Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan-2

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Marina, al 1997[1][modifica]

La storia della Marina è stata iniziata dalle decisioni dell'AFRC (Armed Forces Reconstitution Committee), che doveva stabilire cosa della vecchia 'India unita' dovesse essere suddiviso tra Pakistan e India propriamente detta. Il risultato fu che ai Pakistani vennero assegnate 2 fregate, 2 corvette, 4 dragamine, 2 pescherecci, 4 lance portuali, 3.580 uomini di cui 180 ufficiali, più alcune motolance per la difesa portuale per la difesa in particolare dei delta fluviali. Venne anche ceduta una nave scuola ex-indiana, uno sloop. Il Pakistan ebbe anche il vantaggio di avere le tre maggiori istituzioni della vecchia marina, ovvero il Boy's Training Establishment School, la Scuola cannonieri, quella radar erano tutte a Karachi. Ma dato che la Marina ebbe solo una parte minore del bilancio rispetto alle vere priorità dell'Esercito e Aviazione, non vi furono molte prospettive fino al '56, quando in quel febbraio la Gran Bretagna si pronunciò favorevolmente sulla cessione di grosse navi: un incrociatore leggero e 4 grandi caccia, via FMS americana (ovvero comprati con tali fondi messi disponibili dagli USA). Poi nel 1956-63 vennero anche 2 caccia, 7 dragamine e una petroliera americane, frutto del programma d'assistenza per l'entrata del Pakistan nel CENTO e SEATO. Nel '64 giunse anche un sottomarino 'Tench', quando ancora l'India non aveva tali mezzi (in tutto l'Oceano Indiano c'era solo l'Indonesia all'epoca già fornita di sommergibili); ma questo fece sì che anche l'India si dotasse di una componente sommergibilistica. Non si sa molto delle attività della Marina Indiana, ma nel '65 il KHYBER e altre navi minori bombardarono le installazioni navali e radar di Dwarka, l'unico 'acuto' della lotta sui mari di quella guerra. Ma la guerra del '71 vide la sorpresa dei sistemi missilistici antinave, già entrati in azione nel Medio Oriente, con la perdita di KHYBER, MUHAFIZ e anche del DACCA, la petroliera quantomeno danneggiata e forse non più riparata, oltre al sottomarino GHENZI, affondato durante la guerra. Così vennero comprate nel 1972-80 12 cannoniere 'Shangai', 5 'Hainan' e 4 aliscafi siluranti 'Huchwan', più 2 fregate ex-RN classe 'Whitby' e 4 caccia americani 'Gearing', arrivati dal '74. Se nel 1980 c'erano solo 9 grandi navi della flotta, esse nel 1989 divennero 16, nonostante che l'accordo del 1984 con la Vosper britannica non andò in porto (per una classe di navi fregate); ma dal 1982 Reagan concesse agli 'alleati' Pakistani 3,2 mld di dollari di aiuti di cui 1,55 per nuovi acquisti, e altri 4 mld arrivarono nel 1987, fino a che nel 1988 ben 8 vecchie fregate 'Garcia' e 'Brooke' vennero cedute, nominalmente affittate, ma gli equipaggi che dovevano essere addestrati negli USA dovettero 'arrangiarsi' per cause politiche. In compenso le navi vennero seguite nel '90 dalla nave ausiliaria USS Hector, poi 'Moawin'. Altri 68 mln vennero spesi alla fine degli anni '80 per aggiornare tali fregate, ma dopo la ritirata dei Sovietici dall'Afghanistan gli USA del nuovo presidente Bush non furono più interessati a negare che il Pakistan fosse impegnato in un programma nucleare e con l'emendamento Pressler applicato dal 1 ottobre 1990 l'accordo bilaterale di collaborazione venne interrotto, con i 4 mld di dollari previsti fino al '95 dal secondo accordo sostituiti. Poco dopo finirono i contratti di affitto triennali delle fregate.

Certo, tutto questo causò dei problemi notevoli al Pakistan: il 97% dei suoi traffici commerciali passavano dal mare, com'era ovvio considerando i vicini e le difficoltà che ponevano le montagne sui tre lati; le coste non sono molto estese, appena 960 km, ma Karachi è la principale città di mare e si trova solo a 180 km dal confine indiano. Alla congestione di questa base civile e militare si aggiungevano le basi minori di Port Qasim e altre tre piccole località. Controllare 240 mila km2 di ZEE era un compito tutt'altro che facile, e se non altro varie esercitazioni congiunte sono state svolte dalla marina pakistana con alleati storici come GB e USA. Le missioni sono varie, comprendendo anche la sorveglianza delle coste e la lotta al terrorismo, assistenza ai civili in caso di problemi e calamità ecc.

Il QG è naturalmente a Karachi, mentre la grande base di Ormara era in costruzione a metà anni '90, a 200 km ad O, fino a che, battezzata Jinnah (come il 'padre' del Pakistan).

I materiali della metà anni '90 erano anzitutto 3 sottomarini tipo 'Agosta', i classe 'Hashmat' del 1976-80; poi c'erano i 3 'Hangor', ovvero i più vecchi 'Daphne'; questi erano da sostituire con 3 AGOSTA 90B a far tempo dal 1998, aventi il sistema MESMA da 200 kW, che è un tipo di AIP (non molto efficiente) francese. Uno sarebbe stato costruito in Francia, uno assemblato a Karachi con pezzi di Cherbourg, e l'ultimo da realizzare interamente dal Karachi Naval Dockyard; nel mentre 40 pakistani andarono ai cantieri DCN di Cherbourg per iniziare l'addestramento sul simulatore del nuovo sottomarino, con corsi di 2-18 mesi. A parte questo c'era ancora una piccola forza di 3-4 minisommergibili SX-404 della CoS.Mos.

