Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Missili

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Indice del libro

missili SSM[modifica]

Tattici[modifica]

Lancio di un MILAN

Delle armi a corto raggio, controcarri, si è già detto qualcosa. In ogni caso, oltre al MILAN da 2 km di gittata e circa 12 kg di peso, all'SS-11 e all'Entac, armi francesi controcarro a lunga e media gittata, gli inglesi hanno realizzato anche lo Swingfire, grosso ordigno da circa 25 kg, con 4 km di gittata e filoguidato.Nonostante la sua struttura moderna, con alette ripiegabili per lanciatori compatti e totalmente chiusi, lo Swingfire è un'arma CLOS. Solo la versione per l'Egitto -uno dei non numerosi utilizzatori dell'arma- è stata dotata di un sistema SACLOS, ovvero capace di teleguidare l'arma una volta lanciata, tenendola al centro del reticolo di puntamento. Lo Swingfire è dotato di una testata di diametro minore del corpo missile, una cosa più unica che rara: il compare TOW ha invece una testata dello stesso calibro del missile, e l'HOT addirittura una di maggior calibro.

Nonostante questo (che chiaramente faceva pensare alla possibilità di successivi potenziamenti) era un missile talmente potente, che si dimostrò capace di perforare senza problemi i carri bersaglio Conqueror. Un lancio nel '78 vide una di queste armi perforare la piastra principale, da 130 mm di spessore e 60 gradi d'inclinazione, di uno di questi mostri meccanici da 65 t. Non solo, ma l'angolo d'impatto era, orizzontalmente, di 40 gradi per cui lo spessore virtuale era di 130 mm x 2 x 1.4 circa. Con queste condizioni, non è scontato che il missile stesso esploda piuttosto che rimbalzare. Invece penetrò senza problemi nel veicolo causando gravi danni nello scomparto guida, in quello combattimento e pure in quello motore. Questo dà un'idea della letalità delle HEAT contro corazze monoblocco d'acciaio, senza nemmeno una spoletta con sonda telescopica. Questi ordigni, (capaci di perforare 800 mm d'acciaio omogeneo) erano in genere portati solo dai veicoli Striker, cugini degli Scorpion, con una rampa da 5 missili e altrettanti di scorta. Ma vennero tentati altri impieghi, persino lanciatori tripli sui lati della torretta di un M47. A parte questo missile, gli inglesi hanno prodotto un missile ancora più notevole: il Malkara, anche se più precisamente si trattava di un'arma australiana. Di fatto questo ordigno venne usato dal British Army con un veicolo Humber 'Pig' appositamente modificato. Queste armi erano molto 'britanniche' nel senso che avevano una testata non HEAT, ma HESH, giusto come i carri inglesi. Di conseguenza era necessaria una testata più grossa, che in questo caso arrivava a 27 kg sugli 81 dell'arma. Solo due missili erano presenti a bordo del veicolo, su di una rampa elevabile di diversi metri. Avevano 4 km di gittata, ma richiedevano oltre 20 secondi per raggiungerla appieno. I missili Swingfire hanno sostituito questi mastodontici antenati, che tuttavia non sono scomparsi: sono gli antenati diretti dei Seacat-Tigercat. Come missili controcarri erano troppo grossi, come SAM si sarebbero rivelati invece decisamente piccoli ed economici.

Una Type 21 lancia un Exocet

Quanto ai missili antinave, la Royal Navy ordinò nei primi anni '70 ben 300 MM.38 Exocet, armi ben note nella guerra navale. Curiosamente, pur essendo uno dei più grossi committenti, fu proprio a spese della RN che questi missili divennero famosi, nella guerra con gli argentini. Gli MM.28 erano presenti in 4 esemplari sulle fregate Type 12 modificate, 21, 22 Batch 1 e 2, 'County Batch 2 mod'. Con una gittata di 42 km, sia pure leggermente maggiore di quella nominale, erano troppo limitati e dalle Type 22 Batch 3 sono arrivati gli Harpoon, che ricorrono ad un più costoso ma efficiente turbogetto. Sono in servizio anche con le Type 23 e con i sottomarini come gli SSN Switsure e Trafalgar. Per il ruolo antinave avioportato sono stati comprati via via i summenzionati AS-12, AS-30, Martel, Sea Skua, Sea Eagle: un arsenale davvero considerevole anche come varietà, tanto che in effetti solo gli Harpoon sono diventati un'arma davvero diffusa su diversi tipi di piattaforme. Tra l'altro, gli Exocet sono stati usati anche per la difesa di Gibilterra: erano i lanciatori binati 'improvvisati' degli argentini, catturati e portati sulla fortezza mediterranea.

Altri ordigni, introdotti con le Type 22 Batch 3 sono i diffusi e ben noti missili Harpoon. L'incremento di potenza di fuoco, con 8 missili da 110 km e 227 kg di testata rispetto ai 4 con 42 km e 160 kg di testata è risultato netto e confermato con le navi successive, mentre i Sub-Harpoon sono andati anche ai sottomarini. Quanto alle azioni ASW non sono mancati i missili IKARA australiani, minuscoli aerei a razzo radioguidati, pesanti circa 450 kg ma capaci di portare per oltre 20 km un siluro ASW da circa 200 kg. Con una rampa singola e una decina di missili, hanno servito con parecchie navi britanniche, visti come mezzi economici capaci di recapitare molto più in fretta i siluri di quanto non possa fare un elicottero, senza né la gittata ridotta degli ASROC americani (9 km) né la mole imponente degli SS-N 14 sovietici (circa 4 tonnellate di peso).

Strategici e nucleari[1][modifica]

Il Thor pronto al lancio

Quanto ai missili nucleari, anzitutto va ricordato il Thor. Questo IRBM era l'equivalente dello Jupiter dell'US Army (poi passato all'USAF con il 'memorandum Wilson', del novembre 1957, legge che vietava al primo l'uso di armi con oltre 322 km di gittata ma ignorata per il Redstone antenata dello Jupiter, e che con 401 km era troppo poco 'strategico' per le esigenze dell'USAF). A questo punto della storia, l'USAF e l'US Army erano in competizione, fino a quanto nel '57 venne messo chiaramente nero su bianco che le armi tattiche erano destinate all'US Army e quelle strategiche all'USAF. Così lo Jupiter, che era un'arma valida con una elevata mobilità campale e al tempo stesso, 3.180 km di gittata, passò all'USAF. Questa non prevedeva la necessità di armi molto mobili: il suo 'campione' era il Douglas SM-75 Thor, che era destinato al lancio da siti fissi e costosi. La costruzione del missile, dall'aspetto a 'bottiglia' con una ogiva piatta, era in laminato d'alluminio, lavorato chimicamente per ottenere uno spessore veramente minimo per i serbatoi. Vi erano sotto di questi i motori, un LR79 con 68.049 kgs, come nel caso dell'S-3 dello Jupiter, ma vi erano anche due motori vernieri LR101. Lo scudo termico della testata era fatto da uno strato di rame. Lo sviluppo del Thor era stato uno dei peggiori casi di rivalità tra le forze armate USA. L'US Army credeva nei missili a medio raggio balistici, l'USAF no e solo nel '55 autorizzò lo sviluppo di un missile analogo a quello dell'esercito, che onestamente era un nonsense, avendo già la maggiore flotta di bombardieri mondiale. Diventato operativo nel '59, un anno dopo il Jupiter, servì fianco a fianco dello Jupiter.

Ma questo era assegnato a unità campali, e due gruppi di lancio con 30 missili l'uno erano stati schierati in Italia e Turchia, le cui aviazioni vennero addestrate al loro impiego. Il Thor venne invece schierato in Gran Bretagna, con il Comando bombardieri della RAF, che ne equipaggiò 20 gruppi su 3 missili l'uno, trasportati da C-124 e C-133 sulle basi dello Yorkshire e Suffolk. Era un'arma certamente esigente in termini di infrastrutture e i siti fissi erano potenzialmente molto vulnerabili, oltre ad avere una gittata minore da 2770 km. Sia lo Jupiter che il Thor erano 'euromissili', che suscitarono le ire di Mosca in quanto erano capaci di colpire l'URSS mentre i missili sovietici a medio raggio non potevano colpire gli USA. Questo fatto aiuterà a giungere alla Crisi di Cuba del '62, quando gli USA si trovarono improvvisamente i missili sovietici sotto il naso. Ritirati questi, ritirati i missili balistici americani dall'Europa, il compito di deterrente a media gittata passò ai ben meno visibili Polaris sui sottomarini SSBN americani. Il Thor e lo Jupiter, che detenevano i nomi di due massime divinità mitologiche (giustamente, di tradizione diversa come quella dell'USAF e US Army, da cui pure la prima derivava) rimasero in servizio fino al '65. Il loro equivalente sovietico era l'SS-4 e anche il più potente SS-5,peraltro meno numeroso.

Caratteristiche Thor/Jupiter:

Thor Jupiter
Lunghezza, m 19,81 18,31
Diametro, m 2,44 2,88
Motore Rocketdyne LR79 da 68.049 kgs + 2 vernieri LR101 Rocketdyne S-3 da 68.049 kgs
Peso 47.627 kg 49.985 kg
Testata H, da 1.5 MT H, da 1.5 MT
Guida inerziale AChivier a giroscopi fluttuanti, con orientamento della spinta del motore cardanico e correzione con i motori vernieri inerziale con orientamento della spinta del motore principale e ugelli di scarico della turbopompa
Gittata 2.779 km 3.180 km
Velocità max. Mach 12 Mach 12

Ma quest'arma non fu l'unica americana utilizzata dagli inglesi. Anche il Firestone Corporal venne adottato. dal British Army, col 47 Reggimento d'artiglieria, che lo ebbe in forza dal '56 al '66. Si trattava di un grosso razzo d'artiglieria. Era derivato dal razzo di ricerca Corporal E che serviva a sperimentare propellenti liquidi non criogenici, e nel '51, sotto la spinta della Guerra in Corea, trasformato in un'arma balistica. Era una sorta di aggiornamento della tecnologia della V-2, bruciava acido nitrico a fumo rosso o RFNA assieme ad anilina.

La sua operatività iniziò nel '54 e diverse centinaia di missili vennero prodotti e utilizzati, praticamente come una sorta di 'artiglieria pesante' calibro 762 mm. Aveva una gittata di 113 o 138 km a seconda se aveva una testata convenzionale da 1500 kg o nucleare da 1 kt, quindi si trattava davvero di un'arma più che altro convenzionale, con una potenza nucleare molto ridotta anche se pur sempre presente. I problemi erano altri: era stata adottata una struttura tale che questo ordigno, aveva dimensioni non tanto grandi (5443 kg di peso, lunghezza 14.02 m, diametro .076 m, apertura alare 2.13 m), con una testata più pesante di quella della V-2 ma anche una gittata pari a meno della metà. dunque non necessariamente un progresso complessivo. La velocità massima del razzo del razzo Ryan a termine combustione arrivava a 4.281 km/h. Ma nonostante fosse un'arma di 10 anni successiva alla V-2, non era certo migliore: per movimentarla occorrevano 15 automezzi e ben oltre 250 addetti, con un tempo di preparazione al lancio di 4 ore al meglio, più spesso di 7. Era praticamente un sistema molto poco pratico, ma 2 battaglioni dell'US Army vennero schierati in Italia (stranamente non in Germania).

