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All'inizio del nostro secolo il 156° era certamente uno dei reparti di maggior rilievo dell'AM. Fu partecipe dell'Operazione GIRASOLE in risposta al lancio dei missili Scud libici dell'86, quando l'AMI aveva praticamente solo i due reparti di Tornado nel settore dei caccia di 'ultima generazione', e gli aerei avevano svolto missioni TASMO per il supporto della flotta italiana con tanto di rischieramento a Pantelleria. Poi ha partecipato alla missione 'Locusta' ovvero la 'Desert Storm' vista dall'Italia, la 'Sharp Guard', la 'Deliberate Force' e altre ancora, tra cui la recente 'Allied Force' nel 1999 contro la Serbia. I ruoli sono molto vari. I missili Kormoran, per esempio, sono utilizzati solo dal 156imo, o almeno questo è quanto normalmente si dice in merito, anche se in qualche caso c'é stata la 'supplenza' da parte del 154imo. Non è chiaro se tutti i Tornado italiani sono compatibili con i Kormoran, ma del resto questi stessi sono stati comprati, a che se ne sa, solo 60-70. Per il resto vi sono esercitazioni come le TLP e le 'Red Flag'. Le seconde sono ben note, i primi sono i corsi per la cooperazione aeronavale tra i Tornado e le navi e vengono o venivano, nel 2001, tenuti almeno 3 volte l'anno. Tra le tattiche usate con i Kormoran e i Sea Eagle (per la RAF) vi erano tecniche di saturazione con 4-6 aerei armati di 2 missili l'uno e copertura ECM e anti-caccia nemica con copertura reciproca. La preparazione anche qui era pianificata con il sistema CPGS, Cassete Preparation Ground Station ovvero il riporto nel computer di bordo con una apposita cassetta che dà le istruzioni per la navigazione con i punti di riporto stabiliti, la rotta, le virate etc. Ma differentemente da quello che succede con un bersaglio a terra si parte dalla posizione del bersaglio una volta localizzato per arrivare all'aeroporto di partenza. Certo che con questo tipo d'attacco i Tornado IDS del 156° sarebbero stati capaci di lanciare solo 4-6 attacchi, quando i Super Etendard non ne hanno lanciati più di due per volta e con 5 hanno distrutto due navi inglesi durante la guerra dell'82. Quando l'aereo arriva ad un certo punto, questo è in genere un Turning Point: ovvero, l'aereo acquisce col radar la nave, e lancia in linea di fronte assieme ad altri aerei della formazione, e subito dopo si disimpegna. Se possibile il radar non viene acceso con l'invio di dati da parte di un aereo da pattugliamento come l'Atlantic. Durante la guerra del Kosovo il 156imo ha combattuto con armi guidate per la prima volta, in un ambiente del tutto diverso da quello navale; nell'operazione 'Joint Guardian' invece aveva solo 2 AIM-9 e il pod d'illuminazione bersagli ma senza armi. Per quello che riguarda le armi disponibili, vi erano nel 2001 le Mk 82, Mk 83, le Mk 82 Snakeye sia del tipo USAF che nel tipo leggermente migliorato dell'USN. La Mk 83 dovrebbe avere anch'essa una versione ritardata, ma in questo caso si tratta del tipo francese 'a pallone-freno'. Poi c'erano le GBU-16 da 454 kg laser, più il pod CLPD. Altre armi sono la Mk 20 Rockeye e la BL-755. Di queste le seconde erano più adatte alla mutata esigenza di ingaggi ad alta quota, differentemente dalle armi inglesi specializzate in attacchi per le sole basse quote. Tra la colorazione e araldica del 156°, indubbiamente di poca variabilità, va ricordata la livrea celebrativa per le 20.000 ore su Tornado, nel 1993. Circa 2.200 ore per ciascun anno di servizio con il Tornado. Non poche, non tante, del resto con 18 aerei la media è di circa 120 ore per aeroplano. Le squadriglie erano, almeno nel 2001, tre: la 382a, 383a, e la 384a, tutte con un motto e uno stemma loro, riportato anche nella loro iconografia: 'Sotto a chi tocca' con braccio corazzato, 'Fuori i secondi' con due pugni in contrasto, 'scacco matto'. Lo stemma è quello delle Linci.
===37° Stormo (18° Gr)
Nato come Stormo da Bombardamento Terrestre nell'aprile del '39 a Lecce con gli S.81, combatté durante la II GM battaglie come quella di Punta Stilo, poi in Africa con i BR.20, e infine contro Grecia e Malta. Riformatosi con
==== Al 1993 <ref>Fassari Giuseppe: ''Una Cicogna con gli artigli'', Aerei Ottobre 1993 pagg. 18-23</ref>====
Lo stormo
Le altre unità comprendevano l'82° Centro SAR con gli HH-3F che erano
Poi c'era la FOB, ovvero un distaccamento con gli E-3 della NATO (normalmente di base a Geilenkirchen, in Lussemburgo). E' possibile ospitarne fino a 4, ma la norma è di uno-due esemplari.