Quanto alle fregate, dal 1988 iniziarono le trattative per nuove fregate dalla Gran Bretagna, approfittando della visita di Lord Trefgarne, Ministro delle Acquisizioni per la Difesa. Queste nuove navi erano le veterane Type 21 'Amazon', le sei superstiti dei tempi delle Falklands. Così vennero fornite la HMS Ambuscade (PNS Tariq) e Amazon (=PNS Babur) nel '94, poi giunsero le altre che divennero PNS KAHIBAR, PNS BADR, PNS SULTAN e PNS SHAHAJAHAN (rispettivamente le Arrow, Alacrity, Avenger, Active). Questa fu la classe 'Tariq', comprata dalla Gran Bretagna per la misera cifra di 60 milioni di dollari, ovvero circa un quarto del costo di una nuova fregata. Questo dà l'idea dell'importanza delle navi di seconda mano per le forze navali minori. Ma ovviamente, le vecchie navi erano bisognose di aggiornamenti, che costarono altrettanto della compera. Risultato di tali migliorie, a parte vari lavori di raddobbo: via il SATCOM SCOTT, Exocet, Sea Cat, dentro invece l'ECM Type 670, missili Harpoon, CIWS Phalanx (uno al posto del Sea Cat sull'hangar). Erano previste in servizio fino al 2020, con nuovi aggiornamenti dal '94 come il sonar trainato ATAS, mentre Phalanx e Harpoon provengono dai vecchi 'Gearing' che erano stati abbondantemente aggiornati verso la fine della loro vita operativa, e radiati con l'arrivo delle 'Tariq'. Radar DA 08 bidimensionale al posto del Type 992 e gli elicotteri Lynx, sistemi di mine Stonefish, lanciatori SBROC, cannoni da 20 e 30 mm, FCS DR3000, sistema di comando e controllo moderni avrebbero contribuito a migliorare le capacità di navi altrimenti decisamente obsolete.

La decisione di comprare le navi di questo tipo è stata contrastata dagli USA, intenzionati ad ostacolare il riarmo pakistanto dopo l'accertamento delle capacità di sviluppare armi nucleari, prima negata dall'amministrazione Reagan e poi ammessa da quella Bush. Il ritorno delle 4 'Garcia' e delle 4 'Brooke' con missili ASROC e Standard entro il 1994, dato il non rinnovo del prestito, aveva gettato la Marina nello sconforto. L'accordo dell'inizio del '93 ha visto le navi consegnate a Devemport a partire dal 28 luglio 1993, dopo si è proceduto ad un lavoro di 5 settimane prima di spedire le navi a Karachi. Queste fregate del 1974-78 erano un intermezzo tra le 'type 12' e '22', della Vosper Tornycroft e cantieri Yarrow, con pochi elementi dell'equipaggio, leghe di alluminio diffusamente applicate nelle sovrastrutture, per ridurre i pesi in alto. Leghe che poi dimostrarono oltre alla vulnerabilità al suolo, anche alle lesioni strutturali, a cui si pose parziale rimedio con piastre di rinforzo. I missili Exocet comparvero solo dopo alcuni anni, come anche i siluri Mk 46 e Stingray, mentre da subito c'erano solo il cannone leggero Mk 8 da 114 mm, 2 da 20, il lanciamissili Seacat, decoy ASW Type 182 e due lanciarazzi a 8 canne Chorvus con razzi N4, poi in alcuni casi comparvero le ECM semi-automatiche Racal Type 670 in banda I e J. Negli anni '90 avevano sistema C3 CAAIS con due computer FM1600B e sei monitor Decca CA 1600 monocolore per due operatoti l'uno e il sistema WSA-4 per i due radar del Seacat, i Type 912 in banda I. Per il resto, stabili sono stati il radar Type 992 bidimensionale in banda E e F, l'IFF Cossor Type 1010, radar di navigazione Type 1006 in banda I (prima c'era il Type 978), l'ESM MEL UAA, il sonar Type 184 di chiglia, frequenze 6-9 kHz con aggiornamento allo standard P con filtri digitali; i display a colori sono apparsi su due sole navi prima della modifica. Gli elicotteri Wasp, inizialmente presenti, sono stati sostituiti dai Lynx HAS.3, con radar Sea Spray Mk.1, ESM Orange Crop, bombe Mk 11 o missili Sea Skua. Le navi erano per il quarto squadrone a Devenport, la nave HMS Ardent perse 22 uomini quando venne affondata in azione e la Antelope un artificiere per una bomba esplosa durante un tentativo di disinnesco.

Il contratto per le navi non avrebbe avuto senso senza gli elicotteri, e così 3 sono stati ceduti con una trattativa del '94 e forse altrettanti in futuro. I primi due sono stati ritirati dalla nave ausiliaria Maowin (ex-Poolster olandese) il 18 agosto 1994.