Vi erano alternative nazionali a questi due costosi e rozzi missili americani? Sì, ed erano molto migliori, in quanto concepite con tecnologie più recenti. Quello a corto raggio si chiamava BLUE WATER, della English Electric. Era un'arma autorizzata nel '58 dal ministero della guerra britannico per soppiantare il Corporal. La E.E. era stata la principale appaltatrice del Corporal in carico alla Gran Bretagna, e il missile era coevo del Sergeant americano, anch'esso pensato come successore del Corporal. Doveva essere un'arma economica, facile a trasportarsi, immune da ECM e altro ancora, tra cui il trasporto aereo. Era talmente piccolo il risultato da rendere possibile caricare tutto su di un autocarro Bedford da 3 t, eccetto un piccolo computer di controllo lancio che era di tipo digitale, altra notevole innovazione. Per calcolare opportunamente la traiettoria, l'autocarro con il computer si accostava a quello col missile e gli trasmetteva i dati di traiettoria e i dati di traiettoria. Il tutto richiedeva appena due minuti, poi l'arma veniva allineata con un teodolite ed era pronta al lancio. I dati erano i seguenti:

  • Motore: a propellente solido
  • Dimensioni: lunghezza 7.62 m, diametro 61 cm
  • Prestazioni: gittata 100 km, velocità max 2.414 km/h
  • Peso: 1361 kg
  • Cariche: 3 testate intercambiabili; in genere ve n'era una da 2 kt
  • Guida: inerziale senza sospensione cardanica, con 4 alette mobili a metà missile e 4 stabilizzatrici in coda.

Era tutto pronto per il successo a livello europeo, ma chi ha sentito parlare del 'Blue Water'? Ergo, la NATO aveva previsto una specifica per un'arma nucleare tattica, ma nel '62 venne scelto dalla Gran Bretagna il Sergeant, ponendo fine al programma di casa. Questo fu possibile solo grazie all'incompetenza e incapacità politica da parte britannica all'epoca capaci di eliminare, uno dietro l'altro, quasi tutti i programmi militari più avanzati. Se così non fosse stato, il successo avrebbe arriso in ambito NATO a questo missile dall'aria snella, simile a quella di un SAM più che un SSM balistico (e in effetti, con controlli simili al primo).

Il concorrente Sperry Sergeant era invece un programma del Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology. Nel '55 era stato progettato questo sistema come rimpiazzo del Corporal, con un sistema di guida immune da disturbi, un sistema di supporto a terra rinnovato, un motore a razzo Thiokol M53 a propellente solido.

Era un'arma con forma conica, allungata, con 4 alette di controllo alla base. Il missile era stato poi passato alla Sperry Rand per la produzione conosciuto dall'US Army come XM15. Gli equipaggiamenti a terra erano piuttosto contenuti, con 3 semirimorchi e un autocarro standard, che portava gli involucri sigillati del motore, sezione di guida e testata. Infatti, benché fosse più corto del Corporal era da trasportare smontato. Anche le alette e i relativi motorini di controllo erano trasportati smontati. Dopo che due stazioni di controllo autoportate controllavano il missile nella sua funzionalità veniva puntato verso il bersaglio con alzo fisso a 75 gradi, senza possibilità di interrompere la spinta in volo: l'unico modo era l'azionamento di aerofreni attorno la sezione di guida. All'inizio questo missile dev'essere sembrato molto avanzato, ma poi venne sperimentato in condizioni operativa solo nel 1961, quando si dimostrò un mezzo bellico superato.

  • Motore: a propellente solido Thiokol M53 a polisolfuro solido, da 24.948 kgs
  • Dimensioni: lunghezza 9.062 m, diametro 79 cm, apertura alare 1.8 m
  • Prestazioni: gittata 45-140 km, velocità max 3701 km/h
  • Peso: 4500 kg
  • Cariche: nucleare da 20 kt come standard, oppure chimica o convenzionale
  • Guida: inerziale basica, su una traiettoria precalcolata, 4 alette aerodinamiche e aerofreni ad apertura preprogrammata.

Confrontato con il Blue Water, a parte una gittata maggiore era meno preciso, 3 volte più pesante e con un tempo di reazione 9 volte maggiore. Era chiaro chi dovesse vincere, tecnicamente parlando, ma invece il Blue Water venne cancellato a favore del Sergeant.

Un altro missile nucleare britannico venne nel frattempo approntato: il de Havilland Blue Streak, arma di cui venne deciso nel '55 lo sviluppo in qualità di ordigno strategico con testata H. Venne approvata la progettazione dell'arma con la R.R. impegnata per la propulsione, la D.H. Propeller come capocommessa, la D.H. Aircraft per la cellula, la Sperry americana per il sistema di guida inerziale. Questo ordigno di fatto copiava in piccolo la cellula dell'Atlas, missile in fase di sviluppo, niente di meno che il primo ICBM americano se non mondiale. Era di acciaio inox con spigoli smussati sopra le due camere di spinta, munite di ugelli conici invece di quelli più efficienti (iperbolici) della Rocketdyne. I motori vennero provati in un apposito stabilimento costruito ad Spadeadam, Cumberland, e i tiri di prova ebbero luogo a Woomera, in Australia. Da qui era possibile lanciare alla massima distanza quello che era un missile particolarmente tozzo, più simile ad un SLBM che a un IRBM. Le basi di lancio rimanevano, come nell'Atlas, molto costose, grosse e vulnerabili. Il missile sarebbe stato su piattaforme rotanti costruite appositamente dalla Morfax, con ascensore per salire sulla superficie l'ordigno e lì caricarlo di carburante e dati.

  • Motore: 1 complesso R.R. RZ.12 con due RZ.2 brucianti ossigeno liquido e cherosene, capaci di 124.284 kgs a livello del mare tra tutti e due. 2 motori vernieri A.Siddeley PR.23 da 227 kg per le correzioni di rotta.
  • Dimensioni: lunghezza 18.75 m, diametro 305 cm
  • Prestazioni: gittata 4627 km, velocità max 15.5 mach
  • Peso: 90.265 kg
  • Cariche: GE Mk1 RV da 1.5-2 MT
  • Guida: inerziale, con orientamento motori principali su sospensioni cardaniche e vernieri per direzione e velocità finale.

Differentemente dal Blue Water, quest'ordigno era di dimensioni non propriamente ridotte e la sua massa era pari a circa i 2 terzi dell'Atlas, ma era l'arma più potente mai costruita in Gran Bretagna. Senonché nell'aprile 1960 il programma venne cancellato in funzione dell'accordo anglo-americano per lo Skybolt, missile balistico aviolanciato da 1600 e passa km. Era in definitiva l'opposto del Blue Streak, essendo estremamente audace come concezione. Ma questo comportò anche problemi, e nel 1961 venne cancellato anche lo Skybolt. La Gran Bretagna rimase così sia senza il programma nazionale, ragionevolmente efficiente anche se richiedeva costose basi di lancio fisse, che senza il programma congiunto con gli USA. Stranamente non venne fatto nessun tentativo di recuperare il Blue Streak, dopotutto cancellato da appena un anno. La stessa cosa avvenne poi con i bombardieri, si veda la saga TSR.2/F-111K.

Il Blue Streak, comunque, non scomparve del tutto -e questo è ancora più 'strano'- in quanto rimase in produzione per un certo tempo in qualità di vettore spaziale, con un impeccabile carriera in termini di sicurezza di lancio. Sarebbe durato poi fino all'arrivo dei razzi Ariane.

Ma il deterrente nucleare inglese, dal '65 privo anche dei missili Thor (passati poi come vettori spaziali Delta), non restò privo di missili balistici: infatti, gli USA cedettero i loro missili Polaris che gli inglesi ospitarono su 4 sottomarini nucleari SSBN classe 'Resolution', le nuove ammiraglie della Royal Navy dato che le portaerei erano state condannate dall'ondata di 'modernismo missilistico' del '57-66. La loro batteria di armi comprendeva 16 Polaris A-3, che erano caratterizzati dalle testate Chevaline, che erano di concezione britannica: questi ordigni non erano di poco conto, in quanto si trattava di compatti missili lanciabili da tubi di lancio verticali, restando sott'acqua, con raggio di 3220 km circa. Le testate britanniche ebbero un sistema a 3 veicoli di rientro, in sostanza un MIRV, con testate di bassa potenza, ma che permettevano di attaccare bersagli multipli per ciascun missile.

In seguito sono arrivati anche altri SSBN, ma non prima di circa 30 anni dall'impostazione della prima classe. In effetti il VANGUARD,capoclasse britannico di altri 4 sottomarini lanciamissili, è entrato in servizio solo nel '93, a Guerra fredda finita. Il suo sistema missilistico è stato da subito il formidabile TRIDENT D5.

La testata 'Chevaline' dei Polaris inglesi, con tre MIRV a rientro indipendente

Di che trattasi? Sostanzialmente, i Polaris erano armi potenti e ragionevolmente precise, ma con raggio d'azione non del tutto sufficiente. Arrivarono poi i POSEIDON dal 1970, si trattava di missili con maggiore gittata e soprattutto, come i Polaris britannici, testate MIRV: erano addirittura i primi missili SLBM con tale testata multipla, a cui i sovietici risposero con l'SSN-8, che non era altrettanto sofisticato, ma sfruttava la sua potenza per ottenere il primo SLBM con gittata degna di un ICBM. Questo non andava a vantaggio della precisione, ma con 8000 km di gittata era possibile per i sottomarini sovietici (meno silenziosi rispetto a quelli occidentali, e che dovevano confrontarsi contro sensori e navi molto perfezionati, il che rendeva molto più difficile il compito rispetto a quello delle unità americane) lanciare direttamente dalle acque territoriali, nelle zone 'santuario' in cui non era praticamente possibile per l'US Navy entrare in maniera affidabile, dati i campi minati e la sorveglianza delle navi russe (per esempio nel Mare di Barents). A questo bisognava aggiungere che i nuovi sottomarini erano superiori rispetto agli 'Yankee' con gli SS-N 6 (simili ai Polaris e capaci di coprire tutto il territorio americano sparando dall'isobata di 183 m, ma che per l'appunto richiedevano un avvicinamento alle coste nemiche): si trattava dei 'Delta', a cui si sarebbero succeduti i Delta delle serie successive con i missili SS-N 18 che per la prima volta aggiunsero alla gittata ICBM (ovvero oltre 5500 km) anche le capacità MIRV. In competizione, gli americani produssero i TRIDENT C4, che erano simili ai Poseidon come gittata, ma con maggiore precisione. La gittata sarebbe diventata maggiore con i D5, dotati di gittata intercontinentale. Con gittata e precisione senza precedenti, e 8-10 testate MIRV questi nuovi Trident hanno cominciato ad apparire alla fine degli anni '80, e i 'Vanguard' britannici, successori dei 'Resolution' hanno ricevuto direttamente questi missili, cosa che nemmeno tutti gli 'Ohio' potevano vantare. Questi 4 battelli sono ancora in prima linea, come unico deterrente balistico britannico.

SAM inglesi[modifica]

I britannici non considerarono in maniera precoce, per usare un eufemismo, la necessità di dotarsi di missili superficie-aria, ma in seguito hanno prodotto una panoplia considerevole di armi, specie nei settori pesanti e portatili. Il vero banco di prova è stata, per questi missili, la Guerra delle Falklands.


I primi sistemi a lungo raggio[2][modifica]

Dopo la Guerra di Corea l'esigenza ebbe un rapido cambiamento di priorità, tanto che durante gli anni '50 si arrivò, particolarmente dal 1957, a ipotizzare la sostituzione degli aerei da intercettazione con i missili, cosa che in un contrappasso dantesco giunse a portare alla cancellazione di importanti programmi aeronautici inglesi, che hanno costituito un danno permanente per l'industria inglese. Anche la dispersione delle poche risorse in tre tipi diversi di grossi missili è stata nociva, anche se ha permesso di adattare le armi ai desiderata delle forze armate in maniera più attinente, ma all'estero il costo di queste armi prodotte in pochi esemplari si è dimostrato ben poco appetibile.

Uno dei primi missili superficie-aria (SAM) è stato il Sea Slug, arma tozza e pesante, con motori a razzo impulsori sistemati ai lati della fusoliera, tanto che essi sembravano, lungi dalla solita eleganza di armi supersoniche, dei trimarani volanti al momento del lancio. Nonostante l'aspetto macchinoso, essi, nei test, raggiunsero una percentuale di successo di ben il 92%, valore che sarebbe ben degno delle armi di tipo moderno, e che va comparato con il 50% scarso che molte armi coeve (anni '50) raggiungevano. Sviluppati per la difesa di grosse navi, hanno avuto un impiego fino alla Guerra delle Falklands, ma erano all'epoca definitivamente e totalmente obsoleti.Esportati anche in Cile.