La base di Trapani-Birgi non conosceva soste: il fronte Sud era molto caldo nonostante la riduzione della minaccia dovuta alla scomparsa dell'URSS e alla 'pacificazione' della Libia. La base si presentava su di una superficie di ben 600 ettari e con vari shelter corazzati e dipinti color sabbia (come se si fosse in una zona desertica), con varie piste di cui due parallele. C'erano il 18° Gruppo, l'82° Centro SAR, la FOB (Forward Operating Base) che gestiva la presenza degli E-3 AWACS, spesso presenti (erano le macchine NATO). Il rischio di essere circondata dalla crescita edilizia era, differentemente da tante altre basi aeree, ancora inesistente. Oltre al gruppo, al centro SAR e alla squadriglia collegamenti (con S.208M e MB.339) il 437° Gruppo STO per la manutenzione dei caccia e il 537° SLO per il supporto logistico e amministrativo dello Stormo. Finalmente notizie precise delle difese della base, con il Gruppo Difesa armato con la 737a Batteria Spada come elemento principale. Il 18° Gruppo che come si è detto era a doppia funzione, era nato così perché non c'era modo di schierare due gruppi specializzati di CI e CB. Così crearono il gruppo con 18 aerei (anziché i soliti 12) del tipo CB, nell'insieme più flessibile. Poi dagli S sono arrivati gli ASA ma sempre nel tipo CB. In caso di problemi era previsto l'arrivo del 21° Gruppo. La prontezza operativa degli F-104 era comunque rimasta elevata, con decollo su allarme entro 15 minuti. Prima, negli anni '80 erano solo 5 minuti e anche meno se si tenevano i piloti direttamente dentro gli aerei pronti al decollo. Forse avrebbe potuto o dovuto essere questo il gruppo ad avere i Tornado ADV ma era troppo isolato e l'RMV per le grandi manutenzioni era a Cameri. I caccia F-104S erano stati ammodernati allo standard ASA, marimasti come CB. La successiva evoluzione, dovuta alle difficoltà di mantenere in servizio un 'gruppo e mezzo' di aerei visto il numero ridotto di macchine disponibili nell'AM, è stata quella di ridurre a 12 gli aerei e infine di sostituirli con gli F-104ASA CI ex-5° Stormo (passato ai Tornado ADV) e con gli ASAM. A questo punto gli Aspide, che fin'allora i piloti avevano visto solo nelle batterie Spada e sotto le ali dei caccia di rinforzo, sarebbe stato parte del loro armamento. I piloti di per sé erano pochi, e quelli che c'erano, complici le condimeteo eccellenti, volavano di conseguenza molto, anche più di 200 ore l'anno: il fatto è che c'era troppo da fare dopo l'esodo di piloti dall'AM che era già un discreto problema nei primi anni '90. Intanto però nel Nord Italia non c'era quasi niente da fare per i caccia se non l'attività legata all'ex-Yugoslavia, militarmente poco significativa per un reparto CI. La base di Trapani, invece, era destinata a ospitare due gruppi di EF-2000 sui 4 (più il 20° da addestramento) destinati alla conversione su questo nuovo caccia. Nel frattempo non mancavano altri aerei di passaggio, come gli Harrier di Grottaglie, mentre le intercettazioni aeree erano molto minori di un tempo ma pur sempre qualche aereo russo o libico era di quando in quando avvistato dai veloci Starfighter, che nondimeno erano operativamente ben poco significativi per gli anni '90. L'aggiornamento ASAM e i missili Aspide erano visti bene ma non certo come soluzioni di un problema ben più profondo, che comportava radar e maneggevolezza insufficienti ed ECM inesistenti (almeno i CB ne avevano alcune), oltre a problemi di efficienza media non del tutto trascurabili.▼
La 637a aveva i vecchi S.208M e gli ultimi MB.326 che erano usati per gli ultimi giorni come trasporti VIP, per il mantenimento delle ore di volo e per simulare bersagli per gli F-104 (peccato che non si conoscano dettagli di queste azioni).
====1998<ref>Nativi, Andrea '' In prima linea con il 37imo Stormo'' RID Ott 1998 p. 55-59</ref>====
La base di Trapani-Birgi non conosceva soste: il fronte Sud era molto caldo nonostante la riduzione della minaccia con la scomparsa dell'URSS e la 'pacificazione' della Libia. La base si presentava su di una superficie di ben 600 ettari e con vari shelter corazzati e dipinti color sabbia (come se si fosse in una zona desertica), con varie piste di cui due parallele. Il rischio di essere circondata dalla crescita edilizia era, differentemente da tante altre basi aeree, ancora inesistente. C'erano il 18° Gruppo, l'82° Centro SAR, la FOB degli E-3 AWACS NATO, spesso presenti. Continuavano ad esserci anche la squadriglia collegamenti (con S.208M e MB.339), il 437° Gruppo STO per la manutenzione dei caccia e il 537° SLO per il supporto logistico e amministrativo dello Stormo. Le difese della base avevano il Gruppo Difesa, armato come elemento principale con la 737a Batteria Spada.
Il 18° Gruppo era a doppia funzione perché non c'era modo di schierare due gruppi specializzati di CI e CB. Così crearono il gruppo con 18 aerei (anziché i soliti 12) del tipo CB, nell'insieme più flessibile del tipo intercettore. Dopo gli 'S' sono arrivati gli ASA ma sempre nel tipo CB. In caso di problemi era previsto l'arrivo anche del 21° Gruppo.
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===46ima B. A. (2, 50 e 98°), al 2008 <ref>Felicioli F, Francois P: ''46a Brigata Aerea'', Aerei gen-feb 2008 p.49-55</ref>===
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