I programmi erano poi di aggiornare il sistema di combattimento con il Celsius Tech 9LV, una famiglia di successo nel mondo dei sistemi di comando e controllo, installati su oltre 50 navi e con struttura modulare e aperta. Ha sistemi informatici commerciali e collegamento locale Ethernet. I sistemi originariamente da cambiare erano anche il radar 992 con il DA-08, anche qui con un'aspra contesa tra vari fornitori, ma si tratta di un sistema bidimensionale in banda F e trasmettitore TWT ad alta potenza, assai popolare; ESM CSF DR 3000S al posto dell'UAA(S) operando nelle fasce 0.5-18 GHz con apposito display tattico, sonar ATAS (come detto sopra), che ha bassa frequenza a 3 kHz, con sensore lineare ricevente, originariamente inteso per le vecchie fregate Type 12. I CIWS Phalanx vengono dai 'Gearing' e dal 'County', dai primi anche i missili RGM-84C, e cannoni da 30 mm con fornitori possibili tra GB, Italia; optronico Najir Mk.2 termico con camera SAT, telemetro laser Cilas, telecamera Radamec; infine i siluri 43x2 da 400 mm, filoguidati, e rotaie per mine da fondo Stonefish; probabile un sistema come il Dagaie Mk2 o il Super Barricade per lancio decoy.

Le caratteristiche originali delle Type 12:

  • dislocamento p.c.: 2.500 t
  • dimensioni 116x 12,3 x6,3 m
  • motore COGAG, 2 RR Olympus TM3B da 50.000 hp complessivi, 2 turbine R.R: Tyne RM1C da 10.000 hp complessivi
  • prestazioni: crociera 18 nodi, massima 30, autonomia 4.000 nm a 17 nodi, 1.200 nm a 30 nodi
  • equipaggio: 180
  • Sensori: Type 992 per la scoperta aerea, Type 1006 navigazione, due sistemi di tiro Mk.912 (RTN-10X costruiti su licenza), sonar Type 184, ESM, lanciatori chaff-flare, ECM per alcune unità
  • Armi: 1 pezzo Mk 8 da 114 mm, 2 da 20 mm, 1 Seacat con 16 armi, 4 MM.38, 6 tls, 1 Lynx[2]


Nel 1988 erano state comprate anche due Type 12 'Leander', poi aggiornate nel 1991-93, mentre il grosso caccia BABUR della classe 'County', era usato come nave scuola dal 1982, poi venne radiato nel 1993, oramai troppo vecchio e costoso da mantenere.

La flotta, quindi al 1997 era costituita da:

  • 6 fregate 'Tariq'
  • 2 fregate 'Leander'
  • 6 sottomarini di cui 3 'Hangor' e 3 'Hashmat' (di cui 2 modificati nel 1985 per i missili Harpoon)


Le navi minori erano rappresentate dal pattugliatore PNS Larkana, in servizio dal 1994, 4 cannoniere 'Huangfen' del 1984, 4 'Haibat' del 1981, 3 'Shangai II', un pattugliatore 'Town' dei 4 costruiti nel '65 in Gran Bretagna.

Le forze MCM, del tutto inconsistenti, nel 1995 erano ancora costituite da 2 vecchi dragamine costieri ex-USN, e 8 ROV Tupe 312, ma per fortuna la situazione è stata migliorata da 3 'Tripartite' francesi che cominciarono ad entrare in servizio quell'anno, i primi di un lotto previsto di altre 3 unità per costituire una capacità credibile nel settore, estremamente delicato e difficile, della lotta antimine.

I mezzi navali della marina erano i 3 Atlantic, 4 F-27, 6 Sea King Mk45, 4 SA319 Alouette III, e altri 3 P-3C in fornitura.

In tutto, la Marina Pakistana aveva 23.800 elementi, 1.000 dei quali del servizio sicurezza marittima e 1.200 marines. La permanenza in mare era elevata, anche 180 giorni l'anno, mentre l'addestramento era svolto nella PNS Himalaya per l'addestramento, PNS Rahbar, l'Accademia navale, la PNS Iqbal per i sommergibilisti e marines, Mehran per i piloti, Karsaz per l'addestramento avanzato. Se gli ufficiali avevano alta cultura i marinai semplici erano in compenso per lo più privi di istruzione che non fosse elementare, il che era inadeguato per le nuove navi e che richiese un notevole sforzo per portare anche i semplici marinai a livelli accettabili di efficienza e professionalità.

I Marines vennero istituiti per ragioni difensive, con un primo battaglione dell'ottobre del '71, con 400 marines guidati da appena 10 ufficiali, basandola a Chittanong, ma venne sciolto dopo la fine della guerra e la caduta della guarnigione del Bengala. Ritornò ad esistere nel 1990, sempre temendo che gli Indiani sbarcassero sulle coste pakistane, con compiti come quelli della difesa dei porti e pattugliamento costiero.

La difesa costiera è invece dovuta ai 240.000 km2 assegnati nel 1982 dall'ONU con la Convenzione Marittima, con un Servizio per la Sicurezza Marittima. Il servizio vero e proprio nacque nel 1987 con un caccia Gearing FRAM ex- Marina, ceduto nel 1993, 4 pattugliatori 'Barkat' del 1990, 2 cannoniere 'Shangai II', e 1.200 persone in tutto; poi c'è un servizio dogane che fa parte della Guardia costiera la quale però non fa parte del Ministero della Difesa. Essa venne creata nel 1985 con personale proveniente dall'Esercito, poi messa sotto il controllo del Ministero degli interni, con 20 battelli da 16,5 m e uno da 20.