Dimensioni di circa 5,9-6,1 m di lunghezza e 1,45 m di apertura alare, 40 cm di diametro e gittata di circa 40 km.

Nel frattempo il Seaslug venne modificato nel tipo Mk 2, con maggiore gittata e maggiore capacità operativa. Infatti era a guida SARH e non radar su fascio direttore, molto più vulnerabile alle contromisure. Inoltre aveva anche una capacità superficie-superficie antinave. Il Seaslug era un sistema limitato, ma pur sempre in grado di coprire almeno 40 km di portata (e il lanciamissili aveva 32 armi disponibili); nonostante la sua rozzezza, esso dimostrò nei test un'affidabilità del 92%[3], quando molti SAM dell'epoca non arrivavano nemmeno al 50%; tuttavia, l'unico lancio alle Falklands non ha avuto successo. Nei suoi limiti (tra cui le prestazioni non del tutto soddisfacenti contro bersagli a bassa quota), la 'Pallottola del mare' era un apparato funzionale ed era parte della prima generazione di SAM britannici, tutti a lunga gittata: i suoi coevi erano il Thunderbird dell'esercito e il Bloodhound (a statoreattore) della RAF, anch'essi sistemi efficienti, piuttosto complessi e pesanti, dalle valide prestazioni. Il costo però era elevato data la ridotta produzione, e questa non aiutava nemmeno la rapidità nel rinnovare la componentistica, come invece stavano facendo, e a ritmi forsennati, sia gli americani che i sovietici.


La slanciata sagoma del Bloodhound, missile eccellentemente progettato

Il terzo tipo di SAM di prima generazione era il Bloodhound, arma di ottime prestazioni con gittata di 80-120 km. Esso ha avuto origine dalle esigenze della RAF per un'arma che fosse destinata a basi fisse, e senza problemi di ingombro e peso. Le ali di coda erano mobili come quelle di un uccello e aiutavano il missile a manovrare. Il missile Bloodhoud è stato, come gli altri SAM a medio raggio inglesi, essenzialmente prodotto in due versioni: la Mk 1 è del 1958, la Mk 2 del 1964. Svizzera e Singapore sono stati gli utenti di quest'arma. Per quanto possa sembrare incredibile, il minuscolo stato di Singapore (600 km2) ne è utente, in quanto ne ha avuti alcuni lasciati dagli inglesi, primi di una serie di armamenti di incredibile complessità per la difesa aerea della città-Stato. Il parco dei missili Bloodhound è stato mantenuto in servizio dalla RAF con continui, piccoli aggiornamenti (come al solito per i missili SAM, particolarmente sensibili all'aggiornamento delle ECM: vedi per esempio gli aggiornamenti PIP degli HAWK americani). L'ultima esercitazione è stata organizzata nel 1990, con abbattimenti di bersagli anche a circa 100 m di quota e in presenza di ECM, anche se quest'ordigno non è mai stato particolarmente adatto per le azioni a bassa quota.

Con il programma 'Red Shoes', l'Esercito britannico ebbe il suo missile antiaereo, che venne poi chiamato Thunderbird. Esso arrivò in servizio nel 1959, 10 anni dopo l'inizio dello sviluppo del programma, assegnato alla English Electric.

  • Dimensioni: lunghezza 6,35 m, diametro 52,7 cm, ap.alare 1,63 m.
  • Peso: non rivelato, testata HE a barra continua, con spoletta di prossimità
  • Prestazioni: velocità supersonica e gittata 75 km.

Il missile Thunderbird Mk 1, la prima versione, era un missile assai compatto, e con un diametro del corpo assai elevato. Le ali erano 2 serie cruciformi, allineate una dietro l'altra : la prima era con alette trapezioidali, con bordo d'attacco di 45 gradi, fisse, seguite da una seconda serie di 4 in coda, con freccia doppia, che erano mobili e davano la manovrabilità all'arma.

Il motore era originariamente a propellente liquido Napier, ma questa soluzione, specie per un sistema campale, era lontana dall'essere ottimale e appena possibile venne sostituita da un IMI con propengolo solido+ 4 razzi solidi attaccati alla fusoliera.

La struttura della parte anteriore era a punta, con i sistemi di guida con un radar ad impulsi e la testata esplosiva, potente, con una struttura a barra continua per orientare meglio il ventaglio di schegge rispetto alle teste di guerra che le sparavano in ogni direzione, diminuendo rapidamente l'efficacia all'aumentare della distanza.

L'unità radar si chiamava BTH Stingray, un apparato di illuminazione e di ricerca, uno per ciascuna sezione di lancio missili, costituita da anche da 3 rampe singole e veicoli leggeri Land Rover per il traino. Ogni batteria aveva un massimo di 6 sezioni, e il comando batteria aveva un radar di scoperta e uno di misurazione di quota. La maggior parte di questo sistema antiaereo poteva essere aviolanciata, e la totalità poteva essere aviotrasportata con aerei da trasporto Argosy.

Il nuovo sistema missilistico non era ancora entrato in servizio che già si pensò ad un successore: dal 1956 iniziarono gli studi per il migliorato Thunderbird Mk 2. I motori erano più potenti e il sistema di guida era basato sul radar in banda X Firelight, che consentiva una guida ad onda continua e rendeva il missile più resistente alle ECM, permettendo anche gli ingaggi a bassa quota. Inoltre il sistema era aviotrasportabile in maniera più completa e facile. Da notare che il sistema di guida originario monoimpulso era in un certo senso più avanzato, i missili a guida semiattiva moderni tendono ad avere questo principio di funzionamento, anziché quello ad onda continua. Ma forse all'epoca questa tecnologia non era ancora matura.

Il Thunderbird Mk 2 era un sistema assai grosso e pesante, ma le sue prestazioni erano tra le migliori per un missile mobile. La gittata era paragonabile a quella dell' SA-4 Ganef sovietico, che però doveva ricorrere ad uno statoreattore assai più complesso e ingombrante. Anche in questo caso gli impulsori a razzo erano sui fianchi, sotto forma di tubi allungati, per non rendere l'ordigno troppo lungo. Peraltro il Ganef aveva una rampa doppia e uno scafo cingolato e blindato, cosa che lo rendeva veramente unico per l'epoca.

Il Thunderbird era un sistema funzionale, che come tutti i SAM inglesi, ebbe un certo successo anche di esportazione, con l'Arabia Saudita che comprò nel 1966 alcuni missili. Curiosamente si trattava di Mk 1, perché almeno in parte erano armi di seconda mano. Anche la Libia ne voleva alcuni ma nel 1969 l'avvento del colonnello Gheddafi fece cancellare l'ordine. La Libia avrebbe poi inaugurato una vera corsa al riarmo, senza fare affidamento sugli inglesi, ma acquistando quantità incredibili di armamenti (specie per un paese con 4 milioni di abitanti) da Italia, Francia, Cecoslovacchia e URSS.

Il Thunderbird Mk 2 prestò servizio nel 36imo reggimento artiglieria pesante del BAOR (British Army Of the Rehine) per 13 anni, fino al 1976, sostituito dal molto più compatto MIM-23 HAWK, il sistema standard americano e NATO, che eliminò praticamente tutti i sistemi europei a medio raggio. Esso era molto più leggero, con una rampa trinata e ben 18 missili, ripartiti in 2 sezioni, per batteria, anche se con una gittata minore.

Un altro problema del Thunderbird e di tutti i suoi pariclasse connazionali, non era tanto la massa, sensibilmente inferiore a quella dei missili americani e sovietici a lungo raggio, né l'elettronica, certamente migliore di quella del SA-2 Guideline, ma il costo: essendo sofisticati e prodotti in quantità limitate, essi erano molto costosi pur nella loro categoria di 'fascia alta'.

Nessun Thunderbird, nonostante la sua ventennale carriera, venne mai impiegato in combattimenti reali.


I SAM a corto raggio[4][modifica]

Il Sea Cat era un missile molto economico nato dall'australiano Malkara (un enorme missile controcarri), che nella versione terrestre si chiamava Tigercat con rampa trinata anziché quadrupla. La produzione venne ad essere molto cospicua e il missile ampiamente esportato, anche se ebbe più successo in ambito navale che terrestre.


Il sostituto del Tigercat era il Rapier, missile che sia pure più piccolo, è simile per prestazioni e precisione al Sea Wolf (che sostituisce il Seacat). Però è risultato assai più economico ed esportato in discreti quantitativi, in servizio dal '71 in numerose nazioni tra cui l'Indonesia, Turchia, Iran, Svizzera, Singapore, Australia[5].

Il Towed Rapier

Venne disegnato già attorno al '63 come successore futuro del Tigercat, e prodotto dal '69. Ne sono stati realizzati qualcosa come circa 25.000 esemplari, malgrado la limitata diffusione, grazie alla sua ridotta complessità e peso. Oltre a questo, vennero costruiti 600 lanciatori e 350 radar. Il peso è di 42-45 kg, dimensioni 2,235 x 0,133 m, raggio 400-6.800 m, velocità 2,5 mach. Prima ancora di andare avanti nella descrizione, vale la pena di notare che si tratta del più piccolo SAM (eccetto quelli veicolari) occidentale, rispetto a Sparrow (230 kg), Aspide (220), Shanine (100), Crotale (85) e Roland (63). Il perché lo vedremo tra poco.

Esso è stato impiegato anche come successore di armi non affini, come i cannoni a.a. e persino i missili Thumderbird, specie dal '77 in poi. Ci si aspetta che resti in servizio fini al 2020.

Inizialmente nacque come iniziativa privata nel '61, dalla BAC. Questo nuovo SAM era noto come Sightline, un'arma supersonica per le basse quote ad alta manovrabilità e guida ottica, nonché grande precisione di tiro, considerata necessaria per colpire in pieno il bersaglio. Questo toglieva il bisogno di una grossa testata e di una spoletta di prossimità, e quindi costo e dimensioni del missile potevano essere ridotti apprezzabilmente. L'arma era così precisa per gli impatti diretti che venne soprannominata un 'hit-ile' piuttosto che un 'miss-ile', perché normalmente i SAM erano solo tenuti ad avvicinarsi abbastanza da far esplodere la spoletta di prossimità. L'Esercito inglese all'epoca era peraltro interessato al MIM-46 Mauler, un avanzato programma americano che tuttavia dal '63 dimostrò di essere troppo avanzato per l'epoca (il che l'avrebbe portato al fallimento). A quel punto venne chiesto alle industrie nazionali di fare qualcosa con l'ET.316, e queste dal Sightline svilupparono il Rapier. I primi test di fuoco ebbero luogo già nel 1966 e devono essere stati impressionanti, prima di allora nessun missile poteva vantare una tale precisione. Essi ebbero termine nel '68 ed è difficile capire perché -come si programmava per il Mauler- non se ne pensasse una versione navalizzata, senza bisogno di sviluppare il Sea Wolf, molto più complesso e tribolato. Nel '69 venne ordinato per la produzione e nel '71 entrò in servizio con l'esercito, e con la RAF nel '74.

