le attività terminavano comunque, per ragioni di rumore, entro le 24. Il comandante olandese, F.Oliemans, affermava sulla domanda riguardo agli scontri con gli F-104 italiani, no comment: l'F-16 è un aereo veramente moderno e poi l'F-104 noi lo conosciamo bene, avendolo utilizzato per tanti anni.

Il 306° era ovviamente il più interessante: era un reparto piuttosto raro nel campo degli F-16, con compiti sia di ricognizione che di difesa aerea. Gli RF-16A usati erano semplicemente F-16 con un pod Orpheus da ricognizione, sotto il pilone centrale. C'erano 20 aerei in carico del reparto, e non operavano dagli shelters come gli altri due squadroni, ma dalle piazzole visto che non c'erano abbastanza shelter per tutti. Strano a dirsi, in fondo i ricognitori erano quelli meno 'tirati' dalle missioni multiple come quelle richieste ai caccia e bombardieri. La missione di ricognizione era svolta unicamente da questo reparto per tutte le F.A. nazionali. Del resto in occasione di guerra reale i reparti di caccia tattici erano difficilmente operanti dagli shelter per motivi di rapidità di riarmo (in pratica si preferisce tenerli più spesso in azione che dentro gli shelter, una protezione diversa ma più efficace solo in teoria). Inoltre gli RF-16 erano così usati in maniera estremamente rapida e con la capacità di essere dispersi in tante piccole basi in caso di guerra. Erano anche previste delle vere autocolonne con tutto quello che serviva, anche le camere oscure in containers, che si potevano far partire in pochissimo tempo. Quanto al pod 'Orpheus', realizzato dagli olandesi e usato tra l'altro anche dall'AMI, avevano 2 fotocamere da 70 mm di focale per riprese orizzontali, una con obiettivo da 100 mm, un sensore IR capace di scandire 500 linee per secondo. La camera anteriore, leggermente inclinata verso il basso, era raramente usata: lo smog sporcava rapidamente la finestra anteriore. Le pellicole erano le Agfa 100 ASA, 6x6. La missione iniziava solo dopo 90 minuti di pianificazione, e comprendeva sempre 3 bersagli principali, ma anche bersagli d'opportunità (per esempio, carri armati Leopard), in volo a 900 kmh a 450-500 m, con una durata di circa 90 minuti. Ogni settimana c'erano gare con bersagli segreti ai piloti, per valutare la loro abilità e i loro limiti. .

Note[modifica]

  1. Valpolini,Paolo: L'Olanda verso il 2000, P&D Luglio 1992, pagg. 48-53
  2. Braghini, F: Una Giornata a Soesterberg, A&D Mar 1992 p.52-56
  3. van Loon, Henry, Bustin Ian, speciale Olanda su RID Ottobre 1993, pagg. 38-49
  4. P&D Novembre 1995, news
  5. Anselmino, Federico:Gli F-16 di Volkel, A&D Aprile 1990 pagg.25-29