Le prospettive per l'immediato non erano poi tranquillizzanti, visto che se da un lato gli americani avevano appena posto fine all'embargo al Pakistan (per poi riprenderlo di lì a breve) dall'altro l'India era preoccupata proprio per questo, e tra le due nazioni c'erano accuse di supportare i movimenti fondamentalisti e terroristi. Di lì a poco sarebbe stato il tempo delle 'atomiche' e rimesso in discussione l'intero equilibrio della regione.



2001, esercito[3][modifica]

L'Esercito pakistano in quest'anno critico aveva questa fisionomia. Nonostante l'apparenza in termini di stile, alla filosofia e stile britannici (come del resto nel caso dei dirimpettai indiani), l'esercito pakistano è in realtà molto più vicino alla cultura e al codice d'onore islamico. Il 1999 ha visto il 5,8% del PIL assegnato alle forze armate, ovvero 3,2 miliardi di dollari. In quell'anno è arrivato al potere Musharraff con un colpo di stato incruento. La forza dell'esercito era allora di 520.000 uomini, in gran parte volontari nonostante l'esiguità del budget per la difesa, circa un sesto di quello italiano. La leva obbligatoria non è mai riuscita a passare nonostante che la premier Bhutto lo avesse considerato, mentre grazie alle difficili condizioni di vita, non vi sono problemi a trovare reclute che entrano a 17 anni con una durata minima di 7 per i soldati, 15 per gli ufficiali. La difficoltà di trovare specialisti di alto livello era un problema legato al basso livello di istruzione medio. Le reclute arrivavano in maniera omogenea da tutte le parti del Paese nei principali reparti operativi, differentemnte dall'Aviazione e Marina, contrariamente a quello che si potrebbe immaginare, che sono invece molto più legate alle regioni in cui operano le varie unità operative. L'Esercito era organizzatocon uno Stato Maggiore a Rapalwindi, posto a sua volta alle dipendenze del Comando degli Stati Maggiori Riuniti, che a sua volta era subordinato al Comando Congiunto dei Capi di Stato Maggiore. Il CSMR è stato creato nel 1976 per coordinare le azioni militari, in base alle esperienze negative della guerra del '71. In caso di guerra era previsto che fosse il Presidente in persona a dirigere lo Stato Maggiore, e di comandare le F.A. assieme anche al Primo Ministro. Il CCCSM decideva invece le principali scelte nello sforzo bellico e soprattutto nell'acquisizione di sistemi d'arma e risorse, coordinando gli sforzi dell'Esercito, Marina (22.000 uomini) e PAF (Altri 54.000). Dall'Esercito dipendevano vari servizi come l'Amministrazione, logistica, operazioni etc, le direzioni delle varie specialità (tipo fanteria, artiglieria etc.) e 8 Corpi d'Armata. Gli ufficiali frequentavano per 30 mesi l'Accademia militare di Abbotabab che è a 60 km da Islamabad, provenendo dalle scuole tecniche dell'esercito oppure dalle scuole medie superiori. Per il perfezionamento erano possibili altri corsi, e in particolare la Scuola di Guerra di Quetta, per i migliori, chiamata anche Command and Staff College. Alcuni ufficiali venivano inviati anche all'estero per seguire altri corsi di specializzazione, specialmente in Gran Bretagna (circa 50 all'anno) e in generale nei Paesi del Commonwealth, per un totale di 5-12 mesi.

L'organizzazione era piuttosto complessa e orientata principalmente lungo il confine orientale, soprattutto in Kashmir dove dal 1948 vi è un contenzioso che nessun negoziato dei tanti sia mai stato in grado di risolvere. Nemmeno con le armi, come si vedrà in seguito. Nel solo 1998 oltre 400.000 colpi d'artiglieria sono stati esplosi negli scontri di confine lungo il confine della provincia dello Jammu e il Kashmir. Può sembrare molto, quasi 1000 colpi al giorno, quasi uno per minuto, ma nel settore di Rajouri, appena ad Est di Islamabad tra il gennaio e settembre dello stesso anno, lungo un fronte di 208 km, sono stati esplosi circa 1,5 milioni di proiettili, ovvero più di 8000 al giorno. È una massa di circa (calcolando il peso di 25 kg) 200 t di munizioni al giorno, senza considerare le cariche di lancio e il fuoco delle armi leggere. È realmente incredibile come questi scontri di frontiera tra India e Pakistan durino con tanta violenza da decenni, e siano rimasti praticamente ignorati a livello internazionale. Basti dire durante la Battaglia di El Alamein l'artiglieria britannica sparò circa 1 milione di colpi in una delle battaglie più impegnative della Seconda guerra mondiale.

L'organizzazione territoriale era data da 8 Corpi d'armata e il comando operativo della Zona Nord, ai confini dell'Afghanistan, Cina e India. Il comando della Zona Nord era a Gilbit e disponeva di tre brigate di fanteria e una di artiglieria. Le unità dei Corpi erano invece divisioni, oppure brigate a seconda dei casi. Partendo da NE, era presente:

  • il 1° Corpo d'armata, QG. a Mangla. Esso aveva 2 divisioni di fanteria, la 8 e 15ima, ciascuna con 4 brigate di fanteria e una di artiglieria, una brigata di fanteria indipendente, una brigata d'artiglieria, uno squadrone elicotteri
  • A Sud di questo era presente il 30imo Corpo d'armata, QG Kharian, con la 17ima di fanteria (comando a Sialkot) su 3 brigate fanteria e una di artiglieria, e la 6a corazzata, comando a Kharian e dotazione di 2 brigate corazzate ,una artiglieria e un reggimento corazzato leggero, più 3 brigate di fanteria e una di artiglieria.
  • Verso SE vi era il 4° Corpo d'armata, Lahore, con la 10ima di fanteria (QG sempre a Lahore) e la 11ima pure di fanteria (Kasur), tutte e due su tre brigate di fanteria+1 d'artiglieria, a parte questo vi erano anche una brigata corazzata, una di artiglieria e uno squadrone elicotteri.
  • A Sud di questo vi era il 2 °C.d'A. con la maggiore forza di tutto l'esercito, con la 14, 35 e 37ima divisione di fanteria, i cui QG sono a Multan (anche per il Corpo d'armata), Okara e Bahawlpur. Tutte e tre le divisioni erano articolate su 3 brigate di fanteria e una d'artiglieria. Il punto di maggior forza era però la 1a Corazzata, basata a Multan, con due brigate corazzate, una di artiglieria antiaerea e un reggimento di cavalleria. Infine vi erano 1 brigata corazzata, 1 di fanteria e uno squadrone elicotteri.
  • Nel settore meridionale del Paese era schierato il 5°, QG a Karachi, con la 10ima di fanteria (Hyderabad) con 3 brigate di fanteria, 1 artiglieria e 1 reggimento di cavalleria. Vi erano anche 3 brigate di fanteria, 1 corazzata, 1 artiglieria, 3 reggimenti di cavalleria e uno squadrone elicotteri
  • Al confine dell'Afghanistan vi sono altri 3 Corpi, il 12imo a Sud (Quetta) con la 16 e la 33ima divisione di fanteria (Quetta e Rahinyar) su 3 brigate di fanteria, una di artiglieria e un battaglione da ricognizione. Vi erano anche 2 brigate di fanteria, 1 artiglieria e uno squadrone elicotteri.
  • Il settore centrale era appannaggio dell'11imo, QG Peshawar. Disponeva delle divisioni di fanteria 7ima (Peshawar) e 9a (Kohat) su 3 brigate di fanteria e una di artiglieria l'una, un battaglione da ricognizione e uno squadrone elicotteri.
  • A Nord vi era il 10imo QG Rapalwindi, con ben 3 divisioni di fanteria, la 12ima (Rapalwindi), 19 (Murree) e 23ima (Mangala) su 3 o 4 brigate di fanteria e una d'artiglieria l'una, oltre ad una brigata di fanteria, una d'artiglieria e uno squadrone elicotteri.

In tutto vi erano dunque:

  • 8 Corpi d'armata, il 1, 2, 4, 5, 10, 11, 12, 30 imo.
  • 18 divisioni: 2 corazzate: la 1 e la 6a, e 16 di fanteria: 7, 8, 9, 10, 11, 12, 14, 15, 16, 17, 19, 20, 23, 33, 35, 37ima
  • 105-108 brigate: 70-73 brigate di fanteria, 8 corazzate, 27 d'artiglieria
  • 8 squadroni elicotteri.

Le divisioni erano di due tipi, corazzate e meccanizzate. Le seconde sono organizzate in 3 brigate e hanno una forza di 12-14.000 uomini. Oltre alle brigate vi sono un battaglione meccanizzato da ricognizione, un reggimento carri, una brigata d'artiglieria un battaglione del genio e trasmissioni e un reggimento logistico. In tutto, organicamente erano previsti 56 carri armati, circa 60 APC, 72 obici e cannoni, 12 mortai pesanti e circa 1000 automezzi motorizzati.

Le divisioni corazzate sono meno numerose, hanno 10-11.000 uomini e sono dotate di: 2 brigate corazzate, una di artiglieria, un reggimento ricognizione, un battaglione genio e trasmissioni, uno logistico. i sono 330 carri armati e vari APC.

I carri armati erano circa 2.000, di tipo piuttosto vecchio: oltre 300 M47 e M48A5, 50 T-54/55, 1200 Type 59 e 200 Type 69. Molti di questi carri hanno ricevuto un cannone da 105 mm e altri aggiornamenti, come i lanciagranate fumogeni e skirts proteggicingoli (che assolvono ad una triplice funzione: protezione da granate HEAT sui lati dello scafo grazie alla spaziatura, ma meno evidente, anche una certa riduzione della polvere e anche del rumore generati dal movimento). Infine, da segnalare la presenza di 200 carri Type 85-IIAP con cannone da 105 mm e sistema elettronico di tiro, che costituivano la principale risorsa in termini di moderni AFV. Ma non per molto: 300 carri armati T-80UD erano in ordine dall'Ucraina e i primi 100 carri già in servizio, come parte di un formidabile ammodernamento essendo in quel momento superiori a tutti i carri indiani dirimpettai (da qui, visti i problemi con l'Arjun, l'ordine indiano per 300 T-90S russi, il che ha rinnovato l'equilibrio che in passato esisteva tra le flotte carri dei due paesi, con molti mezzi della famiglia T-54/69 in servizio su entrambi i fronti). Inoltre vi era il programma per il carro cinese Khalid, ovvero il cinese Type-90, armato anch'esso con cannone da 125 mm. In effetti, si trattava di una prima linea anche troppo variegata, ma del resto il Pakistan non aveva soldi sufficienti per ottenere di più e i mezzi moderni costavano molto, specie in Occidente. I veicoli corazzati per la fanteria erano pochi per la massa di uomini disponibile: oltre 800 M113, 150 BTR-70, e alcuni mezzi blindati cinesi. I tipi più recenti erano 775 M113A2 con motore diesel, prodotti su licenza dalla locale Taxilia con contratto del 1988.