Una rampa dell'esercito svizzero dà la misura delle dimensioni ridotte del Rapier

In questa prima forma il Rapier aveva un lanciatore trainato con 4 missili, una rampa di lancio dall'aspetto di cupola, con un'unità di inseguimento ottico, generatore e altre attrezzature trainate dal Land Rover (FUT, Fire Unit Truck), e da un mezzo di supporto (DSV). Il lanciatore aveva anche un'antenna radar tra le due coppie di Rapier pronte al lancio su ciascun lato, e un IFF, tutti sotto un radome superiore; sotto c'era anche il computer di guida e il trasmettitore e ricevitore radar, provvisti di un'antenna parabolica anteriore per la guida del missile, che era radiocomandato. Il sistema ottico era suddiviso in due sezioni una sopra l'altra con un telescopio, un sistema TV e la possibilità di lanciare l'arma e di dirigerla senza limiti di direzione. Il radar di ricerca è un Doppler con portata di 15 km, rotazione 60 giri.min, e sistema SEZ (Selector Engagement Zone) che permette di eliminare i disturbi selezionando i settori da escludere dall'osservazione. Dopo avere localizzato il bersaglio è possibile ingaggiarlo, l'operatore ha un campo di visuale in ricerca con il suo sistema ottico di 20 gradi e uno di inseguimento di 4,8, a maggior ingrandimento. È possibile inseguire in automatico il bersaglio con il sistema TV (anche questo ha due campi visivi, 11° per l'aggancio e 0,55° per l'inseguimento); il missile è lanciato e seguito grazie ai 4 'flare' di coda, mentre le correzioni di guida automatiche sono ricevute dalle 4 piccole antenne. L'operatore tiene il bersaglio agganciato con il telescopio usando un joy-stick e il missile si dirige dove esso guarda, in base al principio SACLOS. Per distruggere il bersaglio basta la testata con appena 1,4 kg di peso, e spoletta a contatto ad attivazione chimica; il motore è a propellenti solidi e monostadio, capace tuttavia di imprimere circa mach 2, o 650 m/s. Il tempo di risposta è di appena sei secondi dalla scoperta al fuoco, mentre il tempo di volo alla massima distanza è di 13 secondi. Il tempo di reazione, molto ridotto, è paragonabile ai 5-8 tipici (quando funziona) del Sea Wolf.

Già questo sistema era eccellente, ma per aumentarne le capacità ognitempo, pressoché inesistenti, venne introdotto già nel 1970 il radar Marconi DN 181 Blindifire, usato per primo dall'esercito iraniano, già nel '73. Quello britannico, a causa del costo, non lo comprò fino al '79 come Rapier FSA o "Field Standard A". Nell'insieme il Blindfire fu un successo con 350 radar costruiti entro il 1997. Questo sistema ha un fascio radar molto stretto e nondimeno insegue sia il missile che il bersaglio, con il sistema ottico allineato, ma è possibile persino usarlo per un secondo bersaglio mentre il radar ingaggia il primo, raddoppiando le possibilità di attaccare i bersagli in volo. L'unità di lancio Blindifire è nota come RTT, Radar Tracker Truck, sempre rimorchiata con un Land Rover.

Il missile venne usato alleFalkands(vedi per maggiori dettagli) con la batteria T del Commando 3, sbarcata già a S. Carlos il 21 maggio e altre unità arrivate successivamente; si parlò di 14 vittorie e sei probabili, ma attualmente si è ridotto ad appena 4, addirittura si parla come unico successo confermato di un solo Dagger A del Grupo 6, il 29 maggio. Per il resto vi sarebbe il possibile abbattimento di un A-4B del Grupo 5 il 23 maggio, e due A-4C del Grupo 4 il 24 e il 25 maggio. Tra le valutazioni si parla di un successo certo, due probabili e due possibili. Così accade, quando i tiri vengono fatti nel mondo reale e non in un poligono ben controllato: il gran numero di sistemi d'arma in azione contemporaneamente ha reso difficilissimo verificare quello che accadeva, a parte le testimonianze e i filmati. Anche perché molti apparecchi eventualmente colpiti cadevano in mare, e quindi era pressoché impossibile capire cosa li avesse abbattuti. Del resto anche il Blowpipe ha ottenuto tutto sommato solo una-due vittorie anziché 9 e il Seacat 0-1 anziché 8. In effetti, pare che il Rapier avesse avuto una certa 'spinta' da parte politica per abbondare, approfittando della vittoria, nei risultati. Questo per non scoraggiare le vendite.. Tra l'altro non è noto nemmeno il numero dei missili complessivamente lanciati durante la campagna, sicuramente parecchi, ma senza molti successi. Tra le ragioni, tutt'altro che pretestuose, la mancanza di molte attrezzature per la manutenzione (lasciate in patria per problemi di spazio), i maneggi rudi dei missili (che non avevano alcun contenitore protettivo), i lanci da distanze brevissime a causa del cattivo campo visivo, il disturbo da parte dei radar delle navi e infine i danni subiti durante il trasporto da parte degli elicotteri, spesso costretti a scaricarli senza troppi complimenti quando si facevano vivi gli aerei argentini, per i quali erano facili bersagli.

Il maggiore problema tecnico, invece, era la mancanza di raggio utile, della spoletta di prossimità, e di un IFF. A quanto pare, la scommessa di basarsi sull'impatto diretto (come le armi moderne quali l'ERINT e il PAC-3) non riuscì a dimostrarsi totalmente vincente.

Come sistema d'arma, il Rapier restava limitato solo dalla scarsa mobilità; allora l'Iran chiese anche uno scafo M548, che per l'occasione ebbe anche 8 missili pronti al lancio. Lo sviluppo iniziò nel 1974 come Trackerd Rapier (Rapier su cingoli) ma non venne mai consegnato all'Iran (data la Rivoluzione) e allora venne dirottato all'Esercito britannico, che iniziò ad usarlo con l'11a Batteria del 22imo AD Regiment della Royal Artillery (che nel British Army ha la gestione di tutti i sistemi a.a.) nel 1982 a Dortumund, dov'era la base della batteria, le Napier Barracks. Il lanciamissili ottuplo era sul pianale di carico del mezzo e il sistema d'inseguimento ottico era nella parte sinistra della cabina, diventata triposto e piuttosto scomoda per la mancanza di spazio (originariamente erano previsti solo per due uomini, ora c'erano il guidatore, il 'cannoniere’ e il controllore tattico). Per passare dal movimento all'azione di fuoco bastavano 30 secondi, mentre per il Rapier trainato erano necessari ben 30 minuti. Questo era il principale vantaggio del nuovo sistema di lancio. Il sistema non era peraltro in grado di tirare in movimento e la massa della torretta con i missili, ora otto e semi-protetti, appesantiva tanto il mezzo da ridurne la velocità fuori strada ad appena 15 km/h. Di conseguenza, esso non avrebbe mai potuto essere inviato alle Falklands anche se fosse stato presente prima.

Per il radar 'Blindfire' era necessario un secondo M548, ma questo rendeva più lento il passaggio dalla condizione di moto a quella di fuoco per connettere i due mezzi, il secondo dei quali aveva anche compiti logistici di trasporto di mezzi di sussistenza, acqua inclusa, perché il sistema radar era relativamente leggero e piccolo.

Gli aggiornamenti sono stati molteplici e gli ultimi hanno anche introdotto un vero HMS che consente al controllore tattico di designare in fretta un qualche tipo di bersaglio al sistema d'arma, stando con la testa fuori dal mezzo. Attualmente il Tracked Rapier, che ha preso anche parte alla guerra del '91, è stato sostituito dal più compatto Stormer armato di 8 Starstreak.

In precedenza era stato introdotto il Rapier FSB, che era capace di spegnersi in fretta in caso di attacco di missili antiradar.

Un altro tipo di Rapier è stato il Laserfire, che è un sistema che tenta di ritornare al costo contenuto dei primi Rapier; sviluppato dal 1982, è dotato di un sistema di illuminazione laser al posto del sistema ottico, più piccolo del precedente; così è possibile sistemarlo nello stesso rimorchio o autocarro. L'ingaggio è lo stesso del Rapier originario, ma il bersaglio è illuminato da un laser Yag.Nd, il nuovo Rapier è quindi un missile a guida laser e nell'insieme è più facile da usare per l'operatore anche, se non ha più il sistema telescopico che era molto utile per identificare l'aereo. Da notare che la stessa evoluzione, dalla radio al laser, si manifestava all'epoca anche nello sviluppo dello Starbust, nato dal precedente Javelin.

Il Rapier Darkfire, del 1985, è un missile con un nuovo sistema d'inseguimento, stavolta, termico: il Laserfire non era infatti pienamente capace di operazioni notturne. Forse è interessante notare come la tecnologia delle immagini termiche è stata padroneggiata dopo tutte le altre: radar, radio e anche laser. Questo per via della difficoltà e del costo della produzione di un sistema FLIR abbastanza sofisticato da visualizzare un'immagine. Può sembrare strano, se si considera che i primi missili AIM-9 Sidewinder, degli anni '50, erano già provvisti di un sensore IR (anzi, i primi in assoluto furono i Falcon). Ma questi apparati erano rudimentali e dotati di una griglia di soli quattro 'pixel', mentre gli apparati moderni dovevano funzionare anche nel vedere oggetti freddi, e nel darne la definizione con centinaia se non migliaia di punti sensibili al calore. Le prove iniziarono nel 1987 ed esso divenne operativo nel 1990 come FS2B, o per i tipi precedentemente prodotti e aggiornati, FSB1 o ancora (designazione commerciale) il Rapier 90. V'erano anche altre migliorie, che comprendevano la Tactical Control Console per rendere possibile il controllo di fino a 4 lanciatori missilistici da parte di una sola centrale, e i lanciatori -grazie alla miniaturizzazione dei sistemi- ebbero sei missili anziché 4, mentre il radar ebbe una nuova antenna di ricerca a faccia piatta, sebbene senza miglioramenti significativi.

Il Jernas, con il suo nuovo sistema optronico

Nel 1988 venne migliorata la testata con l'aggiunta di una spoletta di prossimità, che contro bersagli piccoli era certamente importante. La produzione iniziò nel 1989 come Mk.1E.

Nel 1992 venne poi aggiornato il parco Rapier con una versione anche più capace, la Mk 2 con una spoletta ancora migliorata e varie migliorie al software; tra l'altro la testata vera e propria è disponibile nella versione Mk.2A a frammentazione e la Mk.2B, quest'ultima ha una carica HEAT che ne permette anche il tiro contro mezzi corazzati.

Ma non è finita qui: il Rapier 2000, sviluppato dal 1992 come (per il B.A.) FSC, entrò in servizio nel 1996, inclusa la versione Jernas venduta alla Malaysia. Ebbe un radar più moderno, un Alenia-Marconi Dagger 3D con IFF Mk 10, sistemato ora sul mezzo di trasporto e non sulla rampa di lancio, dove è invece presente un nuovo sistema ottico. L'elettronica più piccola ha consentito di ottenere altro spazio per missili, che ora sono diventati 8. Per il resto il Rapier 2000 è simile nell'impiego al Blindifire e può operare con aggancio ottico, IR o radar.


Il moderno radar del Rapier FSC

In futuro si pensa che il sostituto possa essere il CAMM, come anche per il Sea Wolf. Probabilmente quest'arma sarà semplicemente l'ASTER senza il booster, il che ne riduce le prestazioni ma anche massa e peso (che cala a circa 110 kg). Di recente è stato sperimentato questo sistema d'arma, un candidato possibile e accettabile per la difesa ravvicinata delle navi che non possono permettersi il PAAMS completo.

Ci si potrebbe chiedere quale sia la ragione per cui il Rapier non sia stato adottato dalla RN, che è andata per la sua strada con il pur simile Seawolf. Il fatto è forse spiegabile, oltre che con le tante specifiche di dettaglio (per l'impiego navale) con il tipo di bersaglio: colpire in pieno un ordigno antinave, date le sue piccole dimensioni (specie se è un'arma occidentale) non è affatto facile. Il Rapier ha una testata di soli 1,4 kg senza spoletta di prossimità, il Seawolf, prevedendo tale difficoltà, ce l'ha, ma per valorizzarla richiede una testata più grossa, in questo caso 10 volte più pesante, e da qui un peso complessivamente doppio sebbene le prestazioni restino pressoché identiche. Anche così, ci si può legittimamente domandare se non fosse valsa la pena di navalizzare il Rapier. In alcuni casi questo ha funzionato, in altri no. Forse la massa della testata era un problema irresolubile, e poi dei Seawolf non è importante la massa dell'arma, quanto quella del sistema di controllo, che porta così in alto le esigenze di spazio e peso.

Quanto al Tracked Rapier, è già stato sostituito dagli Stormer con gli Starstreak, missili con un peso pari a meno della metà, eppure superiori in prestazioni e almeno pari in gittata. Poi c'è da dire che lo Stormer è nettamente più veloce, protetto e capace del Tracked Rapier. È la versione a traino meccanico che continua a stare in servizio, tra gli ultimi SAM realizzati da un Paese Europeo in maniera interamente nazionale, nonostante la concorrenza delle superpotenze lo abbia sostanzialmente marginalizzato.



I SAM della Shorts di Belfast sono assai famosi nel settore portatili, la prima generazione era quella dei Blowpipe, 'tubo di stufa', radiocomandati e lanciabili da spalla, ma con l'inconveniente di essere radiocomandato manualmente verso il bersaglio. Negli anni '80 è arrivato così il migliorato Javelin con una guida totalmente automatica sulla linea di mira. Una versione del 1990 è stata lo Starburst che unisce il corpo del Javelin con una guida laser, per essere per breve tempo l'arma difensiva delle truppe britanniche.

L'ultima arma è lo Starstreak, missile antiaereo di ultima generazione ed esempio del modo di concepire soluzioni ingegnose e macchinose al tempo stesso della scuola britannica. È forse l'arma più originale di tutto il panorama della difesa missilistica a bassa quota tra tutte quelle concepite fino ad oggi. Il missile ha un motore che consente una accelerazione ipersonica fino a mach 4, ma utilizza una sorta di struttura 'a canestro' che ricorda una testata ICBM che rilascia tre dardi da 40 mm, privi di motore, pesanti circa 1 kg l'uno di cui quasi la metà per la testata. Essi hanno guida laser su fascio anche se sono privi di spoletta di prossimità, nell'insieme hanno un'alta probabilità di colpire su di un raggio di 7 km. Il costo è rilevante e la massa assai elevata per un missile da fanteria (20kg) e per questo è portato su veicoli con rampe ottuple come standard e mai è usato in versioni spalleggiabili. In servizio dagli anni '90, ha sostituito gli altri sistemi come lo Starburst e il Javelin, che a loro volta sostituirono il Blowpipe.

Sistemi di difesa navale Britannici[6][7][modifica]

La RN si interessò di armi più potenti delle sue artiglierie a.a., non sempre felicissime come riuscita (per esempio le varie 12,7, 40 e 133 mm britanniche), già nel 1944 quando avviò il programma Lop/Gap, che poi agli inizi degli anni '50 divenne il GMS.1 (Guided Missile System No.1), affidato alla Hawker Siddeley. Esso era un grosso proiettile a razzo calibro 406 mm, con un sistema di guida radar, che per risparmiare in lunghezza era spedito in aria con 4 booster, tutti laterali, che gli davano una forma un po' a 'trimarano', come del resto armi tedesche quali l'HS.117, ma questo era molto più grande. Venne deciso di usarli sui caccia (in realtà incrociatori) classe 'County', che avrebbero avuto il sistema diventato con gli anni GWS.1 Sea Slug (GSW è per Guided Weapon System Mk.1).

Il primo dei 4 caccia 'County Batch 1' entrò in servizio nei primi anni '60, allorché l'HMS Devonshire venne completato nel novembre del 1962, più o meno ai tempi della conversione del Garibaldi italiano, ma in questo caso si trattava di navi interamente di nuova costruzione. Il sistema era tuttavia assai rozzo, assemblato manualmente sottocoperta dai marinai prima di farlo elevare nella sua rampa di lancio binata; il radar era il Type 901, che nonostante lavorasse in banda I e J (come i sistemi moderni) era vulnerabile a varie forme di ECM. Dal 1979 i 'County' vennero radiati dal servizio, prima i 4 Batch 1 e poi dopo le Falklands gli altri 4, assieme ai missili Sea Slug rimasti per qualche anno in servizio con i nuovi utenti, la Marina Cilena (l'unico Batch 1 esportato, il Babur, in Pakistan, è stato subito modificato sostituendo il Sea Slug).

Seacat[8][modifica]

Per dare una capacità di difesa a distanza ravvicinata venne anche realizzato, in sostituzione dei cannoni da 40 mm Bofors, il GWS.20 Seacat (o Sea Cat), radiocomandato con un lanciamissili quadrinato, prima a guida su linea di mira, poi il GWS.21, 22 e 24 che hanno ricevuto un sistema di guida ognitempo tramite un radar di controllo del tiro.

Il Seacat è un prodotto della Short Brothers, una ditta di Belfast, che pur essendo un SAM, e quindi destinato al contrasto delle minacce più veloci, curiosamente derivava da un missile controcarri (che è destinato a colpire, al contrario, i mezzi militari più lenti), il grosso Malkara, rielaborato come Shorts Green Light prototype. Ebbe tanto successo da rimpiazzare l'Orange Nell, altro programma che serviva per trovare un'alternativa leggera al Sea Slug. I missili SAM erano considerati essenziali per abbattere gli aerei a reazione, che le artiglierie come i Bofors dell'epoca avevano difficoltà a distruggere a motivo della loro velocità (anche se va detto che i Bofors si dimostrarono molto efficaci contro le V-1). Peso di circa 68 kg, lunghezza di 1,48 m, apertura alare di 65 cm e diametro di 19 cm. Gittata 5,5 km, quota 30-915 m.

Tuttavia, anche il Seacat non si può certo definire un'arma ad alte prestazioni. Il suo corrispondente di terra è il Tigercat, che usa rampe triple, mentre l'arma navale usa un più pesante sistema quadrinato. È in ogni caso un piccolo missile subsonico con motore a razzo a propellenti solidi, a due stadi. E' radioguidato sulla linea di tiro (CLOS) con un joy-stick, almeno nella prima versione. La rampa di lancio è a caricamento manuale, ma l'arma è relativamente piccola e questo non dà problemi. Ha un aspetto piuttosto singolare, quasi una sorta di girino alato con una testata nettamente più grande del diametro del motore, mentre di lato sono presenti due serie di alette piuttosto grandi (manovra) a metà corpo, e piuttosto piccole in coda, per la stabilizzazione. La rampa di lancio ha una sorta di bulbo centrale, quella è semplicemente la protezione per l'antenna di comando per la guida delle armi. È un complesso molto caratteristico, anche per il colore giallo o arancione di questo cupolino allungato, che rende molto visibile queste piccole rampe sulle navi che le portano.

La sua forza è il prezzo, che come il peso è decisamente limitato: per esempio, l'HAWK costava 25 volte tanto (nei primi anni '60). Così il Seacat è diventato un sistema ampiamente diffuso in molte Marine (10) e ne sono stati realizzati a migliaia. Tuttavia l'USN non lo adottò, preferendo il Sea Sparrow, ancorché più sofisticato, per via delle sue superiori prestazioni.

La RN lo ha impiegato invece in tipi progressivamente migliorati. Il GWS-20 è il tipo iniziale, per rimpiazzare i cannoni Bofors binati Mk V, ma rispetto a questi non aveva un radar di guida e quindi era solo diurno, un handicap non certo di poco conto. Dopo poco tempo apparve un sistema abbinato al radar Type 262 per l'inseguimento del bersaglio, il che fu un grosso miglioramento. Inizialmente venne provato sul caccia 'Daring', ma poi venne rimosso e iniziò la carriera sulle LSD 'Fearless', le fregate Type 81 Tribale e le Type 12 aggiornate, più varie altre unità tra cui i 'County', qui era assieme ai più grossi Sea Slug.

Il GSW-20, ampiamente diffuso tra le tante e non eccelse unità inglesi degli anni '60-70, era ancora in servizio con le fregate HMS Yarmouth e Plymouth nel 1982, ma aggiornato allo standard GWS-22.

Il GSW-21 aveva un sistema di guida MRS-3 modificato (MRS= Medioum Range System) con il radar Type 904 (a sua volta un Mk.56 americano modificato). Così poteva essere anche impiegato con tiri notturni con il radar, oppure con una telecamera, o con la visualizzazione diretta del bersaglio. Inizialmente venne usato sulle fregate Type 12M Leander, ma anche sugli incrociatori portaelicotteri HMS Tiger e Blake.

Il successivo GWS-22 ha un MRS-3 con radar Type 903 e soprattutto, una capacità totalmente automatica di inseguimento bersaglio, chiamata ACLOS oppure, in tempi moderni, SACLOS. Ampiamente usato sulle varie 'Leander', 'County', e la portaerei Hermes, installato quando queste navi venivano via via aggiornate negli anni '70, funzionava sostanzialmente come un missile controcarri quale il TOW o l'HOT, con in più la guida tramite radar per operazioni senza visibilità. Venne ampiamente usato alle Falkands.

L'ultimo e migliore è stato il GSW-24, in uso solo sulle Type 21, in quanto solo queste avevano l'apposito radar RTN-10X, un moderno radar di tiro, che per la prima volta non era anglo-americano, ma prodotto dalla Selenia italiana, data la trascuratezza che i radar di controllo del tiro soffrivano nella RN, che pure li aveva introdotti in servizio a cominciare da decenni prima. Il sistema era abbinato al radar Type 912 di scoperta aerea.

Il Seacat ebbe un cugino terrestre, molto meno noto, il Tigercat, che poteva essere trainato in un compatto lanciatore triplo con una Land Rover da 1 t, e un secondo mezzo simile con il sistema di controllo del tiro (a quanto pare, sempre e solo di tipo ottico). È stato usato soprattutto dalla RAF, il No.48 Squadron, dal '67 al '78, per poi essere sostituito dal molto superiore Rapier. Molte altre nazioni, tra cui Iran, Giordania, Sud Africa e Argentina lo hanno adottato a loro volta.

Durante la guerra delle Falklands questi piccoli missili, sia il Tigercat che il Seacat (pressoché identici di per sé, ma variavano gli apparati di lancio e supporto) vennero ampiamente impiegati. Gli Argentini si portarono sulle isole i Tigercat, di cui sette lanciatori vennero catturati a guerra finita. Parecchi missili furono sparati, ma senza mai colpire i veloci Harrier britannici.

Il Seacat, del resto, non si comportò meglio. Pur essendo presente nelle più recenti versioni, e pur avendo una testata rispettabile di 10 kg (grossomodo come quella del Sidewinder), le sue prestazioni lasciarono molto a desiderare. È decisamente grave che un missile SAM non sia supersonico, per giunta la gittata e la quota erano molto ridotte. E malgrado questo, esso era il principale missile SAM britannico, un'arma incapace di inseguire un caccia subsonico e semmai, se c'era tempo, impiegabile solo in attacchi di fianco o frontali. Nondimeno era facile da usare e rapido da lanciare, generalmente affidabile e pronto all'azione (cosa che non si poté dire del Sea Wolf, il suo sostituto), con sistemi estremamente semplici per la nave che lo usava, senza impatti significativi su di essa e come è giusto che sia per un'arma dalle poche pretese. Certamente contribuì molto a innervosire i piloti argentini, aiutandoli a sbagliare i lanci delle loro bombe; ne vennero tirati a volontà, oltre 80, dichiarando inizialmente quattro vittorie. Eppure, l'unico aereo abbattuto per certo risulta un A-4C del 4 Grupo, il 25 maggio (pilota Lucero, eiettato). Non è facile tuttavia capire quali aerei siano stati abbattuti dalle varie e numerose armi in azione simultaneamente, specie a S. Carlos, ma quel che è certo è che il Sea Cat si dimostrò totalmente obsoleto, seppure utile. Naturalmente i missili antinave non avevano 'paura', ed erano del tutto proibitivi per un ordigno così lento e capace nominalmente di una quota operativa nominale di appena 30-915 metri (circa 5,5 km di portata max), decisamente poco anche contro un cacciabombardiere che per esempio si fosse avvicinato a pelo d'acqua o fosse venuto giù in picchiata sulla nave-bersaglio. In ogni caso, se le due navi anfibie Fearless e Intrepid se la cavarono senza danni è anche per merito delle 4 rampe quadrinate che ciascuna di esse possedeva, sufficienti per ben 16 missili pronti al lancio.