L'artiglieria, una considerevole risorsa per l'Esercito pakistano, comprendeva invece 150i M109A2 e 40 M110A2, fabbricati dal 1979 in poi e quindi relativamente recenti. Per il resto v'erano vecchie armi con oltre 1600 pezzi di ben 7 calibri differenti: moderni obici M198 da 155mm erano disponibili assieme a vecchi e più o meno potenti armamenti come gli M116 da 75 mm, M101 e M56 da 105 mm, Type 54 da 122 mm, Type 59 da 130 mm (sono gli M-46, in servizio anche con gli indiani), M115 da 203 mm, e lanciarazzi BM-21 da 122 mm. Da notare il programma di sviluppo per missili balistici superficie-superficie a corto raggio, iniziato negli anni '80 e comprendente i missili Hatf-1 e 2, che sono muniti di testata da 500 kg, probabilmente anche di tipo nucleare. Il primo è un vettore a cortissimo raggio, della classe del Lance o dell'SS-21, infatti ha una gittata di circa 80 km. Il secondo è invece da 300 km di gittata e pertanto comparabile (a parte la testata, pari a circa la metà) con lo SCUD-B.

Le armi contraerei erano oltre 2000 cannoni tra cui i Bofors L60 con 450 pezzi singoli, e i Type 55 cinesi, cannoni binati da 37 mm disponibili in 700 esemplari. Molti di questi sono stati modernizzati con collimatori computerizzati Contraves Gun King e Contraves Skyguard, migliorandone notevolmente le prestazioni. Vi erano anche degli ZSU-23-4 con i reparti corazzati, gli unici semoventi antiaerei pakistani. In ogni caso, l'artiglieria pakistana, sia campale che antiaerea è considerevolmente carente in termini di capacità d'acquisizione: gli esperti occidentali la considerano praticamente 'cieca' e 'sorda'. Nonostante la presenza di alcuni radar Skyguard e di controbatteria, sarebbero infatti necessari ulteriori investimenti nel settore C3I per sfruttare al meglio il considerevole potenziale che queste armi, nonostante l'obsolescenza, hanno ancora da offrire.

L'aviazione leggera aveva 7.000 uomini. Essa era ripartita in non meno di 8 squadroni con circa 40 aerei leggeri O-1E Bird Dog, circa 100 Mushak MF-1 (sono gli svedesi MFI-17 prodotti su licenza) circa 50 elicotteri Mi-8 e SA-330 Puma, e soprattutto circa 20 elicotteri AH-1F con missili TOW e 3 Mi-24 ex-afghanistan pilotati da disertori e giunti nel 1985 e nel 1989, in entrambi i casi a luglio. Infine vi erano anche 5 Jetranger, elicotteri leggeri da ricognizione. I Cobra sono stati consegnati in 10 esemplari nel 1990, gli altri nel 1992, e tutti, sono stati dotati di FLIR Hughes per renderli capaci di combattere in piena notte.


Forze nucleari, 2008[4][modifica]

La dottrina nucleare del Pakistan è nota dopo la sua entrata ufficiale nel club nucleare, nel '98. Differentemente dall'India, che ha affermato, in una bozza dell'agosto 1999, di volere assumere il ruolo di grande potenza, con un Comando Nazionale costituito del Comando Esecutivo e quello Politico. Quest'ultimo è retto dal Primo ministro, e autorizza (esso e solo esso) l'uso delle armi nucleari, costituite da aerei e missili, sia usabili per l'attacco primario che per rappresaglia, e l'assunzione di non attaccare per primi (NFU). Ma in caso di minaccia di altre nazioni nucleari, o l'uso di agenti NBC, questo divieto (No First Use) potrebbe decadere. Il Pakistan, retto solo dal principio della difesa del Paese, è stato tuttavia meno chiaro al modo sul modo in cui intenderebbe difendersi in caso di guerra con l'India, anche se essa fosse solo convenzionale. In ogni caso, i test del '98, fatti in risposta a quelli indiani, indicano la volontà di non far decadere il livello di confronto tra le due nazioni, dimostrando che nel settore nucleare il Pakistan è pronto ad assumere un ruolo di protagonista e di capacità credibili. In sostanza, si era previsto i test indiani e li si è voluti compensare: l'India, già superiore in termini convenzionali, non avrebbe dovuto ritrovarsi ad avere l'unico arsenale nucleare della regione, da aumentare in caso anche quello indiano aumenti.

Anche il Pakistan ha un doppio livello di autorità per l'uso della 'bomba': in testa vi è il Presidente e poi il vice-presidente, che è il primo ministro: poi vi è il Comando di controllo Operativo e quello per lo Sviluppo, i primi retti dai Ministri dell'Interno, difesa, finanze, e altre personalità e cariche dello stato; il secondodai capi di S.M. delle forze armate (presenti anche nel primo), scienziati, forze strategiche.

I missili GHAURI I e II hanno ricevuto soprattutto migliorie al CEP, quindi alla precisione. Il primo dei due ha gittata di 1.500 km circa, testata da 700 kg, il secondo ha almeno 2.000 km di gittata e 1.000 kg di testata. Questi sono gli IRBM, ma esistono anche SRBM a propellente solido quantomeno in sviluppo, della serie SHEHEEN, oltre al HATF 3 (M11 cinese) da 290 km di gittata. Il missile 'Cruise' Babur è stato collaudato per la prima volta il 21 marzo 2006. Non è chiaro se il Pakistan abbia per certo, come filosofia d'uso, l'NFU.

Quanto ai punti 'sensibili' del programma nucleare, esistono siti importanti soprattutto nel settore settentrionale del Paese, come l'impianto di centrifugazione di Kahuta, non soggetto a controlli, Golra per l'arricchimento dell'uranio, Wha per l'assemblaggio di ordigni nucleari, Shiala per la produzione di plutonio, con reattori PARR 1 e PARR 2 che costituiscono tutto quello dell'impianto, soggetto a controlli internazionali. A Sarghoda vi sarebbe un deposito di missili M-11, a Tarwanah un sito per la produzione di ordigni balistici. A Chasma vi è un reattore ad acqua leggera da 325 MW, un altro da 310 è previsto; a Ras Koh all'estremo Occidente vi è il poligono nucleare. A Karachi un altro reattore ad alta potenza, il KANUPP canadese, soggetto a controlli AIEA. A Multan ve ne è uno belga, privo di controlli. Questi sono solo alcuni dei siti sicuri o probabili del programma nucleare pakistano.

Quanto ai trattati internazionali, il Pakistan è strettamente coinvolto nel confronto con l'India, ma certamente, si tratta di una situazione che verte più sulle decisioni politiche che sugli sviluppi tecnologici, onde evitare una corsa agli armamenti costosa e dal dubbio valore di deterrenza (non esiste un modo sicuro per 'neutralizzare' una nazione nucleare che opera proprio al confine); il Trattato di non Proliferazione venne visto dai Pakistani come occasione per ratificare, assieme agli Indiani, l'eliminazione delle armi nucleari, poi però vi sono stati dei problemi: entrambe le nazioni hanno pensato che non aveva senso ratificare un trattato come questo senza essere prima considerate potenze nucleari; quello per la messa al bando dei materiali fissili venne considerato inizialmente come fattibile, avviando dei colloqui fin dal '98; quello per la messa al bando dei test nucleari lo vedrebbe favorevole, ma solo se l'India facesse altrettanto.

Il Pakistan vede con diffidenza il rafforzamento militare indiano, e l'idea delle 'guerre limitate' che finirebbero per avvantaggiare Nuova Delhi, grazie ai numerosi Su-30 e agli AWACS Phalcon, il che potrebbe spingere a salire 'di gradino' al livello nucleare se le cose prendessero una piega chiaramente sbilanciata a suo favore. Una situazione quindi di non-equilibrio potrebbe portare a conseguenze gravissime. Inoltre, c'è il problema della difesa antimissilistica: l'India voleva il sistema ATBM Arrow 2, e ha in trattativa armi classe SA-10 o Patriot. Questo potrebbe portare a vanificare anche la minaccia dei missili Pakistani, o almeno a far 'percepire' l'invulnerabilità dell'India alle poche armi pakistane. I Gruppi di impiego rapido indiani potrebbero poi spostare, con la loro concentrazione di potenza di fuoco, rapidamente la bilancia sul campo di battaglia, rischiando a quel punto un innalzamento da parte di Islamabad, al livello nucleare, se non vi fosse la volontà di accettare una sconfitta. È evidente quindi, che la deterrenza nucleare pone dei problemi qualora una delle due potenze sia convenzionalmente superiore all'altra e non vi sia la volontà politica di evitare conflitti. Un trattato di riduzione delle forze convenzionali modello Europa, come quello tra i blocchi contrapposti fino al '90, sarebbe parimenti un qualcosa di auspicabile per disinnescare un pericolo continuo e temibile di aumentare la pressione alle frontiere.

Detto della necessaria volontà politica per non avvitarsi in una spirale di riarmo potenzialmente incontrollabile, ecco le armi sviluppate dal Pakistan, a parte le bombe a caduta libera, sicuramente portate dai caccia tattici più avanzati, come gli F-16.


  • HAFT 1, portata 80-100 km, in servizio dalla metà anni '90
  • HAFT 2 (Abdali),180 km, progetto sino-pakistano, sperimentato nel 2002 e in produzione
  • HAFT 2 (Ghaznavi), 290 km, sino-pakistano (è in pratica l'M-11 cinese), sperimentato come l'altro nel maggio 2002 e in servizio
  • HAFT 4 (Shaeen), 600-700 km, idem, sperimentato nell'ottobre 2002 e in servizio
  • HAFT 5 (Gauri 1), 1.300-1.500 km, progetto pachistano-nordcoreano, è il No Dong, Sperimentato maggio 2002, in servizio
  • HAFT 5 (Gauri 2), 2.000-2.300 km, idem
  • HAFT 6 (Shaeen 2), 2.000-2.500 km, sino-pakistano, sperimentato nel maggio 2004 e in sviluppo
  • HAFT 7 (Babur), gittata 500 km, idem, missile da crociera dell'agosto 2005 (o 2006?), in sviluppo.

Il totale delle testate nucleari non è noto con precisione. Si stima in ogni caso che si tratti di alcune decine di cariche. Come del resto l'India, la quale ultimamente ha avuto proposte e accordi di collaborazione sul nucleare 'civile' da parte americana, con relativo trasferimento di tecnologia per aiutare il suo programma indigeno, evidentemente un po' in affanno. Il che, naturalmente, ha aumentato la tensione, come in maniera speculare l'ha alzata un pacchetto di aiuti militari voluti da G.W.Bush e ferocemente osteggiati dal governo di Nuova Delhi. L'equilibrio precario, con gli spostamenti di truppe al confine (dopo gli attentati di Mumbai del dicembre 2008) continua ad essere mantenuto, ma non senza difficoltà.