Dopo le Falklands l'arma è stata radiata il più in fretta possibile; le Type 21 hanno ricevuto un CIWS Phalanx dopo la loro cessione al Pakistan. Nonostante le sue caratteristiche modeste, il Sea Cat ha ha sostituito tre cannoni L70 Bofors sui caccia 'Ostergotland', navi degli anni '50 rimaste in linea fino agli anni '80. Sulle sei 'River' australiane è rimasto in servizio fino ai tardi anni '90, dopo essere stato aggiornato allo standard GWS-21 con radar Mk-44 e un sistema ottico con binocolo come mezzo ausiliario. La HMAS Torrens lanciò per l'ultima volta i Sea Cat, con tre ordigni tirati in rapida sequenza e che ottennero due centri su bersagli trainati.

Sea Dart[modifica]

La sostituzione del Sea Slug venne ottenuta con il successivo Sea Dart, dotato di un sistema di propulsione a razzo-impulsore e poi uno statoreattore, come nel caso dei Talos/Thypoon. Essi erano delle armi ragionevolmente efficaci, ma non sempre le prestazioni della componente elettronica erano all'altezza dell'arma.

Era un sistema d'arma interessante: differentemente dal Masurca francese, praticamente l'equivalente dell'arma inglese e che era 'molto simile' ad un grosso Terrier, si trattava di un'arma ingegnosa con motore capace di assicurare una notevole gittata rispetto al peso. All'epoca era comune la passione per i missili con statoreattore, per renderli più prestanti a parità di gittata. Poi si è preferito migliorare il sistema di guida e ottenere armi con razzi potenti, a propellente solido, come motori per avere armi più semplici e di pari prestanza (vedi l'SA-11, successore dell'SA-6, o l'SA-12 successore dell'SA-4). Adesso, curiosamente, si ritorna allo statoreattore/ramjet per i missili AAM tipo il Meteor a lunga gittata. In ogni caso, i missili Sea Dart avevano una componente elettronica ingombrante e impegnativa per la piattaforma.

Il Seadart è tipicamente di un colore candido. Non si può dire lo stesso del lanciatore, costretto a subire le vampate del suo booster, che è di suo sorprendentemente piccolo. Notare in cima all'arma le quattro antenne del sistema SARH interferometrico e la presa d'aria dello statoreattore.

Il Sea Dart era nato per i caccia Type 82 e Tromp olandesi, questi ultimi erano coinvolti nella parte del programma per la realizzazione del radar 3D Roomstick. La Hawker Siddeley invece pensò al missile vero e proprio, iniziando nel 1962 lo sviluppo come Project CF.229 che adottava una notevole soluzione, quella del booster a razzo con ramjet, il che aumentava la gittata e rendeva il missile più manovrabile (perché il motore continua a bruciare per molti secondi, permettendo un lungo volo sostentato invece del 'lancio' con una veloce combustione durata pochi secondi e poi solo inerzia).

  • Dimensioni: lunghezza 4,36 m, diametro 42 cm, apertura alare 91 cm, *Peso 549 kg
  • Guida radar: semiattiva.
  • Prestazioni: gittata variamente citata tra 40 e 65 km, velocità mach 3,5, quota 30-18.300 m. Capacità d'ingaggio bersagli di superficie di media grandezza entro 25-30 km.

L'arma era dotata di una presa d'aria nel muso e 4 antenne di ricezione sul principio dell'interferometro; il booster, unico, era in tandem con il motore e si incaricava di portare l'arma a circa mach 2, dopo di ché subentrava lo statoreattore. Questo rendeva l'arma capace di circa mach 3-3,5, e con la sua lunga durata di combustione permetteva di mantenere tale velocità e l'agilità di manovra per tutto il volo, differentemente dai missili ad alta accelerazione, che poi sono costretti a volare solo per inerzia perché il motore si esaurisce subito, con conseguente e progressiva caduta di velocità e di agilità. La testata, nonostante la massa dell'arma, era piuttosto ridotta, circa 22 kg con spoletta di prossimità e capacità anche anti-nave entro i 25-30 km.

Sebbene assai funzionale, questa soluzione era anche complessa e ingombrante: il Sea Dart era una sorta di piccolo Talos o Typhoon; l'Olanda nel 1965 (o nel '67) diede un colpo pesante alle speranze britanniche allorché questo Paese, tradizionalmente un po' la via di penetrazione inglese nel continente (vedi gli Hunter), abbandonò il programma e scelse il Terrier americano, più compatto e semplice; nel mentre, i Type 82 vennero cancellati eccetto la capoclasse, allorché nel 1966 vennero cancellate le portaerei e quindi anche le 4 grandi navi di scorta divennero in eccedenza; rimase solo la prima, la HMS Bristol; ma l'esigenza della difesa antiaerea a lungo raggio rimaneva e così vennero costruiti i 14 caccia 'Type 42', più altri due (ironicamente) per l'export, proprio in quell'Argentina che finirà poi per combattere i britannici. Il Cile, già cliente del vecchio Sea Slug, ne sarebbe stato interessato, se le condizioni del Type 82 HMS Bristol non fossero state tanto deteriorate da far decadere l'interesse per il suo acquisto. In tutto i Sea Dart hanno equipaggiato con 20 o 40 armi ogni caccia dei 16 Type 42, l'unico Type 82 e le tre portaerei 'Invincible'. Recentemente queste ultime hanno eliminato il Sea Dart per ottenere spazio (poi però hanno perso anche i Sea Harrier..).

Con i numerosi e piccoli caccia 'Sheffield' in programma, anche il missile continuò il suo iter, con i primi lanci nel 1965 e nel novembre 1967 vi fu il primo ordine per i missili, entrati poi in servizio nel 1973, quando nel marzo di quell'anno venne consegnato il Bristol e poi arrivarono i Type 42. Questo missile, con lo statoreattore Odin e un serbatoio di cherosene, viene accelerato fino a mach 2 (per far entrare in funzione lo statoreattore: è la principale complicazione della soluzione a statoreattore) da un razzo R.O. Chow. Il sistema di guida è della Marconi e la spoletta della Thorm-EMI. La rampa binata elettrica è della Vickers, così come il tamburo inferiore di stivaggio e movimentazione missili, con un sistema a catena che li solleva dal tamburo rotante, poi vengono portati in una zona intermedia per dare avvio alla sequenza di lancio e sollevati alla rampa binata con un apparato idraulico; da qui escono tramite l'apertura dei due boccaporti corazzati, un per rotaia, a cui il missile deve essere allineato. La guida è affare del Marconi Type 909 da 2,44 m di diametro, contenuto nelle caratteristiche cupole plastiche protettive, e operante i banda G e H; per la designazione è presente un Marconi Type 992Q in banda E/F che è collegato al sistema ADAWS (Action Data Automation Weapon System) e che ha una potenza di ben 2 MW, con 750 impulsi al secondo da 2 microsecondi l'uno. La portata dei missili, una volta che il bersaglio è stato localizzato dal radar 2D a lunga portata (prima un Marconi Type 965 e poi il 1022), passato al 992 tridimensionale, identificato come nemico e illuminato dal radar, è valutata in 40-65 km, ma non è stata mai dichiarata; la quota è di circa 18.000 m.

Tornando ai radar di scoperta aerea, il Type 965 operava in banda B (!) con potenza di 450 kW, e 200-400 impulsi al secondo lunghi fino a 10 microsecondi. Il Type 1022 è più attuale e opera in banda D, opera con tubi TWT coerenti, compressione impluso e MTI; è frutto del precedente Type 1031 ma con l'elaborazione dati ereditata dall'LW-08 olandese della Signaal. Il Sea Dart, in ogni caso, era un'arma prevista per le alte quote e lunghe portate, piuttosto obsoleta per i contesti che dai tardi anni '60 cominciarono a maturare, con aerei a pelo d'acqua e in seguito anche i missili antinave.

Il Sea Dart venne usato alle Falklands in almeno 24 esemplari, colpendo 4 volte su 5 aerei ad alta quota o elicotteri sorpresi a bassa quota (tra cui però un poco meritori 'fuoco amico' su di un Gazelle); a bassa quota funzionò molto meno bene e anche se un paio di A-4 vennero abbattuti sotto gli 11 metri di quota (quando questa è valutata in 30 metri come minimo operativo), spesso gli ingaggi vennero falliti o non ebbero nemmeno luogo, per l'incapacità del radar di localizzare i bersagli, specie se dietro avevano il clutter delle coste. Così andò perso l'HMS Coventry, mentre l'EXETER fu il migliore tra i caccia inglesi, soprattutto per il nuovo radar di scoperta Type 1022, molto più resistente al clutter.

Tra le vittime (originariamente stimate in otto) vi sono per certo 1 Camberra, 1 Learjet da ricognizione (entrambi colpiti a 12.000 m), 1 Puma, 2 A-4 Skyhawk abbattuti a bassissima quota e due altri 'probabili'. Il rateo di successo, contro bersagli 'ignari' o a quote elevate e comunque senza ECM, era dell'86%(5 missili su 6 a segno), ma contro aerei a bassa quota spesso non era possibile l'aggancio e comunque il rateo di successi cadeva attorno all'11% (2 relativamente sicuri con 19 lanci). In particolare, la HMS Invincible lanciò il 25 maggio, quando venne affondato l'Atlantic Conveyor, qualcosa come 6 missili in meno di due minuti senza successo. Contro chi non è chiaro: l'attacco venne sferrato con i missili Exocet (e quindi erano ingaggiati questi ultimi, o gli aerei argentini a grande distanza? In entrambi i casi erano bersagli estremamente difficili).

Già verso la metà degli anni '70 i limiti del Sea Dart, ben evidenti specie con i Type 42, erano stati identificati e si pensò al Sea Dart Mk 2, con spoletta migliore, ECCM superiori ed elettronica solid-state, ma i dettagli non sono noti; il Type 909 doveva essere modificato e i radar 992 e 965 sostituiti dal 1031; ma nel 1980 (1981, secondo altre fonti) questo programma venne cancellato per ragioni economiche, impedendo di seguire l'evoluzione della tecnologia e soprattutto, restando privi di un sistema avanzato contro missili in volo a bassa quota o in picchiata da alte quote, come quelli sovietici.

In ogni caso, negli anni '80 l'oramai obsolescente flotta britannica portò avanti dei programmi vitali per mantenere la sua credibilità: sostituire i Type 965 con il 1022, e poi, dalla fine del decennio, un aggiornamento significativo del missile con ECCM superiori, la spoletta e la testata cambiate nel 1987, il radar Type 9091 per inseguimento bersagli, contratto del 1986 (35 mln di sterline) ed entrato in servizio dal 1988; il Type 992Q fu sostituito dal Siemes-Plessey Type 996 in banda E/F, infine, venne aggiornato l'ADAWS (centrale di elaborazione dati in combattimento); tra i nuovi sistemi, il Type 996 è importante anche perché usa la scansione di frequenza per la copertura in elevazione e la scansione di fase per la ricerca cambiando le frequenze; infine il Type 1022 ha lobi laterali ridotti, migliorando l'efficienza e riducendo il rischio di essere colpito da un ARM.

E così, nonostante la temuta obsolescenza, nel 1991 furono proprio due Sea Dart che distrussero un Silkworm irakeno, il primo missile antinave sicuramente abbattuto da un SAM. Il caccia che li lanciò, per la cronaca, era l'HMS Gloucester. Tra le cose valevoli di menzione, l'interesse cinese per ammodernare i suoi caccia 'Luda' con contenitori-lanciatori per il Sea Dart, utilizzabili fin da navi di 500 tonnellate. Ma nonostante fosse un contratto importante, vari motivi, essenzialmente politici, spinsero ad annullarlo. In tutto la produzione ha raggiunto e superato i 2.000 esemplari, che per un'arma così grande, costosa e quasi totalmente priva di successi ell'export, è indubbiamente un risultato notevole. Naturalmente il suo sostituto è l'Aster dei nuovi Type 45 'Daring'. Gli Argentini lo ritirarono già nel 1987 per mancanza di parti di ricambio.

Le versioni apparse, in verità non molte, sono le seguenti[9]:

  • Mod 0, versione base sviluppata negli anni '60 e in servizio dal '73, usata alle Falkands e caratterizzata da tecnologie elettroniche a valvole. L'affidabilità sia del missile, che dell'elettronica, che dei lanciatori non si rivelò del tutto soddisfacente, come si è detto, poi i loro problemi sono stati risolti, ma così è stato anche per l'arma di per sé, che è apparsa presto come
  • Mod 1, migliorato nel periodo 1983-86 con sistema di guida migliorato, più affidabile, e con una certa capacità antimissile, poi estesa nel successivo
  • Mod 2, del 1989-91, con l'ADIMP (ulteriore programma di aggiornamento) che sostituì sei schede del sistema di guida con una nuova più compatta, il che permise un auto-pilota interno. Questo lo rende una sorta di piccolo 'SM-2MR', ovvero si possono tirare più missili contro bersagli diversi, a breve intervallo, senza dover tutte le volte aspettare l'impatto del primo, poiché il radar si limita alla guida terminale verso il bersaglio designato, mentre i missili in volo sono aggiornati con un apposito data-link sulla rotta che devono tenere per approssimarsi ai loro obiettivi (sebbene questi non gli siano ancora visibili). Una grossa comodità per affrontare bersagli multipli (e anche per ridurre l'esposizione a missili ARM), anche se ovviamente non ha rilevanza in caso di ingaggi a breve raggio, come quelli contro i missili antinave. Furono forse proprio questi missili a distruggere, con una coppiola sparata dal Glouchester, un Silkworm diretto verso le navi USA, il 17 febbraio 1991. Pare che il Sea Dart, con questo aggiornamento, sia anche capace di cambiare bersaglio una volta in aria, e che possa permettersi addirittura una traiettoria balistica, con la quale raggiunge il bersaglio durante la fase di picchiata. Questo significa non perdere energia nelle fasce più basse dell'atmosfera e nelle manovre continue per seguirne la traccia, è una tipica specialità dei missili AAM e SAM più recenti, e permette di aumentare grandemente il raggio, che in questo caso pare sia addirittura raddoppiato, da circa 55-75 km a 148. Purché venga usato in associazione al Type 909(I), onde avere la necessaria potenza di illuminazione.
  • Mod 3. È il tipo più recente e ha una nuova spoletta IR, ma ha subito un ritardo dello sviluppo di ben 8 anni, dal 1994 al 2002.

Versioni non realizzate furono il Mod 2 o GWS 31 o anche Sea Dart II, cancellato nel 1981, e che era notevolmente superiore al tipo base, e specialmente nato per opporsi a missili come gli AS-4 e 6, capaci di attacchi in picchiata da grandi quote e velocità. Venne tuttavia annullato l'anno prima della guerra delle Falklands e in seguito ripreso con modifiche meno estese, diventando l'Mk 2 passato in produzione. Vi è stato poi il sistema 'leggero' per piccole navi, da 500 t in sù, su contenitori-lanciatori, e il Guardian, un apparato di difesa costiera per le Falklands, cosa che non avrebbe richiesto la presenza continua di navi Type 42.


Sea Wolf[modifica]

Un Seawolf nel museo di Adelaide. Ironicamente, quest'arma non è mai stata in servizio in Australia

Quanto al settore del corto raggio, il sostituto del Seacat è il più prestante Sea Wolf, costruito inizialmente dalla BAC (poi BAe) e attualmente dalla MBDA. È un sistema altamente automatizzato, pensato per reagire prontamente contro i missili antinave, e come tale, tra i primi, se non il primo CIWS, specie considerando i sistemi missilistici veri e propri. In effetti, più che un sistema d'arma buono per la difesa di altre navi, è in realtà un apparato sufficiente più che altro per la difesa delle unità che lo imbarcano. È stato realizzato nelle versioni GWS-25 e 26, nonché il modello VLS a lancio verticale.

L'equivalente del Rapier e sostituto del Seacat è nato da una richiesta del 1964 per un sistema a breve tempo di reazione; prima venne fuori il programma di fattibilità Confessor, poi ci si allarmò per la presenza dei nuovi missili SS-N-7 sovietici con capacità d'attacco a volo radente e da sottomarino immerso. Così venne fatto un ulteriore studio con un contratto del 1967 e la BAC, poi BAe, iniziò a far nascere il PX430 assieme alla Vickers e Bristol. Questo divenne poi il GWS.25 Sea Wolf, che nel 1975 iniziò le prove in mare con l'HMS Penelope (una Type 12, preferita alle pur nuove Type 21 che del Seawolf avrebbero avuto indubbiamente bisogno) ed entrò in servizio nel maggio 1979.

L'arma ha un motore a razzo LACKCAT con propengolo a doppia base, le prestazioni sono molto migliorate rispetto a quelle del Sea Cat: mach 2, gittata 1.000-6.000 m e quota pratica 10-3.050 m; l'arma è più appuntita e senza soluzioni di continuità tra diametro della testata e quello del motore.

Il missile è guidato da un sistema ottico su linea di mira della AC/BAeD, con radiocomando le cui antenne trasmittenti (del missile) sono su due delle alette stabilizzatrici. La manovrabilità è tale da ingaggiare bersagli altrettanto veloci del missile. La spoletta è della Thorn-EMI e pesa 14 kg; gli ordigni sono sistemati su lanciatori a sei celle con 2 colonne di tre l'una, tutte corazzate e con un boccaporto di lancio a due valve caratteristico; vengono caricati con carrellini dai magazzini.

Acquisito il bersaglio dai radar Marconi Type 967 e 968 in banda D (per la scoperta) e 968 in banda E per l'identificazione (sono sistemi da ben 3 MW di potenza di picco, 2 microsecondi per ciascuno dei 750 implusi/s), viene passato al sistema d'ingaggio. Il radar di tiro è un Marconi Type 910 in banda I/J di tipo Pulse-Doppler e antenna da 1,6 m, capace di controllare due missili alla volta (non è chiaro se contro due bersagli alla volta o contro uno solo) della coppia selezionata per il lancio.

Il sistema, una volta ricevuti i dati, riesce a reagire da solo in pochi secondi e lanciare missili che poi vengono radiocomandati e seguiti anche con una camera LLTV, sempre della Marconi.

Il Sea Wolf era un'arma estremamente precisa e letale: è riportato che in un'occasione abbia abbattuto niente di meno che una granata calibro 114 mm, un bersaglio estremamente piccolo e veloce (allo sparo supera abbondantemente mach 2).

La carica è manuale, con piccoli carrelli, il peso è infatti sufficientemente basso per essere ancora maneggiabile dal personale di bordo, sebbene la necessità di ricarica a forza di braccia -specie quando il mare è molto mosso- suscitava qualche perplessità nell'ipotesi di attacchi di saturazione contro le singole navi.

Benché il funzionamento sia automatico, è anche possibile intervenire da parte dell'operatore al sistema. Il radar di controllo del tiro era in origine il Type 910 in banda I/J, che peraltro non sempre funzionò bene contro bersagli a volo radente alle Falklands (ma molto meglio dei sistemi Sea Dart); quando il bersaglio è agganciato, uno dei due missili della coppia selezionata viene tirato e poi inseguito da due radio-trasmittenti a bordo del missile e dalla camera LLTV (che segue il flare di coda), il computer misura lo scarto tra rotta del bersaglio e quella del missile e manda correzioni via radio in maniera del tutto automatica, che vengono eseguite dalle superfici di coda dell'ordigno (al contrario del Seacat). Ogni sistema di guida (due sulle Type 22, uno sulle Type 12) è capace di controllare una coppia di missili tramite la sua trasmittente a micro-onde. Non è chiaro se sia anche capace di ingaggiare due bersagli diversi, al limite sì se volano molto vicini.

Nondimeno, la gittata è ancora pressoché uguale a quella del Seacat, e in questo sta l'incongruenza dell'arma: difficile accettare che un sistema a corto raggio praticamente grosso e pesante come un sistema da difesa d'area, specialmente considerando che in giro c'erano i compatti SAM navali statunitensi come l'SM-1MR o anche il Sea Sparrow, pur più grande e prestante dell'arma britannica, anche se meno adatto al ruolo anti-missile.

Dal 1979, dopo quasi 10 anni di sperimentazioni, è in servizio (come GWS-25 Mod.0) con le Type 22 (cominciando dalla HMS Broadsword) e dal 1980 con le Type 12 Leander della terza serie, dotate di un solo lanciamissili a prua; le Type 22 ne hanno due ma, tra questi, i due depositi da 30 missili e altrettante direzioni di tiro hanno finito per pesare più dei Type 42, eppure hanno solo un sistema capace di una gittata di circa 6,5 km; la BAe era convinta che fosse difficile intercettare missili a distanze elevate, ma il punto è che il sistema è poco utile contro gli aerei, a meno che non serrino le distanze e allora, se il sistema non si 'spegne' o si sgancia, può accadere che un'intera formazione venga decimata in pochi secondi, come successe - in una sola occasione- durante la guerra delle Falklands. Dopo questa il missile venne collaudato con successo, pare per la prima volta, contro i missili Exocet.

All'estero il Seawolf non ha avuto molto successo, data la sua complessità e ingombri, e la limitata gittata, circa 6 km, che non supera gli 8-10 nemmeno nel tipo a lancio verticale. Validissimo contro bersagli ravvicinati, con prestazioni senza pari (del resto si pensava che i missili sovietici lanciati da sottomarini spuntassero dal mare a breve distanza), non ha sufficiente gittata per molti altri impieghi pratici. Il radar Type 910 è pesante e gli Olandesi pensarono che il sistema fosse sia poco flessibile, che molto costoso. L'India aveva chiesto la licenza di produzione, ma stranamente non gli fu concessa.

Le 'Leiku' della Malaysia sono tra le poche navi che lo hanno a bordo (16 in lanciatori VLS); la Marina brasiliana e quella cilena hanno le Type 22 di seconda mano e nel secondo caso, anche qualche Type 23 (sempre ex-RN).

L'impiego alle Falkands ha evidenziato capacità e limiti, con le HMS Brilliant e Broadsword. Esso ebbe spesso uso come sistema in combinazione con le navi dotate di Sea Dart, ma non sempre questo 'Type 64' (dalla somma delle due classi di navi) trovò la giusta coordinazione per funzionare bene; il 12 maggio ebbe un certo successo, abbattendo rapidamente 3 A-4 sui quattro che stavano attaccando, mentre l'ultimo riuscì a passare davanti alla nave (la HMS Brilliant) e a rompere l'aggancio dei radar di bordo. Però non si riuscì ad agganciare la seconda formazione di Skyhawks, che danneggiò il Glasgow e una bomba finì persino sulla Brilliant, ma rimbalzò senza esplodere. Il 25 maggio andò anche peggio e la Broadwsord, dopo avere rischiato di fare la stessa fine, a causa dello sganciamento del radar dai bersagli all'ultimo momento e della rotta assunta dal Coventry, non riuscì a proteggerlo dagli A-4, che lo affondarono con tre bombe in pieno. In tutto il Seawolf ebbe cinque vittorie, ridotte poi a 3+ 1 probabile, in otto occasioni nelle quali un numero non noto di queste armi venne lanciato (o forse furono proprio otto i missili complessivamente lanciati, un totale apparentemente troppo basso considerando le svariate occasioni in cui venne usato).