Il carro Al-Khalid 2[5][modifica]

Dall'AL-KHALID, entrato in servizio nel luglio 2001, sta arrivando il nuovo AL-KHALID 1. Simile al cinese Type 90-II, ha una serie di aggiornamenti tra cui il motore, e munizioni sofisticati, tra cui i missili; costruiti con la collaborazione della NORINCO cinese, a suo tempo come MBT2000, adesso ha un nuovo treno di rotolamento con sei coppie di ruote doppie, mentre il motore è un 6TD-3 boxer da 1.400 hp a 2.800 giri-min. Il risultato è una velocità di 75 km/h, 55 in terreno vario, e accelerazione da 0 a 32 km/h in appena sei secondi. Ovviamente la protezione è stata ulteriormente irrobustita, grazie in particolare alle skirts di acciaio bugnato e nuova corazzatura di tipo ERA, anche sull'arco frontale della torretta oltre che nello scafo; molto probabilmente è il tipo Oarak Mk-1, un prodotto pakistano-ucraino; è necessario anche proteggere il tetto della torretta, e in questo caso, anziché le piastre ERA, sono usate le piastre di materiali compositi. Altri miglioramenti sono il sistema d'allarme laser LTS 1 (di concezione pakistana, della Al Technique Co.), in una caratteristica posizione su albero retrattile sulla sommità della torre; ad esso sono abbinati anche 12 lanciagranate fumogeni da 82 mm.

Quanto al 'pezzo forte', il cannone 2A46M ha un calibro standard di 125 mm più sistema di caricamento, più le solite PKT e NSVT; la canna è costruita dalla HIT pakistana (nome che è tutto un programma, significa 'colpito' in inglese, ma è acronimo di Heavy Industries Taxila), e ha una vita utile di 1.200 colpi circa, sensibilmente superiore ai tipi russi, almeno dei tempi 'classici' (URSS). Tra i proiettili vi sono anche i 'Naiza', APFSDS con nocciolo in uranio impoverito, di cui nel mezzo sono presenti normalmente ben 27 colpi, 17 dei quali pronti al tiro sulla giostrina da 22 colpi. Per il resto vi sono gli HE-FRAG, HEAT e missili 9M119M Refleks, questi ultimi sono armi russe prodotte su licenza in Cina. Non manca un nuovo apparato di controllo del tiro e visione, oltre che protetto dai raggi laser. Infine vi è la solita torretta saldata, secondo lo stile inaugurato dai T-84. Il cannoniere è a sinistra della torre, ha sistema di puntamento stabilizzato su due assi, che è anche utilizzabile in maniera hunter-killer, con campo visivo di 8 gradi e 7,5x; vi è un telemetro laser tipo Nd: YAG, ovvero allo stato solido con cristallo di ittrio e alluminio-neodimio, con portata tra 200 e 7.000 metri e precisione di 10 metri. Non sembra niente di eccezionale (in giro vi sono già da molti anni telemetri laser da 10 km e precisione anche maggiore), ma va bene ugualmente; quanto al sistema di tiro, ha anche una capacità di tracking autonomo, questa sì interessante, con errore massimo di 0,1 millirad. I tempi d'ingaggio medio sono di 7 secondi da carro fermo, 10 secondi con il mezzo in moto. Infine, il mezzo sarà dotato di un sistema 'networkentrico', con la capacità di combattere con la 'situation awareness' data dall'interscambio con altri mezzi e fonti, tra cui gli UAV da ricognizione. Il peso del nuovo carro è di 50.000 kg circa in assetto di combattimento, ma anche così, vi è un rapporto potenza: peso di ben 28 hp per tonnellata.

Per ora il carro è alla fase di definizione industriale: si pensa che solo nel 2015 equipaggerà la 'cavalleria corazzata' pakistana. Così gli indiani hanno ancora un po' di tempo per prepararsi meglio alla sfida. Anche perché degli Al Khalid originari erano stati ordinati in due lotti per ben 600 mezzi, ma di fatto ad oggi, dopo otto anni, ne sono stati consegnati solo 250 circa (e forse qui hanno avuto ragione i russi, che ritenevano gli ucraini incapaci di far fronte alla commessa). Forse il secondo lotto sarà semplicemente deviato al tipo successivo. Che, come dice il nome, sarà la base per l'Al Khalid 2, un mezzo futuro con una costruzione completamente diversa, che si distaccherà definitivamente dall'era dei mezzi sovietici e cloni vari. La tecnologia sarà sudcoreana e turca, quindi forse un mezzo più simile al K-1. Attualmente i carri armati pakistani sono mandati in azione contro i Taleban. Il futuro ci dirà di più sul programma in corso.


  1. Toemans, Guy: Fase di transizione per la Marina Pakistana, RID mar 1997
  2. gran parte della parte delle fregate in parola, vedi Scott, Richard: La modernizzazione delle Type 21 pakistane, RID 1995
  3. Housson J.P. L'esercito pakistano, PD gen 2001
  4. Maazari, S.M. La dottrina nucleare del Pakistan, RID feb 2008
  5. Schiele, Martin, RiD 2009