Quando funzionò, fu molto pericoloso, ma non sempre questo fu possibile a causa di problemi vari e delle condizioni ambientali estreme nelle quali fu impiegato (del resto non molto diverse da quelle del Mare del Nord, dove si pensava di usarlo). Nel dopoguerra ebbe estensivi collaudi e aggiustamenti e divenne il primo SAM ad abbattere un Exocet. Del resto venne spinto in servizio, dopo molte esitazioni, proprio per contrastare i missili a volo radente come i grossi SS-N 7; inizialmente sembrava che i sovietici non avessero armi del genere, ma la valutazione si dimostrò infondata perché al contrario erano già in servizio a far tempo dal '67. E in ogni caso, l'inerzia della RN di fronte alla diffusione di armi analoghe anche ad Ovest non poteva essere scusabile, fino a produrre i danni del 1982. Durante la guerra, è probabile che nessun Sea Wolf venisse sparato contro gli Exocet. In ogni caso, per affrontare tali minacce, difficili da rilevare da distanza adeguata, contava più che la potenza e la gittata, la rapidità d'impiego e l'agilità. E il Seawolf, con tempi di reazione di 5-8 secondi, e la capacità di ingaggiare armi fino a mach 2, era senz'altro una risposta valida, sempre che tutto funzionasse bene. Ma più che un SAM a corto raggio era di fatto una sorta di CIWS di gittata un po' maggiore del normale, quindi poco adatto per difendere altre navi, a meno di non navigare praticamente al loro fianco, pratica piuttosto comune per la scorta alle 'Invincible' e altre grosse unità britanniche.

Il passo successivo è stato il Sea Wolf Mod.3. Tra i cambiamenti il computer Ferranti 1600B sostituito dal 1600E, e il radar Type 910 dal 911 Mod 1 derivato stranamente da un tipo civile (il 805SW); esso opera in banda I per l'acquisizione, mentre la sua componente millimetrica (banda K) è derivata dal radar DN 181 del Rapier Blindfire, molto accurato a bassa quota. Da qui la sostituzione della telecamera prima presente con il Type 910. Esso divenne standard dalla settima delle Type 22 (oppure dalla 11ima, se è solo dal Batch 3, le fonti discordano). Una cosa interessante è che non vi è più il sistema elettro-ottico come sistema di guida standard, ma è rimasto come back-up in caso di problemi al radar (ECM, guasti ecc).

Il sistema Sea Wolf Mod.3 è stato installato sulle Type 22 Batch 3, le altre (le Type 22 e le 5 Type 12) hanno mantenuto il Mod.0 ma con qualche miglioramento (Type 910) per dare origine all'ibrido Mod.4. Questo è specificatamente per le fregate Type 22 Batch 1 e due delle Batch 2, con un sistema ad immagine termica in aggiunta al radar d'inseguimento.

Il Seawolf ha conosciuto un successo significativo quando è diventato a lancio verticale, ma è stata anche introdotto un Type 996 3D come sistema di designazione al posto dei radar 967 e 968.

Il radar dell'HMS Battleaxe, come si vede è costituito da diversi elementi di aggancio e inseguimento

Successivamente alla scoperta del che il Sea Wolf è troppo pesante per quello che offre (il solo radar Type 910 pesava 13,5 t, ma solo 5 nel caso del Type 911), e che il sistema, per quanto semplice apparentemente richiede un impatto significativo nella nave che lo porta, è stato sviluppato un tipo 'Lightweight' che si può ottenere con un lanciamissili simile a quello del Seacat, per equipaggiare in particolare i Type 42 batch 3 e le 'Invincible' come supplemento al Sea Dart. I Type 42 avrebbero probabilmente dovuto rinunciare ad uno dei due radar guidamissili per ottenere questo sistema difensivo, il che non era una prospettiva molto confortante. Non è chiaro se sia entrato davvero in servizio e tanto meno se lo sia ancora (pare di no, evidentemente i CIWS Phalanx sono stati considerati più che sufficienti).

Ma il GWS.26 Mod 1 (da non confondersi con l'altro) è stata la vera carta vicende del sistema, che finalmente ha ottenuto anche dei successi (invero limitati) nell'export. Fin dal 1967, con il programma SINNER, si era stabilito che il lancio verticale era fattibile e certo vantaggioso, presumibilmente sperimentata su di una fregata classe 'Loch', la Loch Fada, ma non si procedette con questa moderna concezione, che rimase in naftalina per decenni.

Il missile ha un peso aumentato da 80 a 140 kg, è contenuto verticalmente su di un modulo di lancio e può essere lanciato senza il tedio della ricarica, che è difficile con mare in tempesta, e comporta un tempo in cui la nave è vulnerabile, sebbene 12 missili pronti al lancio siano una discreta garanzia di sopravvivenza (ma le Type 12 ne hanno solo sei). Con i missili a lancio verticale, che richiedono un autopilota per la correzione di rotta, è possibile coprire con un singolo lanciatore un settore di 360°, purché ovviamente vi siano anche sistemi di controllo del tiro adeguati.

I tempi di reazione, e la vulnerabilità dei sistemi di lancio sono pure migliorate (si pensi all'incidente in cui una nave brasiliana MEKO ha devastato un lanciamissili di una Type 22 brasiliana con una fortuita scarica da 40 mm). Il MoD autorizzò tuttavia lo sviluppo del Sea Wolf VL solo con l'entrata in servizio del modello base, e le prove reali non ebbero luogo se non nel 1987, grazie al pontone da 12.000 t, il Longbow, appositamente modificato per sperimentarne l'utilizzo, e che ebbe nel 1986 2 lanciatori tripli verticali.

Il programma andò avanti con un contratto di produzione siglato nel 1989. Obiettivo, equipaggiare le nuove 'Type 23', che tra l'altro, dovevano anche avere i Goalkeeper, che poi non sono stati installati. Così la difesa è rimasta centrata sui Sea Wolf VL. I contenitori-lanciatori sono più semplici di quelli (con apertura meccanica 'a valva') del tipo normale, e vengono controllati in gruppi di 8. Le Type 23 ne hanno ricevuti 32, tutti a prua. Nel 1990 vi sono stati test positivi conil radar associato Type 911 Mod.2. In seguito il missile avrebbe equipaggiato anche le navi di rifornimento tipo 'Victoria'.

A tutto il 1989 non erano stati lanciati più di 10 missili, ma tanto bastò per certificarne l'efficacia e per dichiarare che il nuovo ordigno era più veloce, più reattivo e con portata minima e massima (8 km) migliori del precedente.

La struttura dei lanciatori, solitamente raggruppati in moduli di 8 (ma non sono sistemi rigidamente definiti come nel caso dei prodotti americani) pozzi, ciascuno con il condotto per l'evacuazione dei gas combusti; l'apparato di controllo è compatto e un complesso di 8 celle pesa a vuoto 1.943 kg, a pieno carico 3.400 kg. Non è corazzato, ma può essere installato sia sotto i ponti che nelle sovrastrutture data la sua poca esigenza di spazio. Un altro tipo proposto è un container standard di 6,08 m, che nondimeno ospita al suo interno un totale di ben 16 missili e relativi controlli.

Un concorrente forse imprevisto si è rivelato il Barak israeliano, che di fatto ha reso marginale la presenza del Sea Wolf, anche per la maggiore spregiudicatezza degli Israeliani nel vendere tecnologie avanzate anche a nazioni non esattamente 'grate' alla Comunità internazionale (come il Sudafrica dell'Apartheid, varie dittature sudamericane ecc.). Il Barak, onestamente, aveva dei vantaggi. Anche se nel 1989 aveva tirato solo qualche missile in prova, questo sistema della IAI e Rafael era capace di ottemperare ad una specifica che non poteva essere pienamente raggiunta dal Sea Wolf: gittata compresa tra 0,5 e 12 km, oltre che colpire i missili antinave, già specialità del Sea Wolf, anche di tipi a ridotta traccia radar. Vi sono 3 moduli, uno con il complesso di lancio, un altro con quello di controllo, e l'altro con il radar di sorveglianza: braccia, cervello e occhi del sistema. I moduli di lancio hanno 16 celle, ma queste sono ripartite in sezioni di otto. Queste sezioni di lancio, o moduli (non è chiaro) pesano appena 1.328 kg e richiedono 4,2 m2. I missili raggiungono mach 2 e pesano meno di 90 kg, ma ben 18 sono di testata. Come il modulo di lancio, anche il sistema di guida e radar pesa 1.328 kg; la possibilità di arrangiamento varia da due moduli con due celle l'uno, a 2 moduli con un totale di 64 missili. Insomma, un sistema più leggero e prestante, che ha finito per marginalizzare il pur 'combat proven' Sea Wolf[10].

Il Sea Wolf Block 2 è un aggiornamento dei missili già prodotti, così come il radar Type 911 sta avendo l'integrazione (finalmente) di una moderna camera termica per assicurare migliori capacità di visione ognitempo.

Da notare che l'arma era anche in sviluppo in una versione ancora più evoluta, la GWS-27. Essa era straordinaria in quanto totalmente 'fire and forget', forse con una guida radar attiva per ciascun missile, come nell'AMRAAM. Nel 1985 la BAe ebbe -o così disse- un contratto per l'evoluzione del Sea Wolf, che si poteva anche arrivare a dotare di un cercatore radar attivo. Ma la cosa non ebbe poi seguito, visto che c'era già l'Aster all'orizzonte, dalle prestazioni nettamente superiori, e questa pur interessante arma venne cancellata nel 1987

Ma nel 1989, con la partecipazione britannica al programma FSAF (Future Surface to Air Family) per ottemperare alla richiesta FAMS (Future of anti-Air Missile Systems), venne impostata una nuova rotta. Per la prima volta in assoluto, infatti, la Gran Bretagna abbandonava la sua stirpe di missili SAM navali e accettava di essere cliente di un sistema sviluppato all'estero, e basato sul SAM Aster francese. Così terminava la variopinta genia di SAM navali inglesi che nel bene e nel male erano di casa sulle navi di Sua Maestà da decenni, e che, con 11 abbattimenti confermati, hanno a tutt'oggi il record di successi bellici. Per il Seawolf è prevista la permanenza in servizio fino al 2020.

Insomma, ricapitoliamo questa vicenda complessa, perché si è fatto ogni sforzo per migliorare un sistema che pure da un lato già sembrava eccellente, e dall'altro è rimasto per certi versi comunque assai limitato:

  • GWS25 Mod.0, prove in mare dal 1975, servizio dal '79, radar Type 910, 967 e 968, LLTV, fregate Type 22 e 12
  • Mod. 4, la versione migliorata del precedente, per le Type 22 Batch 1 e le prime Type 22, con camera termica
  • Sea Wolf Mod.3, per le Type 22 Batch 3, con radar Type 911 al posto del 910, ma senza camera LLTV (o almeno, non come sistema d'acquisizione primario).
  • GWS.26 Mod 1, il tipo a lancio verticale, provata dal 1987 e in servizio attorno al 1989 sulle Type 23 e i 'Fort', oltre che esportata con le 'Leiku'. Peso missile 140 kg, gittata 8 km (inizialmente prevista in 10), peso modulo con 8 missili, 3.400 kg. Radar degli ultimi tipi, più il Type 996 3D come sistema di designazione al posto dei radar 967 e 968.
  • GWS.27, versione leggera a quattro celle di lancio, sviluppo tra il 1985 e il 1987, poi non è chiaro se abbandonata o entrata in servizio limitatamente a qualche classe (Type 42 Batch 3 e Invincible), forse solo per pochi anni.


Il successore del Seawolf è stato annunciato nel 2007, noto come Common Anti-Air Modular Missile (CAMM), avrà componenti in comune con l'ASRAAM, tra cui probabilmente anche il tipo di guida.


Fonti[modifica]

  1. Armi da guerra n.85
  2. Armi da guerra 141
  3. Armi da guerra 141
  4. Armi da guerra n.8
  5. Dati sul Rapier ricavati dalla voce di Wiki.en
  6. Fischer, Johann: I sistemi navali inglesi di difesa aerea, RID Gen 1992 p. 48-53
  7. Dati dalle corrispondenti voci di Wiki.en
  8. Dati da wiki.en
  9. dati da wiki.en
  10. Truver SC, I sistemi di lancio verticale, Rid lu-1991 p.76-85